Cella 211 - Film (2009)

Cella 211

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L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/04/10 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 30/01/14
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Stubby 23/11/10 13:11 - 1147 commenti

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Pellicola di ambientazione carceraria a sfondo fortemente politico con sequenze e situazioni piuttosto crude e violente. Bel ritmo quasi sempre costante con pochissimi passaggi a rilento. Colpi di scena, escalation di situazioni forti e alcuni passaggi con molto sangue difficili da sostenere (almeno per me). Attori bravi e molto in parte, soprattutto Luis Tosar (Malamadre).
MEMORABILE: L'intro.

Puppigallo 18/04/10 00:40 - 5279 commenti

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A prima vista sembra l'attore sbagliato nel film sbagliato. Ma poi, col passare dei minuti, si ha la certezza che la sua faccia sia quella giusta, di colui che nulla ha a che fare con chi lo circonda, ma che deve adattarsi, confondersi, altrimenti... E poi c'è Malamadre, il capo della rivolta dei detenuti, carismatico, giusto, per quanto possa esserlo, con i suoi "fedeli" scagnozzi (nota di merito per il fulminato). Il ritmo è costante, la situazione a dir poco esplosiva e i peggiori non sono i detenuti. Qui non si fanno sconti... a nessuno. Davvero notevole.
MEMORABILE: La prima scena; Utrilla, guardia cinica e violenta (chiedere a calcolileso e donna incinta); La metamorfosi, provocata dagli eventi, del protagonista.

Daniela 23/04/10 08:48 - 12671 commenti

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Secondino in procinto di prendere servizio si trova per un caso fortuito dall'altra parte della barricata quando scoppia una rivolta e, per non rischiare la pelle, deve farsi passare per un nuovo detenuto. Solido carcerario, avvincente nonostante qualche forzatura drammatica poco plausibile, costruito attorno al rapporto fra l'infiltrato suo malgrado e Malamadre, leader dei detenuti, violento ma leale, interpretato da un tipo pelato, con occhi spiritati sormontati da sopracciglia a cespuglio, che magnetizza lo sguardo anche inquadrato di nuca.

Galbo 29/04/10 06:41 - 12399 commenti

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Ottimo film di ambientazione carceraria, Cella 211 è la conferma della bontà del cinema europeo che ha il coraggio di affrontare il realismo e la veridicità degli argomenti trattati, evitando le eccessive spettacolarizzazioni. Buona e solida sceneggiatura, regia efficace ed ottima scelta (e prova) degli interpreti ne fanno un lavoro assai convincente. Da vedere.

Greymouser 5/06/10 23:16 - 1458 commenti

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Il regista non perde tempo, e ci introduce subito "in medias res" di un dramma carcerario teso, amaro, tragico, dove la violenza della prigione e la violenza del sistema appaiono come le facce di uno stesso Moloch. Un'esistenza normale viene stravolta e cancellata da un ingranaggio spietato, in cui vittime e carnefici si confondono. Certo, Monzon ci manipola un po', portandoci in modo un tantino ricattatorio a fare il tifo per i carcerati. Ma è comunque un gran film.

Jorge 22/04/10 12:04 - 164 commenti

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Notevole prodotto spagnolo, paradigma del classco caso dell'essere "nel posto sbagliato al momento sbagliato", "cella 211" è un film ben fatto, con un soggetto solido, una sceneggiatura che delinea perfettamente situazioni e personaggi. Il cast è diretto benissimo, le interpretazioni davvero intense. Bel prodotto, dal prevedibile ed amaro finale. Consigliato.

Lattepiù 27/04/10 17:48 - 208 commenti

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Secondino al suo primo giorno lavorativo si trova casualmente intrappolato in una sommossa dei detenuti. Dovrà fingersi carcerato per salvare la pellaccia. Bel prison-movie che ci risparmia i soliti luoghi comuni dell’ambiente carcerario, per lanciarsi dritto nell’azione già dai primi minuti. Pellicola traboccante odio e furore dal principio alla fine, con uno sguardo ferocemente polemico verso istituzioni e (dis)informazione. Sublime cast di vere facce da bastardo, capitanato dal grandissimo Luis Tosar nei panni del carismatico Malamadre.

