Tutti gli episodi di Derrick commentati!

26 Ottobre 2009

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A grande richiesta (evidentemente il buon Stephan Derrick è molto amato, qui in Italia), riuniamo qui, in un apparentemente arido elenco, tutti gli episodi (281!) di Derrick.

Chi voglia scrivere brevi pareri su qualcuno di questi (preceduti sempre dai pallini, ovvio) non ha che da scriverli nella DISCUSSIONE GENERALE di Derrick specificando il numero progressivo dell'episodio, oltre al titolo (es. 11. PAURA). Verranno da lì presi e copiati da noi al'interno di questo lungo elenco comprendente l'intera storia di Derrick. Si eviti la trama. Per cercare un episodio all'interno dell'elenco sarà sufficiente usare il CERCA del vostro computer dopo aver selezionato tutto il testo digitando il titolo o parte del titolo dell'episodio che interessa.
Tutti gli episodi durano circa un'ora tranne Congresso a Berlino, che dura 72 minuti.
Agli appassionati ricordo che esiste un approfondimento in cui si analizzano i LUOGHI COMUNI PRESENTI NELLA SERIE firmato Zender e uno dedicato alle ACCONCIATURE DI HARRY firmato Markus.

 
1974 (STAGIONE 1):


1. IL SENTIERO (Waldweg)
*** Alcune studentesse di un collegio muoiono sul sentiero che le porta dalla stazione al collegio. Derrick investigherà scoprendo molti altarini: pare che lì al collegio i professori un po' bizzarri si sprechino... Dal flavour molto argentiano (innegabili le parentele con "Phenomena", anche se pare strano che Argento si sia potuto ispirare a Derrick), una puntata che funziona più come atmosfere, perché la storia offre pochi indizi e la soluzione arriva col solito sorpresone risaputo. (Zender)

**** 
Grandiosa puntata indubbiamente facente capo agli episodi “argentiani” di Derrick. Un intricato susseguirsi di omicidi a sfondo parasessuale a cui danno manforte, in senso angosciante, l’atmosfera notturna e l’inquietante scuola immersa tra i severi pini selvaggi della Foresta Nera. Ottima la messa in scena delle svariate psicologie umane dei professori e delle maliziose ragazzette della scuola… (Markus)

**** 
Memorabile episodio che ha per assassino un maniaco seriale, una sorta di "Psycho" con mamma non ancora mummificata. Davvero inquietante, morboso, misogino (l'apparente movente sessuale dei delitti non viene nemmeno consumato) e ambientato in un collegio femminile che lo imparenta ulteriormente alle atmosfere lolitesche dei thriller nostrani (ci sono pure il professore vizioso e il bidello ritardato). (Il Dandi)

 *** 
Un serial killer, studentesse uccise, un collegio femminile su cui aleggia l'ombra del mistero... Se si insistesse maggiormente sugli omicidi e sulla maliziosità delle ragazze, anziché una puntata di Derrick sembrerebbe uno spaghetti-thriller di quegli anni (vedi Cosa avete fatto a Solange?), ma i limiti del prodotto televisivo vengono inevitabilmente a galla. Finale più curato della media, ma la mia impressione è che le prove a carico dell'assassino non fossero schiaccianti. Ben delineata la fauna umana che abita il collegio, dall'algida direttrice agli ambigui docenti per finire con il bidello rintronato che strappa più di un sorriso. (Nicola81)

**** 
Disturbante, inquietante, "argentiano" per ambientazione e atmosfera. Questo quarto episodio di Derrick è un piccolo cult all'interno della serie. Personaggi ben caratterizzati, alcuni molto sgradevoli (il misogino alla stazione su tutti); molto belle, per gli appassionati di ferrovia, le scene ferroviarie, con ampie inquadrature di treni S-Bahn e della stazione, oramai dismessa, di Mühltal, così come quelle ambientate nel collegio, austero e minaccioso. Come detto anche da altri, le prove a carico del colpevole non sarebbero poi così evidenti, e questo fa perdere qualche punto al giudizio complessivo. (Robykeys82) 

***! Uno dei molti episodi di Derrick in cui lo spettatore conosce fin dall'inizio il colpevole e dovrà accompagnare l'ispettore fino alla soluzione del caso. Ambientazione campestre, notturna, gotica, sapientemente costruita attraverso la fotografia e un uso molto moderno della macchina da presa, a volte con l'inquadratura in soggettiva. Derrick e Harry duettano bene nel corso dell'indagine, confrontandosi con una serie di personaggi ben caratterizzati e che, nel complesso, ricostruiscono in maniera credibile l'insieme di relazioni umane all'interno ed attorno al collegio femminile dove risiedeva la vittima. Nota di merito per Wolfgang Kieling, davvero convincente nel ruolo dell'assassino in stile "Psyco". (Eresiarca)

***! 
Notevole puntata riconducibile al filone lugubre/macabro della serie. La vittima è infatti una graziosa studentessa di un collegio di campagna, violentata da un proprio professore. Derrick e Harry si caleranno bene nell'ambiente della scuola, in cui gli individui ambigui fioccano e i sospetti pure. Le indagini, pur senza avere picchi di tensione, sono tutto sommato interessanti, così come il finale è convincente. Peccato però per una certa mancanza di carisma dell'omicida, il che preclude duetti serrati con un'ispettore che pure pareva molto spigliato. (Gordon) 


2. JOHANNA (Johanna)
*! Quando il colpevole è un deficiente. Ennesimo esempio di personaggio derrickiano del tutto inetto in balia degli eventi, il nostro giovane assassino pare non reagire alle domande dell'ispettore (e d'altronde riesce a farsi dar ordini dalla moglie pure quando sta per ammazzarla!), che alla fine lo scuoterà urlandogli in faccia come raramente gli abbiam visto fare. Tutto appare chiaro fin da subito, a Derrick, ma basta un alibino da niente per mandare l'ispettore in confusione. Poi parla di qui, parla di lì (perché trovare indizi è impossibile) e il poveretto si ritrova accerchiato, pure dalla gemella della morta, che si presenta imparruccata per assomigliarle. La ragazzetta che l'ameba si spupazza pare più sveglia di lui, ma si vede poco. Episodio tra i più piatti di sempre. (Zender)

*** Un baldo giovane ha come moglie un’anziana signora molto ricca, ma per sfogarsi dal punto di vista carnale ha una relazione extraconiugale con una ragazza dall’aspetto estremamente seducente. Insieme premeditano un omicidio della moglie per accaparrarsi la cospicua eredità e spassarsela tra le calde lenzuola di seta. Il fattaccio ovviamente avverrà. Derrick avrà sin da subito il sospetto su di lui per ovvie ragioni… Divertente episodio dotato di mordente. La particolarità di "Johanna" è l'insolito sfottò da parte di Derrick nei confronti dell'assassino; difatti qui, come non mai, l'ispettore ha sin da subito chiara la situazione e di questo se ne giova... (Markus)

** La donna che visse due volte, nella persona di una sorella gemella della vittima, torna a tormentare il marito che l’ha uccisa: Derrick dal canto suo si gode beffardamente la regìa occulta della consueta insidia del senso di colpa, e con un’alleata così particolare gli riesce meglio che mai. C’erano gli ingredienti per un episodio di culto, ma il risultato ha scarso mordente. Harry porta il bastone, e ci si domanda se Fritz Wepper fosse infortunato durante le riprese oppure, più probabilmente, si cercasse di caratterizzare maggiormente un personaggio che non risultava abbastanza incisivo. (Il Dandi)

** L'episodio parte bene; promette morbosità, fatalità e lotte di nervi ma andando avanti perde colpi e il finale non è tra i migliori della serie. L'assassino protagonista è un pupazzo e nelle mani di Derrick - che gli scatena contro una guerra psicologica arruolando anche la sorella della vittima - andrà in pezzi pateticamente. Notevole il personaggio della bella e giovane amante del pupazzo, in un ruolo minore ma dotato di belle battute ciniche e sprezzanti. (Faggi)

*! Uno degli episodi meno riusciti delle prime stagioni di Derrick. L'idea sarebbe anche plausibile - giovane spiantato che sposa e uccide una donna più anziana per godersi l'eredità con l'amante - ma lo sviluppo è scarso e, soprattutto, poco credibile. Troppe cose accadono in troppo poco tempo, mentre non vi è traccia di una parvenza di indagine professionale. Risultato: lo spettatore non riesce ad accettare la storia e ad entrarvi pienamente. La cosa più interessante è la descrizione etnografica della piccolissima borghesia tedesca anni Settanta, rappresentata in tutto il suo squallore dalla famiglia della giovane amante del protagonista. (Eresiarca)


3. FESTA PER UN ANNIVERSARIO
(Stiftungsfest)
**! Tutto in una notte, tutto in un albergo. Praticamente unità di spazio e di tempo, per questo secondo episodio che vede colpevole nientemento che il futuro commissario Koester (cult perché qui in versione porcellone ubriaco e isterico). Non c'è omicidio volontario, questa volta: trattasi di incidente proprio mentre Koester è avvinghiato alla sua bella e polposa preda, che non accetta le avances dell'uomo e cade sbattendo la testa. Si era tutti a una festicciola tra birre e canti alpini e lì si resta fin quasi alla fine. Derrick si presenta con piglio deciso e insultando il povero Harry che ha osato chiamarlo "commissario" e non "commissario capo". Deve far sentire la propria autorità e non farà sconti a nessuno, nemmeno a Harry quando questi si dimostra scettico all'idea di manovrare tutti i presenti con un interrogatorio generale. Si farà leva sui sensi di colpa, come sempre. Episodio non male, anche se l'assenza di un vero omicida rende tutto meno interessante. (Zender)

**! Episodio che si avvale del mitico Siegfried Lowitz, noto per aver interpretato proprio in quel periodo “Il Commissario Koster”. A mio giudizio “Festa per un anniversario” è un discreto episodio che narra di un feroce delitto di una bella e provocante ragazza. Il fattaccio si compie durante un frenetico festeggiamento presso un hotel tipico tedesco con tanto di classicissimi fiumi di birra accompagnatori. Derrick dovrà far fronte a non poche incognite prima di chiarire l’intricato caso... (Markus) 
 
*** Ancora un delitto "accidentale" per una puntata all'insegna della morbosità e del senso di colpa: il momento memorabile è quando Siegfried Lowitz (perfetto per la parte) chiede a Derrick perché non lo accusa apertamente e l'ispettore risponde "perché non lo ammetterebbe mai"...o almeno non ancora, aggiungiamo. (Il Dandi)

** Accade tutto in una notte, poiché c'è molto più teatro che cinema in questo secondo atto di Derrick. L'episodio comincia con canti alpini (in italiano) in birreria e termina nel silenzio di un ponte solitario. Nel mezzo, la morte accidentale - e forse un po' eccessiva, per la dinamica - di una bella ragazza. Senza appigli concreti, l'indagine arranca e va avanti a tentoni finché Derrick, un po' imbeccato da Harry (diamogliene atto) non pesca il jolly, individua il colpevole e lo spinge a confessare. Per i calciofili, arrivando sul luogo del delitto Stephan, come prima cosa, chiede il risultato del Bayern Monaco. (Eresiarca)

 
1975 (STAGIONE 2):


4. PULLMAN DI MEZZANOTTE  (Mitternachtsbus)
***! Una ragazza viene trovata morta in riva a un lago. Viene chiamato Derrick che comincia le indagini. E' subito un ottimo inizio di stagione, perché i caratteri dei personaggi sono tutti ben delineati, Derrick si dimostra molto deciso e anche piuttosto duro (cosa che perderà abbastanza, in seguito) e la storia funziona in modo esemplare. Bel clima, che ritroveremo curiosamente in "La ragazza del lago", il film di Molaioli del 2007, che pare molto molto simile a questo primo episodio di Derrick (trovate le analogie nelle curiosità del film di Molaioli). Clamorosamente crucche (ma nel senso più amabile del termine) le scene in birreria. (Zender)

*** 
Primo episodio uscito in Italia di una lunga saga che durerà fino al 1997. Si inizia bene con una puntata molto affascinante e dai toni cinematografici da giallo poliziesco tipico di quel periodo. Il delitto si compie su un laghetto di notte e le indagini del solerte Derrick e del fedele compagno Harry si svolgeranno sostanzialmente all’interno di una tipica birreria tedesca di campagna d’altri tempi. Buona la tensione. (Markus)

**! 
Esordio televisivo italiano per il longevo ispettore Derrick. La storia è abbastanza intrigante anche se lo svolgimento risente un po' troppo della sua destinazione sul piccolo schermo, con una conclusione un po' affrettata. Il risultato finale però non è male e ben al di sopra di quello di certe fiction odierne. Curiose le analogie col ben posteriore "La ragazza del lago". (Caesars)

**! 
Episodio in cui si inaugurano luoghi comuni destinati a perdurare (il delitto privo di premeditazione, l'assassino protetto pateticamente dall'ambiente famigliare); tuttavia l'ispettore dovrà ancora perfezionare la sua tecnica di annientamento psicologico dell'indagato, e appena i suoi sospetti trovano conferma si abbandona a un insolito scatto di violenza. (Il Dandi)

*** 
L'episodio ci presenta una situazione (assassino quasi per caso protetto dall'ambiente familiare) che verrà riproposta innumerevoli volte, ma anche un Derrick molto più autoritario rispetto alla sua immagine tradizionale. Storia ben condotta, impreziosita da un'inconsueta ambientazione lacustre, personaggi ben definiti e musiche appropriate. Il finale è un po' sbrigativo (e non sarà certo l'unico, nella serie), ma vedere Derrick strapazzare così l'assassino di turno è uno spasso. (Nicola81)

***! 
Fulminante ingresso nei palinsesti italiani della celebre serie tv, con un episodio molto bello e solo apparentemente di rodaggio. Colpisce per l'atmosfera sinistra, il disegno espressivo dei personaggi e l'ambientazione. L'ispettore si dimostra subito un sottile stratega psichico, ma se è necessario non esita ad alzare le mani. (Faggi) 

 **** 
Una giovane cameriera di ritorno dalla città dovrà fare i conti con un amaro destino. Primo episodio (in Italia) di una delle serie poliziesche che hanno fatto la storia della televisione. Bellissima e intrigante la vicenda, che si svolge all'interno di un locale dove forti bevitori trascorrono le loro giornate tra una partita di biliardo e l'altra. Si nota sin da subito la forte personalità del nostro amato Derrick.  (Pinhead80)

*** 
Con questo notturno bavarese inizia in Italia l'indimenticabile serie dell'ispettore Derrick. I temi sono quelli delle conseguenze dell'ira, del vincolo familiare al di sopra della legge e della ricerca del capro espiatorio, individuato nella persona socialmente e mentalmente più fragile. Derrick e Harry duettano bene fin dalle prime battute, poi però è Stephan a prendersi la scena, intuendo che le cose non sono come appaiono, chiedendo la collaborazione di una cameriera per smascherare il colpevole e, infine, ottenendo la prima di innumerevoli confessioni da parte dell'assassino di turno. Chi ben comincia, è a metà dell'opera! (Eresiarca)


5. L'ULTIMA CORSA DA MONACO (Tod am Bahngleis)
**! L'assassino sappiamo tutti chi è, stavolta. Lavora con altri braccianti alla ferrovia, e nei ritagli di tempo si diletta ad accoppare belle donzelle mentre ai colleghi dice di andare a Monaco a incontrar donne. il fatto è che l'uomo tanto normale non è: ha questo fare equivoco tra l'ingenuo e il demente che però nessuno riesce a collegare agli omicidi verificatisi in zona. Non Derrick, perlomeno, che non sa chi sia e non riesce a rintracciarlo. Una caccia all'uomo con identikit e interrogatori a esercenti vari, mentre la regia segue il nostro pazzerello mentre abborda sgraziatamente le sue vittime e s'innamora della figlia del suo datore di lavoro. Non manca la solita parentesi in disco con tette al vento (un vero must della serie). Un episodio discreto in cui si vede ancora la voglia di confezionare episodi studiati e professionalmente curati, con un'attenzione particolare (in questo caso) al disegno della psicologia del killer. (Zender)

**! Accanto ad una ferrovia per Monaco, in una zona rurale, la polizia trova il cadavere di una giovane donna morta ed è già il terzo caso in poco tempo. Derrick, dopo vari ragionamenti con Harry, sospetta che l’assassino lavori nei pressi della linea ferroviaria. Le indagini lo ricondurranno ad un cantiere di operai che da qualche tempo lavora all’assetto dei binari… Discreto episodio che si avvale (per la prima volta nella serie) del corpulento attore Peter Kuiper. La vicenda risulta interessante. Ho personalmente comprensione nei confronti dell’assassino, seppur prendendo le dovute distanze dai gesti commessi. (Markus)

**** Il sorriso dell’assassino vorrebbe essere gentile con le giovani donne con le quali cerca di instaurare un rapporto (non per nulla rifiuta la compagnia delle prostitute); ma quel ghigno demente suscita invece repulsione, scatenando la furia omicida del gigante bambacione che si sente rifiutato (addirittura da sua madre). Uno degli assassini meglio dipinti di sempre, è lui il vero protagonista dell’episodio, in grado perfino di rubare la scena a Derrick (che fino al finale non riesce nemmeno ad incontrarlo). Esempio perfetto della varietas delle prime sceneggiature di Reinecker, ma anche di come il format-Derrick fosse ancora “aperto” e non avesse forse ancora trovato una direzione decisa. (Il Dandi)

**** Lo spunto iniziale è analogo a quello de "Il sentiero", ma lo sviluppo è ancora più convincente, dando vita a una puntata che riesce a conferire il giusto spessore alla figura, ottimamente caratterizzata, di questo serial killer di giovani donne, che riesce persino a strappare un briciolo di compassione. Rilevante anche la componente investigativa, tra riunioni alla centrale, identikit, testimonianze, e un Derrick che deve fare i conti con le pressioni del suo diretto superiore, e che ricorre persino alla consulenza di uno psicanalista. Spazio anche per un paio di spogliarelli, in una puntata sostanzialmente priva di punti deboli. (Nicola81)

**! L'episodio parte maluccio e quello che fin da subito appare come il protagonista sembra non convincere - né lui né l'attore che lo interpreta: spaesato, poco espressivo, sottotono. Invece pian piano le cose cambiano e ci ritroviamo di fronte a una tipologia di criminale ben rara in Derrick, il serial-killer. La Monaco by night non delude mai, tra gli immancabili local notturni e una moderna, per l'epoca, sala giochi piena di divertimenti ai quali oggi guardiamo con nostalgia. La ferrovia e i treni, poi, hanno sempre quel qualcosa di magico che aggiunge atmosfera a quello che alla fine dei conti diviene un buon episodio. (Eresiarca)


6. IL NOSTRO AMICO ROHN (Nur Aufregungen für Rohn)
***** Esemplare nella costruzione, perfetto negli interpreti, con un finale che non delude e un colpevole che non è il solito arrendista. Uno dei migliori espisodi di Derrick di sempre se non il migliore: la formula mostra tutti i suoi punti di forza, Derrick e Harry sono tenaci e irridenti, non mollano l'osso nemmeno quando una loro bella intuizione (il confronto all'americana) viene vanificata. Eccellente anche la figura dell'anziano portavalori derubato: il suo testa a testa con Rohn è commovente. Ingegnoso il piano di fuga per la rapina (con tappa allo studio medico). Non ha insomma veri punti deboli, l'episodio, considerato che si riescono pure a creare due o tre scene di autentica suspence. Derrick e Harry, ancora giovani, sono vispi e acuti. Ah, se tutti gli episodi fossero all'altezza di questo... (Zender)

***** La vicenda narra di un baldanzoso giovine che rapina il vicino di casa (un portavalori) con cui ha anche un rapporto di amicizia. Per farlo, si prepara un alibi di ferro davvero ben architettato, ignaro che il caso lo dovrà sbrogliare un certo Ispettore Derrick (assieme al fedele Harry con i suoi mitici capelli sempre alla moda teutonica settantiana). A mio giudizio, questa puntata  è il “capolavoro” della lunga saga: tensione palpabile, ritmo e situazione da giallo da manuale, fanno sì che l’episodio sia godibile in ogni singolo fotogramma. Fondamentale la visione. (Markus)

***! A ben guardare la storia non è affatto originale, ma il senso morale della vittima (che “se la va cercando”, come avrebbe detto Andreotti, andando da solo a casa del suo vicino ad accusarlo di rapina, trasformandolo da rapinatore in assassino) e la contrapposizione alla morale dell’assassino (che compie una progressiva escalation di colpevolezza, passando da traditore dell’amico, a ladro, al delitto vero e proprio) rappresentano proprio gli ingredienti meglio riusciti dell’atmosfera della serie. Buona la costruzione dell’indagine e, per una volta, anche la regìa non latita. (Il Dandi)

**** Forse non il capolavoro assoluto della serie, ma comunque uno degli episodi migliori di sempre. La vicenda è credibile e ben congegnata, adeguatamente valorizzata da una regia incisiva e da interpreti decisamente in parte. Derrick e Harry sono in gran spolvero e qui devono indagare sul serio, perché il colpevole di turno è assolutamente refrattario alla confessione. Forse perde leggermente di smalto nelle battute conclusive, ma lo si può considerare un peccato veniale. (Nicola81)

**** Bellissimo episodio, dove un evento casuale (lo smarrimento della penna verde) distrugge un piano ben congegnato, una rapina che altrimenti sarebbe stata perfetta e che sfocia nell'assassinio. Il fato, il pressing di Derrick, il personaggio criminale protagonista, la conduzione realistica di una vicenda ben scritta e un concorso di altri elementi svolti con gusto ne fanno una perla della serie. (Faggi)

***** Puntata che definire magistrale è dir poco. Tutto qui è perfetto: i personaggi, nessuno escluso (spicca il protagonista, interpretato da un Thomas Fritsch eccezionale), la costruzione del piano criminale, l'atmosfera un po' claustrofobica data dal palazzo e dai suoi appartamenti e infine la coppia Derrick-Klein che non dà tregua al colpevole. Una lotta tesissima, nella quale si è quasi indecisi per chi parteggiare, tanto ammirevoli sono la tenacia dei poliziotti da un lato e la faccia tosta del colpevole dall'altro. Infine, ma non meno importante, bellissima la sequenza sulla sigla finale, con la carrellata su tutte le banconote del marco tedesco all'epoca in vigore, in ordine di valore crescente. Una di quelle chicche che fan venir voglia di rivedere e rivedere un episodio. (Robykeys82)

*! Andrò controcorrente, ma non è possibile soprassedere alla pochissima credibilità dell'intera indagine e, quindi, dell'episodio. Qui, più che in (diverse) altre occasioni, solo in Derrick il colpevole - uno sveglio studente rapinatore e quindi assassino, per il quale, alla fine, lo spettatore arriva quasi a parteggiare - poteva finire in galera. Derrick e Harry lo individuano come colpevole senza alcuna prova o motivazione apparente; lo perseguitano, lo sequestrano, lo sottopongono a interrogatori e riconoscimenti all'americana... Viene da pensare che nella Monaco anni Settante le parole "avvocato" e "presunzione di innocenza" non siano contemplate. Finale con prevedibile imprevisto che fa trionfare la giustizia entro i limiti di tempo. La cosa più bella sono gli ultimi due minuti dell'episodio, con alcune sequenze davvero notevoli. (Eresiarca)

**** Episodio esemplare, tesissimo e carico di suspense. I pregi sono numerosi: i personaggi sono disegnati con grande efficacia (il giovane studente e il temerario e integerrimo portavalori su tutti); Derrick e Harry sono attivissimi, instancabili e perfidamente ironici; la regia è vivace e incalzante. Tutto eccellente, ma per raggiungere la perfezione gli mancano quei tratti tipici di Derrick e sconosciuti ai telefilm americani: la sobrietà e il realismo nelle indagini. L'iperattivismo di Derrick e Harry sconfina sovente nell'onnipotenza. Ottimo il finale. (Kozincev)

***** Probabilmente la miglior puntata della serie. L'impianto ricalca infatti quello degli episodi di Colombo più riusciti, a partire dall'acribia con cui Derrick e Harry si avvinghiano al sospetto, che per una volta difende il proprio meticoloso piano delittuoso ribattendo colpo su colpo. Talvolta però si tradisce perdendo la lucidità, in attimi di tensione resi perfettamente dalla regia e dalla sceneggiatura, nonché dalle ottime prove dei vari protagonisti, particolarmente spigliati. (Gordon)


7. MADERA (Madeira)
**! Un uomo di mezz'età rimorchia zitellone ricche cui fa sognare un'ultima parte di vita con lui sull'isola spagnola di Madera. Naturalmente a Madera le poverette non arriveranno mai, derubate e accoppate ben prima di partire. Un'idea eccellente che fa partire molto bene l'episodio. Purtroppo però la ripetitività dello stesso non permette di poterlo premiare troppo. Peccato, perché il protagonista è delineato bene, cinico oltre ogni limite e impeccabile. Delude invece il finale, decisamente tirato via. (Zender)

*** Altro episodio fondamentale, almeno secondo i miei stravaganti gusti cinematografici. La vicenda è intrigante e dotata di una cattiveria teutonica rafforzata dallo sguardo freddo e pungente dell’anziano assassino. Priceless e totalmente fine a se stessa la pedata che dà a un cane per farlo entrare in una stanza: in quel momento si capisce tutta la fantastica infamità di quest’uomo! Per questo motivo trash lo adoro! (Markus)

