Note: L'edizione estera è stata rimusicata con colonna sonora composta da Les Baxter. In quella italiana la sound track è stata curata da Piero Piccioni.
Si salvano gli splendidi panorami polinesiani e la Politoff che riesce in un certo qual modo ad ispirare simpatia. Per il resto il film è una bufala, sottolinea per l'ennesima volta la presunzione degli europei a voler cambiar vita. Si possono apprezzare le culture altrui ma non si può così semplicemente sputare sulla propria... Abominevole la dissezione della tartaruga, tanto da fare invidia alla versione integrale di Cannibal Holocaust. Solo alla fine vengono svelate le motivazioni dell'abbandono e il film recupera qualcosina.
Il battesimo dell’erotico-esotico officiato da Liberatore avviene sulle spiagge della Polinesia, scenario tropicale per l’amore libero in cui cerca illusorio rifugio la tipica coppia borghese in crisi. La sceneggiatura è in frantumi e riesce a darsi un senso solo grazie agli sguardi eloquenti di Pani e della Politoff e alla realistica ammissione dell’inconciliabilità ontologica tra la cultura europea e un presunto Eden assimilabile unicamente a livello epidermico. Titoli di testa in stile pop sul quadro “Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?”, dipinto da Gauguin a Tahiti nel 1897.
Filologicamente importante (si tratta del capostipite che diede il via al filone "esotico-erotico") ma non del tutto convincente. Una moglie in crisi fugge dal marito e decide di rifarsi una vita in Polinesia con un giovane locale ma a breve il marito la seguirà per tentare di riconquistarla... La coppia Pani-Politoff non è malvagia (ma alcuni dialoghi sono semplicemente inadeguati), la trama è deboluccia e a ripagare lo spettatore ci pensano gli splendidi scenari esotici, qualche (lieve) scena erotica e la (piacevole) OST a tema di Piccioni.
MEMORABILE: La cruenta (e stomachevole) dissezione della tartaruga.
I paesaggi mozzafiato di Tahiti fungono da ottimo sfondo per la crisi coniugale di Marita e Roberto. Corrado Pani è sicuramente colui che più attrae tra i protagonisti con il suo carattere malmostoso. La sceneggiatura di Liberatore ha un suo fascino nel raccontare i tentativi di Pani di riallacciare i rapporti con la moglie. Affascinanti le danze tribali degli indigeni. Funziona di meno la seconda parte ambientata a Bora Bora, dove si avverte una lentezza a tratti eccessiva. Merita comunque una visione perché ha un suo fascino.
Capostipite del genere erotico-esotico, un film dunque importante, che non mantiene tutte le promesse. La trama è buona e offre lo spunto per per la riflessione sulla reale adattabilità di una persona ad un'altra cultura, benché il punto di partenza della coppia borghese in crisi sia già visto. Ottime le musiche e splendida la fotografia, agevolata dai bei paesaggi polinesiani. Ciò che convince poco sono i cambiamenti troppo rapidi nei due protagonisti, come se qualche processo fosse stato saltato. Bello e simbolico il finale. Godibile sino alla fine, ma vietate le grandi pretese.
Ugo Liberatore HA DIRETTO ANCHE...
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La pellicola di Liberatore riscosse un notevole successo di pubblico incassando la bellezza di 2.001.198.000 di lire e inserendosi all'ottavo posto nella classifica dei film più visti della stagione cinematografica 1968-1969 (battendo titoli come ''la ragazza con la pistola'', ''metti una sera a cena'' e ''Romeo e Giulietta'' di Zeffirelli).
Alexpi94 ebbe a dire: La pellicola di Liberatore riscosse un notevole successo di pubblico incassando la bellezza di 2.001.198.000 di lire e inserendosi all'ottavo posto nella classifica dei film più visti della stagione cinematografica 1968-1969 (battendo titoli come ''la ragazza con la pistola'', ''metti una sera a cena'' e ''Romeo e Giulietta'' di Zeffirelli).
Risultato economico notevole, considerando anche il divieto ai minori di 18 anni.
DiscussioneFauno • 13/04/18 13:19 Contratto a progetto - 2743 interventi
Mi sembra giusto. A suo tempo i registi minori venivano apprezzati, non come adesso che sono collezionati più per criticarli negativamente che per altro...
E gli esotici avevano una marcia in più per il fatto che tragitti dall'altra parte dell'emisfero erano una prerogativa dei miliardari.