Stalingrad - Film (1993)

La storia di un plotone di fanteria tedesco, dagli ozi in Italia all'inferno di Stalingrado, passando per il battaglione di disciplina. Da un soggetto che sarebbe piaciuto a Sergio Leone (che progettava di raccontare l'assedio più famoso della storia bellica), Vilsmaier racconta una storia di soldati finiti nel campo sbagliato e nel momento peggiore. Forse per la prima volta, un film invita lo spettatore a simpatizzare con questi soldati tedeschi, uomini come tanti, non necessariamente nazisti, con un'onestà intellettuale rara. Poco noto ma da scoprire.

Acclamato come uno dei film più riusciti sul tema della Seconda Guerra Mondiale ed in particolare sulla tremenda battaglia di Stalingrado, in realtà il lungometraggio di Vilsmaier si può catalogare come un prodotto televisivo senza infamia e senza lode. Attori di un dilettantismo senza pari, riprese di qualità più che dubbia, azione che procede a strappi e non coinvolge mai lo spettatore. Paragonabile a El Alamein di Monteleone ma nulla di più. Sullo stesso tema ma con risultati decisamente migliori era già arrivato Sam Peckinpah con La croce di ferro.

Discreto film di Vilsmaier sull'assedio di Stalingrado. L'essere girato unicamente fra i reparti della wehrmacht ne fa un prodotto cinematograficamente raro, principale motivo di interesse. Per il resto è un prodotto semi-televisivo girato in economia. Buona la ricostruzione storica e attori più che sufficienti. Di gran lunga migliore del film di Peckinpah.

Un bel polpettone tedesco contro la guerra. Non male, sufficientemente cupo e realistico. Tragico sino alla fine. Forse a lungo andare stanca un po'. L'impostazione è più da film per la TV che per il cinema. interpretazioni nella norma, belle le ambientazioni e la fotografia.

Che Vilsmaier sia un regista talentuoso è dimostrato anche dai suoi lavori successivi. E non ha colpe se un buon progetto iniziale viene trasformato in un mediocre film tv. Un budget di produzione contenuto, una sceneggiatura puerile e un montaggio ai limiti del dilettantismo i salienti negativi. Senza contare la solita retorica e i soliti luoghi comuni anti-bellici di cui è già stracolmo il cinema di genere di qualunque nazionalità si tratti. Occasione sprecata per narrare la guerra da un diverso punto di vista rispetto ai soliti film Usa.

Si pone come un film sui nazisti che non vogliono fare i nazisti, mettendo sul piatto quanto di più nudo e crudo possa suggerire l'effetto dell'assedio più sanguinoso della storia, sugli uomini che vi hanno partecipato. Lo sviluppo è piuttosto semplice, il finale tragico e non così scontato, molte scene di guerra sono magistralmente girate. Un film che gli appassionati del genere gradiranno, ma non così esaltante.