***! Un novello Landru viene incastrato dal cagnolino di una sua vittima: puntata memorabile soprattutto grazie ad un villain spregevole come pochi (che, detto per inciso, somiglia sorprendentemente al Derrick impersonato da Max Tortora nella sua irrispettosa parodia). Stephan e Harry stanno sul pezzo. (Il Dandi)

**! Di Madeira e delle sue bellezze si parlerà tantissimo in questo episodio, ma nessuno (o meglio, nessuna) ci arriverà mai. Monaco, come sempre, è il palcoscenico nel quale si svolge l'azione e nel quale, questa volta, Derrick e Harry dovranno dare la caccia a un raffinato, cinico, calcolatore e crudele uccisore di anziane sole e benestanti. Stephan prende molto a cuore la storia, anche se poi buona parte dell'indagine verrà condotta da Harry, giustamente attirato dal fascino della bella nipote del serial killer. Fatto strano in Derrick, uno dei principali protagonisti della trama non è umano, ma piuttosto un bel cagnone nero e simpatico, deciso a ritrovare la sua padrona. (Eresiarca)

***! Un attempato viveur bavarese irretisce ingenue zitelle magnificando loro le bellezze di Madera, meta di una seconda giovinezza di coppia. Ovviamente le uccide prima della partenza, intascandone i risparmi. Sarà però il petulante cane di una di queste a indirizzare Derrick e Harry sulla pista giusta, dalla quale non devieranno più. Tuttavia, più che i due investigatori, nella puntata diventa centrale la dolce nipote dell'assassino, il cui rapporto con lo zio è ben delineato. Se così sono valorizzate le personalità dei personaggi, d'altro canto le indagini vengono un po' trascurate. Ottime le musiche, meno l'epilogo agrodolce. (Gordon)


8. IL SEGNO DELLA VIOLENZA (Zeichen der Gewalt)
Un avvocato è ricattato da rapitori che gli han sequestrato la moglie: o porta in carcere una pistola a un delinquente per farlo evadere o lei morirà. Che può fare il tapino? Esegue e il carcerato accoppa una guardia. Comincia la caccia all'evaso, di cui s'incarica Derrick. Una puntata all'americana, più vispa nella regia, più d'azione (a un certo punto Derrick salta pure dalla finestra con la pistola in mano), più spregiudicata (tette e culi in bella vista al night con tanto di striptease: shock!). Eppure, nonostante tutto, siamo di fronte a una sciapissima caccia all'uomo che si prolunga per tutta la durata con dovizia di musiche alla Lalo Schifrin dei poveri. Niente giallo, niente indagini vere (giusto i nostri che vanno casa per casa a registrare voci di delinquenti sperando di farle riconoscere alla moglie dell'avvocato, da essi salvatasi). Regia vivace, ma la sceneggiatura è tremenda e il finale, con tanto d'inseguimento sui tetti, improvviso quando squallido. Pare un noir malriuscito... (Zender)

* Una puntata dal sapore americano (specie sul finale) ma priva di ritmo ed elementi che possano renderla accettabile sotto il profilo televisivo. Ci si trascina stancamente al finale che un po’ risolleva tutto l’episodio, ma è poca cosa… (Markus)

*** Lo dico subito: a me questa “svolta americana” piace: musichette acid jazz, regìa più dinamica, inseguimenti, sparatorie, soprattutto uno Stephan più attivo, ma anche più brusco col povero Harry. La storia non è male, e l’ambientazione garantisce una continuità dalla quale il personaggio, per quanto diverso da come lo si era visto e lo si vedrà in seguito, non ne esce troppo snaturato. (Il Dandi)

*** L'annata 1975 è la più atipica nella saga di Derrick, e questo episodio ne compendia le caratteristiche salienti: trame dal sapore più poliziesco che giallo, regia più dinamica, ritmo più vivace, qualche scena d'azione. Qui la storia non è particolarmente memorabile, però non ci si annoia, e il finale con inseguimento e sparatoria sui tetti rappresenta un unicum, per la serie. Debutta ufficialmente il personaggio di Berger, ma lasciano molto di più il segno le partecipazioni di Raimund Harmstorf (è lui l'evaso da catturare) e della conturbante Sybil Danning, che si esibisce anche in uno striptease degno di nota. (Nicola81)

**** Lo striptease della sensualissima Sybil Danning - per di più in un episodio di oltre quarant'anni fa e destinato a un largo pubblico televisivo - vale da solo il prezzo del biglietto e un voto alto. C'è comunque dell'altro: innanzitutto tanta azione, incentrata sulla caccia all'uomo per catturare un evaso che ha ucciso una guardia carceraria e condotto al suicidio il suo avvocato, e che ora è disposto a tutto pur di non tornare dietro alle sbarre. Derrick corre sui tetti, salta dalle finestre e spara a più non posso. Harry prova a stargli dietro ma, oggi, Stephan è in gran forma. Berger, in questo suo quasi debutto come poliziotto, svolge un più etnografico lavoro di raccolta di voci di sospetti attraverso un registratore a nastro. Corrono tutti, e corre anche il tempo, così che i canonici sessanta minuti scorrono via più che piacevolmente. (Eresiarca)


9. FIORI DI CAMPO (Paddenberg)
**! Piacevole puntata che viene sviluppata con molta attenzione e tratteggia bene i personaggi, a cominciare naturalmente dal cinico colpevole (vagamente somigliante a Leslie Nielsen), pronto ad uccidere a bruciapelo chi lo saluta come amico ritrovato solo perché un giorno potrebbe "parlare". Lo uccide e si ritrova a fare i conti con la moglie di lui, molto meno ingenua e subdolissima ricattatrice, che si diverte pure a trattarlo come una pezza da piedi senza fargli capire cosa vuole veramente. Derrick, in questa occasione quasi privo di Harry, indaga nella giusta direzione. Peccato per il solito finale sbrigativo, che lascia con l'amaro in bocca. (Zender)

** Un signore incontra per puro caso un vecchio amico di guerra. Dopo aver riacceso il rapporto, verrà misteriosamente ucciso. Un caso strano con accenni storiografici sulla vicenda nazista tedesca. Derrick dovrà districare la faccenda senza non pochi problemi. Puntata non particolarmente vivace, tuttavia dotata d’un certo fascino per via della vicenda legata a fatti reali. (Markus)

** Puntata ben costruita ma non troppo entusiasmante: Derrick mostra bene la proverbiale umanità del suo metodo, il suo essere soprattutto un buon giudice di uomini (morti compresi). Difatti il quadro è chiaro fin da subito e c'è poco da indagare: anzi stavolta il metodo del crollo psicologico non è nemmeno diretto a far confessare il colpevole, bensì a convincere la vedova della vittima ad accusarlo. (Il Dandi)

*** Il titolo italiano, in questo caso, è più originale e in qualche modo più poetico di quello tedesco, scelto dal nome del principale personaggio (Paddenberg). A parte un inizio un po' lento, l'episodio è davvero ottimo: dialoghi curati e taglienti come di consueto, personaggi di spessore e attori perfetti. La sceneggiatura lascia ampio spazio ai protagonisti, ma le apparizioni di Derrick, che indaga con la solita paziente solerzia, sono tutte funzionali allo scioglimento dell'intrigo. Mezzo punto in meno per il finale non eccelso. Notevole. (Kozincev)

**! Un ricco uomo d'affari è riuscito per anni a nascondere la sua vera identità, ma non ha fatto i conti con l'eccellente memoria di un vecchio amico che un giorno lo incontra per caso. Puntata con poca azione ma con alcuni spunti interessanti, a partire dal costante riferimento ai campi di prigionia per soldarti tedeschi dopo la Seconda Guerra Mondiale (tema ancora oggi assai delicato) e al ritorno alla vita normale di coloro che avevano partecipato all'esperienza nazista. Derrick indaga secondo la modalità che diverrà il suo marchio di fabbrica: individua l'anello debole - in questo caso la moglie della vittima - e inizia a comparirle davanti ad ogni occasione, la porta nel classico bar e, infine, stringe la morsa fino a raggiungere l'obiettivo. (Eresiarca)

***! Classico caso di assassino pieno di scheletri nell'armadio. Questi, per non avere grane, fa fuori senza remore il suo mansueto amico a conoscenza di tutti gli altarini. Parte così un episodio che, pur senza un ritmo troppo vivace, si dimostra ben condotto sia da un punto di vista poliziesco sia psicologico. Molto interessante è infatti il personaggio della subdola moglie del morto, cui l'omicida si prostrerà come uno zerbino. Il finale, come di consueto, non è del tutto convincente, ma la puntata merita mezzo voto in più per il frugale pranzetto in ufficio, a suon di birra e miseri tramezzini, di Derrick e Harry. (Gordon) 


10. MI HA SEMPRE CHIAMATO ZIO HOFFMAN (Hoffmanns Höllenfahrt)
**** Maialone incontra di notte la giovane vicina di casa (che lo chiama zio Hoffman) mezza ubriaca in bici, finiscono in camporella e zac, l’amplesso proibito. Lei ci ripensa, dice di volerlo dire a papà e lui la uccide (incidentalmente). La puntata è una delle migliori per tensione: la tormentata interpretazione dello zio Hoffman, che crea da subito una situazione imbarazzante in casa dove in molti han capito com’è andata, è perfetta e egregiamente sostenuta dal resto del cast. Derrick e Klein, dalla loro, indagano finalmente per davvero (anche se poi, quando han capito com’è andata, non si chiedono come incastrare il colpevole ma come farlo confessare) e l’episodio dimostra quanto regia, montaggio e sceneggiatura siano eccellenti, sicuramente sopra la media. Finale concitato con sorpresa (wow, azione vera!) che chiude un po’ sbrigativamente ma senza deludere. (Zender)

**! Un uomo si macchia di un delitto infame: uccidendo di notte una bella e prosperosa ragazza in bicicletta nella Foresta Nera (e per depistare la polizia), abbandona il grazioso corpicino (ora inservibile) in una discarica. Derrick dovrà affrontare il caso brancolando nel buio… Questo episodio è concettualmente somigliante al “Il sentiero”, anche per via dell’ambientazione notturna nella Foresta Nera. La vicenda risulta piuttosto godibile grazie ai lunghi ragionamenti che il buon Derrick dovrà fare per arrivare a chiudere il caso. (Markus)

***! Prendiamo atto, con sollievo o con timore, che anche nella protestante e rigorosa Germania accadono delitti a sfondo sessuale familiare, che il luogo comune vuole tipici delle più arretrate realtà dei paesi cattolici e latini. A parte il viscido assassino l’episodio presenta due caratteristiche memorabili: l’esordio (nei panni del figlio) del biondo con l’aria inebetita destinato a diventare uno dei volti noti del cast di ritornanti, e un finale action che prelude al cambio di atmosfera della serie successiva. (Il Dandi)

***! Da uno spunto apparentemente banale (assassino per caso che deve districarsi tra i sospetti dell'ispettore e l'ostilità dei familiari), prende vita una delle puntate migliori per ritmo, tensione e spessore psicologico dei personaggi. Per certi versi ricorda "Pullman di mezzanotte", ma con un finale molto più adrenalinico, per quanto si possa parlare di adrenalina in un episodio di Derrick. L'attore Willy Schafer, che di lì a poco interpreterà a tempo pieno il personaggio di Berger, debutta nella saga nei panni di un testimone oculare. (Nicola81)

*** Tema scottante, quello del "ci sta o non ci sta", specialmente se da un lato abbiamo una ragazzina appena maggiorenne e un po' sbronza e, dall'altro, l'amico di famiglia maturo a cui non pare vero... Ad ogni modo la poverina finisce uccisa e scattano le indagini e le domande, tanto quelle della polizia quanto quelle, persino più logoranti per il colpevole, dei familiari che sospettano sempre più apertamente. Episodio che si sa già come andrà a finire, anche se il finale sarà più in stile A-Team che Derrick. Curioso ritrovare il futuro Willy Berger nei panni di uno zelante testimone. Di tutto rispetto il cast femminile, soprattutto da un punto di vista estetico, nel quale spicca Judy Winter, anche per qualità dell'interpretazione. (Eresiarca) 


11. QUATTRO COLPI DIETRO LA PORTA
(Pfandhaus)
***! I quattro colpi del titolo sono quelli sparati da un uomo tradito che, convinto di uccidere l'amante della propria giovane convivente, uccide da dietro la porta la persona sbagliata. L'amante, salvo e presente al fatto, non denuncia il ricco strozzino in modo da poterlo ricattatare. Infatti gli si installerà in casa, gli tromberà la convivente senza più sotterfugi e lo tratterà come un povero deficiente. L'uomo abbasserà la testa e Derrick faticherà a risalire al colpevole, visto che apparentemente niente lega la vittima al suo assassino. Bella lotta tra persone infide, con il giovane scampato all'omicidio che arriva a livelli altissimi di cinica ferocia sentimentale, con la donna attonita ad assistere indecisa con chi schierarsi. Derrick, intanto, indaga e nei break si sbaciucchia la psicologa ma, arrivati al dunque, quando lui è già in canotta... suona il telefono. Dannazione, maledetto Harry! (Zender)

*** Un anziano signore che gestisce un banco dei pegni sospetta di essere tradito dalla giovane e graziosa mogliettina che sta con lui per via del sua ricchezza. Dopo un controllo, le “corna” vengono confermate e compie un delitto; sbadatamente, al posto di uccidere l’amante della moglie, uccide un altro uomo. Le cose si complicano ed inizia uno strano rapporto a tre molto frustrante per l’omicida. Derrick dovrà intervenire per sbrogliare la matassa… (Markus)
 
*** Si ricorda negli annali della serie soprattutto per essere uno dei pochissimi episodi che ci mostra squarci della vita privata di Derrick, ripreso in casa sua addirittura in compagnia di una donna. Patetica la figura di questo ennesimo assassino impreparato a trasformarsi in tale (sbaglia pure vittima), ma ancor più odiosi gli altri personaggi (la sua mantenuta e il ganzo che gliela tromba) che lo manovrano. Tipico. (Il Dandi)
 
***! Episodio rimasto negli annali per essere uno dei pochissimi a occuparsi, sia pure marginalmente, anche della vita privata di Derrick. Personalmente mi ha colpito di più la storia, dove un omicidio con sbaglio di persona origina una bel clima di guerriglia psicologica, ma anche una strana forma di complicità, fra i tre personaggi principali, a loro modo tutti negativi. Avrei preferito un finale più chiarificatore, ma resta comunque una di quelle puntate in grado di elevarsi dalla media. (Nicola81)

***! Il protagonista dell'episodio è il primo di una lunga serie di cornuti inetti: il tentativo di interrompere la tresca provoca dei guai molto peggiori e il rapporto clandestino diventa praticamente ufficiale... A rendere l'episodio pruriginoso concorrono la bellissima convivente del protagonista, indolente e molto sexy, l'atteggiamento infido e strafottente del giovane "rivale" (uno strepitoso Brandauer), le avances interessate di una giovane impiegata (altra bellezza mozzafiato) e i siparietti tra Stephan e l'aristocratica Renate. Molto intrigante. (Kozincev)
 
***! Doris Kunstmann e Doris Arden, entrambe bellissime, provocanti e feline, valgono da sole "il prezzo del biglietto"; se poi ci aggiungiamo che questo episodio ha anche altri elementi d'interesse, ecco che ci troviamo davanti a una bella puntata di Derrick! Intanto, a proposito del nostro ispettore, forse mai come in questa occasione ne cogliamo il lato personale: lo vediamo in casa, ascoltando musica, alle prese con la fidanzata Renate e, soprattutto, con Harry che gli telefona ogni qual volta i due iniziano a sbottonarsi la camicia. Quanto al caso da risolvere, la storia è avvincente, originale, articolata e ben rappresentata dagli attori. Il finale lascia un po' di amaro in bocca anche se, a dirla tutta, i principali personaggi coinvolti non sono certo esempi di etica e morale. (Eresiarca)


12. UNA VALIGIA DA SALISBURGO (Ein Koffer aus Salzburg)
In uno scalo ferroviario un uomo con valigia uccide una povera donna. Qualcuno chiama la polizia e Derrick, giunto prontamente, incontra subito un testimone che ha visto l'uomo e gli indica il bar. Subito una sparatoria, a chiarire che siamo nel "nuovo Derrick" del 75, più americano del solito. Poca psicologia infatti nella puntata, scarsissimi interrogatori in favore di un'azione di bassa lega, manovre combinate con la narcotici, inseguimenti, pedinamenti, collaborazione da parte del pool di "invisibili" del distretto (Berger, quella gente lì, di solito abituata a fare fotocopie). Un unico vero colpo di scena (annunciato proprio come tale da uno dei sedicenti collaboratori) e un unico personaggio singolare: il figlio della vittima, deciso a sorvegliare Derrick e Harry per capire perché pur avendo in mano l'assassino e non lo arrestano. La solita politica del pesce piccolo che porta al pesce grande. Finale scialbissimo. (Zender)

*! Sciapissimo. Stavolta il modello di riferimento sembra Kojak, con Derrick non più accompagnato dal solo Harry ma circondato da molti colleghi, con più spazio al lavoro di squadra della polizia, tutti impegnati contro il narcotraffico di alto livello. Resta apprezzabile l’attenzione alla verosimiglianza della messa in scena, il senso della misura… ma in una stagione improntata alla deriva action, ciò che altrove era “correttezza” rischia di ridursi a povertà. (Il Dandi)

*** Ci sono diversi elementi interessanti in questo episodio che parte dall'omicidio di una sfortunata dipendente delle ferrovie, imbattutasi in un uomo che stava trasportando una valigia più che sospetta. Innanzitutto la polizia di Monaco lavora in equipe, con Derrick - coadiuvato dai tre moschettieri (Harry, Schroeder e Berger) - che organizza un intero pool di ricerca dell'assassino e dei suoi complici. Inoltre, caso rarissimo in Derrick, una (piccolissima) parte dell'azione si svolge fuori città e fuori paese, nella bella Salisburgo dove Berger e Schroeder pedineranno un sospetto per settimane. Ben caratterizzato il giovane figlio della vittima che stenta a condividere il metodo attendista della polizia che vuole l'intera banda e non solo l'assassino della madre. (Eresiarca)


13. IL GIOVANE AMICO DI CAMILLA (Kamillas junger Freund)
*** Rapina in villa: il padrone di casa consegna un assegno di 50.000 marchi a chi gli sta puntando contro la pistola e che aspetta che un complice vada a ritirarlo. Ma in stanza entra a sorpresa quella matta della governante (che aveva visto tutto dalla serratura) e si becca due colpi in pancia. Morta. Derrick (qui ben assistito da Harry, e pure dai solitamente superflui Berger e Schröder) comincerà indagini a tuttocampo, interrogando un loro vecchio informatore e portando alla luce un piano piuttosto complesso, al quale partecipa marginalmente persino uno gigolo di professione. Di nuovo una puntata dai ritmi altissimi (per la media dell'ispettore), con dialoghi svelti, regia brillante, qualche inquadratura azzardata e molti stereotipi desunti dai polizieschi americani (c'è persino una tesissima sparatoria sui tetti, nel finale). Derrick si lancia in battute e battutine, alterna ironia e forte decisionismo, scopre gli altarini dei miserandi individui che interroga e prova davvero a fare l'americano. Per fortuna la formula del telefilm riprenderà l'anno dopo su binari più consoni, perchè, per quanto ben costruite, queste puntate "americane" ci fanno rimpiangere il Derrick più riflessivo e caratteristico. Comunque piacevole. (Zender)

*** Un uomo subisce in casa sua una rapina nella quale ci scappa il morto. Camilla è la moglie insoddisfatta del rapinato; il suo “giovane amico” è invece un impettito gigolo (figura destinata a ricorrere ancora nella serie) affittato presso un’agenzia, ma il suo ruolo risulterà essere solo quello di ingranaggio in un meccanismo più grande. Puntata gradevole, con discreto livello di tensione fin dall’inizio, ravvivata da una regìa spigliata. (Il Dandi)

**** Si comincia con una rapina in villa in cui ci scappa il morto, si chiude con una concitata sparatoria. In mezzo c'è una puntata costruita davvero bene e senza tempi morti, popolata da una fauna umana non troppo simpatica, in mezzo alla quale Derrick e Harry (qui particolarmente affiatati) sguazzano a meraviglia. Buona l'interpretazione del personaggio del titolo (che comunque entra in scena piuttosto tardi) e dell'intero cast, ma è la regia particolarmente ispirata a imprimere una marcia in più. (Nicola81)

*** L'episodio è buono e ha vere indagini poliziesche, condotte con piglio nervoso e risoluto da un Derrick vivace e sicuro, non solo intuitivo ma anche particolarmente attivo. Harry collabora con determinazione e giuste mosse. Nel finale avremo una sparatoria in stile d'oltreoceano, dove il nostro ispettore spara con la precisione necessaria per evitare il peggio; poi, nella scena conclusiva, metterà personalmente le manette all'assassino. L'interesse è non solo per lo svolgimento dei crimini e per l'azione di polizia ma anche per le tessiture che riguardano lo stile di vita dei personaggi (le due mogli una delle quali è la Camilla del titolo, il gigolo, l'anziano delinquente che vive tranquillamente in un ospizio). La regia è precisa e dettagliata, spigliata nel tessere la figurazione. (Faggi)
 

14. DUE TESTIMONI PER HORST (Der Tag nach dem Mord)
*** Horst, assassino teenager (e rintronato, le vittime preferite di Derrick): la morosetta lo tradisce con Mario e Horst perde la testa piantando un cacciavite in pancia al suo ormai ex migliore amico (italiano). Arriva a casa e lo dice a suo padre, che decide di fornirgli l'alibi assieme alla moglie e abbandona Mario in auto davanti a un locale italiano (il Pinocchio, tanto per non farci mancare qualche buon luogo comune). Derrick arriva lì e il locale gli fa schifo, entra e protesta per il caffè... ma ce l'ha con noi? Intanto in sottofondo, incessantemente, musiche di Drupi et similia che fan tanto Italia per immigrati. Si capisce subito che il giovane Horst farà la fine del topo (è in catalessi costante), ma il padre prova comunque a tener su la baracca. Alla fine Derrick s'incazza, perché non puoi sempre metterti in mezzo e berciare mentre ti torturo sottilmente il figlio già a un passo dalla confessione! Episodio interessante, psicologicamente molto ben studiato. Buona la recitazione, salda la regia. Piacevole e stuzzicante. (Zender)

*** Interessante episodio che unisce il poliziesco di stampo classico “derrickiano” alla presentazione - seppur sommaria -  della condizione degli italiani emigranti in Germania di quel tempo, relegati in ghetti e locali appositi. Il fatto positivo è che almeno l’assassino è tedesco ed era amico dell’italiano. La soluzione del caso è per Derrick piuttosto facilitata dall’ansia che traspare sul volto drammatico del giovane assassino. La puntata a mio avviso si giova di un buona prova degli attori che appaiono convincenti nei ruoli a loro affibbiati. (Markus)

*** "Il giorno dopo l'omicidio"... è la traduzione del titolo originale dell'episodio, tra i migliori dell'ottima annata. L'omicidio in questione è provocato da folle gelosia, la vittima è un italiano (e l'Italia è presente anche nelle musiche, con Drupi e Marcella Bella, e nella scelta del locale ambiguo, che si chiama "Pinocchio" ed è frequentato solo da italiani che non parlano tedesco e sono dipinti a tinte ghettizzanti e dal coltello facile). Determinanti e manipolati con finezza psicologica nella soluzione del caso i dettagli, tra cui l'arma del delitto, un fatale cacciavite. L'omicida è un personaggio-larva, in balia dell'amore folle e del padre autoritario, Derrick si muove con piglio nervoso e da quando otterrà un'informazione decisiva il suo pressing sarà continuo, le sue sottili intuizioni saranno adoperate con la giusta misura. E infatti la pressione psichica sui sospettati gli farà ottenere quel marchio di fabbrica della serie che è la determinante confessione. Harry presente/assente. (Faggi)

***! Pur essendo un tipico episodio psicologico sullo sfondo di conflitti familiari, già si anticipa la svolta “all’americana” dell’annata successiva: notevole l’occultamento dell’omicidio del giovane italiano e l’abbozzo dell’ambiente degli immigrati (e daje di baffoni e Drupi in autoradio), ma resta ancor più impresso l’ingresso (con musichetta da poliziesco americano) di Derrick sulla scena del crimine, che saluta Harry informandolo sulla soluzione di un caso precedente, lasciando chiaramente ad intendere che il sospettato è stato portato a confessare con metodi poco ortodossi. Poi però ritorna il Derrick umano che conosciamo e l’assassino, come dice lui stesso nel finale, “fa più pena a me che a voi”. (Il Dandi)
 

15. ALLARME AL 12° DISTRETTO
(Alarm auf Revier 12)
** Il laido panzone che esce dal carcere dopo otto anni è davvero un brutto ceffo: appena fuori insulta la moglie che è venuta a prenderlo e s'infuria col povero fidanzato della figlia, un tipografo dall'aria dimessa che viene trattato come l'ultimo degli smidollati. L'omino, effettivamente senza spina dorsale, viene pure massacrato dalle pallottole quando lo vediamo telefonare alla polizia per denunciare un prossimo furto. Il capoccia della sezione furti è disperato: sono mesi che dei professionisti azzerano gli allarmi e si dedicano a ruberie clamorose, e appena ci scappa il morto corre subito da Derrick per chiedergli di unire le forze. E fa bene, visto che al solito Stephan e Harry sbroglieran da soli la matassa togliendolo dagli impacci. Uno Stephan che fa poi il brillante e il sarcastico ad ogni costo, come spesso gli capita in questa strana stagione in cui ha quasi sempre uno strano ghigno dipinto in volto. Spassosa la figura del panzone che maltratta moglie e figlia (anche se con Derrick deve abbassare la cresta), ma l'episodio è molto superficiale nell'impostazione e banale negli sviluppi. Regia e montaggio più svelti della media, ma non basta. Da ricordare il gruppo di topi d'appartamento che si tuffano ubriachi nelle piscine delle ville che derubano nudi, vestiti da donna o coi manicotti. (Zender)

