"Il cacciatore" episodio per episodio

25 Maggio 2018

LA PAGINA DEGLI ESPERTI

In questa pagina sono raccolti i commenti pervenuti sui singoli episodi di "Il cacciatore". Chi volesse contribuire commentando un unico e preciso episodio non ha che da CLICCARE QUI e farlo, scrivendo nel forum il proprio commento e facendolo anticipare dal titolo dell'episodio e dal relativo pallinaggio (cercando di stare più o meno, a occhio, nei caratteri di un commento standard). Il commento verrà prelevato “automaticamente” (per via umana, cioè da me) dal forum e trasferito in questa pagina nel punto esatto.


INTRODUZIONE (a cura di Mco)
Dal 14 marzo al 18 aprile 2018 RAI 2 mette in palinsesto una serie impegnativa, tratta dal libro autobiografico "Cacciatore di mafiosi" di Alfonso Sabella (edizioni Mondadori). Dalle pagine scritte dal magistrato nasce una serie televisiva articolata in dodici episodi, due per ogni puntata, di 55 minuti circa. Il fulcro della narrazione è la cattura dei boss siciliani nell'immediato domani delle stragi di Capaci e via D'Amelio, a partire dai cosiddetti pesci piccoli per giungere ai grandi nomi quali Bagarella (qui con il volto e le fattezze di David Coco) e Brusca (Edoardo Pesce). Francesco Montanari interpreta il sostituto procuratore Saverio Barone trasferito da Termini Imerese alla DIA, presieduta da Andrea Elia (Roberto Citran). Al suo fianco, nel lavoro Carlo Mazza (Francesco Foti), nella vita Giada Stranzi (Miriam Dalmazio), fedele guardiaspalle Leonardo Zaza (Marco Rossetti). Oltre al tirapiedi e autista Tony Calvaruso (Paolo Briguglia) nell'orbita di Don Luchino Bagarella va ricordato il personaggio di Vincenzina Marchese, la moglie interpretata da Roberta Caronia.


PRIMA STAGIONE (2018)

01.  NEL  BOSCO
*** Sabella viene chiamato a far parte del pool antimafia, dopo che lui stesso aveva denunciato sospette irregolarità del capo del suo ufficio di Termini Imerese. In questo primo episodio si presenta il carattere forte del protagonista, alle prese con un passato scomodo, cui i ripetuti flashback rimandano. Ma anche lo spazio dedicato alla controparte malavitosa ha un impatto notevole, con Bagarella che si divide tra vita familiare e torture a coloro che "parlano con gli sbirri". Dure le scene con l'acido per un inizio di serie più che buono. (Mco)

02.  FUOCO  AMICO
***
La dura vita del procuratore prevede spostamenti anche fuori dai confini, come la prova del bottino sepolto in terra svizzera richiede. Si presenta il "sultano delle Madonie" Mico Farinella (Giulio Beranek), dedito a racket ed estorsioni, con una tecnica violenta in contrasto con il basso profilo voluto dal padre. La mdp indugia sulla figura della Dalmazio, intenta (belle) gambe all'aria in poltrona ad ammaliare il suo innamorato magistrato, tendendo a mostrare una vita privata che urla la sua necessarietà. Le lotte per la spartizione dei soldi tra Bagarella e Brusca infiammano lo schermo, che brucia spargendo nell'aere un odore acre di morte. (Mco)

03.  UN  PM  DA  MARCIAPIEDE
***! Il piccolo boss Farinella, amante del vizio e del lusso sfrenato, si trastulla nella sua enorme villa con piscina invitando dei turisti appena conosciuti in spiaggia. Poi presenta loro il conto con una pistola in mano... Scena emblematica, questa, nel rappresentare la vita di un malavitoso mai troppo felice malgrado l'agio in cui sguazza. L'episodio (bellissimo) indugia sui metodi individualisti del magistrato Barone ma gli occhi sono letteralmente rubati dagli scorci naturalistici da un lato e dalla bellezza austera di Roberta Caronia dall'altro. La tensione si mantiene molto alta, soprattutto nel mostrare il quotidiano di chi è in perenne fuga dalla giustizia. (Mco)

04.  UN  GIORNO  PERFETTO
***! Ci si concentra sulla cattura di Mico Farinella, sulla metodologia da seguire, studiata nei dettagli da un pool ormai sempre più omogeneo, grazie alla collaborazione tra Barone e Mazza. L'inseguimento in città, tra vicoli traboccanti di gente, auto e motorini, è momentum degno del miglior poliziesco d'antan, sebbene l'eccelenza scenica la si tocchi con l'esecuzione in sala biliardo. Qui una spedizione punitiva finisce in sanguinosa sparatoria, al ritmo de "La notte vola" di Lorella Cuccarini. La regia unisce sapientemente trame di genere ad exploitation, ottenendo una summa adrenalinica. Bravissimo Giulio Beranek. (Mco)

