Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Torture-porn alla romana, sommariamente rispettoso del genere (agli effetti speciali la gloriosa firma di Sergio Stivaletti) e forse proprio per questo in definitiva dimenticabile, da affiancare ai tanti usciti nel periodo che meno il segno hanno lasciato (in Italia aveva fatto di meglio Zampaglione con SHADOW). Tre amici, una villa misteriosa, un sadico con la faccia di Peppe Servillo (cantante degli Avion Travel nonché fratello del più noto Toni), una ragazza nuda appesa con le catene al soffitto (Cuttica). Trovate le chiavi della casa di cui sopra nel cruscotto di un'auto lasciata in custodia all'officina dove lavora,...Leggi tutto Ale (Diele) invita due amici (Pedrotti e Di Biagio) a passare lì la notte con l'intenzione di organizzare una festa e approfittare del fatto che il proprietario (Servillo, per l'appunto) dovrebbe essere con la sua Rolls a Ginevra per un raduno d'auto d'epoca. Ma avendogli fissato male il semiasse la Rolls si rompe durante il tragitto e l'uomo è costretto a tornare a casa, dove mentre è affacendato a spruzzare l'acqua addosso alla sua vittima si troverà tra i piedi i tre ragazzi, entrati prima di lui ma rimasti bloccati dentro. Inutile precisare cosa accadrà visto che i torturatori, come noto, ne sanno una più del diavolo (al contrario delle loro vittime, solitamente incapaci di organizzare piani di difesa o di studiare soluzioni minimamente sensate). In definitiva un esercizio di stile per i Manetti che, al di là di un Peppe Servillo comunque più in secondo piano rispetto ai giovinastri, non possono disporre di un cast di gran livello. La romanità del prodotto è ancora una volta garantita (con tanto di due o tre rappate che celebrano la città), ma l'impressione è talvolta quella del prodotto semiamatoriale, non solo per la recitazione approssimativa ma anche per via di una fotografia inferiore agli standard dei fratelli (tranne quando si scende nei sotterranei in penombra), che nelle scene in piena luce rivela una fastidiosa natura digitale. Si tenta invano di arraffare qualche punto "cult" con la prolungata rasatura in primo piano del pube della ragazza, ma i rantoli della poveretta, le sue frasi biascicate, ottengono solo di irritare. Restano un po' di vivacità nei dialoghi tra ragazzi, qualche discreto effetto splatter di Stivaletti (poca roba però, e niente di memorabile purtroppo) e un clima da evidente low budget che solo la consumata perizia dei Manetti parzialmente maschera. Il colpo di scena finale non è certo sufficiente a dare un vero senso al tutto. Sicuramente il 3d al cinema qualcosa di più offriva...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/06/12 DAL BENEMERITO NIPO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 11/01/18
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Puppigallo 17/06/12 01:06 - 5259 commenti

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I Manetti bros. hanno delle potenzialità e sanno maneggiare la telecamera. Ma per realizzare un buon horror servono anche talento e molta inventiva, che permettono di creare un qualcosa di originale. Qui invece di originale c'è ben poco, con l'aggravante di allungare troppo le scene di pericolo incombente, rischianodo solo di spazientire. Gli attori comunque sono diretti con mestiere; e se non altro, qua e là la violenza deflagra, investendo i protagonisti. Nota di merito per l'Italo3D, piuttosto curato, con buona profondità e alcune simpatiche fuoriuscite dallo schermo. Occasione persa.
MEMORABILE: I titoli di testa; Il discorso del carceriere alla ragazza, mentre la rade; Faccia sfondata; "I miei genitori non mi vogliono" (come biasimarli).

