Questa nuova trasposizione sullo schermo del celeberrimo romanzo di Wilde non è fedelissima all'originale, va detto subito. Il regista fa delle concessioni talvolta eccessive all'horror e al sadiano che annebbiano la sottile e ambigua ironia del romanzo. Ciò non toglie che gli attori recitino in maniera impeccabile e alquanto british. Firth, come sempre, è perfetto per ruoli del genere e anche il resto del cast svolge un ottimo lavoro.
MEMORABILE: Molti cinici aforismi di Henry Wotton.
Nulla di esaltante in questa "maltrattata" trasposizione cinematografica, "intonacata" da faccette da boy band e una latente influenza da twilight. Tutto sommato guardabilissimo, ma infastidente a causa della debolezza dei soggetti e delle ambientazioni talvolta scontate e un po' plastificate. Comunque sia dell'intensità del grande maestro Wilde non rimane proprio nulla, se non un forte influsso dandistico d'immagine che Oscar avrebbe molto gradito senz'altro.
Scialba versione del capolavoro di Wilde con una Londra computerizzata e personaggi stereotipati che non conservano un minimo dello spirito conferitogli dal grande maestro. Lord Henry, che nel romanzo (e anche nel film del '45) risulta essere il personaggio più interessante, qui perde tutto il suo significato. Non male la fotografia, ma non basta a salvare un film girato in maniera sbrigativa e confusionaria. Il personaggio di Dorian risulta piuttosto una copia sbiadita dello spietato Sweeney Todd.
Non basta citare Wilde a tutto spiano per restituirci appieno in celluloide il suo capolavoro. La solito operazione furbastra messa in piedi dai produttori ad appannaggio del pubblico giovanile. Dorian Gray viene trasformato in "stallone" godereccio che non si lascia scappare niente e nessuno. La raffinatezza e la profondità dell’opera letteraria vengono così disintegrate. La regia è quanto di peggio ci si possa aspettare da una pellicola del genere. Stile leccato e di cattivo gusto. Meglio la versione di Dallamano. Lasciate perdere.
Di Wilde qui c'è poco. Le atmosfere dandy vengono un po' messe da parte e la caratterizzazione dei personaggi, così come a volte l'interazione fra loro, è ridotta all'essenziale. La lettura del libro preventiva in questo senso aiuta a capirci un po' di più in alcuni punti. Sommaria la cronologia nella sequenza con Sibyl (sembrano passare a stento due giorni, in realtà è molto più tempo ma il girato lascia intendere diversamente). Senza contare i buchi qui e là, il film è abbastanza piacevole alla visione, anche se non eccelso.
Una trasposizione cinematografica del capolavoro di Oscar Wilde della quale non si sentiva francamente il bisogno. Appena discreto nella caratterizzazione ambientale, il film è penalizzato dalla scelta assai sbagliata dell'attore protagonista, troppo concentrato sull'estetica del personaggio ed incapace di coglierne i tormenti interiori. Anche gli altri attori sono evidentemente spaesati. Sbagliato il ricorso alla computer grafica per l'"animazione" del quadro che viene reso inutilmente spettacolare. Mediocre.
Innocua trasposizione moderna del romanzo di Wilde, a malapena adatto al pubblico emo/goth punk (moderno, chiaramente) a cui avrebbe voluto rivolgersi. Penalizzate da un attore protagonista davvero inespressivo, le vicende orrorifiche di Gray vengono dipinte in una Londra che a volte ricorda non poco quella del fallato (ma superiore) From Hell. Non è definibile neanche come una pellicola inguardabile, è solo inutile, poco incisiva e neanche divertente. Tutto sommato poteva andar peggio, e questo è l'unico pensiero positivo.
Pessima trasposizione del classico di Wilde, che trova nella patinatura l'unico senso estetico. Personaggi molto vendibili nei nostri tempi che non hanno nulla oltre la pelle che indossano; un vero peccato, viste le potenzialità del soggetto. Unica nota di valore l'interpretazione sardonica di Colin Firth.
Film tremendamente lento, noioso e inconcludente. Neppure per un attimo Barnes riesce a dare corpo al personaggio maledetto del giovane Gray. Così come tutta la pellicola: non sfiora nemmeno per un attimo l'essenza del romanzo di Wilde. Senza contare che anche regia e cast latitano spaventosamente. Rimane solo il tratteggio patinato di un uomo perverso come se ne trovano a decine nella cinematografia. Come ha detto qualcuno risulta apprezzabile solo l'interpretazione di Colin Firth. Davvero pochissimo per un film così ambizioso.
