Onibaba - Le assassine - Film (1964)

Onibaba - Le assassine

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Tutto ambientato in un canneto ai bordi d'un fiume, un dramma crudo che vede protagoniste una donna e la sua giovane nuora: mentre intorno a loro infuria la battaglia (che poco avvertiamo, a dice il vero), le due fermano e uccidono i guerrieri che passano sottraendo poi loro le armature per rivenderle. Immerso in un cupo bianco e nero che contrasta con stile quasi espressionista luci e ombre, il film abbonda di primi piani e tagli virtuosi d'immagine: esteticamente colpisce, e le apparizioni nel finale del "demonio" (la maschera che campeggia in molte locandine) caratterizzano scene di alto valore immaginifico. Non le uniche, perché grazie anche a una colonna sonora a base percussiva...Leggi tutto la particolarità del quadro generale è garantita. A non convincere è una sceneggiatura che starebbe scritta in un fazzoletto, causa di una monotonia di situazioni alla lunga sfibrante. Gli scambi di occhiate, le corse nel canneto, le camminate fino al fiume, gli sterili dialoghi col guerriero tornato dalla guerra che annuncia la morte del marito del più giovane finendo di fatto col sostituirlo si ripetono secondo uno schema presto logoro. E' solo l'arrivo dell'uomo con la maschera a variare davvero, finalmente, il registro. Percettivamente appagante, ma è bene vederlo sapendo cosa aspettarsi.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/08/08 DAL BENEMERITO COTOLA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 5/06/15
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Cotola 4/08/08 13:34 - 9044 commenti

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Splendido dramma, con leggere virature nell'horror e nel fantastico, scritto e diretto da Shindo che è bravissimo nel costruire una storia che dopo una prima parte dai ritmi piuttosto dilatati, cresce poco a poco fino ad arrivare ad una parte finale molto intensa e coinvolgente che non lascia scampo, emozionale, allo spettatore. Narrativamente piuttosto semplice lo è meno da un punto di vista del significato se si esclude una troppo semplicistica lettura antibellica in virtù della quale la guerra è colpevole di far uscire gli istinti peggiori.

Undying 29/09/09 11:55 - 3807 commenti

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In piena guerra, vivono d'espedienti una giovane donna e sua suocera: depredando, per necessità vitali, i cadaveri di uomini caduti in battaglia. L'apparizione di un samurai con, celato sotto la maschera, un volto in putrefazione dà corso a strani e inquietanti eventi. Primo dramma, dalla considerevole venatura horror, realizzato in giappone -ed approdato con ampia distribuzione nel mercato occidentale- in grado di porsi solo apparentemente sul piano di denuncia sociale. Lo stile di Shindô opta per un inizio lento ed esasperante destinato poi a tramutarsi in un finale concitato e coinvolgente.

Mdmaster 28/08/11 23:00 - 802 commenti

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Tecnicamente superbo, nel film di Shindo paesaggio e personaggi diventano un unicum, intersecandosi nel loro incessante nascondersi e mostrarsi. Un ritmo lento gestito in maniera impeccabile; rimanere attaccati alla storia è facilissimo con il sapido mix di tensione sessuale, terribili tocchi horror e disperati omicidi. Facile anche vederci una diretta critica al capitalismo, quel continuo alimentare il "buco nero" con il sangue e la corruzione. Ottima pure la soundtrack. Indiscutibilmente favoloso.
MEMORABILE: Il manifestarsi del samurai diabolico; la lotta finale per togliere la maschera.

Max renn 9/03/12 16:38 - 80 commenti

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Onibaba ha il fascino del racconto senza tempo, oscura favola mitica ed espressione dell'uomo quale creatura caratterizzata da ancestrali pulsioni ed ardori che travalicano culture e confini. E così, nonostante il ritmo lungo e la "cultura del silenzio" tipica del cinema orientale, col passare dei minuti si respira sempre più questa dimensione universale che Shindo trasmette grazie ad una direzione prossima alla poesia. Un must per gli amanti dell'horror adulto e del cinema in generale.

