Così com’era stato per il precedente LA SOLDATESSA ALLA VISITA MILITARE, anche questo secondo capitolo delle avventure del colonnello Fiaschetta (Renzo Montagnani) e del suo plotone di derelitti conferma l'eccezionalità del regista Nando Cicero, uno dei pochissimi che ha saputo ricavare da un genere solitamente becero e privo di vero umorismo una commedia comica a tratti esilarante. La struttura a sketch è la medesima, con un cast foltissimo di volti noti che si divide il set mettendo in scena gag di stampo barzellettistico tra le quali solo le parentesi che riguardano il rapporto tra la tenente dottoressa (Edwige Fenech,...Leggi tutto che offre pure un nudo frontale completo) e il soldato sotto esami medici Capretti (Michele Gammino) sono penalizzate da una preoccupante assenza di umorismo. Non esiste quindi un mattatore principe ma tanti caratteristi che si ritagliano tutti lo spazio per far sorridere, ognuno a modo suo. Chi ci riesce meglio è Gianfranco D'Angelo medico militare che, assistito da Nino Terzo, compie analisi di ogni sorta proponendo rimedi personali bizzarri (come col folle Jimmy il Fenomeno, cui consiglia di togliersi un occhio per curare lo strabismo). Non potevano mancare poi Alvaro Vitali e Lucio Montanaro, reclute ossessionate dal sesso e dagli scherzi contro il proprio sergente (Renzo Ozzano), mentre al bravo Lino Banfi tocca il ruolo di Don Pagnotta, prete dall'animo gentile che mantiene come può un gruppo di bambini morti di fame. Il più presente è forse Renzo Montagnani con le sue crisi di sonnambulismo e la sua insofferenza per i messaggi in codice, mentre a condire il tutto ci sono gli “esterni” Salvatore Baccaro e Tiberio Murgia (è il capostazione la cui moglie, detta “la busona” si espone seminuda alla finestra facendosi toccare da chi passa). Un buon lavoro corale.
Il Pasolini della commedia sexy, alias Nando Cicero, porta sullo schermo una comicità che potremmo definire viscerale quando non caricaturale: rappresentata da attori brutti, sporchi e squilibrati, ma risollevati (non solo nell'animo) dalla presenza di una dottoressa (finta tonta) di nome Eva Marini (la Fenech). Naturale proseguimento de La Dottoressa del distretto militare, si distingue per le presenze di Renzo Montagnani, Tiberio Murgia (il Capostazione), Nino Terzo (il balbuziente) e Michele Gammino (in seguito attivissimo doppiatore).
Terzo e ultimo film del filone Soldatesse inaugurato dallo stesso Cicero. Si avvale come sempre di eccellenti caratteristi di buon nome quali Montagnani, Terzo, Murgia e Ozzano e di una bellezza mozzafiato qual era la Fenech. La storia, i personaggi e le gag sono le stesse, immutabili, ma almeno non ci si annoia e, anzi, alla fine ci si diverte pure (e questo è quello che conta).
L'apoteosi ciceriana della sua trilogia militare. Un film rozzo, povero, sia di contenuti che di set (praticamente inesistenti), si respira per tutto il tempo un'aria di degrado a tutti i livelli. Quasi un film marcio, morboso, con personaggi sgradevoli, un'infinita galleria di freaks che trova nella Leoparda il suo climax. Oggetti scatologici assurdi (la pritera) per una comicità scatologica e malsana. Sembra quasi un annuncio di Ciprì e Maresco. "Scneggiatura" a stripes miracolosamente funzionante. Si ride, ma sono risate putrefatte. Cast ottimo. Sociologico.
Commedia superiore a La soldatessa alla visita militare e una delle migliori della premiata ditta "Fenech, Vitali & co.". Il tenente Eva Marini torna alla carica con tutta la sua sensualità pronta a farsi strizzare dal contendente di turno e a dimostrarci che una bella coppia di tette non sono un'opinione; lo splendido cast recita bene (si segnalano un Banfi "clericale" e un Dr. D'Angelo - mal sfruttato - ancor più sadico di prima) e anche Montagnani adesso funziona nel ruolo del Colonnello, a differenza di quanto accadde nel film di cui sopra.