***** A mio avviso uno degli episodi più memorabili dell’intera serie, senza dubbio il più riuscito della sua stagione: ottima la scansione della vicenda, ricostruita da una serie di flashback non didascalici, perfetti gli interpreti. Derrick è adorabilmente sardonico nei confronti di un assassino detestabile, rozzo e violento, che comunque raccoglie la sua sfida: riuscite le concessioni al versante action-criminale della stagione in corso, ma contemporaneamente ci si riavvicina (lontano dai contesti borghesi visti nelle stagioni precedenti) anche all’approccio più umano e psicologico per il quale l’ispettore è famoso. Notevole anche il contrasto generato dall’uso ossessivo della canzoncina del juke-box (entra subito in testa quel dannato motivetto!). (Il Dandi)

** Una banda di rapinatori di lussuose ville e appartamenti capitanati da un tipo sinistro appena uscito dal carcere e dotato di rara aggressività (oltre che di una ripugnante corporatura trasudante birraccia da osteria) semina il terrore nella bella Capitale bavarese. Appena vi è un omicidio (in pieno giorno) entra in scena il nostro deus ex machina Derrick a trovare il bandolo della matassa (pur senza scontrarsi con l’arrogante spocchia dell’assassino). Il ritmo c’è, ma la vicenda è un po’ raffazzonata e alcuni passaggi sbrigativi. Per tutta la durata dell’episodio è trasmessa una terrificante canzoncina germanica dalla facile presa (deduco sia stata un successo nella “terra dei wurstel”). (Markus)

*** Episodio non perfetto dal punto di vista strettamente narrativo, ma reso godibile dal ritmo elevato e da quella sterzata poliziesca che contraddistingue quasi tutta l'annata 1975. Piuttosto centrata la figura dello spregevole e repulsivo capo della banda, costretto a chinare la testa davanti a un Derrick risoluto e sarcastico come raramente capita di vedere. La canzone che fa capolino a più riprese è molto orecchiabile. (Nicola81)

**! Uno dei cattivi più detestabili della serie e uno Stephan in gran forma per un episodio che vede Derrick, Klein e Schroeder collaborare attivamente con la sezione furti della polizia di Monaco. I caratteri sono ben delineati, a partire dal già citato protagonista (in negativo) dell'episodio e dalla sua famiglia, composta dalla moglie sottomessa, dalla figlia ribelle ma non troppo e dal fidanzato di quest'ultima piuttosto misero. Buone le ambientazioni, soprattutto all'interno di una sordida birreria di bassa lega. Surreale la scena dei ladri che sguazzano in piscina durante un furto. Tutto sommato, un episodio godibile. (Eresiarca) 


1975 (STAGIONE 3):

16. FINE DI UN COLIBRI' (Tod der Kolibris)
**! Ancora un Derrick all’americana! La storia è da poliziesco standard, con una prostituta orientale trovata morta nel bagagliaio di un’auto e indagini che conducono a brutta gente del giro dei locali a luci rosse e al padre di una ragazza paralitica e mentalmente instabile. Ma qui non è la storia l’importante, perché a colpire sono la regia sprintosa, il montaggio inusualmente incalzante,  la tensione di un Derrick che non riesce a dormire da giorni e ha i nervi a fior di pelle (se la prende pure con Harry, un paio di volte!), l’azione con tanto di ispettore in corsa che sfonda le porte, strapazza gli interrogati... Gag che talvolta lasciano a bocca aperta (Harry che prende un peluche, gli alza il gonnellino e chiede alla ragazzetta proprietaria se è maschio o femmina)... Insomma, il Derrick che non t’aspetti. I fan che apprezzano il “vero” Derrick rischiano di non condividere troppo la svolta... (Zender)

*** Uno degli episodi più godibili di questa annata action, che ci mostra un Derrick più irascibile e impaziente che mai, brusco con Harry, con l’assassino e financo con i testimoni. Derrick qui faceva indagini, controlli incrociati, chiedeva referti alla scientifica… insomma faceva il poliziotto sul serio e non si limitava (anche se fa anche questo) a lanciare accuse dirette senza fondamento nella speranza di ottenere una confessione per esasperazione. Da riscoprire. (Il Dandi)
 **! Un prologo alquanto concitato ci introduce in una spinosa vicenda che vedrà Derrick, qui più irritato che mai, venire a capo di una tratta di ragazze orientali. Il tema principale è originale e interessante, e proprio per questo avrebbe meritato un maggiore approfondimento, ovviamente precluso dai limiti del prodotto televisivo, che quando si toccano argomenti "forti" emergono spesso in modo impietoso. Non è un episodio da buttare via, però graffia molto meno di quanto dovrebbe. (Nicola81)

**! Titolo originale categorico-espulsivo, ma anche misterioso: "Morte di un colibrì", per un Derrick (ispettore ed episodio) svelto e cinico, che se pur ispirato da modelli polizieschi d'oltreoceano è condito con derrickiano olio di spezie essenziali (la ragazza mezza - o del tutto - matta e il suo rapporto - un gioco di specchi - con il padre; lo scavare nel mondo della prostituzione; i metodi da interrogatorio costante dell'ispettore; il dettaglio ameno che riguarda il consumo di alcolici durante il servizio: "ora accetto volentieri il bicchierino e credo che ne abbia bisogno anche lei"). Dunque il colore generale ha il tono teutonico tipico della serie e non è mancante di opportunità. La qualità, dunque, non è male, specialmente nella prima mezz'ora; l'esigenza di stanare al più presto l'omicida (per l'economia della sceneggiatura) prenderà il sopravvento con qualche superficialità: ma cosa importa? (Faggi)


17. MORTE DI UN TROMBETTISTA (Tod des Trompeters)
*! Il giovane trombettista di un complesso da bar va al commissariato: "Ci sarà un sequestro di persona, devo parlare con un vostro uomo fidato". Derrick, anche se non è cosa di sua competenza, pare essere l'unico uomo fidato della polizia di Monaco per cui va all'appuntamento dato dal trombettista in una piazza, di notte. Naturalmente appena Derrick compare il giovane viene ucciso (e Harry ferito, tanto che il suo posto verrà preso da Berger). Cominciano le indagini soprattutto con interrogatori ai membri del complesso, che han qualcosa da nascondere. Così il caso si amplia andando a coinvolgere presto un italiano (piccoletto e mafioso, come sempre) come vuole la regola di questa brutta stagione "internazionale" di Derrick. Ed è un peccato, perché regia e dialoghi sono vispi, Derrick è incazzoso, spazientito e risoluto al punto giusto. E' il soggetto a deludere. Tutto il distretto è coinvolto: dall'aiutante con la pipa a quello degli dentikit (accusato di essere troppo artista e troppo lento da Derrick), ma tutto questo gran caos produce solo una storia poco interessante e anonima, col sequestrato di turno. (Zender)

** Un giovane musicista (il trombettista del titolo) fa una soffiata alla polizia con una telefonata anonima, ma quando Derrick interviene sul posto lo accoppano sotto i suoi occhi. Episodio altalenante, con una trama piuttosto stanca benché movimentata nella messa in scena. Il finale poi ha del comico che lascia perplessi. Curiosi gli intermezzi che mostrano, come spesso accade nei Derrick d’annata, l’atmosfera delle discoteche tedesche anni ’70, ancora animate da complessi che suonano dal vivo. Almeno due i momenti cult: l’apparizione di Aldo Rendine (il Panunzio di “Indagine”) in un ruolo da boss, e soprattutto la scena in cui Derrick si cimenta in un brano jazz mostrandosi virtuoso pianista, in contraddizione con i numerosi altri episodi nei quali mostra chiaramente di non intendersi affatto né interessarsi alla musica! (Il Dandi)


18. PAURA (Angst)
*** Un grosso dirigente, tradito dall'amante, la strangola nella casa che le aveva comprato. E' un uomo deciso, che Derrick non riuscirebbe mai a incastrare se non fosse che la moglie dell'uomo deve confermargli l'alibi (pranzo a casa al momento del delitto). Lei sì, poverina, che è il classico anello debole. E figurarsi se Derrick e Harry non le si attaccano come due cozze. A un certo punto è imbarazzante l'arrendevolezza dei due poliziotti, i quali si dicono che o parla la moglie o loro di trovare indizi nemmeno per scherzo (ma ci provassero, una volta, possibile che li paghino solo per fare interrogatori?). La forza dell'episodio è il colpevole, un'autentica iena: tratta la povera moglie come una semideficiente e la insulta pure quando è costretto a confessarle di aver avuto un'amante. La indottrina per l'alibi gridando e offendendola se gli richiede cosa dire. Se la prende pure con Derrick e questi, chiaro, alla fine sbotta e lo prende per il colletto gridandogli in faccia! Finale con colpo di scena. Tensione serpeggiante! (Zender)

**** L’episodio presenta uno dei villain più indigesti di sempre, il quale, pur già sospettato da Derrick per l’uccisione della sua amante, riesce addirittura a compiere un secondo delitto sotto il naso dell’ispettore! Non uno dei soliti colpevoli che uccide senza premeditazione per poi cadere in contraddizione fino a cercare il castigo per la sua colpa, ma un assassino spietato ed odioso in grado di passare dal delitto passionale per gelosia a quello freddo e determinato per la propria salvezza. Cattivo. (Il Dandi)

*** Episodio che si giova della presenza di uno dei cattivi più indigesti della saga, che ben lungi dal mostrare segni di cedimento, riesce tenacemente a tener testa a Derrick, il quale, dal canto suo, punta fin da subito sul fatto che la moglie non gli regga il gioco. L'indagine praticamente non c'è, ma gli attori sono bravi e il finale regala una mezza sorpresa. Il ruolo dell'amante è interpretato da Uschi Glas, protagonista (da me molto apprezzata) del lenziano Sette orchidee macchiate di rosso. (Nicola81)

*** Le donne della serie sono belle ma, si sa, fragili come carta velina: se solo le tocchi c'è la possibilità che schiattino. È ciò che accade all'amante dell'assassino di questo episodio (pochi secondi fuori campo e lui l'ha già strangolata). La paura del titolo è quella della moglie di lui, una donna soggiogata da questo villain che sembra disegnato dal pittore espressionista Grosz. L'episodio è bello e scorre veloce, Derrick non indaga perché pare abbia capito tutto da subito. (Faggi)

**** Ottimo episodio che vede Derrick alle prese con uno dei villain più ostinati e senza scrupoli dell'intera serie, che non esita a uccidere più di una volta pur di evitare la galera. Personaggi ben caratterizzati (l'omicida e la moglie di lui soprattutto) e un super Derrick che passa dall'amichevole all'apertamente ostile in un battito di ciglia (memorabile la scena, non doppiata in italiano, nell'ufficio dell'assassino). Finale concitato e originale. Harry dà ancora del Lei all'ispettore, essendo pressoché agli inizi. (Robykeys82)

**** L’omicidio di una giovane amante e le pacate indagini di Derrick e Klein fanno da contorno ad una relazione di coppia che – nella sua banale complessità – costituisce il fulcro attorno a cui ruota l’intero episodio. Lui rappresenta l’archetipo del borghese arricchito cui il denaro non è servito per liberarsi di frustrazioni e ferocia repressa (neanche tanto); lei è la classica donna che si è sposata male ed invecchia (bene) in una gabbia dorata in cui le tocca rispettare tutti i canoni del femminile borghese (cuoca, serva, cornuta e punchball per il marito). Stephan lo annusa subito: mai come questa volta il suo ruolo sarà quello di paziente ed educato osservatore, pronto a cogliere le prime crepe e, chissà, intervenire prima che il quadro familiare si rompa e qualcun altro si faccia male… (Eresiarca)

***! Derrick e Harry si trovano a fronteggiare uno degli assassini più odiosi della serie, il quale però non si rivelerà certo un genio del crimine, dato il modo in cui tratta le prove e i testimoni a suo carico. I nostri due eroi tuttavia, disprezzando le indagini "serie", si attaccheranno come consueto alla psicolabile moglie dell'omicida, il che porterà a un esito drammatico. Il ritmo dell'episodio è comunque serrato e si segnalano anche i modi eccezionalmente brutali del "capo" Derrick e il piglio del sergente Klein. (Gordon)


19. IL CASO ANNIE ROTHE
 (Tote Vögel singen nicht)
**** Una bella giovane viene trovata morta in una discarica. Lavorava in uno studio fotografico molto osé e viveva in una pensioncina dove, quando arriva Derrick per le indagini, qualcuno gli spara. L'ispettore scoprirà chi era, ma anche questi verrà ucciso (nell'immancabile locale equivoco dove nessuno vuol parlare e nessuno conosce nessuno). La ragnatela di connivenze si allarga comprendendo anche un avvocato solo in apparenza compito e rispettabile e un ricco imprenditore che è di fatto il boss del locale e dello studio fotografico. Della serie targata 1975 (chiamiamola l'annata "americana") è l'episodio più rappresentativo e meglio condotto: montaggio serratissimo, azione costante, Derrick irridente e ironico, inseguimenti, sparatorie, porte sfondate, suspence, dialoghi molto curati, gag da non sottovalutare (Derrick che rimprovera pesantemente ma ironicamente Harry in ufficio davanti agli occhi dell'interrogata, Schroeder che insulta Derrick a mezza voce e dice che Harry è uscito senza dire dove andava precisando che "fa il misterioso"), l'ispettore che si prende dello "sbirro di merda" e reagisce tirando un pugno, l'apertura in palestra con l'allenamento di Derrick al sacco... Insomma, niente a che vedere con il "vero" ispettore che tutti conosciamo, ma se cercate un ottimo esempio di come la serie cercò di evolvere nel 1975, "Il caso Annie Rothe" è l'esempio migliore. Contiene forse il maggior numero di accoppamenti visti compreso uno in sauna, in purissimo stile noir (con clienti nudi ricoperti di fango), e persino il finale non delude. (Zender)

**! Alla vista del cadavere di una ragazzetta in una discarica, l’ispettore Derrick si rivolge al fedele Harry dicendogli: “Brutto spettacolo!” e lui risponde: “Dovremmo averci fatto il callo ormai, e invece…", ma ambedue appaiono poco convincenti e questo dialogo di circostanza non fa che accrescere il freddo cinismo del duo. Questo tragico preludio dà il via a una puntata incentrata attorno a un night-club dove la ragazza trovata morta (tale Annie Rothe, citata nel titolo) lavorava, ovverosia il “dancing-cabaret Monalisa” (Harry all’entrata del night dice: “Conosco il locale: molte prostitute e altre che lo diventeranno”; insomma ci fa pensare che lui di tanto in tanto attinge alle “risorse umane”, là dentro al “Monalisa”), ma soprattutto al ricco proprietario e a i sui fedeli collaboratori. La vicenda, pur non essendo certamente originale, è interessante negli sviluppi se vogliamo psicologici dei personaggi, ma un regia più svelta avrebbe dato lo slancio necessario alla puntata (che talvolta zoppica in scenette trascurabili che tolgono spazio alle indagini). (Markus)

***! Per chi è abituato all'immagine classica di Derrick, questa puntata rischia di essere a dir poco sorprendente, sia per l'alto fatturato di cadaveri (probabilmente si raggiunge il picco della serie), sia per la forte componente action, con l'ispettore che dovrà sfoderare più volte la pistola e persino menare le mani con un delinquente che lo insulta pesantemente. Meno interessante la parte strettamente giallistica, dato che in fondo si capisce ben presto dove si andrà a parare. Tuttavia il flashback rivelatore ha il suo perché, e nel complesso l'episodio è più che soddisfacente. (Nicola81)

***** Uno degli episodi migliori della serie, benché non certo uno dei più rappresentativi: Derrick e Klein appaiono come una perfetta coppia di sbirri “bastardi” (bevono in servizio, corrono, sfondano porte, sparano, picchiano), come mai più li rivedremo. Record di morti ammazzati e dialoghi serrati e strafottenti, lontani dal surrealismo drammaturgico tipico della serie. Dall’inizio con Derrick che si allena al sacco da pugile, al finale con tripla sparatoria e l’arrivo dei Maggiolini della polizia, una puntata che tiene gli occhi incollati allo schermo dall’inizio alla fine. Il che, per una serie nota ai più per sfidare il fast-forward, non è mica poco. (Il Dandi)

***! Quanta azione in questo episodio dal ritmo serrato e dal grilletto facile! I corpi si accumulano mentre Derrick e Harry inseguono i colpevoli del brutale assassinio di una giovane di provincia, finita in un gioco più grande di lei. Sceneggiatura e regia sono affiatate nell'introdurre progressivamente comprimari e comparse che popoleranno questo cupo episodio fino alla fine. Derrick è al massimo della forma fisica e insegue l'azione come raramente lo vedremo fare in altri episodi, tanto da finire a due passi dal rimetterci pure lui. Harry lo segue con disinvoltura, mentre il collega Schroeder sbuffa e impreca, così che è facile intuire perchè da qui a poco scomparirà dalla serie. Menzione d'onore per il cattivissimo Malenke, interpretato da Hans Korte. (Eresiarca)

***! "L'uccello morto non canta" (è la traduzione del titolo originale). E i morti ammazzati sono numerosi in questo episodio da inserire tra i capisaldi della serie. Morboso nei contenuti, dinamico nella forma; lampi di umorismo nero, sparatorie e scazzottate (Derrick stesso, particolarmente vivace, assesta due o tre pugni), belle donne traviate, malavitosi dediti alla tracotanza, locali ambigui (disegnati con cura), clima nevoso che dà il giusto tocco nordico: materiale amalgamato e poi plasmato con piglio nervoso e crudezza (idee chiare in regia). La vicenda si svolge ad incastri giustapposti, che vivacizzano la struttura dell'intrigo. Buon valore figurativo d'insieme. Personaggi particolarmente espressivi (Il boss e la prostituta alcolista, per esempio). Molto riuscita la scena dell'omicidio nel termario. (Faggi)


20. SHOCK
 (Schock)
***! Quando la capiranno in Derrick che se qualcuno ti punta una pistola contro è meglio non fare tanto i brillanti? La vittima qui ne è il classico esempio: "Non hai neanche il coraggio di commettere un omicidio..." Bang bang e ciao. Chiusa lì, se non fosse che al delitto assiste anche il figlio dell'ammazzato, un ragazzino dall'aria tanto Harrypotter che perde la favella e resta scioccato per un bel pezzo. Derrick, che era a teatro con l'amichetta, tale Renate, se la porta dietro sul luogo dell'omicidio e questa capisce subito le condizioni del ragazzino (è psicologa...). Intanto seguiamo anche il ritorno a casa del killer, un bel personaggino dall'aria bonaria (ben peggio il suo capo, col quale Derrick si scontrerà piuttosto ferocemente), con moglie e figlio a carico. Un soggetto più articolato del consueto, scritto e recitato bene, con un finale in capannone degno di un bel poliziottesco all'italiana e un colpo di scena che lascia di stucco per l'impietosità. Considerato che Renate resta in scena più del previsto (c'è lo champagne per due!) e che Derrick deve pure menare le mani, possiamo dire di aver a che fare con un episodio più che soddisfacente. (Zender)

***! Lo shock è quello accusato da un ragazzino che ha visto morire il padre sotto i suoi occhi per mano di un ladro di auto. Derrick e Harry, qui grintosissimi, intuiscono subito chi è il capo della banda, ma solo un tragico e inaspettato permetterà loro di incastrarlo. Finale tra i più amari di sempre, ma anche alcune belle caratterizzazioni. La più convincente è quella dell'assassino in preda al rimorso (figura ricorrente nella serie, ma qui resa meglio del solito), ma si mettono in evidenza anche la psicologa Renate (d'altronde siamo nel suo ambito) e la compagna del morto. Un episodio convincente, ma anche molto triste. (Nicola81)

**** Ladro d’auto si trasforma in assassino e il figlio della vittima, che potrebbe riconoscerlo, perde la parola in seguito al trauma subìto. Un episodio memorabile, grazie alla riuscita dell’aspetto umano della vicenda, che bilancia le concessioni al poliziesco d’azione frequenti nel Derrick anni ’70. Ma la puntata si segnala anche per la presenza della psicologa Renate, personaggio che torna per la seconda (e ultima) volta dopo essere già stata introdotta come fidanzata di Derrick nell’ep. 3 Quattro colpi dietro la porta: caso rarissimo, visto che nei successivi 21 anni di astinenza l’ispettore non possiederà quasi mai una vita privata o comunque sembrerà sempre trascorrere il poco tempo libero in placida solitudine. Bella sceneggiatura e ottimo cast. Magari il livello medio della serie fosse sempre questo. (Il Dandi)

**** Uno dei migliori episodi della serie, anche se certamente uno dei più tristi. Tra i tanti motivi per seguire questa avvincente e commovente indagine ci sono senza dubbio un cast di comprimari convincente (che include l'amica intima di Stephan, Renate), una fotografia spesso in notturna, piuttosto cupa e comunque avvolgente, una trama con colpi di scena meno improbabili che in altre occasioni. Oltre che su Harry, Derrick può contare su Schroeder e su un altro collaboratore, avvalendosi di un vero e proprio team di investigatori. Bella la colonna sonora che spazia dalla Tosca di Puccini a "Hurricane" di Bob Dylan. (Eresiarca) 


21. CALCUTTA (Kalkutta)
***! Una donna chiama la polizia da un night chiedendo protezione immediata, ma alla centrale cincischiano, perdono tempo, e così intanto nel vicolo vicino una macchina la schiaccia. Derrick comincia le indagini che lo porteranno prima in una bisca clandestina (dove lavora come cameriere il marito della vittima) e poi in un misterioso ospizio per riccastri, che spedisce una vagonata di soldi in India (da cui il titolo) per beneficenza. Trama complessa, che monta minuto dopo minuto per arivare a un'ultima parte tesa e giallisticamente molto interessante. Più spazio all'azione che agli interrogatori, con un break inatteso in cui una donna inviterà Derrick a casa proponendogli una notte di fuoco. L'ispettore, sapendo di non essere così attraente, non ci casca e dirà a Harry di seguirla; da lì si aprirà la parte migliore dell'episodio, comunque piuttosto piacevole anche fin lì. Per una volta nessun reo confesso, tutt'altro, e caso che si chiuderà solo grazie a un'intuizione di Harry! (Zender)

**! Il cambio di rotta si fa più ambizioso, verso una deriva dal sapore spionistico: Derrick che indaga in incognito (“non ha l’aria del poliziotto… è tropo distinto”!) addentrandosi in una bisca clandestina, e si fa pure rimorchiare dalla Circe della Banda… sembra più la sceneggiatura di un episodio del “Santo” Simon Templar che non della serie dedicata al capo della sezione omicidi di Monaco. Riscatto intellettuale per Harry, che ne esce meglio di tutti. (Il Dandi)

*** Per essere un episodio appartenente all'annata action di azione ne ha pochina, anzi in pratica la esaurisce con il delitto iniziale. L'impianto giallistico però non è male, e il fatto che l'intuizione decisiva arrivi da Harry, notoriamente poco avvezzo a simili genialate, regala all'insieme un pizzico di originalità in più. Pur non facendo gridare al miracolo, una puntata più vicina al buono che al discreto. (Nicola81)

**! Il brutale omicidio di una donna appena fuori da un locale alla moda di Monaco dà il via a un intrigante episodio girato - a dispetto del titolo - fra Monaco e una lussuosa casa di cura nella campagna bavarese. Alcune crude immagini di donne e bambini divorati dalla fame sono i soli fotogrammi in cui l'India entra realmente nella storia. La trama si divide nettamente, forse troppo, fra le due distinte locations e conseguenti fasi dell'azione. Derrick è in forma e più elegante che mai, specialmente quando si infiltra in una bisca clandestina in cerca di informazioni. Harry, addirittura, tira fuori dal cilindro l'intuizione che risolverà il caso. Sullo sfondo, la denuncia dell'avidità umana pronta ad approfittare dell'ingenua generosità e beneficenza altrui. (Eresiarca)

*** Episodio ricco di spunti golosi nella figurazione e nella narrazione (ovvero nell'intrigo); fornito di movimenti vivaci della macchina da presa (la regia ha personalità). L'azione, che contraddistingue l'annata, è nella dinamica della vicenda. L'ispettore è in splendida forma (e si consideri tutto il segmento nella bisca clandestina, dove una bella donna è attratta da lui - attrazione all'insegna dell'ambiguità, sia chiaro; infatti seguirà il pericolo). Misteriosa, di buon fascino enigmatico, la seconda parte - è facile perdonare quella caduta nel didascalismo che è la proiezione dei filmati sulla fame in India. Harry, a sorpresa, ha l'intuizione decisiva - intuizione che il giallista e il derrickiano avevano quantomeno accarezzato. (Faggi)

