Le "apparizioni" di Hitchcock

8 Marzo 2010

Durante il fuoco di fila di domande che Françoise Truffaut rivolse ad Alfred Hitchcock nel corso della celebre intervista “Il cinema secondo Hitchcock”, il regista francese chiese a quello britannico se sapesse spiegargli il motivo delle sue caratteristiche apparizioni nel corso dei suoi film. Hitchcock rispose che i cosidetti camei servivano da principio come riempitivo (la sua stazza permetteva di non spendere in comparse per occupare il campo di ripresa) ma poi divennero col tempo un vero e proprio vezzo scaramantico.
Dietro questo understatement in realtà si cela tutta la sottile arte dell'uso dell'immagine che il regista fece nel corso della sua carriera. Hitchcock, forse perché figlio di un commerciante, aveva il senso degli affari ed era sufficientemente intelligente e ironico per trasformare un suo limite (l'aspetto fisico bizzarro che tanti complessi gli creò) in una carta vincente per propagandare le sue pellicole. Dobbiamo pensare ai film di Hitchcock come a qualcosa di indissolubilmente legato alla sua immagine: non è solo il suo tocco artistico, inconfondibile, a ricondurre titoli come Intrigo internazionale o Psyco al suo nome. In molti sensi avvertiamo che il regista è dietro l'angolo, lì presente dietro o davanti le quinte (come nel caso dei famigerati camei).

I camei sono, come lo sguardo in macchina, una presenza “disturbante” e metacinematografica. L'attore si rivolge all'obbiettivo e parla con gli spettatori: la barriera tra il telone e il pubblico sembra infrangersi. Oliver Hardy ci guarda sconsolato mentre subisce un'angheria, Tom Jones ci rende partecipi del suo punto di vista mentre assistiamo alle vicende che gli capitano, Bluto Blutarski ci guarda e ci rende complici mentre con lui spiamo le ragazze del college di Animal House. Il cinema rivela così la sua peculiarità di sguardo che rende complici, e lo sguardo in macchina ci ricorda questa complicità che, mentre la pellicola scorre, ci sfugge e ci fa ritenere innocenti.
Nel cameo avviene una cosa completamente diversa: tra Hitchcock e il pubblico non c'è alcuna interazione. Il regista si comporta come farebbe un figurante o una comparsa: perde l'autobus, porta fuori da un negozio di animali due barboncini bianchi, si arrabatta per salire su un treno con una pesante custodia di contrabbasso che lo impaccia sul predellino… In questo caso la perdita della sospensione di incredulità avviene perché riconosciamo in quella figura Alfred Hitchcock!!! Il regista, il grande burattinaio che scende al livello dei burattini ma non dismette i panni di se stesso. Una doppia valenza che crea un piacevole cortocircuito emotivo, risultato ottenuto grazie alla capacità di Hitchcock di rendere popolare la sua figura e il suo carattere (la sua bonomia e il suo aplomb, specie quando deve raccontarci fatti violenti e drammatici, agendo per contrasto) attraverso decine e decine di apparizioni in trailer, telefilm, pubblicità, fotografie e… camei, per l’appunto!

HITCHCOCK E I SUOI TELEFILM

Dicevamo della figura di Hitchcock, della sua caratteristica grassezza e bruttezza (che da giovane tanto lo avevano afflitto) e di come da adulto avesse saputo ribaltare questo svantaggio trasformandolo in un punto di forza. Iniziando come semplice comparsa riempicampo, il regista si espose nel corso della carriera in funzione di “teaser”; oltre ai camei vi furono come detto i trailer e ovviamente i telefilm, nei quali Hitchcock apriva e chiudeva le vicende delle serie con un prologo ed un epilogo a mo' di commento “morale”. La sigla di apertura, in cui la silhouette del regista si sovrapponeva alla sua caricatura con la felice scelta del tema musicale di Charles Gounod (“Marcia funebre di una marionetta”) a mo' di commento, è indimenticabile. La musica aveva poi qui doppia valenza: da un lato richiamava l'andatura a pinguino di Hitchcock, dall'altra sottolineava l'humour sardonico con cui il regista tratteggiava vicende che, più che la giustizia trionfante, vedevano all'opera il ghigno beffardo del destino (siamo tutti marionette in mano al fato...). Venivano messi in scena racconti di autori di ottimo livello diretti e interpretati da future star del cinema e Hitchcock stesso ne diresse personalmente una ventina. Per noi italiani, inoltre, è da notare il riuscito doppiaggio di Carlo Romano (successivamente sostituito da Paolo Lombardi) per la voce di Hitchcock: una scelta felicissima, capace di amplificare i tratti somatici e lo spirito del regista.