Nipo 16/06/12 11:30 - 40 commenti

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Film gradevole, con qualche pecca di sceneggiatura e alcune forzature. Scorre bene e il 3d funziona, ma alcune banalità e il richiamo a certi torture movies non rendono un buon servizio all'originalità dell'insieme. Buone la recitazione e la messa in scena per un film minimo, piccolo, chiuso in un unico ambiente. Può ricordare altri film dell'epoca d'oro italiana come La casa con la scala nel buio, ma purtroppo non bastano un po' di soggettive e qualche omicidio per fare un film Argento/style come era nelle intenzioni dei registi.

Mirrrko 29/06/12 20:01 - 13 commenti

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I titoli di testa lasciavano sperare nella maturità registica dei Manetti, invece... niente! La sceneggiatura sembra scritta da un adolescente senza niente da dire, i dialoghi improvvisati lì per lì; gli attori, lasciati soli, si arrampicano come possono, le musiche sembran scelte dall'adolescente di prima con l'equazione da veri ggiovani: città: rap = casino: metal. Come al solito il nuovo horror italiano vacilla. Due unici pregi: un 3D migliore che in molte produzioni americane e i titoli di testa.
MEMORABILE: Uno dei tre trova un amico senza la testa dalla bocca in su, lo guarda e lo chiama: "Ale...?"

Rebis 22/09/12 16:02 - 2332 commenti

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Incipit ficcante tra voci-off argentiane, piogge battenti e titoli di testa surreali. Segue un'incursione caciarona nel milieu romanesco che lascia interdetti. Ma quando i Manetti bros. si decidono a metter mano all'horror puro il film carbura: dal torture-porn al survival boschivo, l'ordigno ha un esito perturbante e ossessivo. Non piace la musica rap e ci sono forzature che nuocciono alla suspense complessiva, ma tecnicamente il film funziona. C'è qualcosa di [Rec] e qualcosa di Martyrs e molti omaggi (Bava, Argento, Martino...). L'accurato 3D conferisce un tocco di astrazione e onirismo.

Kazanian 24/09/12 16:38 - 48 commenti

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Stanca, ripetuta e soporifera fiera del già visto. Noiosa l'ambientazione e mancanza di uno stile riconoscibile. 3d inutile. Peccato, dai Manetti mi sarei aspettato un bel balzo in avanti. E la suspence? Non si può vincere la noia allungando situazioni già viste.

Giùan 13/11/12 22:14 - 4540 commenti

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Tentativo intraprendente nelle intenzioni quanto imprudente alla "luce" della visione, di aggiornamento coatto-realistico del genere horror da parte dei Manetti. Dal contrasto tra la connotazione naturalistica degli annoiatamente avventati neo ragazzi di borgata e le tare avite di una aristocrazia altrettanto svogliatamente debosciata, non nasce un attrito di terrore bensì una piatta constatazione dell'assurdità di fare un film de paura nella rutilante società della cronaca nera contemporanea. Restano la tecnica del 3d e l'artigianato di Stivaletti.
MEMORABILE: Peppe Servillo infoiato per la sua berlina d'epoca; Tra i cunicoli del sotteraneo di Lanza con lo "spadone" in mano.

Greymouser 15/11/12 20:40 - 1458 commenti

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Adeguarsi al livello tecnico dei prodotti stranieri è sempre nota di merito per l'asfittico horror italico; ma questo non può significare adeguarsi anche ai contenuti scontati e derivativi degli esempi peggiori. Il peccato mortale dei Manetti è proprio quello di seguire supinamente la corrente del già visto, imbastendo una vicenda priva di vera tensione e dalle conseguenze finali ampiamente prevedibili. Il film non decolla e non colpisce, nonostante gli squarci più cruenti, e prende mestamente la via del dimenticatoio.

Cloack 77 11/12/12 17:39 - 547 commenti

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Il talento dei Manetti bisogna certamente riconoscerlo, ma continuare ancora col torture-porn tale e quale a se stesso, senza originalità e senza una storia "necessaria", è l'ennesima occasione sprecata, oggi con l'horror, ieri con la fantascienza, l'altro ieri col pulp. Paura è inutile perché è risaputo, tanto risaputo da non far paura appunto, al limite del ridicolo con Peppe Servillo, mostro poco credibile. Troppo vicino a Shadow di Zampaglione, ma senza il tentativo di un percorso personale e della magia della messa in scena.