05.  LE  IDI  DI  MARZO
**! Un episodio di transizione, interlocutorio, che non punge per tutta la sua durata ma che è comunque in grado di procurare più di un fastidio agli occhi di chi guarda (la strage in auto e le torture al "cantante"). Lo si ricorda soprattutto per la trappola tesa a Salvo "Uccio" Barbagallo (Alessandro Giallocosta) dalla sua compagna (una carinissima Katia Greco, a suo agio anche svestita), step necessario per la sua trasformazione a collaboratore di giustizia. (Mco)

06.  FAMIGLIA
*** Il duo Barone - Mazza ha recuperato (da Barbagallo) informazioni preziose per mettersi sulle tracce del boss Bagarella e, per farlo, deve prima sgominare il clan dei Di Peri. Frammento molto cupo, duro e funestato da una sequenza di tortura indigeribile. Si ricorre spesso alle analessi sul passato del procuratore protagonista, facendo scendere sull'intero plot una coltre di mistero spessa e ramificata. Finale agghiacciante in quanto a drammaticità. (Mco)

07.  CACCIATORI
*** Il lutto come tregua nelle lotte intestine. Questa la visione di Bagarella per elaborare la perdita della moglie. Ci vengono presentati l'agrigentino Di Caro ("u dutturi" per la sua laurea in agraria) e Vitale, reggente di Partinico. Il frammento, ottimamente diretto, è fecondo di poesia naturale (gli scorci siciliani) ed introspezione psicologica (il rapporto tra il pm e il vecchio amico ricercato). Ma è altresì aspro come il paesaggio, duro come la pietra ed affascinante come una donna dalle forme sinuose. (Mco)

08.  EREDITA'
*** Vediamo all'opera Riina junior, in una scena di rara terribilità, con tanto di istruzioni a bordo vasca (di acido) dello zio Luchino. E siamo invitati all'inaugurazione della nuova mega villa Brusca. Il lato romantico della serie ci fa intravedere la bella Dalmazio, sfuggente al marito che perde la brocca travolto dall'onda emotiva. Forse meno ritmato ma non per questo meno intenso... (Mco)

09.  LA  TANA  DEL  BIANCONIGLIO
***! Apertura cult con il balletto del giudice Mazza (Francesco Foti), indice di una distensione che avrà breve durata. Don Luchino ha sempre abitato davanti a lui! Il pentito Di Filippo (Dario Aita), nel frattanto, teme di essere linciato in gattabuia. Episodio tosto, caricato a mille sul fronte emozionale, con ampio spazio tanto alle debolezze quanto alle rudezze ("spezzagli il collo" dice Bagarella a Brusca, riferendosi al piccolo sequestrato Giuseppe Di Matteo). Deliziosa Monica (Daniela Marra) nella parte della moglie di Tony Calvaruso. (Mco)

10.  BERSAGLI
*** Il titolo si riferisce a ciò che si diventa agli occhi della malavita quando si arresta un boss della portata di Bagarella; ed anche ai latitanti stessi, oggetto appunto delle attenzioni della DIA. Montanari è attore capace, sul suo viso dipinge le espressioni di chi vive una crisi familiare da sbloccare al più presto. Panorami mozzafiato, strade deserte e la Dalmazio che si concede nuda alle acque dello splendido mare siciliano completano un quadretto seducente. (Mco)

11.  FREAKA
**** Eccellente climax di tensione, che sale a partire dalla cattura di Pietro Romeo (Franz Cantalupo), un vero "freak" che ruba camion e fa fuori la gente ma che "canta" ancor meglio. Con lui si apre il vaso di Pandora e si scatena un attacco su tutti i fronti alla mafia. Ritmo altissimo, violenze e scene madri si susseguono sino alla fine (indimenticabile Messina Denaro che urina nella piscina di Brusca). Uno dei migliori segmenti della serie. (Mco)

12.  SI',  LO  VOGLIO
***!  Gran finale, con la resa di uno dei più recalcitranti collaboratori di don Luchino, l'autista tuttofare Tony. La regia regala attimi di drammaticità superlativa allorché indugia su Giovanni Brusca che, rifiutando l'appellativo di "figghiu di capo", mostra la sua forza in un faccia a faccia con gli alleati della droga. La chiusa è felicemente triste, ossimoro di una situazione che vede l'alternarsi del matrimonio (di Barone) con la fine del povero Di Matteo. (Mco)


SECONDA STAGIONE (2020)

