Buon film, anche se poteva esser studiato in maniera diversa. Effetti grafici ottimi, colori a dismisura e variegati. Una storia mistica strappalacrime, piuttosto veloce. Sono rimasto soddisfatto anche per il cast. Resto un po' deluso per la conclusione, ma dopotutto può anche starci dato che il film è ispirato a un romanzo e il tutto è girato degnamente da un ottimo Jackson.
Cimentandosi nella difficile trasposizione del romanzo di Alice Sebold, Jackson ha l'occasione di tornare nella Terra di mezzo in compagnia di Susie, tenera adolescente vittima di un maniaco sessuale. Ma mentre risulta convincente il lato terreno della vicenda (anche per la buona prova del cast), è proprio questa parte "celestiale", pur piena di immagini di stupefacente bellezza, ad indebolire la storia, annacquando le sensazioni di angoscia e di nostalgia provate dalla protagonista in una visione new age che può risultare stucchevole.
MEMORABILE: Susie entra nella stanza in cui il suo assassino sta lavandosi in una vasca; Il naufragio delle navi imbottigliate
Jackson si cimenta con un tema tanto delicato quanto difficile da rendere in chiave onirica. Si sbilancia verso pennellate alla Gilliam che, però, non ottengono il desiderato. Così siamo in un limbo fra dramma e fuga dall'orrore attraverso un mondo perfetto dai colori sfavillanti. In tutto questo finisco per reputare mal utilizzata e quindi inutile la Sarandon, o vedere i due protagonisti maschili e nel bene e nel male senza spessore. Mi chiedo: che cosa lascia questa pellicola? A me un non so che di patetico e furbetto. Deludente.
MEMORABILE: I colori sono senz'altro la parte più interessante della pellicola.
Sotto le mentite spoglie d'ingrigito dirimpettaio si nascondo le (sorprendendemente) terrifiche fattezze di Stanley Tucci (ma cosa gli hanno messo in bocca, una manciata di cotone idrofilo?), Killer seriale che incomincia a farsi di marcescenti fantasie sulle solarità della Ronan, una sorta d'Alice nel giardino delle meraviglie di Tarsem Singh. L'ormai smilzo Jackson accantona gli hobbit-strafumati e gli ectoplasmi birboni per rigirare di sospensioni nel tempo. Film esuberante, con un cast pregnante, ma indeciso. Thriller zodiacale che segua la revenge di pà Walhberg o melensa ghost-(love)-story?
Da un best-seller di Alice Sebold, Jackson firma un'opera immaginifica e bellissima, che racconta in maniera splendida la personalità gioiosa e i turbamenti adolescenziali della giovane protagonista e poi il legame che unisce la ragazza morta ai suoi affetti sulla Terra. Un racconto commovente ed affascinante nel favoloso immaginario da rock progressive anni 70 nel quale l'anima della ragazza finisce per trovarsi. Tra gli attori ho preferito la sottile Rachel Weisz e una carismatica Susan Sarandon al celebratissimo Stanley Tucci.
MEMORABILE: Quando partono le note della emozionante versione di Song to the Siren di Tim Buckley realizzata dai This Mortal Coil.
Pellicola sbilanciata, dal ritmo riflessivo condito con alcune immagini di assoluta bellezza e una colonna sonora notevole, tra Eno ed i 70s, ma icapace di appassionare lo spettatore perché senza una storia solida che possa reggere le due ore di visione o mitigare le devire autolesioniste di Jackson, che piazza un paio di momenti assolutamente inadeguati tra uno stereotipo e l'altro. Il personaggio di Tucci, seppure ben interpretato, ricorda da vicino Il patrigno, la protagonista vaga in un mondo troppo simile a quello di Al di là dei sogni.
MEMORABILE: Nonna Sarandon sale in cattedra dopo la tragedia.
Visivamente interessante, con qualche pennellata poetica. Ma è proprio in questa sorta di limbo, dove la protagonista vaga, che però si tende a storcere un po' il naso, per un approccio troppo fanciullesco, che se da una parte è giustificato dal fatto che si parla di una ragazzina, dall'altra lascia perplessi e trasforma il tutto in una favola, con ricadute nell'incubo. C'è però da dire che la parte reale, dove Jackson non può dare sfogo alla fantasia, finisce per essere banale, venendo però salvata dallo psicopatico, mentre la nonna (Sarandon) è una macchietta. Convincente la giovane defunta.
