Il feticismo della scarpa al cinema

2 Settembre 2012

INTRODUZIONE (di Zender)
Quando Buiomega71 mi ha riferito che in tutto il web mancava un sano elenco di pellicole che affrontassero il tema di questa particolare branca del feticismo mi sembrò molto strano, ma Google alla mano non ho potuto che prenderne atto; per cui, da buoni specialisti in approfondimenti del tutto singolari, non potevamo non concedere al nostro Buio di compilare una bella lista di film in cui registi anche di grande nome si sono avvicinati al cosiddetto “shoe fetishism”. A molti potrà apparire inspiegabile come tipo di “attrazione”, ma in fondo non lo sono pure le passioni per film che la maggior parte della gente ritiene stupidi o insignificanti? O per oggetti che vengono considerati da taluni collezionabili e che per noi rappresentano quanto di più inutile possa esistere sulla faccia della terra? Lasciamo quindi spazio anche a chi (e sono probabilmente più di quanto non si creda) si ama farsi sedurre sedurre dal fascino della calzatura femminile.

DI COSA STIAMO PARLANDO
Inusuale, tremendamente erotico, il fascino della calzatura femminile attrae da sempre non solo i “comuni mortali” ma anche chi si occupa della settima arte, e per chi ama il cinema e di feticismo soffre beatamente (come il sottoscritto) tale connubio non poteva non essere celebrato da uno speciale in tema. Leccate, annusate, oggetto di oscuro e sprezzante desiderio... Il cinema (in particolar modo alcuni autori) ha esaltato in più occasioni la bellezza e la perversione di questo tipo di feticismo, tra ludibrio e grottesco; a cominciare dagli albori, con i primi filmini hard girati prettamente per le case chiuse, fino ad arrivare a registi che non nascondono affatto il loro lato feticistico più impellente, proponendosi come soggetti ideali degli scritti di Freud sul tema.

Ogni essere umano ha la sua passione "feticistica" nascosta, sia essa erotica o puramente ludica. Claude Chabrol, in un'intervista, sosteneva che i collezionisti di film fossero dei feticisti dell'immagine, di conseguenza lui - non sentendosi affatto tale - non conservava nemmeno i suoi, di film. Dal feticismo estetico (o dall'ansia di possedere qualcosa di raro) a quello sessuale il passo è meno lungo di quanto si possa pensare. Non considereremo comunque qui l'ossessione di alcuni registi nel riprendere le estremità femminili, comune a grandi artisti e che meriterebbe un approfondimento a parte. E' nota per esempio la passione in questo senso di Quentin Tarantino, del duo Julien Carbon/Laurent Courtiaud (si veda Les nuits rouges du bourreau de jade) o del "re dello schifo" John Waters (che fa una vera e propria summa degli olezzi in generale con i piedi in primis, da annusare pure in "odorama"), ma si tratta di un gusto prettamente estetico per la calzatura e il piede femminile, mentre lo scopo di tale approfondimento è individuare al cinema la scarpa femminile (indossata, persa, adulata e odorata) vista come il prolungamento sessuale di una parte del corpo della donna (non certo come faceva il Principe nella fiaba di Cenerentola, quindi). Troverete quindi qui di seguito una serie di titoli che a questo particolare tipo di feticismo han tributato omaggi evidenti.

Nel primo film di Damiano Damiani (Il rossetto), ad esempio, la giovanissima Laura Vivaldi rientra a casa, si toglie le scarpe da ginnastica seduta sul letto e accenna ad annusarsene una: sequenza straniante e quasi unica nel panorama di quegli anni, totalmente estranea a qualsiasi contesto erotico, eppure feticisticamente penetrante (in tutti i sensi).

E che dire di Fritz il gatto? Lo vediamo leccare la scarpina con tacco della mastodontica prostituta faina, che riprende divertita l'impenitente mammifero erotomane: "Ti piace fare la scarpetta, eh?".

Recidivo è Ken Russell, che non solo fa leccare gli ambiti stivali azzurri con tacco 12 dell'infida e provocante Salomè di Imogen Millais-Scott in L'ultima salomè, ma ci mostra in Whore-puttana un facoltoso cliente di Theresa Russell che lecca, odora e ansima strofinandosi addosso la rossa, sexyssima scarpina col tacco della sensuale prostituta.

