Intervista a Giacomo e Edda Dell'Orso

11 Maggio 2011

Edda Dell’Orso
… la voce di Morricone; una voce che andrebbe campionata, come un organo, affinché anche i musicisti del futuro possano avvalersene. Sono suoi per esempio i vocalizzi di Giù la testa, C’era una volta il west, Una lucertola con la pelle di donna, Metti una sera a cena, solo per citare alcune OST. Ma sono suoi anche quelli di Sessomatto di Trovajoli, o di La gatta in calore di Gianfranco Plenizio. Poi c’è Giacomo: compositore, direttore d’orchestra, arrangiatore di musica leggera… un gentiluomo d’altri tempi, un musicista vero, uno che ha saputo alternare la sua attività di Maestro di cappella al Vaticano a quella di arrangiatore per sigle di cartoni animati e di compositore per filmetti erotici. Non sanno cos’è il Davinotti, non hanno internet… nonostante questo rispondono gentilmente alla telefonata di Ellerre e 24 ore dopo ci accolgono con signorile cordialità nella loro casa; una casa sobria ed elegantemente vissuta, dove convivono attestati di una vita spesa insieme nella musica e nell’unione familiare, accumulati senza alcuna ostentazione. Lei sorride mentre sistema il nostro omaggio floreale, lui alto e fiero nella sua vestaglia ci offre subito un caffè.

Partendo dalle origini, lei è diplomata in canto e in pianoforte...
EDDA: No, ho solo il diploma in pianoforte. Fin da bambina ho cominciato a studiare lo strumento e successivamente imparai canto privatamente. Più tardi ho studiato canto in conservatorio con Italo Brancucci, il padre dell’attuale cantante Christy (Maria Cristina Brancucci ndr), ma dopo un anno lui è morto e ho terminato lì quell’esperienza. Avrebbe dovuto fare da testimone di nozze... Il modo in cui io canto dipende molto dai suoi insegnamenti e devo dire che avere appreso da lui è stata la mia fortuna.

Non era usuale un diploma in pianoforte per una cantante dell’epoca...
EDDA:
In realtà è stato mio padre a farmi studiare il pianoforte. Voleva che diventassi una grande pianista e aveva maturato questo sogno grazie anche ai suoi tanti viaggi in giro per il mondo. Anzi, quando ha capito che la mia carriera sarebbe stata all’insegna del canto è rimasto molto deluso. Ho cominciato subito a cantare nei cori. Prima sono stata in un coro polifonico classico, quindi sono passata con Franco Potenza: anche lui faceva colonne sonore (commenti musicali per la televisione, trasmissioni radiofoniche e documentari ndr) per arrivare poi a cantare con Alessandro Alessandroni e sono rimasta con lui come prima voce femminile. Mai mi sarei immaginata comunque di dover fare altro al di fuori della voce da corista. Poteva succedere poi che mi chiamassero per qualche lavoro, come è avvenuto con De Andrè o De Gregori, ma erano delle collaborazioni sporadiche. La svolta della mia vita è avvenuta con C’era una volta il west. Lì ci sono state tutta una serie di concause che hanno reso celebre la mia voce. Il fatto che il tema vocalizzato entrasse nel film senza sovrapposizioni con i dialoghi diede grande rilievo alla mia voce. Se si pensa poi che le musiche erano associate alle suggestive immagini di Sergio Leone...

GIACOMO: Il genio è stato prima di tutti Sergio Leone con le sue “novità” nel genere western. Grandi silenzi, panoramiche lente, inquadrature strette sugli occhi, dialoghi ridotti al minimo... chiaramente Leone ha preteso da Morricone una musica adatta. Morricone a quel punto ha capito che per distinguersi, invece di far suonare il tema a una tromba, a un flauto o a un violino avrebbe dovuto prendere lei... e questa è stata la partenza geniale che poi ha dato seguito a molteplici collaborazioni di questo genere. Anche gli stessi americani, una volta tanto, hanno copiato da noi l’idea.
EDDA: Ecco, da lì è iniziata la mia avventura con Morricone e altri nella musica da cinema. Devo aggiungere che mi stupisce molto il fatto che i giovani come voi si appassionino a questo genere di musiche...

Una volta che si ascoltano le musiche di Morricone si riconosce anche il genio che va al di là di ogni riferimento temporale. Ma il talento di Morricone lo riscontriamo anche in colonne sonore meno note o comunque associate a film di qualità non eccelsa. Musiche che lo stesso Morricone propone molto di rado o non propone affatto nei suoi concerti perché non fanno parte del suo repertorio più commerciale. Due esempi su tutti sono
Una lucertola con la pelle di donna, con schemi tonali articolati, e La donna invisibile, colonne sonore a noi molto care ma che non vengono mai riproposte.
EDDA: Ecco, La donna invisibile è forse la mia colonna sonora preferita. Assieme a Una lucertola con la pelle di donna, con tema molto articolato e cerebrale, erano strutture musicali che più aderivano al mio modo di cantare e di vocalizzare.
GIACOMO: Aggiungerei che il maestro Morricone ha trovato in Edda, oltre che un’ottima cantante, anche una musicista. Non solo sa leggere lo spartito a prima vista ma sa leggere anche quel che non può essere scritto...

