Il cinema di Jacopetti & Prosperi

24 Agosto 2009

Il cinema di Jacopetti e Prosperi si ama o si odia. Di certo non lascia indifferenti. La loro opera consiste in una serie di documentari molto originali caratterizzati da immagini forti, una rappresentazione di fatti curiosi, grotteschi, drammatici e a volte raccapriccianti che avvenivano (alcuni ancora avvengono) nel mondo in quegli anni (gli anni ’60). Un po’ quello che fa adesso REAL TV se vogliamo, ma con uno stile decisamente più cinematografico.
I loro film ebbero grande successo all’epoca, anche se non mancarono feroci critiche per il presunto carattere sensazionalistico e voyeristico che gli autori avrebbero nascosto dietro il pretesto di una denuncia sociale. Indubbiamente la volontà di sconvolgere il pubblico c’era, d’altronde è impossibile rappresentare certi fatti senza suscitare una morbosa curiosità.

Altre accuse arrivarono per la presunta falsità di certe sequenze che, per stessa ammissione degli autori, non furono riprese dal vero ma “ricostruite”. In ogni caso tali ricostruzioni si rifacevano a fatti realmente avvenuti quindi, a detta degli autori, anche se non si può parlare di “autenticità”, si può sicuramente parlare di “verità”.
Questo modo drasticamente innovativo di girare i documentari divise l’opinione pubblica: rappresentazione della realtà nuda e cruda assieme all’arte cinematografica? Dove finisce la prima e inizia la seconda? Un documentario siffatto non ne pregiudica l’obiettività? Ma può essere un documentario assolutamente obiettivo?
Ognuno può dare la propria risposta. Sicuramente lo scopo degli autori era mirato, nella loro rappresentazione c’era una certa astuzia e premeditazione nel sorprendere e sconvolgere lo spettatore, ma anche un invito a riflettere e a prendere coscienza del mondo . Personalmente vi invito a porvi alla visione dei loro film, ammesso che ne abbiate lo stomaco, senza pregiudizi di sorta, godendo delle splendide immagini realizzate e sottolineate dalla nostalgica musica di Riz Ortolani: potrete divertirvi, criticare, inorridire, ma alla fine avrete un ritratto, realizzato in un modo unico e irripetibile, di un mondo che ancora sapeva incuriosire, sconvolgere e affascinare un pubblico non ancora disilluso.

NOTA: il loro cinema diede origine a un filone exploitation noto come “mondo movie”, che portò alla luce film per lo più ignobili, dove le ricostruzioni e addirittura le falsità abbondavano (sopra tutti il famigerato Le facce della morte). Girovagando per la rete ho scoperto che regna una sconcertante confusione tra le opere di Jacopetti-Prosperi e questi altri successivi film osceni: molta gente, che evidentemente scrive senza avere cognizione dei fatti, addirittura attribuisce  erroneamente certe sequenze a Mondo cane. Inoltre sono date per certe molte leggende metropolitane circa l’operato dei registi, sopra tutte la possibilità che questi avrebbero chiesto di spostare un’esecuzione capitale per poterla filmare meglio (furono addirittura accusati di omicidio e poi assolti). Naturalmente loro negarono, sostenendo anche l’assurdità della cosa: sarebbe stato più facile inscenare un’esecuzione piuttosto che convincere i ribelli a fucilare la gente dove e quando dicevano loro, cosa che comunque non avrebbe risolto il problema lasciando una sola ripresa a disposizione.
Molte cose non furono mai chiarite fino in fondo, dubbi ce ne sono ancora molti, ciascuno di noi può farsi un’idea personale su ognuno di essi: semplicemente diffidate di chi dà le cose per certe.


