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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Day of the fight
Anno: 1951
Genere: corto/mediometraggio (bianco e nero)
Regia: Stanley Kubrick
Note: Aka "The day of the fight", "Il giorno del combattimento".
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Un cortometraggio (appena una quindicina di minuti) per il primo Stanley Kubrick, ambientato nel mondo della boxe come lo sarà (marginalmente) il poco riuscito IL BACIO DELL' ASSASSINO. Fotografato con un bianco e nero notevole, dalle molteplici luci e ombre, e raccontato per la sua interezza unicamente de una voce fuori campo, THE DAY OF THE FIGHT mantiene in pieno le premesse del titolo descrivendoci la giornata-tipo del pugilatore di periferia, dal risveglio alla fine del match. Notevoli le inquadrature kubrickiane, da una lenta panoramica di oggetti come guantoni, asciugamani, borse termiche che scorrono davanti alla camera...Leggi tutto da presa in una giostra di significati e metafore, ai primi piani della mano del pugilatore che si apre e si chiude davanti ai nostri occhi portando in secondo piano un uomo seduto in un apprezzabile alternarsi di messe a fuoco, fino ad arrivare alla geniale inquadratura che segna l'inizio dell'incontro: il protagonista è ripreso da sotto lo sgabello sul quale è seduto il suo avversario. Al suono del ring vediamo lo sgabello gettato in terra dall'avversario e la macchina de presa che sale fino a tornare all'inquadratura tradizionale.
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- Quello che si dice un buon film:
Marcel MJ Davinotti jr., Pigro, Belfagor, Rebis, Caesars, Ultimo, Saintgifts
Il giorno del match del boxeur Walter Cartier, dalla sveglia a letto col gemello suo manager alla colazione in compagnia del cane, dalla comunione agli spogliatoi fino al ring. Ispirandosi a un suo precedente servizio fotografico, Kubrick scolpisce un poderoso ritratto di "eroe normale" (fascinoso il pugile in queste inquadrature), travet della boxe ma anche potente animale da ring che attende solo di essere ridestato. Un bel b/n e una musica sostenuta accompagnano i 16 minuti del corto, regalando anche alcune riprese suggestive.
Il primo lavoro di Kubrick fa da anello di congiunzione fra la sua produzione fotografica (in parte dedicata al mondo del pugilato) e quella cinematografica (che appunto inizierà con Il bacio dell'assassino). Si possono già apprezzare delle inquadrature particolari, un buon bianco e nero, una notevole gestione dei piani di profondità e la capacità di estrapolare un significato profondo anche dagli oggetti più comuni. Col senno di allora: che bravo questo Kubrick, speriamo che faccia strada.
MEMORABILE: L'inquadratura dello sgabello prima dell'inizio dell'incontro.
La vigilia del combattimento nella vita del pugile Walter Cartier… Unità di tempo, azione e luogo (New York). Montaggio serrato, profondità di campo, taglio cronachistico (il soggetto di partenza è un servizio fotografico dello stesso Kubrick). Lo sguardo verticale sul protagonista coglie l'uomo dietro il personaggio pubblico. Un'avvincente ricostruzione che definisce gli elementi narrativi secondo una riduzione eidetica, essenziale, tutta in sottrazione. Conchiuso.
Buon corto d'esordio di Stanley Kubrick. L'abilità del regista risiede, oltre che nella tecnica, nel riuscire a fornirci un quadro di un uomo qualsiasi (se non lo sapessimo, sarebbe impossibile pensare a un pugile che da lì a poco sarà impegnato in un incontro importante) alle prese con le cose comuni che si fanno in una giornata normale (colazione, messa, pranzo al ristorante, coccole al cane). Lavoro superiore al coevo Padre volante e al suo primo lungometraggio. Bella la fotografia in b/n dello stesso Kubrick.
L'esordio alla regia di Stanley Kubrick è un cortometraggio (circa 12 minuti) che descrive con maestria la giornata tipo di un pugile di periferia (Walter Cartier) partendo dalla colazione, passando per la comunione e la preparazione al match serale. Già si intravedono ottime doti registiche, specie nella parte finale. Ottima la prova fuori campo narrante la vicenda. Un buon prodotto di un (allora) ragazzo che ha segnato indelebilmente la storia del cinema.
Kubrick salta i preliminari dell'incontro con una scena che denota la sua formazione fotografica e parte decisamente al suono del (primo?) gong, con il protagonista inquadrato da sotto lo sgabello dell'avversario. La prima parte, più convenzionale, è un reportage che accompagna i due fratelli dall'inizio della giornata del combattimento, dove una musica tra l'epico e il drammatico, assieme alla voce narrante, tende a montare una tensione che, molto appropriatamente, termina quando inizia il vociare del pubblico attorno al ring.
MEMORABILE: Le varie provenienze dei ragazzi che vogliono diventare pugili.
Stanley Kubrick HA DIRETTO ANCHE...
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- La scena clou del colpo da KO non è stata girata da Kubrick, ma da Alexander Singer.
I due amici avevano una macchina da presa ciascuno, un modello relativamente economico e che consentiva di caricare un ridotto metraggio di pellicola. Così Kubrick e Singer si divisero le riprese da angolature diverse (l'incontro era ripreso dal vivo) e il colpo del KO avvenne proprio mentre Kubrick stava ricaricando la pellicola. (Stanley Kubrick, l'uomo dietro la leggenda, V. Lobrutto) - Forse tra gli aka andrebbe messo il titolo tradotto in italiano "Il giorno del combattimento". Con questo titolo (anche se non credo che sia mai stato usato "ufficialmente") è riportato su Imdb.
- Ebbe la sua "prima" al cinema il 26 aprile 1951, in accoppiata col film "Voglio essere tua".Ultima modifica: 29/05/15 14:24 da Zender