Mi sono sforzato di vederlo senza pregiudizi; purtroppo dopo solo 10 minuti avrei voluto fracassare il televisore. Non basta citare qualche volta Wilde per salvare il film. L'ho trovato noioso e superfluo. Sceneggiato malissimo, il tormento interiore è quasi del tutto assente. In qualche punto scade nel ridicolo. Se potete farlo, evitatelo e guardate altro. Inconsistente in tutto e per tutto. Se proprio devo salvare qualcosa o qualcuno, credo non sia così male l'interpretazione di Colin Firth.
Il film può essere diviso in due parti, una prima noiosa ed eccessivamente attenta a mostrare nudità e perversioni del nostro protagonista e una seconda decisamente più viva e attenta al romanzo. Certo di cose aggiunte e inventate ce n'è, ma nel complesso è un'opera che si può gustare senza però avere troppe pretese al riguardo. Sufficiente e nulla di più.
Fiammeggiante e intensa opera dal grande fascino, non mi aspettavo un film così denso da un regista come Oliver Parker. Una Londra bella sudicia come non si vedeva dai tempi di From hell, un bordello che sembra uscito da un film di Ken Russell, momenti genuinamente splatter, baccanali visionari e quadri marciscenti. Toccante il suicidio di Sybil (che Dorian rivedrà nel suo vagabondare nello squallido cimitero). Finale puramente horror. Straordinaria la fotografia dell'immenso Roger Pratt. Delizioso patchwork di amore, sesso, morte e dannazione.
MEMORABILE: Dorian, ad una festa, si porta a letto una ragazza e poi anche la madre di questa; lo splatteroso omicidio di Basil.
Nonostante adori il libro ho trovato questo film piuttosto noiosetto. Si cerca troppo di adattarlo al pubblico moderno evitando di scendere in profondità. Il lato psicologico di Dorian Gray è appena sfiorato, tant'è che alla fine sembra più che altro la storia di un maniaco sessuale. Mediocre. **
Non basta qualche citazione di Wilde messa lì tra orge al bordello, accoppiamenti promiscui e deflorazioni di giovani debuttanti. Il novello Dorian si perde in questa libido e nel suo stesso narcisismo senza avere la profondità e l'anima di quello Wildiano, si salva da questa pressapochezza strutturale solo in qualche dialogo con il "maestro di vita" Colin Firth, decisamente l'unico vero attore in scena. Effetti speciali usati in malo modo solo per disgustare; meglio la scenografia dark ed i costumi. Piacevole sarà per chi non ha letto Wilde.
Attore privo di carisma e secondo me non adatto ad impersonare il Dorian di Wilde, film debole, troppo indirizzato verso scene simil-horror, ma che alla fine non lascia nulla di migliore rispetto al libro. Manca di tutta la forza introspettiva necessaria a dare corpo ad un romanzo capolavoro come quello di Dorian Gray. Questo genere di film vengono buttati sempre sul gothic fantasy: male!
Mediocre è il commento giusto. Tratto dal famosissimo romanzo di Oscar Wilde, caposaldo del decadentismo, il film dimostra molte lacune e difetti. A partire da qualche brutto effetto speciale (l'inquadratura della casa dove abita Dorian, fin troppo computerizzata) e da un'ambiente fin troppo cupo. Per il resto la recitazione è sufficiente, ma nulla di più. Un film con poche pretese che farà storcere il naso ai lettori di Wilde.
Ci sono effetti digitali risibili, ci sono soggettive del dipinto da mani nei capelli, attori in grado forse di sostenere una fotografia (Ben Barnes) e bravi attori relegati a pronunciare epigrammi (Colin Firth), ci sono orge degne di uno scandaloso film della Disney, c'è un finale scellerato, ma c'è soprattutto una superficialità allarmante nei confronti di un testo che è tutt'altro rispetto a tale rappresentazione cinematografica.
Non ho letto il libro ma il film mi è piaciuto: nella ricostruzione d'epoca, nella fotografia e sopratutto nel dipinto per cui avviene il sortilegio (come si trasforma, con divertenti effetti speciali). Ci sono flashback che lasciano intuire i tipi di depravazioni perverse dalle quali Dorian si lascia tentare, interpretato da un attore dal volto poco incisivo nel suo divenire un dio. Ricostruzioni londinesi al computer non male, creano una giusta atmosfera.
