Fuochi d'artificio in pieno giorno - Film (2014)

Fuochi d'artificio in pieno giorno
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Bai ri yan huo
Anno: 2014
Genere: thriller (colore)
Note: Aka "Black coal, thin ice".

Location LE LOCATIONLE LOCATION

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Comincia come un giallo, continua tra thriller e noir ma si disperde presto in cento rivoli che portano lentamente a fondo la storia; una storia di cui si intuiscono i contorni ma che rischia di perdersi per via come spesso capita nelle produzioni orientali: enigmatiche, sibilline, comunicano più con le immagini che con le parole (poche, come sempre). L'omicidio del 1999 sul quale si apre il film, con brandelli di cadavere smembrati e rinvenuti tra il carbone, si accompagna a un primo accenno di indagine con annessa fulminea sparatoria (girata tuttavia senza l'enfasi e lo stile al quale ci avevano abituato Woo & co.). Il tempo di capire cosa sia successo che siamo già nel 2005, quando ai bordi di...Leggi tutto una strada innevata e deserta uno dei poliziotti protagonisti di quello scontro a fuoco (Liao) è seduto apparentemente privo di sensi di fianco alla sua moto. Scopriamo che non lavora più in polizia ed è passato a indagare privatamente. Ma la cosa importante è che all'omicidio (a cui ne sono seguiti altri due) è sempre misteriosamente legata la vedova (Gwen) della prima vittima, che lavora in una lavanderia. Il protagonista comincia così a seguirla da vicino, arrivando a stabilire un contatto e a scontrarsi con la polizia. Dato il confuso succedersi di eventi è consigliabile concentrarsi sull'indubbio fascino delle location sotto la neve, illuminate da una fotografia ambrata e insolita, indubbiamente di pregio, che ci accompagna in un viaggio straniante come la lunga camminata quasi surreale sui pattini o come i brevi tratti percorsi in motociclo. E il finale che richiama il titolo (meno azzeccato quello inglese con cui anche da noi è conosciuto il film, BLACK COAL THIN ICE) è davvero d'effetto, una chiusura decisamente superiore a quanto visto fin lì, poetica e livida quanto altrettanto ermetica. Come molte altre cose d'altronde, perché è chiaro che chi è abituato alla linearità (con rare eccezioni) del cinema occidentale qui rischia di abbandonare il campo molto presto. Soprattutto in considerazione del fatto che i ritmi non sono certo alti e che, anzi, in più momenti si rischia seriamente l'assopimento. Premiato a Berlino, lascia perplessi sul suo reale valore. Anzi, la sensazione della sopravvalutazione è forte...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/07/14 DAL BENEMERITO DEEPRED89 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 19/02/18
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Deepred89 17/07/14 16:27 - 3701 commenti

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"Thriller cinese vincitore del Festival di Berlino": se una frase così intimorisce, il risultato dimostra che tale timore non era infondato; un thrillerino prevedibilissimo che esorcizza nella sterile autorialità (si veda l'inutile finale) la paura di sporcarsi le mani col cinema di genere. Peccato che l'unica cosa che si ricordi a fine visione sia la tramina alla Basic instinct sui ghiacci (belle location), con una specie di Ricky Memphis asiatico più tormentato e muscoloso nei panni del Michael Douglas di turno. Evitabilissimo.

Daniela 5/08/15 10:23 - 12606 commenti

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Poliziotti cinesi, tanto maldestri da sembrare i colleghi sudcoreani, indagano su uno spezzatino di corpi disseminati in tutta la provincia. I morti avevano a che fare con una lavandaia smunta e triste, per cui su di lei si concentra l'interesse non solo professionale del protagonista, uno sbirro in disarmo etilico. Thriller che mantiene meno di quel che promette: trama semplice eppure scombinata, personaggi poco pregnanti, manierismi autorial/depressivi buttati lì a far brodo (finale compreso). Da salvare certe sequenze di gelata suggestione che avrebbero meritato un film meno evanescente.
MEMORABILE: La sparatoria nel salone di bellezza: tanto comica da ingenerare il sospetto che l'umorismo non sia involontario

Schramm 25/08/15 12:53 - 3490 commenti

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Il carbone, carburante della città industrializzata, reca seco anche fettucciati cadaveri e indagarvi sopra porta al dolce brancolar in un mar di buio; fettucciata e spenta è anche lo script che sembra essere stato reincollato a rampazzo dopo essere fuoriuscito da un tritarifiuti, col risultato di un film scollacciato e tutt’altro che seducente, che del thriller non dà il resto di spiccioli di tensione o inquietudine, e che malgrado le sue rincorse autoriali (in sé e a sprazzi anche niente male) resta inerte, ben che gli vada inerziale, un’epifania visiva che riempie la calza di solo carbone.

Cotola 7/09/15 19:00 - 8998 commenti

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Brutto, fiacco, noioso e prevedibile "noir" che non ha il coraggio di perseguire fino in fondo il sentiero del genere. Purtroppo il regista cerca di ammantare il tutto di un'autorialità posticcia e mal gliene incoglie. Ne viene fuori una pellicola in cui si salvano pochissime cose qua e là ma che nel complesso è decisamente poco riuscita. Tra l'altro è incredibile come la sceneggiatura sia riuscita ad ingarbugliare una storia molto semplice, rendendola difficile da seguire e comprendere fino in fondo. Inspiegabile la vittoria a Berlino.

