Clockers - Film (1995)

Clockers

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/01/08 DAL BENEMERITO GALBO
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Galbo 22/01/08 15:20 - 12393 commenti

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Storia delle indagini sulla morte di un gestore di fast food a Brooklyn, affidate ad un poliziotto bianco e che vede un afroamericano come principale sospettato. Ottimo esempio di cinema realistico, il film di Lee si concentra sul degrado e sul mondo degli spacciatori (i Clockers, appunto) che operano nei ghetti neri della città di New York. Buona sceneggiatura dalla quale il regista ricava (come sua abitudine) un'opera dalla forte impronta moralista. Bella interpretazione di Keitel.

Tarabas 23/06/10 09:35 - 1878 commenti

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Il treno dei desideri va all'incontrario per Strike, piccolo spacciatore in fuga dalle sue responsabilità dopo aver lasciato il ghetto nel quale è cresciuto. E sul treno Lee sembra mettere tutti i neri americani che ogni giorno si impegnano a distruggere la loro stessa gente, insegnando ai bambini dei projects che solo spacciando si sale in alto. Eccellente cast, solidi personaggi ben disegnati, una storia terribile e avvincente. Il film chiude con un irrisolto finale apparentemente conciliatorio.

Enzus79 25/09/10 16:28 - 2896 commenti

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Come è solito fare, Spike Lee è bravissimo nel descrivere il degrado newyorkese, in questo caso quello dei quartieri dove comandano e commerciano droga i neri. Le due ore e passa scorrono veloci e la storia non cade mai nel banale o nel già visto.

Homesick 7/12/12 17:18 - 5737 commenti

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Indagine poliziesca su un delitto nella Brooklyn dei neri, dilaniata dal degrado, dalla ghettizzazione e dallo spaccio della droga che travia anche i più giovani. L’origine letteraria (la fonte è l’omonimo romanzo di Richard Price, coautore della sceneggiatura) non copre il marchio registico di Lee, improntato a un duro realismo verbale e visivo e all’osservazione minuta della subcultura black (i ragazzini che discutono su chi sia il miglior rapper) e dei riti criminali. Nel coro degli attori, ottimamente diretto, si leva alta la voce di Keitel, sbirro inquisitore e insieme rassicurante.
MEMORABILE: I primi piani sui corpi seviziati; le minacce di morte di Errol; il trenino.

Paulaster 7/05/13 09:39 - 4419 commenti

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Nella Brooklyn governata dal sindaco Giuliani la polizia marca stretto i ghetti e il quadro fatto da Spyke Lee è nitido. Il crack domina la scena, ma i ruoli si confondono: neri che spacciano, poliziotti neri che ne proteggono i simili, bianchi che comprano, poliziotti bianchi che parlano come i neri. Sopra tutti aleggia l’Aids e i valori di strada, ma i trenini usati come simbolo girano solo in tondo per chi non ha volontà di cambiare vita.

Taglietti 28/07/13 14:56 - 51 commenti

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Il ghetto come condizione fisica e mentale. La frustrazione e la mancanza di speranza possono traviare anche i più virtuosi. Grande ritmo narrativo e di immagini, bravi gli attori, una storia di strada molto realistica senza esagerazioni gratuite. Bellissimo film.

Pigro 29/08/13 10:48 - 9666 commenti

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Quando emerge il retrogusto moralista, il film perde energia, e la capacità di Lee di raccontare i nuovi ghetti neri si annacqua nella ramanzina sui pericoli della violenza. Più interessante (anche se non matura) la sperimentazione cinematografica, che il regista mette in campo per vivacizzare una storia di droga e omicidio (centrali narrativamente, ma non concettualmente, le indagini) nella fascia derelitta dei neri perdenti, altrimenti già rimasticata in molte salse. Ottime le interpretazioni, incalzanti. Invadente ed eccessiva la musica.

Mickes2 15/12/13 21:25 - 1670 commenti

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Un’altra importante “pagina di strada” nella filmografia del regista afroamericano. Stilisticamente ricercato e virtuoso, Lee deframmenta, scompone, riallaccia, arzigogola una storia di desolazioni e criminalità, reietti e innocenti, amoralità e coscienze; costrizioni sociali che divengono soffocanti facendo così annaspare anche chi con tutte le forze cerca di uscirne. I colori accesi, sfumati, metallici fotografano un toccante e veritiero racconto di disperazione, sacrificio e redenzione immerso nel ghetto, sempre pulsante e vorace. Eccellente.
MEMORABILE: La deposizione fornita da Keitel al ragazzino.