Il film di Oliver Parker è un'offesa a chi ama la letteratura, ma anche ai cinefili. La sceneggiatura ruota tutt'intorno a un Dorian Gray che fa di tutto e di più, tagliando dal romanzo alcune scene fondamentali (come la battuta di caccia e moltissimi dialoghi con Wotton) per sostituirle con una serie di nuovi e inediti misfatti che hanno l'unico scopo di far apparire il protagonista come un "bellissimo e dannato" agli occhi di qualche spettatrice eccitata. Atmosfere gotico-giovanili degne di un Twilight. Puro trash.
MEMORABILE: Il quadro di Dorian che emette versi come una Cosa di carpenteriana memoria: grandioso, perché tutta la sala è scoppiata a ridere, anziché spaventarsi.
Un po' inutile questo Dorian Gray (neanche poi tanto bellissimo), che ripercorre le gesta scellerate di un giovane e del suo patto faustiano per procurarsi l'eterna giovinezza. La trama è arcinota e il finale anche; restano le scene sontuose e i costumi eleganti e tutto il resto si fa guardare, tanto quando dimenticare facilmente.
Altro esempio cristallino di non comprensione del testo letterario perciò trasposto in maniera caprina. Non è una rivisitazione, non è nemmeno fedele riproduzione, è mero, quindi sterile, esercizio stilistico. Levata l'essenza del romanzo resta una serie di immagini patinate che mostrano le imprese erotico/orrorifiche di un giovane alla scoperta del mondo. Sgradite e inventate, aggiunte amorose (Rebecca Hall) contribuiscono ad affossare ulteriormente il prodotto. Buoni gli scenari, impacciato Barnes, ottimo Firth. Pessima riduzione letteraria.
Per il mondo del cinema nessun romanzo è intoccabile. La trasposizione di quello di Oscar Wilde (bellissimo) è sdiscreta (immaginavo peggio). Certo il regista la butta tutto sul gotico e sull'horror, ma nell'insieme è un film abbastanza digeribile. Ottimo Firth.
Senza fare riferimento al romanzo di provenienza, il film risulterebbe non del tutto comprensibile. La sceneggiatura si basa sul fatto che l'opera letteraria sia conosciuta ai più. Errore, perché se si rivolge a chi ha letto il romanzo, allora infastidisce la superficialità con cui si descrive il personaggio; se invece è rivolto a un pubblico ignaro dello scritto (ma non per questo ignorante) ne viene fuori una commistione tra classico, horror e fantasy non del tutto riuscita, se non nelle scenografie delle due Londre. Bene Firth, male Barnes.
Ho trovato irritante anzitutto fotografia e messinscena, non già per mancanza di mezzi o mestiere, quanto a causa di un preciso sapore che, passando dai colori saturi e dai contrasti, mi restituisce il senso di una Londra finta, da teatro di posa. Su questo palcoscenico recitano un buon Firth e un Barnes che gli è all'altezza ma che non può creare profondità oltre i limiti imposti dal copione, limitandosi dunque a costruire una maturazione dello sguardo, dall'ingenuità dell'entrata in scena al terrore disperato del commiato, passando per la perdita dell'innocenza e la consapevolezza del male.
Prodotto per certi versi mediocre, dove a colori e atmosfere di una Londra bella marcia e oscura si contrappone la caratterizzazione del protagonista, trasformato in un eroe del vizio e del degrado più adatto ai tempi moderni e che ricorda fin troppo l'estetica artefatta alla Twilight. In alcuni punti troppo lento, in altri entra quasi in ambiti horror creando salti di stile e di narrazione troppo netti.
Certo non ci si può aspettare minimamente che rispetti l'anima del romanzo, ma se ci dimentichiamo di questo ci troviamo di fronte a un discreto thriller gotico con risvolti orrorifici. Commerciale come si poteva sospettare (con la mana calcata sul sesso e scenari dionisiaci), ma la fotografia è curata e si lascia seguire appassionatamente. Gli effetti speciali sono ben fatti e fanno godere i tratti più dark della storia. Gli amanti di Wilde lo troveranno un oltraggio, tutti gli altri un buon passatempo.