Mickes2 20/08/12 17:12 - 1670 commenti

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Elegante e crudo, realista e lirico apologo sulla disperazione e spietato racconto sulla sopravvivenza nel quotidiano in tempi di guerra. Tetro, spettrale, immerso in una landa desolata, limbo perfetto ed evocativo per accogliere le paure, le gelosie, il cinismo, la rabbia e le prospettive di un’umanità persa nella distruzione morale e materiale, in viaggio verso l’inferno. Il gelido b/n ammanta ogni inquadratura, i volti sono esplorati in affascinanti passaggi chiaroscurali, i richiami simbolici vengono sublimati da un sound design ipnotico.

Daniela 2/03/15 09:27 - 12662 commenti

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In un paese dilaniato da lotte intestine, una donna e la giovane nuora depredano i cadaveri dei soldati per sopravvivere, finché l'arrivo di un uomo mette a rischio il loro rapporto... Potente apologo della guerra come buco nero delle coscienze e della forza del desiderio capace di vincere anche la paura dell'inferno, Onibaba è una sinfonia visiva di straordinaria bellezza, con le canne della palude che, mosse dal vento, diventano testimoni e complici della follia umana. Capolavoro, trasmette come pochi altri il senso panico della natura, anche grazie alla colonna sonora di grande suggestione.
MEMORABILE: La donna più anziana abbracciata all'albero secco; La corsa della ragazza di notte, sotto la pioggia, verso l'amante; l'urlo nel finale

Belfagor 5/05/15 16:39 - 2690 commenti

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In tempo di guerra la madre e la moglie di un soldato attirano in trappola i soldati per depredarli e ucciderli. Ambientato in un canneto minaccioso e claustrofobico, è un tumultuoso dramma sulla guerra come ritorno dell'uomo allo stato bestiale, regressione enfatizzata dai suoni naturalistici, dalla gelida fotografia in b/n e dai primi piani che esaltano la tensione fra i protagonisti. Appesantito solo in parte dal proprio insistere sul messaggio antibellico, sorprende per il forte simbolismo e il crescendo di tensione nella seconda parte.
MEMORABILE: L'apparizione del samurai; La maschera maledetta; La corsa degli amanti sotto la pioggia; Il finale.

Buiomega71 16/05/15 00:48 - 2910 commenti

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Contornato da una natura ostile e pre-kinghiana (i canneti sembra abbiano vita propria), impreziosito da una splendida fotografia in B/N (che risalta i chiaroscuri quasi neorealistici), immerso in una cupezza e in una ferocia che non risparmia nessuno (il finale con la maschera che non si toglie e la disperata corsa notturna nei campi lasciano il segno). Forse ripetitivo in alcuni frangenti, ma trasuda erotismo carnale, follia femminea, superstizione e disperazione. Da antologia l'inizio con l'assassinio dei due samurai e la buca, praticamente muto e sottolineato dal potente score di Hikaru Hayashi. Torbidamente spettrale.
MEMORABILE: La vecchia che, dopo aver visto copulare, presa dal fuoco della passione si strofina contro un albero; L'apparizione notturna del demone nel canneto; La buca con i resti umani.

Rebis 23/06/15 17:23 - 2337 commenti

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Annoverato dalla critica occidentale negli annali dell'horror, il film di Shindo è in realtà un apologo morale che deve la sua cifra terrifica alla matrice fiabesca. Visivamente è un'opera abbacinante, in cui la contrastata fotografia di Kiyomi Kuroda trasforma il cannetto ondeggiante in un languido e malsano indice emozionale. Nella dialettica tra le due protagoniste - straordinarie - si consuma un processo di liberazione sessuale che riflette il dissolversi del sistema feudale, stigmatizzando il controllo culturale operato sulle coscienze. Eccezionale il commento sonoro di Hiraku Kayashi.
MEMORABILE: Le fughe notturne attraverso il canneto.

Pinhead80 24/08/19 16:48 - 4760 commenti

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In un periodo medioevale non ben definito, due donne sopravvivono alle guerre che si susseguono intorno a loro, catturando a tradimento giovani combattenti. L'arrivo di un uomo spezzerà l'equilibrio che teneva legate insieme suocera e nuora. Grandissimo film che si può definire un horror a tutti gli effetti. Le corse attraverso i campi sono tra le cose più belle di un film che non smette di stupire per ingegno ed efficacia. La lussuria e l'invia sono due demoni che possono portare alla follia.
MEMORABILE: Il buco.

