Quando la sponsorizzazione non tiene vergogna!

16 Aprile 2009

Semplicemente una raccolta di segnalazioni delle più spassose pubblicità cacciate a forza nei film.
Ma devono essere veramente spudorate, per rientrare nella categoria: non un semplice prodotto in vista ma primi piani giganteschi o citazioni nei dialoghi.
AVVISO: Chiunque sia in grado di riportare ESATTAMENTE un dialogo o di postare una foto di sposnsorizzazione senza vergogna è pregato di farlo nel forum di discussione generale del film a cui appartiene l'eventuale segnalazione. Penserò io a trascriverla qui.
Si parta:

DISPOSTA A TUTTO (Stegani 1977):
Un fantastico esempio  di dialogo pretestuoso. Bekim Fehmiu (brandendo fieramente una bottiglia di J&B) parla con Eleonora Giorgi e le dice:
"Sono stufo, stufo di farlo solo per abitudine mentale, o perché ogni giorno sei bombardato da una pubblicità che ti solletica il sesso. Vai al teatro e che cosa trovi? Tette. Te ne vai al cinema... tette e culi. Compri una rivista... tette, chiappe e contorni vari. Ah, non vorrei fare l’amore perché... Durban's fa la bocca desiderabile o per merito dei jeans Swinger, che rendono l’uomo doppiamente virile. Forse si dovrebbe fare l’amore solo... quando si ama".
(segnalata da Markus)

LA POLIZIOTTA DELLA SQUADRA DEL BUONCOSTUME (Tarantini, 1979):
Torniamo volentieri all'epopea del Fernet Branca, citato nel film addirittura all'interno di una gag.
Gianna D'Amico (Fenech) si dirige di notte verso l'auto di Augusto (Marzio Honorato), dalla quale si sente uscire la voce dell'autoradio:
"Fernet Branca, non ha mai tradito una digestione".
Augusto replica: "Fernet Branca no, ma a me Gianna sì però."
Dire gratuita è dir poco...
(segnalata da Zender)

L'INSEGNANTE VIENE A CASA (Tarantini, 1978):
Oltre alle Muratti Ambassador (inquadrate ripetutamente), al J&B che non poteva mancare e a una reclame in tv del Punt&Mes (siamo quasi a livello di Greatest hits), è da ricordare un clamoroso spottone del Fernet Branca al ristorante, con tanto di claim citato "casualmente" da due avventori inquadrati giusto per quella scena.
Ecco il testo:
Cameriere: "Prego signore, un Fernet Branca per lei (bottiglia inquadrata in primo piano) e un Fernet Branca per la signora."
Lei: "Ma veramente fa digerire?"
Lui: "Beh, a quanto si dice... Non ha mai tradito una digestione."
Applausi a scena aperta, standing ovation...
(segnalata da Zender)

UNA SERA C'INCONTRAMMO (Schivazappa, 1975)
Vero e proprio concentrato di spot, il film di Schivazappa raggiunge il suo apice nella lunga scena di Dorelli a casa della famiglia di una sua fiamma, Rosa: un florilegio di marche e claim sparati in sequenza che vale la pena citare. Almeno 8 i momenti topici:
1. Dorelli ha suonato e la famiglia si prepara ad accoglierlo:
Madre:
“Rosa, dov’è che è l’Artsana spray al mughetto che qui dentro c’è una puzza di pollo...”
Rosa: “L’è lì mamma, dentro al buffet, accanto al Fabello mobili”.
2. Dorelli arriva a casa portando un presente....
Madre: “Si è voluto disturbare... Uuh, la torta gelato Tanara, chissà com’è l’è buona.... forse l’è mej della Motta...”
3. Rosa offre qualcosa da bere a Dorelli: “Vuoi un Cynar, un Biancosarti, un Rosso Antico o... un Crodino, l’analcolico biondo?”
4. Si va a tavola e la madre si rivolge a Dorelli: “Non faccia caso al servizio, noi siamo gente alla buona. Però... nel vitto non ci siamo mai fatti mancare niente! Ho fatto un antipasto misto. Posso servirla io?”
Dorelli: “Certo”.
Madre: “Allora... Ci mettiamo due Olivolì Olivolà Oliva Saclà, che l’è il re dei sottaceti... Poi ci mettiamo vicino due fettine di ‘molto buono Molteni’, quel del Merx, poi un po’ di tonno... trancio intero, che si taglia con un grissino...”
5. Al momento dei vini (arrivano i piemontesi...) la madre aggiunge...: “E qui c’è la Boario, fegato centenario!” Poi (rivolta al marito): “Anca ti un po’ di Boario fegato centenario?”
Esilarante la risposta di quest’ultimo: “No! Mi bevi vin, me frega un casso del fegato centenario!”
6. Arriva il momento del pollo. Sempre la madre: “Pollo Arena, un pollo così non si improvvisa. All’ospite... la coscia.”
S’intromette il marito: “A me il boccone del prete, che sarebbe poi il culo!”
7. Successivamente ancora la madre a Dorelli: “Due patatine Pai?”
Dorelli: “Grazie.” Poi versa il vino per sbaglio sporcando la tovaglia e...: “Scusate”.
Madre: “Ma non si preoccupi. Tanto poi la lavo con i Dixan programmati...”
8. Al caffè la madre si avvicina a Dorelli con la tazzina e imperversa: “Un caffeuccio” (qui evidentemente si trattiene, ma poco dopo...) “Poi ci do un Fernet, l’amaro che digestimola!”.
Fine del pranzo, sorta di superspot!
(segnalata da Markus)