01. FINO A CHE NON MORIAMO
**! 
Proprio nel giorno in cui Barone e Giada arrivano finalmente a dirsi di sì davanti all'altare il procuratore viene a sapere da un pentito l'indirizzo di Brusca. L'episodio che apre questa seconda stagione è interlocutorio e si focalizza sulla figura di uno straordinario Edoardo Pesce. Si prende la scena sin dall'inizio e regala momenti di buona tensione televisiva. Lui è il vero motivo trainante di questo frammento, con le sue espressioni e le sue movenze. (Mco)

02. RESISTERE
*** 
Episodio crudo all'inverosimile, che resta impresso per la terribile fine inflitta al piccolo Di Matteo. Viene alla ribalta anche il fratello minore del boss, Enzo, ben interpetato da Alessio Praticò. I suoi svolazzi fantasiosi e la sua amicizia con la bella Veronica Lucchesi sono la sola parte leggera di questi 50 minuti. Memorabile Brusca che fa notare alla moglie dell'amico che non può portare i tacchi in casa al fine di evitare di guardare dall'alto in basso la sua. Entra in scena Francesca Inaudi. (Mco)

03. VENTI FEBBRAIO
***! Avvincente e suggestivo. Le riprese della diga e la bellezza desolante dei paesaggi circostanti conferiscono all'intera narrazione un sapore quasi magico, in antitesi con la terribilità dei fatti mostrati. L'inseguimento del "tedesco" (l'ottimo Carlo Calderone) riporta al poliziesco d'antan di casa nostra. (Mco)

04.  TERRA BRUCIATA
*** Oltre ai Brusca si comincia a sentire a più riprese anche il nome di Provenzano. E l'incontro tra Giovanni Brusca e Pietro Aglieri (Gaetano Bruno) rasenta il sublime, con il primo che intima al secondo di "segnarsi il suo nome". Intensi anche i dialoghi familiari tra Barone e sua moglie, sempre più distante e rasegnata. La Inaudi dimostra ancora una volta di essere attrice di livello. (Mco)

05. NON ME NE SONO MAI ANDATO
***! I contrasti tra Barone e il collega (e amico) Mazza proseguono mentre il primo perde contatto sempre più con la realtà familiare. Si addiviene al numero di telefono di Brusca dopo una lunga ed estenuante decrittazione. Questo frammento regala ottimi momenti di tensione che partono dalla cattura di Cucuzza e culminano nella scazzottata tra i fratelli mafiosi davanti a una spaventata Maria, dolce sognatrice innamorata del più giovane dei due. Bellissimo. (Mco)

06. DICIANNOVE E CINQUANTA
**! Più lento del consueto, sebbene risulti decisivo all'interno dell'intera serie, mette alla berlina, da una parte la tenacia del pool antimafia e dall'altra la nuova strategia dei fratelli Brusca. Memorabile, però, il momento della cattura trasmesso in televisione, con la giovane Maria che assiste a ciò che mai avrebbe immaginato di vedere. Anche il discorso di Barone in conferenza stampa lascia comunque il segno, allorché specifica che si è solo all'inizio con questi eccellenti arresti. (Mco)

07. L'ANNO DEL DRAGONE
*** I fratelli Brusca si spalleggiano mettendo in crisi l'apparato incriminatorio sino ad allora allestito, con uno sbugiardamento dei responsi dei precedenti collaboratori di giustizia. L'intensità di questo frammento va di pari passo con la consapevolezza dei procuratori di fare passi indietro nella ricerca delle verità. Eccellenti more solito tutti i principali interpreti, ma resta memorabile Gaetano Bruno (Pietro Aglieri) allorché filosofeggia davanti ad un impaurito rapinatore da quattro soldi. (Mco)

08. UN TESORO
*** Il cambio di strategia di Barone dà buoni frutti, mettendo fine alle bugie dei due Brusca. Ma non basta per arrivare a Provenzano, forse anche per l'eccessiva tracotanza del procuratore. Il confronto in località innominata tra i due pentiti, seduti su semplici sedie uno innanzi all'altro, ha un fascino magnetico ("Io sono Enzo Salvatore Brusca, e non la calo più la testa" urla un più che convincente Alessio Praticò). Comincia a farsi largo la figura dell'altro capo ancora in libertà, proprio mentre Barone precipita verso il baratro della solitudine. Buon finale di stagione. (Mco)


TERZA STAGIONE (2021)

