Gli ultimi anni di vita del pittore Vincent Van Gogh. Tecnicamente la sfida era altissima: catturare al cinema i colori della pittura, a partire dalle tinte materiche di Van Gogh (del quale si riproducono diverse vedute), fino ai bagliori impressionisti. Il risultato è imperfetto, ma affascinante. Il ritratto dell'artista, dilaniato dall'opulenza emozionale del mondo, tende invece al patetico e all'agiografia, per quanto lo scontro etico ed estetico con Gauguin sia piuttosto curato. Discreto il ritmo. Impressionante la somiglianza di Douglas e accettabile l'adesione al personaggio.
Il titolo anticipa già ciò che sarà. La passione regna sovrana. E non potrebbe essere diversamente, narrando la storia di Vincent Van Gogh. L'emozione è imperante. I momenti di vita vissuta coinvolgono in modo assoluto. L'impossibilità del tormentato pittore di comunicare la propria sensibilità è, come fu nella sua vita, straziante. Kirk Douglas è l'impareggiabile interprete di questo film che si può annoverare nei più bei classici degli anni '50. Memorabile e suggestivo movie che un regista come Vincente Minnelli ha saputo giostrare al meglio.
Buon film sulla vita di Vincent Van Gogh. Notevoli le interpretazioni di Kirk Douglas nel ruolo del pittore olandese e Anthony Quinn in quello di Paul Gaguin. Narra praticamente la biografia ufficiale dell'artista dai primi anni in Olanda, dai quadri bui alla scoperta dell'impressionismo a Parigi e poi alla luce del Sud, fino al tragico epilogo. Divertenti i personaggi e la ricostruzione dell'ambiente in cui viveva Van Gogh attraverso i suoi dipinti e le lettere spedite al fratello Theo.
MEMORABILE: La scena all'interno del caffè di notte.
La vita di Van Gogh dall'esperienza di evangelizzazione in Belgio fino alla tragica morte nel 1890: dodici anni di straordinaria produzione artistica, di cui i contemporanei tardarono a riconoscere il valore. Minnelli riesce a confezionare un film che informa come un documentario ma nello stesso appassiona come il dramma di un uomo inquieto,sopraffatto dagli stimoli sensoriali del mondo circostante ed incapace di stabilire rapporti durevoli con i suoi simili, a parte di fratello. Decisivo l'apporto del mimetico e tormentato Douglas, senza dimenticare il sanguigno Gauguin interpretato da Quinn.
È la storia della tormentata vita di Vincent Van Gogh, in cerca continuamente di se stesso e di uno stile che gli permettesse di portare sulla tela la sua personalissima visione del mondo. Il film si arricchisce della presenza di due grandi del cinema, con un Anthony Queen che nei panni di Gauguin risulta meritorio del premio Oscar assegnatogli. La regia di Minnelli apre squarci e approfondimenti narrativi che lo allontano decisamente dal genere biopic nudo e crudo.
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CuriositàDaniela • 8/12/16 10:51 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Il film ha ricevuto quattro nomination ai Premi Oscar 1957, vincendo il premio per il miglior attore non protagonista con Anthony Quinn.
Kirk Douglas, candidato anch'egli all'Oscar, si era già aggiudicato il Golden Globe per il miglior attore in un film drammatico.
CuriositàDaniela • 9/12/16 00:51 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Il soggetto di Lust for Life (in italiano Brama di vivere) è tratto dall'omonimo romanzo di Irving Stone, pubblicato per la prima volta nel 1934.
Il romanzo è basato in gran parte sulle lettere che Vincent van Gogh scrisse al fratello Theo, integrate da informazioni raccolte direttamente dallo stesso Irving nei luoghi dove visse il pittore.