Nozze infrante - Film (1950)

Nozze infrante

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Bisogna fare un passo indietro; perché è fin troppo evidente come oggi un'opera simile, dopo Hitchcock, dopo decine di film che poggiano sulla medesima idea convergendo inevitabilmente quasi sempre sulla stessa soluzione, apparirebbe superflua. Magari anche ridicola nell'interpretazione, perché la donna indifesa che piange, si dispera, nega ripetutamente e si strazia per le accuse infamanti, rischia di apparirci solo insopportabilmente lagnosa. Ma qui siamo nel 1950 e va dato atto al film di essere costruito con una bella attenzione ai particolari, di seguire con coerenza una trama lineare che arriva lentamente a sciogliere i suoi interrogativi. L'apertura è sulle nozze del titolo, durante le quali,...Leggi tutto al fatidico (e simpaticamente preistorico nel nostro doppiaggio) "se c'è alcuno che abbia obiezione valida da opporre a quest'unione che parli adesso altrimenti siano le sue labbra suggellate in futuro" un uomo attrae l'attenzione e accusa Elena (Colbert) di avere già un regolare marito, sposato in una data ben precisa. Lei cade dalle nuvole, tutti pensano a uno scherzo di cattivo gusto, ma alcune veloci telefonate confermano che forse qualcosa di vero c'è. Interruzione del rito; moglie e marito (Ryan) si mettono in caccia, insieme all'amico avvocato, raggiungendo il paese dove rintracciare chi officiò le nozze e non ultimo l'uomo che si dice essere il primo marito di Elena. La cosa strana è però che fin dai primi incontri tutti sembrano riconoscere immediatamente la donna confermando indirettamente l'accusa di bigamia. Com'è possibile? Il prosieguo prevederà un imprevisto omicidio che aprirà una drammatica fase processuale destinata a spostare temporaneamente il film dalle parti del giudiziario, mentre chi guarda non potrà che concentrare ogni domanda sull'unico vero dubbio: è Elena che non ricorda (o finge di non ricordare) o è in atto una perfida macchinazione organizzata non si sa da chi e per quale motivo? Immaginando di ritrovarsi nel 1950 ci si può divertire; si possono apprezzare i flashback con un passato sfocato che ritorna, il particolare della barca sulla spiaggia... D'altra parte se il cinema ha riproposto infinite volte (con poche varianti) l'idea del protagonista calato in una realtà che inspiegabilmente non riconosce un motivo c'è: si regala allo spettatore la possibilità di immedesimarsi in una situazione di ansia che attanaglia, di sospetti che si sovrappongono. Purtroppo ci si deve agganciare soprattutto a questo, per godere di THE SECRET FURY; perché le interpretazioni non sono certo memorabili e la regia di Mel Ferrer (noto come attore, molto attivo anni dopo anche nel cinema bis di casa nostra) è niente più che scolastica, di servizio, con un finale poco sensazionale e diretto debolmente (ma in quegli anni non era così comune imporsi da questo punto di vista). La forza insomma sta nel soggetto e in una sceneggiatura corretta, che cerca di mantenere alta la tensione tutto sommato riuscendoci. Nonostante la ripetitività, che porta a una fase centrale poco incisiva, un dramma “nero” datato ma piacevole.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/02/18 DAL DAVINOTTI
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