Libera trasposizione del capolavoro della letteratura tedesca, non del tutto riuscita dal punto di vista della scrittura per l'eccessivo romanticismo che aureola l'angelico Philipe, anche se è molto bella l'invenzione dello scambio di corpi fra il bel giovane tentatore ed il vecchio professore. A rendere memorabile il film è soprattutto la grandiosa interpretazione di Simon, diavolo di seconda categoria, ora servile ora ironico e dispettoso, cui spetta un'uscita di scena di grande potenza.
MEMORABILE: "L'inferno è meno crudele degli uomini"
Nel Faust di René Clair Mefistofele prende il corpo del vecchio dottore e dona a quest'ultimo il corpo di un giovane. Mefistofele tramite inganni e sotterfugi di vario genere si fa aiutare nell'opera alchemica di produrre oro, ma punta in realtà alla guerra nucleare! Il film si rivela un'elegante critica alla scienza, infarcita di significati esoterici (l'opera alchemica, l'oro che muta in sabbia) e vive del diabolico personaggio Faust-Mefisto, dei suoi giochi e della sua malefica genialità.
Buona trasposizione del capolavoro di Goethe, seppur ne differisca in molti tratti. Michel Simon è ottimo nel ruolo di Faust/Mefistofele, con quel suo viso che ispira solo simpatia. La regia di René Clair è buona (e d'altra parte il regista nel genere è uno dei migliori).
Complessa rilettura del Faust nonché una delle più originali: qui il patto genera un vero e proprio "ultracorpo" (Mefistofele, che è Faust da giovane, diventa il vecchio Faust e il vecchio Faust, ringiovanendo, diventa Mefistofele), uno sdoppiamento che è perfetta unità identitaria. In un'architettura narrativa labirintica e articolata, trovano posto istanze esoteriche (l'oro alchemico), sociali (la viralità del denaro, il parossismo della scienza) ed esistenziali (l'etica kiekegaardiana). Sfarzoso, sofisticato, ammantato da un certo algore intellettuale, rimane una piacevolissima visione.
Libera ed efficace variazione sulla leggenda del dottor Faust e del suo fatidico patto con Mefistofele, il diavolo, ovvero colui che per definizione "divide". Regia raffinata, belle sequenze in chiave metaforica (specchi, sdoppiamenti, figurazioni del possibile, evocazioni del desiderio); tutto svolto in un'aura romantica con qualche strizzata d'occhio al (tardo) surrealismo.
Il mito dell'eterna giovinezza del Faust goethiano qui in un intreccio originale, dove la morale è che vendere l'anima al diavolo comporta grosse responsabilità. Purtroppo i sessanta e più anni passati si fanno sentire (perfino nel doppiaggio) e il racconto scorre fra sbadigli e la voglia che il tutto termini presto. Finale con quadratura del cerchio.
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Di questo film esiste un'edizione italiana in DVD, distribuita daDNA Srl: LA BEAUTE’ DU DIABLE (La bellezza del diavolo, 1950) - New Widescreen Edition + FAUST di Murnau (1926)(2 Film su un unico Dvd). Lingue: Italiano, Francese Sottotitoli: Italiano (forced) Rapporto schermo: QUESTO DVD CONTIENE IL FILM “LA BELLEZZA DEL DIAVOLO”, SIA IN UNA NUOVA EDIZIONE ANAMORFICA 1.78:1 (APPOSITAMENTE ADATTATA PER TELEVISORI 16:9), CHE NELLA VERSIONE CLASSICA IN 1.33:1 (PILLARBOX) Extra: Film muto: FAUST (1926) di F. W. Murnau, con cartelli sottotitolati in Italiano. Il film è stato rieditato con il contributo dello studioso di storia del cinema Riccardo Cusin. Questa versione è disponibile anche in streaming su alcune piattaforme.