Niki, una ragazza di 17 anni, entra prepotentemente nella vita di Alex (Bova), 37 anni, al quale la cosa non dispiace. Purtroppo le 4 ragazze vengono presentate con un cervello da tredicenni e non da maturande. La colonna sonora strizza l’occhio ai gusti dei più giovani (Vasco Rossi, Zero Assoluto e altri). Film adatto a un pubblico di teen-ager urlanti. Eppure si lascia guardare. Il merito è dei due protagonisti e dei rispettivi amici che danno colore alla storia. La protagonista ha un viso incantevole, di una freschezza contagiosa, Bova è bellissimo e ha un sorriso che rende complici. La storia coinvolge, tutto è trattato con leggerezza e alla fine si esce dal cinema con la consapevolezza di aver visto una favola.
La storia è piuttosto banale ma il tutto è reso simpatico da una buona regia e da bei momenti poetici che ci regala la voce di Luca Ward. La recitazione delle giovani attrici è quella che è, comunque non è proprio un film da buttare. Bello il finale, pensavo molto peggio.
Moccia (ri)tenta la carta registica dopo aver ottennuto svariati successi come autore televisivo e letterario, nel tentaivo di farsi dimenticare il pastrocchio di Classe mista 3^ A. Ci prova con un filmetto che furbescamente avvicina trasversalmernte due generazioni: teenagers (ragazzine con troppa fretta di crescere) e quasi quarantenni (adulti ancora ragazzini). La prima parte funziona e diverte, la seconda purtroppo ristagna in un mare di stereotipi e non trova di meglio che buttarsi nel sogno ad occhi aperti. Peccato perché la confezione ha brio.
MEMORABILE: Non male la Quattrociocche che ricorda spesso la primissima Federica Moro. Chissà se è un caso...
Piuttosto scarso ma decisamente superiore agli altri due tremendi Moccia-movies. Il tono adottato stavolta è quello della commedia e se l'immaturità dello scrittore-regista si fa evidente in molte scene, la confezione è vivace e scattante e la trama molto meno pretenziosa che nei predecessori. Bova e la Quattrociocche mediocri ma in fondo azzeccati. Colonna sonora con canzonette di tendenza, di livello altalenante. Non del tutto sufficiente ma nemmeno inguardabile.
L'esordio dietro la macchina da presa dello scrittore Moccia avviene con questa commedia giovanilistica simile a decine di altre e caratterizzata da un'elevata dose di furbizia. L'autore colloca tutti gli elementi al posto giusto per assicurare al suo pubblico uno spettacolo godibile ma è facile intravedere dietro una confezione patinata che il film sia un falso clamoroso, dipingendo un mondo privo dei problemi della gente reale e con situazioni da commedia romantica ed assolutamente improbabili. Discreta la prova del cast.
Quando si va incontro a queste pellicole di grande successo (12 milioni di euro non sono pochi!) si ha sempre la speranza di rimanere sorpresi positivamente. Ma siccome non amo Maria De Filippi, mi annoiano i Cesaroni, trovo inutili gli Zeroassoluto (mai nome così perfetto), ho i brividi se vedo Vespa, i lucchetti non li uso manco per lo scooter e gli anni 80 di Federica Moro mi danno tristezza... bè, dopo questo film, Vaporidis mi sento di definirlo il nuovo Mastroianni!
Film fondamentale per tutta una generazione di maschietti. Moccia, evidentemente insoddisfatto da una generazione di trentenni piene di problemi e con in testa troppi uomini, si getta a capofitto alla ricerca del vero amore, abbattendo tutti i facili moralismi e si avvicina incredibilmente alle sorgenti del vero sentimento. Certo, Bova, con la sua recitazione poco convinta, rischia a più riprese di far crollare l'intero impianto ma, anche grazie a una protagonista trascinante e simpatica (oltre che bella), fortunatamente non ci riesce.
Meglio di Tre metri sopra il cielo... E ci voleva poco. È un film in cui prevale una prospettiva femminile molto banale soprattutto nella parte che vede coinvolte le ragazze. Bravo Raul Bova (in un ruolo che avrebbe affondato qualunque altro attore) e discreta la Quattrociocche comunque a suo agio di fronte alla telecamere. È incredibile come possa avere successo il qualunquismo patinato e irrealistico di Moccia, sebbene qui sia riuscito (forse involontariamente) a dare un tocco di leggerezza degno di nota.
Partendo da un proprio romanzo, Moccia cavalca le tigri brizziane e mucciniane: una commedia giovanilistica insulsa e banale con adolescenti sfacciate, irritanti e semianalfabete che esclamano «Fichissimo» ogni due secondi, adulti dalla maturità smarrita (o mai conquistata), sentenze amorose da involucro di Baci Perugina, musiche allineate alla commercialità deteriore... Appena appena passabili il frastornato Bova e la Quattrociocche, tutta moine e fossette; molto meglio il ruvido Ward. Decisamente, il Cinema non dimora qui.