Onion1973 30/04/10 17:47 - 163 commenti

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Un secondino alla vigilia del suo primo giorno di lavoro si trova per caso imprigionato in un carcere in rivolta. A causa della violenza poliziesca lentamente solidarizzerà coi detenuti fino a diventare uno di loro. Buon film di denuncia sociale che ha il suo punto di forza nelle intepretazioni di tutto il cast e in particolare dell'ambivalente Malamadre (rais dei detenuti). Sfortunatamente un paio di forzature narrative me l'hanno reso un po' stopposo: l'insensato "uso" di Utrilla come mediatore e la stoltezza della poco furba moglie. Coinvolgente.
MEMORABILE: Le scene iniziali del sistema carcerario a pezzi, anche fuor di metafora.

Supercruel 4/05/10 01:05 - 498 commenti

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Gran bel prison-movie spagnolo, finalmente arrivato in Italia dopo il passaggio all'ultima edizione del Festival di Venezia. La storia è tesa al punto giusto e il vero pregio del film risiede tutta in interpretazioni davvero solide e sentite. In particolare il binomio infiltrato (suo malgrado) e capo dei carcerati è giostrato con perizia psicologia di alto livello, forti due attori davvero in gamba. Il film è poi molto ritmato e non perde colpi fino alla fine. Un ottimo lavoro, da vedere senza remore.

Ciska 31/05/10 18:49 - 17 commenti

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Gli spagnoli sanno farlo meglio, a volte. Crudo, violento, senza filtri. Una guardia carceraria diventa per sbaglio o per natura un ribelle all'interno di un carcere. Abbraccia la rivolta dei carcerati dopo che ne approva le motivazioni, spinto però da uno scontato e prevedibile sentimento di vendetta nei confronti del sistema repressivo che non fa sconti e differenze, anche in Spagna. Segue il suo viaggio negli inferi fino alle estreme conseguenze e il carcere si trasforma nel solito contenitore di carne da macello.

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Pau 4/07/10 02:06 - 125 commenti

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Prodotto di buon artigianato che all'impegno unisce la capacità di tenere desta l'attenzione dello spettatore; avviene grazie al notevole ritmo della narrazione, ad una regia completamente al servizio della storia e dei suoi protagonisti (col rischio di sembrare, a tratti, un po'anonima), alle buone scelte di casting. Monzon affonda la lama in alcune questioni spinose (le istituzioni sotto ricatto dell'Eta; le storture del regime carcerario; l'uso arbitrario della violenza da parte delle forze dell'ordine), con un pizzico di furbizia.

Jandileida 5/07/10 16:44 - 1567 commenti

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Il caso beffardo precipita un giovane secondino in una rivolta carceraria guidata da un sulfureo bandito di nome Malamadre (un camaleontico Tosar, ex dolce disoccupato nell'ottimo I lunedì al sole). Abbastanza originale l'idea ed anche nello svolgimento, Monzon mantiene la barra ben dritta riuscendo a non abusare dei clichè (pericolo sempre in agguato nel genere carcerario) dirigendo una storia cruda, rude, che lascia poche speranze e che mischia i due mondi dentro/fuori: nessuno dei due è immune dalla malvagità, anzi. Dopo la Francia e la Spagna...

Capannelle 8/08/10 00:54 - 4412 commenti

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Buono, l'intreccio anzi è notevole e tiene col fiato sospeso per buona parte del film. Poteva andare meglio come resa filmica, come fotografia e come disegno dei personaggi (mentre i carcerati sono brutti ma svegli, quelli istituzionali sono uno più imbranato dell'altro; va bene il realismo, però...). Interessanti alcune questioni come il rapporto stato-detenuti normali-detenuti dell'Eta. Non è bello/duro come Il profeta ma fa la sua figura. Quello è più sporco, questo è più thriller.

