Mysterious skin - Film (2004)

Mysterious skin
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Non è da tutti affrontare argomenti tanto "scabrosi" con una naturalezza e insieme una crudezza che mai possano apparire come gratuite. Gregg Araki, che le nuove generazioni sa come raccontarle, comincia quasi subito mettendo in piazza l'evidenza di un rapporto pedofilo tra il piccolo Neil (Ellison) e il coach (Sage) della sua squadra di baseball. Non arretra di fronte alla fase di approccio, si ferma appena prima di sfociare nell'esplicito seguendo un modo di procedere che seguirà per tutto il film, tratteggiando con malizia e disarmante candore la figura del primo dei due protagonisti, destinato poi a trovare il suo contraltare nel timido Brian (Corbet): due modi diversi...Leggi tutto di introiettare il dramma, due reazioni antitetiche destinate a incontrarsi all'ombra di una piccola, pacifica cittadina del Kansas.

Cresciuto, Neil (Gordon-Levitt) ha perso ogni grammo di residua ingenuità e vende il suo corpo a depravati che bramano il suo corpo di adolescente e se lo prendono. Ridotto spesso a bambola inerte durante gli amplessi, Neil conduce una vita inevitabilmente sregolata, ma non dominata da eccessi che lo possano sovrapporre ai ritratti di gioventù perduta che tanto cinema ci ha fatto conoscere. Scopertosi presto gay, ha un amico dai medesimi gusti sessuali e ha Wendy (Trachtenberg), che lo conosce meglio di chiunque altro e cerca come può di aiutarlo a non perdersi. Ha una madre (Shue) non troppo in quadro e la ferma intenzione di non fermarsi a riflettere. Brian invece sconta un passato da ragazzino schivo, goffo, e da grande si è convinto di essere stato rapito dagli alieni, una sera di tanti anni prima. Fa sogni strani, incubi in cui vede proprio Neil e, quando lo riconosce in una vecchia foto di scuola, decide di andarlo a trovare. Le loro vite si incroceranno, ma non subito.

Araki segue parallelamente Neil e Brian (con una netta prevalenza del primo sul secondo) soffermandosi nella descrizione degli appuntamenti sessuali, utilizzati per scavare nella psiche di Brian e per instillare nel film la crudezza necessaria a sottolineare le conseguenze delle violenze subite da bambino; sono ricordi comunque insoliti, edulcorati da una strana revisione dell'atto che fu, una lettura meno severa e tragica del previsto che arricchisce di sfumature anche inquietanti, sicuramente originali il film, deciso a svicolare dalle banalità per conseguire un risultato maturo, anticonvenzionale nella sostanza più ancora che nella forma (comunque di alto livello).

Imperfezioni si notano piuttosto nella scarsa concisione e in alcune deviazioni dalla traccia più brillante che ne affievoliscono l'efficacia, soprattutto nelle parti dedicate a Brian o a Wendy. Ma resta un bell'esercizio di stile, sostenuto da temi forti, aiutato da una scelta ideale per il ruolo di Neil (Gordon-Levitt non era certo un esordiente e farà carriera) e da un finale che riassume in sé tutta la forza del messaggio, espresso con semplicità e naturalezza estreme. Musiche di livello, risultato finale solido che lascia il segno e ci consegna un regista dalle idee chiare e abile nel bilanciare violenza e riflessione senza mai dare l'impressione di esagerare, nemmeno nelle scene in cui l'apparenza suggerisce il contrario.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/07/08 DAL BENEMERITO PIGRO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 21/10/22
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Pigro 21/07/08 10:04 - 9634 commenti

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Un bambino abusato dall’allenatore, un altro rapito dagli ufo. Dopo alcuni anni il primo è diventato un prostituto, l’altro decide di scoprire cosa gli è davvero successo: i due si incontrano e la verità viene a galla. Un film assolutamente straordinario, un pugno nello stomaco, capace di raccontare poeticamente la pedofilia con delicatezza ma senza ipocrisie né morbosità, mettendo a fuoco la vita spezzata (forse per sempre) dei bambini violentati. Bravissimo il giovane Gordon-Levitt. Un film che lascia senza fiato.