EDDA: Ne La donna invisibile cantai in sovrapposizione, ovvero dopo che la base musicale era già stata registrata.
GIACOMO: Tecnicamente la sovrapposizione in registrazione rende di più perché in fase di missaggio si può lavorare su tracce separate e quindi si possono gestire al meglio i diversi volumi.
EDDA: In altri casi avveniva invece di registrare in diretta, come in un concerto, si registrava tutti assieme. Ricordo bene la registrazione in diretta de Le due stagioni della vita
GIACOMO: ...e Diario di una schizofrenica, lo ricordo perché ero presente.
EDDA: Ho anche eseguito brani molto difficili con Morricone come Ecce homo (e anche Lo straniero di Piero Piccioni, ndr), musica quasi dodecafonica per intenderci.
GIACOMO: (interviene con un aneddoto in riferimento a Ecce homo): In quell’occasione per registrare Ecce homo fummo chiamati a Bolzano e viaggiammo di notte per rientrare a Roma, il giorno dopo registrammo e l’indomani eravamo di nuovo in viaggio per Bolzano... accadeva anche questo, a quei tempi.

Un’altra cosa che volevamo sottolineare è che spesso le musiche da film erano più belle del film stesso e in molti casi queste musiche non erano valorizzate come avrebbero dovuto. È il caso della
Lucertola con la pelle di donna, che nel film viene proposta pochissimo...
EDDA: Guardi, le dico subito che io non ho visto i film nei quali ho cantato. E dirò una cosa che forse farà ridere... quando è stato fatto C’era una volta il west hanno invitato a vederlo tutti coloro che avevano partecipato al film, dal cast tecnico a me che ci avevo cantato. Alla proiezione del film io praticamente non ho visto nulla concentrata com’ero a riascoltare quello che avevo cantato e come lo avevo cantato, anzi, talvolta ci cantavo dietro. Da questo punto di vista devo dire che sono narcisista, sto molto attenta a quel che ho cantato e non bado al lavoro finito in cui la mia voce va a integrarsi. Cantare per me è un bisogno dell’anima, per me è tutto. La musica è un confessore per me, parlo con la musica.

Alcune colonne sonore in cui lei ha cantato venivano stampate su disco, quelli li conserva?
EDDA: Ricordo di avere conservato solo il disco di Paolo il caldo  che mi diede lo stesso maestro Trovajoli. Per il resto se c’era qualche musica che mi piaceva particolarmente chiedevo una registrazione su nastri.
GIACOMO: erano nastri “Revox”, quelli che si utilizzavano per le registrazioni...

…Revox da un pollice?

GIACOMO: No erano da ¼ di pollice. In RCA si registrava su Revox da 1 pollice. Erano 3 piste. A cavallo tra gli anni 50 e 60 si registrava su 3 piste. 2 si impegnavano per l’orchestra e la terza traccia era per il cantante. Gino Paoli, Nico Fidenco, ecc. a quei tempi registravano tutti con questo sistema. La RCA aveva fatto sulla via Tiburtina un auditorium alto 3 piani dove entravano orchestre anche di 100 persone...
EDDA:  è stato registrato lì C’era una volta il West
GIACOMO: ...perché per avere un suono di una certa consistenza, suono che oggi si ottiene con una semplice tastiera, all’epoca ci volevano come minimo 50 orchestrali. E poi bisognava considerare anche il processo cinematografico, che richiedeva il riversamento audio su pellicola. Riversare sull’ottico significava perdere circa il 70% del lavoro e i suoni che pativano le maggiori perdite erano quelli con frequenza bassa. Quindi il missaggio destinato alla pellicola veniva fatto appositamente dando particolare enfasi alle frequenze basse mentre il missaggio destinato alla stampa del disco era quello che sarebbe rimasto poi invariato. Poi bisognava stare particolarmente attenti alle strumentazioni da utilizzare per una colonna sonora perché alcuni strumenti hanno delle frequenze che vanno a sovrapporsi ai dialoghi. Nemiche numero uno dei dialoghi erano le chitarre, che con i picchi di frequenze alte si accavallavano alle voci e il fonico veniva messo a dura prova e alle volte finiva per sparire del tutto la musica di sottofondo... Quindi un compositore di colonne sonore di quell’epoca se nello scrivere le partiture avesse seguito le regole classiche avrebbe fallito senza dubbio perché il prodotto non sarebbe stato più adatto alla sua funzione, cioè al cinema. Tutte cose queste che si imparavano sul campo e non di certo al conservatorio…

All’interno dell’ambiente più accademico come erano visti quei compositori che si avvicinavano ai generi più commerciali come la musica leggera e la musica da cinema? Era considerato un “tradimento” l’abbandono della musica classica?

