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L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/07/08 DAL BENEMERITO MATALO! POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/08/14
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Matalo! 24/07/08 19:46 - 1378 commenti

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Ogni genio ha un sogno; Tati costruire la sua città, Tativille, colossale, dispendiosa, felicemente inutile metropoli della mente progettata fin l'ultima vite dal genio francese. Playtime è un film che non ha mai un personaggio in primo piano, nemmeno Hulot, perso in una assurda fiera e in lotta con gli elementi della modernità. Tutti gli esseri umani sono piccole formiche nel cuore della vera protagonista, Tativille appunto. Immortale la scena della fiera e quella dell'inaugurazione del ristorante, che vale quanto i disastri di Hollywood party.
MEMORABILE: La scena del ristorante, le nuvole dei titoli di testa, Tativille.

Ford 10/08/08 11:42 - 582 commenti

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Tati s'indebita pesantemente e costruisce una propria città in cui girare, bellissima, moderna, cinematografica. Non contento decide di girare in 70mm e questo vuol dire altissime spese e grandissime difficoltà di proiezione (e d'incassi); ecco così "Playtime", un kolossal comico: non c'è trama, è solo la vita di una modernissima Parigi, i personaggi vanno e vengono, mai un primo piano (non servono), l'umanità brilla in tutta la sua imprevedibilità nella modernità asettica che li circonda, le trovate comiche di Tati sono di un altro pianeta.
MEMORABILE: L'inaugurazione del ristorante, contenitore di una serie ininterrotta di gag incredibili.

Pigro 6/05/09 10:08 - 9673 commenti

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Giornata parigina per una comitiva di turiste, che incrocia la vita di innumerevoli personaggi in un quartiere ultramoderno. Straordinaria sinfonia di immagini e azioni, con un originale senso dell'umorismo basato sull'osservazione dei gesti quotidiani, orchestrati in rapporto con la 'vita' degli oggetti. Geniale la composizione dell'immagine (quasi sempre in piano lungo) che esalta una coralità in cui ciascun elemento ha peculiarità proprie. Da ricordare gli uffici-monadi, le case di vetro, il ristorante chic che diventa bettola. Incantevole.

Cotola 3/03/10 23:32 - 9053 commenti

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Uno dei quei film impossibili da raccontare e che andrebbero visti più e più volte per poterne apprezzare appieno tutti i particolari che all'inizio inevitabilmente sfuggono. Dopo una prima parte dalla comicità più trattenuta ma comunque geniale dal punto di vista scenografico, si passa alla seconda (dal ristorante in poi) in cui il ritmo comico cresce sempre di più divenendo alla fine inarrestabile e suscitando tantissime risate. Stile e comicità sono Tati allo stato puro. L'architettura di Tativille è una pura ed inarrivabile fantasmagoria.
MEMORABILE: Dal ristorante in poi praticamente tutto.

Belfagor 1/08/10 12:28 - 2690 commenti

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L'immensa Tativille è splendidamente asettica e moderna, ma anziché essere funzionale e a misura d'uomo, si rivela in realtà una gigantesca trappola comica che innesca una sequenza di gag pressoché ininterrotta. Monsieur Hulot questa volta deve affrontare il logorio della vita moderna in questo splendido e colossale film comico, levigato e lucente come il vetro e l'acciaio dei suoi edifici. Una sinfonia di colori freddi il cui vero protagonista è una moderna Metropolis, di cui non posso non adorare la straordinaria architettura.
MEMORABILE: La scena del ristorante.

B. Legnani 29/07/10 21:58 - 5535 commenti

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Morandini (*****) ne spiega l'insuccesso dicendo che Tati "ha sopravvalutato l'intelligenza del pubblico". Mi ci trovo in pieno, non nel giudizio del critico, ma nel parere del pubblico. Al di là dell’innegabile spirito d’osservazione dell'autore, fa ridere una gag tirata lunga sul fatto che quando uno vuol fare una foto i passanti lo disturbano? Che nel chiudere uno schermo portatile esso si storce? Che chi deve lasciare la macchina non ha mai la moneta per il parchimetro? Il celebrato finale m'ha ricordato Hollywood party, che mi piacque ancor di meno. Lode incondizionata, invece, per la messa alla berlina degli architetti che da decenni ci complicano la vita.

