Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Gian Maria Volontè nei panni del brigadiere Ludovico Graziano, mandato a scortare un giudice (Erland Josephson) del quale non condivide, soprattutto per motivi di incolumità personale (I’ “io ho paura" del titolo è pronunciato da lui), l'accanimento investigativo. Graziano vorrebbe che il giudice si rendesse conto maggiormente dei pericoli ai quale va ingenuamente incontro e pensasse innanzitutto a sopravvivere. Damiani pare più interessato al ritratto psicologico del brigadiere che a seguire il complesso intreccio narrativo (che infatti più volte appare contuso), e potendo disporre di Volontè era anche prevedibile. Eppure questa volta l'attore...Leggi tutto sembra mal aderire al suo personaggio, che mal si sposa con la sua caratteristica riflessività da intellettuale. Graziano sembra un brigadiere poco spontaneo, a volte quasi impacciato, e anche per colpa di una sceneggiatura modesta non incide quanto dovrebbe. Ma il debordare preoccupante verso un poco auspicato macchiettismo coinvolge anche il resto del cast, prigioniero di dialoghi già sentiti mille volte e di un soggetto piuttosto improbabile. Si accumulano nomi, luoghi, riferimenti perdendo di vista i precedenti, cosicché, quando si raggiunge l'agognato finale (dopo due ore di proiezione) si perde di vista la storia nel suo complesso. A tratti il film funziona, ma generalmente si ha la sensazione di un prodotto piuttosto banale (a dispetto di un’idea di partenza abbastanza insolita), confezionato senza la dovuta cura e spesso decisamente dispersivo. Il rischio è di annoiarsi presto, pur se comunque vedere Volontè recitare è sempre uno spettacolo. Bravo anche Mario Adorf.

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Ghostship 7/05/08 16:26 - 394 commenti

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Forse il miglior film di "denuncia" di Damiani, di sicuro uno dei migliori noir italiani che si avvale di un cast immenso da Volontè a Corazzari ed Adorf passando per Josephson e la grande attrice teatrale Angelica Ippolito. La pellicola è scorrevole, fotografata e girata con una maestria da fare invidia ai grandi cineasti americani (Damiani nei piani sequenza non è secondo a nessuno). I personaggi sono tutti di grande spessore ed il buonismo abita altrove. Cosa si vuole di più?
MEMORABILE: La scena iniziale e quella finale.

Mark 8/05/08 21:08 - 264 commenti

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Credo di poterlo definire uno dei maggiori esempi del cinema ad impegno civile italiano, oggi insufficientemente menzionato. Radiografia impietosa del livello di collusione raggiunto da segmenti dello stato con la galassia eversiva, questo film ha in sè tutti gli elementi in grado di farne un piccolo capolavoro: il giallo del ritmo, l'attualità e l'impegno dell l'elemento politico e non ultimo un cast davvero brillante. Volontè riesce a cucirsi addosso il personaggio e ad incarnarlo con un'autenticità clamorosa. Da vedere assolutamente ma soprattutto da non dimenticare!

Cotola 17/07/08 15:36 - 9043 commenti

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Ottimo film di Damiani che confeziona una pellicola scomoda infarcita dei temi cari al regista. In questo caso si parla soprattutto di servizi segreti deviati e lo si fa mescolando con grande maestria denuncia ed intrattenimento. Damiani non è un regista qualsiasi e lo si vede dal suo modo di girare, che raggiunge altissimi livelli (specie in alcune scene). Immancabile la bella prova attoriale di Volontè. Una piccola perla misconociuta che merita di uscire dal dimenticatoio in cui è stata relegata probabilmente non certo per caso.

Capannelle 26/05/09 12:02 - 4411 commenti

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Film dal copione solido e sufficientemente riflessivo anche se, prendendolo alla lettera, si arriva ad una visione tipicamente complottista ed esagerata. Volontè è il protagonista di tutta la vicenda, il suo personaggio è più schivo del solito ma non per questo meno credibile. Gli altri attori gli ruotano attorno, compreso un Adorf forse sprecato. Damiani conferma la sua passione per il genere politico ma questo non è il suo pezzo migliore.

