Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Si comincia con il ritrovamento (da parte della governante) di due cadaveri e si continua ricostruendone le vicende in flashback. Il problema è che lo si fa attraverso un montaggio che svisa cronologicamente frullando tutto in modo che i tempi si confondano senza sosta, come se il posizionamento di ogni scena nella storia fosse stata estratta a caso e piazzata un po' dove capita. Il cadavere è quello di Harry (Harris), il padrone di casa, ex pilota di Formula 1 (si fa per dire, visto che nonostante molte immagini di repertorio riguardino effettivamente le formula 1 di quegli anni, quando lo si vede in azione è all'interno di macinini che nulla c'entrano) ridotto in carrozzella. Non a causa di un...Leggi tutto incidente in auto come si potrebbe pensare però, ma per un tentato suicido in aliante: sparatosi in testa mentre era da solo in volo sulle montagne, Dio solo sa come esce dalla disgrazia semplicemente con le gambe rotte. La vittima trovata accanto a lui, distesa sul pavimento e seminuda, è Clarissa (Kim), la moglie di un altro pilota (Eshetu) ma di motociclette. Frequentava la casa (o meglio il castello) in cui la presenza magnetica maggiore è da sempre quella di Zelda (Jane Avril, ovvero Maria Pia Luzi), moglie di Harry dalle tendenze chiaramente bisex che se la spassava sia con lei che con tale Ursula (Keil). Non bastasse, a confondere le acque e i rapporti si aggiunge pure Ingrid (Gonella), la figlia dei padroni di casa in licenza dal collegio dove studia (anche se, nonostante le treccine, la faccia della giovane collegiale proprio non ce l'abbia). Quel che succede, con Harry che in una scena è in sedia a rotelle, in quella dopo è in piena efficienza fisica e in quella subito successiva è morto, fa parte del caos disorganizzato che Cavallone mette in scena affidando a Zelda ardite considerazioni sulla vita e la morte associate a velleitari filosofeggiamenti mentre lei e le altre si spogliano e si toccano. Harry di tanto in tanto abbandona i monitor della stanza in cui guarda incessantemente filmati di gare automobilistiche, i lunghi flashback sulle piste ci mostrano lui e il collega in moto mentre corrono senza alcun commento e tutto si mescola in un cocktail i cui significati veri sfuggono, come se in fondo l'unica cosa importante fosse il mostrare belle figliole in déshabillé, magari ad accoppiarsi sulla tomba del padre defunto. Gli esterni (se si esclude la scena in aliante e quelle sulle piste, in gran parte di repertorio) si limitano a mostrare il castello e gli immediati dintorni mentre le indagini sui responsabili delle due morti vengono del tutto ignorate; anzi, il commissario che se ne occupa (mai in scena) viene simpaticamente definito “un prete”, “un idiota” e, dulcis in fundo, “un povero castrato” dalle sghignazzanti coppie in amore. A sollevare in parte la qualità le musiche di Giombini che, per quanto spesso poco attinenti, a volte conferiscono un fascino inatteso a ciò che si vede sullo schermo (specie quando compaiono inserti allucinati filtrati da interventi grafico-psichedelici). C'è persino un insistente cicaleccio sussurrato che potrebbe anticipare quelli divenuti storici di VENERDI' 13...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/02/08 DAL BENEMERITO IOCHISONO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 23/05/18
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Iochisono 25/02/08 22:49 - 133 commenti

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Boh... Un gruppo di personaggi appena abbozzati in un villone antico e una relazione ingarbugliata tra loro (ovviamente sessuale). Inizia dalla fine e ricostruisce (male) la storia (inesistente). Ci sono anche le corse automobilistiche e le gite in mare, oltre a spezzoni subacquei di recupero e rinforzi nella parte erotica, con le esibizioni di una compagnia "di giro" specializzata. Evidente carenza di ispirazione per l'autore di Spell, cui forse premeva solo di far fare alla sua donna, Jane Avril, un film da protagonista. Peccato.

Undying 22/04/09 20:53 - 3807 commenti

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Dimessa produzione - forse realizzata come work-in-progress - (s)qualificata da una messa in scena povera e avvilita da una narrazione confusa, in grado di generare nello spettatore uno stato di "mal di mare" per via di inserti (casuali?) contenenti corse in auto ed escursioni marittime. L'attrice feticcio di Cavallone (Jane Avril, ovvero Maria Pia Luzi) interpreta Zelda, una bella donna con tendenze particolari, essendo le sue azioni inclinate verso atti sado-erotici. Coniugata ad un corridore automobilistico (e con figlia) conduce una vita destinata a concludersi all'insegna dell'estremo.