Daniela 1/07/12 18:01 - 12672 commenti

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Sinfonia urbana in cui la Parigi canonica, intravista solo di riflesso, lascia il posto ad una città di vetro ed acciaio, popolata da umani in buffa simbiosi con oggetti polifunzionali (la poltrona musicale, l'asta del lampadario e del tram, la maniglia che sostituisce la porta, lo schienale marcatore, lo sgabello box per ubriachi). Mentre Hulot si moltiplica, Tati firma la sua opera più ambiziosa e sfortunata, dove l'osservazione critica della modernità non preclude il saper cogliere la bellezza delle piccole cose (il mughetto). Capolavoro.
MEMORABILE: La serata inaugurale del ristorante - La rotonda stradale trasformata dall'ingorgo del traffico in una giostra di luna park

Mickes2 25/03/13 16:03 - 1670 commenti

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Lontani dalle vacue escursioni vacanziere e dritti nel futuro: Tativille, città futurista basata sulla modernizzazione imbevuta nella frenesia, dove il nostro si aggira con quel fare invisibile tra il goffo e il buffo, un signore d'altri tempi che fa i conti col caos odierno. Festival del nonsense e della comicità poetica e intimista per un'opera tecnicamente mostruosa che sottolinea, tramite accurati campi lunghi, una coralità di esistenze nella globalizzazione, cercando però di congelarne il tempo rapportandovi l'importanza delle piccole cose.
MEMORABILE: La stupenda e parossistica arrembata conclusiva.

Saintgifts 28/03/13 22:20 - 4098 commenti

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Se Le vacanze di monsieur Hulot era un film comico (alla maniera di Tati naturalmente), questo è una poesia: una lunga stancante poesia che va vista (letta) con gli occhi esperti e professionali di un attore-professore che sappia cogliere tutte le sfumature racchiuse in essa, al limite con l'ausilio del fermo immagine. Poesia perché riesce a rendere romantiche anche le cose più fredde, o comunque a criticarle con benevolenza, come i lampioni che tagliono il cielo, un enorme mazzo di fiori. Stancante perché in un qualche senso ripetitiva, non fulminea.
MEMORABILE: Calore nella poesia: il feeling (amore) di Hulot per la bella turista americana.

Deepred89 22/07/14 22:16 - 3709 commenti

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Un'esperienza singolarissima e memorabile, un film di una perfezione geometrica e di un rigore estetico raramente eguagliato, di una comicità sotto le righe ma sarcastica e alienante, che punta molto sul suono e sulle figure in secondo piano e dunque difficilmente apprezzabile se non si visiona il film nelle sue condizioni migliori (e possibilmente in originale). Divertente ma claustrofobico e dilatato nei ritmi, al di sotto delle possibili potenzialità in certi frangenti (la festa alla Hollywood party) ma comunque unico e imperdibile.
MEMORABILE: Tativille, così grigia e perfetta che sembra uscita da un incubo.

Jacques Tati HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina Giorno di festaSpazio vuotoLocandina Le vacanze di Monsieur HulotSpazio vuotoLocandina Monsieur Hulot nel caos del trafficoSpazio vuotoLocandina Mio zio

Paulaster 26/05/22 09:48 - 4427 commenti

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Monsieur Hulot e un gruppo di turisti si incrociano visitando una Parigi del futuro. Tati insiste sul soggetto del logorio tecnologico col sottile humor di cosa peggiora la vita al posto di semplificarla. Grande sforzo produttivo per creare la cittadina anche se la cosa che resta più impressa sono i tempi dei movimenti di scena, simili a un meccanismo ad orologeria. Il grigiore degli spazi provoca distacco emotivo e solo l’uomo, anche se confusionario, ridà il colore del vivere. L’ultima parte porta a un'esasperazione dei comportamenti di stampo keatoniano.
MEMORABILE: I loculi di lavoro; La finta di aprire la porta; Il tornello al supermercato; La rotonda imbottigliata.