MEMORABILE: La ragazzina vede il fango, i vestiti sporchi, il suo assassino nella vasca da bagno e capisce; Il lungo trascinamento della cassaforte alla discarica
Dopo Sospesi nel tempo, commedia del 1996, Peter Jackson torna a raccontare il mondo dei vivi attraverso il mondo dei morti. Insieme al Sam Raimi di The gift, Jackson dovrebbe essere, a pensarci, il regista piu dotato e meno scontato per raccontare questo contatto e per rendere ciascuno dei due mondi reali. Eppure, ad un certo punto, diventa difficile credere a questo mondo sospeso. Tanto sembra già visto. Ma, nel racconto del mondo reale, c'è sempre il tocco del maestro. Da vedere.
MEMORABILE: La sorella della protagonista si introduce di nascosto nella casa del suo vicino in cerca di indizi sulla sorella. Sequenza magistrale.
Un'adolescente viene strappata alla vita da un assassino seriale e si ritrova in un limbo indefinito da dove osserva la sua famiglia. Il film di Peter Jackson è tratto da un originale romanzo di Alice Sebold e si rivela opera piuttosto affascinante sia dal punto di vista visivo che da quello narrativo. La rappresentazione dell'aldilà è poetica e nello stesso tempo inquietante così come mette i brividi la descrizione del tranquillo vicino di casa (in realtà spietato omicida) affidato all'ottima interpretazione di Stanley Tucci.
Universi cinematografici eterogenei e disparati collimano in un tessuto visuale ricco e suadente, come solo Peter Jackson riesce a fare: la sua Terra di Mezzo non è solo un altrove possibile, non è un mero contenitore d'immagini proteiformi e bellissime, ma un autentico controcanto, una decifra dei marosi interiori, un'esplicazione del corpo emozionale e psichico. Opera sull'accrescimento della consapevolezza che sazia ed estingue il vuoto bruciante della perdita e dello smarrimento, il film di Jackson vive di una regia intelligente e di un uso oculato di musica e sonoro. Esperienziale.
Jackson sbanda di nuovo e ne esce un prodotto ambizioso con un cast in parte sbagliato. Wahlberg al solito è pessimo ed è difficile capire come possa ancora essere scelto come protagonista, Rachel Weisz si trova alle prese con un personaggio con meno sfumature rispetto al romanzo per colpa di una sceneggiatura impacciata e poco incisiva. Straordinari Ronan e Tucci. Visivamente regala qualche spunto ma rimane soffocato dallo smoderato uso di computer grafica che nelle mani di Jackson è uno strumento a doppio taglio. Flop clamoroso al botteghino.
Jackson sa girare molto bene ma, come in King Kong con la scena del balletto sui ghiacci, ha un concetto del sentimentale che si avvicina troppo ad uno spot pubblicitario della Coca Cola. In questo caso poi l'aldilà diventa una baraonda di visioni da bubblegum trip ed è troppo facile nascondersi dietro agli occhi di una tredicenne quando la confusione l'ha in testa il regista.
Tra terreno e ultraterreno, tra reale e fantastico, tra orrore e poesia. Queste le strade seguite dall'ultimo film di Jackson che se a tratti riesce ad affascinare ed avvincere lo spettatore, sconta molte debolezze nella parte fantasy (spesso troppo
puerile) cui concede uno spazio eccessivo spezzando così una tensione narrativa che in alcuni punti raggiunge buoni livelli. Grande prova di Stanley Tucci e della Ronan. Del tutto fuori posto il personaggio della Sarandon. Ridicolo, a mio avviso, il finale che "chiude i conti".
Nel terreno minato di certi argomenti molto delicati, ovvero dell'ultraterreno e delle implicazioni derivanti, un film poetico, incantato, delicato che certamente divide pubblico e critica. Io ho trovato semplice, lineare e convincente quest'opera; ciò che mi è particolarmente piaciuto è la capacità del Maestro (Jackson) di imprimere il suo tocco personale senza esagerare in preziosismi di maniera molto in voga di questi tempi. La storia coinvolge, intristisce e consola allo stesso tempo. Amabili resti per me, merita di essere visto.
