Romero al di fuori degli zombies

2 Febbraio 2008

Esiste un George Romero anche al di fuori del cinema dei morti viventi. Il regista infatti, dopo La Notte dei Morti Viventi (e sempre sotto l’etichetta Image Ten Productions) realizza There's Always Vanilla (1971), La città verrà distrutta all'alba (altra pellicola venata da critica sociale, datata 1973), La stagione della strega (1972) e Wampyr (1977): quest’ultimo viene da noi distribuito in versione rimaneggiata, con corredo musicale ad opera dei Goblin (invero riuscito) e limitato sul piano del gore…

Ma Martin (o Wampyr, com'è più noto in Italia e nel quale il regista riveste un breve cameo in abiti talari) è un film particolare per il regista: in primo luogo perché sancisce il suo connubio con Tom Savini (che lo seguirà come esperto di effetti speciali, dando un notevole – e fondamentale - apporto ai film sugli zombi); quindi per la presenza sul set di Christine Forrest, attrice che, dopo lunga frequentazione sulle scene, è destinata a diventarne la moglie...

L’attività di Romero, salvo l’indiscutibile qualità che riveste la “quadrilogia” sugli zombi, è però sospesa tra due piani altalenanti. Non sempre il regista è in grado di formalizzare le sue idee con progetti brillanti, e prove di opposto risultato ne sono la conferma (purtroppo); ci si riferisce alla scarsa qualità (peraltro di basso consenso da parte del pubblico) dei film I cavalieri – Knightriders  (1981), Monkey Shines (1988), La Metà Oscura (1993), l’episodio Fatti Insoliti nella Vita del Sig. Valdemar (dal film Due Occhi Diabolici, pellicola che, per l’occasione, lo fa reincontrare con Dario Argento), ed il debole Bruiser (2000): è infatti a seguito del mancato successo dell’ultima opera che il regista si vede escluso dalla direzione di Resident Evil (2002), film per il quale aveva dato un notevole apporto in fase di sceneggiatura ma che ha subìto un’evoluzione completamente diversa sotto la direzione di Paul Anderson…

Verso i primi anni ’80, assieme a Stephen King (che ne sceneggia anche le storie), Romero decide di realizzare un sentito omaggio ai fumetti E.C.Comics che negli anni ’50 furoreggiano nelle edicole americane. E porta sullo schermo uno dei migliori horror (venati da una componente ironica che ne nobilita e intensifica il “gusto”) ad episodi: Creepshow (1982). E’ probabile che il successo del film abbia portato in buona luce il regista, che verrà chiamato per dare il suo primo (ed unico) apporto al genere in formato “televisivo” realizzando alcuni episodi della serie Tales from the Darkside (diffusa in Italia, nel 1987, come Un Salto nel Buio).

Tirando le conclusioni, non si può negare che a Romero spetti, di diritto, il titolo di “Maestro del Terrore”, poiché con La Notte dei Morti Viventi (ed i suoi mirati seguiti) ha codificato un nuovo genere (lo splatter) e formulato le nuove cordinate sulle quali, per oltre 20 anni, il cinema del terrore si è mosso: prova ne siano i centinaia di film horror a base di zombi (ma quasi mai “sociali”) che da tutte le parti del mondo invaderanno le sale cinematografiche nel corso dei sanguinosissimi anni ’70...
 
Per un'analisi della quadrilogia sugli zombi vi rimandiamo a questa pagina
 
ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO UNDYING

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