Supercruel 25/09/08 13:40 - 498 commenti

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Bellissima pellicola. Intensa, sincera, brutale. La doppia trama intrecciata è gestita in modo eccellente ed il tema che lega il (doppio) canovaccio - la pedofilia - è trattato in maniera dura e lucida, senza tentazione per lo shock facile e scandalistico. Talentuosi gli attori (grande Joseph Gordon-Levitt), poetica la mano di Araki. L'intensita del racconto è subito altissima e non lascia mai la presa, vivendo di una drammaticità che percuote l'anima. Il finale, dove la verità ultima si dispiega, è un calcio nelle palle da lascia a terra svenuti.

Brainiac 4/01/09 13:04 - 1083 commenti

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Dolorossisimo film sulla violenza infantile. Araki entra nella psicologia di due ragazzi che affrontano diversamente il trauma inflittogli da un adulto. Uno cerca in ogni rapporto la sopraffazione che ha ricevuto, l'altro rimuove il trascorso vittima di una famiglia che non coglie i segnali di ciò che è stato. Grande interpretazione dei protagonisti e dei comprimari. Bellissimo.

Gestarsh99 18/09/10 23:46 - 1395 commenti

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È arduo affrontare al cinema una tema così delicato e spinoso come la pedofilia senza sfociare nei due opposti della fumosa sibillinità e del bavoso sensazionalismo. Araki, regista furbo e talentuosamente scandaloso, riesce a tenersi in piacevole equilibrio tra le due insidiose tendenze, evitando magicamente persino la trappola estetizzante di un Ken Park. Due anime infantili violate, seguite nelle rispettive traiettorie esistenziali, tra fantasticherie spielberghiane (gli ufo) e ferini approcci scorsesiani (lo stupro anale). Bravissimo Gordon-Levitt.
MEMORABILE: La brutale sodomizzazione dell'efebico gigolò Neil, interpretato da Joseph Gordon-Levitt.

Onlypippo 9/02/10 00:36 - 38 commenti

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Ottimo film diretto da un grandissimo, ma sottovalutato, regista: Gregg Araki. Nonostante il tema scabroso e problematico, soprattutto da rappresentare su uno schermo cinematografico, Araki non si tira certo indietro e riesce a coinvolgere lo spettatore con una storia brutale e sporca ma allo stesso tenera e struggente. Sicuramente Mysterious Skin è meno eccessivo dei precedenti ma forse, proprio per questo, più disturbante. Per la prima volta il regista nippo-losangelino dirige un film non tratto da una sua sceneggiatura originale. Consigliato.

Luchi78 26/10/11 17:59 - 1521 commenti

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Visto su suggerimento, completamente all'oscuro della trama, è stato un vero pugno allo stomaco. Tutto il film si svolge con canoni di crudezza e brutalità che trasmettono allo spettatore un disagio generico, che si esplicita trovando il suo perché nello splendido finale. Notevole la prova di tutti gli attori, come anche quella della regia che ha dovuto concretizzare in immagini rapporti molto difficili come quelli di pedofilia e una violenza estrema. Forte.

Redeyes 5/10/10 19:39 - 2443 commenti

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Senza fiato. Una carrellata di dolore che ti investe la faccia, come un flacone di shampoo che ti stordisce nel orrore della violenza. Un ottimo film che, partendo dai piccoli ma veri clichè del caso, approfondisce e scandaglia il trauma di due bimbi. Dalla tenerezza della prima scena al disgusto dell'intuita immagine del fisting. Se ne esce col cuore a pezzi, un magone grande e rabbia e dolore. Non è mai semplice affrontare una tematica del genere, ma Araki, pur senza orpelli od invenzioni, lo fa con estrema bravura. Doloroso.

Pemulis 30/12/10 21:52 - 18 commenti

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Tema scabrosissimo, la pedofilia, trattato con grande onestà e delicatezza. Si parte da un distacco quasi umoristico, dove la giustapposizione tra leggerezza dello stile e pesantezza dell'argomento crea un forte impatto sullo spettatore e descrive molto bene il punto di vista del bambino. Il crescendo drammatico prende poi piede sino a un finale scarno, conturbante e commovente. La bellezza efebica di Gordon Levitt ventenne rende ancora più credibile ed affascinante il personaggio del bello e dannato Neill. Reminescenze gusvansantiane. Bello.
MEMORABILE: Dove la gente normale ha un cuore, Neill McCormick ha un buco nero senza fondo. E se non ci stai attento, ci puoi cadere dentro e perderti per sempre.