GIACOMO: Le dico subito che io odiavo la musica leggera, sono un classico veramente classico. Ho fatto anche l’organista e tutt’oggi continuo a farlo, sono molto esperto in liturgia e canto gregoriano. Il mio approccio alla musica di consumo è molto tardivo. Ho cominciato a sentire musiche commerciali andando ad ascoltare lei (Edda, ndr) quando cantava con Alessandroni. Qualche volta ho anche cantato nel coro dei Cantori moderni per fare numero. Lì ho cominciato a vedere un mondo nuovo fino a che mio fratello Gianni mi ha proposto a Nico Fidenco poiché nel frattempo era rimasto senza arrangiatore. Prima di me Fidenco collaborava con Willy Brezza. Quindi la mia esperienza pratica è nata pian piano da questa nuova esperienza. Le partiture le si imparano studiando ma tutto il discorso tecnico legato alla sala di registrazione l’ho imparato sul campo. Praticamente noi due abbiamo fatto questa attività per caso
EDDA: Io poi, che studiavo pianoforte... chi l’avrebbe mai immaginato... dopo il decennio degli anni 70 abbiamo entrambi lavorato in teatro. Il primo spettacolo che ho fatto è stato con il regista/attore Salvatore Martino della Compagnia dei Giovani. Era teatro cosiddetto “impegnato”. Io cantavo brani della Piaf e della Dietrich e in quel periodo amavo particolarmente riavvicinarmi alle canzoni. Amavo poi impostare la voce sulle tonalità più basse. In quel periodo ripudiavo le mie vocalizzazioni nelle colonne sonore.
GIACOMO: In pratica è avvenuto quello che avviene normalmente a chiunque, specialmente a quelli dell’ambiente del cinema: a furia di fare sempre lo stesso personaggio alla fine poi ci si stufa...
EDDA:
In realtà io amavo proprio quel genere di musica ben prima di cantare nelle musiche da film, amavo Fred Astaire e gli standard americani ed era sempre stato il mio sogno il poter cantare quel genere di musiche. Tutto questo mi ha allontanato dalle colonne sonore di Morricone anche perché con la nuova impostazione vocale che avevo assunto (e per il mio rifiuto psicologico) non riuscivo più a fare quei vocalizzi. Nel 1983 Gianni Minà andò a trovare a Cinecittà Sergio Leone e Federico Fellini nel contesto di una sua trasmissione domenicale (Blitz, ndr). C’erano anche Ennio Morricone e Robert De Niro che stavano lavorando in C’era una volta in America. Lì, chiamata da Morricone, accettai di cantare  Giù la testa e C’era una volta in America accompagnata però da mio marito.
GIACOMO: Sì, la cantò pesantemente riadattata e su un arrangiamento stranissimo, un po’ come il gruppo Nuova consonanza (gruppo sperimentale di Morricone, ndr)
EDDA: Avevo un blocco psicologico e tra l’altro in quegli anni, ancora prima di fare teatro, chiesi a Morricone di farmi cantare qualche canzone con dei testi veri e propri. Il maestro mi rispose però che cantando le canzoni sarei diventata una delle tante mentre così, con i miei vocalizzi, sarei rimasta l’unica (e così è stato, ndr). Oggi ho ripreso l'amore per questa voce e sto cantando nuovamente alla mia vecchia maniera come potrete ascoltare nel nostro ultimo lavoro (Edda Dell’Orso, Sogni di bambina - A child’s dream, GDM 2008).

Maestro Giacomo, ma per lei come compositore l’evoluzione tecnologica del suono in quegli anni ha avuto un peso importante oppure è un aspetto che noi più giovani tendiamo a sopravvalutare?