Fellini, da par suo, in Giulietta degli spiriti concentra il lato feticistico sull'eterea ma al contempo carnale Sandra Milo, che arrampicatasi su un albero perde la ciabattina col tacco, la quale cade leggiadra dal maestoso arbusto. Sotto, come cani bavosi, due contendenti ansimano per accaparrarsi l'ambito premio.

Anche il sommo Boro (che del feticismo fu alfiere tra gli alfieri), nel suo capolavoro La bestia mostra la scarpetta perduta da Sirpa Lane nel bosco durante la fuga dal mostro erotomane: un sinuoso primo piano, in cui la paradisiaca calzatura è oggetto di curiosità per una lumaca, che si infila beata e sinuosa nel suo caloroso interno.

Bunuel
, invece, non ha peli sullo stomaco: nel suo delirante e penetrante dramma grottesco sulla borghesia in disfacimento (Il fascino discreto della borghesia) ci mostra Jean Ozenne mentre adora e idolatra gli stivaletti neri coi lacci indossati da Jeanne Moreau in Diario di una cameriera.

Ma è Robert Aldrich ad inquadrare con la maggior chiarezza possibile la figura del feticista di scarpe da donna: lo fa in Un gioco estremamente pericoloso, quando George Memmoli (al comando di polizia) viene interrogato perchè pizzicato con una borsa zeppa di scarpe da donna appena rubate alle malcapitate indossatrici. Agitato, sudato e fremente, Memmoli spiega al poliziotto che lo interroga che "non può farne a meno"; e non avrebbe senso comprarsele nuove, per ovvi motivi riconducibili all'eccitazione sessuale.

Joseph Von Stonheim sfila con grazia e leggera perversione la calzatura a una "finta timida" Fay Wray in Sinfonia Nuziale, mentre Renato Polselli non si fa certo scrupoli mostrandoci una pletora di donne che riducono un uomo a schiavo piazzandogli sotto il naso i loro piedi maleodoranti rivestiti di zatteroni d'antan, urlando severamente e implacabilmente al malcapitato (ma dipende dai gusti): "Annusa... dai, annusa". Il titolo, non a caso, è Rivelazioni di uno psichiatra sul mondo perverso del sesso.

Dario Argento
, insospettabile ma nemmeno troppo, in Tenebre usa le fiammanti scarpe rosso sangue con tacco 12 come una delle chiavi del film: le vediamo quando Veronica Lario le scopre aprendo la scatola "magica" e le indossa, ma soprattutto quando Eva Robin's le utilizza da “piacevole" arma usando il tacco come terribile stiletto da introdurre a forza nella bocca del malcapitato di turno, il quale proverà uno shock che solo l'omicidio sarà in grado di annientare.

Dario Argento, dopo le décolleté rosse di Tenebre, rincara la dose feticistica delle calzature femminili. Nel suo omaggio personale al Fantasma dell'opera (1998), Christine (Asia Argento) fugge dalla dimora sotterranea del fantasma (Julian Sands) dimenticandosi le sue scarpette argentate. Il fantasma le coglie da terra per poi strusciarsele sul viso e baciarle.

In Maitresse di Barbet Schroeder, il torrido rapporto a base di BDSM tra lo "schiavo" Gerard Depardieu e la "padrona" Bulle Ogier contempla anche il puro feticismo delle calzature femminili: Depardieu lecca infatti spasmodicamente lo stivaletto con il tacco della padrona.

In Noi e l'amore - Comportamento sessuale variante di Antonio D'Agostino (1986), tra le "perversioni" sessuali che affastellano il pseudofintodocumentario fa capolino una vero e proprio trattato sulla passione feticistica per le calzature femminili. In questo caso un paio di scarpine aperte rosse con tacco (già feticcio omicida dell'argentianoTenebre) e "oblò" (l'apertura sulla punta), prima indossate da una donna mentre si spoglia (e spiata dal feticista), poi da una modella di colore su di una panchina al parco (che proseguirà in un gioco erotico feticistico surreale tra l'onirico e il demenziale, con sottomisioni e tavolini di vetro), che saranno oggetto di desiderio dell'occhialuto feticista: rubate, adorate, venerate, idolatrate, annusate, leccate e infine infilate nei pantaloni procurando orgasmi in solitaria.

