La crociera impossibile di "Assassinio sul Nilo"

14 Gennaio 2008

Death On the Nile
è forse il più celebre adattamento cinematografico tratto da un libro di Agatha Christie: la cornice esotica ben rappresentata, la forza di un Peter Ustinov al massimo della forma nel ruolo di un perfetto Hercule Poirot hanno trasformato il film in un classico. L’avventura si snoda tra i monumenti egiziani durante quella che rappresenta per molti un “must” delle vacanze organizzate: la crociera sul Nilo. A bordo di un battello che scopriamo chiamarsi “Karnak” (proprio come il celebre tempio a due passi da Luxor) un gruppo eterogeneo di persone consuma la vacanza tra un omicidio e l’altro col “superospite” Poirot a indagare e formulare ipotesi.

La parte più interessante (dal punto di vista paesaggistico, almeno) è la prima, con i nostri a muoversi tra piramidi e templi ripresi dal regista Guillermin con un certo gusto (la sala ipostila a Karnak non è certo facile da rendere, con i suoi 134 piloni colossali e ravvicinatissimi!)
Quel che però non convince (come spessissimo capita al cinema) è la successione delle tappe, che proviamo qui a dividere per ricostruire il percorso della crociera compiuta dai protagonisti. Nella foto che vedete qui a fianco sono evidenziate le località toccate dalla crociera nel film. Con una riga sono poi segnalate le stazioni terminali di ogni crociera classica sul Nilo: Luxor sopra e Aswan sotto. Come si vede, solo un tratto minimo del fiume è percorribile senza problemi. Con i numeri in rosso è indicata la progressione del viaggio: vi accorgerete facilmente dell'impraticabilità effettiva dello stesso... O meglio, sarebbe possibile se da Luxor ad Abu Simbel il gruppo avesse preso un aereo: il problema è che invece, superata Abu Simbel (e senza la comparsa di alcun aereo), la crociera continua imperterrita in una... terra di nessuno!
 
PRE-CROCIERA
(foto 1): Le prime immagini che vediamo dell’Egitto sono subito a Giza, l’altipiano del Cairo dominato dalle celeberrime piramidi di Cheope, Chefren e Micerino assieme alla Sfinge. Simon Doyle (Simon McKorkindale) e la bella Linnet Ridgeway Doyle (Lois Chiles) arrivano a cavallo tra le dune del deserto proprio alla base della piramide di Micerino decidendo di salirvi in cima. E’ una cosa che dagli anni Ottanta è stata vietata (troppi i morti e i danni alle piramidi) ma che allora era consentita e la loro scalata (ottimamente ripresa) è un bel videosouvenir di un’affascinante usanza ormai scomparsa (anche se qualcuno dice che basta pagare le persone giuste e...). Arrampicatisi fino in cima i due vengono raggiunti a sorpresa proprio lì da Jacqueline (Mia Farrow): scenderanno dalla piramide e se ne andranno mentre Poirot (seduto all’ombra della sfinge, poco distante) se la ride sotto i baffi.

 PRONTI ALLA PARTENZA (foto 2): Pochi minuti e i nostri sono ad Aswan, al magnifico Sofitel Old Cataract Hotel, ancor oggi esistente e lussuosissimo. Se Giza (e quindi Il Cairo) non sono una tappa naturale della crociera (che vede invece Luxor o Aswan come meta terminale del viaggio), è anche vero che molti sono i voli che permettono di anticipare la crociera con un paio di giorni al Cairo per non rinunciare all’insuperabile scenario offerto dalle tre piramidi.
 Ad Aswan i nostri si imbarcano finalmente sulla “Karnak” (simile alle imbarcazioni che ancora oggi fanno la stessa tratta) e partono prevedibilmente in direzione Luxor, visto che più in basso, oltre la diga di Aswan, c’è il lago Nasser chiuso a sud da Abu Simbel (altro luogo raggiungibile solo in aereo o in autobus). Ebbene, della tratta della crociera vediamo ben poco! Le tappe più classiche, come Edfu o Kom Ombo, sono ignorate in favore di Luxor, punto classico d’arrivo di ogni crociera (più su non si sale).

PRIMA TAPPA: LUXOR (foto 3 e 4)
: Anzi, non è del tutto vero: la prima tappa è il tempio di Karnak a Luxor, per l’appunto, ma quando vediamo avvicinarsi la barca per far scendere i passeggeri, quello che ci viene mostrato è il tempio di Kom Ombo, ben distante da Karnak! Poi, con un artificio tipicamente cinematografico, il gruppo con Poirot in testa fa per entrare a Kom Ombo (evidentemente più suggestivo da lontano perché vicinissimo alla riva del Nilo) e si ritrova invece magicamente all’interno del tempio di Karnak! L’entrata è inconfondibile e la prima lunga scena è girata poco dopo l’entrata, a fianco della fila unica di sfingi. Correttamente da lì ci si sposta nella celeberrima sala ipostila (134 colonne colossali, come si diceva) dopo aver oltrepassato il colosso di Ramses II.
Ed è in questa caratteristica e affascinante sala a cielo aperto (il tetto crollò chissà quando) che assistiamo a una delle scene più famose del film: il lancio del masso dall’alto (improbabile riuscire ad arrivare fin lassù, in cima a colonne alte almeno 30 metri, attraverso il condotto attraverso cui passa l’omicida...). Guillermin, conscio del fascino del posto, indugia molto all’interno della sala mostrandoci un po’ tutti i sospettati. Qualcuno dice che la sera dovrà andare ad Abu Simbel (tappa mai compresa nelle crociere classiche e assai distante da Luxor) e un vecchio componente del gruppo s’improvvisa egittologo annunciando che ad Abu Simbel c’è una statua parlante, che al tramonto sembra piangere. Un altro errore geografico, visto che la statua in questione è uno dei due colossi di Memnone che stanno invece a due passi dalla Valle dei Re (Luxor): si diceva appunto piangesse, è vero, ma il fenomeno è dovuto solo allo spostamento della pietra.

SECONDA TAPPA: ABU SIMBEL (foto 5)
: Come detto, la tratta Luxor/Abu Simbel è impensabile da fare in barca, tantomeno in una giornata, mentre invece ecco che nel film la cosa riesce con estrema facilità e ci ritroviamo proprio ad Abu Simbel, dove il magnifico tempio di Ramses II (quello con le quattro colossali statue affiancate e sedute a fianco dell’ingresso) appare sullo schermo in tutta la sua prorompente maestà. Simon insiste con l’errore dicendo che la statua parla: si beccherà Mia Farrow che spunta fuori irritata e non solo parla, ma straparla! Il tempio, spostato negli Anni Sessanta di 60 metri rispetto alla sua sede naturale dove sarebbe stato sommerso a causa della nuova diga di Aswan, era stato riaperto al pubblico e nel 1978 era ovviamente tale e quale è ora: un capolavoro dell’arte!

E’ passata meno di un’ora, nel film, ma le escursioni del gruppo sono già finite e la barca prosegue il suo viaggio (che a questo punto risulta essere indecifrabile) fino all’arrivo mentre la storia si rinchiude all’interno dei lussuosi ambienti della barca per dare spazio all’intreccio.
 
THE EGITTO CONNECTION:
Per chi sta per partire per l'Egitto (o ci è appena stato) ci sono altri film (con relative foto) da considerare e qui analizzati. Questi sono i link agli approfondimenti del caso:
 
 
ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO ZENDER  

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