GIACOMO: Io l’ho anche inventato uno strumento! Era costituito da lamette da barba, calibrate su un’intonazione come le piastrine di un piano elettrico, il tutto amplificato da un pick-up. Sono anche laureato in fisica, per cui ho sempre avuto interessi all’avanguardia nella tecnologia musicale. Negli anni 70 acquistai molti sintetizzatori, da uno dei primi Mini Moog fino al primo costosissimo Emulator, che nel 1982 comperai spendendo ben 8.000 dollari. Lo affittavo a 100 mila lire al giorno! Era ricercatissimo perché aveva il sequencer. C’è da dire che si sperimentava moltissimo nonostante non ci fossero le possibilità di oggi. Lo stesso Morricone era uno sperimentatore di suoni. Ricercava una mescolanza dei suoni attraverso strumenti veri e precorreva quel che si fa oggi con i campionamenti. Per creare timbriche nuove faceva suonare lo stesso tema da strumenti diversi dosandone il volume in fase di missaggio e ottenendo così uno “strumento” del tutto originale. Qualche esperimento lo feci anch’io. Ricordo che una volta dovetti far suonare una partituta un po’ scomoda ai violini e vedevo che il suono non veniva brillante come serviva. Allora feci suonare il brano con una tonalità più bassa e col nastro di registrazione rallentato. Riproducendo i violini nella giusta velocità scoprii che la brillantezza del suono era sicuramente meglio che se avessero suonato alla giusta tonalità. Gli stessi violinisti quando si riascoltarono non pensavano di essere loro! Questa mia scoperta poi è stata molto sfruttata. Un’altra cosa che sperimentai è la lieve scordatura della terza corda della chitarra (il sol ndr) per dare agli accordi un suono più grande. Non scordiamoci poi che Morricone era stato uno dei primi a sperimentare dei rumori nelle musiche. Uno su tutti il fischio...

A proprosito del fischio, è vera la leggenda che vuole che Morricone non sappia fischiare? E ancora. È il maestro Alessandroni che fischia nei suoi brani?

GIACOMO: Non sappiamo se Morricone sappia fischiare ma di sicuro sappiamo che è Alessandroni che fischia nei suoi noti brani. In realtà sono 3 le persone storiche che sapevano fischiare alla perfezione: la prima è stata sicuramente Daisy Lumini a cavallo tra i 50 e i 60, poi si è scoperto Alessandro Alessandroni che aveva e ha un bel fischio e in più è un musicista; inoltre, e forse questo non tutti lo sanno, che anche Nico Fidenco aveva un fischio raffinato. Fischio che utilizzai per alcuni suoi film.

Le risulta aver mai cantato con dei testi in qualche colonna sonora? I melismi e alcune parole che paiono ascoltarsi in talune colonne sonore hanno  forse un senso?
EDDA: No, ricordo di non aver mai cantato con testi in quell’epoca. Anche la stessa Veruschka per esempio, sono fonemi funzionali alla musica. In realtà sono dei versi che mi escono spontaneamente mentre guardo la musica, ma nulla di sensato o di scritto prima. Sono funzionali alle note che canto. Qualcuno ha anche cercato di decifrare quel che dicevo, rompendosi la testa per capire che lingua fosse, ovviamente senza successo visto che non erano parole sensate ma solo vocalizzi. Era un articolarsi della voce sulle note. La bossa nova per esempio si prestava molto a certi vocalizzi...

Come per esempio Metti una sera a cena...

EDDA: Sì, ricordo con affetto quel tema perché è molto vicino al mio modo di cantare. L’ossessivtà del tema, quasi cervellotico, ciclico... era di mio estremo gradimento.
GIACOMO: Raccontiamo la verità su quel brano...

Quale verità?
GIACOMO: In realtà è lei che si è proposta per cantare il brano che in realtà nasce solo strumentale. In effetti bisogna cantarlo senza respiro EDDA: In effetti canticchiai il tema mentre il maestro lo eseguiva al pianoforte e da lì si decise di farlo col vocalizzo.

Di Metti una sera a cena così come di Diabolik ci furono delle versioni cantate con i testi...
EDDA: Sì ma io non cantai mai, solo vocalizzi...
GIACOMO: Ricordo che in ambito colonne sonore solo più tardi cantò una canzone per il film Mio caro dottor Gläsler di Roberto Faenza (1990). Il film era in costume e Morricone decise di fare delle musiche ispirandosi a Schubert. Il brano che canta Edda, scritto da un’autrice austriaca e quindi in tedesco, è bellissimo e la pronuncia di Edda è ottima, visto che ha studiato per anni quella lingua. Il piano che la accompagna è suonato direttamente da Morricone.

Oltre ai Cantori Moderni di Alessandroni sappiamo che lei ha avuto una breve collaborazione con i 4+4 di Nora Orlandi.
EDDA: Sì, durò un anno. Cambiai per un po’ in seguito a una piccola discussione tra la Orlandi e Alessandroni. In quel periodo Morricone chiamava i Cantori Moderni per i cori e poi chiamava me per incidere la voce solista. Poi fu lo stesso Morricone a farci riappacificare.

Dal punto di vista musicale erano approcci molto diversi?
EDDA: Non c’era confronto. Alessandroni era molto più raffinato e io mi trovavo meglio forse anche perché Alessandroni era nato come cantante mentre la Orlandi era violinista. Comunque sta di fatto che mi trovavo meglio con Alessandroni. Nonostante la Orlandi fosse più musicista essendo diplomata e conoscendo bene la composizione, io mi trovai meglio con Alessandroni perché aveva una musicalità unica.

Ma voi guardavate le scene prima di eseguire la colonna sonora?