Didda23 13/11/14 09:26 - 2426 commenti

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Spike Lee racconta magnificamente le contraddizioni del ghetto che è al tempo stesso prigione condizionante e rifugio sicuro contro la durezza della vita. Interessante e fuori dal coro il personaggio di Keitel, che cerca di far luce su un omicidio di un nero da parte di un altro fra l'indifferenza generale della polizia (topica è l'affermazione del compagno Turturro "tanto questi negri si fanno fuori da soli"), interessata unicamente a mantenere i propri interessi (il poliziotto nero, a esempio, fa da chioccia alla comunità black). Peccato per l'eccessiva durata che rende la parte finale poco ficcante.
MEMORABILE: L'ossessione del protagonista per i treni; La bevanda al cioccolato; L'atto di emulazione.

Almicione 5/07/15 01:45 - 764 commenti

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Lee significa New York, soprattutto le zone più disagiate dove si perde il conto dei morti per omicidio; Lee significa giovani afroamericani disoccupati che passano le giornate a bighellonare quando non vendono droga, a imitare i violenti gangsta rapper nel girare armati per essere i più forti del quartiere o almeno al pari con gli altri (la "peer pressure"). La storia è amara – nonostante il tono del film non lo sia – e insegna che la strada, fidata, ti volta le spalle proprio quando le cose iniziano ad andare male. Phifer troppo quieto.

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Rocchiola 26/10/18 09:51 - 968 commenti

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Un poliziesco urbano che doveva in origine essere diretto da Scorsese, il quale poi si limitò a produrlo. Lee inserisce le sue tematiche razziali all’interno di un canovaccio neo-noir che vede un giovane spacciatore soccombere nell’inferno della giungla d’asfalto. Quasi un documentario sulla vita di strada con alcune notevoli intuizioni come quella del giovane pusher che ama i treni ma non è mai uscito dal proprio quartiere. Keitel evita la retorica dello sbirro bastardo e per la seconda volta dopo Thelma & Louise non si comporta da Cattivo tenente.
MEMORABILE: Le battute ironiche dei poliziotti di fronte all'ennesimo spacciatore ucciso per strada; Strike sul treno che per la prima volta lo porta fuori da NY.

Kinodrop 25/04/20 19:46 - 2950 commenti

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Lee si concentra sul ghetto di Brooklyn per un'epopea in negativo sul mondo dei pusher afroamericani, intorno a un caso di omicidio e sulle indagini da parte di un ostinato poliziotto che non crede alla prima versione del fatto. Una regia molto abile nel centrare il punto, saltellando da una situazione all'altra senza perdere il filo che tiene unito il tutto in un articolato gioco, quasi circolare, di rimandi e con un taglio sperimentale anche nella fotografia. Nuociono un po' la vena moralistica che vi serpeggia e una certa verbosità che grava sulla durata.
MEMORABILE: L'ulcera di Strike; Il piccolo Tyrone salva la vita a Strike; La vera versione dell'omicidio; La determinazione di Rocco Klein.
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  • Homevideo Mco • 28/10/13 22:42
    Risorse umane - 9970 interventi
    Dal 15 Ottobre 2013 in Blu-Ray per Universal Pictures.
  • Homevideo Rocchiola • 26/10/18 10:07
    Call center Davinotti - 1255 interventi
    Un prodotto che definirei perlomeno rivedibile, il bluray dell'Universal già si presenta male a partire dalla confezione che ricalca quella bruttissima del DVD uscito nella serie "Spike Lee joint".

    Poi si passa alla visione e ci si rende subito conto la traccia video in Full HD 1080p presentata nl corretto formato d’immagine 1.85 è in alcuni momenti disturbata da una patina di grano piuttosto invasiva e con colorazioni e luminosità alternati. L'audio italiano è un DTS Digital Sorround 2.0 di discreto livello, ma le tracce in Inglese, Francese e Tedesco sfoggiano un 5.1 che pare migliore. Premesso che sulla copertina non si accenna a nessun tipo di restauro o rimasterizzazione siamo di fronte ad un prodotto che presenta un immagine sicuramente più definita di quella del DVD ma non completamente soddisfacente.

    La "grana" è un elemento naturale della pellicola ma qui pare a tratti davvero eccessiva. Ora non so se questo è un elemento proprio della fotografia originaria del film che volutamente presenta un look molto seventies(come anche i colori e la luminosità), però indubbiamente disturba ed in più in altre scene tale elemento è quasi assente. Non ci sono difetti o imperfezioni evidenti, ma resta il dubbio che si sia trasferito il vecchio master SD su supporto HD passando semplicemente da DVD a BD.
    In ogni caso si tratta di un prodotto ormai fuori catalogo non ancora scomparso dal mercato ma che potrebbe a breve divenire raro e costoso.
    Ultima modifica: 26/10/18 15:19 da Zender