Schramm 18/08/10 12:43 - 3495 commenti

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Per il principio delle leve, fuori è come dentro e viceversa. I buoni son bestie mascherate, i cattivi non così pessimi come li vorrebbero i buoni. A pagarne il fio, il capitato per caso, fulcro ora oliato ora arrugginito di questa altalena a leva, tirato per la giacca da una sceneggiatura tutta prepotenze e rigidità, il cui manicheismo è superato solo dall'accortezza di una regia attenta a sfumare i giochi di forze, ma che trascura attori manierati, sottotraccia o gigioneschi. Non male, dopotutto, ma nemmeno bene.

Lucius 28/01/11 23:39 - 3015 commenti

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Solido carcerario dotato di una regia professionale. Aspro nelle immagini, non risparmia nulla allo spettatore a cominciare dalle prime scene, che mostrano un taglio di polsi. Perfetto il protagonista infiltrato tra i detenuti al centro di una rivolta sanguinosa legata a diritti civili. Ripecchia molto bene una certa "società carceraria" machista. Politicamente scorretto e non edulcorato da situazioni omoaffettive tipiche di tutte le carceri.

Domino86 7/02/11 19:42 - 607 commenti

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Un buon film, a tratti forse un po' forzato, ma che riesce comunque a mostrare una realtà dura come quella della vita di carcere. Basta un singolo istante perché quella che era iniziata come una normale giornata si tramuti in un inferno. Pellicola che si segue bene.

Gestarsh99 2/09/11 23:20 - 1395 commenti

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Arriva dalla Spagna questo prison-movie tosto ed esemplare, che con anomala accortezza riesce a far schierare lo spettatore dalla parte dei carcerati in rivolta, scagliando una seria invettiva contro le gravi inefficienze e la pessima gestione dei penitenziari, non solo in terra iberica. Il superbo Luis Tosar è Malamadre, uno di quei personaggi che si stampano nella memoria cinematografica del tutto inaspettamente: capopopolo alla Delacroix autorevole e sanguigno, giacobino dei reietti egualitario ed altruista, combattente per gli ultimi fedele in eterno al "frangar non flectar".
MEMORABILE: La poderosa immedesimazione di Luis Tosar nel suo Malamadre.

Cotola 27/10/11 17:22 - 9052 commenti

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Buon film carcerario che si fa sempre più interessante col passare dei minuti, grazie alla capacità della sceneggiatura di incollare lo spettatore alla sedia, generando una tensione che cresce e si rinnova periodicamente. Merito di una serie di colpi di scena, forse a volte un pò troppo ad effetto, riscattati però da una durezza ed un pessimismo di fondo che non sempre si vedono nel cinema contemporaneo. Si giunge così ad un finale nero e senza speranza. Grande prova di Luis-Malamadre-Tosar.

Rebis 13/05/12 17:39 - 2339 commenti

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Prison movie di grana grossa, assai spartano nella definizione di personaggi e psicologie e più interessato a lavorare sulla presa emotiva che sullo statuto ideologico (che si riduce, in buona sostanza, al motto: non è detto che si stia meglio "fuori"). Sceneggiatura a tratti macchinosa che sfrutta moduli melodrammatici (la moglie incinta), splatter, recrudescenze e una rappresentazione dell'anarchia che ricorda l'horror romeriano più politico - e non è un limite. Nel complesso lo spettacolo è robusto e carbura. Eccellente la caratterizzazione dei comprimari. Goffo il doppiaggio.

Deepred89 2/01/13 22:42 - 3709 commenti

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Il messaggio del film (fuori non si sta così peggio, anzi...) tende a forzare eccessivamente la sceneggiatura, facendo apparire il carcere come una specie di grosso centro sociale solo un po' più anarchico della media (roba da far apparire marce le hollywoodiane prigioni de Le ali della libertà). C'è da dire però che la trama coinvolge e che i personaggi appassionano senza scadere troppo nel retorico. Fotografia un po' grezza ma regia incalzante e sapiente nell'evitare inutili eccessi. Prodotto non memorabile ma dignitosissimo.