01. BOOM
*** Barone deve fare i conti con la paura, fuggendo dalle mire omicidiarie di Vito Vitale del mandamento di Partinico. Quest'ultimo continua a sua volta la guerra nei confronti di Provenzano e Aglieri e fa fuori, in un agguato boschivo, uno degli sgherri di "Binnu". L'episodio, intenso, teso e dannatamente cupo, incomincia a delineare il rapporto quasi paterno che si crea tra Aglieri (l'ottimo Gaetano Bruno) e Davide (Danilo Arena), un emarginato che cresce nel mito dei clan malavitosi. Nuovo ingresso della graziosa Linda Caridi nei panni di una nuova procuratrice. (Mco)

02. ORGOGLIO
*** Barone si rifugia in Trentino Alto Adige per prudenza ma anche per staccare un po' la spina e riabbracciare la figlioletta Carlotta. Ma i loro rapporti sono davvero difficili. Si assiste ad un dialogo tra Aglieri e il parroco (Rocco Barbaro) che esplicita la devozione assoluta del boss per il Padreterno, quaestio che non rende felice il suo mentore Provenzano. Si respira un'atmosfera mistico-religiosa finora estranea alla serie, che contrasta con la crudezza del rapporto "non consumato" nel bunker tra la Inaudi e Montanari (Lei dice "allora scopiamo noi" con una naturalezza incredibile). Livelli narrativo-diegetici sempre piuttosto alti. (Mco)

03. DISCENDENZA
*** Intenso resoconto della cattura del boss Vito Vitale, con una fuga conclusasi con uno scambio di battute tra questi e Barone: "Non era una sfida, era una caccia". Nel frattempo abbiamo l'opportunità di assistere ad una riproposizione del sacrificio di Isacco, con Aglieri e Davide nuovi interpreti del passo biblico. Ottima la resa scenica e la caratterizzazione dei vari personaggi intervenuti. (Mco).

04. QUELLO CHE SEI DISPOSTO A PERDERE
**! Si apre con una frase potentissima, omodiegetica, sulla mafia vista come "un cancro nascosto sotto il baluardo delle sue stesse cure". Si cerca di stanare il "biondo" ovvero l'infiltrato al soldo della malavita che ha fatto saltare il cantiere del metanodotto di Palermo. Tra le vicende spiccano l'investitura di Pietro Aglieri al suo adepto e i momenti "casalinghi" della neoarrivata in procura Paola Romano (a piedi nudi davanti alla tv), convinta sempre più della difficoltà del suo nuovo impiego, a discapito delle resistenze e delle presssioni del padre. Discreto. (Mco)

05. CIAO NEMICO
**** Una sorta di episodio esotico, un unicum nella serie. Girato come uno spionistico d'antan, con Fuengirola a sostituire le immancabili Beirut o Istanbul. Collaborazione (anche attoriale) tra Peppino Pezzotta e Montanari al fine di catturare il boss Pasquale Cuntrera (Alberto Mario Graziano) fuori confine. Brillante, veloce, divertente e altresì pregno di suggestioni poetiche (il sorgere del sole sulla spiaggia deserta), rappresenta uno dei punti più alti dell'intera serie. (Mco)

06. ASPETTA
*** Pietro Aglieri consegna le chiavi del potere al fidato figlio putativo Davide, con un atto che profuma di liturgia. L'episodio si segnala per l'intenso confronto tra Provenzano e il poc'anzi citato "u signurinu". Il loro gioco di dialoghi e di sguardi è pura magia recitativa, capace di far sentire lo spettatore a tu per tu con gli attori stessi. Nel frattempo il pool tenta di stanare il boss malconcio all'ospedale San Giovanni, senza fortuna. Marcello Mazzarella è bravissimo nella parte di "Zu Binnu". (Mco)

07. LA CACCIA INVISIBILE
**** Continua la caccia a Provenzano ma Barone vuole essere sicuro che la sua squadra sia ancora volenterosa di catturarlo, tanto che li porta a cercare cinghiali. L'episodio è splendido, soprattutto per la vena ascetica che pulsa mercé l'unione tra dimensione religiosa e delinquenziale. La cena tra i due boss e il giovane Davide è esemplare, al fine di indicare sulla tavola un destino a cui non si può sfuggire. Finale tremens. (Mco)

08. CIAO SAVERIO
*** Si chiude l'era di Barone come cacciatore di mafiosi, con la cattura (dall'alto dell'elicottero e su insistenza della giovane Roamno) di Aglieri. Si fatica a uscire da quel buio nel quale la ricerca forsennata si è confusa, ma si respira un'aria di vittoria e di soddisfazione personale ineguagliabile. Non mancano i momenti commoventi e si apprende prima della fine della fine della latitanza anche del capo Provenzano (quando Barone è ormai lontano da Palermo). Intenso e ben fatto. (Mco)

Articoli simili

commenti (0)

RISULTATI: DI 0