Opera apprezzabile dal punto di vista visivo, ma discutibile sotto vari aspetti.
In rete si trovano molte notizie su Lili Elbe e Gerda Gottlieb, utili per inquadrare meglio il film che, a mio parere, opera rispetto ai fatti un'operazione che definirei di "ammorbidimento melodrammatico", come assai morbidi sono i tratti di Redmayne (somigliante non alla vera Einar/Lili ma caso mai alla sua trasfigurazione pittorica) e fin troppo delicati i suoi gesti, con una accentuazione della "femminilità" che a tratti mi è sembrata accessiva.
In una sequenza nella prima parte, si vede Einar e Gerda scegliere in un magazzino teatrale gli indumenti per il primo travestimento pubblico come cugina di Einar.
Vengono scelte delle scarpe palesemente troppo piccole per i piedi di lui. Ecco, io avrei voluto vedere lo sforzo di entrare in quelle scarpe... il riconoscere che si trattava di una donna nel corpo di un uomo, non implica che calzare scarpe non della propria misura possa risultare così facile.
Lo so che è un dettaglio, ma da quel dettaglio credo si possa capire lo spirito del film: smussare ogni aspetto che possa incrinare il ritratto di questa eroina romantica destinata ad un epilogo da signora delle camelie.
Il film mi ha dato in ogni modo l'occasione per scoprire l'opera di Gerda Gottlieb: una piacevole sorpresa sia i quadri che le illustrazioni in stile liberty, molte delle quali a tema saffico, deliziosamente osé.
Ultima modifica: 29/02/16 09:30 da
Daniela