Delitto al circolo del tennis - Film (1969)

Delitto al circolo del tennis
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MMJ Davinotti jr
Anno: 1969
Genere: drammatico (colore)
Note: Basato (alla lontana) sul racconto omonimo di Alberto Moravia

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

I tempi cambiano e l'omonimo romanzo di Moravia dal quale il film di Franco Rossetti ruba il titolo diventa tutt'altra cosa, annullando di fatto nientemeno che... il delitto! Al circolo del tennis succede altro: che un finanziere col pelo sullo stomaco (Avram) se la spassa colla figlia (Gaël) di un collega il quale l'aveva pregato di darle un occhio in sua assenza. Altro che occhio, il buon Riccardo le mette addosso tutto il corpo, ma attenzione: non sa che lei, la bionda Benedetta, non ne è affatto innamorata di lui e sta facendo il doppio gioco; è d'accordo con Sandro (Bisacco), il maestro di tennis di Riccardo, per farsi scattare foto compromettenti e insieme a...Leggi tutto questi ricattarlo. E chi li aiuta nell'impresa? La figlia di Riccardo, Lilla (McDonald), fidanzata di Sandro! In tre architettano il diabolico piano e fanno trovare al ricco uomo d'affari le foto di lui in intimità con Benedetta, unitamente a un'ovvia richiesta di denaro. E Riccardo che fa? Invece di denunciare tutto alla polizia - e questo può essere comprensibile, visto l'ovvio timore di uno scandalo - chiede consiglio proprio a Sandro, il quale gli si finge grande amico (lo stima molto, dice) diventando di fatto il suo primo aiuto per risolvere un problema - ma questo lo sappiamo solo noi - che ha creato lui stesso.

Insomma, un intreccio a quattro (di fatto gli altri personaggi sono del tutto marginali) nel quale non si capisce granché il movente che spinge i tre giovani ad attaccare il pover'uomo. Poi arriverà anche il momento del delitto... col trucco, ma intanto quello che ci siamo sorbiti sono le lunghe apnee mentali di Riccardo e qualche prolungato amplesso che per l'epoca si spinge parecchio in là (arrivò il divieto ai 18, non a caso). I rapporti tra Sandro, Benedetta e Lilla non sono sempre chiarissimi, e d'altra parte siamo alla vigilia della più grande rivoluzione sessuale di sempre, ma sono i sentimenti di tutti a fondersi in uno strano pastiche in cui quelli che pochi anni prima erano semplici complotti governati dal dio denaro facilmente riconducibili a una logica rapace chiarita nel finale (Lenzi docet), diventano qui giochi ambigui, rimescolamenti nei quali la psicologia riveste un ruolo chiave, conflitti irrisolti che rifiutano una facile logica da leggersi in chiave "gialla". In questo il film trova uno dei suoi non troppi punti di forza, caratterizzandosi per un'atmosfera ambigua, spesso rarefatta, impreziosita dalla splendida fotografia di Vittorio Storaro.

Il cast non dà troppe soddisfazioni se non dal punto di vista prettamente estetico, con i meravigliosi occhi della modella Angela McDonald (in una delle sue rare apparizioni) davvero tramortenti, quando ci si avvicina al primo piano. La pur bella Gaël al confronto sfigura, mentre Avram si conferma uomo di gran fascino ma in questo caso piuttosto legnoso. Si vuol capire dove il regista voglia andare a parare ma toccherà aspettare a lungo per arrivare alla soluzione, proposta poi nelle diverse edizioni del film in due forme diametralmente opposte. Come a dire che in fondo non era quello l'importante, il significante sta in quello che abbiamo visto prima; perché, a dispetto del titolo, DELITTO AL CIRCOLO DEL TENNIS come giallo fa (volutamente) acqua da ogni parte, quasi ci si fosse divertiti a scardinare i principi fondanti del genere. Curioso, discretamente diretto ma nel complesso piuttosto insignificante.



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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/01/09 DAL BENEMERITO IL GOBBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 23/11/22
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Il Gobbo 5/01/09 23:10 - 3015 commenti

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La figlia di un pezzo grosso dell'establishment, il di lei ganzo e la di lui ganza architettano un piano per rovinarlo, in quanto Simbolo del Sistema. Ma... Velleitario e pretenzioso come i tre giovanotti (Bisacco e due bellissime), è un altro meteorite del cinema contestatario, di cui condivide la struttura di thriller erotico, il dècor pop (nella prima parte), il ritmo blando e le inquadrature "artistiche". Bella fotografia di Storaro, atroci musichette folk-rock. Malgrado l'aura leggendaria dovuta alla scarsa visibilità, un filo noiosetto.