MEMORABILE: Le navi in bottiglia si disperdono nel mare dell'infelicità.
La scommessa di coniugare thriller e fantasy è di quelle toste e dubito sia stata vinta. Ma il coraggio e la capacità di Jackson meritano comunque una visione. Non solo per due bei caratteri (la solare e convincente Ronan e lo "squallido burocrate della morte" Tucci) e un cast ben assortito. Ma anche per qualche passaggio da brivido e un atmosfera di fondo ben concepita, nonostante quell'aldilà così sfavillante stoni nell'economia del film.
Mamma mia che brutto scivolone per il buon Peter Jackson. Il film è un pessimo tentativo di mescolare thriller, fantastico e aberranti spruzzate pseudo-new age. La parte più prettamente thriller non è nemmeno malissimo, piuttosto asciutta, anche se non ci si entusiasma quasi mai, forse per via di personaggi poco approfonditi. La parte "ultraterrena" riesce - udite udite! - a toccare persino le obbrobriose vette di quella latrina di film che fu L'albero della vita di Aronofsky. Stucchevole, a voler essere generosi.
Jackson torna a quei toni poetici e struggenti che furono propri di Heavenly creatures, comprese le suggestive scenografie ultraterrene, però sceglie anche di cimentarsi con una ghost-story, filone che non mi fu mai gradito. Comunque, pensavo, il genio lo tirerà fuori. Invece no: il talento del regista si vede solo a sprazzi, in una sceneggiatura troppo televisiva e troppo lunga. Belli visivamente e commoventi alcuni passaggi, ma per uno come Jackson siamo al minimo storico. Speriamo sia solo una pausa di riflessione.
Il ritorno di Peter Jackson non esalta la platea nonstante le buone premesse con cui questo thriller si presenta. Peccato per le involuzioni molto new age che sviano una buona trama e momenti (nel finale soprattutto) trascinati fino all'esasperazione. Stanley Tucci è azzaccato nel ruolo del pedofilo maniacale. Insomma, buoni ingredienti mescolati alquanto male. Peccato!
Nonostante questo film mi sia piaciuto, continuo a pensare che il Peter Jackson che mi convince di più è quello di Splatters, Fuori di testa e Sospesi nel tempo. Qui si dà troppa importanza agli effetti visivi e forse meno alla drammaticità della storia. Attori tutti in parte.
Sicuramente da Peter Jackson non ci si aspettava proprio un film del genere: strappalacrime, talmente drammatico da far cadere le braccia; c'è comunque buona creatività e fantasia e la storia stessa interessante. Il cast è convincente, ma alla metà del film si fa troppo prendere dalla lentezza.
Dopo il deludente King Kong, Peter Jackson ritorna a lasciare spazio alla sua creatività. Nella parte ultraterrena Amabili resti è un film con immagini di grande bellezza e molto emozionanti che catturano. La parte terrena è più ordinaria ma comunque valida. Come in Creature del cielo il regista neozelandese dimostra di essere molto a suo agio nel raccontare l'universo femminile. Molto brava e la piccola e sfortunata protagonista.
Il film è buono, non si può negare, però onestamente si poteva fare molto ma molto meglio. La bimba in versione fantasma e nel limbo tra vita terrena e aldilà annoia ben presto lo spettatore, non certo abituato a questo mix tra realtà e fantasia. Il film si regge unicamente sull'ottima prima mezzora, su uno Stanley Tucci eccellente e su un Mark Wahlberg bravo come sempre anche se è investito di un ruolo dalla "vorrei ma non ce la faccio". Finale bruttarello e incompiuto.
Ho visto il film attratto da Jackson e Wahlberg e alla fine l'unico vincitore è il solito grande antipatico Tucci. Un limbo che ricorda tanto quello di Al di là dei sogni, con l'aggiunta della musica di "Now We Are Free" tratta direttamente da Il gladiatore. Insomma, poca originalità.
Il racconto diretto di una ragazzina vittima di un vicino di casa. La pellicola tutto sommato non è male, sinceramente mi aspettavo qualcosa in più. Ritengo che si è un po' troppo "forzato la mano" per rendere la storia il più commovente possibile: non ve ne era bisogno perché già di per sé codeste sono storie toccanti.
