The informant! - Film (2009)

La trama si confonde strada facendo. Il protagonista è un manager furbastro e mentitore, ma non sempre è chiaro quando mente e quando è sincero. L'inserimento (con voce fuori campo) di pensieri e ricordi solo pensati mentre sullo schermo capita tutt'altro è tecnica non nuova che qui distrae inutilmente. L'ambiente della corporation multinazionale e correlato business è quanto di più convenzionale ci si può aspettare. Forse lo scandalo ha scosso a suo tempo l'America, ma qui non ottiene lo stesso effetto.

Un Matt Damon irriconoscibile interpreta un giovane manager di una multinazionale alimentare che scopre un accordo internazionale per il controllo dei prezzi ed inizia a collaborare con l'FBI per smascherarlo. Il protagonista però nasconde qualcosa... Tratto da una storia vera, questo film di Soderbergh punta l'obiettivo sul mondo industriale-finanziario svelandone non solo le scorrettezze ma anche le follie. Complimenti al costumista per le cravatte del protagonista.

L'intreccio è intricatissimo, ed è merito del ritmo imposto da Soderbergh, intestatario di una regia corretta e svelta, se si riesce a non perdersi per strada. I maneggi delle corporations e l'assoluta amoralità dei loro uomini, vengono raccontati con molta ironia in questa storia vera piuttosto ben sceneggiata: non un film memorabile, ma un prodotto validissimo. Ottima la prova di Matt Damon.

Che pizza! A parte il look di Matt Damon vedo pochi spunti di interesse in quella che si vorrebbe una partita a scacchi giocata sul filo dell'ironia. E invece la partita non coinvolge né risulta credibile, narrata senza soluzione di continuità e con la stessa vitalità di un encefalogramma piatto. Regia adeguata, score musicale simpatico ma quando la storia non prende "gliè tutto inutile", direbbe Bartali.

Se inizio la visione di un film per poi fare le mia recensione e dare un mio giudizio, allora devo arrivare fino alla parola fine, così ho fatto per mantenere fede a questo principio anche se di questo film avrei interrotto la visione molto prima. Non è interessante la storia, anche se vera; ormai sappiamo che queste cose succedono e né la regia, né gli interpreti sono riusciti a rendere quel minimo di pathos necessario a interessare o divertire. Non basta un bravo Matt Damon, né un commento musicale e titoli retrò a sollevare la media.

Ennesimo film slavato ed "innocuo" di Soderbergh. L'occasione sarebbe ghiotta ed il piglio comico-farsesco potrebbe anche essere giusto ma alla fine il risultato è molto deludente. Ben presto, infatti, il film si impantana nei sentieri della noia a causa della sua ripetitività e della sua piattezza. Diverte poco e non appassiona quasi per niente. Resta nella memoria solo lo schizzato e sgradevole personaggio interpretato da Damon. Per il resto nessun guizzo. Trascurabile.

Molto deludente. La vicenda crea interesse nei primi minuti, ma si scoglie con l'andare del film in una brodaglia mal scritta che fa paurosamente calare l'interesse. Più che cervellotico, il canovaccio è un pasticcio che nemmeno il buon Matt Damon riesce a tenere in piedi, pur con una prova attoriale non male. Dopo l'iniziale spunto, insomma, si scade in una noia mortale, non si riesce a simpatizzare con i personaggi e non ci sono spunti visivi/di regia che (ri)destino l'attenzione. Brutto.

A metà strada tra il film di spionaggio e la commedia nera, The informant! è un prodotto originale (tratto da una storia vera) la cui credibilità è assicurata da un'ottima interpretazione di Matt Damon, che si trasforma anche fisicamente secondo la migliore tradizione del cinema americano. Per il resto, buona sceneggiatura ed efficace ambientazione per un film piuttosto piacevole.

Manager di una grossa azienda si trova coinvolto come informatore dell'FBI in una indagine antitrust complicata dal fatto che si tratta di un bischero. Conto gli aspetti positivi: Matt Damon, baffuto e panciutello, dà prova di un trasformismo insospettabile, e le sue avventure da goffo 0014 sono accompagnate da musichette frizzanti e spiritose. Quanto fa? 2 pallini. Peccato che non si possa aggiungere altro, perchè la sceneggiatura è moscia, il ritmo latita, il resto del cast anonimo, l'ironia troppo blanda per esorcizzare lo sbadiglio.

Avevo ben altre aspettative per questo film molto lodato dalla critica ufficiale. È vero che Matt Damon dà buona prova di sè in un ruolo che sembrava lontano dalle sue corde, ma il film (lungo) pretende di reggersi su una trama che poteva essere sviluppata in metà tempo. E l'ambiguità del personaggio alla fine non morde come poteva e doveva essere nelle mani di un regista più ispirato.

Il film purtroppo, anche se girato dal bravo Steven Soderbergh, non mi ha appassionato più di tanto. Però, oltre alla bella regia, c'è anche un ottimo Matt Damon che offre una bella interpretazione (specialmente se si vede senza doppiaggio). C'è troppa ripetitività.

La storia di Mark Whitecare, ovvero un mentitore nato che aggiunge bugia a bugia in un'ascesa della menzogna che lo porterà a seri guai. La trama è assurda e divertente al tempo stesso, nonché coinvolgente almeno finché si riesce a seguire l'intrico e non ci si annoi col gioco del protagonista. Soderbergh, ormai esperto, è lodevole in varie inquadrature sebbene la fotografia esageri col contrasto e faccia sembrare la pellicola stampata su carta patinata. Bravo, infine, Matt Damon. Insomma nulla di eccezionale, ma in generale un film godibile.

Nelle mani di un regista capace di garantire qualcosa in più della semplice e onesta manifattura soderberghiana, questa arzigogolata spy story venata di dark comedy si trasformerebbe in un labirinto mentalista da uscirne pazzi. Invece, pur disponendo di molti ganci funzionali per confondere le acque e lasciare col fiato sospeso, sembra sempre di scorgere nell'ombra un gigantesco freno a mano tirato, qualcosa che impedisce alla storia di svilupparsi autonomamente e conquistare tutti gli spazi necessari. L'insoddisfazione finale è profonda.