"In treatment" stagione per stagione

11 Aprile 2017

In questa pagina sono raccolti i commenti pervenuti sulle singole stagioni di "In treatment". Chi volesse contribuire commentando un'unica e precisa stagione non ha che da CLICCARE QUI  e farlo, scrivendo nel forum il proprio commento e facendolo anticipare dal numero della stagione (es. STAGIONE 2) e dal relativo pallinaggio. Il commento verrà prelevato “automaticamente” (per via umana, cioè da me) dal forum e trasferito in questa pagina nel punto esatto.


STAGIONE 1 (2012)

***
Thriller della mente, talvolta faticoso da seguire perché possiamo provare emozioni solo grazie alle parole scambiate tra paziente e psicanalista, ma alla lunga avvicente, perché in ogni seduta c'è un brandello nuovo che potrebbe essere comune a ciascuno di noi. Bravi tutti: Castellitto medico e uomo con pregi e difetti, Caprino in un ruolo davvero complesso; spiazzante la Smutniak, una scoperta la Casagrande, bravi Giannini e la Bobulova. Mia menzione speciale per la Maglietta in un ruolo che sembra nato per lei e con lei. (Gugly)

**! Buona serie, curata e quasi raffinata nelle immagini. Costanzo dirige con misura e profondità e gli attori se la cavano sicuramente bene, con menzione personale per un Caprino davvero efficicace e per una Kasia Smutniak finalmente di mio gradimento, fragile e sofferta. Peccato per alcune puntate di pura routine, eccessivamente prolisse, ma nel contesto dell'argomento trattato era quasi preventivabile. La prova che anche in Italia si può fare un prodotto televisivo di sostanza. (Pumpkh75)

***! E' proprio nei non rari momenti in cui paziente e terapeuta prendono a somigliarsi ai due scorpioni di Stanislavskij che si arriva ad apprezzare questo unico esemplare di psico-serial: il moto interno, esteriorizzato dalla parola, si fa evento, senza bisogno di inutili clangori anti-drammatici; un racconto nel racconto in un gioco di simboliche assenze presenti. La regia di Costanzo, pur rispettosa dell'originale ABC, non lesina qualche scivolone nel patetismo all'italiana, ma si sopporta. Castellitto e Maglietta simbionti coi loro personaggi. (Yamagong)

*** Per apprezzare la serie bisogna accettare di fare i voyeur nello studio dello psicanalista Mari-Castellitto ed empatizzare con i pazienti e con l'analista stesso, con tutto il carico di tensione psicologica (e talvolta anche di noia) che questo comporta. Remake dell' omonimo prodotto Usa, dal punto di vista tecnico e stilistico la prima stagione italiana è ben fatta, con testi curati e un buon cast, che sa affrontare con coraggio e intensità una recitazione costantemente in primo piano. (Lou)

** Portare l'analisi sul grande schermo e renderla appetibile al grande pubblico significa necessariamente doverla quasi completamente svuotare dei reali significati e purtroppo banallizzarla oltremisura. E questo è quello che purtroppo la serie fa. Se a questo ci si aggiunge un cast poco dotato si ha il quadro completo di quella che secondo me è la serie televisiva più sopravvalutata di sempre. Dialoghi fitti ma a che volte parlano del nulla e riprese troppo "televisive". Salvo solo Castellitto. (Piero68)


STAGIONE 2 (2015)

**! Riecco le vicende del Dottor Mari e i suoi pazienti: qualcuno ritorna (la coppia in crisi con il figlio), qualcuno arriva (padre e figlia, persino un'ex paziente e una ex vera e propria); prendere o lasciare, immedesimarsi in qualche storia (l'adolescente goffo e obeso, bravissimo) oppure misurare la distanza con un professionista che è anche uomo: esemplare sempre in tal senso la seduta del venerdì con il supervisore, la sempre efficace Licia Maglietta; non che gli altri siano da meno (Placido, la Ferrari, Giannini, la Bobulova, Maya Sansa) ma la seduta del venerdì ha sempre quel quid pluris, forse perché ci restituisce il protagonista con le sue fragilità, uguale a noi. (Gugly)


STAGIONE 3 (2017)


**! Non è solo il terapeuta Mari ad essere "straordinariamente in crisi", ma anche il format stesso, che alla terza (e ultima) stagione italiana mostra i segni della stanchezza. E non sono sufficienti la Buy e la Mezzogiorno a risollevarne le sorti. Castellitto si conferma un analista attento e credibile, a cui ci si può affezionare; meno autentici risultano invece certi atteggiamenti dei pazienti. Va riconosciuto comunque il valore di una fiction intimista non comune incentrata sul mondo della psicoterapia (che non ne esce benissimo). (Lou)

Articoli simili

commenti (0)

RISULTATI: DI 0