Una fanciulla viene orrendamente massacrata da un vicino ma avrà la possibilità di vivere in uno pseudo limbo dove poter interagire con la sua amata famiglia. Tendenzialmente fiabesco e pieno di speranza, belle le scene nel mondo fantastico. Il film suscita un interessante coinvolgimento emotivo, al quale si aggiunge un giusto finale.
La storia si sviluppa su due livelli, diseguali: quello terreno in cui agiscono il serial killer di ragazzine e la famiglia di una vittima, e quello ultraterreno dove quest'ultima rimane sospesa in attesa del paradiso. Tanto il primo livello è angosciante ed emozionante quanto il secondo è pomposamente barocco con effetti speciali che dipingono un limbo new age. Se il dramma funziona, anche grazie ad attori di spessore (Tucci su tutti), il fantasy è infantile e stucchevole, col risultato di una narrazione slabbrata e superficiale. Deludente.
Coraggioso ma non riuscito tentativo di film "adulto" di Peter Jackson, reduce da kolossal gigioni, saghe onanistiche e i più o meno innocui splatteroni delle origini. La parte "realistica" della trasposizione del romanzo della Sebold è molto più riuscita di quella ultraterrena tanto da far presumere che lo stesso regista non ci credesse troppo. Certo è che non trova la chiave giusta per la rappresentazione dell'Aldila e il film, sfasato, ne risente. Comunque il serial killer di Stanley Tucci (e sì che il cinema ne è zeppo) non si dimentica.
MEMORABILE: La tensione crescente della lunga scena dell'adescamento e omicidio della ragazzina: si ferma davanti all'indicibile.
Ho come l'impressione che il film sia stato girato al contrario. Mi spiego meglio: se fosse partito dalla fine e, a ritroso come in un rewind, la sceneggiatura avesse snocciolato la storia (alla 21 grammi per intenderci), forse sarebbe stato molto più vincente. Così l'ho trovata un po' banalotta con un divario davvero troppo pesante tra il limbo dove vive "l'anima" della ragazzina ed il grigiore del mondo quotidiano fatto anche di serial killer truci alla Tucci. Bellissimi gli ultimi minuti e i suoi dialoghi.
Si cita Otello, forse sarebbe stato più adatto Amleto. Meglio soffrire qui o dormire, forse sognare, in un paradiso pop affollato di giovani vittime di un brutale e anonimo serial killer? La morale del film non è chiara, ma la parte terrena è coinvolgente e ben girata, con i bravissimi Wahlberg e Reisz e la nonna terribile Sarandon. Ma le due ragazzine sono eccezionali, così come l'orrendo Tucci. Tanto è ricca e profonda la descrizione della famiglia, tanto è ingenua quella di un aldilà consolatorio. Ma si vede che ho voglia di consolazione. ***
Senza ombra di dubbio il miglior film diretto da Peter Jackson, quello in cui più hanno la possibilità di palesarsi il suo talento visionario e la sua capacità di tradurre in un poetico lirismo tardo-romantico problematiche sociali complesse e difficili. Raccontare l'irraccontabile: un'impresa ardua, quasi impossibile, che il regista neozelandese è riuscito a portare a termine con una commistione di suggestioni, realismo e fantasia veramente ammirevole. Bravissimi Tucci e la Ronan; sottotono Wahlberg, la Weisz e la Sarandon.
MEMORABILE: Il trascinamento della cassaforte con gli "amabili resti" nella fossa-discarica: struggente lirismo.
Per l'astutissimo Jackson si tratta di una reincursione chimerica e dolceamara nella tragicità sognante delle sue amate Creature del cielo, in quella remota terra di mezzo fluttuante tra cronaca nera orrorifica ed irrealtà variopinta e immaginosa. Basandosi sull'omonimo romanzo di Alice Sebold, l'autore neozelandese ne ricava un coloratissimo e raggiante fanta-thriller ultraterreno, che tinge le lacrimevoli tribolazioni post-mortem della gracile e ingenua Saoirse con le tonalità neo-spirituali di un limbo pop e misticheggiante. Stanley Tucci è un killer pedofilo di spaventosa ordinarietà.
MEMORABILE: Le foglie della grande quercia che si staccano dai rami trasformandosi in uno stormo di minuscoli fringuelli in picchiata.
