L'agente speciale Mackintosh - Film (1973)

Agente segreto entra in carcere spacciandosi per detenuto. Deve indagare su un traffico di diamanti partiti da Malta sino all'Irlanda. Colpevole un parlamentare britannico insospettabile. Girato in maniera mancina da Huston è uno dei film meno memorabili anche se nel finale fa il verso ad Hitchcock. Non particolarmente brillante nonostante il buonissimo cast e la bellezza fragile di Dominique Sanda.

Tra i film meno riusciti del grande regista John Huston, è la storia di un agente che sconta tre anni in prigione da infiltrato per indagare su un traffico di diamanti. La sceneggiatura non è impeccabile è il ritmo troppo cadenzato. Buona la prova del cast.

Il controspionaggio inglese è sulle tracce di non si sa bene chi, il quale traffica in gioielli non si sa a che scopo. Quindi, manda in galera un agente segreto per smascherare il tutto. Seguono evasioni, narcotizzazioni, pestaggi, incendi, feste in barca. Strana spystory inutilmente complicata, con una trama che ha più buchi di Stonehenge e un Paul Newman mai visto così fuori parte. Huston cominciava a perdere colpi e non mi pare si sia impegnato granché. Veramente modesto e del tutto trascurabile.

Essenziale e senza fronzoli o forzature; manca di spettacolarità e il finale un po' delude, ma d'interesse ne desta non poco. Certo che se non si capiscono tutti i bluff, controbluff e soprabluff di servizi segreti e politici che contano si rischiano di perdere le connessioni fra i dettagli (in primis l'espediente del traffico di diamanti!), tanti punti interrogativi restano tali e si arriva addirittura a ridicolizzare le situazioni folkloristiche che a quel punto paiono buttate lì a casaccio... In realtà nessun attore demerita, ed è un buon film.

Se le poste inglesi sono affidabili, un po' meno lo sono certi ministri della corona, immanicati in un traffico di diamanti e spionaggio, che viaggiano su lussuosi yacht dall'Irlanda fino alla pittoresca isola di Malta. Certo Huston non ha bisogno di prendere spunti da Hitchcock, ma è troppo evidente la somiglianza di questa spy story con certi lavori di Hitch. In più c'è la Sanda, bionda che sarebbe piaciuta al maestro del brivido, anche se troppo "pulita" (nonostante le sbrigative avances fatte all'agente Paul Newman). La mano c'è, ma è troppo leggera.

Firmato da due nomi illustri (John Huston alla regia e Walter Hill alla sceneggiatura), si colloca nella media dei film spionistici, compiendo qualche balzo nell'ambientazione europea (suggestive le spoglie brughiere irlandesi) e nelle prestazioni di Newman, che non si fa problemi a restituire alle donne le botte che queste gli hanno rifilato e di Mason, politicante viscido e reazionario. Grande il finale in chiesa, dove peraltro la Sanda libera il suo personaggio dall'opacità da cui fino a quel momento era rimasto velato.

Dopo essersi fatto arrestare per un furto di diamanti, un agente sotto copertura viene contattato da una organizzazione specializzata in evasioni...Nonostante la sceneggiatura porti la firma di Walter Hill, l'azione è secondaria rispetto ai dialoghi in questo spionistico dove l'ambiguità dei personaggi in gioco, tipica del filone lecarrettiano riguarda questa volta anche il protagonista, come dimostra il finale insolito per il genere. Regia piuttosto spenta di Huston, nonostante gran parte della vicenda si svolga nella natia Irlanda, ed anche il cast offre prestazioni di routine.