***!
Una puntata anomala, tranne che per gli standard dell'annata 1975 della serie, ma tutto sommato godibile. Non si può certo dire che durante l'episodio ci si annoi, dal momento che lo spettatore è continuamente sballottato tra le vicende e i personaggi più disparati. Derrick e Harry appaiono in gran spolvero e si immergono in atmosfere losche con grande savoir-faire, fino a un epilogo convincente ma troppo risicato nei tempi. Peccato solo per qualche dettaglio che lascia un po' perplessi. (Gordon) 


22. UNA BRUTTA DOMENICA (Kein schöner Sonntag)
**** Uno dei migliori Derrick di sempre. Il falso furto all'azienda di papà da parte del figlio è raccontato con inatteso senso della supence, e i tentativi (un po' maldestri, come sempre in Derrick, ma se non altro qui più studiati del consueto) dei responsabili di mascherare la colpevolezza sono retti da un capofamiglia con le idee chiare (ricorda un po' Enrico Maria Salerno) che sembra poter mettere nel sacco Derrick. Molta umanità nel personaggio del figlio, responsabile di aver mezzo ammazzato la guardia notturna e seppellito dai rimorsi, e più in generale una vicenda credibile e molto ben condotta. Si sperava in un finale più teso e complesso, ma la durata impone che anche qui ad un certo punto tutto si risolva in fretta, purtroppo. (Zender)

**** Un uomo impiegato in una società, per sostenere l’alto tenore di vita che si è voluto creare per lui e la sua bella famiglia, ruba del denaro nella ditta dove lavora ma poi, per dissipare qualsiasi dubbio sulla sua responsabilità, si fa aiutare dal figlio per un furto notturno, il tutto condito da un alibi premeditato a prova di ferro. Durante il furto il ragazzo senza volerlo compie un omicidio; da lì iniziano i guai… Altro episodio “argentiano” de l’ispettore Derrick per via di alcune similitudini, specie nella scelta delle location. (Markus)

*** Bell'episodio, paradigmatico di uno dei temi chiave dell'intera serie: la famiglia, come luogo di protezione dal mondo esterno ma anche di conflitti all'interno. L'indagine incalzate, Derrick trova quasi subito l'anello debole (l'inetto figlio) con cui arrivare fino in fondo (allo spregevole padre). (Il Dandi)

*** Per coprire le ruberie ai danni dell'azienda in cui lavora, un uomo pensa bene di simulare un furto. Se ne occupa il figlio, che però accoppa il guardiano notturno e si fa prendere dal rimorso. E sui sensi di colpa, come noto, Derrick ci ha quasi costruito la carriera... Episodio che più classico non potrebbe essere, irrilevante dal punto di vista giallo/poliziesco, con Derrick e Harry che entrano in scena piuttosto tardi e, avendo intuito subito com'è andata, puntano a come ottenere la solita confessione, che puntualmente arriverà. In compenso, buona prova del cast e ottima regia, che dà il meglio di sé nella silenziosa sequenza del furto, realizzata con un'efficacia stilistica non sempre frequente nella serie. (Nicola81)

** Padre e figlio alle prese dapprima con un furto "riparatore" nell'azienda in cui lavora il primo, quindi con i sensi di colpa che si scatenano quando le cose vanno storte e un povero vigilante ci lascia le penne. La preparazione e, soprattutto, l'esecuzione del furto sono riprese e montate meticolosamente, forse anche troppo, dato che bisogna aspettare quasi mezz'ora per vedere Derrick e Klein sullo schermo. Il tempo rimasto per elaborare l'indagine è, quindi, ancora meno del solito. Ne risentono sia la trama - che accelera fin troppo repentinamente - che il finale, il quale praticamente non esiste. Buona, quantomeno, la scelta delle location. (Eresiarca)

**** Senza dubbio uno degli episodi più avvincenti della serie, anche grazie a una costruzione di stampo "colombiano", in cui cioè Derrick (da Harry non ci si può aspettare troppo) coglie un lapsus del colpevole e da lì lo perseguita fino a farlo cedere. In questo caso, inoltre, ad aggiungere interesse c'è il tema della protezione psicologica dell'anello debole, il figlio omicida, da parte del perfido padre. Peccato solo per un finale leggermente tirato per i capelli. (Gordon) 


23. STANZA N° 48 (Auf eigene Faust)
**! La puntata si apre su Derrick che spara all'impazzata al poligono di tiro: che è tutta st'azione? E nemmeno è finita, perché il suo collega esce dal poligono e lo fanno secco per strada. C'è dietro un grosso giro di banconote false sul quale il poveretto stava indagando. Derrick libera un ex falsario dal carcere e fa seguire un ex poliziotto con le mani in pasta nell'affare: Harry finirà preso a pugni in un vicolo, mentre nel finale sarà lo stesso Stephan a menare incredibilmente le mani! Succederà un po' di tutto insomma, in quest'episodio dal respiro internazionale, montato molto più sveltamente del consueto e con un paio di belle caratterizzazioni (l'ex falsario e l'ex poliziotto, per l'appunto). Certo siamo lontani dalla formula classica e a lungo andare tutti questi intrighi stancano, ma ci si può consolare con la sceneggiatura tutto sommato corretta e la non comune dose di action, tra informatori da strada, brutti ceffi da periferia e misteriose stanze d'albergo (da cui il titolo). (Zender)

*** Episodio piuttosto cupo ed underground in cui Derrick e Harry cercano di ritrovare i colpevoli dell'omicidio di un loro collega, impegnato nello smascherare un traffico di banconote false. Buona la scelta di alcune ambientazioni nella Monaco proletaria, dove Harry paga in prima persona la sua troppa (e legittima, essendo un poliziotto) curiosità. Notevoli anche le caratterizzazioni di un paio di comprimari, tra cui un ex poliziotto che rifiuta la tranquillità della pensione e un falsario che decide di collaborare con la polizia. Finale poco credibile: probabilmente, nella vita reale, il buon Stephan non se la sarebbe cavata così a buon mercato. Colonna sonora non bella, ma tuttavia divertente. (Eresiarca)

**! Episodio con azione (poco o niente verosimile: più che altro è un espediente per vivacizzare l'insieme). E comunque la vivacità è ottenuta, anche attraverso scelte di inquadratura, montaggio e dettagli curiosi ed enigmatici. Ciò che davvero intriga sono i personaggi, disegnati con espressività. Attraggono nei volti e nei comportamenti e certe loro frasi marcano cupamente il territorio. Il clima plumbeo, da pericolo costante, è un valore aggiunto. Fa niente se il finale (dove il nostro ispettore rischia la pelle) appare sbrigativo. (Faggi)
 
**! Un collega di Derrick viene ucciso da una banda di falsari su cui indagava. Un Derrick insolito, che inizia sparando al poligono di tiro e chiude andando in missione incognito e disarmato. Azione ai massimi livelli dunque, anche se il povero Harry, che avrebbe avuto le physique du rôle per essere il personaggio deputato a queste scene, invece si limita a prenderle di santa ragione. Si conferma l’impressione dell’episodio precedente: l’annata ’76 non rinuncia al sapore action di quella precedente, arricchita da numerosi esterni come difficilmente se ne vedranno in seguito, ma recupera anche l’attenzione allo sviluppo dei personaggi, con caratterizzazioni psicologiche più approfondite. (Il Dandi)


24. CHI E' JOSEPH KOLLER? (Ein unbegreiflicher Typ)
*! Si inizia con un misterioso affare trattato in un bar: valigette piene di marchi, frasi misteriose... Poco dopo un povero barbone, invitato  a salire in una camera d'albergo dal proprietario della valigetta e a lui molto somigliante, viene accoppato da un sicario. Derrick cerca di far luce in un caso fumosissimo, in cui l'entrata in scena dei servizi segreti, dello spionaggio, trasformano l'episodio in un vero e proprio caos mentre Harry si dedica a inseguimenti e sparatorie come nella tradizione bislacca dell'Annata 75. Indagini che nulla hanno a che vedere col giallo quanto piuttosto con lo spionaggio per cui, se anche va rimarcata un'azione più ricca rispetto alla media, lo sviluppo è insoddisfacente. Non quanto il finale comunque, davvero irritante e improponibile! A Derrick perlatro nessuno pare subito dire ciò che sa, compresa la moglie dell'enigmatico Josef Koller, ovvero l'uomo con la preziosa valigetta che si era visto all'inizio. Ah, dura la vita nei servizi segreti.... ma anche quella di Derrick e Harry alle prese con casi simili, del tutto al di fuori della loro reale comprensione! Tanto è vero che più in scena del solito troviamo Schroeder, l'assistente di Derrick che cogli anni sparirà sostituito dal molto meno acuto Berger. (Zender)

*! Episodio quasi dal sapore poliziottesco, con inseguimenti e sparatorie che vedono Harry in prima linea, e un Derrick risoluto con camicia sbottonata senza cravatta. La trama però è debole, benché ingarbugliata, e la resa generale lascia una sensazione di “vorrei ma non posso”. Lo so, mi contraddico, ma stavolta mi viene davvero da dire: andiamo Derrick sei tedesco, freddo, elegante, intelligente, hai i capelli bianchi, e soprattutto vai in onda in tv dove troppa violenza non è lecita: fai il tuo mestiere. (Il Dandi)

*! Azione e spionaggio, ma tutto fumo e niente arrosto. Peccato, perché l'inizio biforcuto, con una sua dignità misteriosa stava ammaliando il derrickiano; e se si era a lato dalla perfezione nemmeno la si pretendeva. Poi la rovina, o quantomeno l'incompletezza magnetica, l'incapacità di sostenere un andamento spigliato e la plausibilità nella solita - amata - stranezza che distingue la serie. Harry si spertica in mosse da poliziesco alla maniera d'oltreoceano ma il segmento che lo vede protagonista gira a vuoto. Derrick cerca di scandagliare in giro, per quanto può, senza cavare granché. E intanto la puntata langue, chiudendosi con una soluzione deludente. (Faggi)



25. FESTA A BORDO (Das Bordfest)
*** Festa aziendale, per la precisione. E pure piena di belle donne che folleggiano, prima tra tutte la spendida la moglie del capo che balla un po' con tutti. Gli muore proprio il marito però, accoltellato e gettato in acqua. Quando Derrick arriva trova tresche dappertutto: la prima proprio quella della moglie del capo, che se la fa col figlio del socio del marito, a sua volta uomo dissoluto con la moglie che lo tratta per quello che è. Una trama molto intricata e ricca di colpi di scena, fin troppo. E' a causa di questa ansia di far spuntare sospetti da ogni parte che si giunge a un finale francamente ridicolo, assolutamente incredibile non tanto per il movente (che di fatto non esiste) ma per la realizzazione. Fino a quel punto comunque l'episodio si era fatto seguire con interesse, anche se con qualche flashback di troppo. A bordo c'è comunque solo la festa, perché tutte le indagini, a differenza di un titolo che faceva pensare a uno storico episodio di Colombo, si svolgono a terra. Erano i tempi in cui Harry ancora dava del lei a Derrick. (Zender)

*** A conclusione di una festa aziendale su una nave, un uomo scompare misteriosamente. Durante la notte viene cercato ma inutilmente. Il giorno successivo viene ripescato morto nelle acque. Derrick investigherà ficcando il naso nella vita privata degli impiegati della ditta per risolvere un caso  apparentemente inspiegabile. Altro episodio “alla tenente Colombo” per via della suggestiva location che mi ricorda vagamente il magistrale episodio “Assassinio a bordo”, andato in onda un anno prima in Usa, ma anche per la risoluzione del caso che, come l’americano Colombo, Derrick sbroglierà addentrandosi nella vita privata di persone altolocate. A mio avviso il più bell’episodio della stagione ’76. (Markus)

** Raro episodio sul registro del whodunit che riesce perfino a presentare, benché in maniera un po’ disonesta, un colpevole a sorpresa. Il problema è che Derrick più che indagini fa stalking, e se non fosse per un cast ben assortito la puntata sarebbe ben poco avvincente. Harry inizia a fumare le sigarettine scure e sottili "More" di Kojak (vezzo che conserverà per un po’, finendo in seguito per attaccarlo anche a Derrick) e chiama Stephan “capo” dandogli del lei (almeno nel doppiaggio italiano). (Il Dandi)

*** Episodio che si svolge come un giallo classico (alla Derrick, comunque). Non sappiamo nulla dell'assassino e del movente. Regna l'ambiguità dei personaggi e dei fatti. Interessante l'uso dei flashback. Il tutto è godibile nonostante il finale assurdo. (Faggi)

** All'inizio ci si chiede cosa c'entri una nave da crociera con Derrick che, in genere, non esce mai da Monaco e meno che mai dalla Baviera. Poi si scopre che, durante una festa galleggiante sul lago, un imprenditore ci rimette le penne. Ambientato tra la ricca borghesia industriale, questo episodio ne analizza alcuni dei difetti "tipici", come la doppia morale, l'infelicità di coppia e la latente pericolosità. Finale della serie "mancano 6 minuti, dobbiamo chiudere" che ha, per lo meno, il pregio di accennare un tema per l'epoca ben delicato, pur senza nominarlo specificamente. (Eresiarca)


26. COLPO GROSSO (Das Superding)
*** Mission impossible? Per un ex professore di matematica proprio no: il caveau blindato della banca di cui ha ottenuto le planimetrie si può violare con il sistema più vecchio del mondo, il tunnel dall'edificio vicino, modello Soliti ignoti. Solo che l'edificio vicino non è un banco dei pegni ma (come vuole una specie di regola non scritta della serie, che deve avere le sovvenzioni di qualche ente per la diffusione del ballo) la solita discoteca con cubiste tette all'aria dove Stephan e Harry sguazzano alla grande. Mentre Derrick indaga il "professore" fa scavare i suoi minatori privati nelle cantine della disco (di cui è proprietario), e se non altro la regia regge bene: c'è ritmo, il professore è un tipino bello sveglio (l'Alexis di "Assolo per Margarete") e la storia si fa interessante. Peccato crolli miseramente nel finale: forse coerente, ma che inevitabilmente lascia l'amaro in bocca. Indimenticabile l'utilizzo del nano misura "condotto dell'aria", calato quasi in Tom Cruise style. Che De Palma abbia copiato da qui? Eeeeh, come no! (Zender)

**** Di fronte a una nota banca di Monaco, si compie un misterioso omicidio. Le indagini del solerte Derrick e del fedele compagno Harry (qui con una perenne camicia aperta sul petto molto “tamarra”),  porteranno ad una discoteca di fronte alla banca gestita da un ex insegnante di matematica dalla forbita parlantina. Sotto la banca, si sta scavando un tunnel per arrivare al caveau… Ottimo episodio (tra i migliori dell’annata ‘76). Qui si respira aria di film internazionale alla Operazione San Gennaro o Topkapi con tanto di ingegneria della rapina. Bello! (Markus)

*** Episodio non perfetto ma per certi versi sbalorditivo, in cui abbiamo situazioni prese di peso dalle avventure di Sherlock Holmes (il tunnel sotterraneo verso la camera di sicurezza della banca da La lega dei capelli rossi, il nano da Il segno dei quattro), che sfociano in una soluzione tipicamente derrickiana (il caso, manco a dirlo, si risolve col disturbato di turno che non vede l’ora di confessare). A questo punto è lecito pensare che perfino il brillante professore di matematica, talmente ansioso di professarsi genio del crimine da servire a Derrick i suoi complici su un piatto d’argento, sia ispirato alla figura di Moriarty. (Il Dandi)

***! Il primo episodio di Derrick trasmesso in Italia (quando si dice avere il senso della cronologia...), al momento della messa in onda non riscosse particolari apprezzamenti. Rivedendolo oggi lo possiamo considerare uno dei più importanti della saga; per il ritmo sostenuto, l'ingegnosità della rapina (con annessa divertente partecipazione di un nano), l'interessante figura del professore e una discreta spregiudicatezza (leggi "tette al vento"). Poi il finale è di quelli che più classici non si può, con l'immancabile confessione dell'anello debole della banda, ma la cosa disturba meno di altre volte. (Nicola81)

***! Bell'episodio che contiene sia alcuni tra gli elementi tipici dei Derrick anni 70 (atmosfere scure e a volte claustrofobiche, un certo gusto per la violenza e l'esibizione del nudo) che un paio di luoghi comuni che ricorrerano nella serie nel corso della sua pluriennale storia: nello specifico, la discoteca come luogo dell'azione e la confessione finale come risoluzione. Gli attori, ad ogni modo, sono di primo livello; su tutti meritano una citazione il professore di matematica e, seppur presente per pochi minuti, la vittima a partire dal cui omicidio Derrick viene chiamato ad indagare. Interessante come, oltre all' omicidio, Derrick già che c'è risolva anche il caso del furto nella banca. Harry - che in un paio di occasioni dà del lei a Derrick, nella traduzione italiana - annaspa un po', ma alla fine è sempre lì fedele al suo capo. (Eresiarca)


27. RISCHIO  (Risiko)
**! La gang del cloroformio, la chiamano: fermano i tir per la strada, di notte, e rubano la merce; ma un giorno un camionista ci resta secco e il più debole della gang (appena diciottenne) medita di confessare. Inutile dire che gli faranno la pelle. Derrick entrerà nella classe e conoscerà l'amico del cuore della giovane vittima, terribilmente scosso, ansioso di mettere le mani sugli assassini e che per tutta la puntata farà all'ispettore (e a noi) una testa così coi suoi racconti di motociclette (ci ha tappezzato la camera) e amicizia virile. Insieme a lui Derrick e Harry andranno al Charlie, il locale che frequentava la vittima, e si faran fuori due birre ("siamo in servizio", precisano, come a dimostrare che in Germania la birra viene considerata come l'acqua; "Beh, io esagero, tanto di sicuro se son con la polizia qualcun a casa mi ci porta comunque", ribatterà simpaticamente il ragazzetto). Episodio abbastanza canonico, con buone desrizioni dei personaggi e, chiaro, inevitabilmente lento. (Zender)

**! L'episodio gode di tipica stilizzazione derrickiana, nei personaggi e nelle caratterizzazioni psicologiche e ambientali. Abbiamo: due famiglie (disegnate con tratti spigolosi); il senso di colpa (impellente, duro); il locale ambiguo (con ambiguo personaggio all'interno); la brama di Derrick di scavare nelle menti; la ragazza dal comportamento biforcuto; il giovane studente che vive in uno strano stato d'esaltazione; la vittima incidentale; un'altra vittima per ragioni di prevenzione della galera. Il rischio è quello al quale si sono votati tre giovani studenti. Il gioco che hanno intrapreso potrebbe ricordare alla lontana il nostro "Liberi armati pericolosi". Quando ci scappa il morto cominciano, ovviamente, i guai e il nostro ispettore, imperterrito e dalle mosse di chi sembra aver capito tutto, si adopera con i mezzi del suo canone investigativo. Non male la progressione emotiva, qualche leziosità rovina l'insieme ma l'episodio resta accettabile. Si consiglia di abbandonarsi, anche, a quei dettagli secondari che danno il tipico colore locale alla serie. Per derrickiani incalliti. (Faggi)


28. IL CAMPIONE
 (Pecko)
** Pecko gioca coi suoi amici a ciclopalla (una sorta di calcio a colpi di bicicletta) ed è convinto di essere un futuro campione del mondo. Possibile, visto che ci giocheranno in una decina su tutto il pianeta. Per inseguire una palla però, il nostro entra in un cortile e assiste in diretta a un accoltellamento. Derrick arriva sul posto e subito lo pressa: "Tu hai visto l'assassino prima che si dileguasse!". Pecko resiste, alza la cresta (è un bulletto, dopotutto) ma l'ispettore non lo molla. Anzi, lo segue ovunque col sorriso dipinto in volto. L'intero episodio è giocato sul rapporto tra i due e su quello del ragazzo col fratello (non a caso il titolo originale è appunto "Pecko"), mentre l'indagine porta la polizia sulle tracce di un'accademia di danza dove lo stesso insegnante ammette sottovoce che su un'allieva che ne esce da vincente, cento diventano donne oggetto per uomini arrapati. Nonostante una regia spigliata e la buona caratterizzazione di Pecko l'episodio fatica comunque a decollare e il finale è raffazzonato. A livello giallistico altamente deludente. (Zender)


29. L'UOMO DI PORTOFINO
(Der Mann aus Portofino)
*** Un uomo che deve subire un processo si libera dalle manette, fugge da palazzo di giustizia ma viene ammazzato per strada poco lontano. Da chi? Per scoprirlo Derrick risale al proprietario della macchina che la vittima aveva rubato beccandosi la denuncia. Solo che il proprietario, un dottore di Portofino, è scomparso nel nulla dopo una breve vacanza nelle campagne intorno a Monaco. Tutti in  campagna insomma, dove Derrick si darà con Harry alle pippate di tabacco (con comici starnuti), ai balli in discoteca e agli interrogatori con sghignazzo (che c'avrà tanto da ridere Stephan in 'sta puntata, pare che voglia prendere in giro chi gli risponde...). La trama è intricatissima, prevede un flashback quasi argentiano a Portofino (tutto in soggettiva!) con il nostro Amedeo Nazzari (!), simpatiche sorprese e perfino l'entrata in scena del baffo della Moretti (un suo sosia, se non altro). Bella l'enigmatica figura dell'uomo di Portofino, disegnati con arguzia i personaggi secondari. La regia, come nelle puntate del 1975, è meno statica del consueto e, senza poter gridare al miracolo, annoveriamo l'episodio tra i più insoliti e complessi della serie, oltre a poter contare su una guest star come Nazzari e autentiche riprese a Portofino! (Zender) 

*** Episodio diseguale, perché il delitto vero e proprio e l’indagine di Derrick non lasciano il segno. Memorabili invece (e soprattutto per i fan italiani della serie) le parti dedicate al personaggio del titolo, interpretato da un Amedeo Nazzari carismatico ed ispirato, sempre ripreso in soggettiva dai suoi interlocutori, la cui voce sembra essere montata in presa diretta. Le location di Portofino poi rappresentano un’insolita e dispendiosa fuga per una produzione solitamente avara di trasferte. Unica nota davvero stonata: l’uso ossessivo (dopo un po’ non se ne può davvero più) del celebre tema musicale Giochi proibiti (peraltro in una brutta esecuzione), che secondo i produttori dovrebbe evocare la tipica atmosfera italiana, in realtà un brano anonimo attribuito a vari compositori di etnia latina (spagnoli, brasiliani, venezuelani). (Il Dandi)

*** La partecipazione straordinaria di Amedeo Nazzari (è lui il personaggio del titolo) e la breve parentesi in quel di Portofino (probabilmente l'unica trasferta della serie), fanno sì che questo episodio sia un piccolo cult, per il pubblico italiano. Al di là dell'aspetto patriottico, la trama è molto intricata, ma la matassa si sbroglia fin troppo facilmente. Derrick brusco e sarcastico, e ben assistito dai suoi sottoposti, non solo da Harry, a testimonianza di un periodo in cui veniva dato maggior risalto all'aspetto poliziesco. Nel cast figura anche Renè Kolldehoff, altro volto noto agli appassionati del cinema di genere nostrano. (Nicola81)

*** Episodio che, dopo un inizio sprint in città con tanto di fuga a mano armata da un tribunale e conseguente omicidio, si trascina più lentamente tra le placide campagne bavaresi. Derrick, Harry e il resto della combriccola cercano tanto l'assassino del fuggiasco quanto un anziano medico italiano scomparso dopo essere stato avvistato in Baviera. Dell'excursus in terra straniera - tanto bene in Italia - così raro in Derrick (e comunque si tratta di un lungo flashback) vale la pena segnalare le belle inquadrature effetuate all'interno di un piccolo, decadente, affascinante cimitero ligure. L'uso frequente della camera in soggettiva valorizza le qualità degli attori, fra i quali spicca la guest star Amedeo Nazzari, stanco, invecchiato, ma sempre carismatico ed efficace. Divertente il "ritornello" del tabacco da fiuto che pare essere di gran moda a Monaco e che, in questa puntata, tutti sembrano usare costantemente, Derrick e Harry compresi. (Eresiarca)


1977 (STAGIONE 4):
 

30. YELLOW HE (Yellow He)
*** Yellow He è il soprannome di una squinzietta che adesca il rampollo scemo (sfasato, ingenuo, lo definiscono, ma sarà lo stesso Derrick a farla breve: è scemo e basta!) di una ricca famiglia il cui nonno sta tirando le cuoia in ospedale. Dei due figli uno è appena stato ammazzato (per questo verrà chiamato in causa Derrick), l'altro, ovvero il padre dello scemo, tanto una volpe non è nemmeno lui e si comporta in modo strano. A chi andrà l'eredità del ricco nonno? Derrick indaga. Una puntata costruita meglio del solito, con una chiusura finalmente accettabile, begli intrecci e un matrimonio hippie che non t'aspetti. Il povero scemo balbetta pure e non è il massimo della simpatia, ma Yellow He e l'inseparabile amico (si chiama "Benocia", mah) sono anche peggio! Bizzarra la figura della moglie dell'unico sano di mente della famiglia (che è poi il primo a morire). Insolita la riunione al distretto in cui Derrick e Harry parlano del caso insieme a perfetti sconosciuti che ribattono e intervengono, come se il caso fosse anche loro: lasciate fare a chi sa! (Zender)