Questo pugno nello stomaco da Jackson proprio non me lo aspettavo. Un film davvero duro da digerire, spaventosamente realistico, angosciante ma infine bellissimo. Un vero salto di qualità per il regista, che dimostra grande disinvoltura nello spaziare tra i generi, ma soprattutto una straordinaria abilità nel suscitare nello spettatore tutta la gamma di emozioni possibili (rabbia, dolore, angoscia, paura...) in un unico film. Appropriato il cast, in particolare Tucci che in certe scene gela letteralmente il sangue. Grande cinema.
MEMORABILE: L'adescamento della povera Susie; Lindsey nella casa del "mostro"; Il bacio shakespeariano nel finale.
Da un’idea minima – ragazzina violentata e uccisa da un pedofilo e la conseguente elaborazione del lutto – si sviluppa un’opera dall’approccio mutevole: un thriller-fantasy dal continuo cangiare tra commedia (la disastrosa attività domestica di nonna Sarandon), impennate di tensione e violenza (ogni comparsa dell’inquietante Tucci; il pestaggio di Wahlberg), sdolcinatezze adolescenziali, tediosi artifici kitsch e pregevoli fughe onirico-pittoriche talora di gusto preraffaelita. Nel limbo la Ronan vive e osserva tutto con angelico sguardo. Nella colonna sonora anche Eno e This Mortal Coil.
MEMORABILE: Tucci si libera dell’unico indizio gettandolo nel lago: contemporaneamente l’anima in pena Ronan affonda nelle acque limbali.
Un'occasione incredibilmente sprecata. Nella prima parte la narrazione è fluida e la dicotomia fantastico/reale è in più punti suggestiva, grazie anche a una bella fotografia, ma col passare dei minuti affiorano incongruenze e banalità. Il disegno dei personaggi resta superficiale e molte sono le scene di cui si poteva fare tranquillamente a meno, soprattutto nella seconda parte. Forse bisognava essere meno fedeli al racconto. La sensazione è che se ne avessero fatto un cortometraggio sarebbe stato molto probabilmente un capolavoro. Peccato.
La parte terrena è un buon thriller, quella fantasy è suggestiva anche se stucchevole nella sua magniloquenza new age, ma insieme proprio non funzionano. L'omicidio della giovane Susie è troppo brutale per non essere affrontato in modo realistico, l'aldilà troppo ingenuo, la tensione narrativa troppo frammentata, il dramma famigliare troppo plastico. Resta comunque il buon lavoro del cast, dalla giovane Ronan all'inquietante Tucci; ma il film è artificioso, irrisolto e, come la sua giovane e sfortunata protagonista, sospeso in un limbo incerto.
MEMORABILE: La sorella della protagonista entra nella casa del maniaco in cerca di prove.
Un Ghost pedofilo o un Sesto senso alla rovescia, in cui una tredicenne vittima di un serial killer assiste, da fantasma, alle indagini sulla sua morte e alla progressiva elaborazione del suo lutto da parte di familiari e amici (nonché di sé stessa). Scommessa interessante ma non vinta, perché la parte thriller è tanto avvincente quanto è stucchevole quella riflessiva-sentimentale; pur impeccabile nella sua confezione di lusso la grafica da videogame mostra una visione infantile della poetica onirica: era meglio farne un cartone animato.
Sulla scia del famoso Ghost; gli stati intermedi tra vita e morte sono diventati abbastanza scontati. Qui si cerca di innovare - con una tecnica di colorazione a mo' di Gardaland - questa fase ultraterrena, ma la Capotondi a stelle e strisce (impressionante la somiglianza con l'attrice italiana) sviluppa suo malgrado questa interpretazione come Alice nel paese delle meraviglie. Trama un po' povera con l'interpretazione dell'orco che rimane una spanna sopra gli altri. Così così.
Meraviglioso. La storia - appassionante - è un miscuglio fantasioso e riuscitissimo di drammatico, thriller e fantasy con goduriose derive new age che proiettano lo spettatore in un vortice di emozioni visive e sentimentali. Jackson dirige alla perfezione, con un gusto per l'immagine notevole evidente soprattutto nelle scene ambientate nella terra di mezzo. Cast ben assortito con un Tucci spregevolissimo nel migliore ruolo della carriera. Un filmone sorprendente, di quelli che vedi una volta all'anno (se va bene), che ti lasciano una sensazione piacevolissima di piena soddisfazione.