MEMORABILE: Bova che dà il benservito alla Logan. Le ragazze che assistono l'amica del cuore in coma.
Ora mi dovete dire perché persone più capaci non riescono a sfondare come registi e invece un insulso finto-adolescente come Moccia sì. Anche se è un insulto alla parola e al mondo del cinema. Un Bova che per fare soldi accetta tutto, "attrici" che non capiscono ancora che per fare l'attrice non serve il bel corpo. Insomma, un pasticcio di pellicola: solite scenette, dialoghi... indescrivibili. C'è una domanda da porsi: che cosa sta succedendo al cinema italiano? Da prendere ed eliminare.
Pessimo sotto ogni punto di vista: sceneggiatura, interpretazioni. Se Bova è un cane d'attore, la Quattrociocche è davvero tremenda e il film sembra girato come un filmino delle elementari; a Moccia consiglierei il pensionamento anticipato, visto che oramai di soldi ottenuti sfornando roba del genere ne ha già fatti parecchi...
Ho preteso di vederlo! Criticarlo? Sarebbe come sparare sulla croce rossa. Ma c'è qualcosa di molto grave nel film, aldilà dell'elogio della bimbominkia, dell'assenza di spessore dei personaggi, della trama telefonata, dell'inno all'ignoranza, della regia inesistente, degli attori cani (a parte Dazzi e Ward); la sottile ipocrisia e malizia diffusa. Per lasciare la moglie (Logan, sempre pessima) ci vuole il di lei tradimento. Altrimenti? Bova sarebbe rimasto con lei? Doveva essere una cattiva per forza per giustificare? La gente non cambia mai!!!
MEMORABILE: Pino Quartullo: una vita da attore e non ha mai imparato a recitare.
Moccia, dirigendo una storia d'amore incentrata sulla forte differenza d'età (casistica che nella realtà è peraltro in aumento), delinea di riflesso l'attualità due mondi generazionali opposti: i quasi quarantenni parzialmente delusi dalla vita e le quasi diciottenni molto più intraprendenti delle loro coetanee di qualche decennio scorso. E lo fa senza grossi meriti ma nemmeno senza sfigurare, con uno svolgimento scorrevole nel quale viene inserita qualche banalità sulle convenzioni piccolo-borghesi. Giovanilistico ma non troppo. **!
Alla fine vince la leggerezza e l'idea, antica come il mondo, della giovinetta che si innamora e redime l'uomo maturo solo all'anagrafe trova un refresh generazionale in questo film del figlio di Pipolo, sbancatore d'incassi in libreria e al cinema. Molta identificazione, non si sa se indotta o meno; ma è un cinema questo che è sempre esistito. Se non chiedi la luna ci si può stare.
MEMORABILE: Le scene in ospedale e la ramanzina della Quattrociocche a Bova.
Pessimo l'esordio di Moccia su grande schermo, che confeziona un film privo di qualsiasi argomento interessante e lontano dalla vita dei giovani. Continuo a chiedermi come abbia fatto Moccia a sfondare nel mondo del cinema e la stessa domanda mi tormenta per Bova (fintissimo giovane) e per la Quattrociocche. Insomma, una commedia da evitare assolutamente, v.m. 14 (vietato maggiori).
Dall'omonimo romanzo Moccia ne dirige la trasposizione su celluloide. Bova è l'uomo in carriera e Michela Quattrociocche la studentessa liceale. L'amore? Perché no, a prescindere da differenze di età come di ideali di vita. Il lavoro passa così da unica ragion d'essere a componente dell'esistenza del bel moretto alle soglie delle quaranta primavere. Un filmetto che non si nasconde dietro chissà quali paraventi ma si appalesa per quello che è: semplice, romantico e talvolta sciocchino. Ma rende gradevole il tempo passato in sua presenza!
Adatto solo a serate trash con amici. L'incredibile sceneggiatura tratta dal libro di Moccia non è per niente coadiuvata da un minimo slancio registico (come nel caso di Tre metri sopra il cielo), forse perché è lo stesso Moccia a mettersi dietro la mdp; la voce narrante che spara citazioni a caso è quantomeno irritante oltre che di cattivo gusto. Orrenda anche la colonna sonora del gruppo Zero Assoluto, che fa anche una comparsata nel film. Non ci sono parole per l'interpretazione della Quattrociocche e delle altre ragazzine.
