Note: Il secondo della trilogia di Von Trier sull'Europa. Il primo è "Forbrydelsens element" (aka "L'elemento del crimine") ('84), il terzo è "Europa" ('91).
Secondo capitolo della trilogia sull'Europa di Trier. A grandi linee parla di un regista e uno sceneggiatore che stanno scrivendo un film su un'epidemia, senza accorgersi che una vera malattia sta invadendo l'Europa.. Che dire di un film girato in B/N, con dialoghi interminabili, ambientazioni statiche, musica quasi inesistente, trama semi-incomprensibile, svolgimento talmente lento da far impallidire "La corazzata Potemkin"... C'è a chi piace, per me è poco più di una presa in giro.
Girato con pochi mezzi e pochi soldi, il film però presenta molte buone idee. Sicuramente si tratta di un film imperfetto e lento, gli effetti splatter, tuttavia, sono pochi ma di buon effetto e la tensione, pur nella lentezza del film, non manca mai ed è di buona qualità. Ottime le musiche e le interpretazioni, lodevole per quanto riguarda la fotografia in bianco e nero e per la riprese, mai scontate e di buon gusto. Un ottimo prodotto, affatto scontato, di un regista controverso ma dall'indubbio ed inquietante talento.
Inguardabile. Immagini praticamente inconsistenti raccontano di un film nel film, alternando realtà a finzione in una grande confusione generale. Dialoghi piatti e poco elaborati non aiutano ad approfondire una trama a dir poco enigmatica. Von Trier interpreta un dottore che scopre un'epidemia che egli stesso sta diffondendo. Il significato di tutto ciò è di impossibile elaborazione...
Cosa sta succedendo al mondo intero? Siamo nell'illusione di un copione scritto a mano o è la realtà che prende il sopravvento sulla fantasia? Von Trier confeziona un film di difficile fruizione, lento e avvitato su se stesso che farà torcere il naso ai suoi detrattori. Io l'ho trovato invece molto suggestivo e a tratti inquietante. E poi quella E che continua a lampeggiare sullo schermo accresce la sensazione di disagio che si prova man mano che si va avanti.
Von Trier cerca di rivitalizzare un tema abusato come quello del terribile morbo che invade il mondo. Lo fa mescolando "realtà" e finzione: ci sono, infatti, un regista ed uno sceneggiatore che scrivono appunto un plot su una terribile pestilenza. Peccato che i risultati siano mediocri, soprattutto a causa di una noia che mette a dura prova anche gli spettatori più pazienti a causa di dialoghi spesso pretenziosi ed inconcludenti. Si salvano un certo gusto per le inquadrature e qualche riuscita coloritura ironica (strano a dirsi visto il regista che anche qui non manca di prendersi sul serio).
MEMORABILE: Il finale in cui si concentrano i pochi effetti splatter del film.
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DiscussioneRaremirko • 6/02/15 23:46 Call center Davinotti - 3862 interventi