Donne in catene - Film (1973)

Scarna sintesi di avventura, blaxpoitation, guerriglieri filippini e women in prison: quest’ultimo è l’elemento più accattivante, con un gruppo di donne dietro le sbarre concupite dal lesbismo delle loro carceriere. L’azione è tutta cucita addosso alla coppia bianconera Markov-Grier – l’anno dopo in La rivolta delle gladiatrici – e su Sid Haig, all’epoca magro e con ancora un po' di capelli in testa, ma già tremendamente scatenato.

L'inizio è da classico W.I.P., con tanto di docce e carceriere lesbiche; ben presto comunque il film prende il largo, insieme alle due protagoniste, unite loro malgrado. È un bel confronto, per quanto non approfondito, tra la bianca ricca che gioca alla rivoluzione e la nera pragmatica che pensa ai soldi. E anche due bei paia di gambe... Per fortuna Romero non si limita a puntare su abiti succinti e tette (che comunque abbondano) ma cerca di costruire una storia sensata. Non c'entra con l'ambientazione, ma la colonna sonora funky è gradevole.

Exploitation: prigione e lesbismo, cosce e seni al vento, personaggi esaltati, uccisioni violente; trama, svolgimento e situazioni improbabili, dialoghi scurrili, tocchi di umorismo, tragedia. Nell'insieme non sta in piedi nulla, se non la vernice da grindhouse di cui è smaltato il film; sezionandolo si troverà senz'altro qualcosa di divertente e riuscito; per gli appassionati di questo tipo di prodotti "ha il suo perché".

Mediocre e furbesco assemblaggio di vari sottogeneri: dall'erotismo da women in prison (con annessi pervertimenti) al gangster al guerrilla movie. Purtroppo la materia è trattata con la scipitezza consueta a Romero cosicché mai si ascende a vette cult. La Grier mostra il davanzale; a rimanere nella memoria, però, sono i biondi crini della Markov (appena uscita dal casco della parrucchiera) e le simpatiche strafottenze di Haig.

Parte come un classico WIP con il consueto armamentario di prigioniere bellocce ai lavori forzati in una sperduta isoletta, secondine lesbiche e sadiche e carcerate sotto la doccia, per virare in un action con le due detenute fuggiasche inseguite da poliziotti corrotti, gangster tanto sanguinari quanto grotteschi e guerriglieri da operetta. Torture, sparatorie e montagne di cadaveri sono intervallati da qualche squarcio erotico, senza che ciò dia alcun significativo contributo a salvare la traballante baracca. Comunque piacevoli la nera Pam Grier e la bianca Margaret Markov.