GIACOMO: Edda no ma io sì. Vi spiego come funzionava all’epoca: i tecnici di cui si circondava il regista subito dopo che il film era stato girato erano il direttore del doppiaggio, il dialoghista, il compositore e il rumorista. Si faceva una proiezione di quello che era stato girato e montato. Quando si girava si registrava sempre l’audio, anche se poi veniva quasi sempre tutto doppiato. Non si registrava su un apparecchio qualunque, bensì sul Nagra che aveva un collegamento ottico con la macchina da presa, sincronizzato in parole povere. L’audio veniva successivamente riversato su una pellicola perforata, simile a quella video. Ovviamente in questa registrazione primordiale sentivamo l’attore inglese che parlava nella sua lingua, quello che non conosceva le battute recitava contando, ecc. Quindi, dopo questa anteprima dove ci si faceva un’idea generale avveniva il colloquio personale tra il regista e il compositore. Si analizzavano in moviola una ad una tutte le scene che richiedevano delle musiche e, in base alla situazione e alla lunghezza, il compositore prendeva appunti. A seconda del tempo che si ha a disposizione ci si mette con calma  a casa a comporre. In molti casi si fa ascoltare al regista il provino. Ricordo per esempio quando per Steno composi la colonna sonora della serie TV L’ombra nera del Vesuvio. Essendo 6 puntate le musiche sui titoli di testa cominciavano a diventare importanti e in quel caso feci ascoltare al regista un’anteprima. Così come avvenne anche per C’era una volta il West. In quel caso Sergio Leone fu talmente entusiasta delle musiche che utilizzò il provino per la registrazione definitiva e adattò le scene alle musiche! Stabilito che il provino andava bene si registrava e c’è da dire che fino a quando c’era la tecnologia a 3 o 4 piste si registrava tutto assieme e il regista aveva un controllo continuo sulle musiche ma quando hanno cominciato ad aumentare le tracce di registrazione il regista non ci capiva più nulla e poteva ascoltare solo a sessione conclusa. Il compositore, per avere un suono migliore e più pulito, cominciava a incidere a blocchi: la base ritmica, i violini, i cori, ecc.
Ricordo ancora quando invitai Adalberto Albertini (si parla evidentemente delle musiche di Fidenco dirette dal maestro Dell’Orso per Emanuelle nera e Emanuelle Nera n. 2 ndr) in sala di registrazione. Mi diceva sempre: “Che ci vengo a fare? Non ci capisco nulla. Chiamami quando hai finito”. Oggi, grazie all’evouzione tecnologica, si lavora perfino a casa...

A volte può capitare che una musica che è stata pensata per un film venga poi riutilizzata in un altro?
GIACOMO: Mi viene in mente un esempio famoso che è quello di Nino Rota. Io stesso ho “riciclato” una mia musica in 3 lavori diversi. Soprattutto per quanto riguarda i film che sono costati molto; si cerca di sfruttarne i temi musicali il più possibile. Figurarsi che anche alcune sequenze filmate particolarmente complicate o costose venivano riciclate! Invece quando capitano dei film di basso pregio c’è un impiegato che vede il film e mette lui le musiche. Ha un archivio musicale apposito (music library ndr). Per esempio le mostro un disco della Cam dove sono presenti delle mie sonorizzazioni. Queste sono state utilizzate in trasmissioni tv o film che io stesso non conosco. Per quanto riguarda i temi celebri di Morricone può accadere inoltre che altri interpreti rielaborino poi i suoi temi più famosi.
EDDA: È il caso Céline Dion, che ricanta con testi un brano tratto da C’era una volta il West o la stessa Mireille Mathieu che nel 1974 ha cantato con testi in francese temi di Morricone che io eseguivo con vocalizzi (Mireille Mathieu chante Ennio Morricone, Polydor 1974, ndr). Io stessa diedi lezione alla Mathieu per impostare quelle melodie.

Alla piacevole intervista è seguita una lunga conversazione più informale che abbiamo ritentuto di non dover pubblicare qui ma grazie alla quale possiamo dire di aver messo a fuoco i due artisti che, al di là dei loro "mestieri", si sono dimostrate persone di rara sincerità e bontà.

INTERVISTA RACCOLTA IL 19 APRILE 2011 DAI BENEMERITI ELLERRE E IL DANDI

DISCOGRAFIA SELEZIONATA DELLE COLLABORAZIONI DI EDDA DELL'ORSO NELLE COLONNE SONORE
Le colonne sonore in cui canta Edda Dell'Orso sono sicuramente più di quelle che trovate in questo elenco. Qui ci sono i titoli stilati grazie a un'ampia ricerca fatta col materiale d'archivio personale e con ricerche sul web. Chiunque avesse eventuali titoli di colonne sonore in cui Edda Dell'Orso partecipa (col canto ovviamente) non esiti a comunicarlo.