Un annetto dopo Ho voglia di te, ecco un'altra "opera" mocci(os)a (nomen omen). Sempre tutto bello, la protagonista piange spesso ma è felice e serena e si sveglia tutti i giorni pettinata e ben truccata. Va bene la melensaggine (fa bene al pubblico adolescente), ma forse Il tempo delle mele (film di ben altra fattura) è finito da un bel po' di tempo. Bova il meno peggio, tutto detto.
Problema reale dei film di Moccia è che, nonostante la loro puerilità e la loro confezione a dir poco pessima, sono indirizzati non solo a un pubblico di adolescenti, ma anche alla categoria genitoriale e oltre, manco fosse un decalogo di vita o un sussidiario di apprendimento sulle abitudini degli attuali teenager. Niente di più sbagliato invece, visto che la realtà è distante anni luce e chi purtroppo non ha un background valido finisce col cadere nella rete a qualunque età. Inutile commentare la cifra tecnica in quanto nulla...
MEMORABILE: L'unico momento divertente: Bova mette alla porta la fidanzata scoperta nel tradimento.
Federico Moccia è il regista di questa commediola giovanilistica che tutto sommato (a tratti) risulta essere piacevole se non altro per alcuni momenti spiritosi. Per il resto i dialoghi e le situazioni sono piuttosto banali e a limite del patinato. Bova e la Quattrociocche sono simpatici, così come il cast di contorno.
La storia d'amore tra una ragazza e un uomo molto più adulto di lei poteva essere l'occasione per una pellicola diversa da quelle tratte dai libri di Moccia (che ritorna a fare il regista dopo molti anni), invece il film si trascina stancamente tra luoghi comuni e tremende smancerie. La Quattrociocche è affascinante ma ha un personaggio odioso, Bova viene caratterizzato blandamente, Ward è impostato e poco spontaneo, simpatici Quartullo e la Dazzi, meno esagitato del solito Rossi. Occhio al Campo di pane di Schifano in casa di Bova.
Può un quasi quarantenne perdere la testa per una teenager? Ce lo spiega Federico Moccia in una delle sue pellicole giovanilistiche di maggior successo. Certo quando lui è Raoul Bova tutto è più semplice e, quanto a innamorarsi di Michela Quattrociocche (allora exploit del cinema italiano, ma tale resterà), non è poi così difficile. In un'opera tanto puerile nei contenuti è inutile cercare la qualità artistica; tanto vale quindi lasciarsi trascinare in questo mare di ovvietà e di immagini-cliché della generazione pre-smartphone.
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DiscussioneZender • 9/06/08 08:28 Capo scrivano - 47729 interventi
In effetti devo dire che abbastanza a sorpresa (considerata la locandina e il tipo di film) ha trovato qui i gradimenti di nostri utenti storici.
Visto qualche notte fa, in effetti non è cattivissimo, perlomeno non quanto gli altri due capitoli della serie.
DiscussioneZender • 15/06/08 01:58 Capo scrivano - 47729 interventi
C'è qualcosa che non capisco Deep: una notte prima del secondo messaggio dicevi "m'avete incuriosito", il giorno dopo dici "visto qualche notte fa". Quando l'hai visto il film? :)
DiscussioneMatalo! • 14/09/09 18:58 Call center Davinotti - 614 interventi
Dove ho tratto l'espressione Bimbominkia:http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Bimbominkia
DiscussioneZender • 15/09/09 08:21 Capo scrivano - 47729 interventi
Matalo! ebbe a dire: Dove ho tratto l'espressione Bimbominkia:http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Bimbominkia Ahah, hai fatto bene a precisare, caro Matalo!
Matalo! ebbe a dire: Dove ho tratto l'espressione Bimbominkia:http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Bimbominkia Mi intrometto seppur in ritardo: in effetti bimbominkia è un espressione usata dai giovani per definire quelle adolescenti sciocche che si vestono con abiti firmati, ascoltano musica che va alla moda e hanno perlopiù un quoziente intellettivo sotto la media:). Un sinonimo è anche truzzo.
Mtine ebbe a dire: Matalo! ebbe a dire: Dove ho tratto l'espressione Bimbominkia:http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Bimbominkia Mi intrometto seppur in ritardo: in effetti bimbominkia è un espressione usata dai giovani per definire quelle adolescenti sciocche che si vestono con abiti firmati, ascoltano musica che va alla moda e hanno perlopiù un quoziente intellettivo sotto la media:). Un sinonimo è anche truzzo.
Mi intrometto pure io. ;-)
Truzzo perlopiù indica un ragazzo coatto (come diciamo a Roma) non necessariamente stupido... anche se il binomio è spesso inscindibile. Bimbominkia l'hai descritto a meraviglia; aggiungerei solamente "e che si comportanto come i tronisti di Uomini e Donne".