MONDO CANE
(1962)
Il primo, l’unico, l’originale.
Un vivace carosello umano attraverso le diverse culture e usanze nel mondo tra bizzarrie varie e atrocità, sottolineato dal sarcastico e cinico commento di Stefano Ribaldi e la superba colonna sonora di Ortolani (candidato all’Oscar per il tema “more”).
Fu accusato addirittura di possedere un carattere “snuff” per la rappresentazione delle crudeltà sugli animali: anatre ingozzate con l’imbuto per la produzione di fois gras, tartarughe che perdono l’orientamento e muoiono in conseguenza di esperimenti atomici, una mattanza di maiali effettuata da una tribù africana…ma a parte questo, curiose e cruente processioni religiose, discutibili forme d’arte…Due anni di lavorazione per mettere insieme una sequenza di immagini turpi e stravaganti che, a detta degli autori, sono tutte autentiche. Ebbe un enorme successo in tutto il mondo alla sua uscita ma, ponendosi a metà strada tra facile sensazionalismo e denuncia sociale, fu soggetto di aspre critiche.
Per alcuni un cult, per altri odioso e insopportabile. Decisamente non per tutti.

MONDO CANE 2  (1963)
Sulla scia dell’enorme successo di Mondo Cane esce un sequel realizzato con gli scarti del primo film, qualche nuova sequenza filmata e qualcun’altra acquistata. Nel ricercare episodi ancora più suggestivi e scioccanti, per la prima volta si ricorre a ricostruzioni (la scena più eclatante è quella del suicidio del monaco birmano, fatto realmente avvenuto, ma il cadavere che brucia non è che un fantoccio realizzato da nientepopodimeno che Carlo Rambaldi).
Addirittura disconosciuto dallo stesso Jacopetti, a sua detta realizzato sotto la pressione della produzione, è un documento curioso ma privo dello spirito originale che aveva caratterizzato il primo Mondo Cane e più facilmente esposto a critiche.

LA DONNA NEL MONDO (1963)
Probabilmente il film meno interessante del duo Prosperi-Jacopetti. Non perché sia brutto, ma certi tabù che riguardavano le condizioni femminili e sociali, come ad esempio l’omosessualità, sono ormai decaduti e immagini che all’epoca erano rare e scandalose ormai non destano più interesse. A parte questo, il film si segue piacevolmente in un viaggio che ci porta a conoscere le diverse considerazioni della figura femminile nel mondo: da una tribù che costringe le donne ai lavori pesanti mentre gli uomini passano la giornata a imbellettarsi, si passa ad un'altra in cui è la donna che decide le sorti del villaggio e ha a disposizione un harem di uomini, fino alla controversa cultura occidentale dove da oggetto di culto in spiaggia la donna passa ad una condizione di svilimento nei night e allo sfruttamento per le strade.
Comunque nulla di sorprendente o scioccante. 

AFRICA ADDIO
(1966)
Bannato in Francia, rimontato, ricommentato e snaturato in Gran Bretagna, Africa addio rappresenta il documento più controverso e scioccante dell’intera filmografia dei due autori. Violentissimo, sconcertante, di grandissimo impatto visivo, è sicuramente il film-documentario che ha lasciato il maggior segno non solo per la crudezza degli eventi rappresentati, ma anche per la bellezza delle immagini, della fotografia e delle musiche di Ortolani.
Si tratta di un resoconto dei disordini che avvennero nell’Africa post-coloniale, quando l’improvviso ritiro dei governi francese e inglese lasciò gli impreparati paesi africani allo sbando. Così vediamo una lunga successione di insediamenti di piccole dittature presto rovesciate nel sangue, genocidi, eserciti di mercenari in azione…ma la sequenza che più rimane impressa, quella che maggiormente fa inorridire e commuovere, è l’imponente, inimmaginabile massacro degli animali del Parco Nazionale.
Invece di sensibilizzare la coscienza del vecchio continente verso il dramma africano, il film attrasse una pioggia di polemiche: l’eccessiva violenza rappresentata, l’accusa di aver ricostruito certe situazioni (come in effetti Jacopetti ammise in seguito), la denuncia per omicidio per aver “pilotato” un’esecuzione capitale al solo scopo di filmarla (poi decaduta ma non dimenticata), il sequestro della pellicola in Italia, accuse addirittura di razzismo e apologia del colonialismo. Nulla valse agli autori spiegare con sdegno che le loro intenzioni erano esattamente opposte: Africa addio impresse sulla pelle di Prosperi e Jacopetti un’etichetta che non sarebbero mai più riusciti a scollarsi di dosso.