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Nando 16/04/13 17:26 - 3816 commenti

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Film carcerario di valido impatto visivo in cui il male viena evidenziato senza spettacolarizzazione stereotipate, anzi si osserva il marcio con attenzione. Buoni gli interpreti, con un Tosar luciferino quanto basta. Piace l'introspezione dei personaggi.

Pinhead80 29/06/13 12:34 - 4767 commenti

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Difficile immaginare un primo giorno di lavoro come questo. Pronti e via e ci si immerge nell'incubo del protagonista, costretto gioco-forza a fingersi un detenuto in mezzo a un'orda di delinquenti di ogni risma. L'azione non manca e neppure i colpi di scena (anche se alcuni un po' telefonati) in questo prison-movie dal taglio sociologico (confine tra buono e cattivo) e dalle atmosfere ruvide. Bello ma non bellissimo.

Babbaiu 16/10/13 09:12 - 29 commenti

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Diciamolo: cinema d'evasione (passatemi il gioco di parole) senza grosse pretese. Regia di grana grossa, trama a tratti inverosimile, sceneggiatura così così, in linea con un budget piuttosto economico. Funziona l'ambientazione carceraria e la caratterizzazione degli interpreti (Malamadre e Utrillo) sicuramente azzeccati, meno il Keanu Reeves spagnolo protagonista. Particolare la durezza e la mancanza di lieto fine.
MEMORABILE: La scena iniziale, piuttosto disturbante.

Viccrowley 23/10/13 08:43 - 814 commenti

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Quando il cinema europeo ci si mette di buzzo buono riesce a portare sullo schermo robusti film di genere. È il caso del thriller carcerario di Monzon, storia di un agente che per pura sfortuna rimane coinvolto in una rivolta nella prigione in cui deve prendere servizio. Per salvare la buccia dovrà fingersi uno dei carcerati. Con conseguenze imprevedibili. Uno storyline semplice, teso e personaggi azzeccati ci conducono a un finale che tutto fa, fuorchè dare fiducia e speranza. Qualche forzatura c'è, ma si perdona volentieri. Notevole.
MEMORABILE: L'agente al walkie talkie chiede notizie sulle condizioni della fidanzata...

Redeyes 26/11/13 07:36 - 2449 commenti

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Il pregio di cella 211 è quello di dare un volto ai cattivi, ribaltare i ruoli ma senza scelte patetiche e buoniste. È interessante l'iter di trasformazione del personaggio dapprima recitante poi semnpre più parte della rivolta via via che la propria vita va a rotoli. I protagonisti non eccedono nella banalizzazione del ruolo cercando di dare un'immagine maggiormente complessa dell'uomo. L'adrenalina è viva per tutto il film sopratutto quando questi va virando verso scelte politiche. Bravi gli attori, buona sceneggiatura.

Enzus79 14/12/13 09:49 - 2901 commenti

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Buon film carcerario (made in Spagna), anche se l'evolversi della storia lascia un po' a desiderare (non mi ha proprio convinto). Comunque non annoia di sicuro e a tratti diverte pure. Bravo Luis Tosar che ha davvero la faccia del cattivo bastardo, doppiato però così così.

Bizzu 6/01/14 23:54 - 217 commenti

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Vedendo i premi vinti e le varie partecipazioni a festival pensavo fosse qualcosa di diverso; in effetti il film inizia offrendo uno spaccato di vita carceraria molto realistico (l'affolamento, il disagio, le strutture fatiscenti). Il film però prende una piega stile hollywoodiano con colpi di scena, tradimenti, azione. Non che questo sia negativo, anzi. Tutto è girato molto bene, con ritmo, un pizzico di retorica senza essere stucchevole e soprattutto utilizzando le facce giuste (molti sembrano veramente dei galeotti!). Un action con cervello.