Apoffaldin 21/04/24 12:24 - 46 commenti

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Una giornata di Hulot a spasso per Parigi. Film a percorso circolare, si apre e chiude con l'inquadratura del cielo: invito alla fantasia e all'immaginazione come antidoto alla reificazione dell'uomo. È una celebrazione delle potenzialità espressive del cinema: domina il campo totale con la molteplicità di azioni al suo interno e il rumore espressivo. Progressivamente i colori freddi lasciano il posto a quelli caldi e la scena vuota o massificata a una più omogenea distribuzione dei personaggi nell'inquadratura, trionfo della gioia sull'omologazione indistinta di uomini e cose.
MEMORABILE: Il rumore come strumento espressivo; L'uso della profondità di campo; La rottura della porta a vetri del locale, "bomba libera tutti" per il playtime.
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  • Discussione B. Legnani • 30/07/10 13:39
    Pianificazione e progetti - 14969 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Pigro ebbe a dire:
    .Ma lo sapete, i miei gusti tendono nettamente all'ostico. Anzi, visto che ci sono vi consiglio vivamente un altro film che ho arditamente bollato come "capolavoro": Satantango di Bela Tarr (andate a leggere il mio commento...). Così la prossima volta dalla tagliata di manzo passerete direttamente alla tagliata di Pigro (in senso horror-splatter). ;-)

    Hollywood Party per alcuni è esilarante, per altri tumefacente.


    Esatto: per me è brutto.
    Posso aggiungere che le cose più divertenti -in PLAYTIME - mi sono parse quelle "vecchie", come Tati che scambia l'albero del lume per la sbarra cui appoggiarsi in autobus e come il grande bottone della porta a vetri andata distrutta, ma usato per fingere che la porta ci sia ancora. Ma è umorismo alla Keaton o alla Stanlio & Ollio.
    Senza il minimo senso della polemica, chi apprezza il film, mi può spiegare perché trova divertenti le declinazioni che Tati fa delle cose che ho citato nel mio commento?
    Grazie.

    ***
    A Matalo!
    Ci mancherebbe altro che uno non sia contento di inserire una scheda... Un film, qualunque film, è uno scrigno prezioso di sensazioni. Cosa dava Mereghetti (e perché) e cosa dà ora e perché?
    Farinotti non va oltre ***. Morandini, come detto, *****.
  • Discussione Pigro • 30/07/10 14:30
    Consigliere - 1661 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Senza il minimo senso della polemica, chi apprezza il film, mi può spiegare perché trova divertenti le declinazioni che Tati fa delle cose che ho citato nel mio commento?


