Killing Hasselhoff - Film (2017)

Killing Hasselhoff
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Killing Hasselhoff
Anno: 2017
Genere: commedia (colore)
Note: E non "Killing Hassellhoff".
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Qualcuno già lo conoscerà, il totomorte. E' quel macabro gioco a scommesse in cui si punta sull'inatteso decesso di qualche vip: se quello durante l'anno muore, si vince. Chris (Jeong) da qualche tempo si gioca la dipartita di David Hasselhoff senza successo e ora, con l'aggiunta di sempre nuovi partecipanti, il montepremi ha raggiunto il mezzo milione di dollari. Naturale (si fa per dire) che quando gli affari cominciano ad andar male, gli strozzini premono e la vita va a rotoli, Chris cominci a pensare di ucciderlo davvero, il povero Hassellhoff e di incassare la vincita. Parte così alla volta della villa a Venice Beach del divo (il suo manager è interpretato da Jon Lovitz) e comincia ad azzardare...Leggi tutto fallimentari attentati come capitato in tante commedie prima di questa. Hasselhoff, da par suo, si concede un'autoironia talmente ostentata da infastidire, confermando lo scarso gusto di un film che ha comunque nella scelta del protagonista il difetto peggiore: il coreano Ken Jeong può essere una buona spalla (nelle Notti da leoni lo era senz'altro), ma trovarselo al centro della scena ne mette in luce la scarsa dimestichezza coi tempi comici nonché la limitata espressività; tanto che finisce col fare pure qui la spalla a coloro coi quali di volta in volta condivide il set. Molto più divertente ad esempio l'amico (Darby) tradito dalla partner con un modello di intimo maschile, ossessionato al punto di vedere il rivale ovunque e di finire per questo in clinica a curarsi. O Redix (Dunn), il killer professionista corpulento e gay, volgare quanto sessuomane. Non che siano personaggi originali o particolarmente centrati, ma almeno sanno come sfruttare il poco a disposizione. Hassellhoff, nella parte di se stesso, gigioneggia come ci si aspetta in questi casi, celebra se stesso e il suo mito citando SUPERCAR e BAYWATCH, sfugge con eleganza agli attentati e sfoggia un fisico ancora possente, nonostante l'età. E' ormai il suo ruolo, in un cinema che vampirizza le star di secondo piano in chiave parodistica (Bruce Campbell ne è la vittima più frequente) per garantirsi qualche facile risata in più. Ma se si spera che bastino una corsa al rallentatore in costume rosso o Kitt ad attendere col navigatore parlante non ci siamo proprio. E difatti il film vive di qualche rara fiammata, con il resto a fare quasi sempre da piatto riempitivo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/11/17 DAL DAVINOTTI
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Taxius 16/12/17 10:48 - 1656 commenti

I gusti di Taxius

Sciocca ma tutto sommato divertente commedia che vede come protagonisti Ken Jeong e David Hasselhoff nella parte di se stesso. Film di stampo televisivo che ha il suo punto di forza in Hasselhoff, bravo a prendersi per i fondelli citando i suoi personaggi più famosi, ovvero quelli di Baywatch e Supercar. La trama è quella che è, ma intrattiene e alla fine da un film del genere non si può pretendere più di tanto.

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