DISCOGRAFIA COMPILATA DAL BENEMERITO ELLERRE

1964: I MALAMONDO di Paolo Cavara (Ennio Morricone)

1966: IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO di Sergio Leone (Ennio Morricone)

1967: AGENTE SPECIALE LK di Jesus Franco (Bruno Nicolai)
1967: COME IMPARAI AD AMARE LE DONNE di Luciano Salce (Ennio Morricone)
1967: FACCIA A FACCIA di Sergio Sollima (Ennio Morricone)
1967: I GIOVANI TIGRI di Antonio Leonviola (Piero Piccioni)
1967: LO STRANIERO di Luchino Visconti (Piero Piccioni)
1967: MATCHLESS di Alberto Lattuada (Ennio Morricone, Piero Piccioni)
1967: MUORI LENTAMENTE... TE LA GODI DI PIÙ di Franz Josef Gottlieb (Gianni Marchetti)
1967: RAGAN di Luciano Lelli (Nico Fidenco e Gianni Dell’Orso)
1967: SHARAZ di José María Elorrieta (Nico Fidenco e Gianni Dell’Orso)

1968: C’ERA UNA VOLTA IL WEST di Sergio Leone (Ennio Morricone)
1968: DIABOLIK di Mario Bava (Ennio Morricone)
1968: ECCE HOMO di Bruno Gaburro (Ennio Morricone)
1968: EVA, LA VENERE SELVAGGIA di Roberto Mauri (Roberto Pregadio)
1968: FENOMENAL E IL TESORO DI TUTANKAMEN di Ruggero Deodato (Bruno Nicolai)
1968: LA MOGLIE GIAPPONESE di Gian Luigi Polidoro (Nino Oliviero)
1968: LA MORTE NON HA SESSO di Massimo Dallamano (Giovanni Fusco e Gianfranco Reverberi)
1968: L’ETÀ DEL MALESSERE di Giuliano Biagetti (Stefano Torossi)
1968: SCUSI, FACCIAMO L’AMORE? di Vittorio Caprioli (Ennio Morricone)
1968: UN TRANQUILLO POSTO DI CAMPAGNA di Elio Petri (Ennio Morricone)
1968: UNO DI PIÙ ALL’INFERNO di Giovanni Fago (Nico Fidenco)

1969: ANGELI BIANCHI... ANGELI NERI di Luigi Scattini (Piero Umiliani)
1969: COME, QUANDO, PERCHÉ di Antonio Pietrangeli (Armando Trovajoli)
1969: FEMINA RIDENS di Piero Schivazappa (Stelvio Cipriani)
1969: FEMMINE INSAZIABILI di Alberto De Martino (Bruno Nicolai)
1969: H2S di Roberto Faenza (Ennio Morricone)
1969: IL COMMISSARIO PEPE di Ettore Scola (Armando Trovajoli)
1969: LA DONNA INVISIBILE di Paolo Spinola (Ennio Morricone)
1969: LA MORTE BUSSA DUE VOLTE di Harald Philipp (Piero Umiliani)
1969: L’ARCANGELO di Giorgio Capitani (Piero Umiliani)
1969: LA STAGIONE DEI SENSI di Massimo Franciosa (Ennio Morricone)
1969: LE INSAZIABILI di Alberto De Martino (Bruno Nicolai)
1969: METTI UNA SERA A CENA di Giuseppe Patroni Griffi (Ennio Morricone)
1969: PHILOSOPHY IN THE BOUDOIR di Jess Franco (Bruno Nicolai)
1969: SCACCO ALLA REGINA di Pasquale Festa Campanile (Piero Piccioni)
1969: VERGOGNA, SCHIFOSI! di Mauro Severino (Ennio Morricone)
1969: ZENABEL di Ruggero Deodato (Bruno Nicolai)

1970: CIAO GULLIVER di Carlo Tuzii (Piero Piccioni)
1970: DE SADE 2000 di Jess Franco (Bruno Nicolai)
1970: GOTT MIT UNS (DIO È CON NOI) di Giuliano Montaldo (Ennio Morricone)
1970: INCONTRO D'AMORE - BALI di Ugo Liberatore, Paolo Heusch (Giorgio Gaslini)
1970: INTIMITÀ PROIBITE DI UNA GIOVANE SPOSA di Oscar Brazzi (Stelvio Cipriani)
1970: Il DIO CHIAMATO DORIAN di Massimo Dallamano (Peppino De Luca)
1970: LE FOTO PROIBITE DI UNA SIGNORA PERBENE di Luciano Ercoli (Ennio Morricone)
1970: LA CALIFFA di Alberto Bevilacqua (Ennio Morricone)
1970: LA MOGLIE PIÙ BELLA di Damiano Damiani (Ennio Morricone)
1970: LO CHIAMAVANO TRINITÀ di E.B. Clucher aka Enzo Barboni (Franco Micalizzi)
1970: L’UCCELLO?DALLE?PIUME?DI?CRISTALLO di Dario Argento (Ennio Morricone)
1970: NELL’ANNO DEL SIGNORE di Luigi Magni (Armando Trovajoli)
1970: SEI IELLATO AMICO, HAI INCONTRATO SACRAMENTO di Giorgio Cristallini (Franco Micalizzi)
1970: THOMAS... GLI INDEMONIATI di Pupi Avati (Amedeo Tommasi)
1970: UCCIDETE IL VITELLO GRASSO E ARROSTITELO di Salvatore Samperi (Ennio Morricone)