Tomastich 11/12/12 19:33 - 1255 commenti

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Se non fosse per la scelta dei tre pischelli, il rapper coatto, il metallaro con la t-shirt degli Slayer (che sembra più un neo-fascista che un metallaro) e il cannato universitario, questo nuovo horror dei Manetti Bros. non sarebbe affatto male. Quindi tutti i meriti vanno attribuiti al crudele Peppe Servillo e alla "povera" prigioniera. Se fosse stato meno contestualizzato e più "revival" sarebbe stato una piccola gemma; così è solo un buon film horror.

Cotola 15/01/13 00:21 - 9013 commenti

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Dopo un inizio gustosamente “argentiano” (quella voce fuori campo) o comunque che ricorda i bei film di genere dei tempi andati, si procede per circa trenta minuti senza che accada nulla. Poi la giostra inizia a girare, in modo prevedibile ma anche dolce e rassicurante per chi ha amato un certo tipo di cinema. Spaventi e sorprese non è il caso di cercarne, ma qualche gustoso effettaccio splatter sì, unito ad una resa registica migliore rispetto ad altri film dei due fratelli. Mediocre certo, ma con i suoi perché.

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Nando 19/04/13 22:44 - 3810 commenti

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Un film di genere provvisto di una trama convenzionale ma che annovera discreti effetti speciali del maestro Stivaletti e un messaggio di fondo abbastanza probante: qualche volta farsi gli affari propri in casa altrui conviene, perlopiù quando vi si entra da furfantelli. Servillo è una bella maschera e i Manetti Bros registi che gradiscono il virtuosismo. Accettabile.

Yamagong 19/04/13 23:53 - 274 commenti

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Un evidente omaggio a Mario Bava e a Dario Argento, quest'incursione nell'horror da parte dei Manetti; che tuttavia, oltre a tendere la mano ai grandi maestri nostrani, ben poco ha da offrire, soprattutto in termini di originalità e di ritmo (che non di rado arranca pericolosamente). Eppure c'è da dire che i momenti splatter sono ben dosati e funzionano alla grande e la colonna sonora, tra sperimentale e metal estremo, riesce a dare maggior vigore a un film che altrimenti risulterebbe fin troppo fiacco. Ai fan del genere potrebbe piacere.
MEMORABILE: La scena della tortura; La lezione-omaggio su Mario Bava all'inizio del film.

Pinhead80 29/06/13 12:24 - 4720 commenti

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Non male questo film dei Manetti bros, che cercano di riportare in auge un certo cinema di genere. Le cose migliori arrivano dall'interpretazione allucinata di Peppe Servillo, mentre il resto del cast palesa una certa goffaggine recitativa. I momenti di tensione pura ci sono e le atmosfere sudice pure. Se andiamo a togliere qualche banalità di troppo nei dialoghi quello che rimane è un film più che dignitoso.
MEMORABILE: La cantina.

Enzus79 14/08/13 16:24 - 2874 commenti

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Mediocre. E pensare che con la loro inventiva i Manetti bros. potevano far uscire qualcosa di buono. Sicuramente la seconda parte, dove lo splatter non latita di certo, è meglio della prima. Attori così così e Servillo non entusiasma di certo. Musiche discrete.

Dusso 27/08/13 19:02 - 1566 commenti

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Paura molto poca, ma questo horror dei Manetti Bros è un discreto esempio (anche se con tanti difetti) di recente prodotto italiano con qualche omaggio al vecchio cinema di genere (Bava e Sergio Martino). Effetti splatter di buonissimo livello compensano momenti di attesa che era meglio accorciare. La storia, come idee, è ai minimi termini ma realizzata discretamente.