Brainiac 15/06/09 23:25 - 1083 commenti

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Dopo aver visto un film così, se penso a certi politici italiani che infangano le istituzioni ("poliziotti panzoni, magistrati corrotti"), mi monta la rabbia. Questo è cinema politico in grande spolvero, che sovverte i luoghi comuni (il poliziotto solo di destra), che però come i migliori film d'azione ti fa empatizzare con l'uomo comune che mette a rischio la propria vita per la comunità (la lezione è quella di Pasolini, che vedeva proprio nei poliziotti i veri "proletari"). Eppoi le scene d'azione, pur centellinate, spaccano. Volontè calibrato e sensibile.
MEMORABILE: "Proteggere i giudici è ammettere che la società civile è finita". Volontè che offre una sigaretta al tossico, Volontè che difende il collega morto.

Xabaras 11/08/10 19:52 - 210 commenti

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Una delle vette del cinema politico italiano con un Volontè veramente magnifico nella parte di un poliziotto proletario profondamente umano, pieno di ansie e assolutamente non disposto a recitare la rischosa parte dell'eroe. Sette anni prima della Piovra della mafia Damiani descrive in maniera terribilmente realistica la ben più pericolosa Piovra della politica, che mistifica la realtà complottando alle spalle dell'ignara società civile ed è ormai compiaciuta veicolatrice di una violenza occultata e sotterranea ma sempre genuinamente agghiacciante.
MEMORABILE: Il finale da brividi.

Nando 19/07/10 17:58 - 3814 commenti

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Solido atto di denuncia di Damiani cche può contare su un valido quanto "impaurito" Volontè che interpreta con le dovute mosse i panni del brigadiere. Molto diversa la figura di Volontè se paragonata con i commissari cinematografici in voga nel periodo. La narrazione è scorrevole e non c'è spazio per la clemenza.

Fauno 20/08/10 10:41 - 2212 commenti

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Forse La piovra sarà davvero esagerata o melodrammatica in alcuni punti, ma qui Damiani l'aveva afferrata proprio bene la verità sulle organizzazioni Stay behind. Non poteva finir bene, ma questo grandioso personaggio ottimamente rappresentato da Volontè, arriva a dei traguardi che sembra quasi di sognare e lo spettatore viene magnificamente coinvolto. Bravo anche Adorf, insuperabile l'attore che interpreta il personaggio losco, già presente nella Legge della camorra di Fidani.

Markvale 9/09/11 10:58 - 143 commenti

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Risposta italiana al successo del classico I tre giorni del condor, che segue le disavventure di un povero poliziotto addetto alle scorte suo malgrado coinvolto nelle trame dei servizi segreti implicati nella strategia della tensione e nel terrorismo. Girato con buon piglio sulla base di un soggetto interessante da un regista che, tuttavia, si esprime meglio nei "mafia movies". Volontè non delude, ma il personaggio che è chiamato a interpretare è scarsamente verosimile. Ottimo l'ambiguo e untuoso Adorf.

Giùan 15/09/11 11:27 - 4559 commenti

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Lodevole ma a mio giudizio malriuscito tentativo di costruire un poliziesco allegorico da parte di Damiani. La modestia dei risultati, almeno rispetto alle vette delle ambizioni, è da addebitare alla cattiva amalgama degli ingredienti che il regista (con lo sceneggiatore Badalucco) provan a far bollire in pentola: thriller politico, racconto metaforico alla Durrenmatt (il Giudice di Josephson), poliziotesco puro. Troppa indecisione inconcludente. Restan le prove d'attore (misurato Volontè. gran gigione Adorf) e la volontà di dir qualcosa sull'Italia del '77.
MEMORABILE: La curiosa bellezza di Angelica Ippolito; il duetto sull'uscio della porta tra Josephson e Volontè.