Ciavazzaro 23/07/10 20:53 - 4768 commenti

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Interessante dramma-thriller con risvolti edipici. Il bravo Chris Avram è un buon protagonista, bella e convincente la McDonald, spintarello per l'epoca. Il complotto dei tre giovani "eversivi" si fa seguire con piacere e si riesce a cogliere la disperazione del buon Avram sempre di più nel corso del film, fino al morboso finale. Merita la visione.
MEMORABILE: Il vetro nella scena finale.

Fauno 4/08/10 11:12 - 2208 commenti

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Come film è lentissimo, ma la lentezza è giustificata da un bersaglio o da una vittima che si spegne inesorabilmente. Disarmante la sua buona fede e la sua bontà d'animo, ma ancora di più l'aspetto angelico dei suoi carnefici e le loro idee ben congegnate su come distruggerlo e alzare il tiro con la contestazione. Se aggiungiamo la paesaggistica eccellente, un motivo di sottofondo che ci sta al bacio, questa bellezza sofferente di tutti e quattro i protagonisti e questa angoscia ottimamente trasmessa, non possiamo che dargli un voto altissimo.
MEMORABILE: La scena del guardone se viene colta è eccellente; la scena d'amore fra Avram e la Gael all'inizio.

Homesick 14/01/11 11:05 - 5737 commenti

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In prima battuta si teme di assistere alla solita pellicola sulla contestazione giovanile imbevuta di suggestioni pop; invece, cammin facendo si viene conquistati da qualcosa di decisamente più originale, percependo i ripensamenti e i sensi di colpa che assalgono il ricattatore nei confronti della sua ignara vittima e assistendo alla virata psicanalitica che avvolge il lirico excipit. Anche la tecnica si attesta su soddisfacenti livelli, per merito della fotografia di Storaro e della suadente colonna sonora. Attori misurati e corretti.

Giùan 15/12/13 08:03 - 4539 commenti

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Oggetto filmico difficilmente identificabile, deve la sua “aureola” cult sia alla peculiare cura tecnica, incardinata sulla carezzevole fotografia di Storaro e sulle sonorità psichedeliche dello score, sia al modo in cui Rossetti, pur senza guidarlo con la necessaria “autorevolezza”, conduce lentamente (spesso pigramente) il film dallo sterile piano politico al più pregnante sottotesto melò/incestuoso, sciogliendolo in un finale ad alto tasso emotivo Moraviano nel mood pur tradendone il dettato, subliminalmente anticipa atmosfere di Buongiorno notte.
MEMORABILE: Nota di merito per un credibilissimo Avram e per le due splendide cavallone col volto d’angelo: McDonald e Anna Gael; Le mani sul vetro.

Lucius 13/09/14 11:00 - 3015 commenti

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Ricercatissima, stilisticamente parlando, caratterizzata da uno stile che denota un forte stampo autoriale, la pellicola di Rossetti presenta al suo interno scene erotiche di grande naturalezza e una trama incentrata su forti motivazioni. Il racconto di Moravia viene tradotto in immagini con grande gusto visivo, movimenti di macchina studiati e il meglio delle musiche pop dell'epoca. Non di facilissima fruizione (il film non richiede distrazioni) ma di grande fascino anche per il sottotesto libertino.

Cotola 22/03/15 10:54 - 9009 commenti

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Più interessante nelle intenzioni che nei risultati questa pellicola post sessantottina che con una sceneggiatura migliore avrebbe potuto essere ben altra cosa. Sì, poiché oltre ad essere datato (ma questo ci può stare visto il quasi mezzo secolo di distanza da noi) è anche molto lento. Ma soprattutto non convincono i troppi dialoghi e le scelte dei personaggi che alla fin fine risultano banali e ben poco rivoluzionarie. Su tutto si veda la motivazione finale dietro alla macchinazione. Pregevole fotografia di un giovane Storaro. In ogni caso non male.

Trivex 5/06/15 09:54 - 1740 commenti

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Un concentrato di "68 e post" che evidenzia anche i limiti e le contraddizioni della "rivoluzione" dei giovani rampolli, figlie annoiate di uomini potenti o "signorini" eleganti che si dilettano in propositi "antisociali" nelle pause dall'insegnamento del tennis. Poi resta l'umanità che alla fine, almeno qui, compare e contrasta l'inutile rancore, alla fine indirizzato solo verso il nulla. Ottima interpretazione di Chris Avram e bravi anche gli altri, per un film a tratti morboso e provocatorio, spesso lento e faticoso ma comunque figlio del suo tempo.

Markus 3/08/15 09:30 - 3682 commenti

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Melodramma inchiodato al tempo dell'uscita, con tutti i pregi (ambienti psichedelici, musiche) e tutti i difetti (tempi morti, scene d'amore un po' stucchevoli); il film di Rossetti incarna certi umori del periodo, ma lo fa adottando una formula di narrazione tediosa che, con gli occhi di oggi (e forse anche quelli di allora), smorza qualsiasi buon intento di godimento dell’opera. Discreta l’interpretazione degli attori, così come la fotografia.