Undying 12/10/13 02:49 - 3807 commenti

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In linea con lo stile "thriller" italiano anni Settanta, Paura può vantare una efficace messa in scena, supportata da una regia dinamica, mai distratta e ricca di virtuosismi. La trama non è innovativa, si rifà alla moda del torture porn, ma riesce - grazie anche all'apporto della bella soundtrack - a catalizzare l'attenzione. La pellicola sorprende, soprattutto, grazie alla performance di Peppe Servillo (strepitoso cantante degli Avion Travel) qui utilizzato alla perfezione in un ruolo spiazzante e - proprio per questo - efficacissimo.
MEMORABILE: I titoli di testa animati, sentito omaggio al baviano Operazione paura.

Schramm 1/11/13 13:37 - 3490 commenti

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Ubi major indie cessat: i Manetti finiscono sotto l'ala protettrice di tutor storici quali Dania o Medusa, ma la loro idea di cinema continua a rimanere impantanata nella più dilettantesca amatorialità da principiante allo sbaraglio: il loro torture-porn all'amatriciana manca di senso dei tempi, di charisma profilmico, di un pur vago coté atmosferico, è un insapore avanzo guarnito di stereotipie straviste affidate a esempi di improbabilità attoriali che non vorremmo rivedere più, la paura dimora altrove e alla faccia del millantato 3D il film è un monumento alla più vacua monodimensionalità. *

Pumpkh75 27/12/13 13:05 - 1740 commenti

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Ammetto che il voler incrociare il thriller all’italiana con una sorta di torture-porn coatto e borgataro poteva rappresentare una buona mano al tavolo, ma è buttata ai quattro venti: troppi momenti di transizione, troppe soluzioni tirate per i capelli, interpretazioni e regia inadeguate. Qualche scena girata nella villa fa il suo sporco lavoro, il sangue l’ho apprezzato, ma a ben vedere la buona volontà non s’è sposata con una maldestra ingenuità. Soluzione finale telefonata e, nonostante questo, comunque confusa.

Piero68 21/01/14 12:06 - 2955 commenti

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Se il futuro dell'horror italiano passa per le mani dei Manetti Bros siamo rovinati. A questo punto Argento è solo un pio ricordo da conservare anche a futura memoria per tutti i cinefili di genere più giovani. Il problema non è nemmeno tanto la qualità del girato, che ha comunque buoni momenti e spunti discreti. Il problema è la totale mancanza di idee e convinzione. Paura viaggia tra lo scimmiottamento di altri prodotti e le solite azioni incomprensibili dei protagonisti. Il cast poi non aiuta proprio, vista la mediocrità.

Tarchetti 14/12/14 21:35 - 34 commenti

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Ottimo thriller italiano che strizza un occhio ai classici anni 70 e un altro al cinema contemporaneo mondiale caratterizzato (nella sua forma thriller-horror) da un genere, lo slasher, che ormai da anni va per la maggiore. Nella prima parte non si assiste praticamente a nulla di particolare (non esaltanti a mio giudizio le musiche, fondamentali per il genere), nella seconda si sfocia in un vortice di drammatiche e agghiaccianti situazioni dove vengono sottolineate la meschinità e la follia dell'animo umano. Bravissimo Servillo.
MEMORABILE: La lezione all'università sul cinema di Mario Bava.

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Andypanda 27/12/15 19:45 - 29 commenti

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Buon esempio di torture-porn all'italiana; anzi, alla romana, visto che i personaggi principali (con l'eccezione di Peppe Servillo) parlano tutti in romanesco. Il film funziona, ci sono ritmo e tensione e la resa del 3d è buona. Quello che convince meno nei film dei Manetti è sempre la fotografia. Neppure la colonna sonora è eccezionale. In compenso, prestazione maiuscola di Servillo e ottimi i tre protagonisti. Infine c'è la Cuttica, nuda (in senso letterale) scream queen che riserva sorprese.