ADDIO ZIO TOM (1971)
Cercando di lasciarsi dietro le spalle le polemiche di Africa addio, Prosperi e Jacopetti affrontarono un progetto molto coraggioso e del tutto innovativo: un documentario-fiction che ricostruisse fedelmente la condizione della schiavitù negli Stati Uniti durante il secolo precedente. Così, fingendo di intervistare personaggi dell’epoca, l’autore si addentrava nelle stive delle navi, nelle carceri, nei campi di lavoro per documentare le condizioni degli schiavi di colore.
L’idea è ottima, la realizzazione meno: fu il film che riscosse meno successo in assoluto. Completamente impreparato a quello che stava vedendo, il pubblico non ne capì molto (e posso assicurare che avendolo visto senza saperne nulla a metà film mi stavo ancora chiedendo che cavolo stavo guardando); in compenso non mancarono le solite polemiche e le rinnovate accuse di razzismo.
Col senno di poi Jacopetti e Prosperi recitarono un mea culpa, rendendosi conto che avrebbero dovuto spiegare meglio al pubblico che il punto di vista e la cultura del documentarista erano quelli di un personaggio di 150 anni prima.
Ma a parte questo il film presenta altri difetti, in particolare un certo irritante voyeurismo che traspare dalle immagini che indugiano spesso sulle torture e le nudità delle splendide giovanissime schiavette…
Peccato perché il film è visivamente molto bello e contiene anche dei momenti di grande lirismo (la sequenza iniziale ripresa dall’elicottero con la musica di Ortolani è una delle più affascinanti e toccanti che mi sia capitato di vedere in assoluto).
Grottesco, drammatico e farsesco, sottolineato dalla caratteristica musica canzonatoria e nostalgica dell’immancabile Ortolani, è un film che comunque merita di essere riscoperto, se non altro come testimonianza dell’entusiasmo di due autori verso la ricerca di innovazione e sperimentazione cinematografica, cosa che purtroppo non avviene frequentemente.

THE GODFATHERS OF MONDO (2003)
“Perché la rappresentazione di così tanta violenza?”
“Perché è ciò che sta avvenendo!” rispose Prosperi, parlando di Africa addio.
The godfathers of Mondo è un interessantissimo documentario sulle figure di Prosperi e Jacopetti, sul loro percorso cinematografico che parte da Mondo Cane e termina con Mondo candido, che nel 1975 segnò la loro rottura definitiva.
Aneddoti, vicissitudini, disavventure dei due autori in una sorta di dietro le quinte che emerge dalle loro stesse parole nel corso di una lunga intervista. Un film immancabile per gli appassionati dei mondo movie, che rivela i segreti delle lavorazioni ma soprattutto dà modo agli autori di tornare indietro nel tempo, rivivere e raccontare le motivazioni che li spinsero a realizzare dei film tanto controversi.

ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO GIAPO

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commenti (5)

RISULTATI: DI 5
    Markus

    24 Agosto 2009 20:22

    Grazie Giapo. Sono anche io come te un fan dei mondo-movie, nonchè (come Zender sa) profondo conoscitore del genere. Non posso che farti i complimenti per questo special sui mitici Jacopetti-movies!
    Geppo

    24 Agosto 2009 23:19

    Complimenti Giapo, un servizio molto interessante!
    Undying

    28 Agosto 2009 16:42

    Pur non essendo amante del genere, devo riconoscere che Giapo ne ha tratteggiato i contorni facendone una sintesi interessante e molto acuta.
    Un piacere leggere approfondimenti così ben curati...
    Don Masino

    28 Agosto 2009 19:37

    Anch'io non conosco molto il genere, ma certo articoli così non possono che spingermi a cercare di riparare. Bravo Giapo!
    Fauno

    19 Luglio 2013 13:10

    Complimenti Giapo, Mai detta una cosa tanto giusta...Diffidate di chi dà le cose per certe. Troppo vero. FAUNO.