Paura dentro - Corto (1997)

Paura dentro

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/03/10 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 13/03/10 09:00 - 5737 commenti

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Con il futuro regista di Custodes bestiae si riscopre il terrore genuino dell’incubo che scaturisce dalla paura di se stessi. Niente sangue, né urla, né effetti speciali: bastano un soggetto intelligente e geometrico, un bianco e nero sbiadito, lo smarrimento in un bosco solitario, una misteriosa figura dalle fattezze insieme spettrali ed aliene, precisi movimenti di macchina, musiche variegate ed inquietanti, ombre sagomate sui classici dell’espressionismo. Bianchini ha trovato la formula per ridestare il cinema di genere italiano, da troppi anni in coma profondo.

Rebis 2/11/10 20:25 - 2337 commenti

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In sostanza Bianchini non fa altro che mettere in forma un monito teorico della psicologia del profondo: a sé stessi non si può fuggire. Opera attraverso i moduli narrativi e le convenzioni del cinema horror (il quadro, il sogno, il bosco, la cascina abbandonata) riportandoli però ad una purezza terrifica elementare che sconfina nell'allucinazione. L'utilizzo del sonoro è sapiente e perturbante, il finale (inatteso) coerente con l'assunto di base. L'ha detto anche Dardano Sacchetti che Bianchini è un regista da coccolare: esattamente, a cosa si stanno consacrando allora i produttori nostrani?

Lucius 7/03/13 09:46 - 3015 commenti

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Se si tralasciano le considerazioni relative alla maschera del misterioso essere (ma bisogna considerare anche i limiti del budget) si apprezzerà per intero l'inquietante cortometraggio, in primis per l'impronta stilistica con cui il regista forgia l'opera e poi per il perfetto dosaggio di tutti quegli ingredienti che, abilmente amalgamati, ne costituiscono il corpo centrale pregno di magia, mistero, onirismo. Sto sognando?

B. Legnani 3/11/13 15:19 - 5530 commenti

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In questo cortometraggio (meno di tredici minuti) già si vedono alcune delle tematiche poi affrontate da Bianchini nel lunghi: la solitudine, il bosco, l'opera figurativa... Il tutto inserito in un quadro psicologico (non manca il tema del doppio) cui contribuiscono le fattezze incavate della protagonista. Ovvi limiti di budget.

Rufus68 17/10/17 13:11 - 3842 commenti

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Al di là delle limitazioni del budget, occorre riconoscere che il prodotto è assai acerbo. Alcune meritorie suggestioni, tipiche del fantastico europeo (il rapporto fra arte e vita, fra sogno e realtà), sono sfruttate in modo pedestre (in tal caso l'ellissi o la semplice suggestione sono preferibili). Vale solo quale introduzione al mondo dell'autore e per i completisti del genere.

Faggi 16/11/17 18:43 - 1549 commenti

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Un obbrobrio è la didascalia finale: inutile e fastidiosa; inquina definitivamente l'atmosfera (se c'era). Il tessuto visivo è illustrativo; mostra troppo e l'oggetto - che avrebbe voluto essere evocativo, insinuante, sospeso tra sogno e realtà - cade e si rompe. Tecnicamente non mi è sembrato lodabile; lo si guarda con distacco, il coinvolgimento è anemico; nessun momento di suggestione; rischio di scontatezza onnipresente. I limiti di mezzi produttivi potevano essere un'arma (ma qui è spuntata).

Caesars 28/06/18 08:54 - 3790 commenti

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Mini-film con cui Bianchini si presenta al pubblico. Interessante la scelta di realizzare un'opera senza parole, dove a dominare sono solo immagini, musiche e rumori. Sicuramente limitato da un budget risicatissimo, il corto ha idee interessanti anche se, pur nella sua brevità, presenta qualche lungaggine di troppo. Niente di eccezionale, ma idee interessanti che il regista avrà modo di sviluppare nelle successive opere.
MEMORABILE: La creatura che "sorge" dall'ombra della protagonista.

Pigro 15/11/18 09:57 - 9666 commenti

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L’angoscia ha la forma di un’ombra nera che non lascia scampo a una giovane pittrice, inseguendola nei sogni. Il corto punta tutto su una partitura sonora horror che accompagna la fuga della protagonista, condita da spunti visivi che devono incutere brividi allo spettatore. A parte la flebile occasione narrativa iniziale e la morale scritta prima dei titoli di coda non c’è altro spunto narrativo o di senso: solo ricerca di un impatto emozionale (raramente a segno). Che però è un po’ troppo poco per suscitare vero interesse e vera adesione.

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  • Curiosità Homesick • 13/03/10 09:23
    Scrivano - 1363 interventi
    Protagonista del corto di Bianchini è sua cugina Annalisa Gaudio, pittrice di professione.