ECCO NOI PER ESEMPIO (Corbucci, 1977)
Spiace doverlo dire, ma pare quasi che l'intera sequenza del ristorante sul Ticino (in cui Pozzetto e un altro nutrito gruppo di persone vedono un ufo che poi si rivelerà essere un elicottero) sia stata costruita in funzione del messaggio promozionale urlato dall'elicottero (la scena è un chiaro omaggio a quella analoga di Incontri ravvicinati del terzo tipo, dove per l'appunto un elicottero viene scambiato per un ufo). Scendendo lentamente sulla gente, infatti, e attirando quindi l'attenzione su di sè, l'elicottero propromperà in una sponsorizzazione spudoratissima. Dagli altoparlanti dello stesso, nel silenzio generale e con un bel primo piano che lo inquadra bello chiaro, si ode una frase che abbiamo già sentito: "Fernet Branca... non ha mai tradito una vera digestione!"
(segnalata da Zender)

L'UNICA LEGGE IN CUI CREDO (Giorgi, 1976)
All'interno del film alcuni personaggi sono legati al mondo della moda. Improvvisamente ci viene mostrata una session fotografica di una modella. C'è una musica rock in sottofondo, facce allegre, nessun dialogo, inquadratura sull'obiettivo della fotocamera, stacco veloce... finché si vede in cosa consiste la session: bottiglia di Fernet Branca in primo piano, con la modella che la esibisce fiera sotto i riflettori. Anzi, la volta lentamente per farne apparire a sorpresa l'etichetta. Poi ci gira intorno, si mette in posa con sempre l'oggetto del desiderio al centro della scena, vero protagonista incontrastato: uno spot nello spot, geniale! Dopo un bel po' di stacchi sulla bottiglia il fotografo la prende in mano, la alza come a dire "poi ce ne beviamo un po' ok?", lei annuisce e finalmente la ripongono.
(segnalata da Zender)

SQUADRA ANTITRUFFA (Corbucci, 1977)
Dopo che Nico Giraldi avrà esposto la sua versione (esatta) sul falso alibi del cecchino scarcerato dal commissario Tozzi, porge una bottiglia di acqua Pejo (messa in bella mostra durante tutta la sua esposizione) e dice:
"Ecco... adesso te bevi un po' di acqua Pejo così te senti Mejo". Decisamente più una pubblicità che una battuta...
(segnalata da Fedemelis)

SQUADRA ANTIMAFIA (Corbucci, 1978)
Quando lo scagnozzo di Don Girolamo Giarra aspetta il barbiere per una sistemata alla barba (ci sarà uno scambio tra il proprietario e Nico Giraldi) alla radio si possono sentire ben 4 pubblicità:
"Rosè Cinzano la nuova idea. Rosè Cinzano gusto nuovo."
"Fernet Branca... non ha mai tradito una vera digestione!"
"Vidal presenta i Giganti. Crema e spuma Vidal."
"Brandy florio, Brandy mediterraneo, il suo gusto nasce dalle sue origini." 