Jdelarge 6/06/16 19:46 - 1000 commenti

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Film pretenzioso che sembra affrontare un genere scelto a caso per poi trattarlo in maniera autoriale (se così si può dire). Le note di merito vanno alla suggestiva fotografia e all'illuminazione, che riescono a modulare bene i vari momenti della storia. E' proprio la narrazione a fare acqua da tutte le parti, perché il mistero risulta prevedibile e scontato, mentre le crisi esistenziali dei personaggi (l'ispettore Zhang su tutti) non sembrano del tutto giustificate ma date per ovvie. Simpatica l'idea di "pezzi umani" sparsi per la Cina.

Festo! 6/12/20 23:00 - 83 commenti

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Al termine della visione ci si chiede cosa si è visto. Non è un thriller, perché la tensione è meno di zero; non è una storia sentimentale; il regista pretende davvero che gli spettatori provino empatia per un protagonista che compie de facto uno stupro su una ruota panoramica? Non è neanche facile da seguire, date le numerose scene scollegate e, se non si fosse capito, non è neppure un bel film. I (pochi) dialoghi sono adattati in maniera pietosa in un film che si atteggia a "intellettuale" per nascondere il profondo vuoto di sceneggiatura e regia.
MEMORABILE: Le scene in cui compare Kwai Lun-mei (in italiano ha l'aggraziata voce di Roberta Maraini), attrice che si spera di poter rivedere in film migliori.

Fulleffect 16/09/21 11:02 - 107 commenti

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Amato da parte della critica e spesso disprezzato dal pubblico, è senza dubbio uno dei film più divisivi degli ultimi anni. L'intreccio non brilla sicuramente per originalità, basandosi su uno dei classici stilemi del noir-poliziesco, l'agente disilluso e alcolizzato che indaga sulla donna attorno a cui si svolgono numerosi omicidi. Eppure non può non colpire la straordinaria messa in scena che si avvale di una fotografia freddissima e di una recitazione perfetta nella sua pacatezza. Lo stile unico, anche se soffre di qualche vezzo autoriale di troppo, riesce a convincere a pieno.
MEMORABILE: Il passaggio temporale di cinque anni che avviene senza stacchi di montaggio, in una galleria; Il finale.

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  • Discussione Didda23 • 25/08/15 14:01
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Mi bastava la stroncatura del fidato amico deep, per non prenderlo minimamente in considerazione.
  • Discussione Cotola • 7/09/15 19:04
    Consigliere avanzato - 3841 interventi
    Per quel che conta si aggiunge anche il mio pallino e mezzo ai giudizi degli altri. All'inizio pensavo non fosse così male, ma col passare dei minuti si rivela davvero bruttarello forte. Come scritto nella recensione, mi risulta inspiegabile come un film così piatto abbia potuto vincere a Berlino. Questo fa il paio con Something che vinse a Venezia (con Tarantino Presidente della giuria il che rende ancor più difficile da digerire la vittoria di quella pellicola). A volte vincono film brutti ma personali e quindi ci può stare che in una scala di giudizi possano vincere premi ad un festival. Ma dinanzi a film così impersonali e piatti è difficile capire certe vittorie.
  • Discussione Digital • 7/09/15 19:09
    Portaborse - 3973 interventi
    Visto una settimana fa, dire che mi ha frantumato i gioielli di casa è un eufemismo (e oggi, tanto per essere sadomasochisti, ho replicato con A qualsiasi prezzo). Qualcuno poi mi spieghi la scena finale, io francamente non l'ho capita. Qualcuno in quel di Berlino si deve essere scolato diverse birre di troppo.. :-D
  • Discussione Cotola • 7/09/15 19:12
    Consigliere avanzato - 3841 interventi
    La scena finale mi sembra proprio tipica di quelle che ci mettono certi registi per darsi un tono, per dire...vabbé facciamo un po' di cinema d'autore.
  • Discussione Digital • 7/09/15 19:18
    Portaborse - 3973 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    La scena finale mi sembra proprio tipica di quelle che ci mettono certi registi per darsi un tono, per dire...vabbé facciamo un po' di cinema d'autore.
    Qui ci vorrebbe il prode Ghezzi a decifrarla, magari spiegandocela da dietro una tenda (chi ha visto Blob capirà :-D)..
  • Discussione Didda23 • 7/09/15 20:06
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Per la precisione non era Something, ma Somewhere.
  • Discussione Cotola • 7/09/15 20:19
    Consigliere avanzato - 3841 interventi
    Verissimo, Didda. Scusate il refuso.
  • Discussione Didda23 • 7/09/15 21:25
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Figurati..
  • Discussione Daniela • 7/09/15 22:34
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Digital ebbe a dire:

    Qui ci vorrebbe il prode Ghezzi a decifrarla, magari spiegandocela da dietro una tenda (chi ha visto Blob capirà :-D)..


    Dietro una tenda e pure fuori sincrono...
  • Discussione Schramm • 9/09/15 12:13
    Scrivano - 7693 interventi
    io neanche la ricordo più. di tutto il film ricordo giusto l'incipit e la sparatoria nel ristorante. il resto è già andato di metri e metri giù per lo scarico. credo sia uno di quei film la cui inconsistenza accomunerà tutti su un giudizio negativo. almeno su questi lidi, stando alle misteriose premiazioni ottenute.