Cotola 9/05/11 23:34 - 9009 commenti

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E’ difficilissimo trattare un tema delicato e scottante come la pedofilia: Araki (al suo meglio) ci riesce in modo magistrale, assestando un poderoso pugno in faccia allo spettatore, girando un film fortissimo, durissimo e disturbante. Grande è la capacità di ritrarre un mondo di bambini poi adolescenti, abusati e bistrattati e fa male che in esso gli adulti siano marci e malati fino al midollo oppure, quando va bene, del tutto assenti o irritanti nella loro cretineria. Nessun voyerismo gratuito ma anzi un film capace di toccare vette di grande intensità. Meritoriamente coraggioso e difficile, ma non per tutti.

Greymouser 14/05/11 00:46 - 1458 commenti

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Araki firma il capolavoro della carriera, affrontando un tema duro e scabroso come quello dell'abuso. Lo fa in modo diretto, senza reticenze o ipocrisie e senza sconti, ma nello stesso tempo con mirabile misura, riuscendo a non scadere mai nel sensazionalismo morboso. Anzi, pur nella sgradevolezza urticante di molte scene e situazioni, non smarrisce mai l'umanissima pietas verso le vittime, e imprime un afflato poetico che lenisce in parte il dramma, soprattutto nello splendido finale.

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Mickes2 19/07/11 09:47 - 1670 commenti

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La pedofilia raccontata attraverso gli occhi di due adolescenti, due modi diversi di reagire ad una terribile violenza. Gregg Araki, con una regia poetica e morbosa - perché di morbosità si parla - seziona il dramma e ce ne racconta la varie sfaccettature. Indaga tra le piaghe del trauma attraverso un caleidoscopio di ricordi e flashback intrisi di duro e straziante realismo. Tra genitori distratti e assenti prendono vita l'incubo e l'ossessione, da una parte; la consapevolezza di essere speciali dall'altra. Meravigliosa ed intensa parabola sui ragazzi.
MEMORABILE: La sodomizzazione; il finale.

Rebis 21/07/11 17:19 - 2331 commenti

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Tortuosa ascesa dai gorghi dell'infanzia alle cime della consapevolezza adulta. L’antitesi esistenziale di due figli di un abuso dischiude una visione del dolore che abbaglia e disarma. Film della maturità espressiva per Araki capace di ostentare e sublimare il corpo della violenza rispettando pubblico e personaggi, contenere innesti sci-fi e ribellismo in un'organizzazione del racconto che conduce ogni elemento verso l'implacabile catarsi finale – uno dei momenti più limpidi e struggenti del cinema contemporaneo. Epidermico Levitt, emozionante Corbet. Soundtrack grandiosa.

Rullo 23/07/11 23:40 - 388 commenti

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Film molto diretto sugli effetti della pedofilia, che senza troppi fronzoli racconta la storia di due ragazzi poco più che adolescenti e di come interpretino la loro vita. Diverse scene sono abbastanza spinte e riescono a creare empatia tra lo spettatore e i personaggi, il che non può che non essere un bene. Ottime anche le musiche, ma sopratutto Levitt che in questo suo primo lungometraggio riesce a far vedere il meglio di sè. Pulita la regia, con diversi colpi di genio.
MEMORABILE: Il finale.

Paulaster 12/04/19 10:35 - 4389 commenti

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Due ragazzini affronteranno in maniera diversa le molestie subite. Tema degli abusi infantili visto dalla parte delle vittime, sensibili. Se la questione degli UFO può apparire scarsa a seconda del parere personale, convince appieno il curriculum sessuale di un talentuoso Gordon-Levitt. Conclusione catartica che anche qui evita picchi enfatici per mostrare i danni ricevuti nel modo più toccante ma sincero. Contenuti erotici espliciti mostrati con pudore.
MEMORABILE: Le botte nella doccia; Le foto dell'allenatore in casa; Il malato di Aids.

Capannelle 18/10/16 08:53 - 4398 commenti

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Disturbante a tratti ma parliamo di quel disturbo che, se contestualizzato, assume toni artistici non indifferenti grazie alla mano di Araki e alla cura nell'evitare ogni sensazionalismo o paternalismo di sorta. I mezzi tecnici non sono certo al top, rallenta nella parte centrale ma mantiene una bella forza espressiva e ne consiglio la visione.

Didda23 19/05/16 10:44 - 2426 commenti

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Un autentico miracolo cinematografico. Araki riesce a mantenere un equilibrio magico fra lirismo ed efferatezza, con scene al limite del sostenibile. Il tema scabroso è raccontato con un'incredibile naturalezza che non fa mai affiorare l'idea di una costruzione fredda e calcolata. L'empatia raggiunge livelli altissimi e il finale regala una commozione totale. Un grande applauso va a tutto il cast, capeggiato da un stratosferico Gordon-Levitt. Ottima la Ost. Senza alcun dubbio una delle opere migliori degli anni 2000. Straordinario.
MEMORABILE: Gordon-Levitt nella scena della vasca da bagno; Le scene con il coach; Il magnifico finale.

Thedude94 22/03/17 23:27 - 1089 commenti

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Un film crudele, vero, massacrante e difficilmente dimenticabile, che ti entra dentro e sviscera le emozioni nascoste. Quelle stesse emozioni che vivono Neil e Brian, entrambi costretti a vivere in balia dei propri ricordi d'infanzia. Ma a fare la differenza è la completa assenza di giudizio morale e critico del regista nei confronti della violenza, dell'omosessualità e della prostituzione, le quali sembrano essere alla base della vita dei ragazzi (in particolar modo di Neil, splendidamente interpretato da Lewitt). Davvero una grande opera.

Daniela 3/10/21 12:45 - 12621 commenti

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Si può amare un orco? Anni dopo essere stato abusato, Neil è un tossico marchettaro in apparenza freddo ed indifferente. Quanto sia stato segnato da quella esperienza lo scopriamo dal suo confronto con un coetaneo, anch'esso vittima dello stesso pedofilo... Finora il miglior film di un regista altalenante: non perché privo di difetti ma per il coraggio con cui affronta un tema tanto scabroso sotto l'aspetto poco esplorato della sessualità infantile fino a mostrare la vittima che si fa complice del proprio aguzzino. Crudo, a tratti molto disturbante anche se pudico, ben interpretato.
MEMORABILE: La sequenza quasi insostenibile dei "giochi" tra l'adulto e i due bambini. 

Buiomega71 1/10/22 01:22 - 2901 commenti

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Belli e dannati si incrocia con Progeny e Araki, a sprazzi, riflette il suo cinema tanto originale quanto fuori dagli schemi. Marchettari, brutali sodomie omo(fobe) nella doccia, ragazze storpie respinte, incontri ravvicinati non del solito tipo (che nascondono ben altre insidie), misantropia e vite borderline. Il Kansas non è più quello del Mago di Oz, ma cela la piaga della pedofilia (insostenibile il racconto finale dei "giochi erotici" del coach) e Araki (con lampi di intensa poesia) arriva a un passo da Solondz. A tratti lancinante e non scevro da una patina di laidezza.
MEMORABILE: Billy Drago e le macchie cronenberghiane; Lo sputo in faccia durante la violenta fellatio; I petardi infilati nel naso al ragazzino ritardato.
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  • Musiche Columbo • 31/10/10 10:47
    Pulizia ai piani - 1098 interventi
    Musiche di Harold Budd e Robin Guthrie.
  • Curiosità Columbo • 31/10/10 10:47
    Pulizia ai piani - 1098 interventi
    Sceneggiato dal regista adattando un romanzo di Scott Heim.
  • Curiosità Columbo • 31/10/10 11:24
    Pulizia ai piani - 1098 interventi
    Cameo per Billy Drago (uno dei clienti di Neil), il killer degli "Intoccabili" di De Palma.
  • Musiche Capannelle • 11/01/20 00:14
    Scrivano - 3486 interventi
    La canzone del bellissimo finale, autore Sigur Rós

    https://www.youtube.com/watch?v=rTDzh9hi6h0
  • Discussione Buiomega71 • 1/10/22 10:41
    Consigliere - 25933 interventi
    Belli e dannati incrocia Progeny e Araki "ammorbidisce" i suoi deliri da generation (che sia Doom o Ecstasy), per un'opera (sicuramente della maturità) più classica e "mainstream", ma non meno corrosiva e scomoda (quà e là sprazzi dell'Araki dirompente, come il PP del volto di Brian esaminato da una mano aliena e la fotografia sparata in blu, nella stanza di Neil a fumare "roba", i tre amici che in auto provocano un redneck omofobo e lui tira fuori il fucile, la pioggia di cereali all'inizio).

    E mentre in tv passano clip della Notte dei morti viventi e di The dead next door, il Kansans non è più quello del Mago di Oz, tra presunti rapimenti alieni (bellissima e surreale la scena spielberghiana dell'UFO che sovrasta la casa di Brian), ragazze sole e storpie respinte, genitori assenti (impietoso il confronto tra Brian e suo padre nella sera del suo compleanno), sangue da naso, svenimenti, marchettari cinici e distaccati (Neil e il suo primo cliente, un rappresentante di dolcetti padre di famiglia), miseri rapporti orali omoerotici (commentando la partita di baseball), inquiete notti di Halloween tra incontri ravvicinati non del solito tipo (che nascondono ben più pericolose insidie), casette degli orrori (ma quelle vere hanno l'apparenza normale di un uomo single prestante dal fascino di Robert Redford e dall'animo nero di un Gilles de Rais, che si eccita registrando le voci dei bambini e fotografandoli in Polaroid tra boccacce e smorfie, solo come antipasto), ragazzini ritardati bullizzati con petardi infilati nel naso e poi placati con il sesso orale (come le cose che fa il coach), vacche sventrate riconducibili agli esperimenti alieni, che rammentano a Brian qualcosa di mostruoso capitato nella sua infanzia (la mano nelle viscere dell'animale che riporta il deja vu del fisting anale che tanto piaceva al coach) e una confessione finale quasi insostenibile e lancinante, che scoperchia gli infami "giochi erotici" dell'allenatore venuto da Pedilofia (plauso a Bill Sage per aver accettato un ruolo tanto ingrato quanto laido).

    E avvicinandosi al Todd Solondz di Happiness (per quanto riguarda la piaga della pedofilia), Araki (insieme a Neil) lascia il Kansans (dove Neil si è portato a letto praticamente tutti gli uomini della cittadina di Hutchinson) e si sposta a New York, tra clienti metropolitani con il corpo ricoperto da macchie cronenberghiane e belluini omosessuali repressi e violenti (la cruda fellatio con sputo in faccia, il feroce stupro anale nella vasca da bagno con il flacone dello shampoo sbattuto in testa) fino a prendere consapevolezza di una vita borderline fatta solo di squallido sesso mercenario.

    Da un lato la misantropia di Brian e la fissa degli alieni, dall'altro la spregiudicatezza di Neil "bello e dannato", che metabolizza gli abusi d'infanzia con l'infatuazione che provava per il coach (Ero il suo prediletto), dove Araki si muove tra poesia (l'improvvisa nevicata notturna davanti allo schermo cinematografico spento-Vorrei che proiettassero un film adesso, dice Wendy, l'amica del cuore di Neil-) e delicatezza, marciume e laidezza, in bilico tra il suo cinema queer mischiato alla SF e uno spietato atto d'accusa sugli abusi sessuali minorili che, seppur trattato con sensibilità, non risparmia colpi durissimi.

    Abbandonate (momentaneamente) le lisergiche generazioni x, Araki firma il suo film più maturo e intenso dove, alla fine, è difficile uscirne per riveder le stelle.

    Non mi scopo uno che ha il fisico di Tarzan e la voce di Jane.
    Ultima modifica: 1/10/22 13:53 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 1/10/22 11:00
    Consigliere - 25933 interventi
    Il dvd edito dalla Sony è da tempo fuori catalogo.

    Io ho una registrazione (datata 2006) da Sky Cinema Autore, della durata effettiva di 1h, 40m e 44s

    Mi sfuggono messe in onda televisive sui circuiti nazionali (benchè abbia il divieto ai 14, è sempre spinoso il tema della pedofilia).

    IMDB riporta una versione da 105 minuti
    Ultima modifica: 1/10/22 11:02 da Buiomega71