MEMORABILE: Le strane (e belle) musiche di Umiliani; Banfi prete nel treno: "Scusete...".
Evidentemente, l'unione fa la forza, almeno in questo caso, visto che, nonostante un copione che oscilla tra la barzelletta e la gag di livello medio basso, il fatto che ci siano molti caratterirti e che ognuno spari le sue cartucce (spesso esigue), permette allo spettatore di sorridere qua e là (e per un film come questo non è poco), grazie soprattutto a D'Angelo (medico militare), cinico e pazzoide, col suo aiutante (Nino Terzo), che sembra un po' l'Igor, ma quasi afono, di Frankenstein. Anche Montagnani si sbatte, ma è meno divertente, mentre di Vitali, come di Jimmy, basta la faccia.
MEMORABILE: Il processo con la sordomuta che mima la violenza e fa segno di quanto era grosso il membro; "Ho le emorroidi". E D'Angelo: "Allora apra la bocca".
Qualità delle gag solita, tra barzellette pessime e scenette di un umorismo imbarazzante; le battute di D'Angelo medico non mi piacciono e che dire degli spari dal sedere di Vitali... C'è però da precisare che al contrario di molte altre commedie del genere ambientate in campi militari, come quella del distretto dello stesso Cicero e di altri film, l'unione di caratteristi minori (alcuni quasi anonimi) come Nino Terzo, Tiberio Murgia ma soprattutto Baccaro e Jimmy (in una comparsa più lunga del solito) regala momenti esilaranti.
Decisamente brutto, non tanto per le volgarità (siamo in piena "commedia scoreggiona"), quanto per il fatto che non fa ridere. Lo si guarda per i caratteristi e per Banfi, che riesce ad essere grande pure qui. Degli altri il migliore è Montanaro, sempre perfetto per ruoli come questo. Montagnani funziona solo nel celebre duetto con Baccaro. Simpatica la presenza ai vertici militari di Faà di Bruno e di Turilli, già alti gradi in Vogliamo i colonnelli: altro livello...
Ultimo film della trilogia di Nando Cicero sulle "soldatesse". La pellicola ha un buon ritmo e beneficia di gag a raffica atte a divertire un pubblico di poche pretese ma desideroso di sano svago. Alcune buone intuizioni (presumo del geniale Cicero) e una messa in scena piacevole e soccorrevole (pur senza scadere nella volgarità assoluta; fatto che in fin dei conti - e considerando il genere - passa in secondo piano).
Non è di certo un capolavoro questo film, nonostante l'aura di mito (a partire dal titolo) che lo circonda. Ci sono molti momenti "sottotono" (come il prologo) che non rendono uniforme la pellicola; bisogna comunque riconoscere che l'intricata storia creata da Cicero e il cast riunito (Fenech, Montagnani, Banfi, D'Angelo, Terzo, Jimmy il Fenomeno, Vitali, Montanaro, ecc.) la rendono spesso molto spassosa. L'impronta ciceriana (e la Fenech) faranno restare scolpiti nella mente molti momenti (s)cult. Divertentissimo.
MEMORABILE: Vitali che ingoia i proiettili della lupara; Le visite mediche di Terzo e D'Angelo.
Ultimo capitolo della trilogia (riuscita) della Edwige tra i campi militari. Questo si può definire il gemello del precedente: le gag sono sempre dello stesso livello (viscerali e infime) ma sono ben articolate e si sorride. La regia di Cicero è sempre buona, veloce e spigliata. I caratteristi sono tutti bravi, anche se non si raggiunge la perfezione dei ruoli dell'altro film. Oltre a questo, è inferiore nelle scenografie (bruttine e cupe) e nell'originalità delle gag. Modesto e trash, ma ben girato e guardabile in spensieratezza. **
Diretto dal barzellettiere Cicero, è un film con una trama composta da scarsa fantasia e il solito susseguirsi di barzellette, stavolta a tema militaresco. Un gradino più in su di altre operazioni simili, se non alto per i grandi Montagnani e Banfi, le cui gag (specie quelle di Banfi) sono quelle che più riescono a strappare un sorriso per la loro spontaneità. C'è pure una trama e un filo semi-logico di fondo, pensate!
MEMORABILE: Don Pagnotta e il furto unito allo "scroccaggio" di cibo.
A parte qualche gag simpatica con Lino Banfi (che non ha molto spazio), si assiste a una commedia un po' scollacciata che si trascina stancamente con momenti di comicità debole. Il cast sarebbe buono tutto sommato, ma non all'altezza della situazione. La Fenech è comunque bella, Montagnani arranca.
Tra la commedia scorreggiona e il barzelletta-movie, il terzo e stanco capitolo a sfondo militare dello specialista Cicero non riesce a divertire, nonostante la notevole collezione di caratteristi presente; le gag sono scontate e noiose, Montagnani è ai minimi storici e Banfi ha poco screen-time, risultando comunque il migliore del lotto. La Fenech mostra la mercanzia come di consueto; D'Angelo in stile mad doctor è bizzarro ma si ride poco. In definitiva fallimentare come la maggior parte dei lavori del regista, seppur girato correttamente.
Commediola spicciola ma perché no, a tratti divertente. Il terzo capitolo della serie si chiude onestamente. Sarà che oltre a Montagnani e alla bella Fenech appaiono una moltitudine di comprimari, carattersisti o meno, molto simpatici. Un vero plotone di attori allo sbaraglio da segnalare oltre a Banfi, Murgia e Nino Terzo. Diciamolo, se ci apprestiamo a vedere questo genere di film non possiamo aspettarci chissà cosa. All'interno del suo "habitat" il film è discreto.
Aiutatemi a dire brutto. Alvaro Vitali è quel che è, ma qui perfino Montagnani è insopportabile; Banfi (nei panni di un sacerdote) non sarebbe neanche male ma si vede pochissimo. Ridicolo Gianfranco D'Angelo nei panni del medico (piuttosto eccentrico) che visita i militari. Sceneggiatura risibile, praticamente una serie di barzellette imbarazzanti. Cicero riuscirà a fare perfino di peggio abbandonando la Fenech (unica ragione per la visione) in una parabola discendente che da Gloria Guida passerà per la Cassini fino a Lory Del Santo.
Terzo episodio della trilogia militaresca di Cicero. Come sempre i film del "Fellini de Trastevere", per il loro tono particolarmente grottesco e surreale, si differenziano dalle altre commedie sexy del periodo. La Fenech è magnifica come sempre, circondata da un esercito di caratteristi-freaks come Montanaro, Vitali, Terzo o il mostruoso Baccaro. A completare il tutto un ottimo Banfi nei panni del mitico Don Pagnotta e Montagnani in quelli del colonnello arrapato e schizzato.
Tra la moltitudine di titoli appartenenti al cosiddetto filone della commedia sexy all'italiana resta a distanza di tempo uno degli episodi più riusciti. La comicità greve e becera trova un senso armonico riuscendo a essere divertente nelle sue macchiette semplici e sboccate. Per una volta i ruoli dei singoli attori vengono cuciti a dovere tra loro funzionando in maniera corale e non sfilacciata. In definitiva, un buon esempio di umorismo folkloristico e popolano poco considerato, ma almeno in questo caso di senso compiuto.
Il film ha il merito di riunire molti degli attori-feticcio della commedia erotica italiana ma l'imperdonabile colpa di non avergli fornito una sceneggiatura almeno decente. In questa situazione ci si salva col mestiere, andando a braccio. Naturalmente chi ne esce meglio è Banfi mentre Montagnani, attore più "accademico", si trova in difficoltà. Gli altri attori vanno come al solito a lazzi e cachinni. Un discorso a parte per la Fenech, bella e bravissima, in una delle sue prove migliori. Il livello resta comunque molto basso. Evitabile!
Edwige Fenech ai massimi splendori artistici e fisici. Da sola e grazie alle sue giunoniche forme, tiene a galla tutta la pellicola e la schiera di comici di prim'ordine della commedia sexy all'italiana. Tra reggiseni, umorismo pecoreccio da camerata e calze autoreggenti, il tutto risulta godibile e divertente. Logicamente non una delle pietre miliare del filone, ma come sempre, si ride in spensieratezza.
Diciamo subito che Cicero non è al massimo della forma, così come gran parte del cast, pur di ottimo livello per questo tipo di commedie. In pratica il film è un insieme di gag sul mondo militare tenute insieme solo da un volenteroso Montagnani, nei panni di un colonnello molto particolare, con accento partenopeo. Fenech bella ma non come in altre pellicole, Gammino, D’Angelo e Banfi sottotono; si salvano i duetti Vitali-Montanaro, immensi! Da segnalare comunque alcune scene cult: la prostituta Farfallina, Montagnani che balla il flamenco.
MEMORABILE: Montanaro parla in dialetto a un compaesano durante l’esercitazione; Farfallina debole di... fondoschiena; La moglie del capostazione.
L'armata dei nostri migliori caratteristi è qui quasi al completo, ma il film è davvero poca cosa: successione di gag d'impareggiabile e orgogliosa idiozia, in alcuni casi divertenti, per la maggior parte puerili o farneticanti. Confezione particolarmente grezza, con le ambientazioni nel paesello medievale che accentuano la sensazione di povertà generale. Banfi mal sfruttato, mentre i qui rari nudi della Fenech sembrano essere inseriti giusto come contentino per i fans, in quanto piuttosto avulsi a tal contesto - in tutti i sensi - da caserma.
Si chiude in crescendo la trilogia militaresca ciceriana: il regista si conferma maestro nel manipolare in maniera anarchica e grottesca materiali bassi e firma qui uno dei suoi film più riusciti. Incredibile la parata di volti noti e caratteristi dell'epoca, con un uso oggi impensabile dei "freaks" (Leoparda, Farfallina, Baccaro e Gesuina) che in certi frangenti sembra anticipare di quasi 15 anni Cinico TV. Cicero sembra meno a suo agio nelle parti più "serie" con Fenech, Banfi (comunque bravo) e Gammino, ma nelle parti barzellettistiche a tratti si ride veramente di gusto.
MEMORABILE: Baccaro con Montagnani; Vitali e Montanaro infoiati alle prese con Leoparda; Montagnani che schiaffeggia Turilli; Vitali lupara.
Oltre a licei l’altro tòpos della commedia italiana per adolescenti degli anni 70 erano le caserme, spesso come qui aggravato dalla gratuita componente sexy soft (all’epoca neanche tanto soft), cui la Fenech presta le sue considerevoli grazie soprattutto di presenza. Soilto canovaccio, un’accozzaglia di gag e barzellette appiccicate a una trama qui molto esile. A tratti imbarazzante, soprattutto poco divertente. Sciatto tutto il comparto tecnico, e ce ne vuole per sprecare Montagnani e Banfi.
Il film non si discosta di molto dal precedente episodio militaresco, ma anche questo non lesina momenti divertenti, arrivando in alcuni momenti all'autentico delirio. Il cast è pressoché simile, ma sempre funzionale. Si può dire di Renzo Montagnani in versione flamenco e di Lino Banfi parroco, ma è imprescindibile Renzo Ozzano che subisce scherzi a non finire. La regia di Nando Cicero è ordinata. Inutile poi stare a dissertare sulla tecnica e la qualità in un film di questo tipo: premi play e ridi dall'inizio alla fine, senza contare la splendida Edwige. Godibilissimo.
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Ruber,
visto che sei così gentile, puoi mettere immagine dell'assistente del generale Barattoli, il militare che parla con cadenza romagnola? Credo che lo si veda in maniera accettabile, di profilo, dopo che Faà di Bruno ha finito di bere dalla fontanella. Direi a 10' dalla fine del film.
Dovrebbe essere Vincenzo Foti, uno che lavorava per le case di produzione (è accreditato, in tal veste, pure in MACCHIE SOLARI), ma che spesso si dilettava di piccole apparizioni. È, per esempio, uno dei dirigenti della LONGOBARDA.
Qui una bella immagine.
Recentemente è stato scoperto dal norvegese Johan Melle, grande esperto di cinema italiano di genere, in un ruolo di psichiatra in un hard con la Schubert!!!
per Ruber.
In realtà, avevo chiamato. Strano.
L'attore non è questo (questo è Gammino). Il presunto-Foti lo si vede nelle scene girate a Calcata. È il militare col quale Fàà di Bruno (a sinistra nella foto che hai postato) parla dopo aver bevuto dalla fontanella.
Non voglio abusare della tua pazienza.
B. Legnani ebbe a dire: per Ruber. In realtà, avevo chiamato. Strano. L'attore non è questo (questo è Gammino). Il presunto-Foti lo si vede nelle scene girate a Calcata. È il militare col quale Fàà di Bruno (a sinistra nella foto che hai postato) parla dopo aver bevuto dalla fontanella. Non voglio abusare della tua pazienza.
La chiamata non c'era Buono, ma lo fa anche a me qualche volta, devi guardare sotto il tuo nick dovrebbe segnalartelo.
Per l'attore io pensavo fosse quello, ma forse è questo quello che dici tu.
Ruber ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: per Ruber.
In realtà, avevo chiamato. Strano.
L'attore non è questo (questo è Gammino). Il presunto-Foti lo si vede nelle scene girate a Calcata. È il militare col quale Fàà di Bruno (a sinistra nella foto che hai postato) parla dopo aver bevuto dalla fontanella.
Non voglio abusare della tua pazienza.
La chiamata non c'era Buono, ma lo fa anche a me qualche volta, devi guardare sotto il tuo nick dovrebbe segnalartelo.
Per l'attore io pensavo fosse quello, ma forse è questo quello che dici tu.
Comunque la scena alla chiesa di Calcata verso la fine è questa:
Intendevo proprio l'attore ora al centro. Poco dopo non lo si vede meglio? Scusa se rompo.
B. Legnani ebbe a dire: Ruber ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: per Ruber.
In realtà, avevo chiamato. Strano.
L'attore non è questo (questo è Gammino). Il presunto-Foti lo si vede nelle scene girate a Calcata. È il militare col quale Fàà di Bruno (a sinistra nella foto che hai postato) parla dopo aver bevuto dalla fontanella.
Non voglio abusare della tua pazienza.
La chiamata non c'era Buono, ma lo fa anche a me qualche volta, devi guardare sotto il tuo nick dovrebbe segnalartelo.
Per l'attore io pensavo fosse quello, ma forse è questo quello che dici tu.
Comunque la scena alla chiesa di Calcata verso la fine è questa:
Intendevo proprio l'attore ora al centro. Poco dopo non lo si vede meglio? Scusa se rompo.
si ecco, poi mi spieghi a che ti serve, lo screen di questo attore.
Ruber ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Ruber ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: per Ruber.
In realtà, avevo chiamato. Strano.
L'attore non è questo (questo è Gammino). Il presunto-Foti lo si vede nelle scene girate a Calcata. È il militare col quale Fàà di Bruno (a sinistra nella foto che hai postato) parla dopo aver bevuto dalla fontanella.
Non voglio abusare della tua pazienza.
La chiamata non c'era Buono, ma lo fa anche a me qualche volta, devi guardare sotto il tuo nick dovrebbe segnalartelo.
Per l'attore io pensavo fosse quello, ma forse è questo quello che dici tu.
Comunque la scena alla chiesa di Calcata verso la fine è questa:
Intendevo proprio l'attore ora al centro. Poco dopo non lo si vede meglio? Scusa se rompo.
si ecco, poi mi spieghi a che ti serve, lo screen di questo attore.
E' un edizione simile per qualità audio/video al precedente capitolo della trilogia militare della Fenech (La soldatessa alla visita militare) sempre editato dalla stessa azienda.
Un master accettabile che non diturba la visione. Il formato è quello corretto (1:85:1). I menù sono gradevoli ma in 4:3.
A differenza del predecessore - però - qui ci sono degli extra di rilievo : due interviste (piuttosto lunghe) fatte ad Alvaro Vitali e Michele Gammino.