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Gestarsh99 12/02/12 00:41 - 1395 commenti

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Dopo il pregiatissimo exploit nell'Indagine di Petri, Volontè torna a dar corpo al lato "oscuro" e problematico delle forze dell'ordine, ben distante dalla graniticità manichea dei tanti Merli, espressione di sentimenti e contraddizioni più credibili ed umani. Un poliziotto meno "supermènn", vittima eletta dello smarrimento, della sfiducia e del clima di terrore di un periodo istituzionale colluso, infiltrato e deviato. Damiani non centrifuga le urgenze settantiane nel bailamme del polizesco spicciolo ma le affonda nel pathos di un thriller politico-civile pessimistico e senza sbocco.
MEMORABILE: "No, lei ha offeso... con quest'aria da supermènn..." dice Volontè al suo teutonico superiore in divisa (il Cerioni con 4 erosvastica nel curriculum...)

Ramino 20/08/13 23:30 - 127 commenti

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Interessante pellicola di Damiani che tenta di far conoscere la reale condizione del poliziotto anni '70 in periodi dove lo stesso veniva bollato come giustiziere fascistoide. Il film, bene interpretato da un imbronciato Volontè e da Josephson (doppiato egregiamente da Cucciola) esprime a mio parere uno dei pochi esempi di cinema politico in Italia.

Myvincent 31/01/14 07:15 - 3741 commenti

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Anni di piombo e corruzione fino ai vertici dello stato sono gli elementi di quest'opera di Damiano, che offre a Volonté l'opportunità per un ennesimo personaggio dai forti contorni drammatici. Protagonista è un brigadiere, scorta di due giudici, che sarà incastrato in una storia complicatissima e a tratti un po' inverosimile: qualcosa nella sceneggiatura non funziona, se è vero che il regista puntava sugli aspetti di real-politik di quel periodo.

Pessoa 14/09/14 15:26 - 2476 commenti

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Splendido politico/noir di Damiani che fa paura ancora oggi. La cronaca successiva ci ha insegnato che questo film aveva visto giusto in tempi non sospetti. Dal punto di vista tecnico è ineccepibile, con ritmo incalzante e dialoghi ben scritti; la regia d'autore si vede tutta e Adorf e Josephson sono bravissimi. Gian Maria Volontè, come al solito, sembra venire da un altro pianeta: i brigadiere Graziano si inserisce a buon diritto fra i personaggi migliori della sua galleria.
MEMORABILE: Il dialogo fra Volontè e Mario Adorf nel cinema porno.

Minitina80 11/03/15 00:15 - 2984 commenti

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Un splendido esempio di cinema impegnato che denuncia la connivenza tra i bracci dello Stato e la parte sporca del paese. Il cast funziona alla perfezione; Volonté interpreta un brigadiere, una volta tanto umano e pieno di debolezze, ma comunque onesto. Convincente anche Josephson, che incarna la utopica figura di quello che un rappresentante dello Stato dovrebbe essere. Riesce a tenere incollati e coinvolgere fino al finale, amaro, ma tutto da vedere.

Alex1988 5/06/15 18:56 - 728 commenti

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Discreto film di Damiani - seppur non tra le sue maggiori opere (almeno per me) - che può contare, come sempre, sulle grandi capacità interpretative di Gian Maria Volontè, qui un brigadiere di polizia, completamente diverso dai poliziotti interpretati da vari Merli, Nero o Fabio Testi. Purtroppo in alcuni punti, dato lo scarso ritmo, il film è difficile da seguire, ma è interessante per quel che riguarda l'argomento: collusioni tra servizi segreti e stato.

Lythops 12/12/15 06:35 - 1019 commenti

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Acuto e naturale, Damiani confeziona un film di alto livello. Intelligente nella sceneggiatura, al tempo stesso datato e attuale, è una denuncia delle connivenze tra terrorirmo e servizi segreti "deviati", il tutto vissuto quasi con gli occhi di un Volonté diametralmente opposto rispetto al commissario di Petri e più vicino al Lulù de La classe operaia va in paradiso. Un'opera nobile e partecipata.