**! Yellow He è l'assurdo soprannome di una stravagante fanciulla che riesce a farsi impalmare dal rampollo di una ricca famiglia. Lui è un idiota di prima categoria, il parentado non scherza, il migliore amico si chiama Benocia (evidentemente era l'episodio dei nomi strani...). L'unica che sembra avere le rotelle a posto è la segretaria del morto, che in compenso si ritrova con un marito sul quale è meglio stendere un velo. Con una simile gabbia di matti l'episodio non può spiccare il volo, sebbene la trama non sia malaccio e il finale guadagni qualche punto. Derrick piuttosto in forma. (Nicola81)


31. UN CAPPIO AL COLLO
(Hals in der Schlinge)
*** Trova il babbo impiccato in soffitta e non crede ai suoi occhi! No no, era un uomo tutto d'un pezzo, senza grilli per la testa, figuriamoci se si suicidava. Poi invece salta fuori il contabile della ditta: investimenti sbagliati in sudamerica, il tracollo era alle porte. La figlia non ci crede ancora, suo fratello pare più malleabile (anche perché subentra al padre...). Derrick inizialmente pensa al suicidio, poi però affiorano i primi dubbi. Gli eventi precipiteranno, la tensione crescerà fino a un bel finale concitato. Episodio ben sceneggiato, molto vario e con l'intervento di qualche personaggio secondario (soprattutto in polizia, dove anche il quieto Schröder si ritaglia uno spazio accanto a Derrick). Esilarante un gratuito sketch al distretto, dove Harry e Derrick bloccano due ladruncoli improvvisamente impazziti. Senza brillare troppo, un episodio che illustra bene il carattere di Derrick ed esalta i punti di forza della serie. (Zender)

***! Solido episodio thriller con una figlia che non crede al presunto suicidio del padre (trovato impiccato nella soffitta di casa) e chiede aiuto a Derrick, il quale scoprirà un giro di interessi dietro la morte dell'uomo (molte serpi nella stessa azienda dell'uomo). Nell'episodio è protagonista la compianta Helga Anders (indimenticabile in Contronatura), che offre un'ottima interpretazione. Bravo anche Herbert Fleischmann. L'impianto giallo è solido, l'episodio ha un ottimo ritmo. Da citare il finale allo stadio. Diffidate della prima versione italiana dell'episodio tagliata di ben 15 minuti! (Ciavazzaro)

*** Gradevole episodio facente parte di un'annata (la '76) molto convincente nel suo complesso. L'episodio è valorizzato da un buon ritmo e da una storia intrigante che, sin da subito, pulsa sensazioni forti e ci fa entrare nell'intricata vicenda (se vogliamo, da film come si suol dire "d'altri tempi"). Deliziosa la ragazza protagonista interpretata da Helga Anders, la quale è anche presente in altri episodi della serie. Purtroppo Helga è prematuramente scomparsa nel 1986 per cause legate all'abuso di droga e alcool. (Markus)


32. UNA NOTTE DI OTTOBRE (Eine Nacht im Oktober)
*** Un rappresentante dall'aria porcina, chiaro esempio di maialone di mezz'età, entra in una discoteca e comincia a guardarsi un po' di ragazzotte al ballo (in costante sottofondo la splendida "Serenade" della Steve Miller Band e "Jeans on" di David Dundas). All'uscita prova a invitare sulla sua auto tutte quelle che passano, ma il due di picche è regolare. Solo una ci sta, e viene ritrovata accoltellata poco dopo. Sarà lui il colpevole? Non è così facile da stabilire, perché oltre al logorroico rappresentante entra in scena anche l'amante della vittima (un grasso avvocato) con tutta la sua famiglia (una moglie semi-impagliata e una madre arcigna con badante a carico). Questi cerca d'indirizzare, in purissimo stile Colombo, i sospetti sul rappresentante (che vediamo in azione mentre vende un detersivo supersgrassante), ma non tutto è chiaro. Anche perché, si sa, ogni tanto la serie ha la tendenza a complicare fin troppo le cose andando alla ricerca di soluzioni spettacolari che hanno l'effetto di rendere il tutto artificioso e irrealistico. Come in questo caso, dove ad una prima parte ben condotta e diretta con brio, piacevole e intrigante, ne segue una seconda a finali ripetuti (e confessioni come se piovesse) che ne svilisce l'impatto e si "svende" alle logiche del whodunit più bieco. (Zender)

*** L'episodio ha una buona caratura enigmatica e morbosa per tutta la prima parte e oltre; alcune scene - ovvero quelle che riguardano i personaggi della moglie (un vegetale) e della madre dell'avvocato (una megera), inquadrati in posture teatrali - sono spettrali. È chiaro che qualche segreto è sepolto e l'ispettore scava con sorniona cautela, assistito dal più impulsivo Harry. È a questo punto che l'intreccio e la temperatura emotiva precipitano, più o meno repentini, in un disvelamento prossimo all'assurdo, sicuramente non all'altezza, figurativamente, delle aspettative. Tuttavia l'episodio resta buono e si fa ricordare. (Faggi)

***! Dopo una breve parentesi all'americana, la serie torna a percorrere i binari consueti. Questo episodio, nel suo mirabile equilibrio tra il realismo della rappresentazione e il penetrante psicologismo caro allo sceneggiatore, è emblematico ed esemplare. Derrick, che entra in scena dopo pochi minuti, capisce presto che le cose non sono così semplici come appaiono. Ricca e ben disegnata la galleria di personaggi: spiccano l' arrogante avvocato, la madre autoritaria, il commesso cialtrone e bugiardo. La regia è brillante, i dialoghi eccellenti, l'unico difetto è un eccessivo compiacimento nel disorientare lo spettatore. Da vedere. (Kozincev)


33. UN CONTO APERTO (Offene Rechnung)
** Una banda criminale porta verso casa uno di loro colpito da una pallottola. La cosa curiosa è che la banda è composta da anziani e che la casa è... un ospizio! I quattro vecchietti appoggiano l'amico ferito davanti alla porta dell'ospizio e tornano in camera sperando che qualcuno se ne avveda e chiami l'ospedale. Ma intanto Toppe (questo il nome della vittima) muore e arriva Derrick. Chi ha ucciso il vecchino? E cosa nascondono i quattro ultrasettantenni? Episodio centrato molto sui pedinamenti, che hanno il compito di svelare progressivamente cosa stava nella testa degli anziani, il cui leader pare persona piuttosto arrogante e avida ("i soldi ti fanno volare"...). Più azione della media, insomma, anche se ugualmente la puntata non riesce a spiccare il volo. Al di là della curiosità di sapere cosa possa aver portato gli ospiti di un ospizio a ritrovarsi con un cadavere tra le mani c'è poco altro: i colpevoli non hanno proprio il phisique du role... Ancora una volta Derrick in ufficio se la prende col ragazzetto colla pipa. Gliela toglie e...: "Ripeti ora tutto quello che hai detto". (Zender)


34. MORTE DI UNO STROZZINO (Tod des Wucherers)
**! Crediti ad interessi leggermente alti... il nostro strozzino non si faceva amare dai clienti, ma visto come tratta il suo ragioniere pare che anche dipendenti e parenti stretti non lo adorino. Non a caso quando qualcuno lo ammazza, moglie e suocera organizzano per la serata stessa una megafesta che neanche a Capodanno! Derrick si stupisce, ma la vedova se ne frega e si ubriaca con l'amante. Nel frattempo il ragioniere se la fa con la fresca assunta e pare coprire qualcosa (anche se il fiuto dell'ispettore gli dice di cercare altrove l'assassino). D'altronde con la faccia da tonno che si ritrova e le risposte da rintronato che dà è difficile immaginarlo killer. Entra in gioco comunque un po' di tutto, perché oltre all'immancabile scena al night (con Derrick che tira pugni come un indemoniato!) troviamo anche una banda di bikers la cui presenza pare del tutto pretestuosa. Ad ogni modo l'episodio si fa seguire e Derrick è abbastanza in forma. A differenza di Harry, che si rende protagonista di un penoso scaricabarile costringendo Schroeder (che se ne stava in panciolle a far nulla) ad avvertire lui del decesso la moglie della vittima  ("Hai un tono di voce migliore del mio"... mah!). Meglio comunque le parti relative alla famiglia del morto che non quelle con ragioniere depresso che ci prova con la fresca assunta. Finale con testimone inatteso... (Zender)

**! In un’agenzia di crediti viene ucciso un contabile. Durante le indagini del solerte Derrick, si scopre che il proprietario dell’agenzia praticava tassi d'interesse al limite dell’usura e minacciava alcuni clienti. Derrick dovrà indagare parlando con i frequentatori dell’agenzia e giungerà alla soluzione senza non pochi problemi. Episodio dal ritmo tutto sommato spigliato e a mio giudizio interessante. Giochi di flashback alla “Petrocelli”, anche se di fatto è un episodio molto “alla Colombo”. (Markus)


35. L'UOVO DEL CUCULO (Das Kuckucksei)
** Un poveruomo accorre in un appartamento misterioso dove trova sua moglie uccisa, e dopo il danno la beffa: arriva Harry e gli domanda se sapeva che la moglie era una mignotta. "Mia moglie non era una prostituta! Chi è stato a dirle una cosa così assurda?". "Gli inquilini di questo palazzo". "Che cosa ne sanno di mia moglie?". "Più di lei, evidentemente". Harry spietato per un incipit che ha del comico e promette bene. Si comincia a indagare sulla donna, che effettivamente, dispiace per il poveretto, era proprio una prostituta. Si fa vivo il fratello dell'uomo e cade pure lui dalle nuvole. Possibile che nessuno sapesse? D'accordo che i due eran sposati solo da sei mesi ma... Attorno alla vicenda, piuttosto intricata, si aggiungono altri personaggi ambigui, mentre si scopre che la donna finanziava il marito coi soldi delle marchette (e anche qui, possibile che non arrivasse a capire?). Man mano che si avanza il quadro si schiarisce, ma poi s'infila in mezzo anche la storia di un ricatto che par proprio buttata lì per far minutaggio, e gli indizi scarseggiano come sempre. Episodio ben poco entusiasmante (il titolo fa riferimento a un modo di dire), nonostante un soggetto che poteva essere interessante. Cast scadente, nessun gran mistero, soluzione squallida. (Zender)


36. DELITTO SUL TRANSEUROPA EXPRESS (Mord im TEE 91)
Un uomo viene ucciso sul treno del titolo e scopriamo che era pure un amico di Derrick! Stephan è seccato, vuole assolutamente mettere al fresco il colpevole e lo ripeterà infinite volte nel corso della puntata, quando c'è da magnificare le doti della vittima. L'uomo era giornalista, autotrasportatore e molto altro, tanto che ben pesto si comincerà a capire che dietro tutto ci sono i servizi segreti. Derrick e Harry rimbalzeranno da un posto all'altro senza sosta, interrogando poco e dandosi al pedinamento e all'azione. Il problema è che così non abbiamo alcun personaggio ben definito e una trama fumosa che perde d'incisività quasi subito contorcendosi. L'ispettore si lascia andare alla nostalgia: "Ah, ma non poteva essere un bel caso di omicidio semplice con i moventi di sempre?". Già, l'avremmo voluto anche noi, perché qui, sballottati a destra e a sinistra, non riusciamo a individuare nessuno che possa davvero proporsi come antagonista. Prove ottenute grazie alla tecnologia, piccola parte per il solito immigrato italiano cui viene dato tanto per cambiare il nome di Mario. Del treno rimane traccia solo nel titolo e nei primissimi minuti. (Zender)

*! Un titolo alla Agatha Christie per un caso che nasce come omicidio - il morto è un conoscente di Derrick - e si trasforma progressivamente in un complicato (e poco interessante) intrigo di spionaggio internazionale. Probabilmente un'ora è un tempo insufficiente per sviluppare in maniera articolata l'idea dello sceneggiatore; difatti molti dei comprimari rimangono poco e male caratterizzati. Fra gli elementi da salvare, ci sono il platonico flirtare fra Derrick e un'avvenente spia che scatena la gelosia di Harry, un Berger un po' più attivo del solito in veste di infiltrato in una azienda e, soprattutto, il fatto che scopriamo che il locale preferito di Derrick è l'italianissimo "Da Mario". (Eresiarca)

*! Chi troppo vuole nulla stringe, si potrebbe dire per sintetizzare questo strano episodio in cui si combinano una trama gialla, all'inizio, e spionaggio internazionale, senza però focalizzare adeguatamente nessun elemento dell'intricato puzzle. Lo ammetterà lo stesso Derrick, molto più esuberante e collerico del solito, che questa non è roba per lui, mentre Harry appare molto coinvolto. Tuttavia l'ora di pellicola scorre piuttosto confusamente tra una miriade di personaggi poco caratterizzati fino a un finale surreale, da cui non si capisce né l'intuizione dell'ispettore né l'esecuzione del delitto. (Gordon) 
 
 
 
37. VIA BANGKOK
(Via Bangkok)
** Immaginatevi cosa mai potrà arrivare da laggiù... Infatti all'inizio smonta dall'aereo un tipo dall'aria preoccupata; due tizi bislacchi coll'aria degli spacciatori lo seguono, gli danno un appuntamento e lui fa appena in tempo a tornare a casa (dalla figlia e dalla moglie) che lo accoppano. C'è di mezzo la solita busta di eroina che non salta fuori e la vittima, violencellista di ritorno da una tournee in Asia, evidentemente non aveva seguito tutte "alla lettera" le istruzioni. La figlia ci resta malissimo, la moglie paralizzata non ne parliamo, mentre Derrick e Harry (molto presente) fan di tutto per capire chi ha ammazzato il poveruomo. E pure il perché, visto che nessuno certo dice loro della droga. Per tutta la puntata l'ispettore annaspa, fatica a capire (nonostante la solita faccia da quello che sa), piazza uomini dappertutto, fa seguire la figlia che i boss della droga chiamano per sapere che fine ha fatto la magica bustina. Finale concitato per una puntata classica della serie "narcotraffico": poco giallo, molta azione e un Derrick che spara all'impazzata (un paio probabilmente li fa pure fuori senza complimenti) e sfonda porta al rallentatore come manco Schwarzenegger. Buona sorpresa finale, ma la puntata in sè, per quanto discreta, dice poco. (Zender)
 
 
 38. IN TRE COL MORTO 
(Inkasso)
** Curioso: il cadavere ritrovato è stato ucciso dalla stessa arma che pochi giorni prima aveva fatto fuori un altro tizio la cui indagine era finita al collega di Derrick. Derrick preleva gli incartamenti e scopre che le due vittime erano due casanova dissoluti che il sabato sera giocavano a skat (gioco di carte a tre diffusissimo in Germania) assieme a un terzo uomo (un farmacista), il quale ora giustamente se la fa sotto visto che pare l’unico sopravvissuto del gruppo. Ad ogni insinuazione dell'ispettore nega tutto, finge di cascare dalle nuvole e di non aver paura di nulla, ma quando gli suonano alla porta manda Derrick ad aprire! L’ispettore capisce che la chiave di tutto è lui (d’altra parte lo capirebbe anche un bambino), ma si scava anche nel passato finché si viene a sapere di una diciottenne che s’impiccò qualche tempo prima. Parrebbe una storia divertente e intricata, ma è svolta con poca spigliatezza e piattamente. Nonostante sia ancora giovane Derrick pare già piuttosto annoiato e il finale è girato che peggio non si potrebbe. Non tra i più esecrabili episodi ma non si fa ricordare, se non per l’attivismo del poliziotto giovane che solitamente faceva irritare Derrick con la sua pipa: qui non fuma, pedina, informa... si rivela sorprendentemente un aiuto prezioso; altro che Berger! (Zender)

**! "Inkasso", il secco titolo originale, tradotto alla lettera vuol dire "riscossione", ovvero riscuotere debiti venuti a scadenza... Così sarà e Derrick dovrà darsi da fare per impedire il peggio; il punto è, infatti, che qui non si riscuote denaro o prestazioni in natura ma vite umane. L'ambientazione ruota intorno alla mondanità: navigati playboy, modelle, lusso e bella vita. Ci scappa il morto, cominciano le indagini e il nostro ispettore oscillerà tra classici Interrogatori in perfetto suo stile psicotropo e antichi metodi polizieschi; questi ultimi saranno decisivi (l'arma del delitto, una pistola, era già stata usata in un precedente ammazzamento). Nella versione originale l'episodio non è male (quella italiana della prima messa in onda è stata accorciata); il derrickiano fedele apprezzerà di certo. (Faggi)


39. MORTE NEL BOSCO (Tote im Wald)
***! Una bella turista inglese (in Germania per imparare la lingua) viene trovata morta in una strada di campagna. Dei due uomini che passano per di là uno va ad avvisare la polizia, l'altro se la dà a gambe dopo aver saputo della cosa. Derrick e Harry finiranno presto sulle tracce di quest'ultimo scoprendo che l'uomo, otto anni prima, aveva scontato due anni di carcere per uno stupro verificatosi in condizioni simili. Il maggiore indiziato pare quindi lui, peraltro un inetto tale che pensa bene di non avvertire personalmente la polizia del suo passato ma di mandarci un amico! Derrick fa tanto d'occhi, ma ha l'impressione che l'ex presunto stupratore sia davvero un mezzo scemo (anche se vive con una tettona niente male). Episodio bucolico, condotto bene e caratterizzato da lunghe indagini in esterni (spessso nel verde). Buona l'evoluzione della vicenda e finale (con tanto di flashback) che può a suo modo sorprendere. Se non altro Derrick e Harry si son dovuti dare da fare, una volta tanto, perché senza prove stavolta non avrebbero incastrato nessuno! (Zender)
 
*** Al di là della considerazione che, guardando questa serie, gli omicidi a sfondo sessuale, in Germania, sembrano quasi tutti frutto della casualità, si tratta di un episodio di stampo classico, con il solito principale sospettato dall'aria non troppo sveglia, attorno al quale si muove una variegata fauna in cui è difficile distinguere gli alleati dai falsi amici (interessante la figura della moglie). I ritmi sono quelli canonici, ma le indagini vengono descritte con efficacia, e il colpevole di turno confessa solo dopo che Derrick e Harry (una volta tanto!) lo hanno inchiodato con l'evidenza dei fatti. (Nicola81)

*** Titolo secco ed episodio a spirale, da un centro (il misterioso delitto di una giovane e bella ragazza inglese) ma mano si aprono e si allargano i dati, ovvero i fatti, poi gli indizi e infine le prove che disegnano la vicenda (solida nel figurativismo climaticamente ambiguo, duplice come un serpente a due teste). Derrick e Harry, sul luogo del delitto, faranno uno strano incontro; un incontro che si sospetta decisivo per gli esiti dell'indagine. Magnetismo da classico della serie (originalità diffusa, personaggi curiosi e finale interessante - con introduzione di flashback): il derrickiano impenitente resterà dunque incollato allo schermo. In margine: è da considerare uno dei marchi di fabbrica della serie, ovvero la consistenza fragilissima, da carta velina, delle vittime femminili (solo toccandole si strappano, cioè schiattano). (Faggi)


1978 (STAGIONE 5):
 

40. IL FOTOGRAFO (Der Fotograf)
** Si comincia subito con un inseguimento in una stazione della metropolitana: l'inseguito, un fotografo, finisce sotto il treno. L'affare scotta, e infatti alla prima occasione, in piena azione, Harry viene colpito alla spalla: fuori combattimento per due mesi! Derrick lo sostituisce col fido Berger (troppo rigido!) e in scena entra la cognata della vittima, che con questi faceva foto porno ("mica è vietato"), all'insaputa del marito. Si intuisce come il fotografo fosse uno senza troppi scrupoli (nonostante aiutasse una giovane paralitica che aveva investito), e lo sviluppo prevede l'incasellamento dell'episodio tra quelli più "americani" dell'ispettore, con potenti e leccapiedi dal pugno facile. Finale conseguentemente molto deludente. Eppure Derrick era piuttosto in forma... La mancanza di Harry si sente. (Zender)

*** Episodio movimentato in cui fra inseguimenti, botte e sparatorie un giovane fotografo ci rimette la vita e Harry un braccio, colpito da una pallottola all'inizio delle indagini. Avventura da non perdere soprattutto per gli estimatori di Willy Berger, che sostituendo Harry accumula più minutaggio qui che in decine di altri episodi messi insieme. Splendida la location fuori Monaco in cui si svolge parte dell'azione, un antico palazzo in cui risiede un'amica del fotografo. Splendida anche l'attrice austriaca Christine Buchegger che qui interpreta la smaliziata cognata del morto. (Eresiarca)

**! L'episodio non è male e la regia è spigliata; è il finale (diciamo gli ultimi cinque o dieci minuti) a deludere: si nota l'incapacità di chiudere con la giusta misura inventivita nella figurazione. Tuttavia non manca di magnetismo; i derrickiani incalliti apprezzeranno l'altalena figurativa tra azione vivace (si useranno le pistole) e morbosità (la giovane e bella signora che con disinvoltura si dedica al porno). Il morto ammazzato è un fotografo: si comincia seguendo una falsa pista scottante (la pornografia, appunto) ma presto, attraverso classiche indagini poliziesche, emergono altre e più cruciali implicazioni criminali. Harry è stato ferito durante la sparatoria iniziale e Derrick duetta con Berger. Il piglio del nostro ispettore è vivace, nervoso, risoluto: condurrà le indagini senza battere ciglio. (Faggi)

**! Non si sa se siano più fessi la vittima o i carnefici. La prima si mette a ricattare una banda di efferatissimi criminali, i secondi si incontrano alla luce del sole per i loro loschi intrighi. Non stupisce quindi che Derrick, pur fuorviato da vicende pornografiche e privato del suo fido Harry (sostituito da uno scialbo Berger), riesca a incastrare, in un crescendo di tensione, i colpevoli. Peccato per un finale che fatica a riannodare i vari fili pendenti che la sceneggiatura ha disseminato lungo l'episodio. (Gordon) 


41. MORTE DI UNA FAN (Tod eines Fans)
**** Harry Dugan, divo della canzone di ritorno da un concerto di enorme successo, si ritrova una fan morta nel letto nella sua stanza d'albergo. Come ci è finita lì? Non chiama la polizia e tenterà di sgombrare il campo da solo, ma un giornalista è in agguato e lo fotografa col cadavere in mano. Scooppissimo! Giornali in visibilio, entra in scena Derrick che dà l'impressione di non credere che l'assassino sia lui. Ma allora chi? Una delle puntate più incisive: ben scritta, molto studiata nella descrizione dei personaggi e nell'intreccio, recitata a dovere, diretta col piglio giusto e con un finale soddisfacente (che comprende pure un colpo di scena). Acuta la descrizione dell'entourage del cantante, intelligente il processo che porta alla ricostruzione della sera del delitto. Poco da rimproverare, il meglio della formula Derrick (compresa la fierezza dell'ispettore, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno) qui non manca. Apertura con Dugan che coverizza scatenato "Born to be wild" degli Steppenwolf. Da confrontare con "Assolo per Margarete". (Zender)

*** Non memorabile, ma sostanzialmente riuscita questa puntata che sposta l'azione nel luccicante (fino a un certo punto...) mondo della canzone e si distingue per una certa cura nel tratteggio dei personaggi, non solo del cantante e del suo entourage (l'irascibile manager, il sarto probabilmente gay, il laconico autista), ma anche di quelli "esterni." Come spesso accade in Derrick, lo sviluppo dell'indagine è abbastanza all'acqua di rose, ma stavolta ci conduce ad un finale nient'affatto scontato. Momentaneamente accantonata la storica sigla, ma visto il contesto era inevitabile... (Nicola81)


42. L'EREDITA' (Abendfrieden)
*** Un giovinotto va a cercare la propria vecchia prozia per comunicargli che le spetta una forte eredità, ma quando arriva nella pensione dove dovrebbe alloggiare, le proprietarie sono evasive e sembrano non vogliano dirgli dove stia realmente la donna. Lo menano per il naso per un bel pezzo, finché il giovane si scoccia e minaccia di chiamare l'avvocato. Parte in cerca della prozia e qualcuno, di notte, lo investe brutalmente uccidendolo. Alla pensione arriva Derrick e comincia indagini finalmente un po' più serie del consueto, interrogando gli ospiti e anche la famigerata prozia, che si fa da lui subito trovare. Ma c'è qualcosa che non quadra, e la coppia d'azione (qui inseparabile, visto che Derrick e Harry sono insieme in trasferta nelle campagne) lo capisce. Capisce anche troppo, visto che una delle volte in cui i due entrano nella villa sentono un pianoforte e chiedono: "Chi sta suonando il violino?". Pochi istanti dopo, a sorpresa, un violino si sente davvero! Ad ogni modo, nonosante una fastidiosa lentezza di fondo, l'episodio si sviluppa in modo interessante fino al colpo di scena finale, tirato come spesso capita brutalmente per i capelli ma sfizioso. Buone ambientazioni, dialoghi accettabili, cast pure. Non delude, insomma. (Zender)

*** Episodio abbastanza classico, ma decisamente godibile. Derrick e Harry sono sul pezzo e indagano per davvero, senza aspettare la solita confessione come una manna dal cielo. L'intrigo incuriosisce e culmina in un finale originale e non contrassegnato da quella frettolosità che caratterizza molte altre puntate. Interessanti anche i personaggi, in particolare le due proprietarie della pensione. Peccato per una fastidiosa lentezza di fondo e per l'ancora più fastidioso tema musicale (a base di violino) in sottofondo. (Nicola81)