Buiomega71 9/06/18 00:58 - 2901 commenti

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Incipit argentiano di gran classe registica, poi le rappate tipiche dei Manetti e i loro borgatari coatti. Ma quando entrano nel vivo dispensano tensione e una buona dose di crudeltà (il capezzolo tenagliato stile Flavia, la monaca musulmana, l'inforcata, l'impiccagione, la faccia scarnificata) per poi sfociare in fughe tra i boschi, fucilate, decapitazioni alla Venerdì 13, baci necrofori/passionali come in Macabro e sudiciume femmineo modello Offspring. La "lunatica" chiusa finale dà il tocco allucinato a questo sanguinolento viaggio nell'horror manettiano.
MEMORABILE: Nel mezzo dei titoli di coda: "Signore, ma è una telecamera quella?"; La filastrocca di Sabrina; Il marchese rientra prima del previsto; Depilazione.

Rufus68 9/01/20 21:53 - 3826 commenti

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Desolante torture movie, pericolante quanto misero nella sceneggiatura, sciattamente recitato e con dialoghi punteggiati da un'insistita e fastidiosissima coprolalia, non convince nemmeno per un secondo. La superficialità fumettistica nel delineare i personaggi rende antipatici tutti gli attori (persino la vittima), compreso un Servillo ai limiti della macchietta (anche se a fronte dei giovani sembra Laurence Olivier).

Gabigol 29/01/20 14:25 - 571 commenti

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Difficile vedere, in questo caso, la rinascita del cinema di genere nel belpaese, anche se i Manetti Bros dirigono con mestiere e si affidano all'usato sicuro (Stivaletti) per quanto concerne la componente gore - piuttosto truculenta. Il canovaccio attinge a piene mani dal cinema di Bava, Argento, Martino e Fulci; nessuna idea o qualsivoglia spunto narrativo emerge con autonomia da questo torture-porn di matrice romana. Cast altalenante: sugli scudi la Cuttica e Servillo, pur con qualche eccesso di recitazione. Film che non lascia il segno.
MEMORABILE: I titoli di testa weird; Di Biagio versione borgataro; Il capezzolo; La depilazione; Il cranio svuotato; L'improbabile finale al buio (girato bene).

Magerehein 24/02/22 11:18 - 986 commenti

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La trama è piuttosto banale e lenta a ingranare (certi dialoghi della prima parte sono futili) e il trio di protagonisti incide poco. Il film non è tuttavia girato male, e da quando entra in scena il villain (un Peppe Servillo che dà buona prova di sé) scorre abbastanza bene, non lesinando violenza e qualche buon effetto gore. Il colpo di scena finale (non del tutto imprevedibile) non è malvagio, ma un po' affrettato sì. Opera tutto sommato guardabile e che dà un monito sempre valido: mai entrare in casa altrui senza permesso.
MEMORABILE: I titoli di testa; Il discorso del marchese mentre rade la ragazza; "Non si entra in casa d'altri"; I brani di Gallhammer e Death SS.
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  • Homevideo Rebis • 20/10/12 12:30
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Purtroppo temo che visto senza 3D perda molte delle sue ragioni d'interesse...
  • Homevideo Xtron • 22/09/16 21:38
    Servizio caffè - 2147 interventi
    Ecco il dvd WB

    Audio italiano
    Sottotitoli in italiano
    Formato video 1.78:1 anamorfico
    Durata 1h45m03s
    Extra: Trailer, backstage

    immagine a 43:16

    Ultima modifica: 23/09/16 07:21 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 9/06/18 09:54
    Consigliere - 25944 interventi
    Basterebbe l'incipit puramente argentiano e i magnifici titoli di testa animati tra Tim Burton e Jan Švankmajer a farne un piccolo gioiellino e compiacersi con i due fratelli romani (che grazie a dio sanno muovere la MDP in stato di grazia)

