I favolosi Baker - Film (1989)

Due fratelli suonano insieme nei night, fino a che l'arrivo di una cantante che si unisce a loro... Bel film dove a brillare sono le facce: l'adorabile canaglia che farebbe sciogliere pure una suora, la cantante volgaruccia ma dotata di talento e infine il padre di famiglia che deve portare i soldi a casa. La trama non sconta i soliti clichès e la fotografia illumina luoghi e città non troppo conosciuti. Bravi i due Bridges e la Pfeiffer ha classe anche quando mastica una cicca.

Film che vale sopratutto per le belle prove recitative di tre ottimi attori come i fratelli Bridges e Michell Pfeiffer che interpretano tre artisti molto diversi tra loro ma uniti da legami familiari e sentimentali. Per il resto il film è un po' troppo ricco di clichè e luoghi comuni narrativi. Con un cast meno incisivo finirebbe subito nel dimenticatoio.

Quella del pianista di piano bar è una professione ingrata: nessuno ti bada, se hai ambizioni meglio che te le scordi e col tempo finisci per diventare un soprammobile del locale. A spezzare la routine dei fratelli Baker ci pensa Susie, cantante volgaruccia ma esuberante, vitale: lei potrebbe portarli in qualche luogo sconosciuto ma l'incantesimo non dura. Il film finisce così per diventare una riflessione sulla dicotomia tra mediocrità (che è anche quieto vivere) e una mai sopita aspirazione all'Arte (con cui rischi di bruciarti). Musiche OK.

Non avevo mai visto all'opera il membro meno noto della famiglia Bridges: debbo dire che mi ha sorpreso, anche se da noi è stato favorito dal doppiaggio di Tonino Accolla. La Pfeiffer è semplicemente incantevole anche se la storia ha uno sviluppo piuttosto prevedibile e questa prevedibilità la porta a sfilacciarsi... un vero peccato. 4 nomination all'Oscar, tutte meritate. Da citare la colonna sonora.

I fratelli Bridges interpretano due fratelli musicisti spiantati, che si invaghiscono entrambi della loro nuova singer: ingegnoso chi li ha ingaggiati, perché l'intesa fraterna è eccellente. Ottime la trama e la sceneggiatura, con alcuni passaggi veramente malinconici e riflessivi. Da vedere soprattutto per chi suona ed è abituato a sbarcare il lunario o semplicemente a cercare di ricavare qualcosa dalla propria passione.

Due fratelli si invaghiscono della nuova cantante che cerca di alzare "l'audience" dell'ormai sbiadito repertorio. Spunti di riflessione e vita vissuta donano fascino a questo sulfureo film, ben interpretato dai fratelli Bridges e dall'incantevole Pfeiffer (non male neppure la sua voce quando canta!). Piacevole e meritevole delle quattro nomination agli oscar.

Regia abile a rendere interessante una storia quasi completamente prevedibile, con personaggi non proprio nuovi ma interpretati piuttosto bene dai fratelli Bridges e dalla splendida Pfeiffer. Jeff Bridges ha il compito più difficile del bel tenebroso, sempre sul filo di cadere nel facile cliché. Affrontare la vita suonando cover e portare a casa il pane o buttarsi con coraggio nel meno popolare jazz, con tutte le incognite del caso? È la metafora su cui corre tutto il film che, non a caso, lascia un finale aperto che regala qualche punto.

Fratelli pianisti ingaggiano una cantante per ottenere più successo nelle loro esibizioni ma la presenza della donna, piuttosto volgare ma vocalmente dotata e molto attraente, mette in crisi un rapporto già reso difficile dalle differenze caratteriali... Commedia amarognola dalla trama piuttosto scontata, a parte il finale aperto, resa interessante dalla colonna sonora e dalle buone prove attoriali: Jeff Bridges e Pfeiffer sono belli e trasudano fascino, ma per contrasto a risaltare è soprattutto Beau Bridges, il fratello più bruttino, nel ruolo ingrato del grillo parlante pignolo.

Ogni minuto che passa sembra di immergersi lentamente nelle pagine di un romanzo d’altri tempi, perdendosi tra le vicissitudini dei protagonisti, avvolti dalle suadenti note del jazz. Locali notturni, strade semideserte e illuminate da insegne colorate vengono interrotte a stento da una pallida alba che sembra riportare per un attimo ai margini della frenetica vita quotidiana. I toni sono quasi sempre dimessi malgrado l’eleganza e la raffinatezza stilistica che gli dona un discreto fascino. Va sentito sulla pelle lasciandosi trasportare.

A una coppia di fratelli musicisti si unirà una cantante. Parte come una commedia poco brillante, continua con una fase sentimentale e inevitabili incomprensioni. Si poteva fare un omaggio a un certo tipo di musica (buoni alcuni inserti) e invece ci si concentra sulle vicende del trio. La Pfeiffer riesce a stare sul palco ma ha scarsa voce, i fratelli Bridges sono credibili, specie quando litigano. I vari spettacoli coi due pianoforti sembrano piuttosto fuori dal tempo come intrattenimento.