43. UN'IMBOSCATA (Ein Hinterhalt)
** Un auto esce di strada nella campagna, si ribalta ed esplode: la vittima è un poveraccio che pare esser stato ucciso (l'incidente è doloso, con tronco d'albero abilmente posizionato lungo la via) per errore. L'auto è infatti quella di una dottoressa non ben vista da molti, nel circondario. Il poveraccio intanto muore nel silenzio e della di lui madre, presumibilmente affranta, non si saprà più nulla (ma che ti muore il figlio e non pressi la polizia per sapere chi te l'ha accoppato?). L'indagine verte invece sulla dottoressa e la sua difficile condizione familiare, in cui il fratello alcolizzato e il nipote la odiano. Insomma, un tipo che non si fa amare. Ma è invece molto sveglia, attiva, tanto è vero che le indagini più ficcanti le conduce lei, con Derrick appiattito su teorie e metodi che offrono pochi sbocchi. Non a caso, shock finale, la solita confessione arriva con Derrick assente, che fa spuntare il testino dalla porta giusto per far capire che ragazzi, mica gli possono rubare del tutto il lavoro! Episodio con qualche buono spunto ma poco interessante, che non riesce a coinvolgere come dovrebbe: tutti a pensare a chi possa aver messo il tronco d'albero in mezzo alla strada. Poi i soliti bar, gli alcolizzati, i sospettati che fioccano anche forzatamente... (Zender)
 
**! Va subito detto che la versione italiana della prima messa in onda è sfrondata di vari passaggi; che invece servono: in parte per le indagini ma specialmente per disegnare con nettezza i due personaggi principali, ovvero zia e nipote; e riguardo a quest'ultimo potrebbe essere un problema non avere a disposizione tutte le informazioni, che dunque nella versione originale si trovano. E poi, in fondo, è il rapporto tra i due sopracitati personaggi il fulcro dell'episodio che per quanto riguarda l'investigazione poliziesca rischia, quasi, di rimanere sullo sfondo. Derrick arriva a capire l'identità dell'assassino secondo metodi polizieschi tradizionali: messa a fuoco su un individuo sospetto e un po' di fortuna: a dire il vero con coazione a ripetersi. (Faggi)


44. LA FIGLIA DI STEIN (Stein's Tochter)
** Sulle note scatenate di "Don't let me be misunderstood" dei Santa Esmeralda (più volte ricorrerà nell'episodio) una ragazza un po' brilla balla ed amoreggia col fidanzato in auto. Quando però questi smonta per accompagnarla a casa qualcuno spara e lo centra in pieno eil giovane stramazza a terra. Arriva Derrick (Harry piuttosto in ombra, qui) e va subito a trovare l'ex della ragazza, primo indiziato, un tipo antipatico quanto misterioso. Anche il padre di lei non scherza, però: insegnava nella classe della vittima, frequentata anche dalla figlia (ma non c'è conflitto d'interessi? Lei dice pure di andare male a scuola...) e dall'odioso ex. Gira e rigira il colpevole dovrà stare tra questi, o magari è il socio del morto, proprietario di un locale di tendenza col migliore impianto audio della città (bello quando Harry lo accende facendo saltare Derrick appoggiato su una cassa). Soluzione prevedibile, personaggi non troppo interessanti anche se l'episodio non è dei peggiori. Insignificante, diremmo. (Zender) 


45. CONCERTO PER PIANOFORTE (Klavierkonzert)
Un pianista si sta esibendo a teatro e nel mentre gli ammazzano la governante, forse perché è stata scambiata per la moglie. E in effetti la moglie è una carognetta: l'ha aiutato agli esordi e adesso non gli vuole dare il divorzio nonostante lui abbia da tempo l'amante e praticamente le sputi in faccia appena la vede. Di fatto mezzo mondo avrebbe potuto ucciderla, anche se il marito è quello col movente più attendibile. Infatti Derrick, benché lui fosse in quel momento sul palco, vorrebbe metterlo subito dentro convinto che abbia potuto pagare qualcuno per l'omicidio. Cominciano delle indagini piuttosto confuse, che imboccano le piste più disparate, ma lo spettatore non riesce ad appassionarsi di fronte a tanta fuggevolezza. E il finale, come troppo spesso accade pretestuoso e poco credibile, è solo la naturale conclusione di un episodio di scarso interesse e scritto peggio del consueto. (Zender)

*! Episodio disponibile per speculazioni sul matrimonio come strumento e/o luogo di tortura. Argomenti generali derrickiani vengono dispiegati senza coagulare il giusto equilibrio magnetico e, purtroppo, regna sovrana - o quasi - la confusione. La colorazione emozionale è sbiadita e latitano le opportunità nell'ambito dello strano (delle stranezze) alla maniera della serie - unica pennellata di colore, a tal proposito, è nella figura (una bella ragazza) della nipote della vittima. Ovvio che il derrickiano impenitente non abbandonerà il campo; quasi ovvio che qualche frammento curioso salterà fuori ma l'insieme, purtroppo, delude alquanto. (Faggi) 


46. UN CAFFE' DA BEATE  (Kaffee mit Beate)
**! Una ragazza muore per aver mangiato un cioccolatino al cognac offertole dall'amica, ma dopo qualche lacrima viene presto dimenticata e ci si concentra sull'amica, a cui il cioccolatino era indirizzato. Beate (è il nome) vive in una pensione e i cioccolatini li aveva trovati in camera (camere aperte a tutti), per cui Derrick conclude subito che l'assassino è uno dei 5 inquilini. Per indagare meglio l'ispettore spedisce il povero Harry a trasferirsi lì in incognito affittando una stanza: ne scopriranno delle belle, e prima di ogni cosa che Beate la dava un po' a tutti, lì dentro (e la darebbe subito pure a Harry, se questi non si contenesse). Il ragazzotto simil Christian De Sica giovane lo ammette senza problemi, i due anzianotti (tra cui un sosia di Leslie Nielsen) lo fanno intendere, mentre la proprietaria e un'altra ospite paiono molto attratte pure loro dal fascino di Beate. A Harry la situazione pare un po' scappare di mano (è un uomo anche lui dopotutto, e quando Beate lo va trovare mentre è in vestaglia...), ma Derrick gli chiede di riassumergli le novità ogni giorno riportandolo così alla realtà. Whodunit classico con 5 indiziati per una soluzione sbrigativa e un po' buttata lì, come sempre. Tuttavia vedere Harry come testa di ponte di Derrick è divertente e i personaggi sono sufficientemente indovinati. Accettabile. (Zender)
 

47. ASSOLO PER MARGARETE  (Solo für Margarete)
*** Viene trovato il cadavere di Margarete e si scopre che la giovane se la faceva con un talentuoso chitarrista, tale Alexis. Derrick va a raggiungere il musicista subito dopo un concerto e s'accorge che questi è un tossicomane ormai mezzo andato, protetto alla follia dal fratello. Dopo un bel po' di resistenze, i due ammetteranno di conoscere la giovane e cominceranno le indagini: lei voleva portarlo a smettere. Chi l'ha uccisa? Episodio a tratti quasi commovente che si avvale della buona interpretazione del protagonista in negativo, Alexis, che l'aria da eroinomane ce l'ha per davvero! Si lavora molto più sulla psicologia dei personaggi che non sull'intreccio (in fin dei conti destinato a un finale senza troppe sorprese), con Derrick che in più d'una occasione deve sfoderare una risolutezza non da poco per contrastare gli scatti di nervi del chitarrista o del fratello/tutore. C'è spazio persino per un'entrata in scena con tanto di sfondamento di porta (da parte di Harry) e pistole spianate per salvare una vecchina chiusa in un armadio dai cattivoni col passamontagna. Niente di eccezionale ma un episodio ben studiato e tutto sommato convincente. Da confrontare con "Morte di una fan". (Zender)


48. IL PADRE DI LISSA (Lissas Vater)
**! Il padre di Lissa è tendenzialmente un alcolizzato rompipalle che non lascia in pace la sua ex moglie, risposatasi felicemente. Continua a chiederle incontri chiarificatori quando son divorziati da tempo, minaccia di morte lei, il nuovo marito, la figlia e fra un po' anche i vicini di casa. A rimetterci le penne è però il contabile del padre acquisito di Lissa, accoppato in giardino mentre era col suo principale. Derrick ovviamente sospetta subito dell'alcolizzato, il quale non solo non ha un alibi ma pare fosse proprio in zona, in quel momento. Ma è davvero tutto così semplice? Se il padre di Lissa è ridotto a uno straccio anche Lissa, dopo l'omicidio, si trova in uno stato catatonico poco invidiabile. Perché? Lo scopriremo, mentre intanto facciamo la conoscenza dell'odioso cugino del morto, un tassista avido e infido. Un bel quadro di personaggi da muovere davanti a un Derrick molto deciso e incazzoso: non guarda in faccia nessuno e qualche indizio stavolta se lo deve pure cercare. Non ne trova molti, beninteso, ma capisce presto dove puntare. Discreto ritmo, un finale tirato per i capelli... Del bello e del brutto che ne fanno comunque una puntata tutto sommato godibile. (Zender) 
 
 
49. L'INFORMATORE
(Der Spitzel)
*! Rapina in gioielleria: muore un poliziotto in borghese che aveva seguito i colpevoli. Gli indizi portano subito in un bar in cui (è un dato di fatto) si ascolta solo e sempre "The rivers of Babylon" dei Boney M. Potrebbe essere questo stesso un indizio, ma per tutti è normale e si continua. Per sbrogliare la matassa Derrick si appoggia a un informatore della polizia, personaggio ambiguo e un po' stordito che diventa il centro dell'episodio. Vive con una prostituta, il suo magnaccia e la figlia un po' ritardata della donna, a cui insegna a giocare a basket. Per il resto si barcamena (non si capisce da che parte stia) tra un Derrick che lo tratta con durezza (spesso lo prende pure in giro) e un criminale che invece ama insultare la propria madre strepitante in simpatici siparietti trash. Una fauna curiosa, non sufficientemente interessante da giustificare tuttavia l'attenzione che gli viene riservata. L'indagine passa del tutto in secondo piano, Derrick sfoggia inutilmente (grazie a quello lo individuano subito, bravo fesso!) la sua abilità di tiratore centrando il bersaglio e stupendo il titolare del poligono. Intanto, mentre quando si va al pub attaccano i Boney M., ogni volta che si va a casa dell'informatore partono i Beatles con "A hard day's night" in un risibile gioco di rimbalzi canori. Finale strappalacrime, con Derrick che si accolla una missione mica da ridere... Per fortuna che la puntata dopo se n'è già dimenticato... (Zender)


50. I SECONDI PERDUTI (Die verlorenen Sekunden)
** Furia selvaggia in un appartamento: un uomo misterioso uccide una donna, tira dentro casa una commessa che aveva bussato per una consegna e mezzo strangola pure lei. Poi si placa quando dei vicini chiedono cosa stia accadendo, ma intanto lascia dietro sè un cadavere e una commessa nel pallone, che l'ha visto in faccia ma non riesce a descriverlo. Derrick è paziente con la poverina e comincia a fare domande al marito della vittima, che stava per divorziare, mentre manda Harry a destra e sinistra a pedinare, sorvegliare... tutte le peggio mansioni. Intanto entra in contatto con una petulante amica della vittima e allo stesso tempo si prende cura della sopravvissuta nonché rincitrullita: conosce il di lei marito (un alcolizzato che è già tanto se sta in piedi) e infine la manda a stare dalla zia in segreto, perché è chiaro che il killer vorrà farla fuori non potendo contare sul riuncitrullimento a vita. Episodio discreto, con un finale accettabile e un Derrick in ottima forma, risoluto e dalla risposta secca. Peccato che la storia sia poco interessante, dopotutto, e i personaggi molto fiacchi. L'unico spassoso è l'alcolizzato: quando sua moglie (davanti a Derrick) gli grida che l'hanno aggredita e quasi uccisa lui le domanda con tutta calma se è rincretinita... (Zender)


51. LA RAGAZZA DI BLACKY (Ute und Manuela)
** Apertura in discoteca (che novità...): tra Michael Zager Band ("Let's all chant"), un po' di Grease e perfino i Genesis di "Follow You Follow Me" il Tony Manero locale, tale Blacky, si scatena. Poi però lo chiamano in garage e lo fanno secco. A ucciderlo pare sia stata la sua ragazza, dal poetico nome di Manuela Stroppe, che aveva osato rifiutarsi di farsi ripassare da un amico di Blacky e per questo s'era presa un sacco di botte (bel boyfriend s'era scelta). Poi saltan fuori, nell'ordine: Ute, l'assistente sociale, molto legata a Manuela (il titolo originale dell'episodio è infatti "Manuela e Ute"), che capisce la situazione e dice di voler regalare un alibi alla povera disgraziata nonché probabile assassina; il signor Stroppe ovvero il padre; il fratello Stroppe, ovvero il classico vegetale che in Derrick difficilmente manca; l'amico del cuore di Blacky, un bel tipetto che zompa addosso all'assistente sociale e infine la madre di quest'ultima, che fa casino cogli alibi. Un quadretto niente male per un episodio piuttosto fiacco ma passabile (anche se chi conosce la serie avrà capito già tutto dopo dieci minuti). Derrick è ancora giovane e attivo (però c'è chi lo sbatte fuori di casa: "Se vuole interrogarmi mi chiami nel suo ufficio ma esca di casa mia"... giusto!), Harry del tutto in ombra. (Zender)

** In discoteca, con le hit dell'epoca... Nel garage l'omicidio... La vittima è un giovane sadico (Blacky)... La sua ragazza (Manuela) è seriamente sospettata: potrebbe aver cercato vendetta perché abusata, picchiata, istigata alla prostituzione dal morto. Strano il rapporto tra Manuela e la sua assistente sociale (Ute) - si veda il titolo originale. Rapporto che fa sospettare un potenziale amore lesbico - magari fantasmatico: Ute si comporta come se fosse innamorata di Manuela. Derrick avrà un bel pò da fare, con i suoi soliti metodi di trapanazione delle menti: poi, quando tutto sembra volgersi contro Manuela, la soluzione sarà servita senza che il derrickiano incallito sia colto di sorpresa. (Faggi)


52. MATURITA'
(Abitur)
**** Che sagoma, Harry... Prima invita Stephan al bowling per fargli tirar su i birilli a fondo pista (“a buon rendere...”), poi si mette a danzare sulle note della Febbre del Sabato sera con la seducente ragazzetta protagonista; infine, quando Derrick ha già archiviato il caso, si mette in testa d’indagare personalmente con Derrick che lo guarda compatendolo. C’è da ridacchiare più volte, insomma, inoltre la puntata è costruita davvero molto bene con un complicato intrigo di donne, vicoli (dove la gente finisce sotto l’auto) e delitti. La giovane al centro della storia pensa alla famiglia, vuole assolutamente che il fratello timido passi l’esame universitario e per ottenere ciò non ci pensa su e ricatta il professore (ennesimo esempio di personaggio derrickiano mezzo rintronato, come il fratello d’altronde).  Finale aperto con colpo di scena, indagini a doppio binario, bei dialoghi. Difficile chiedere molto di più... (Zender)

**** Un ragazzo vuole succedere professionalmente al padre medico, ma per farlo deve superare esami difficili. La sorella, sapendo che un professore in medicina ha una cotta per lei, lo ingaggia per aiutare il fratello. Per casualità il professore investe una sera una persona e la uccide: la bella ragazza vorrà aiutarlo ma lo ricatterà. Derrick dovrà entrare nella vita di tutti i giorni dei fratelli per capire chi è l’assassino… A mio avviso l'episodio più convincente della sesta stagione. La bellezza “cerbiattesca” di Agnes Dünneisen dà valore aggiunto all’episodio e, tra l’altro, una simile bellezza infervora persino il giovane Harry, che invita la bella ragazza fuori con la scusa delle indagini. Lo si vedrà curiosamente ballare a ritmo di disco Anni Settanta insieme alla biondina… Conoscendo bene Harry, c’è aria di “due di picche”… (Markus)

*** Assume realmente spessore nelle battute conclusive, che ci regalano un colpo di scena abbastanza imprevedibile e un finale aperto e molto amaro. Fin lì si era assistito a un episodio costruito in maniera diligente, ma non memorabile, con un Derrick che indaga in maniera piuttosto svogliata e un Harry, a sorpresa, molto più vivace e intuitivo di lui. Ottima la prova della giovane protagonista, che abbina una candida bellezza e un consumato cinismo; meno convincenti il di lei fratello e il professore ricattato. (Nicola81)

**** Un episodio superbo che, oltre a condensare tutti gli elementi positivi della serie, si dimostra sapientemente architettato. Convincono in particolare i rapporti psicologici tra la bellissima ricattatrice e il "sedicente" colpevole, con il fratelllo di lei a fare la parte del pesce in barile. Derrick e Harry, protagonisti di alcuni simpatici siparietti, si immischiano nell'indagine e ottengono rapidamente buoni risultati, i quali porteranno a un epilogo tanto inaspettato quanto tragico nella morale. Peccato per alcune incongruenze che sanno di forzature per far tornare il tutto. (Gordon) 


1979 (STAGIONE 6):


53. IL FATTORE A  (Der L-Faktor)
*** Tutti addosso alla giovane ricercatrice: il collega prestante con buone speranze, il biologo anziano con molte meno, ma dalla sua ha il potere e conta molto più dell’altro. Chi ucciderà chi? Sorpresa, a stramazzare è la moglie del biologo, forse vittima di un giovane ex detenuto col quale aveva un rapporto quasi materno. Un bel numero di personaggi sulla scena (centrale anche la figura del fratello paralitico dell’ex detenuto), flashback ben montati per un episodio che ci guadagna soprattutto in credibilità. Non tanto per la storia, spesso ai limiti dell’improbabile, ma per la bravura degli attori coinvolti, tutti davvero molto in parte a cominciare dai due fratelli beneficiati dalle attenzioni della povera donna uccisa. Verso la fine il ritmo rallenta un po’ troppo, ma la sceneggiatura regge e la puntata giunge alla sua naturale conclusione senza offrire granché dal punto di vista dell’indagine ma giocandosi bene i punti forti della formula derrickiana. (Zender)
 
**! I personaggi sono il piatto forte dell'episodio, il Fattore A è l'amore; la vicenda è solo un pretesto per far emergere una serie di comportamenti e discorsi ambigui intrecciati al fatto criminoso. Dopo una partenza prossima al depistaggio (dove l'attenzione era catturata da una giovane e attraente donna) tutto, poi, si svolgerà attraverso una serie di ordinati flashback. Derrick si muove con cautela ed è incuriosito dalle intuizioni di un uomo disabile che arriverà a spingersi sino a precise accuse. L'episodio non è eccezionale ma resta discreto, congegnato con attento pathos lascerà, forse, qualche dubbio sull'intensità del movente - non si deve, però, dimenticare il titolo; movente che si dovrà accettare come un precetto di fede (derrickiana). (Faggi)

***! Muore la moglie di uno stimato scienziato, il cui alibi è fornito dalla stretta collaboratrice. Se a ciò si aggiunge che tutti i sospetti convergono su un pregiudicato, presto tramutatosi nel classico vegetale derrickiano assistito dal fratello, l'esito parrebbe scontato. Invece l'ispettore, coadiuvato da un insolitamente sveglio Harry, si butta a capofitto nell'indagine e ne scaturisce una puntata gradevole, anche grazie alle buone prove degli attori e a un sapiente uso dell'analessi. Notevole. (Gordon)
 

54. ATTENTATO A BRUNO (Anschlag auf Bruno)
*! Bruno è un ritardato: quasi non parla e se lo fa dice cose sconnesse. Vaga per Monaco con l'unico interesse di andare alle 17 a prendere la sua amica Gerda all'uscita della scuola. Ma lei è un po' stanca di trovarselo sempre davanti, e il padre di lei lo dice anche al padre di Bruno, che continua a dire che suo figlio non fa male a nessuno (come pare evidente un po' a tutti). E infatti a uccidere la ragazza sarà Helmuth, il fratello di Bruno, anche lui non troppo normale nonostante le apparenze. Il padre di lei si scaglia contro il povero ritardato convinto che l'assassino sia lui, mentre il padre di Bruno decide di coprire il figlio "sano" facendo credere che il colpevole sia il fratello scemo. Aaaah! Attentato a Bruno! Lasciatelo in pace! Derrick capisce che il poverino difficilmente è il colpevole e comincia a tampinare la famiglia e quell'imbambolato di Helmeth, che per tutto l'episodio sgrana gli occhi verdi non sapendo bene che pesci pigliare. La noia sopravviene quando ci si accorge che i vegetali si moltiplicano: non solo Bruno sta ore in silenzio quando gli si domanda qualcosa, ma pure il fratello è sulla buona strada e la mamma fa gli occhi severi tacendo. Se non ci fosse il babbo a tener su la baracca sarebbe da spegner subito la tv, ma anche così non è che si vada molto meglio... Però Bruno si ricorda, coi suoi occhi buoni e l'aria innocente, e il colpo di scena finale potrebbe spiazzare qualcuno. (Zender)


55. IL RITORNO DI SCHUBACH (Schubachs Rückkehr)
*** Schubach è l'ennesimo galeotto che viene rimesso in libertà (dopo otto anni scontati per omicidio), e tanto per cambiare ha confessato al suo ex compagno di cella che appena uscito ucciderà il suo fu avvocato colpevole di avergli rubato la moglie ed essersela sposata appena lui era finito in carcere. L'avvocato, venuto a sapere dei piani, illumina Derrick sulla situazione perché ha paura, ma quando Schubach esce son solo rose e fiori: è tutto passato, sto benissimo così, usciamo tutti insieme al ristorante e così via. Solo che, prevedibilmente, l'ex moglie si riappassiona a Schubach e adesso è l'avvocato a diventare nervosetto... Un classico della serie, l'ex galeotto rancoroso, un tema che però qui viene utilizzato molto bene. Grazie alla bravura del protagonista, certo, ma anche di una sceneggiatura ben congegnata e di un Derrick piuttosto in palla (Harry poco partecipe invece, lo vediamo consumare pretzel, birra e wurstel sul tavolo d'ufficio). I piani di Schubach non sono ben chiari e lo saranno solo alla fine, in cui un piccolo colpo di scena permette di apprezzare al meglio il tutto. Buona anche la recitazione di Helga, la piacente moglie al centro del triangolo, mentre l'avvocato ci fa un po' la figura del fesso. Una bella tensione per un episodio piacevole e ben condotto. (Zender)
 
*** Un avvocato chiede aiuto a Derrick dopo che Schubach è uscito di galera per buona condotta, visto che lui ha sposato l'ex moglie di Schubach e teme di conseguenza una vendetta dell'uomo. Ma l'individuo si dimostra al contrario molto cordiale e disposto ad avere un nuovo rapporto d'amicizia con i due. O forse le cose non stanno proprio così... Episodio sorretto da un buon colpo di scena finale, buone interpretazioni e un'ottima analisi psicologica. Merita la visione. (Ciavazzaro)

***! Una delle prime puntate di una nutrita serie che vede ex galeotti scontare la pena (spesso abbreviata) e ritornare in società a perseguitare i propri congiunti che nel mentre si sono rifatti una vita. Del filone, una delle migliori. Il protagonista è un personaggio veramente azzeccato, magistralmente interpretato, e sembra tenere testa in maniera egregia a Derrick che, seppur presente, per due terzi di episodio sembra quasi non accorgersi dei piani del soggetto in questione. L'avvocato non brilla per intelligenza. Memorabile, per me, l'ultima battuta. (Robykeys82)
 
 
56. UN TE' DI MANDORLE AMARE
(Ein unheimliches Haus)
*! Un'anziana viene ritrovata morta nel letto. Il medico, chiamato dalla badante, entra e sente odore di mandorle amare (che naso sopraffino...): viene da un tè al cianuro trovato sul comodino. Subentra Derrick, che decide di cercare il colpevole tra gli occupanti della pensione dove viveva, da proprietaria, la vecchia. Quattro gatti in pratica: la nipote, la badante e suo figlio, la giovane cameriera, una coppia di anziani e un avvocato mezzo arterosclerotico. Un plot tipicamente giallo in stile Agatha Christie, teatrale nella sua unicità di luogo (non ci sposta praticamente mai dalla pensione) ma davvero poco intrigante: personaggi piatti, sceneggiatura deludente, Derrick svogliato (si trastulla al distretto con i cartellini dei suoi indiziati) e Harry di conseguenza. Questo almeno fino agli ultimi cinque minuti, quando succede qualcosa di completamente illogico: per far sì che si capisca il nascondiglio del colpevole, qualcuno (chi?) fuori campo decide di lanciare in aria un gatto addosso a una tenda! Possibile? Ebbene sì: il povero gatto vola in scena a oltre un metro d'altezza senza che ci sia un motivo! E' l'apertura di un finale drammatico, nel quale Harry rimprovererà pesantemente il collega per l'atteggiamento tenuto: una bella dimostrazione della voglia di rendere umani e imperfetti i protagonisti. Derrick abbozza, mestamente... (Zender)
 
**! Episodio molto cupo, in cui Derrick indaga sull'omicidio (tramite avvelenamento) di un'anziana signora in una pensione, mascherato da morte naturale (la donna soffriva di cuore). I sospetti sono molti, ma Derrick avrà delle sorprese. Episodio caratterizzato da un'eccessiva lentezza nella parte centrale, che però ho rivalutato nel corso degli anni. Finale violento che fa dimenticare l'eccessiva lentezza nella parte centrale (nonostante io sia un appassionato degli episodi psicologici). (Ciavazzaro)