Kaneto Shindô HA DIRETTO ANCHE...

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Fedeerra 19/01/20 04:07 - 770 commenti

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Splendido e cupissimo melodramma femmineo, diretto da Shindô con pennellate d’inchiostro scuro (proprio come quello usato per i manga). Un apologo sulla sessualità, le pulsioni e l'invidia ferina. Il campo di grano sembra abbia braccia, mani e gambe, vivo e vivido come (se non di più) i personaggi che lo abitano. Il vis à vis finale tra le due protagoniste è sublime; il demone, che vige dentro ognuno di noi, alla resa dei conti fa davvero più paura quando si palesa senza la sua maschera. Finale assordante, senza speranza. Capolavoro.

Giùan 28/01/20 10:33 - 4559 commenti

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Esemplare quanto vigoroso apologo nel quale, partendo da un racconto della tradizione buddista, Kaneto Shindo costruisce un climax di tensione primigenio e inesorabile. L'intero apparato narrativo e scenografico del film (la esiguità e nodalità dei personaggi, la morbosità dei rapporti che li avvincono, l'ambientazione in uno scenario naturale drammaticamente esiziale) risultano propedeutici alla creazione di un racconto estremo, rarefatto ma per questo ancor più realistico e spaventoso, in grado di agitare spettri inconsci e bisogni inestinguibili.

Jdelarge 6/09/20 18:38 - 1000 commenti

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Fantastico film diretto da Kaneto Shindô, che si serve dell'altissima erba nella quale agiscono i protagonisti della vicenda come di un vero e proprio personaggio fisico, tanto che in svariate occasioni la si può sentire. Al centro della trama vi sono superstizioni e credenze, tra maschilismo e shintoismo, in una realtà nella quale la differenza fra demoni ed esseri umani sembra annullarsi completamente. Sonoro e musiche di livello eccelso, così come la prova di tutto il cast. Grande cinema.

Anthonyvm 20/10/21 15:44 - 5689 commenti

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Magnifico dramma in costume che fa collimare con strabiliante e arcana naturalezza il crudo realismo della quotidianità contadina (che la guerra ha tramutato in un teatro di omicidi, furti e istinti bestiali) con un angosciante clima onirico da antico racconto di spettri e demoni, cui offre sostegno l'alienante colonna sonora. Il cinema horror al suo zenit di eleganza compositiva e concettuale, dalla magistrale tensione psicologica che matura di scena in scena (giochi di seduzione, gelosie e crudeli manipolazioni mentali) alla profondità pittorica del bianco e nero. Da contemplare.
MEMORABILE: La doppia uccisione iniziale; Il buco nel terreno; Lo smascheramento del guerriero; Le apparizioni della "demone"; La maschera attaccata; Il salto.

Minitina80 9/07/22 09:30 - 2984 commenti

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Un dramma sulla povertà derivante dal turbinio della guerra, rappresentato in maniera essenziale e con un occhio sopraffino capace di partorire inquadrature suggestive e grondanti inquietudine. Lento, se non pachidermico, prolisso e asfittico, eppure funzionale a descrivere la prigione corporea e metaforica che attanaglia le due sventurate. La palude si agita al vento e le paure più profonde affiorano, alimentando angosce e istinti di sopravvivenza non più latenti che penetrano anche nell’animo di chi guarda, testimone inconsapevole, di una rappresentazione di umana sofferenza.
MEMORABILE: La maschera che non si toglie.
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  • Discussione Zender • 31/07/14 07:44
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Ok, aggiungiamocelo che male non fa.
  • Discussione Buiomega71 • 16/05/15 09:49
    Consigliere - 25999 interventi
    NOTTI E NEBBIE DEL GIAPPONE

    Spettrale, disperato, feroce, viscerale, carnale, folle, nichilista, spietato, crudele...Insomma, gli aggettivi si sprecano per questo piccolo gioiello di rara potenza visionaria e emotiva

    51 anni sul groppone e non sentirli, ancora attuale (anzi, attualissimo) che non ha perso di un grammo la sua furia devastante

    Si viene subito immersi in un atmosfera agorafobica e sudicia, tra la fiaba (nerissima) e le lande sperdute e abbandonate di un post-atomico