Vidal però non si limita a presentare via radio il suo prodotto; lo fa pure in un bel primo piano della vetrina, con i due personaggi che le lasciano tutto lo spazio necessario a renderla protagonista, come si vede dal fotogramma!
Tutto sommato però anche Fernet Branca vuol far le cose in grande e pensa che il solito jingle via radio non sia assolutamente sufficiente: meglio ricordare il marchio anche dopo! In America, infatti, la divisa di lavoro di Enzo Cannavale è assai "esplicita" e l'attore, di fatto, viene utilizzato come autentico uomo sandwich!
(segnalata da Fedemelis)

INCENSURATO, PROVATA DISONESTA', CARRIERA ASSICURATA CERCASI (Baldi, 1972)
In un film in cui la pubblicità "occulta" è invasiva come in pochi altri casi (casse di J&B con bottiglie presenti in ogni minibar di casa, manifesti enormi del Fernet Branca, della Pejo e via dicendo) colpisce un momento in cui la pubblicità al J&B si fa spudorata. In una scena ambientata nella Capitale vediamo Moschin seduto al tavolino di un bar assieme ad altre due persone. Al primo colpo do'occhio già si vede quanto si affollino nell'inquadratura i marchi citati: acqua rigorosamente Pejo, portacenere Fernet Branca, tovaglietta Punt & Mes... La frase con cui il nostro se ne esce però lascia di stucco per spudoratezza. Estraendo dalla sua borsa una bottiglia di J&B (e assumendo la posa da puro testimonial) dice: "JB, James Bond scotch, il whisky degli agenti segreti dico, non so se mi spiego..." attaccandoci poi frasi del tutto pretestuose per giustificare tanto coraggio!
(segnalata da Zender)

UNA VITA DA SBALLO (Grassia, 1993)
In una scena i protagonisti si trovano a pranzo a casa di uno di loro e dopo un po' la donna di casa arriva con una bottiglia di liquore Grappone, accompagnata dal commento "Oh, il Grappone! Proprio quello che piace a me...".  Markus spiega la scena: bisogna dire che questo distillato è prodotto da un'azienda nei paraggi di Rimini, quindi ci sta che essendo il film girato a Rimini abbia contribuito a finanziare quest'opera girata in zona. L'allora seducente Cristina Barsacchi porta a tavola in pompa magna la bottiglia e alla domanda di uno dei commensali: "Che cosa ci hai portato?", lei risponde (quasi inorgoglita) "il Grappone!". Lui: "Ah! il Grappone... proprio quello che piace a me".
(segnalata da Herrkinski)



NOTA: Per godervi un bella carrellata di immagini di pubblicità (poco) occulte inserite nei film italiani dei Settanta CLICCATE QUI.

ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO ZENDER

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commenti (8)

RISULTATI: DI 8
    Gugly

    20 Aprile 2009 12:54

    Troppo divertente!
    Pigro

    16 Giugno 2010 09:48

    Riguardo a Una sera ci incontrammo, premetto che non ho visto il film e non ne conosco le condizioni produttive, però alla semplice lettura della scena riportata mi sembra che tutte le citazioni dei vari prodotti siano invece perfettamente coerenti e necessarie. A quel che capisco, Dorelli va a casa dei genitori della ragazza, che si dimostrano essere dei perfetti consumisti asserviti al potere della pubblicità. Cioè, il fatto che tutto ciò che offrono risponda a una logica da pubblicità tv ha un senso molto preciso con la loro stessa psicologia. E' una cosa che mi è capitato di verificare spesso in famiglie piccolo borghesi di una certa età, che offrono cose aggiungendo lo slogan pubblicitario o aggiungendone le virtù così come dichiarate dalla pubblicità. Per cui, almeno alla lettura, questa scena riportata mi sembra anzitutto estremamente realistica (ripeto: rispetto a situazioni che ho vissuto io stesso), e poi utile per descrivere in maniera efficace una certa tipologia sociale completamente succube dei meccanismi consumistici che ripropongono involontariamente.
    Fabbiu

    10 Ottobre 2010 14:09

    ma avete visto "Il seme dell'uomo" ??? e' il film piu "vergognosamente sposorizzato" che abbia mai visto
    Blu56