Myvincent 11/06/19 08:45 - 3726 commenti

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Il titolo è fuorviante poiché trattasi di un dramma nervoso, complicato, come solo Moravia poteva concepire. Un uomo di mezza età è al centro di un complotto di cui a un certo punto si indovinano le motivazioni. Morboso, ma anche soprattutto coraggioso per quei tempi in Italia (anche se il '68 è passato da un anno), il film naufraga nella solita noia intellettualistica, rivelando un vantaggio inaspettato: preparare al sonno della notte in maniera indolore.

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Il Dandi 3/08/19 18:18 - 1917 commenti

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Dramma interessante ma non coinvolgente, scabroso ma casto, modernista ma impietosamente invecchiato. L'intro coi tre giovani "dreamers" che ordiscono il complotto ai danni dell'industriale corrotto e playboy lascia ben sperare; ma poi dopo averla tirata tanto a lungo con le chiacchiere anti-capitaliste non è una gran sorpresa scoprire le motivazioni più edipiche del ricatto. Peccato perché le facce sono tutte giuste e c'è una certa cura formale (scenografie pop, musiche folk-rock), con la fotografia di Storaro che meriterebbe un'edizione degna.
MEMORABILE: "Dici che andrà bene?".
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  • Discussione Fauno • 14/09/14 21:27
    Contratto a progetto - 2742 interventi
    Grande commento, Lucius! Mi fa piacere tu l'abbia apprezzato. I film mediocri sono ben altri! FAUNO.
    Ultima modifica: 14/09/14 21:28 da Fauno
  • Discussione Lucius • 15/09/14 00:08
    Scrivano - 9063 interventi
    Concordo, lo stile registico è impeccabile e originale.Comunque vedo per il momento che nessuno gli ha dato due pallini, più o meno lo hanno apprezzato tutti.
  • Homevideo Quidtum • 14/05/15 15:33
    Custode notturno - 2201 interventi
    La versione cinematografica italiana (86'44") ha un finale amaro, ben diverso rispetto alla versione spagnola (91'49"), la quale presenta le scene erotiche che non sono passate indenni alla censura italiana:
    ATTENZIONE SPOILER
    in questo caso alla fine si ode un colpo di pistola (che era chiaramente avvertibile anche nel mux della traccia audio italiana, registrata dalla proiezione al cinema Trevi, sulla VHS spagnola) ma la figlia rimane sola e in lacrime davanti alla finestra fino alla comparsa della scritta FINE e non si vede il padre che appoggia la mano sul vetro dall'interno.
    Ultima modifica: 4/12/15 18:21 da Quidtum
  • Musiche Zender • 15/05/15 07:11
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Sì, come detto le recensioni non le mettiamo, solo i link.
  • Homevideo Zender • 28/11/15 14:18
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Ok, però queste cose scrivetele sul davibook o via messaggi privati, grazie.
  • Homevideo Mirrrko • 28/11/15 15:35
    Galoppino - 174 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Ok, però queste cose scrivetele sul davibook o via messaggi privati, grazie.
    Susami ma mi è venuto di scriverla perché dal report della commissione censura del 4 dicembre 1969 viene fuori che alcune scene presenti nella versione spagnola erano presenti nella copia pre-censura italiana e mi è parso interessante.
  • Homevideo Quidtum • 28/11/15 17:13
    Custode notturno - 2201 interventi
    Mirrrko ebbe a dire:
    ...dal report della commissione censura del 4 dicembre 1969 viene fuori che alcune scene presenti nella versione spagnola erano presenti nella copia pre-censura italiana e mi è parso interessante.
    Ma infatti è una cosa attinente ed interessante: si vede che lo spirito censorio del dott. Sesso aleggia ancora oggi su di noi :)
  • Homevideo Zender • 28/11/15 18:08
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Non ci siamo capiti, credo: io non mi riferisco alle scene tagliate di cui va benissimo parlare, dico solo che parlare di mux e cose del genere, è bene evitarlo. Primo perché poi mi subissano via mail di richieste a cui non posso rispondere, due perché pare che li si voglia magari vendere (so benissimo che non è il tuo caso né di altri, ma questo è quanto poi mi chiedono) quando anche passarli gratuitamente non è comunque concesso se non privatamente, intendo.
  • Homevideo Mirrrko • 29/11/15 10:50
    Galoppino - 174 interventi
    Ok, cancello quel post e mi scuso di nuovo.
  • Curiosità Zender • 24/11/22 18:31
    Capo scrivano - 47726 interventi

    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images63/delittoalcircolo.jpg[/img]