HITCHCOCK E I SUOI FILM

Non possiamo poi trascurare le apparizioni pubbliche alle “prime” dei suoi film e le centinaia di fotografie in cui il re del brivido era messo in pose ora semplici ora più complesse a mo' di assassino o con dettagli caratteristici dei suoi capolavori (vedi le foto con il corvo per Gli uccelli, in cui il nostro appariva anche in locandina, o l' “aggressione” ad una modella con la casa dei Bates sullo sfondo).
Meno interessanti sul piano dell'appeal appaiono le interviste sui metodi di lavoro, anche se sono al contrario eccezionali documenti sulla sua arte cinematografica nonché veri e propri manuali di regia chiari, espliciti e umili. Ma in queste interviste Hitchcock rinuncia al suo istrionismo e si lascia intervistare dietro una scrivania massiccia, statico anche se fluente oratore.

Una riflessione appare qui opportuna: qual è il senso recondito dell'uso della propria immagine, per quanto riguarda Hitchcock? Personalmente credo che la questione sia leggermente più complessa rispetto alle motivazioni succitate. Un mio punto di vista, discutibile ma forse non così peregrino. Credo non sia azzardato pensare che Hitchcock considerasse se stesso come un “diverso”; ossessionato dalla sua bruttezza fisica e tormentato dal rapporto conflittuale col cibo, il regista visse un'adolescenza difficile e complessata. Fieramente pragmatico nel suo lavoro (e umile, vista la gavetta) ma per il resto fragile e pauroso. 
Non è difficile credere che il narcisismo che caratterizzava la sua voglia di apparire fosse una rivalsa per anni di sofferenza. Questa “distanza” dai presunti “normali” può aver anche acuito una sopraffina sensibilità investigatrice dell'animo umano che lo spinse a porsi al di qua e al di là di una soglia, a sviluppare capacità di introspezione per trovare una risposta indubbiamente negativa a ciò che risiede nel fondo di ogni essere umano e cioè l'attrazione a commettere il male e la difficoltà a resistergli. Gli uomini sono avvolti da ombre, nessuno escluso. Non è certo una novità, ma il modo in cui Hitchcock seppe rappresentare la cosa fu unico e mirabile, esaltato dal fatto che apparentemente narrava “storie” per “divertire” la gente. L'analisi del suo geniale linguaggio cinematografico, oltre ad evidenziare le valenze innovative tout court, fanno apparire i suoi lavori come dei sogni, lande oniriche stratificate ricche di sensi reconditi. Non è per me possibile, per ovvi motivi, sviluppare riflessioni complesse sul cinema di Hitchcock; troppe e vaste sono le implicazioni e per questo rimando alla lettura dei saggi di Christian Metz e alla succitata intervista di Truffaut.

I CAMEI

Torniamo ai camei: le apparizioni di Hitchcock nei suoi film sono 36, da Il pensionante (1926) a Complotto di famiglia (1976). Cinquant'anni tondi...

Il primo film in cui troviamo la già rotonda figura di Hitchcock è, come già detto, Il pensionante (The Lodger: A Story of the London Fog,1926), considerato il suo primo lavoro importante. Nel cameo, anzi, nei due cameo di questo racconto di un maniaco (Ivor Novello*, un grande divo inglese dell'epoca) che gira per Londra uccidendo delle ragazze rigorosamente bionde, il regista si vede dapprima appoggiato a una scrivania della redazione di un quotidiano e, nel finale, tra i curiosi che assistono alla cattura del maniaco. Anche qui, in questo secondo cameo, vien da pensare a un 
cerchio che si chiude o quasi se pensiamo a Frenzy (1972), in cui il regista è tra la folla, con bombetta in testa, e assiste al ripescamento del cadavere di una donna bionda, strangolata da una cravatta.
Iniziata quindi per necessità, la passione di interpretare un cameo nei suoi film divenne per Hitchcock un vezzo, perseguito in molte delle pellicole a venire. Da Il pensionante in poi le apparizioni erano intervallate da film in cui il regista non appariva. A seguito del cortometraggio Avventure malgache (1944), però, i cameo si susseguirono in una linea ininterrotta che va da Io ti salverò (1945) a, ovviamente, Complotto di famiglia (1976).
E’ così che, a partire dal Pensionante, è cominciata la "caccia a Hitchcock": dove appare il regista? Un leit-motiv che ha divertito generazioni di spettatori amanti dell'obeso cineasta.