Azione70 19/01/16 01:21 - 167 commenti

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Assoluto capolavoro. La storia di un semplice brigadiere di polizia coinvolto suo malgrado in una torbida (ma verosimile) vicenda di poteri statali "deviati", è un affresco realistico degli anni di piombo. Volonté è il poliziotto e le sue paure così come gli guardi smarriti cancellano di colpo i commissari "sparatutto", suoi colleghi cinematografici. Film teso, angosciante, di forte impatto emotivo, diretto con ottimo mestiere e grandiosamente sostenuto dalle ossessive note di Ortolani. Prezioso, amaro, in poche parole imperdibile.
MEMORABILE: Le Alfa di Volonté (1750) e del colonnello dei servizi (Alfetta), che si inseguono a distanza per tutto il film, aumentando la tensione complessiva.

Alex75 27/04/16 09:30 - 880 commenti

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Damiani denuncia l’insicurezza diffusa tra gli uomini di legge durante gli “anni di piombo” attraverso i timori e i dilemmi di un poliziotto, sospeso tra la ricerca della giustizia e il quieto vivere. Sullo sfondo, il fuoco incrociato del terrorismo rosso e nero, confuso con quello della criminalità comune e con le trame di pezzi deviati di Stato. In un film teso fino all’ultimo, oltre all’esemplare recitazione di Volonté, sono imperdibili le apparizioni di Josephson, Adorf e Angelica Ippolito.
MEMORABILE: Cancedda: "Esiste anche una giustizia superiore!" Graziano: "Sì, del c…"; "Proteggere i giudici è ammettere che la società civile è finita".

Rufus68 6/08/16 13:36 - 3842 commenti

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Damiani è uno dei pochi artisti ad aver delineato con lucidità le connessioni fra il terrorismo e l'apparato dello Stato che si serve d'esso; anzi, il regista insinua come i terroristi formino solo la manovalanza di un disegno superiore, efferato quanto preciso. È tale concezione che permea il film di un così radicale pessimismo: verità e menzogna sono create secondo le convenienze di un potere marcio e ogni pedina non consenziente è stritolata in questo labirinto di specchi. Ottimi gli attori, compreso un ambiguo Adorf.

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Vitgar 17/03/17 10:48 - 586 commenti

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Ancora un gran film da uno dei migliori registi italiani. Damiani affronta un argomento scabroso quale è quello dei servizi segreti con il consueto tono giornalistico perfettamente integrato con una forma più narrativa. Ottimi la fotografia e i dialoghi. Inquietante il finale. Come sempre un grande Volontè tiene banco nel cast attoriale. Da vedere.

Daniela 12/07/17 12:52 - 12662 commenti

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Quel che rende particolare questo film non è tanto la tematica, pur coraggiosa, in quanto l'intreccio fra malavita, terrorismo politico e servizi segreti non era inedito nel cinema dell'epoca quanto la figura del poliziotto schivo, pieno di dubbi ed incertezze, del magistrale Volontè, umanissimo in un ruolo caratterialmente opposto a quello interpretato per Petri. La prova molto valida del resto del cast e un paio di scene d'azione esemplari per secchezza narrativa accrescono il valore di un film meno noto di altri del regista ma da annoverare fra i suoi migliori. 
MEMORABILE: La sparatoria nella prima sequenza, con le vittime che si "presentano" allo spettatore; L'assassinio all'interno del cinema porno

Schramm 16/08/17 15:13 - 3495 commenti

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E' un Damiani sciaguratamente dispari rispetto ai propri propositi, che tra grammatica scarsamente cinematografica e incapacità di dare verticalità e profondità prospettica al fosco e confuso clima plumbeo di allora, segna il passo malgrado un pur sempre signorile Volonté, non propriamente agevolato da una regia incurante del ritmo e una sceneggiatura tutta alambicchi nel restituire l'ammorbante paranoia fobica di un'epoca contrassegnata da mille e un'avaria. In tal senso Damiani si riscatterà appieno due anni dopo. Per intanto riuscire a intravedere il bicchiere mezzo pieno è una parola.