    Mah, credo che Playtime vada visto (almeno così lo vedo io) proprio in un'altra prospettiva, che non è quella delle gag, ma semmai di un'orchestrazione complessiva, di una visione umoristica generale, in cui ogni singola minuscola cosa dà il suo minimo contributo alla polifonia visivo-sonora. La singola gag può essere o meno divertente, ma è l'insieme a generare la risata o - meglio - lo stupore divertito. Per cui, sinceramente non ricordo con esattezza le singole scene di cui parli (ho una memoria pessima per i dettagli dei film), ma quello che ricordo bene è come la comicità di Tati si esprima qui a un livello davvero unico nella storia del cinema.
    Se fino ad allora (e dopo di lui) la comicità si era espressa, appunto, nel focalizzare l'attenzione su ciò che faceva ridere, con Tati si elimina il focus trasformando lo schermo in una sorgente policentrica di microazioni comiche o bizzarre, per cui sullo schermo ci sono sempre molti punti da vedere contemporaneamente per poter percepire questa comicità totale. Ricordo che guardando il film avevo la sensazione di essere inebriato dalla moltitudine di stimoli nei vari punti dell'inquadratura, che avevano vivacissime microazioni (non a caso c'è quasi sempre il campo lungo): una vera ubriacatura, da sindrome di Stendhal! Non mi è mai capitato di vedere una sapienza così raffinata nel concepire l'inquadratura in questo modo.
  • Discussione Matalo! • 31/07/10 09:50
    Call center Davinotti - 614 interventi
    [ Insomma qui non si mette certo in discussione l'abilità "tecnico-artistica" di Tati quanto la pretesa di consegnargli l'alloro della risata universale ;)
    E chi ha consegnato allori?
    dobbiamo discutere della soggettività delle emozioni qui? sarebbe gettare via il tempo
  • Discussione Matalo! • 31/07/10 09:59
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Probabilmente la tua insegnante di teatro ha ragione, ciò non toglie che questo film sia cinema al 100%.
    Comunque dipende da cosa fa ridere e da cosa si è abituati a vedere e se si è disposti ad allargare gli orizzonti della visione. io credo di essere abbastanza fortunato ad essere così vecchio perchè sin da giovane mi sono arrivate informazioni sui vari linguaggi cinematografici, grazie anche alla tv. I western di Ford e Hawks,i film di totò e tati,la commedia all'italiana, le comiche, i fratelli marx i grandi classici e al cinema magari in quelli di terza visione i wetern spaghetti,franco e ciccio i kung fu movie etc etc e questo mi è servito per avere un'idea discretamente ampia del cinema e a sapere che un giudizio su un'opera non dipende solo dalla mia pancia e che un capolavoro può essere sempre un capolavoro a prescindere dai miei gusti. Non sono il centro dell'universo...
    peraltro non credo che la definizione di film comico per playtime sia esauriente.Come per hollywood party (ma molto di più e in maniera ardita)Playtime gioca sul rallentamento dei tempi comici,inoltre tra i vari meriti ha l'uso del sonoro che fonde parole e suoni e rumori in un unico bisbiglio rarefatto e sotteso
  • Discussione Matalo! • 31/07/10 11:10
    Call center Davinotti - 614 interventi
    ***
    A Matalo!
    Ci mancherebbe altro che uno non sia contento di inserire una scheda... Un film, qualunque film, è uno scrigno prezioso di sensazioni. Cosa dava Mereghetti (e perché) e cosa dà ora e perché?
    Farinotti non va oltre ***. Morandini, come detto, *****.


    mereghetti una volta dava 2 e ora tre, ha sempre qualche riserva sul film ma si è accorto che non passa inosservata
    io credo che sarebbe stato meglio se avesse dato O al film, per coerenza
    Per chi non lo sapesse O non è zero per mereghetti ma delusione d'autore. Playtime è un film che non concede vie di mezzo visto che è un film così estremo
  • Discussione Matalo! • 31/07/10 11:11
    Call center Davinotti - 614 interventi
    p.s.:per me Farinotti neanche esiste come critico cinematografico.
  • Discussione B. Legnani • 31/07/10 11:15
    Pianificazione e progetti - 14969 interventi
    Matalo! ebbe a dire:
    p.s.:per me Farinotti neanche esiste come critico cinematografico.

    Preferisco Morandini, ma in alcuni giudizi non convenzionali mi trovo in linea con Farinotti.
    Mi rispondi su Mereghetti, per favore?
  • Discussione Matalo! • 31/07/10 12:08
    Call center Davinotti - 614 interventi
    ti ho risposto
    leggi bene sopra

    anzi....ripeto
    mereghetti una volta dava 2 e ora tre, ha sempre qualche riserva sul film ma deve averlo rivisto...
    riguardo il nuovo commento non ricordo perchè non ho il mereghetti ultimo, ho sbirciato alla feltrinelli di mestre una copia
    io credo che sarebbe stato meglio se avesse dato O al film, per coerenza
    Ultima modifica: 31/07/10 12:09 da Matalo!
  • Discussione Matalo! • 31/07/10 12:11
    Call center Davinotti - 614 interventi
    ho notato che c'era una svista sul mio post precedente; c'è un punto del computer che se mi appoggio mi fa saltare le righe
  • Curiosità Zender • 6/08/16 16:26
    Capo scrivano - 47802 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: