Note: Aka "L'allucinante notte di una baby-sitter", "Violenza a una baby sitter", "Violenza ad una baby-sitter", "I'm Alone and I'm Scared", "Korku", "Night Legs".
Misconosciuta pellicola dei primi '70, realizzata in UK e si vede. Infatti regna una certa atmosfera gotica affine ai lavori di Pete Walker, anch'egli inglese. Il tutto è molto british, a partire dalla recitazione teatrale ed impostata degli attori, che sfoggiano anche un marcato accento (visto in lingua originale). Il film è un bel thriller, praticamente privo di scene trucide, tutto basato sull'atmosfera tetra della casa e sul versante psicologico. La tensione c'è, l'interpretazione talvolta è un po' sopra le righe, ma in complesso il film è buono.
Parte alla grande, con la (a dir poco) affascinante George e con una serie di inquadrature studiate per instillare tensione (l'mdp che spia la baby sitter dalle scale, come fosse il maniaco in agguato, la culla ripresa dal basso, lo sguardo sfuggente della madre). Un'altra peculiarità positiva del film è il disvelamento del maniaco, che per una volta non si comporta da macchina-invincibile-programmata-per-uccidere ma più realisticamente impazzisce. Il tutto è un po' vanificato dalla recitazione del pazzoide, credibile negli scatti d'ira ma più spesso artefatta.
Di primo acchito potrebbe sembrare uno dei tanti B-movie; ne consiglio la visione a chi ha aspirazione a diventare cineasta, per via dei movimenti di macchina, delle inquadrature e in generale per come è girato tutto il film. Un grande esempio di cinema thriller e di come si può creare terrore e spaventare senza effetti gore.
Nello stesso anno dello stupro selvaggio subito in Cane di paglia, Susan George torna a fare i conti con un altro attentato alla propria verginità; il suo dolce visino e la sua aria indifesa ben si prestano a situazioni di questo tipo. Collinson, in questo thriller smaccatamente british, fa perno non tanto sull'identità del maniaco, quanto sulla fosca suggestione degli ambienti (una villa tetra e polverosa) e sui primi piani inquietanti ed enigmatici dei personaggi. Troppi inutili andirivieni finali per protrarre oltremodo una suspense già evaporata.
Poteva uscirne una storia degna, magari non del tutto originale ma girata con quello stile classico "british" che raramente tradisce. E invece, dopo un avvio promettente, il ritmo è stato trascinato un po' troppo a lungo, ci sono troppe parole nella parte centrale e le scene topiche non sempre riprese come si deve. Mantiene comunque un suo perché e gli attori sono discreti anche se un po' teatrali.
Noiosissimo thrillerino firmato Peter Collinson, dall'incedere lento, ben poco emotivo e dalla suspense ricercata con il lanternino (come farà anche con Delitto in silenzio). Malgrado il titolo italiano truffaldino, di allucinante ci sono solo la noia e la piattezza dell'insieme. Ian Bannen poi, spaventa quanto Massimo Boldi. Ha forse il merito di avere ispirato (forse) Carpenter e l'incipit immerso nel buio e nella nebbia sembrava promettere bene. Rimane l'assoluta bellezza della George e qualche atmosfera notturna tipica dei thriller inglesi del periodo. Trascurabile.
Telefonato, fin dall'inizio con l'attraversamento dello spettrale parco si capisce che la sareta sarà turbolenta, nè pare molto credibile che la Blackman, se è così preoccupata, vada a spassarsela lasciando il bambino (durissimo d'orecchi) solo nell'isolata villetta. Se si aggiungono il fidanzato più sfigato e poliziotti fra i più inetti mai visti al cinema cosa resta? Susan George, e una resa visiva piuttosto elegante. Così così.
Una biondina si reca a fare la baby sitter in una casa dove vede un film dell'orrore e dovrà affrontare uno psicopatico; trama che ricorda quasi il successivo Halloween di Carpenter, anche se gli esiti sono diversi; soprattutto per il fatto che qui si insiste troppo sul tragico: il maniaco, infatti, non è un freddo assassino ma un bambinone problematico, che dovrebbe in parte commuovere nel finale. Film dall'atmosfera a tratti gotica, non del tutto risolto in alcune situazioni.
Thriller psicologico che vanta una buona atmosfera e che nella prima parte riesce a creare un bel clima di ambiguità e di mistero. Una volta scoperte le carte, però, la tensione non si impenna come sarebbe giusto attendersi e anzi si ha la sensazione che per raggiungere un minutaggio adeguato si siano costretti i personaggi a comportamenti piuttosto forzati (davvero eccessiva la passività della polizia). Discreta la confezione, dignitoso il cast con una Susan George bella e in parte; un po' troppo teatrale Bannen.
La fattura è professionale e la costruzione, garbatamente British, lascia presagire un solido thriller. Le attese vengono, però, vanificate da un andamento molto prevedibile dove la tensione maggiore si avverte col déjà vu della violenza a Susan George. Il resto, fra urletti, improbabilità (il bimbo tetragono di fronte all'orrore) e scene madri più irritanti che eccitanti (Bannen sopra le righe), ha poco rilievo e scorre via senza lasciare nulla.
Valido thriller inglese che per una volta non annoia. Il ritmo non è altissimo, ma la tensione c'è e la prova degli attori è valida, in particolare quella di Susan George e di Ian Bannen (perfetto nel ruolo di maniaco disturbato). Belle, seppur scarne, le ambientazioni. Ununico difetto: il finale non convince come dovrebbe. Consigliato ai fan del genere.
Una ragazza si dirige nella villa di una coppia che le vuole affidare il proprio bambino per la serata. Quello che dovrebbe essere un lavoro di routine si trasforma in un incubo raggelante. Si capisce sin dalle battute iniziali che il livello di tensione è molto alto e i protagonisti non fanno nulla per nascondere questa sensazione. Le atmosfere sono eccezionali ma il cattivo di turno non è poi così inquietante come dovrebbe essere, cosa che inficia non poco sulla valutazione globale della pellicola. Anche il finale appare un po' stentato e arriva quasi come una liberazione.
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La vhs della Avo Film (master marcissimo e attaccato con lo scotch) ha la durata effettiva di 1h, 12m e 18s (non si contano i droupot, i rovinatissimi "salti di pellicola" e le rovinose cadute di fotogramma)
Accidenti 11 minuti in meno !
Sarei proprio curioso di vedere cosa manca,sicuro molti dei tagli sono dovuti alla pellicola che salta,ma che arrivino a ben 11 minuti mi pare difficile.
Comunque ottima uscita è un film che devo vedere da tanto !
Ciavazzaro ebbe a dire: Accidenti 11 minuti in meno !
Sarei proprio curioso di vedere cosa manca,sicuro molti dei tagli sono dovuti alla pellicola che salta,ma che arrivino a ben 11 minuti mi pare difficile.
Comunque ottima uscita è un film che devo vedere da tanto !
Dire che "salta" e un eufemismo, quel master è marcio fino alle fondamenta!
Lucius ebbe a dire: Il mio si vedeva alla perfezione, quanto ai tagli è cosa abbastanza nota non solo nella Avo, ma Buio di vhs ne sa certo più di me..
Avranno usato due master diversi allora, perchè l'edizione che ho io e a dir poco pietosa (e per dirlo io che mi faccio andare bene quasi tutto...)
Oppure (ipotesi più probabile) hanno usato un master "perfetto" apposta per te.
A proposito di master marcissimi della Avo come non ricordare L'orgia dei morti anch'esso attaccato con lo scotch e (sembra) telecinemato con rulli invertiti :-)