Anche Paul Morissey, ai tempi della factory warholiana,non rinuncia a tocchi fetish notevoli (che saranno poi prerogativa di John Waters): in Trash - I rifiuti di New York mostra un funzionario statale (Michael Skarl), maniaco feticista, che vuole a tutti i costi le scarpe zozze che l'emarginata Holly (Holly Woodlawn) trova nella spazzatura, pena la negazione del sussidio!

Notevole, poi, la vena feticistica sottolineata da Campoy in Troppo cuore, bizzarra pellicola spagnola del 1992,  con le décolleté nere indossate dalla Abril: sfilate perché troppo strette, calzate dopo averle contese con la sorella, indiziate di larvati sospetti, riposte nella scarpiera perché, a loro modo, fomentano sensi di colpa, oggetti hitchcokiani di colpa e desiderio.

Dalla Spagna il sommo Vicente Aranda mostra senza tanti falsi pudori o moralismi quello che è il sogno ricorrente di ogni feticista che si rispetti: in L'amante bilingue la bellissima Ornella Muti appende le sue fascinose scarpine al pene in erezione dei suoi amanti occasionali, quasi come preservativi. Forse una delle sequenze più erotiche in assoluto, che fa sembrare il foulard fucsia di Amantes un gioco per bambini. Vicinissimo ci va Yuri Zeltser nel suo sottovalutato thriller (con echi fortissimi dello Psyco hitchcockiano) Nell'occhio del ciclone: quando il cieco Craig Sheffer fruga nella valigia della pensionante Lara Flynn Boyle, nello "scrigno magico" ci sono un paio di scarpine color oro, ma il giovine preferisce annusare e strofinarsi addosso il boa della ragazza. Per la serie: "Hai mancato il vero oggetto del desiderio".

Ludivine Sagnier, in Swimming Pool di Francois Ozon, sciabatta per la piscina con un paio di zatteroni da mille e una notte, con il classico rumore della pianta sudata che si attacca alla soletta: le fa dondolare sul collo del piedino e, per deliziare il cinefilo/feticista, mostra la pianta dei suoi piedini piuttosto zozza... Hélène De Fougerolles in Mortal transfert si sfila, sensualmente e aiutandosi col piedino avvolto in calze nere di nylon, le sue perturbanti scarpine col tacco, sdraiata sul lettino dello psicanalista (un attonito Jean-Hugues Anglade). Vuole sedurre ed eccitare, e Jean Jacques Beineix riprende l'estatica scena con un ralenti carezzevole.

In La matriarca di Pasquale Festa Campanile, Mimmi (Catherine Spaak), incuriosita dalle particolari tendenze erotiche del marito defunto, acquista il tomo di Richard von Krafft-Ebing "Psychopathia sexualis" dove, tra le altre parafilie, legge il paragrafo sul feticismo degli oggetti e su come un può provare piacere un uomo bevendo dalla scarpetta della sua amata. Il giorno dopo, sul campo da tennis, Mimmi incontra l'amico del marito, Sandro (Gigi Proietti), mentre discute con lei e beve un drink. E' così che Mimmi, in uno slancio di onirismo ad occhi aperti, immagina Sandro che degusta, estasiato, champagne direttamente dalla scarpina color argento della ragazza.

In Tokyo Decadence di Ryu Murakami non solo i "particolari" clienti della prostituta Ai (Miho Nikaido) ne adorano la pioggia dorata, ma come cagnolini scodinzolanti ne venerano le superfetish calzature da dominatrix.

Joseph Strick, nel suo audace (per i tempi) The Balcony (tratto da Jean Genet), mostrava il giudice, interpretato da Peter Brocco, chino ad adorare le calzature di una divina Ruby Dee, seduta su una sedia elettrica in un'audace pantomima.

In Un pesce di nome Wanda, Charles Crichton dà una dimensione ludica del feticismo nella divertente sequenza in cui Kevin Kline (agghindato da artista marziale) spoglia Jamie Lee Curtis levandole gli stivaloni neri con il tacco e, prima di "consumare", li annusa con ardore soffiandovi dentro.

