I ragazzi del Reich - Film (2004)

L’amicizia tra due ragazzi nella scuola per ufficiali nazisti: un aspirante pugile e un aspirante scrittore, che scoprono di essere pedine di un sistema spietato. Bel film che si avvale di una buona ricostruzione, ottima regia ed eccellenti giovani attori, ma soprattutto di una storia al contempo minimale e grandiosa, che racconta della fragile stagione dell’adolescenza e dell’etica individuale di fronte alla storia. Il film è pieno di potenti scariche emotive che difficilmente lasciano gli occhi asciutti (il clou nel lago di ghiaccio).

Uno sguardo acuto dentro l'indottrinamento nazista, la strategia dell'inseminazione del male per ottenere i germogli neri del reich millenario vantato da Hitler. Ma anche nell'antro più oscuro la luce dell'umanità riesce ad insediarsi e a scuotere le coscienze. Un film ben costruito, con una narrazione ampia e dettagliata, tutto il cast risponde all'appello con encomiabile profitto. Un'altra doverosa pagina sull'impero del male, più intestina e non saranno mai abbastanza, perché la memoria è un dovere.

In una cornice di accurata ricostruzione storica, si narra di due giovani vite che, in maniere drammaticamente diverse, si rifiutano di cadere nell'abisso del male. Ancora alle prese con la tematica del nazismo, prima de L'onda, Gansel firma un film intenso, di grande respiro, offrendoci una visione potente dell'inferno "educativo" del terzo Reich, mostrando di conoscere bene la fisiologia e la psicologia dei totalitarismi. Avrei preferito un finale più realistico e meno programmatico, ma è comunque un esempio di grande cinema.

Durante la guerra, l'amicizia fra due ragazzi di diverse origini sociali che frequentano una scuola di élite per ufficiali nazisti. Il più schivo dei due, figlio di un gerarca ed aspirante scrittore, saprà trasmettere all'altro, pugile di belle speranze, la propria crescente angoscia di fronte ad una "educazione" mirante ad estirpare ogni traccia di umanità. Finale tragico, forse forzato, ma commovente. Bel film, molto ben fatto e di suggestiva ambientazione, che schiva le trappole della retorico anche grazie ad interpreti sensibili. Da vedere.

Una valida ricostruzione storica per un classico film di formazione. Ad un certo punto sembra L'attimo fuggente in versione nazionalsocialista; un castello-scuola che ricorda L'orco, ma sono solo sensazioni. Una storia che procede linearmente, raccontata alla perfezione, senza divagazioni o vezzi stilistici superflui. Non c'è spazio per la retorica. Bravi i giovani attori ed affascinanti (ma anche inquietanti) le scenografie: il film riesce a ricreare efficacemente un'atmosfera senza mai essere eccessivo. Da vedere sicuramente.

In una scuola per futuri ufficiali del Reich, due amici (un pugile di umili origini e il figlio di un Gauleiter) diventano progressivamente consapevoli della crudeltà del nazismo. Gansel evita la retorica e i sentimentalismi, scegliendo giustamente di creare il dramma per sottrazione. La storia passa così attraverso scenari a colori freddi, addestramenti desensibilizzanti, umiliazioni fisiche e psicologiche. L'unico cambio di tono si ha nel finale, meno realistico e più emotivo, ma comunque di notevole impatto.

Un film sulla cultura del nazismo che più di altri riesce a farci entrare nel momento storico e, attraverso giovani di diversa estrazione sociale che si stanno affacciando al proprio futuro, ci propone una visione, che forse ci mancava, di come una ideologia quale quella nazista sia potuta crescere e proliferare. La cosa che più mi ha colpito è la involontaria complicità della famiglia operaia del giovane pugile, che pur essendo contro il nazismo, per una ignorante severità, non riesce a spiegare al figlio il pericolo a cui va incontro.

Gran bel film che induce alla riflessione e getta una luce sul fenomeno nazista visto dal di dentro, anzi dalla base educativa, tesa a bandire ogni forma di pietà. Bello e triste perché pone interrogativi su una generazione che, per azioni interne e esterne, perde la sua umanità e una nazione, un tempo culla della cultura europea, che diviene il cuore pulsante dell'odio umanizzato. Una generazione plagiata da ideali malati potrà solo far danno, regola che vale per ogni forma e colore totalitarista. Recitato bene e diretto meglio. ***!

L'amicizia di due ragazzi all'interno di una scuola speciale di formazione nazista si trasforma in un concetto puro, in antitesi con la brutalità enfatizzata dal buio primitivo del momento storico. Uno pugile (gioia per gli occhi degli ufficiali nazisti) e l'altro scrittore (ritenuto "troppo debole" persino dal padre) si troveranno ad affrontare insieme l'amara e cruda realtà di quegli anni, nei quali non si dava spazio a pietà e umanità. Buonissime la fotografia e la regia, ottima anche l'interpretazione. Ce ne fossero di film così.

Un film sul nazismo più subdolo, che si insinua tra le menti adolescenti di ragazzi quasi del tutto ignari del loro destino (o meglio, del destino al quale andava incontro la Germania di Hitler). Molto intimista lo sviluppo delle vicende, che riescono a non cadere nella retorica grazie alla drammaticità del contesto e alle notevoli interpretazioni dei giovani protagonisti. Un film non di guerra, ma che apre una finestra di riflessione su quell'ondata di follia che attraversò un'intera nazione, scuotendo purtroppo poche sensibili anime.

Tra i migliori film a tematica nazista. Centrato sulla formazione di cadetti in una prestigiosa accademia del Reich, mette in scena sacrifici, crudeltà, dissapori e attrazioni tipiche di un collegio militare maschile. Si formano i futuri figli di Hitler, pronti a servire la nazione. Le prove da superare sono estreme e il traguardo ambito. Con una regia degna di nota, avvolto in un'ambientazione nevosa e girato con grande perizia tecnica, il film di Gansel ha molte frecce al suo arco. La scuola per reclute naziste fornisce un valido sguardo sugli orrori del terzo Rech. Formativo.