Film di mafia piuttosto povero, ma sceneggiato con un minimo di cura. Scritto, prodotto, diretto ed interpretato da Folco Lulli, vede un gruppo di briganti siciliani allo sbando che verranno eliminati uno ad uno fino all'ovvio finale con tremenda vendetta. Parecchie ingenuità ed alcuni attori decisamente improvvisati, ma grazie ad una buona scrittura come detto il film non annoia.
Non così brutto come mi aspettavo. Certo si nota che è un "poveristico" e che gli attori non sono eccezionali (più che mafiosi/banditi somigliano a una compagnia di caccia), ma la storia non è male e il film è ben diretto. Bellissimi i paesaggi siciliani lontani dal caos odierno. Non male.
Negli stessi anni in cui Petri e Damiani scandagliavano l'humus antropologico della mafia ispirandosi a Sciascia, Folco Lulli, alla sua unica regia, allestiva questo arcaico dramma rusticano, fra agguati, vendette, vedove inconsolabili e malefemmene. Inattendibile come analisi del fenomeno mafioso, il film funzionerebbe come sorta di western alla siciliana, ma il ritmo lento e ripetitivo toglie ogni interesse alla vicenda. Bravi Lulli (ma solo come attore) e Urzì. Sommamente ridicolo il personaggio della Dexter, che si vede comunque volentieri.
MEMORABILE: Lulli travestito da vedova che compie la sua vendetta finale.
Road movie mafioso travestito da spaghetti western (o viceversa), con inserti lounge che manco nei film di Franco e Ciccio, trama meravigliosamente inverosimile, luoghi comuni e caratterizzazioni da sceneggiata, splendida ambientazione negli aspri scenari dell'entroterra siciliano e un incredibile finale, in cui Folco Lulli, con il suo faccione super truce e la fisicità da molosso che lo contraddistingueva, si getta, coraggiosissimo e imperturbabile, tra le braccia di un ridicolo che oltrepassa il sublime. Imperdibile!
Mafia movie che ricorda, a grandi linee, i 10 piccoli indiani della Christie; nel complesso è interessante, pur non essendo un capolavoro, e ha un epilogo non del tutto prevedibile. Godibili le parti inerenti la Sicilia meno turistica, così come i rapporti interpersonali tra i mafiosi fuggitivi. Ben dosati gli stacchi tra la fuga e il “contorno”, così che la narrazione non risulta noiosa fino al termine.
MEMORABILE: Il passaggio tramite una rozza teleferica; Il travestimento finale.
Viaggio attraverso la Sicilia da Nord a Sud-ovest verso l'espatrio. Sorta di anabasi mafiosa che Lulli dirige in modo asciutto, con attenzione per l'aspro paesaggio, intervalli di folklore epicorico e i vari imprevisti, incidenti, insidie e vendette che funestano il lungo tragitto; negli ultimi minuti la sceneggiatura rientra nell'ordinarietà del noir, per poi concludersi con un colpo di scena di marca naif. Castissimo lo spogliarello della Dexter, la cui bellezza gentile fa contrasto con i rozzi colleghi uomini, sufficientemente descritti nelle loro psicologie e nei loro contrasti.
MEMORABILE: Il passaggio con la pericolante teleferica, efficacemente ripreso con soggettive a suspense.
Unico film diretto dall'attore Folco Lulli. Il risultato, purtroppo, è piuttosto scadente; vuole essere un mafia-movie ma somiglia molto di più a uno dei tanti spaghetti-western in voga nel periodo. Personaggi stereotipati all'inverosimile e pochissima suspense; si salva, in questo senso, la scena della teleferica. Le morti dei personaggi, poi, inducono quasi alla risata per quanto sembrino comiche. Deludente.
Sicilia coast to coast per il film della vita di Folco Lulli, eroe del nostro cinema del dopoguerra che ha lavorato praticamente con tutti. La storia coinvolge grazie a un tessuto narrativo piuttosto lineare e a una serie di colpi di scena che creano momenti di tensione vera. La scrittura, nonostante qualche ingenuità, non presenta momenti di stanca e il ritmo si mantiene veloce dall'inizio alla fine. Il cast è in buona forma (su tutti il bravissimo Lulli) esaltato dalla credibile ambientazione siciliana. Buona ost di Gori. Si può guardare.
MEMORABILE: La scena della teleferica; L'omicidio alle spalle per un capretto; Il finale.
E' un film senza particolari pretese, ma che nel suo piccolo si lascia vedere, e si simpatizza sempre di più per questi picciotti che son costretti ad attraversare a piedi la Sicilia per partire verso una destinazione sconosciuta, e che guarda caso vengono decimati in modo più o meno occasionale. Quasi una sorta di "10 piccoli indiani" economizzati (visto che sono 7) e in movimento! Se l'inganno come sempre si paleserà ma non sarà chiaro, ci penserà qualcun altro a chiarire bene le idee... Eccellente la trovata della teleferica, buffissimi lo scambio di persone e la fuga in moto.
MEMORABILE: La mappatura alla centrale di Polizia; I nascondigli iniziali; "Dove vai tu? Dove volevi andare?"; "Fetuso!"
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HomevideoZender • 16/10/09 08:32 Capo scrivano - 47698 interventi
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