1971: A COME ANDROMEDA serie TV di Vittorio Cottafavi (Mario Migliardi)
1971: BELLA DI GIORNO, MOGLIE DI NOTTE (Plenizio)
1971: DESERTO DI FUOCO di Renzo Merusi (Roberto Pregadio, Franco Bixio)
1971: FORZA G di Duccio Tessari (Ennio Morricone)
1971: GIORNATA NERA PER L’ARIETE di Luigi Bazzoni (Ennio Morricone)
1971: GIÙ LA TESTA di Sergio Leone (Ennio Morricone)
1971: GLI SCASSINATORI di Henri Verneuil (Ennio Morricone)
1971: IL GATTO A NOVE CODE di Dario Argento (Ennio Morricone)
1971: IL VICHINGO VENUTO DAL SUD di Steno (Armando Trovajoli)
1971: KILL! di Romain Gary (Jacques Chaumont, Berto Pisano)
1971: LA CORTA NOTTE DELLE BAMBOLE DI VETRO di Aldo Lado (Ennio Morricone)
1971: LA NOTTE CHE EVELYN USCÌ DALLA TOMBA di Emilio Miraglia (Bruno Nicolai)
1971: LA SUPERTESTIMONE di Franco Giraldi (Luis Bacalov)
1971: LA VOLPE DALLA CODA DI VELLUTO di José María Forqué (Piero Piccioni)
1971: L’UOMO DAGLI OCCHI DI GHIACCIO di Alberto De Martino (Peppino De Luca)
1971: OCEANO di Folco Quilici (Ennio Morricone)
1971: 4 MOSCHE DI VELLUTO GRIGIO di Dario Argento (Ennio Morricone)
1971: QUESTO SPORCO MONDO MERAVIGLIOSO di Mino Loy, Luigi Scattini (Piero Umiliani)
1971: UNA VERGINE TRA I MORTI VIVENTI di Jess Franco (Bruno Nicolai)
1971: VERUSCHKA, POESIA DI UNA DONNA di Franco Rubartelli (Ennio Morricone)

1972: IL DIAVOLO NEL CEVELLO di Sergio Sollima (Ennio Morricone)
1972: CHI L’HA VISTA MORIRE? di Aldo Lado (Ennio Morricone)
1972: COSA AVETE FATTO A SOLANGE? di Massimo Dallamano (Ennio Morricone)
1972: I DUE VOLTI DELLA PAURA di Tullio De Micheli (Franco Micalizzi)
1972: I FIGLI CHIEDONO PERCHÉ di Nino Zanchin (Ennio Morricone)
1972: IL GRANDE DUELLO di Giancarlo Santi (Luis Bacalov, Sergio Bardotti)
1972: IL MAESTRO E MARGHERITA di Aleksandar Petrovic (Ennio Morricone)
1972: LA GATTA IN CALORE di Nello Rossati (Gianfranco Plenizio)
1972: LA NOTTE DEI DIAVOLI di Giorgio Ferroni (Giorgio Gaslini)
1972: IL MAESTRO E MARGHERITA di Aleksandar Petrovic (Ennio Morricone)
1972: LE DUE STAGIONI DELLA VITA di Samy Pavel (Ennio Morricone)
1972: RIVELAZIONI DI UN MANIACO SESSUALE AL CAPO DELLA SQUADRA MOBILE di Roberto Bianchi Montero (Giorgio Gaslini)
1972: TUTTI I COLORI DEL BUIO di Sergio Martino (Bruno Nicolai)
1972: UN BIANCO VESTITO PER MARIALÈ di Romano Scavolini (Fiorenzo Carpi)

1973: CRESCETE E MOLTIPLICATEVI di Giulio Petroni (Ennio Morricone)
1973: IL SERPENTE di Henri Verneuil (Ennio Morricone)
1973: LA COSA BUFFA di Aldo Lado (Ennio Morricone)
1973: LA MORTE HA SORRISO ALL’ASSASSINO di Joe D’Amato (Berto Pisano)
1973: PAOLO IL CALDO di Marco Vicario (Armando Trovajoli)
1973: SIMBAD E IL CALIFFO DI BAGDAD di Pietro Francisci (Alessandro Alessandroni)
1973: UN MODO DI ESSERE DONNA di Pier Ludovico Pavoni (Piero Piccioni)

