Thriller di spionaggio che inizia con una caccia all'uomo e finisce con numerosi capovolgimenti e colpi di scena. Ogni tanto il ritmo rallenta ma si tratta comunque di un buon film, sorretto dalle ottime scene d'azione (spettacolare l'inseguimento nel cantiere) e dalla splendida prova dei due protagonisti. Da vedere. Finale amaro...
Spionaggio ben sorretto da un grande Lancaster ed un buon Delon. C'è un po' tutto quello che ci si può aspettare: inseguimenti (bello quello nel cantiere), spie, doppigiochi, colpi di scena. Non si mette in risalto per niente di particolare, ma il prodotto è solido e ben fatto.
Spy-story con venature thriller tipica degli anni '70 in cui tra momenti dialogati si osservano validi inseguimenti, colpi di scena e altre situazioni che contraddistinguono il genere. Discreto il connubio Lancaster-Delon con l'attore americano più carismatico; ma il fascino del francese è impagabile.
Quel che si può definire un buon thriller d'azione, diretto con mano sicura da un valido regista e interpretato da una coppia di stelle di primaria grandezza, girato bene tra Parigi, Vienna e gli States. Il ritmo non è frenetico ma non vi sono pause o inutili lungaggini e si segue con interesse la spy story sino al finale noir.
Un tuffo nella guerra fredda, ma i conflitti, anche interiori, dei personaggi hanno molte cause: idee del mondo, distacco generazionale, amore. Quasi nessuno è quel che appare. Ottima interpretazione dei protagonisti in parti che sembrano scritte per loro e menzione speciale per il non protagonista Scofield. Buon ritmo, belle le ambientazioni e la fotografia, un finale che lascia l'amaro in bocca.
MEMORABILE: "Strauss e poi Strauss e ancora Strauss..."
Interessante spy story girata da Winner con un ritmo abbastanza sostenuto, cosa non troppo frequente in film del genere e soprattutto bene interpretata: duello di bravura fra il genio Lancaster e il bel tenebroso Delon, ma alla fine la palma se la prende il vecchio. In tempi di guerra fredda tutto genera sospetto e vedere una spia americana che per scampare chiede aiuto a un collega sovietico aggiunge al film un sapore speciale. Prova encomiabile di Scofield. Sicuramente più avvincente di Azione esecutiva.
Non siamo ancora all'esplicita denuncia de I tre giorni del condor, ma già questo thriller spionistico diretto da Winner offre una visione del mestiere di agente segreto finalmente priva di quell'alone eroico e romantico (e anche un pò fumettistico) cui ci avevano abituato i vari 007. Al promettente avvio segue una parte centrale troppo statica e verbosa, riscattata da una notevole mezz'ora conclusiva. Ottima prova del cast, con l'insolita coppia Lancaster/Delon che trova un'insospettabile alchimia.
MEMORABILE: L'inseguimento nel cantiere; Il finale, tristemente amaro e realistico.
Spionaggio lontano anni luce dalla pop-art dei vari James Bond ed epigoni. Ben girato, ben interpretato da Lancaster e Delon (credibili nelle rispettive parti). Intrattenimento (ottime sequenze d'azione) e snodi riflessivi (certi dialoghi, certi comportamenti) in un colpo solo. Vicenda nera, malinconica e infine amara, condotta nel clima rovente e ambiguo della Guerra Fredda; nessuna risposta, solo dubbi ed ecatombe. Colpo di scena finale beffardo oltre che tragico.
Lodevole il tentativo di smitizzare l'aura leggendaria alla James Bond descrivendo un ambiente spionistico ormai devoto alla tecnica e completamente spersonalizzato. Il vecchio ordine, simboleggiato da Lancaster, viene aureolato con una bella dose di crepuscolare romanticismo: a fallire è il tratteggio dei personaggi, troppo risaputo e senza grandi sorprese (soprattutto nelle caratterizzazioni a latere). I divi protagonisti, a parte l'indiscusso carisma, si limitano al basso cabotaggio.
Un anziano agente della CIA fa da mentore ad un giovane collega destinato a sostituirlo nei lavori più sporchi. Fra i due uomini tanto diversi nasce un'amicizia ma quando il primo viene sospettato di essere in combutta con un collega d'oltrecortina... Giallo spionistico ricco di intrighi e cambi di fronte, penalizzato da un ritmo altalenante e da una caratterizzazione sommaria dei personaggi ma salvato dalla professionalità dei due divi che mettono sul piano della bilancio classe, carisma e fascino virile. Bello il finale amaro, anche se appesantito da un eccesso didascalico.
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