Non ho letto il libro di Alice Sebold. Non ho la sensibilità e la competenza per stabilire se quella di Peter Jackson sia una partecipe interpretazione del millenario interrogativo sul senso della vita e della morte oppure una cinica operazione di marketing sull'empatia dello spettatore. Ciò che posso dire è che questo film mi ha emozionato, commosso, fatto pensare. Cosa che, in questi anni, non succede spesso. Nel volto della splendida Ronan ho visto nomi fin troppo noti alla nostrana cronaca nera di questi anni. E mi sono commosso.
L'angelica bellezza della Ronan gioca un ruolo primario in questo film sospeso tra terra, sottoterra e un cielo difficile da raggiungere senza prima aver "sistemato" alcune cose. La brava, oltre che bella, Saoirse si trova a dover combattere sia prima che dopo, un dopo rappresentato da un limbo tanto bello a vedersi quanto infido a percorrersi. Sulla terra purtroppo non c'è niente di nuovo, con un serial killer che la polizia poteva individuare in mezza giornata, senza aspettare l'ultimo rullino, tanto evidenti sono le sue caratteristiche.
Il film sarebbe stato un gioiello con qualche sforbiciata di sequenze come il passaggio "nella terra di mezzo", in ogni caso rimane un buon film che mostra senza uso di splatter le azioni dell'insospettabile mostro (impressionanti le analogie con casi di cronaca noti in Italia e all'estero) e l'elaborazione del lutto familiare che deve letteralmente riempire un vuoto; azzeccata la protagonista e inquietante Stanley Tucci, una sorta di Massimo Lopez che non fa ridere proprio per niente. Sarandon in un piccolo ruolo quasi comico.
MEMORABILE: La gestione familiare della nonna; L'adescamento da parte dell'assassino, semplice ma tristemente noto secondo i criminologi.
Un'adolescente viene barbaramente uccisa da un maniaco seriale. Si ritrova in un limbo a metà strada tra il Paradiso e la vita terrena, mentre la sua famiglia cercherà di elaborare il lutto. Tratto dal romanzo omonimo di Alice Sebold, è un film sospeso tra il thriller e il fantastico ma che rimane confusionario e noioso. Tucci, irriconoscibile, è al solito bravo. Gli altri sono nella media (sprecata la Sarandon). Ottima la fotografia ultraterrena.
Si sfalda proprio nel momento topico, sull'intuizione che innesca il meccanismo di riconoscimento del colpevole da parte del padre dell'adolescente uccisa: a dir poco inverosimile. Così, anche le concitate fasi successive (i piani confusionari e sempre più audaci architettati dai familiari per incastrare l'assassino) perdono gran parte del loro potenziale. Il fulcro è comunque altrove - come indica il grottesco contrappasso del pre-finale: è una storia sul perdono come antidoto all'assenza, viatico per l'accettazione dell'imperscrutabile.
A distanza di decenni dagli splatter e vicino ai kolossal dall'enorme successo, Jackson piazza quello che può essere senza alcun dubbio il suo miglior film. Certo, quando indugia su alcuni aspetti un po' melensi appare tutto più noioso, ma risulta ottima la resa di un film così duro affrontato con una delicatezza impressionante e senza pari, che permette di scansare qualsiasi tipo di pietismo. Il cast è diretto magistralmente ed è assolutamente funzionale alla storia; Tucci enorme.
Curioso come il miglior film di Peter Jackson sia quello meno personale, quasi del tutto sprovvisto degli elementi contraddistintivi del suo cinema. In molti hanno trattato argomenti pressoché identici, ma l’atmosfera incantata e le punte di lirismo che raggiunge lo rendono toccante e profondo dall’inizio alla fine. La Ronan è un’interprete straordinaria e parte della riuscita è dovuta a lei. Nota di merito anche per il tappeto musicale di Brian Eno, perfettamente incastrato con il resto del mosaico. Impossibile non commuoversi.
Thriller/fantasy sospeso tra terreno e ultraterreno, con un sottotesto da teen movie e un lungo viaggio onirico, visionario, surreale a tratti addirittura weird che mette a posto tutti i tasselli del puzzle. Un ispirato Jackson ci regala un film molto sentito e intenso e, malgrado qualche faciloneria narrativa che può sfociare nello smielato, ci racconta di una storia in cui la morte non necessariamente è la fine di tutto ma magari l'inizio di qualcosa. Tucci migliore in campo.