Fauno 23/04/09 15:11 - 2206 commenti

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Un bellissimo film nel quale il regista non esita un attimo a travolgere lo spettatore con i concetti e le teorie da sempre a lui care, premettendo che lo stesso non lavorerà mai per le masse e soprattutto per i benpensanti. C'è da dire che gli attori non fanno acqua... Jane Avril è al suo meglio, Margaret Keil un po' troppo svaccata ed esagera a rendersi odiosa. Stazionaria ad alti livelli Franca Gonella. Unico neo: la scena della caccia al cinghiale.
MEMORABILE: Le immagini dei cavalli coi triangoli di fuoco nella pellicola, ma soprattutto i discorsi di Zelda.

Homesick 18/08/11 10:06 - 5737 commenti

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I soliti concetti basilari del cinema di Cavallone - binomio Eros e Thanatos e ménage promiscui – si svigoriscono a causa di una regia piatta e sonnolenta, che per smuoversi si appella a flashbacks, un montaggio spezzato e inserti con scene di repertorio (gare automobilistiche, riprese subacquee, cavalli e una fastidiosissima caccia al cinghiale). La Luzi recita altera e lubrica, lasciando i momenti più “caldi” alle professioniste del nudo Keil, Gonella e la nera Kim, poi vista ne La sanguisuga conduce la danza. Colonna sonora con seduzioni elettroniche di Marcello Giombini.
MEMORABILE: La Luzi mentre accarezza allusivamente un fiore.

Ciavazzaro 7/05/12 21:12 - 4768 commenti

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Interessante erotico con venature gialle. Il personaggio protagonista (Zelda) risulta molto interessante (celebre la frase "soffrire e far soffrire" che si adatta perfettamente al personaggio.) La Gonella fa la bionda figlia, c'è la Avril, il resto del cast è piuttosto mediocre. Notevole l'aria di morte che si registra per tutta la durata del film; peccato per il finale affrettato e troppo approsimativo, perché il film meritava.

Deepred89 25/07/17 10:12 - 3701 commenti

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Erotico morboso dalla cornice vagamente gialla, piuttosto sonnacchioso a causa di un soggetto al tempo stesso esilissimo e confusionario. Eppure non dispiace il bizzarro montaggio, che mescola con toni vagamente lisergici (i cavalli con fotografia solarizzata) corse automobilistiche, dialoghi decadenti e bunga bunga, il tutto coronato dalle particolorissime sonorità elettroniche di Giombini, che conferiscono sfumature allucinate a momenti spesso pure convenzionali. Il sesso abbonda, ma nell'edizione italiana un po' meno.

Ronax 16/12/21 01:31 - 1244 commenti

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Si deve dare atto a Cavallone di avere perseguito fino in fondo un discorso personale, incurante della logica narrativa come degli esiti commerciali, quasi sempre irrisori. Cultore di Georges Bataille, annega anche qui nel cupo binomio di sesso e morte che è alla base dell’opera del rappresentante più estremo del surrealismo. La scarsità di mezzi e i tagli censori, almeno nella versione italiana, inficiano non poco il risultato che offre però qua e là qualche momento di suggestione.
MEMORABILE: Il duplice delitto rituale nelle scene finali.

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    ZELDA THEME / HENRY THEME...7-inch, 45rpm OST singolo di MARCELLO GIOMBINI. Stampa originale, edita unicamente come promo, su etichetta NAZIONALMUSIC N-116 del 1974. Capolavoro lounge ipnotico con beats soft porno, dove l'elettronica, ispirata a Delia Derbyshire - Radiophonic Workshop - Unit Delta Plus, incontra il disco sound cosmico. Effetti sonori spaziali a profusione con riverberi / feedback / note classiche di tastiere e trance. Loops primitivi di drum machine stile samba / sintetizzatori / inusitate vibrazioni proto electro o techno. Il lato con HENRY THEME è altrettanto lievemente perturbante, una sorta di strano pop barocco, quasi fosse un tema mancante della colonna sonora di "Arancia meccanica". Grazie a Lucius per la scannerizzazione della copertina del disco:

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    Scrivano - 9063 interventi
    Per il film furono girate all'epoca delle sequenze hard, che pare siano andate perdute.
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