*** Siamo al cospetto di un giallo tipicamente teatrale: tutto avviene all'interno di una pensione e chiunque vi soggiorna può essere il colpevole. Lo schema non è dei più originali, ma l'episodio si lascia comunque apprezzare per la qualità dei dialoghi e la finezza dell'analisi psicologica. Un po' troppo piagnucoloso il personaggio della governante, più interessanti gli inquilini della pensione. Harry è più attivo del solito, Derrick insolitamente spavaldo nel drammatico finale. Imperfetto ma godibile. (Kozincev)

   
57. LA BAMBOLA (Die Puppe)
**! Derrick ha la gamba ingessata e tocca a Harry interrogare gli indiziati. Da solo se la cava anche discretamente, e quando non sa che fare telefona al capo per chiedere lumi. Insieme, in ufficio, proveranno ad abbozzare qualche indagine ma il caso è intricato. La "bambola" del titolo (si capirà nel finale il perché), un ragazzetto un po' tardo legato alle buone maniere di un tempo che lavora come manicure anche a domicilio, è di un candore imbarazzante e nemmeno Derrick sa come prenderlo. Sottolineato da musiche classicheggianti e romantiche, un episodio lento e trasognato, che non mostra il colpevole fin da subito. Non sarà neanche facile risolverlo ma Harry, con la consulenza remota dell'ingessato Stephan, ci arriverà (anche se un po' per caso, come sempre). Comunque episodio un po' deboluccio, per quanto lunatico e insolito. (Zender)

*** Una cameriera di una lussuosa abitazione, al rientro in casa, trova il corpo della sua padrona riverso a terra; si tratta d’un delitto. All'arrivo della polizia, la cameriera ed il marito della signora (che nel frattempo è giunto a casa) non riescono a fornire dettagli utili alle indagini poiché apparentemente non ve ne sono. Nel qual tempo si nota un misterioso mazzo di fiori che prima dell’uscita della cameriera non c’era, e dal nome dell’incarto si giungerà singolarmente ad uno stravagante giovane di bell’aspetto, la cui professione è “manicure” in un negozio di parrucchieri. Sarà l’inizio di ricerche  intricate che vedono Harry in prima linea, dato che Derrick è costretto a stare in ufficio a causa di un piede rotto… Bell’episodio in cui lo “spumeggiante” Harry prende le redini della scena ed oltre tutto negli ambienti dell’estetica: infatti la ricerca del colpevole verterà in direzione di un centro di parrucchieri e manicure. Conoscendo Harry (e visto il mio personale approfondimento in merito), già che era lì, si sarà rinnovato la piega del folto capello che allora giovava ancora dell’affascinante scriminatura in parte! (Markus)

**! Per la serie... anche i bambolotti prima o poi si arrabbiano, qui ci viene proposto un personaggio a dir poco particolare: un manicure che attrae le donne di mezza età grazie ai suoi modi garbati, alla sua tenerezza, appunto, da bambolotto. Ma il mondo, si sa, è cattivo; e lui se ne accorgerà. Detto ciò, Derrick è praticamente inesistente causa gamba rotta, e lascia quasi tutto in mano a Harry, che non farà praticamente sforzi, visto che la verità verrà comunque a galla. Non male, anche se l'unica vera attrattiva è data dal singolare biondino sciupacarampane. (Puppigallo)


58. TANDEM (Tandem)
*! Al solito ex galeotto uccidono la moglie, più vecchia di lui di 12 anni, brutta, grassa e molto ricca. Derrick e Harry (che interagiscono più del solito tra loro) non ci mettono granché a capire che i suoi begli interessi a volerla morta li aveva, l'uomo. Solo che ha un alibi di ferro, com'è possibile? Allora ecco che spunta l'amico, ex galeotto pure lui. Insomma, per farla breve: si scrive Tandem ma si legge Delitto per delitto, uno dei film di Hitchcock più sfruttati, all'interno del genere giallo. Io uccido la tua, tu uccidi la mia mentre ognuno di noi sta altrove e si cerca l'alibi. Però non potendo copiare spudoratamente ci s'infila pure un terzo, a complicare le cose. Non basta però: l'episodio è lento da morire, pure appesantito da musiche ipnotiche che completano l'opera cloroformizzando il tutto. Poi i soliti sensi di colpa, i rimorsi di qualcuno, una tenera storia d'amore improbabile e la conferma che i temi di Derrick son sempre quelli. Finale deludente, attori scialbi, nessun guizzo nemmeno da parte di Derrick. Da ricordare solo un'inutile pantomima al distretto, dove Berger si fa strozzare dai colleghi per fingere una realistica telefonata con omicidio. (Zender)


59. LENA  (Lena)
**! Moglie e marito, separati, si litigano la figlia fuori della scuola: lui la può vedere solo una volta al mese ma non ci sta. Bene non se e vogliono, e quando lui un giorno passa a casa di lei e la trova stecchita in terra tutti pensano che il colpevole sia il marito. E Lena allora? Lena è la sorella sordomuta di lei, che modella vasi tutto il giorno ma pare aver visto qualcuno entrare in casa prima dell'omicidio. Dover comunicare con il cognato e con la polizia è un bel casino, e anche per lo spettatore non è il massimo doversi sorbire i tentennamenti di lei che non riesce mai a spiegarsi (pare sia pure semianalfabeta, per cui...). La situazione è piuttosto ambigua (c'è di mezzo pure l'avvocato divorzista), ma il personaggio del marito, un po' intrattabile ma leale, pare molto ben impostato. E' anzi lui il vero punto di forza, più che Lena, ben interpretata ma come detto troppo macchinosa nel dialogare. Derrick sembra non sapere bene che pesci pigliare e si fa suggerire pure dall'avvocato certe mosse, Harry di certo non l'aiuta. Il finale (con flashback) sarebbe anche intelligente, ma finisce col deludere per la ridicolaggine con cui è condotto... (Zender)

**! Un uomo giunge nell’abitazione della ex moglie e la trova morta nel salotto di casa. Nello stabile, durante il delitto, c’è però una testimone: la sorella della vittima (Lena) che è sordomuta e fa la ceramista. Istintivamente la polizia crede che l’assassino sia l’ex marito, ma dopo un giorno Lena confessa che ha visto un’altro uomo dalla finestra prima del delitto. Questa dichiarazione farà scagionare l’uomo incriminato ma è solo l’inizio di una vicenda intricata in cui Derrick faticherà a sbrogliar la matassa… Episodio ben costruito e curioso per via della donna sordomuta che, non potendo esprimersi, renderà il compito più difficile del previsto all’ispettore che qui appare meno incisivo del solito, brancolando nel buio. La regia in quest’occasione non gli ha voluto “donare” la risoluzione del caso fino all’ultimo… Ha fatto bene, per una volta! (Markus)


60. UNA VISITA DA NEW YORK  (Besuch aus New York)
*! In apertura di puntata un avvocato prima e uno strano tipo poi bussano alla porta di una ragazza cercandola. Ma lei è a danza, e quando ne esce si fa un bello schianto in moto col suo ragazzo, che ci resta. Ma non si tratta di incidente, visto che a far volare la moto è stata un'auto che li aveva inseguiti a folle velocità. Si scopre allora che la ragazza è l'unica erede delle enormi fortune di un gangster americano fresco cadavere, e che dalla Grande Mela è arrivato a Monaco il nipote di questi. In definitiva: qualcuno vuole uccidere la giovane e a Harry toccherà di fare da guardia del corpo mentre Derrick a fatica cercherà di capire chi ha tentato di ammazzarla. Una di quelle puntate in cui si cerca goffamente di sostituire l'azione alle indagini, ottenendo solo di risultare ancor più soporiferi del consueto. Salta fuori anche un detective privato e c'è da tenere d'occhio la famiglia presso cui la donna vive: un po' di fumo negli occhi per nascondere la scarsa vena dello sceneggiatore, che si adagia in un plot che si ripresenterà più volte durante la serie, con i nostri eroi a scortare individui a rischio. Una timida scazzottata anticipa un finale terribilmente loffio. Una trama anche articolata, ma la formula vincente di Derrick non è certo questa. (Zender)

** Durante una notte, una coppia in moto viene tamponata e il conducente muore. La ragazza però è certa che la disgrazia non sia stata accidentale e che si tratti piuttosto di un tentato omicidio. Derrick, dopo la chiamata, dà inizio alle indagini e scopre che l’adolescente è ereditiera di una considerevole somma. Le indagini si orienteranno nella ricerca della persona che vuole morta la ragazza per avere quel denaro… Puntata  a dire il vero un po’ sorniona, seppur con una discreta analisi dei personaggi e un buon evolversi degli eventi. (Markus)


61. CONGRESSO A BERLINO (Ein Kongreß in Berlin)
L'unica puntata che dura 74 minuti e non un'ora, per questo poco trasmessa dalla Rai.
** Furto con omicidio in una grossa azienda: da un cassetto pare siano sparite le formule di un rivoluzionario farmaco, ma poco dopo si scopre che qualcuno le aveva saggiamente messe in cassaforte. Il morto però c'è (il povero sorvegliante), per cui Derrick fa inevitabilmente la sua comparsa. Cominciano le indagini su chi poteva essere interessato alla formula e molte piste sembrano ricondurre a un precedente congresso a Berlino, dove alcuni dei protagonisti della vicenda s'incontrarono. Intanto uno dei ricercatori ha una relazione con la sua assistente: comprensibile visto che sua moglie, se non l'avesse chiamata per nome, l'avremmo tutti scambiata per sua madre o direttamente sua nonna. Spionaggio industriale per l'unica puntata lunga di Derrick (74 minuti). Francamente si poteva scegliere meglio, se si voleva dare un bonus, una volta tanto. Nessuna tensione, solo una trama piuttosto intricata e poco stimolante, con una buona soluzione ma dialoghi sciapi e che si fa ricordare solo per l'enigmatico personaggio della moglie babbiona. (Zender)

**! Una piccola maratona per Derrick, che si spinge oltre i sessanta minuti e andrà pure a Berlino (riconoscibili certi luoghi topici della città; affascinanti quelli anonimi e ambigui). L'episodio non è da estasi, almeno per il derrickiano goloso; tuttavia è interessante e strappa la sufficienza. L'intrigo spionistico ha discreti passaggi di mistero e il disegno dei personaggi è spigoloso e biforcuto con la giusta misura per far partire le congetture. I morti ammazzati sono due, ovviamente collegati; decisiva, per l'esito delle indagini, sarà un'intuizione dell'ispettore; intuizione che si trasforma presto in atti pratici da classica indagine poliziesca dove sarà utile l'apporto dei colleghi berlinesi. (Faggi)

*** La durata extra dell'episodio permette di caratterizzare bene alcuni dei protagonisti di questa inusuale trasferta berlinese di Derrick e Harry. Ciò vale soprattutto per gli scienziati attorno ai quali ruota l'intrigo - un furto e gli omicidi collegati - per l'anziana moglie di uno di loro e la figlia di un altro collega, morto ammazzato. Accanto all'interesse dettato dal fatto che il paesaggio non è sempre quello classico di Monaco, è interessante scoprire gli omologhi berlinesi dei nostri due ispettori, ben diversi per caratteristiche ma, apparentemente, altrettanto meticolosi e con i quali si instaura una buona sinergia. Finale plausibile. (Eresiarca)

**! Eccezionalmente, per la serie, ci troviamo di fronte a un episodio da 75 minuti, invece della canonica ora, e peraltro ambientato nell'esotica, per così dire, Berlino. La puntata però non è delle più riuscite, anche perché le vicende di spionaggio industriale e di formule chimiche segrete rendono più fumoso il tutto. Nonostante ciò, la regia è mediamente scorrevole e la soluzione non delude, per quanto sia un po' concitata. (Gordon)


62. LA TERZA VITTIMA (Das dritte Opfer)
*** Derrick sui monti in vacanza. Prende la funivia e gli si appiccica addosso un tizio logorroico e sovrappeso che lo tempesta di domande e continua a proclamarsi uomo felice. In effetti pare disporre di parecchi soldi e si accompagna alla sosia di Gwyneth Paltrow di vent'anni più giovane di lui e da poco lì conosciuta... Derrick è lì da solo e accetta i continui inviti del rompipalle, al quale tuttavia un giorno qualcuno spara. Si viene a sapere che la vittima era di Monaco e quindi addio vacanze: Derrick si prende Harry in spalla e comincia gli interrogatori alla famiglia del defunto, ma quando va nell'ufficio del cognato tac... becca la simil-Paltrow che da lì esce. Tutta la famiglia (governante compresa) si comporta come se qualcosa da nascondere effettivamente ci sia, per cui Derrick non li molla e l'indagine prosegue. Episodio piacevole, congegnato in modo da svelare poco a poco le trame non così impossibili da immaginare. Ben recitato, intrigante e di conseguenza tra gli episodi positivi dell'ispettore (il quale si serve molto dei faccia a faccia con Harry per proseguire). Peccato che la parentesi da tedesco in visita tirolese duri poco, perché anche il rompipalle era un bel personaggio (notevole quando inciampa tragicamente tra i tavoli)... (Zender)
 
*** Mentre si trova in vacanza Derrick fa la conoscenza di un individuo assai noioso che viene quasi ucciso da alcuni colpi di proiettile. Derrick si interessa al caso, e quando l'uomo viene davvero ucciso comincia a indagare sulla sua famiglia (che nasconde inquietanti segreti) grazie all'aiuto di una studentessa che stava viaggiando con l'uomo. L'indagine è ben sceneggiata, e la rappresentazione della famiglia con parecchi scheletri nell'armadio ottima. Episodio molto godibile. Da ricordare la frase finale, che racchiude l'essenza dell'episodio. (Ciavazzaro)

*** Il titolo italiano è la traduzione letterale dell'originale. Dopo il primo omicidio (la vittima è un curioso individuo incontrato per caso dal nostro ispettore) è ovvio che si cominci a congetturare sul secondo e sul terzo. Sempre dopo il primo omicidio l'interesse cresce per il personaggio femminile (una bella studentessa) che aveva una relazione con il morto. La vicenda, cominciata in un luogo di vacanze, si sposterà a Monaco e con una serie di incastri ambigui ci troveremo nella ragnatela tessuta da una famiglia (quella della vittima). È ha questo punto che la domanda sulla terza vittima del titolo, non dimenticando la seconda, troverà risposta, grazie alle serrate indagini condotte da Derrick come un fatto ormai personale. L'episodio è buono; lascia solo un po' di dubbi sulla serie di coincidenze dispiegate senza ritegno per combinare figurativamente il puzzle. In ogni modo la godibilità è fuori discussione. (Faggi)

***! 
Derrick è in vacanza tra i monti ma è continuamente importunato da un tizio logorroico. Quando questi muore, certi suoi vaneggiamenti iniziano ad assumere un significato più preciso. La trama si dipana infatti con sempre maggiore chiarezza, in particolare quando i nostri segugi iniziano a stringere il cerchio intorno all'ambigua famiglia "allargata" del morto, scoprendo numerosi altarini. Pur non eccellendo in nessun aspetto particolare, la puntata si lascia guardare e giunge a un finale convincente. (Gordon) 
 

63. LA TENTAZIONE (Die Versuchung)
*** L'azienda è in crisi, i soci alla canna del gas. Per sopravvivere, uno dei due decide di organizzare un autorapimento per avere un milione di marchi dal ricco suocero (che lo ritiene correttamente un fallito e che i soldi altrimenti non glieli darebbe mai). Tutto pare funzionare al meglio, nonostante Derrick e Harry (che continua imperterrito a bersi boccali di birra in ufficio) faccian di tutto per seguire le fasi del rapimento e beccare i colpevoli. Poi però qualcosa non va come deve e ci sarà un bel colpo di scena che cambierà le carte in tavola. Una puntata congegnata intelligentemente, che proporrà nuovi capovolgimenti prima della fine i quali, per quanto possano sembrare un po' scorretti e artificiosi allo spettatore, ottengono comunque l'effetto di coinvolgere come si dovrebbe sempre sperare di ottenere da un poliziesco. Ottima sceneggiatura quindi, che nell'ultima parte si fa un po' troppo sbrigativa (purtroppo) penalizzando il risultato. Discreta azione, recitazione sufficiente, un buon episodio. (Zender)
 
***! Grandiosa interpretazione di Peter Fricke, uno dei miei attori preferiti della serie. Derrick e Harry pimpanti e in forma, abili a notare un particolare cruciale. Divertente anche la figura del suocero di uno dei soci. Una puntata molto ben congegnata, la cui unica pecca è forse, il finale un po' sbrigativo. (Robykeys82)

*** La tentazione è di cedere alla brama. Brama di denaro, molto denaro. Un finto rapimento sarà fatale per il finto rapito (ci lascerà le penne). È stato lui a organizzare tutto per districarsi da una situazione economica disastrata. Coinvolge il socio (un socio che intanto si spupazza la moglie del finto rapito: un fatto in pieno stile della serie). L'episodio, contrassegnato da classici stilemi derrickiani, è buono. Il nostro ispettore, spalleggiato da Harry, nutre precisi sospetti e dunque si muove in attesa di riscontro seguendo un'intuizione semplice ed essenziale (quella sulla valigia contenente i soldi del riscatto). Para-apologo morale sul detto "La farina del diavolo finisce tutta in crusca". (Faggi)

**** Un'ottima puntata che si avvale della presenza di Peter Fricke, ben calato nella parte di un assassino opportunista ma anche alquanto fragile di nervi, il che lo porterà a tradirsi. L'intreccio della trama è piuttosto elaborato e lascia spesso e volentieri lo spettatore all'oscuro delle vicende, ma va bene così. In questo modo si toccano infatti buoni picchi di tensione e ci immedesima anche un po' in Derrick e Harry, alle prese con un'indagine più intensa del solito. Buone le prove degli attori, peccato invece per un finale fin troppo concitato. (Gordon)


64. L'ANGELO DELLA MORTE (Ein Todesengel)
** Un ragazzo rimorchia una modella al bar: escono e qualcuno gli spara colpendolo di striscio. Ma è l'atteggiamento di lei, decisamente imperscrutabile (e tale continuerà ad essere anche quando tornerà a trovarlo dopo l'incidente) a colpire: non parla, pare abulica, e quando subentrerà Harry (Derrick inizialmente è irreperibile) per capire chi ha sparato al ragazzo le cose non miglioreranno. Che qualcuno le dia una svegliata perché vien proprio da prenderla a schiaffi! Niente: tutto l'episodio a fare la misteriosa che spiaccica due parole ogni tanto e basta, mentre la vittima dell'attentato cerca con insistenza di fare il brillante per accalappiarsene i favori. Derrick entra finalmente in scena e cerca di capire cosa si cela dietro al tentato omicidio. C'è di mezzo anche un festino a base di Lsd... Divertente il rapporto tra il ragazzotto protagonista e i genitori petulanti con cui vive: la madre bercia e quando lo vede arrivare in casa con la ragazza non la finisce più. Harry chiede a loro del figlio e quelli vomitano una serie di rimproveri indiretti (frequenta solo la teppa, gli piace la feccia...): che bel rapporto! Però l'episodio non ingrana mai e confluisce in un finale ridicolo che lascia disgustati. Il mutismo della modella (cui è dedicato il titolo) snerva non poco pure Derrick, mentre la frizzantezza del ragazzo fa intuire che i dialoghi non erano affatto male! (Zender)


65. ASSO DI QUADRI  (Karo As)
**! Al parco: un alcolizzato barcolla, cade... L'avvoltoio dall'alto lo osserva e chi conosce la serie ha già capito: l'avvoltoio offrirà all'alcolizzato soldi in cambio di qualcosa di molto losco. E infatti, benché ci voglia un bel po' prima che si arrivi al dunque (minuti nei quali il povero alcolizzato verrà preso a pesci in faccia un po' da tutti) alla fine la proposta arriva: uccidimi quella vecchia babbiona incartapecorita di mia moglie che ho sposato solo per soldi! Come da copione dapprima il malconcio s'incazza e rifiuta, ma poi... Gli sviluppi saranno un po' meno prevedibili del consueto, con l'episodio che si centra completamente sulla figura dell'alcolizzato lasciando Derrick sullo sfondo (e Harry addirittura a pisolare in ufficio!). Non male la costruzione comunque, che prevede una certa tensione nei rapporti tra il protagonista e il marito mandante del (tentato) omicidio e una suspence generale apprezzabile. Finale convulso. Niente di particolarmente memorabile ma un buon esempio di episodio di fattura media, scritto e interpretato discretamente. (Zender)
 
**! Episodio a tratti un po' lento ma, tutto sommato, convincente nella trama e caratterizzazione dei personaggi. Ne è protagonista indiscusso, dall'inizio alla fine, un alcolizzato cronico - interpretato in maniera eccellente, davvero convincente - a cui verrà chiesto di compiere un omicidio e che, in seguito, si troverà preso fra il rimorso per ciò che poteva accadere e la voglia di provare a cambiare vita. Derrick, che prende a cuore il caso e la vittima, ci delizia in un paio di occasioni: dapprima, in ufficio, cucendo con perizia un bottone saltato dalla giacca; a fine episodio si renderà invece protagonista di un galantíssimo baciamano all' anziana signora. Harry non pervenuto. (Eresiarca)

*** La prima caratteristica a risaltare è la regia: vivace, ben tagliata e con qualche originalità (non anonima, insomma). Poi a intrigare è il personaggio principale (un alcolizzato prossimo all'ultimo stadio del vizio), al quale si dedica molto spazio pedinandolo con la macchina da presa. L'episodio è particolare (non ci sono morti, tra l'altro) e gode di momenti dalla buona temperatura emozionale. Derrick, da un certo punto in poi ha gioco facile: una circostanza fortuita (l'incontro casuale con l'alcolista reo di tentato omicidio) gli fa avere l'intuizione giusta per sbrogliare la matassa. Dopodiché tutto sarà un altalenarsi di mosse psicologiche affilate e decisive fino all'epilogo amaro, in perfetto stile razionalista della serie. (Faggi)


1980 (STAGIONE 7):
 

66. ANNA, CARA ANNA (Hanna, liebe Hanna)
*! Una giovane (e bella, altrochè!) biondina arriva a Monaco alla ricerca del padre, che dovrebbe stare in un albergo ma non c'è. Passa un po' di tempo e la ragazza, preoccupata, avvisa Derrick il quale, evidentemente con del bel tempo da perdere, fa partire delle ricerche. Nel frattempo si informa sulla situazione della famiglia della biondina: la madre se n'è andata da anni, il padre vive nella semi-indigenza ed era a Monaco sostanzialmente per cercar quattrini presso l' ex-moglie (risposatasi con un benestante). Le aveva anche telefonato, ma lei aveva risposto picche. Dopo un po' salta fuori il cadavere del poveruomo e le indagini si intensificano, con Derrick che si attacca alla ragazza e cerca di capire cosa nasconda l'ex moglie. Episodio stanco, recitato svogliatamente, senza picchi in grado di farci dimenticare della lentezza narrativa che lo avvolge fin dal primo minuto. La storia non sarebbe neanche così male (almeno nella soluzione finale), ma la regia manca totalmente di nerbo e si fissa sugli sguardi assorti dell'ex moglie, sui suoi silenzi, tentando vanamente di intrigare con la comparsa di uno strano personaggio, tale Gresko, che pare spuntar fuori un po' dovunque. Dimenticabile. (Zender) 

** Una bella ragazza, giovane e biondissima, è alla ricerca del padre misteriosamente scomparso; Derrick (mosso da compassione?) è deciso ad aiutarla. L'episodio (non indegno) è tra i meno riusciti dell'annata. I personaggi non esaltano ma non sono noiosi. Si preme forse un po' troppo l'acceleratore per raggiungere velocemente l'obbiettivo patetico (il rapporto tra la biondissima e sua madre). Le indagini vere e proprie cominciano solo dopo la scoperta del cadavere dell'uomo scomparso e l'ispettore organizza le mosse; velocemente otterrà informazioni decisive e l'intrigo sarà sciolto in un finale coerente ma figurativamente discutibile. (Faggi)

** Puntata mediocre che, una volta ultimata la visione, lascia l'amaro in bocca. Stranamente, infatti, il buon vecchio Reinecker era riuscito a concepire un finale credibile e stuzzicante, nonché a destinargli tempo a sufficienza. Peccato però che nei minuti precedenti si anneghi nel tedio più totale, dovuto ai catatonici sguardi e dialoghi tra madre e figlia e al fumoso ruolo ricoperto da un certo Gresko, riconoscibile solo per la montatura degli occhiali imbarazzante. Discrete le prove di Derrick, Harry e del fido Herbert Fleischmann. (Gordon) 


67. DESIDERIO DI TENEREZZA (Unstillbarer Hunger)
** Chiamiamolo desiderio di tenerezza, verrebbe da dire... Il marito sarà anche un cuore di pietra, ma non è che si può risolvere il problema collezionando amanti a mazzi. E infatti la biondina viene spinta sotto una macchina e il marito, quando arriva Derrick, pare del tutto disinteressato: non divorziavano solo perché il divorzio “è una mostruosità” (leggermente all'antica, il nostro). E’ lui l’assassino? Mica facile: l’uomo ha un alibi di ferro, quindi il dinamico duo (si fa per dire) assilla l’anziana di casa tempestandola di domande, indagando nel passato di lei più che di lui (tanto che persino Harry a un certo punto sbotta: “Stephan, su, ma che ci frega di lei?”). A tirar su la puntata c’è per fortuna il marito: cinico, feroce, brillante, non si fa intimidire dalle insinuazioni dell’ispettore. Se non fosse per lui sarebbe una puntata da mani nei capelli, così invece... (Zender)