MEMORABILE: Tucci che si lava via il fango; Il montaggio in parallelo durante la scena nel rifugio; La citazione a Fulci.
Ragazzina viene uccisa da un serial killer. Vicenda delicata in cui il lato thriller interessa di meno rispetto a quello ultraterreno. Jackson dimostra inventiva anche se è sovrabbondante nel visualizzare il viaggio nell'oblio; alcune immagini sono di impatto e sanno emozionare. La scoperta del diario segreto è giocata malamente con un inno all'amore familiare. Discutibile pure il finale, che dà una compensazione piuttosto incredibile. La Sarandon è in un ruolo al limite del comico e ci si chiede cosa c'entri in questo film.
MEMORABILE: Le navi nelle bottiglie; La treccia nel diario; La memoria delle ragazze uccise.
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DiscussioneZender • 22/01/10 07:54 Capo scrivano - 47728 interventi
Dopo una buona parte iniziale ho trovato il film troppo manieristico ed infarcito di scenografie fantastiche simili alla saga che ha reso popolarissimo Peter Jackson.
DiscussioneZender • 19/03/10 11:17 Capo scrivano - 47728 interventi
Beh, l'universo di Jackson quello è, non gli si può negare di tornare a riprenderne in parte le scenografie. Il fantastico è sempre stato nelle sue corde, anche prima degli anelli.
Infatti, è una connotazione stilistica: in Creature del cielo aveva già sperimentato una fusione altrettanto ardita di dramma e fantasy... Certo, sta volta c'è andato giù pesante, specie nel finale, dove pare abbia per lo più seguito le direttive del romanzo...
DiscussioneZender • 19/03/10 15:07 Capo scrivano - 47728 interventi
infatti nella mia testa avvicino sempre questo Amabili resti (che però devo ancora vedere) a Creature del cielo, che mi aveva fatto scoprire un Jackson inedito (nel senso che quando vidi il film alla mostra di Venezia Jackson per me era ancora quello di BAD TASTE e SPLATTERS, miei grandissimi culti del tempo).
Zender ebbe a dire: infatti nella mia testa avvicino sempre questo Amabili resti (che però devo ancora vedere) a Creature del cielo, che mi aveva fatto scoprire un Jackson inedito (nel senso che quando vidi il film alla mostra di Venezia Jackson per me era ancora quello di BAD TASTE e SPLATTERS, miei grandissimi culti del tempo).
e non sbagli, il registro è proprio lo stesso di Creature del cielo... Un Jackson, devo dire, che apprezzo tanto quanto quello delle origini.
HomevideoGestarsh99 • 27/06/11 10:56 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dall'11/07/2011 per Universal:
DATI TECNICI
* Formato video 2,35:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano Francese Spagnolo Tedesco
5.1 DTS HD: Inglese
* Sottotitoli Spagnolo Tedesco Francese Olandese Italiano Inglese Inglese NU Finlandese Svedese Danese Norvegese
CuriositàZender • 1/03/13 15:28 Capo scrivano - 47728 interventi
E' curioso notare che quando nel finale alla discarica il ragazzo rovista qui sotto tra i dischi, prende in mano tra gli altri (unico a potersi riconoscere, anche se solo di sfuggita per un attimo e solo per chi naturalmente ha ben presente la copertina) il primo storico disco dei Black Sabbath. Ebbene, tutta l'ambientazione di quella scena è costruita in modo da assomigliare non poco a quella, altamente suggestiva, scelta da Ozzy e compagni per il loro primo disco. Un caso?
DiscussioneDidda23 • 17/12/14 10:52 Contatti col mondo - 5798 interventi
La scheda presenta un errore.
Il film è stato benemeritato da Brainiac il 21/1/10 ed il davinotti l'ha successivamente commentato in non so quale data.
Non è la prima volta che un film successivamente commentato dal davinotti "prenda" il posto della benemeritata dell'utente.
Guarda che puoi fare...
DiscussioneZender • 17/12/14 18:03 Capo scrivano - 47728 interventi
Corretto. Purtroppo è uno dei classici bug xaminici. Quando te ne accorgi avvisami che correggo.