    La breve prima parte borgatara con rap a manetta (appunto), tipica dei registi di Zora, fa pensare al peggio, ma quando i tre "scazzoni" entrano nella villa del marchese la tensione e la defribillazione cominciano a guadagnare terreno, per poi mollare il freno a mano e andare tutto in discesa senza un attimo di respiro

    E i Manetti stoccano in crudeltà inaspettate (il capezzolo tenagliato in stile Flavia la monaca musulmana), in morbosità insistite che non ti aspetti dai registi di Piano 17 (la vagina della Cuttica in PP con tanto di rasatura certosina), per poi virare nello slasher ottantiano boschivo a stelle e strisce (la fuga di Ale nei boschi) e tuffarsi nel body count "gory" orchestrato da mastro Stivaletti come negli anni 80 (inforcate, fucilate, impiccagioni, facce scarnificate, uncini perforatori, decapitazioni finali alla Venerdì 13 vs Phenomena, baci necrofori/passionali presi di peso dal baviano Macabro, malsane composizioni cadaveriche e un cambio di rotta che sposta lo "slasher de noatri" verso i lidi femmineo/sudici di un Offspring al sentor di Marebito

    E tra filastrocche e prigionie alla Le farò da padre, i Manetti chiudono il loro secondo horror puro (dopo l'invisibile Cavie) con un tono allucinato e un atmosfera lunatica, quasi come se fosse L'invasione degli ultracorpi

    Sorpresina messa tra i titoli di coda, che spiega (con un video simil youtube) l'origine del male (ai Manetti bastano una manciata di secondi per fare un pò di chiarezza in più) e che si ricollega ai disegni animati naif nei titoli di testa.

    Citando l'importanza del cinema di Mario Bava (spiegata dal docente Antonio Tentori) in un aula scolastica, o , tra i fumi dei bagordi, guardando I corpi presentano tracce di violenza carnale con Cristina Airoldi tra le paludi (e guarda caso Ale farà una fine non troppo dissimile), i Manetti rendono un tributo sano e genuino al nostro cinema di genere, innestandolo con la "commedia borgatara" che è a loro congeniale (i primi minuti, certi dialoghi tra i tre) per poi esplodere in tuguri puzzolenti, spizzichi di torture, ragazze nude, esposte e villipese, tenute come animali in catene fino alle sindromi di stoccolma che dilagano nella follia più totale.

    Grande score di Pivio che pompa adrenalina, una fastosa e lussuosa villa non dissimile da quella di Tenebre e più dalle parti La casa nera che nemmeno in quelle di La casa con la scala nel buio

    Schifosissimo e viscidissimo Peppe Servillo, aguzzino sadico e sanguinario che non si dimentica facilmente (così come i mugolii e gli occhi spiritati della Cuttica)

    I Manetti vincono la scommessa, in quello che è il loro fiore all'occhiello

    Peccato per il titolo un pò anonimo, io avrei lasciato quelli in lavorazione (La stanza dell'orco oppure L'ombra dell'orco) , dai richiami baviani di orchi televisivi, perchè Sabrina ha paura dell'orco che stà di sopra.

    Signore, ma è una telecamera quella?
    Ultima modifica: 9/06/18 13:36 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 9/06/18 10:06
    Consigliere - 25944 interventi
    Non so se è un difetto ottico del dvd, ma nell'incipit argentiano (con la governante russa che, prima di scappare dalla casa, scende malauguratamente in cantina) nelle sequenze buie appare un alone a forma di "occhio" che si stampa sullo schermo.
  • Musiche Magerehein • 5/01/23 08:28
    Call center Davinotti - 73 interventi
    Tra i brani presenti in questo film vi sono "Katabasis" dei The Wisdoom (quando i protagonisti si impadroniscono della Maserati), "Endless Nauseous Days" delle Gallhammer (ascoltabile in due differenti scene ambientate nella cantina della villa, tra cui quella della rasatura) e "Ogre's Lullaby" dei Death SS (titoli di coda).