    Due samurai fuggono (feriti) in uno sterminato campo di canneti (che sembrano vivere di vita propria, come i futuri campi insanguinati kinghiani), braccati da due uomini a cavallo. Improvvisamente vengono trafitti da una lancia...A ucciderli senza pietà due donne (nuora e suocera) che li depredano e poi li gettano in un pozzo. Incipt da antologia, praticamente senza parole, ma sottolineato dal possente score di Hikaru Hayashi

    Basterebbe questo prologo (così feroce, così terrifico, così alla luce del sole-come alla luce del sole venivano a galla gli orrori ancestrali della Casa Dalle Finestre che Ridono di Non Aprite quella Porta e di Non si sevizia un Paperino-e ben poca differenza a questa sperduta pampa giapponese sia con il delta del Po avatiano sia col Texas hooperiano e con la lucania fulciana) a consegnare questa gemma ai posteri

    Poi, le due donne, che vivono in una spelonca sperduta in mezzo ai canneti, rivendono ciò che hanno sottrato ai samurai uccisi ad uno strozzino per qualche sacchetto di soia.

    Il tran tran omicida (la guerra imperversa implacabile, quasi come in un dopo bomba) viene interroto da un disertore, che accenderà nella ragazza una voglia irrefrenabile di sesso (il sesso esplode in tutta la sua furia, tra amplessi sotto la pioggia, nei campi, nella capanna, rincorrendosi nudi come negli esotic movie italiani degli anni '70), suscitando nella "vecchia" (che comunque per il sottoscritto era di una sensualità selvaggia dirompente, molto di più della ragazza giovane) gelosie e risveglio dei sensi (di culto la scena in cui la "vecchia" spia i due amanti fare all'amore e poi, presa dal bollente desiderio, va a stofinarsi contro un albero)

    Prima instilla nella giovane superstizione e dannazione (chi fà sesso fuori dal matrimonio brucerà all'inferno), poi ruberà la maschera di un demone ad un samurai che si era perso nel labirintico campo di canneti, che una volta caduto nella fossa, verrà depredato dalla vecchia.

    Con indosso la maschera del demone, la vecchia, spaventa la giovane nelle sue uscite notturne per incontrare il suo uomo, si palesa a lei tra i canneti come la vecchia cadaverica baviana de La goccia d'acqua, terrorizzandola...

    Ma il diavolo si sà, fà le pentole e non i coperchi, e la maledizione del samurai ucciso (tramite la maschera) farà scaturire disperazione e follia, condannando la vecchia, fino ad un finale che difficilmente si dimenticherà per ferocia e crudeltà.

    La maschera che non si toglie più, le mazzate per romperla, la vecchia che impazzisce dal dolore, il volto deturpato come nei migliori horror gotici , la disperata fuga notturna nel canneto, la fossa...

    Insomma, Onibaba prende i visceri e l'encefalo e sconquassa le emozioni

    Supportato dalla magnifica fotografia in b/n di Kiyomi Kuroda (che predilige i chiaroscuri e regala tracce neorealistiche a volte, fiabesche in altre) e dall'imbruttimento allo stato selvaggio dell'essere umano, mozza il fiato per la sua agorafobia e per momenti puramente baviani e terrifici.

    Forse un pò ripetitivo in alcuni frangenti, ma Shindo racconta senza sbavature, immergendo il suo narrato in un atmosfera umidiccia, spettrale, sozza e putrida.