Questo è l'elenco dei cameo interpretati da Hitchcock (reperito su wikipedia):  

Il pensionante (1926): appare due volte: la prima, è seduto di spalle nella redazione di un giornale; la seconda è tra la folla che assiste ad un arresto della polizia.
Ricatto (1929): cerca di leggere un giornale nella metropolitana, mentre un bambino lo infastidisce giocando con il suo cappello.
Omicidio! (1930): è a fianco di una donna, per strada, mentre il protagonista sta uscendo in strada da un edificio.
Il club dei trentanove (1935): per la strada, mentre i protagonisti usciti dal teatro cercano di salire su un autobus, getta via la carta di una caramella.
Giovane e innocente (1937): è un fotografo che tenta di scattare istantanee in mezzo alla folla all'esterno di un tribunale.
La signora scompare (1938): passeggia su un marciapiede della Victoria Station di Londra, fumando una sigaretta.
Rebecca, la prima moglie (1940): passa alle spalle di George Sanders, accanto ad una cabina telefonica.
Il prigioniero di Amsterdam (1940): legge un giornale in strada mentre Joel McCrea lascia l'albergo.
Il signore e la signora Smith (1941): passa su un marciapiede accanto a Robert Montgomery
Il sospetto (1942): attraversa la strada mentre l'auto con Joan Fontaine riparte.
Sabotatori (1942): appare due volte: la prima è vestito da cowboy e consegna una lettera; la seconda è il cliente di un'edicola.
L'ombra del dubbio (1943): gioca a bridge in treno, ha in mano 13 carte di picche.
Prigionieri dell'oceano (1943): è raffigurato su un giornale che pubblicizza gli effetti di una cura dimagrante.
Io ti salverò (1945): esce da un ascensore nella hall di un albergo.
Notorius, l'amante perduta (1946): è tra gli invitati della festa nella villa di Sebastian e beve una coppa di champagne.
Il caso Paradine (1947): esce dalla stazione assieme a Gregory Peck, imbracciando una custodia di violoncello.
Nodo alla gola (1948): nella prima inquadratura attraversa una strada con una donna.
Il peccato di Lady Considine (1949): appare due volte: la prima è al ricevimento del governatore, la seconda è fermo a discutere sulle scale di un palazzo mentre il protagonista entra in casa.
Paura in palcoscenico (1950): si volta a guardare Eve che parla da sola per strada.
Delitto per delitto (1951): cerca di salire sul treno con la custodia di un contrabbasso, incrociando Farley Granger.
Io confesso (1953): passeggia sulla sommità di una scalinata.
Il delitto perfetto (1954): è immortalato su una fotografia di vecchi compagni di scuola mostrata da Ray Milland.
La finestra sul cortile (1954): mette a punto un orologio a pendolo in casa di un musicista.
Caccia al ladro (1955): è seduto in fondo ad un autobus di fianco a Cary Grant.
La congiura degli innocenti (1956): attraversa la strada, dietro l'auto di un collezionista di quadri.
L'uomo che sapeva troppo (1956): assiste, di spalle, ad uno spettacolo di saltimbanchi arabi sulla piazza di Marrakesch.
Il ladro (1956): proietta l'ombra di sé stesso prima dei titoli di testa.
La donna che visse due volte (1959): passeggia tenendo in mano la custodia di una tromba nei pressi del cantiere navale di proprietà dell'amico di James Stewart.
Intrigo internazionale (1959): tenta di salire su un autobus, ma le porte gli si richiudono in faccia. C'è, forse, anche un'altra scena nello stesso film, in cui Hitchcock appare: un controllore chiede il biglietto ad una signora, seduta in un vagone passeggeri. La donna indossa un abito azzurro con un cappello nero e ha le gambe accavallate. Il volto della passeggera ricorda molto quello di Hitchcock, ma non tutti sono concordi nel vedere in esso la figura del regista.
Psyco (1960): sosta davanti all'agenzia dove lavora Marion, con in testa un cappello da texano.
Gli uccelli (1963): esce dal negozio di uccelli portando al guinzaglio due fox-terrier bianchi.
Marnie (1964): esce da una camera di albergo guardando Tippi Hedren che transita nel corridoio.
Il sipario strappato (1966): nella hall di un albergo, ha in braccio un bimbo che gli "bagna" i pantaloni.
Topaz (1969): è seduto su una carrozzella per invalidi in un aeroporto, poi si alza per salutare un conoscente e cammina.
Frenzy (1972): è tra la folla ad ascoltare un oratore sulle rive del Tamigi.
Complotto di famiglia (1976): mostra la sua silhouette nera dietro i vetri dell'ufficio di statistica anagrafica.