Inutile cercare in questo film il senso del romanzo di Oscar Wilde, trasformato in torbida traccia narrativa su cui innestare scene immolate a una spettacolarità che va dalle ricostruzioni ambientali un po’ da baraccone alle scene che strizzano l’occhio all’erotismo fino a un horror francamente incongruente. La storia regge e comunque si segue, e sicuramente alcuni spunti concettuali rimangono, nonché gli attori sembrano convinti. Ma l’impressione è che si sia cercato un pretesto per tentare (inutilmente) di costruire un blockbuster.
La scintilla non si accende mai e il film resta sospeso per tutto il tempo in un limbo fatto di noia e poco più. Non funziona proprio Dorian, interpretato in maniera non brillante da Barnes. Succede che l’aura di dannazione non riesce proprio ad amalgamarsi con l’indole del personaggio per il taglio troppo moderno che poco gli si addice. La produzione garantisce una resa soddisfacente degli interni e della Londra vittoriana, ma da sola non è sufficiente a salvarlo dall’oblio. Lascia poco e niente, facendosi dimenticare in fretta.
Terribile rielaborazione d'un capolavoro. Terribile non perché sia la rielaborazione di un mito, ma proprio perché è terribile. Una Londra artefatta fastidiosamente falsa, un Watton le cui frasi (così grandi alla lettura) qui enunciate sanno di appiccicaticcio, scene erotiche che - tolto il bordello di lusso - non funzionano perché non hanno atmosfera, variazioni dalla trama originale che non hanno logica, finale "animato" che lascia allibiti per la sua inutilità, mescolata al cattivo gusto. Speriamo che almeno un giovane sia stato spinto a leggere il romanzo, preferendolo al film.
C’era tutto il potenziale per un film straordinario. In primis il romanzo di Oscar Wilde, che solo a citarne i dialoghi basterebbe aggiungere davvero poco. Purtroppo, invece, in questo caso si è aggiunto troppo, snaturando un capolavoro. Il protagonista è bello, sì, ma non sufficientemente dannato e dunque risulta poco credibile. Le atmosfere sono patinate e fittizie a discapito di una Londra vittoriana cupa, grigia e nebbiosa del XIX secolo. Imperdonabile il finale pacchiano che utilizza una computer grafica fuori luogo. Splendida occasione mancata! Comunque interessante.
Il film parte malissimo, dilungandosi troppo a mostrare lupanari ed affini a scapito dell'approfondimento psicologico richiesto per il protagonista. D'accordo che Dorian Gray era un dissoluto, ma perché non spiegare un po' meglio come lo è diventato, invece di trasformarlo da casto fraticello a fanatico toro da monta in neanche dieci minuti? La seconda parte migliora (diventa più un giallo a tinte horror), però è del tutto apocrifa rispetto al romanzo di partenza. Un adattamento più accurato avrebbe indubbiamente portato ad un risultato migliore. Si salva la valida prova di Firth.
MEMORABILE: Dev'essere stato molto divertente per quella giovane nobildonna stare sotto al letto ascoltando sua madre fare allegramente sesso con Gray...
Parker dà una sferzata dark al romanzo, optando per una sintassi apertamente orrifica senza lesinare su sesso e violenza. Il restyle è di per sé accattivante, fosco e torbido nella sua patinata e fumettistica prosperità grafica, ben particolareggiato (l'invecchiamento dei comprimari, i segni del progresso tecnico), ma finisce per corrompere in direzione mainstream la profondità dell'opera. Cast altalenante, con un Barnes non dirompente e un distinto Firth. Rimane un adattamento divertente, che in mani meno convenzionalmente sensazionalistiche poteva ambire a fasce elevate. Godibile.
MEMORABILE: Birichinate con la debuttante e subito dopo anche con la mamma; La seduzione di Basil; Cadavere a pezzi; Il quadro che prende vita (in squallida CGI).
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" Il Dorian Gray dei nostri giorni è Mick Jagger, stella del rock, in un' epoca in cui bellezza e potere ti consentono di essere anche al di sopra della legge".
Oliver Parker dixit.
Dopo "Un marito ideale" e "L'importanza di chiamarsi Ernest", questa è la terza volta che Parker affronta gli scritti di Oscar Wilde.
HomevideoGestarsh99 • 16/12/11 15:23 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Eagle Pictures:
DATI TECNICI
* Formato video 1,85:1 Anamorfico 1080p
1,85:1 Anamorfico
* Formato audio Dolby TrueHD 5.1: Italiano Inglese
* Sottotitoli Italiano
* Extra Interviste
Dietro le quinte
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