Il Dandi 2/04/18 11:40 - 1917 commenti

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"Confessioni di un procuratore della Repubblica a un brigadiere (manco commissario) di polizia": dopo essere stato involontario precursore del genere, in piena bagarre settantasettina Damiani realizza uno dei migliori connubi fra thriller e impegno civile. Il clima plumbeo dell'epoca è restituito senza verbosità e con apprezzabile verosimiglianza dell'azione, grazie anche a un insolito poliziotto col borsello, mite e insicuro. Volonté irradia con la sua luce chiunque gli passi accanto e se Adorf pare sprecato, Corazzari sembra Orson Welles.
MEMORABILE: Volonté e Adorf seduti al buio nel cinema porno.

Krack113 1/06/18 10:35 - 13 commenti

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Film di denuncia, ideologicamente orientato, che tuttavia riesce a essere appassionante anche dal punto di vista spettacolare - senza cadere nel grand-guignol del poliziottesco - per il climax di tensione che si sviluppa senza sosta dal'inizio alla fine e per la resa della temperie politica in un'atmosfera plumbea e torbida, basata sulla paura e sul sospetto. Volontè, come al solito, straordinario.
MEMORABILE: "Io non so come, sono diventato un prestigiatore delle pallottole. Quelle che sono indirizzate a me, io le rispedisco al mittente".

Gmriccard 12/09/18 21:20 - 121 commenti

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Ottimo spy a firma Damiani! Curiosamente Volontè subisce un contrappasso legato alla precedente interpretazione di cittadino insospettabile che si diverte a incolpare malcapitati per il proprio delitto; qui è lui a fare da capro e-spy-atorio per colpe altrui. Parlando di Gianmaria è banale aggiungere che il grado di immedesimazione col personaggio è totale. Se si può trovare un difetto (ancorché possa esserlo) è il contegno degli eccessi quasi da fiction. Piccola chicca: l’omino grigio è interpretato dal nunzio Cobramiano del terzo Fantozzi!
MEMORABILE: Il dejà-vu al bar, da brividi lungo la schiena...

Keyser3 2/04/20 22:34 - 444 commenti

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Damiani ha perso lo smalto dei tempi migliori, ma i temi restano quelli cari e la coscienza civile intatta. La vicenda si dipana in maniera un po' troppo farraginosa e con qualche lungaggine fra complotti, tradimenti e doppi giochi, con il rischio di perdere il filo, ma Volonté ci mette una pezza: il personaggio è l'antitesi del Dottore di Indagine, ma la capacità di reggere la scena è sempre la stessa. Visivamente potente e drammatica la scena dell'esecuzione del giudice Cancedda.
MEMORABILE: L'amara chiosa di Graziano: "A noi, se non ci ammazzano, ce lo mettono nel culo".

Sardonicus 27/08/20 01:08 - 13 commenti

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Straordinario Volonté minimalista e a sottrarre, asciutto e credibilissimo trapiantato dal sud pugliese, isolato in una personale cellula di vita, cerca d'uscirne con la forza della disperazione contro i poteri forti, riuscendovi solo in parte purtroppo. Retaggio contro coacervo in un ossimoro che rende la pellicola di Damiani pressoché perfetta. In continuo bilico tra sterilizzazione ed esacerbazione che porta grande pathos e coinvolgimento. Strepitose musiche e fotografia. Impeccabili Josephson e Adorf.