Sicuramente sono quasi tutti cameo eccentrici e riusciti; ma diamo un'occhiata più da vicino: quali sono i più divertenti? Per chi scrive la scelta, con questa minilist in crescendo, cade su I sabotatori (vestito da cow boy...) e Delitto per delitto (che ingombrante quella custodia di contrabbasso!). Hitch è poi ben più impacciato di Fonda ne Il ladro
il cui cameo consiste nel proiettare la propria ombra nei titoli. Ombra che ritorna in Complotto di famiglia, dove il regista ci lascia intravedere la sua silhouette dietro una porta a vetro smerigliato (presagio di morte...?). Ne Il delitto perfetto è un improbabile compagno di scuola di Ray Milland (forse se ne ricorderà Kubrick quando chiuderà Shining con la foto della festa dell'Overlook Hotel... forse), mentre è ancora musicista ne La donna che visse due volte (stavolta regge, con maggior comodità, la custodia di una tromba).
In Psyco ritorna l'iconografia western (il nostro sfoggia un cappellone texano, che non gli dona) mentre ne Il sipario strappato Hitch si fa bagnare dalla fatal minzione di un poppante…
Il massimo, a mio avviso, il regista lo dà però in tre pellicole; in ordine crescente di divertimento (che non corrisponde alla qualità del film):
Intrigo internazionale (si fa chiudere le porte del tram in faccia)**
Topaz (paraplegico... miracolato)
I prigionieri dell'oceano (sponsor di una dieta dimagrante). Quest'ultima è una chicca tra le chicche, raro cameo non animato assieme a quello di Delitto perfetto.

 Seppur marginali, anche le celebri apparizioni di Hitchcock nei suoi film vanno a impreziosire l'arte eccelsa di un regista unico. Attento alla qualità dei suoi film ma anche a tutto ciò che riguardava l'aspetto pubblicitario e di merchandising atto a veicolare e a decretare il quasi sempre regolare successo dei suoi titoli. Come disse Malcom Forbes:”Se fossi rimasto con un solo dollaro lo spenderei in pubblicità”: questo per dire quanto importante sia promuvere i propri prodotti, renderli conosciuti e proverbiali. Addirittura, paradossalmente, ancor prima di averli prodotti (massima che Hitchcock comprendeva benissimo).
Per concludere un aneddoto, che la dice lunga su quanto precedentemente osservato: nel 1980, a meno di dieci giorni dal decesso,  Hitchcock “organizzò la sua cerimonia funebre fatta dal vivo, steso in una bara scoperchiata e guardata da quattro necrofori in marsina. Questa sua ultima rappresentazione venne inscenata per un'agenzia di stampa che la presentò come un'originalità, mentre era il presentimento della morte.” (fonte: wikipedia)

* Per avere un'idea di chi fosse Ivor Novello si può (ri)vedere Gosford Park, 2001, Robert Altman. Nel film, un whodunit, l'attore Jeremy Northam interpreta il divo inglese, ospite della festa nella villa.
 
** Riguardo la presunta seconda apparizione di Hitchcock in questo film personalmente non son riuscito ad individuare se la passeggera è il regista travestito ma colgo l'occasione per riandarvi ad una antica immagine di Hitchcock (forse un fake) vestito da donna (una cosa...terrificante) . Allego link dove il mistero di questo dubbio cameo sembra essere stato svelato http://www.corriere.it/spettacoli/08_agosto_17/hitchcock_donna_intrigo_3ad634ae-6c61-11dd-9087-00144f02aabc.shtml

APPROFONDIMENTO INSERITO DAL BENEMERITO MATALO!

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commenti (10)

RISULTATI: DI 10
    Mtine

    8 Marzo 2010 15:18

    Ottimo approfondimento. Vorrei però fare una correzione: proprio sul forum "Curiosità" del film "Prigionieri dell'oceano", Cotola scrive che il regista seguì realmente la dieta e quindi le due foto della finta pubblicità sono reali.
    Geppo

    8 Marzo 2010 16:58

    Bravo Matalo. complimenti.
    Matalo!

    9 Marzo 2010 00:00

    oh grande
    non lo sapevo!!!
    beh ma è durata poco....
    Matalo!

    9 Marzo 2010 11:11

    grassie. Diciamo che devo ringraziare monsieur Davinotti per l'aiuto
    Caesars

    9 Marzo 2010 16:35

    Ottimo approfondimento. Bravissimo Matalo!
    Markus

    11 Marzo 2010 09:04

    Davvero molto interessante, bravo Matalo!. Il mio preferito? FRENZY!!!
    Finzi

    11 Marzo 2010 16:21

    Molto ben scritto e interessante nelle sue argomentazioni. Bravo Matalo, mi aggiungo al coro :))
    Undying

    12 Marzo 2010 14:58

    Ottimo approfondimento.
    Interessante e tutto meritato da quel genio che era Hitchcock...
    Rebis

    24 Marzo 2010 15:58

    Questo proprio ci voleva! Decisamente. Un approfondimento su Hitchcock. Io non avrei mai avuto il coraggio di cimentarmi con un testo su di lui... E' stato a lungo il mio regista preferito, e lo è ancora naturalmente, ma ora è assieme a qualcun altro... Bel lavoro Matalo!
    Matalo!

    12 Aprile 2010 18:41

    Non credo però di aver esaurito chissa che caro rebis...grazie, ti invito a dire la tua su alfie