Piero68 10/03/14 13:58 - 2958 commenti

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Prison-movie di gagliarda fattura che può contare su di una sceneggiatura ben strutturata. Nonostante il soggetto richiami il più famoso Brubaker, nei fatti se ne discosta in maniera netta. Anche perché se i presupposti possono somigliarsi, i punti di arrivo sono pressoché agli albori. Nonostante le caratterizzazioni non brillino il cast si dimostra davvero funzionale e sempre nei ruoli. Ennesima riprova che il cinema europeo cresce e soprattutto che il cinema spagnolo (come quello francese) ha prodotti medi decisamente superiori a quelli italiani.

Herrkinski 20/12/15 18:10 - 8119 commenti

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Potente prison-movie spagnolo che, pur non offrendo spunti particolarmente originali all'infuori dell'idea di base (la guardia che deve fingersi carcerato per sopravvivere), riesce a tenere incollati allo schermo grazie a una costruzione della tensione ben studiata. A favore del film giocano anche le belle interpretazioni (su tutti Tosar) e la violenza piuttosto cruda, che deflagra in una parte finale insolitamente pessimista e di notevole effetto; fotografia fin troppo nitida e un po' farlocca, ma si può sorvolare visto il valore del lavoro.
MEMORABILE: La parte finale.

Il ferrini 3/12/16 01:52 - 2360 commenti

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Coraggioso e crudo, è un eccellente film sotto tutti i punti di vista: sceneggiatura, regia, fotografia e interpretazione. Il personaggio di Malamadre è di quelli che lasciano il segno, ma anche i secondari sono ben caratterizzati, tipo Apache (Carlos Bardem, fratello di Javier). Il protagonista, "Juan Oliver", subisce una mutazione straordinaria nell'arco narrativo ed è quasi impossibile non empatizzare con lui mentre la tensione continua a crescere fino al devastante epilogo.
MEMORABILE: Utrilla in carcere.

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Rigoletto 26/04/20 21:56 - 1787 commenti

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La regia asciutta di Monzon favorisce un realismo incredibile, farcito sì di luoghi comuni ma disposti intelligentemente come elemento decorativo e non come parte della struttura portante. Ottimo il cast, che trova nei due protagonisti elementi straordinariamente efficaci. Nota di merito per il doppiaggio italiano, con un Pannofino (e gli altri) a farla da padrone.

Nick franc 4/03/22 20:39 - 518 commenti

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Superato lo spunto di partenza poco plausibile il film si rivela un ottimo thriller-dramma carcerario, forte di una sapiente abilità nel dosaggio del crescendo drammatico e nel piazzare i colpi di scena. Cupo, teso e angosciante, dipinge un mondo senza speranza dove alcuni carcerati sono più leali di polizia e governanti (e in questo l'opera si rivela un po' schematica). Bravo Ammann che dà il volto a Juan Oliver, costretto a un'evoluzione del personaggio disperata per cercare di salvare la pelle, ma il Malamadre dell'eccellente Tosar si stampa nella mente e non ne esce più.
MEMORABILE: Il personaggio di Malamadre; Utrilla nel braccio del carcere; Il finale pessimista.

Luluke 29/03/24 19:41 - 60 commenti

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Film carcerario che come molti sul tema sviluppa una trama standard: trattamento eccessivo dei detenuti, rivolta, guardie in ostaggio, finale (scontato) bagnato di sangue. Di originale c'è però il personaggio di Malamadre (superbamente doppiato da Pannofino, va detto) interpretato da un Luis Tosar già bravo di suo, ma qui in autentico stato di grazia. Eccellente anche la regia. A molti non è piaciuta la fotografia, ma è poco importante In rapporto alle qualità delle riprese. Insieme a Hunger il miglior prison movie degli ultimi vent'anni.
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    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in blu-ray dall' 08/03/2011 per la Cecchi Gori.
  • Homevideo Nick franc • 4/03/22 16:07
    Servizio caffè - 177 interventi
    Il DVD edito dalla Cecchi Gori ha una durata di 1h 48m 18s.

    Audio Italiano e Spagnolo 5.1

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    Making of (26 Min)
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