In Tutti pazzi per Mary dei fratelli Farrelly, Mary (Cameron Diaz) si ritrova a casa il suo ex ragazzo Dom "Woogie" Woganowski (Chris Elliot), che dovrebbe stare a 400 metri distante da lei per tutti i guai che le ha procurato in passato. Spaventata e anche preoccupata Mary le dice di andarsene, perché la sua vita, insieme a lui, è stata un inferno. Dom, col volto coperto di macchie e pustole disgustose dovute a un'eruzione cutanea scatenata dall'eccitazione, chiede spiegazioni. Mary gli dice che, oltretutto, le ha pure rubato le scarpe e che l'ha pizzicato con le mani nel sacco. Nel tafferuglio che ne segue Dom prende una manciata di scarpe di Mary (décolleté meravigliose, quelle aperte sul davanti, sandaletti, ciabattine) e le cinge a sé piagnucolando: "Lasciamene almeno un paio, solo un paio!".

In Arrebato di Ivan Zulueta, sorta di "Videodrome" in fase embrionale, Ana (Cecilia Roth) tenta di sedurre Josè (Eusebio Poncela), rapito dalla visione delle riprese di Pedro (Will More), stuzzicandole l'orecchio con i suoi sexyssimi sandaletti con il tacco che , poi, si porta alla bocca. Ma ahimè, la bella Ana non ottiene l'effetto sperato...

In Looking glass - Oltre lo specchio di Tim Hunter, Ray (Nicolas Cage) viene preso dal vizietto del peeping tom spiando, dietro uno specchio, le effusioni amorose lebso delle sue clienti che pernottano nella stanza del suo motel (precisamente la stanza numero 10). E' così che sbircia l'incontro saffico BDSM tra la mistress di Kassia Conway e la sua giovane schiava, che tiene al guinzaglio. La dominatrice bionda costringe così la tenera e ubbidiente schiavetta a leccarle e adorarle, con dovizia, le sue scarpette nere con il tacco.

Addirittura J. J. Abrams, in Star Trek il futuro ha inizio (chissà se l'effetto è voluto o solo captato dalla mente dello spettatore/fetish) mostra un imberbe e giovane capitano Kirk che, entrato nella stanza di una sexy aliena color verde smeraldo, si infila sotto il suo letto mettendo il naso proprio nella miriade di scarpine che l'avvenente extraterrestre tiene lì.

Anche la commedia teen vacanziera non è esente da situazioni deliziosamente fetish. E' il caso di Vacanze in bikini 2, in cui l'arrapato sfigato di turno è costretto (piacevolmente) a leccare le paradisiache scarpine della giunonica e procace "dominatrix" fetish con tanto di ordini inoppugnabili stile Ilsa.

Nel curioso zaxploitation di Frans Nel, Impact, si denota un particolare feticismo per le scarpe con il tacco del serial killer che se ne va in giro a uccidere le prostitute nelle notti newyorkesi (in realtà Johannesburg). Una bella di notte trova le sue decolletè sotto la doccia aperta per poi lanciarle contro l'assassino dicendo: "Tieni le mie scarpe allora!". Scarpe che ritroviamo all'interno dell'auto e come infausto presagio di morte. Non ultima la poliziotta interpretata da Janine Denison, che sotto copertura per incastrare l'assassino, si traveste da mignotta indossando le seducenti scarpette rosse di Tenebre.

In  Stoker di Park Chan Wook  il misterioso e seducente zio di India (Mia Wasikowska) regala alla nipote, per il suo diciottesimo compleanno, un paio di décolleté con il tacco, simbolo di femminilità e seduzione, del raggiungimento dell'età adulta e della sessualità appena sbocciata, lasciando così le terribili scarpe da golf che le regalava il padre a ogni compleanno. L'uomo infila le scarpe ai piedini della ragazza, sprigionando una sensualità feticistica davvero degna di nota.

Ma è Allèluia il film in cui Fabrice Du Welz mostra la vera essenza del feticismo della scarpa da donna al cinema, ed esattamente nel momento in cui Michel (Laurent Lucas), trovandosi da solo nell'appartamento della sua amante Gloria (Lola Duenas), comincia a curiosare negli armadi della donna tirando fuori le décolleté nere di Gloria e annusandone l'interno in paradisiaca estasi. 