    5 Agosto 2011 23:31

    Da tempo seguo questo Sito e lo trovo ottimo davvero. Appassionato di Cinema sin da piccino, mi ero creato una piccola sala di proiezione da ragazzo. A parte questo per farmi conoscere, vorrei dire la mia sulla pubblicità occulta nel cinema. Oltre ai suddetti esempi, vorrei citare e ricordare e con grandissimo dispiacere (perchè chi sto per citare era un grandissimo attore italiano ed anche uno dei miei preferiti ed considerato uno dei mostri del cinema)Nino Manfredi. Ebbene, in tutti i film da lui diretti come Regista (anche quelli ad episodi)la Pubblicità è per nulla Occulta! A cominciare dal maglione che sempre indossa (marca Missoni) alle sigarette di nota marca americana, ecc. Quando vedo rivedo questi film mi da un po fastidio. Ha rovinato quello che c'è di bello nel cinema, il Film e l'immagine stessa dell'attore.
    Zender

    19 Gennaio 2013 12:41

    Per Pigro: sì, lo è realistica, ma intanto è innegabile che si faccia una megasponsorizzazione generale. La scena è divertente, ma è un'orgia pubblicitaria senza precedenti.

    No, non ho visto Il seme del'uomo, Fabbiu.

    Blu56: non credo che indossare maglioni Missoni danneggi troppo la figura dell'attore Manfredi, tutto sommato. E una volta la pubblicità era infilata dentro dappertutto...
    Pessoa

    15 Dicembre 2016 12:16

    Sarebbe interessante approfondire i dettagli del mercato della pubblicità occulta. Esisteva una procedura consolidata con un tariffario legato a dei parametri fissi o era tutto un mettersi d'accordo sul momento? Chi contattava chi? Di che cifre si parla? Di solito su questi temi registi e produttori hanno sempre glissato nelle interviste. Se qualcuno è in grado di dare delle risposte a queste domande con cognizione di causa renderebbe un bel servigio a questa comunità; non credo di essere l'unico con questo tipo di curiosità. Grazie.
    Michdasv

    29 Giugno 2021 12:21

    Concordo con PIGRO sulla grado (purtroppo) realistico del lessico quotidiano di tante persone e famiglie consumistiche (piccoloborghesi ma anche sottoproletarie) che veramente nominano i cibi preconfezionati declamando gli slogan - anche perché spesso, essendo prive di formazione culturale, hanno nella televisione l'unica fonte di ampiamento del vocabolario (altri parlerebbero di "Lessico Famigliare" ma a un livello completamente diverso). I pubblicitarii lo sanno e infatti creano tormentoni apposta per essere memorizzati, come "Galbani: vuol dire Fiducia" (e molte famiglie si domandavano in quale lingua o dialetto fosse questa traduzione), oppure "le stelle... Negroni: vuol dire Qualità" (idem), o  oppure anche al di là del nome della marca: con formule tipo "Natale quando arriva, arriva" (Renato Pozzetto) o "Contro il logorio della vita moderna..." (Cynar, con Calindri prima e Elio poi). Così fin dai tempo di "Carosello", e forse anche prima ("ma voi siete incontenabili! - Sempre.")
    Tuttavia, l'intento dei produttori è evidentemente incassare i soldi dalle sponsorizzazioni: altrimenti, avrebbero menzionato marche inesistenti con slogan inesistenti, tipo "salame Bellimbusto una esplosione di gusto". Invece citare marche vere con slogan veri, è solo avidità.  
    Schramm

    3 Febbraio 2022 21:33

    ne segnalo due qui, perché una da individuare e dell'altra non sono in grado di riportare esattamente il quote pubblicitario.

    quella da individuare riguarda Celentano, che in non ricordo più quale film (forse Innamorato pazzo) dice a un uomo di colore "vai via, Bianco Dash!"

    l'altra la si trova in Fratelli d'Italia: una Salerno in ansia viene tranquillizzata da Calà con un (vado a memoria): "Non preoccuparti, lavoro per il signor Bonomelli"
    su Celentano e più ancora su Calà si possono aprire le gabbie dello spot-boutading: in Vado a vivere da solo ne ricordo almeno due o tre, prima tra tutte quella sull'Anicagis ("per l'elettricità mi sono collegato col cinema sottostante: così la bolletta è a cura dell'Anicagis!") e sui Galletti Amburghesi Vallespluga:
    Buzzanca (stringendogli il pacco): Quante ne hai spennate di gallinelle, eh?
    Calà: Ma...signor Giuseppe!
    Buzzanca: Con sto galletto quante ne hai spennate?
    Calà: Se va avanti così qua l'amburghese non ne spenna più neanche una!

    entrambe presenti nel trailer (purtroppo sparito da youtube)