Zampanò 5/07/21 11:36 - 381 commenti

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Alcuni film vanno ripensati "e se non ci fosse stato Volontè"? L'asso fa oltremodo la differenza, qui in maniera palmare. Pellicola qualunque se lasciata alle figurine da cinema di genere - poliziotti, magistrati e terroristi - che invece torna vivida nella paura vibrata del brigadiere Graziano: è Gian Maria con giusto accento meridionale a dare senso e sfondo alle accuse, ricorsive per quei tempi, sullo Stato deviato e killer. Adorf perde molto doppiato dal troppo perfetto Pino Locchi; espressiva Angelica Ippolito, stantio Josephson. Di attenzione clinica la regia di Damiani.

Nicola81 6/03/23 21:18 - 2857 commenti

I gusti di Nicola81

Sorta di Cadaveri eccellenti meno raffinato ma più concreto e appassionante, è un robusto thriller politico in cui Damiani, con la consueta maestria, denuncia le collusioni tra apparati statali ed eversione (nera), forte di una vibrante sceneggiatura scritta a quattro mani con Nicola Badalucco. Grandioso Volontè, poliziotto preoccupato soprattutto di salvare la pelle e quindi assai distante dagli abituali commissari di ferro; notevoli anche l’onesto ma ingenuo Josephson, il subdolo Adorf, la Ippolito e Corazzari. Poche ma ottime le scene d'azione, opprimente lo score di Ortolani.

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Mattatore 13/11/23 16:28 - 81 commenti

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In un velenoso uragano all'interno del quale combaciano il più fragoroso vento del terrorismo e l'altrettanto nefasto, sebbene tacito, soffio criminale dello Stato, Damiani ricuce le trame di un'arguta vicenda immaginaria/riflesso di una parentesi storica imbibita di tensione e costante fame di verità; magistratura e criminalità svelano dolorosamente le loro trame e collusioni a opera dell'onesto e solo in apparenza timoroso Luciano, sottomesso e infine eroico martire sulla rotta di un Lulù Massa qui pubblico ufficiale, assecondando il brillante approccio proletario pasoliniano.
MEMORABILE: La strabiliante naturalezza recitativa di Volontè; Omicidio di Cancedda; Sedicente donna di Lunardi e prime ombre; Morte di Ruiz; Cinema hard; Finale.

Paulaster 30/01/24 18:12 - 4419 commenti

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Brigadiere si trova invischiato in un traffico d'armi suo malgrado. Storia iperbolica - con magistrati collusi e servizi segreti annessi - che non dispiace sul versante del giallo. Prima parte con Josephson così così; decisamente meglio con Adorf nel seguito, in cui Volontè esprime la sua confusione mentale quasi in sordina. Alcune situazioni son girate bene (in spiaggia, al cinema), anche se il finale è scontato. Gli anni di piombo sono raccontati "democraticamente" dando la colpa sia a destra che a sinistra.
MEMORABILE: Al cinema di spalle; Il fuoco sull'ascensore; Buttata fuori dalla finestra.
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MUSICHE:
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  • Curiosità Gugly • 17/02/08 13:22
    Portaborse - 4710 interventi
    Incontri e coincidenze.Sul set del film Volontè conosce quella che sarà la sua compagna per l'ultima parte della sua vita: si tratta dell'attrice Angelica Ippolito, la quale a sua volta è figlia di Isabella Quarantotti, compagna e poi ultima moglie di Eduardo De Filippo. Angelica collaborerà a lungo con il "patrigno" recitando in quasi tutte le rappresentazioni teatrali allestite negli anni 70, non ultime quelle trasmesse sulla Rai.
  • Curiosità Undying • 24/10/09 16:49
    Risorse umane - 7574 interventi
    Quando Mario Adorf e Gian Maria Volontè si recano al cinema per vedere un film porno, non sanno (ma il regista sì) che quello che scorrerà sullo schermo è un pezzo di un film realizzato, nel 1976, da Mario Pinzauti: Mandinga!
  • Musiche Lucius • 31/03/12 20:20
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri originale:

    Ultima modifica: 1/04/12 07:41 da Zender