    La vecchia che ci prova con l'uomo che vuole portarle via la nuora, la fossa con i resti dei cadaveri, la vecchia che gira a seno nudo come un amazzone, le corse notturne tra i canneti della ragazza, il samurai che porta la maschera del demone perchè troppo bello per mostrarsi agli altri e che con la sua bellezza potrebbe ammaliare, la maschera stessa, le apparizioni notturne-e baviane-del demone tra i canneti, il finale folle e feroce, la fossa in mezzo al campo, le due donne che per furia omicida femminea mi hanno ricordato le due sorelle zitelle di Una Candela per il Diavolo (là la locanda e le turiste scosciate, qui una capanna e i samurai dispersi), l'ossessione del sesso, le superstizioni, la brutale uccisione del cane per nutrirsi, i corpi ansimanti e sudati delle due donne avvinte dall'afa e dalla lussuria, le tracce quasi fiabesche in mezzo a tanta miseria, la solitudine, l'agghiacciante stop-frame finale come negli horror americani settantiani a venire (Craven insegna) tutti tasselli di un opera che può davvero definirsi un cult movie a tutti gli effetti.
    Ultima modifica: 16/05/15 16:53 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 16/05/15 09:57
    Consigliere - 25999 interventi
    Splendido il dvd edito dalla Raro video per la collana Eccentriche visioni (fuori catalogo) che utilizza un master rimasterizzato e risalta la fotografia in bianco enero di Kiyomi Kuroda

    Video 2.35:1

    Audio giapponese con sottotitoli italiani

    Booklet a cura di Enrico Ghezzi e Bruno Di Marino

    Extra trailer originale e intervista a Daniela Raddi, studiosa di cinema giapponese

    Durata effettiva: 1h, 38m e 15s
    Ultima modifica: 16/05/15 11:51 da Buiomega71
  • Curiosità Buiomega71 • 16/05/15 10:06
    Consigliere - 25999 interventi
    * La maschera utilizzata in questo film ha ispirato William Friedkin per le sequenze subliminali de L'esorcista, in cui appare il volto bianco di un demone.

    * Il regista voleva girare il film in uno dei molti campi di miscanthus sinensis del Giappone e mandò uno dei suoi assistenti a trovare quello più adatto alle riprese. Ne trovarono uno vicino ad un fiume e lì vi costruirono diverse capanne che ospitarono la troupe per tutta la durata delle riprese; venne concomitato dal regista e tutta la troupe che chi avesse lasciato la location, non sarebbe stato pagato. Le riprese vennero effettuate tutte alla luce del giorno, in quanto, durante la notte, l'alta marea del fiume riversava nei campi una moltitudine di insetti e granchi.

    Fonte Wikipedia

    * Nobuko Otowa (la vecchia nel film) diventerà la moglie del regista Kaneto Shindo

    *Il film prende spunto da un racconto favolistico buddista "La maschera di carne che spaventò una moglie", che la madre di Kaneto Shindo raccontò al proprio bimbo prima di dormire

    Fonte Pier Maria Bocchi, dossier di Nocturno L'occhio nel pozzo, pg.20, scheda critica del film.

    Conosciuto anche con i titoli anglofoni: The Demon; Devil Woman; The Hole; The Ogress; The Witch.
  • Homevideo Rebis • 24/06/15 10:02
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Segnalo che nel dvd Raro Video è presente anche il doppiaggio d'epoca italiano restaurato: è stato inserito tra i contenuti speciali probabilmente perché essendo privo di molte parti è da considerarsi più che altro una curiosità...
  • Homevideo Buiomega71 • 27/03/16 18:28
    Consigliere - 25999 interventi
    Rieditato in dvd per la Sinister, disponibile dal 24/05/2016

    http://www.amazon.it/Onibaba-Special-Nobuko-Otowa/dp/B01DA2F1TY/ref=sr_1_531?s=dvd&ie=UTF8&qid=1459096045&sr=1-531
  • Homevideo Cotola • 27/03/16 20:51
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Mi accontenterei che avesse lo stesso master del dvd Raro video. Sarebbe l'occasione buona per recuperarlo.
  • Homevideo Buiomega71 • 27/03/16 20:52
    Consigliere - 25999 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    Mi accontenterei che avesse lo stesso master del dvd Raro video. Sarebbe l'occasione buona per recuperarlo.

    Sì, Coty, il dvd Raro è ottimo (come il film, del resto)
  • Homevideo Xtron • 3/07/16 12:28
    Servizio caffè - 2149 interventi
    Ecco il dvd SINISTER

    Audio italiano e giapponese
    Sottotitoli in italiano
    Formato video 2.35:1 anamorfico
    Durata 1h38m21s
    Extra: Trailer, filmato 8mm di Kei Sato

    immagine a 23:06
  • Homevideo Digital • 1/05/19 10:08
    Portaborse - 3997 interventi
    Dvd Sinister disponibile dal 13/06/2019.