Al limite - Film (1997)

Le scenario è piuttosto chiaro fin da subito: il mistero sull'identità dell'assassino dura lo spazio della prima telefonata in radio, quando il killer Javier Barea (Juanjo Puigcorbé) avvisa la conduttrice (Dalle) che sta per uccidere la sua giovane vittima. Quando però l'uomo si avventa sulla ragazza per soffocarla il volto è in primo piano e poche scene dopo è già sul luogo del delitto presentandosi per quello che è: lo psicologo che aiuta la polizia nella ricerca dei serial killer. Il giudice (Lydia Bosch) che si occupa del caso ne subisce in qualche modo l'ambiguo fascino, si confronta spesso con lui in modo amichevole e a tenere tutti coi piedi per terra ci deve pensare l'ispettore che ha...Leggi tutto il volto e l'enorme stazza del nostro Bud Spencer. Le relazioni tra i protagonisti sono ben delineate, con Béatrice Dalle a fare da elemento disturbatore, in conflitto con il giudice e pronta a cedere il proprio corpo a Barea in cambio di informazioni preziose sul caso da diffondere in radio. Qualche altra figura sulla sfondo come la prostituta che protegge il marito, testimone del primo omicidio, ma i protagonisti sono le due donne e Barea, che gioca col giudice al gatto col topo quasi come il Volonté di INDAGINE; senza cioè curarsi di coprirsi troppo e anzi fornendo chiari indizi della propria colpevolezza secondo uno schema caro già a certi thriller americani. La sceneggiatura è insomma studiata in modo intelligente, dialogata con attenzione e il cast (soprattutto quello femminile, perché il buon Bud Spencer resta piuttosto in ombra, nonostante la saggezza del suo personaggio sornione si riveli come detto presenza equilibrante e necessaria) offre più di un motivo di interesse. Certo Puigcorbé non è Kevin Spacey, l'ambiguo fascino che il suo Barea dovrebbe sprigionare resta una chimera, ma la sua flemma è un valore aggiunto per la riuscita dell'operazione. Dove semmai il film cede è nella regia, poco vivace e non adeguata alle ambizioni del copione, tenuta a galla qua e là da qualche buon pezzo rock (spesso cover) ma sommariamente modesta, più adeguata per una fiction. Il colpo di scena finale, quasi degno di un Colombo, colpisce abbastanza nel segno. C'è persino qualche accenno splatter non disdicevole.

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