1974: ALLORA?IL?TRENO di Emilio Marsili (Bruno Nicolai)
1974: HO INCONTRATO UN’OMBRA serie TV di Daniele D’Anza (Romolo Grano)
1974: IL SEGRETO di Robert Enrico (Ennio Morricone)
1974: LA CUGINA di Aldo Lado (Ennio Morricone)
1974: LA POLIZIOTTA di Steno (Gianni Ferrio)
1974: LA SMAGLIATURA di Peter Fleischmann (Ennio Morricone)
1974: LA SVERGOGNATA di Giuliano Biagetti (Berto Pisano)
1974: LUCREZIA GIOVANE di Luciano Ercoli (Franco Micalizzi)

1975: IL GIUDICE E IL SUO BOIA di Maximilian Schell (Ennio Morricone)
1975: IL POLIZIOTTO DELLA BRIGATA CRIMINALE di Henri Verneuil (Ennio Morricone)
1975: LA?RAGAZZA?FUORI?STRADA di Luigi Scattini (Piero Umiliani)
1975: UN GENIO, DUE COMPARI, UN POLLO di Damiano Damiani, Sergio Leone, Giuliano Montaldo (Ennio Morricone)

1976: MONDO DI NOTTE OGGI di Gianni Proia (Gianni Dell’Orso e Gianni Oddi)
1976: PERCHÉ SI UCCIDONO di Mauro Macario (Reale Impero Britannico)

1977: DRAMMI GOTICI serie TV di Giorgio Bandini (Ennio Morricone)
1977: IL GATTO di Luigi Comencini (Ennio Morricone)
1977: L’ORCA ASSASSINA di Michael Anderson (Ennio Morricone)

1978: DOVE VAI IN VACANZA? di Bolognini, Salce, Sordi (Ennio Morricone)
1978: LA SETTIMA DONNA di Franco Prosperi (Roberto Pregadio)

1979: DEDICATO AL MARE EGEO di Masuo Ikeda (Ennio Morricone)
1979: ORIENT EXPRESS serie TV (Ennio Morricone)

1980: IL LADRONE di Pasquale Festa Campanile (Ennio Morricone)

1981: CALIGOLA E MESSALINA di Bruno Mattei, Antonio Passalia (Giacomo Dell’Orso)
1981: LA DISUBBIDIENZA di Aldo Lado (Ennio Morricone)

1982: NERONE E POPPEA di Bruno Mattei, Antonio Passalia (Giacomo Dell’Orso)

1984: C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA di Sergio Leone (Ennio Morricone)

1987: IL SEGRETO DEL SAHARA di Alberto Negrin (Ennio Morricone)

1996: NOSTROMO di Alastair Reid (Lucilla Tumino) (Ennio Morricone)

1997: INCONTRI PROIBITI di Alberto Sordi (Piero Piccioni)
1997: U-TURN - INVERSIONE DI MARCIA di Oliver Stone (Ennio Morricone)

1998: BULWORTH - IL SENATORE di Warren Beatty (Ennio Morricone)

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commenti (15)

RISULTATI: DI 15
    Stefania

    11 Maggio 2011 15:14

    Fantastico, Ellerre, come al solito! Un approfondimento che sembra un film, i due signori intervistati hanno facce cinematografiche al massimo, e quell'inquadratura iniziale sul tuo dito che suona il campanello è l'incipit di un thriller, crea sospensione, curiosità... fortissimo!! Adesso mi riascolterò con... altre orecchie tutte quelle colonne sonore!
    M.shannon

    11 Maggio 2011 17:00

    Complimenti a voi ! Edda Dell'Orso è una vera e propria leggenda, e il il maestro Giacomo è un cult per gli amanti del bis italiano, soprattutto massaccesiano :)
    Gugly

    11 Maggio 2011 17:44

    Non ci sono parole...io adoro un sacco di colonne sonore delle quali si parla!

    Sono commossa...un saluto da parte mia ai sig.ri Giacomo ed Edda dell'Orso :-)
    Didda23

    11 Maggio 2011 22:19

    Grandissimo lavoro Ellerre!Complimenti vivissimi
    Caesars

    12 Maggio 2011 11:13

    Senza parole... veramente uno special coi fiocchi. Bravissimi
    Andygx

    12 Maggio 2011 11:29

    Eccellente lavoro ragazzi!
    Markus

    12 Maggio 2011 23:49

    Bellissimo, quasi commovente! Grazie cari Ellere e Dandi per questo contributo.
    B. Legnani

    13 Maggio 2011 01:10

    Eccezionale.
    Ovviamente de visu ci dirai le cose che...
    Powerglide

    13 Maggio 2011 13:57

    SUPERBO approfondimento.
    Guru

    13 Maggio 2011 18:44

    Sublimi!. La vostra intervista alla Edda e Giacomo è veramente notevole.