Le scene d'amore saffico tra Anne Heche e Joan Chen sono tra le più eccitanti, seducenti e conturbanti mai girate, con punte nel fetish più paradisiaco (prima si fanno i rispettivi complimenti alle scarpine che indossano, poi le strusciano reciprocamente, quindi disquisiscono sul braccialetto che porta alla caviglia la Heche, infine, prese dalla passione, baci ardenti e appassionati nel bagno delle donne), il tutto messo in immagini dal genio di Donald Cammell nel suo ultimo film Il tocco del diavolo.

Anche le serie tv hanno avuto il loro (raro) momento da "scarpina bramata": in un episodio di Alla conquista del west le due sorelle Vicki Schreck e Kathryn Holcomb vengono rapite da un gruppo di malviventi. Fin qui nulla di strano... se non fosse che la Holcomb viene spogliata dalla marmaglia (naturalmente in maniera molto soft) e una sua scarpina presa da un manigoldo estasiato che la annusa con ardore.

Inaspettato momento fetish si trova nel nono episodio de L'ora del mistero, ovvero "L'uomo che dipinse la morte", diretto da Alan Cooke. La bella e venale Sandra (Michelle Phillips), dopo una lite piuttosto animata con il marito - il pittore finto morto Luke (James Laurenson) - improvvisamente si addolcisce e lancia al volo, direttamente dal piedino, la scarpetta con il tacco verso il marito, che lui afferra e stringe a sé.

Al di là della scarpa usata come coppa di champagne per inusuali brindisi e chiaro riferimento sessuale insieme a guepiere e intimo (Tinto insegna), la calzatura femminile è l'ultimo baluardo dell'erotismo visivo, come detto un autentico prolungamento del corpo femmile; perchè si sa, il cinefilo a volte è anche un po' feticista. Anche Nanni Moretti in Bianca ce lo spiega piuttosto bene, e come diceva Karl Kraus, “nessuno è più infelice di un feticista che brama una scarpa da donna e deve accontentarsi di una femmina intera”.


APPROFONDIMENTO INSERITO DAL BENEMERITO BUIOMEGA71

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commenti (17)

RISULTATI: DI 17
    Buiomega71

    2 Settembre 2012 21:38

    Ringrazio Dusso per la dritta su VACANZE IN BIKINI 2.
    Hackett

    4 Settembre 2012 06:45

    Geniale!!!
    Markus

    4 Settembre 2012 11:33

    Grandissimo Buione! MASSIMI RALLEGRAMENTI! Una guida utilissima per molti feticisti e non. Queste cose sono preziose in rete.
    Cotola

    4 Settembre 2012 23:54

    Anche se non sono feticista, lo speciale mi è piaciuto molto: veramente
    ben fatto. Un gran divertimento. Bravo Buio: clap clap clap...
    Rebis

    5 Settembre 2012 17:04

    E bravo Buio, molto gustoso :) Leggendolo mi sono affiorate immagini di molti altri film (tipo Almodovar), ad esempio ne ricordo uno dove la scarpa di una donna veniva usata come un calice per bere lo champagne... ma la mia memoria fa cilecca: qualche suggerimento?

    Un solo rammarico: hai omesso la scarpina madre di tutte le scarpine, Cenerentola!
    Buiomega71

    5 Settembre 2012 17:27

    Grazie ragazzi. Spero vi siate divertiti a leggerlo quanto io a scriverlo. Purtroppo Rebis ho visto poco di Almodovar (ma ha addirittura intitolato un suo film TACCHI A SPILLO). CENERENTOLA l'ho nominata e il brindisi con scarpetta pure, anche se sono felibili leggeri del vero feticismo erotico.
    Puppigallo

    5 Settembre 2012 18:52

    "Speciale" nel vero senso della parola....e soprattutto originale.
    Rebis

    5 Settembre 2012 20:56

    Sì, scusa Buio, intendevo dire Cenerentola il film Dinsney :) Quello del calice invece dev'essere un altro film ancora perché non ho mai visto niente di Brass...
    Caesars

    6 Settembre 2012 11:17

    Veramente originale questo speciale.
    Complimenti Buio.
    Powerglide

    6 Settembre 2012 15:37

    Approfondimento originale e che non poteva mancare.
    Complimenti Buiomega!