** Va detto subito che l'episodio non è eccezionale. Tuttavia è interessante per almeno due ragioni. Ovvero per l'atteggiamento di Derrick nel districarsi a favore della conoscenza della personalità della vittima e, soprattutto, per il personaggio del marito (uno psicopatico cornuto, in fondo). Harry brancola nel buio ma l'ispettore da un certo punto in poi sembra sulla giusta strada e infatti, nel finale, ha l'intuizione decisiva. Lo spettatore, invece, aveva capito tutto già da un bel po'. (Faggi)


68. UN'ANTICA CANZONE TEBANA (Ein Lied aus Theben)
**! Balletto a base Beatles con orchestra: uno dei due principali ballerini viene ucciso dopo che aveva preso a pugni il suo rivale in amore. La bella primadonna dello show era infatti ambita da entrambi i colleghi. Lei si dispera, il sopravvissuto si proclama innocente ma forse sa qualcosa come (incredibile) Harry suggerisce a Derrick. La giovane vive con amici del padre che chiama zii (il vecchio insegna storia egizia da cui il riferimento del titolo) e il di loro figlio che si pone immediatamente tra i principali sospettati. Meccanismo piuttosto classico (soprattutto per quanto riguarda i "colpi di scena" finali, al solito forzatissimi) per un episodio ben condotto e discretamente interpretato. Numerosi i personaggi coinvolti e quasi tutti disegnati con buon realismo. Senza eccellere particolarmente in nulla un episodio che conferma la bontà della formula più tipica della serie. Harry più coadiuvante del previsto, Derrick che come spesso capita arresta chiunque senza avere in mano uno straccio di prova: basta che tu sia un sospetto importante e una notte in gattabuia lui te la fa passare! (Zender) 

***! Una scuola di ballo prepara uno spettacolo su di una base musicale che fa scempio dei Beatles e, lesa maestà, persino di Beethoven. Due ballerini si contendono una collega e uno dei due finisce con il cranio fracassato. Episodio godibile e ben strutturato, che si distingue per la ricchezza di comprimari, tutti caratterizzati piuttosto bene e interpretati ottimamente da validi attori, alcuni dei quali ospiti della serie anche in altre occasioni. Derrick, piuttosto brusco nei confronti del principale sospettato, in un paio di occasioni viene ben imbeccato da un Harry attento e propositivo. Episodio per amanti di auto d'epoca, tra le quali si segnala una splendida Citroën DS. (Eresiarca)


69. CHI HA UCCISO JOHANN KAHL? (Tödliche Sekunde)
**! Già: chi ha ucciso il proprietario d'una ricevitoria del lotto per rapina? Il figlio di un pregiudicato aveva notato la macchina del padre sul luogo del delitto, quella sera, e lo accusa a viso aperto. Il padre è in imbarazzo, ma dice che lui era in birreria. Derrick arriva a interrogare l'uomo quasi subito, ma la vicenda pare nascondere molti segreti. Un giallo in piena regola, insomma, costruito in modo abbastanza inusuale e che spinge a voler capire bene cosa avvenne la notte dell'omicidio. Buona e realistica la descrizione dei personaggi. Regia un po' lenta, sceneggiatura modesta con qualche pausa di troppo, ma l'episodio è sviluppato bene e si fa seguire con discreto piacere. (Zender)
 
** La vicenda è in questo episodio poco chiara e lascia dubbi allo spettatore per tutta la sua durata. In questo senso, “Chi ha ucciso Johann Kahl?” è singolare, o meglio meno scontata del solito. Come spesso capita, Derrick è vittima degli eventi e delle confessioni, più che forte di una regolare logica, ad ogni modo l’incastro è perfetto. Il finale a sorpresa rinvigorisce il film (che pecca a mio avviso di una regia poco spigliata), ma resetta vicenda e personaggi fin lì esaminati... (Markus)

**** Veramente un bell'episodio nel quale l'omicidio di un tabaccaio durante una rapina diventa il pretesto per descrivere complicate (e molto comuni) relazioni familiari e tra generazioni. Spicca il difficile rapporto tra un padre pregiudicato e il figlio che, pur soffrendo, non può che sospettarlo dell'omicidio. L'azione trascorre in maniera rapida e piacevole, mentre l'indagine di Derrick, Harry e Berger trasporta lo spettatore da una casa all'altra, passando per un sordido bar, mantenendolo fino alla fine nell'attesa di conoscere l'identità del colpevole. (Eresiarca)

**! Episodio intinto d'ambiguità, svolto mantenendo desto l'interesse del giallista a formulare ipotesi sull'identità dell'assassino. La ricostruzione ambientale e la tensione emotiva hanno i tratti del messaggio inviato con verosimiglianza e l'ordito enigmistico (tanto casuale quanto fatale) dà modo di sviluppare una trama non convenzionale, con l'accento posto sul conflitto tra un padre in odore di malavita e un figlio assetato di giustizia. Derrick si muove da osservatore disincantato; il finale, considerando l'insieme, ha la giusta misura. (Faggi)


70. IL TRENO DA ISTANBUL (Ein Tödlicher Preis)
*! Città esotica, mezzo di trasporto... non poteva che c'entrarci la droga (eroina, of course). E infatti il furbone della situazione è un tassista a cui in stazione caricano una misteriosa valigia a bordo, senza che lui se ne accorga. L'uomo la porta a casa (dove consola la moglie ammalata) e il giorno dopo la deposita in stazione ai bagagli. Un poco di buono sale sul suo taxi e gli annuncia che la valigia è sua e la restituisse in fretta! Il tassista gli dà il biglietto del deposito ma... stacco e lo ritrovano morto nel suo taxi. Perché? Facile, s'era fregato la droga e se l'era imboscata in cucina. Il figlio del morto viene contatattato dal boss e finge di non capire. S'incontra, lo pestano... E Derrick? Derrick niente, ha ben poco lavoro: segue la cosa dall'esterno, ma siccome il figlio non gli dice nulla cerca di andare avanti da solo. Lui e Harry si vedon ben poco nell'episodio, giusto per il finale risolutore. Quindi zero indagine e scavo del personaggio del figlio, diviso tra la volontà di difendere il buon nome del padre e quella d'intascare un bel po' di soldi e salvare la pelle. Episodio classico della variante "narcos", in cui c'è solo da seguire quel che accade senza aspettarsi niente di interessante. Una puntata riempitivo insomma, di quelle per far numero... (Zender)

71. LA DECISIONE (Die Entscheidung)
*! Scambio notturno di scompartimenti in treno per ragioni di sonno (uno dei due non riesce a dormire sulle ruote): colui che accetta lo scambio viene fatto fuori e pare chiaro che si volesse uccidere l'altro. Anche perché l'altro il giorno dopo si presenta dal notaio per un'eredità e tutti i parenti che entrano lo fissano sbigottiti. Come a dire: ma come, non ti si aveva fatto fuori? Derrick, che assiste alle scenette, capisce che i familiari non gliela contano troppo giusta. Specialmente il fratello, un vecchietto squilibrato e logorroico (clamorosamente teatrale), fallito nella vita che sperava di avere dal padre defunto la carica di amministratore delegato (che va invece al fratello in gamba, il sopravvissuto). L'intero episodio è una lunga serie di colloqui soprattutto col fratello rincitrullito, che gli chiedi dov'era la sera prima e comincia da Adamo ed Eva. A causa di ciò la puntata è terribilmente prolissa e inconcludente, tanto che alla fine per chiudere l'indagine c'è bisogno della fuga colpevole davanti a Derrick (ridicola almeno quanto lo spiegamento esagerato di forze fuori dalla villa: ma che per un arresto semplicissimo si mobilita l'intero esercito tedesco?). Curioso, bizzarro (la vecchina che ascolta musica vestendosi da ballerina è scoioccante), è però tremendamente povero di contenuti "gialli". Harry si defila e tocca a Stephan beccarsi i pallosissimi ragionamenti del fratello scemo. (Zender)

*! Un criminale tramortisce il capotreno di un vagone letto, si intrufola in uno scompartimento e uccide a colpo sicuro l'occupante. Peccato che fosse avvenuto uno scambio di posti, così che il superstite si presenta la mattina seguente al testamento del padre per l'incredulità dei parenti, sui quali è però pronto a mettere la mano sul fuoco. I sospetti tuttavia inevitabilmente ricadono sul fratellastro geloso e squilibrato, che si dilungherà in tediosi sproloqui per tutta la puntata, talvolta coadiuvato da una ex-ballerina alquanto eccentrica. Per il resto mancano sia pathos sia un impianto giallo decente, il che porta a un finale tanto scontato (la solita rivelazione, mai una volta che l'ispettore ci arrivi da solo, alla soluzione!) quanto improbabile, considerato lo spropositato dispiegamento di forze. (Gordon) 


72. LA MORTE CERCA ABBONATI (Der Tod sucht Abonnenten)
**!  Derrick nell'intimità di casa si mangia una mela, ma in strada una drogata urla. Stephan esce, la salva da due tizi che la voglion trascinare in auto e se la porta sul divano, dove la prende a sonori ceffoni per calmarla. Quando la lascia un attimo per chiamare qualcuno, lei fugge e va a impiccarsi in un bar. Indagini nel mondo dell'eroina, come già capitato, con Derrick e Harry alle prese con giovani ambigui, che non voglion parlare, o drogati marci come la migliore amica della vittima. Ma sotto c'è di più, con il fratello della morta che arriva da fuori per spaccare il mondo e salvare il salvabile (ovvero l'amica a pezzi). Episodio teso, privo di ogni sfumatura gialla o quasi e forte di discrete interpretazioni (buona quella dello spacciatore, davvero infido). Finale un po' tirato via, come spesso accade, ma episodio accettabile con qualche simpatica punta di cattiveria (anche da parte dello stesso Derrick, che col giovane spacciatore fatica a controllarsi). (Zender)

**! Il finale frettoloso (non cotto a puntino) rovina un episodio che altrimenti sarebbe stato ottimo. Va detto che la versione italiana della prima messa in onda manca di alcuni frammenti; non indispensabili per la trama, ma molto utili per la resa drammatica. Si tratta di un dramma tragico, infatti, tinteggiato di giallo, con al centro l'eroina (veicolo di morte al quale abbonarsi; il titolo restituisce una metafora azzeccata). La regia vispa, non anonima, capace di tocchi espressivi e le interpretazioni rese con trasporto - spiccano la giovane e bella tossica e lo spacciatore-esteta dalla faccia di lupo -, sono valori che non passano inosservati. Derrick volitivo e risoluto, adeguatamente spietato; Harry, emotivamente coinvolto, collabora con piglio energico. (Faggi)
 
 
73. IN UNA FATTORIA 
(Auf einem Gutshof)
*! In una fattoria, di notte, una donna si affaccia a un vetro che qualcuno ha appena rotto: parte un colpo di pistola che la sfiora. La cosa bella è che lei dice di aver visto bene in faccia il killer: suo marito! Quello rincasa poco dopo bel bello e si vede accusato di tentato omicidio. Ohibò! Ma come? Viene chiamato Derrick che chiede alla donna se è certa di ciò che ha visto. Come no, fa lei, era lui. Però quello nega e rinega... un bel casino insomma. L'intero episodio gira intorno al tremendo sospetto, all'ombra del dubbio... a un tipico plot hitchockiano insomma, e bravo è l'accusato a non far trasparire la verità. E' l'unica qualità dell'episodio però, per il resto insabbiato in dialoghi pesanti e indagini pressoché nulle che portano l'ispettore a interrogare personaggi insulsi. Tutto si sviluppa nella direzione più ovvia e al contempo con una quantità tale di assurdità che non rende giustizia a una serie altrove ben più coerente. Anche il finale ha dell'incredibile, quanto a ingenuità. Ben poco da salòvare, in definitiva. Ci si annoia non poco... (Zender)

**** Episodio sui generis, in particolare perché Derrick e Harry, questa volta, non indagano su di un omicidio ma sul tentato omicidio della proprietaria di una bella e antica fattoria fuori Monaco, dove si svolge buona parte dell'azione. Atmosfera più teatrale che cinematografica, con un numero ristretto di location e pochi attori co-protagonisti attorno ai quali si concentra immediatamente l'intera vicenda. Tra questi meritano una citazione Horst Buchholz - molto convincente nel ruolo del principale sospettato che si dichiara innocente - e Ellen Schwiers, che ha forse perduto la sua giovanile bellezza ma non certo fascino ed eleganza. Molto divertente la cena bavarese di Derrick e Harry in una piccola locanda prossima alla fattoria. (Eresiarca)

** Nella placida campagna bavarese si consuma un tentato omicidio assai sospetto. La vittima infatti accusa il marito, che l'avrebbe però mancata da pochi metri. Per il resto della puntata assistiamo a soporiferi dialoghi tra i vari membri della famiglia, assai compatta nel voler cacciare il cognato, in cui non si capisce bene dove si vada a parare. Piuttosto piatta pure l'indagine, da cui scaturisce un finale a dir poco improbabile in quanto a fesseria dell'omicida. Simpatiche le ambientazioni rurali. (Gordon)


74. IL TESTIMONE YUROWSKI (Zeuge Yurowski)
** Yurowski, impiegato d'una grossa ditta, deve tornare di notte in sede a prendere degli incartamenti dimenticati. Entra, saluta il guardiano ma si sente un rumorino provenire da un'altra stanza. E' una fiammossidrica, lo capiscon tutti meno i due interessati. Il guardiano, perplesso, sale alla stanza da dove sente provenire il rumore e lo fan secco. Yurowski è rimasto giù e un criminale in fuga gli passa davanti a viso scoperto: è la sua segretaria, che gli intima pur di non parlare o stendono lui e la sua famiglia. Yurowski è terrorizzato e a Derrick dice di non aver visto niente, ma lo si capisce chiaramente che tace per la paura, e difatti l'intero episodio verte sui tormenti di quest'uomo spaventato, che confessa ai figli di aver visto uno dei criminali ma di non poterlo dire o ammazzano tutti. E i figli? Vergogna papà, vai alla polizia! Ma lui niente, tiene duro e magari fa le avance alla bella segretaria che tranquillamente continua a pascolargli in ufficio come se niente fosse. Discreta l'interpretazione del protagonista, modesto il finale con inseguimento a pistole spianate (ma che mira, Stephan!), però insomma... non si può basare l'intero episodio su un'unica idea stiracchiandola in modo tanto vergognoso... (Zender)

*** Il conflitto interiore tra l'obbligo di denunciare il crimine di cui si è stati involontari spettatori e la paura delle conseguenze è un topos ricorrente nella serie. Nulla di nuovo, insomma; eppure l'episodio merita la visione non soltanto per la qualità degli interpreti (soprattutto lo scorbutico e sfortunato protagonista) ma per il sottotesto che resta in superficie per poi svelarsi nella seconda parte: è l'infatuazione per la bella segretaria o lo scrupolo per l'incolumità dei propri familiari a prevalere nell'animo di Yurowski? Concorre alla buona riuscita dell'episodio la presenza prima comprensiva poi più risoluta di Derrick. (Kozincev)


75. UNA FORTE INQUIETANTE PERSONALITA' (Eine unheimlich starke Persönlichkeit)
*! L'uomo è il solito imprenditore dal piglio deciso che sta sulle palle a tutti, moglie cornificata e figlio inetto compresi. D'altra parte li tratta come pezze da piedi, si può anche capire... Non è un caso insomma se, uscito da casa dell'amante, si ritrova una pallottola nel cuore. "C'è qualcuno che lo voleva morto?" chiede l'ispettore. "Decine e decine di persone", risponde la moglie, "per lei non sarà un caso facile". In realtà sappiamo bene che per Derrick il caso si concluderà con la solita confessione libera-tutti, e questa volta a fronte di indagini scarsissime che non avrebbero cportato di per sè a un bel niente. Per fortuna della polizia il rampollo di famiglia è decisamente instabile e facilita il compito. L'episodio sembra durare molto poco perché accade giusto il minimo indispensabile, senza che si riesca a suscitare interesse e considerato soprattutto che l'unico personaggio che sembrava poter attrarre la nostra attenzione è disgraziatamente proprio la vittima. Dialoghi gonfi di banalità e sceneggiatura scadente. Poco da ricordare insomma, e anche il finale, per chi ha un'infarinatura derrickiana di base, risulterà ampiamente prevedibile. (Zender)

*! Episodio quasi teatrale, sia per la scarsità di ambientazioni e di personaggi coinvolti nella trama che per l'enfasi data a dialoghi e silenzi. Il titolo fa riferiemento alla vittima, un facoltoso e borioso industriale attorno al quale ruotano la giovane amante, la moglie umiliata, il figlio inetto e una governante presbite. Harry prova a prendere in mano le prime indagini bloccando senza motivo un ascensore al cui interno era transitata la vittima. Poi è Derrick che interviene, adocchia e persegue il sospetto numero uno, fino alla tanto sospirata confessione. Episodio non indimenticabile e, oggettivamente, piuttosto prevedibile fin dalle prime battute. (Eresiarca)


76. PRICKER (Pricker)
** Pricker è un omino dall'aria innocua, ma sta in carcere. Quando lo trasferiscono, il suo cellulare viene assaltato da criminali convinti di liberare un altro carcerato che invece aveva avuto un cambio sul programma di viaggio. Pricker coglie la palla al balzo e fugge comunque, rifugiandosi da due donne, madre e figlia, che lo accolgono e lo trattengono in casa da loro per... compassione! Episodio insolito per la mancanza di un vero omicidio su cui indagare. Qui si tratta più che altro di una doppia caccia all'uomo, da parte della polizia e dei criminali (che Pricker ha visto in faccia e potrebbe denunziare). Salta fuori la moglie (un'indossatrice) del carcerato non-liberato, ma ci si concentra molto sul rapporto tra Pricker e le donne che lo ospitano. Curioso, senza dubbio, ma non pare un vero Derrick (finale con irruzione a pistole spianate per i due ispettori, tra l'altro) e in conclusione si ha l'impressione di aver assistito a un episodio piuttosto insulso, privo di mordente e di idee, in cui la componente gialla è del tutto assente. (Zender)

*** Da un carcere nei dintorni di Monaco un uomo viene mandato per un processo ad un tribunale in città con il cellulare della polizia carceraria. Durante il tragitto (più precisamente in una strada che attraversa la Foresta Nera), un gruppo di banditi armati assalta il furgone. Durante la sparatoria, il carcerato coglie l’occasione per fuggire nella foresta indenne. Passato qualche tempo la polizia inizia a cercarlo, ma nel frattempo l'uomo riesce a convincere due donne che abitano in una casa isolata a tenerlo nascosto. La fortuna per lui è che queste sono madre e figlia e la signora è vedova, dunque lui verrà trattato come l’uomo tanto atteso… Episodio ben costruito e piuttosto divertente per via del trattamento da “nababbo” che il carcerato ottiene nella casa delle due donne. Un fatto curioso che ha dell’incredibile. In ogni caso puntata deliziosa. (Markus)


77. UNA CANDELA PER L'ASSASSINO (Dem Mörder eine Kerze)
** Qualcuno sveglia un prete nella notte, giusto per mostrarci che quel prete è Horst Frank, vecchia conoscenza del nostro cinema ed eroe di tanti spaghetti western! Questo qualcuno si confessa e il giorno dopo salta fuori un cadavere. Derrick, che trova il prete sul luogo del delitto, comincia a chiedersi che ci faccia lì, ma come sempre capita nella serie i preti son più muti dei mafiosi (ah, il segreto confessionale!) e Horst non fa eccezione. Qui come per tutto l'episodio si mostrerà riluttante e di nessuna utlità nelle indagini. Per fortuna un altro indizio c'è: il morto, prima di decedere causa pistolettata, ha lasciato un foglio con su scritto "Scuola". Eccoci così alle prese coi soliti studenti fastidiosi e supponenti, che facevano da modelli per il fotografo morto. Tra di loro c'è anche una ragazza ridotta ahilei a semivegetale, e si capirà presto perché. Episodio che riunisce molti dei luoghi comuni della serie (la classe, il segreto confessionale, la stordita causa stravizi eccessivi...) e procede un po' col pilota automatico. Detto di Horst Frank semimuto ci si può concentrare sugli altri o magari sulla canzone tormentone riproposta in tutte le salse appena c'è uno stacco musicale: è "Angel of mine" di Frank Duval. Da ricordare un Derrick molto vizioso: fuma sigarette ed entra nei cinema porno sedendosi ad assistere imperterrito con la scusa delle indagini ("E' un film per adulti, tu devi restare fuori", dice al povero Harry). (Zender)
 
*** Solito prete che non può parlare causa impedimenti deontologici, ma almeno in questo caso non viene rapito o minacciato, pur essendo fonte, lungo l'episodio, di estenuanti (per lo spettatore) dialoghi che ovviamente non concludono nulla. Come in molti altri casi in Derrick si fa perno qui sull'etica della vendetta: in che misura e in quali circostanze essa è o non è giustificabile? Qui certamente non ci si può esimere da compassione (classicamente intesa) nei confronti dell'assassino e della ragazza che è vera vittima della vicenda, in questo più che in molti altri episodi; tanto più se si considerano il comune diritto ad una felicità ingiustamente interrotta e la violenza egoista e interessata che finisce per armarne una seconda, maggiore forse ma assai meno tragica. Il tutto è trattato con il solito tocco delicato (e la solita lentezza) della serie, che affida al non detto (nel quale trova senza dubbio uno dei maggiori punti di forza) la gran parte del proprio fascino. (Qed)

**! Per Derrick, che risolve la maggior parte dei suoi casi grazie alle confessioni degli assassini di turno, il logico contrappasso è trovarsi alle prese con un prete a cui il segreto confessionale proibisce di rivelare l'identità del colpevole. Episodio godibile - con validi attori che interpretano i principali comprimari - nel quale un tenero amore tra liceali va in frantumi quando si scontra con una realtà fatta di cupidigia, eccessi, violenza psicologica e reale. Oggettivamente è difficile non imputare una certa leggerezza a Derrick (e soprattutto ad Harry) nel lasciarsi sfuggire il colpevole mentre sono intenti l'uno a guardare un film porno in un cinema di bassa lega e l'altro, lasciato fuori, a fumarsi una sigaretta. Cosa avranno scritto sul rapporto di fine indagine? (Eresiarca).

78. Il CONTO NON TORNA (Eine Rechnung geht nicht auf)
**! Preparativi per la rapina, ma la rapina nulla c'entra con la puntata. Conta invece che di ritorno dal bar lo scassinatore del gruppo (che ha bevuto) non rispetti uno stop e crei un incidente mortale. Muore la donna al volante e il marito, che annaspa fuori dall'auto, non viene portato in un ospedale ma direttamente investito per evitare che parli. Lo decide il capo del gruppo, arrivato lì poco dopo. Nessuno dirà nulla e la polizia mai arriverà a loro, questo il facile piano. Ma lo scassinatore ha il cuore d'oro e va a parlare coi tre figli rimasti orfani e la prozia chiamata per sostituire i genitori morti. Li aiuta finanziariamente, finché Derrick ben presto lo becca e capisce tutto. Il capo del gruppo, spietato, ovviamente ritiene l'uomo un imbecille e agirà di conseguenza. Episodio ben condotto, dalla sceneggiatura solida nonostante chi conosca la serie capirà ben presto come andrà a concludersi ogni singola scena. Personaggi comunque credibili e un Derrick in buona forma. Uno degli episodi che ben fanno comprendere qualità e difetti della serie, tipicissimo e comunque positivo. (Zender)

*** Un episodio carico di umanità (non che sia una novità in Derrick) e di una tristezza che avvolge come una nebbia lo scorrere dell'azione a partire dall'incidente che origina l'episodio fino alla sua fine. Stephan è qui alle prese con il più difficile dei suoi compiti: quello di comunicare a tre bambini, suoi vicini di casa, la morte repentina di entrambi i genitori. Non c'è una vera caccia al colpevole, dato che questo - in realtà colpevole solo in parte - si consegna spontaneamente ed (in)volontariamente nel momento in cui decide di avvicinare ed aiutare i bambini rimasti orfani, suscitando la sospettosa curiosità di Derrick. Date le premesse, il finale pur facendo giustizia non riesce a ricomporre la malinconia e il senso di impotenza che accompagna il fermo immagine e l'inizio della sigla finale (Eresiarca)


1981 (STAGIONE 8):


79. IL CANALE (Der Kanal)
*! Coppia di amanti (entrambi con coniuge cornuto e figli a carico) amoreggia abitualmente in un alberghetto lungo la via, ma lui fa troppo il furbo e una notte, tornando, ci lascia le penne in un un canale, dove lo ritrovano dopo che qualcuno deve avercelo spinto dentro. Derrick e Harry (inseparabili in questo episodio, addirittura Stephan invita il collega a casa per una spaghettata con pasta precotta) interrogano le famiglie dei due e si ritrovano davanti a una moglie e un marito entrambi in versione semivegetale (parlano a stento, perlopiù tacciono rassegnati e fissano il vuoto). Si può intuire perché i due piccioncini (molto più arzilli e svegli) tradissero i propri partner. Chi invece pare voler mettere il naso dappertutto sono i padri dei coniugi cornuti, che non possono sopportare l'idea di una famiglia non unita e cercano di tenere sotto controllo la difficile situazione. Soluzione come tante volte s'è visto in Derrick, lunghe pause, personaggi debolissimi. Non c'è proprio granché da ricordare, visto che pure la sceneggiatura è mediocrissima (con punte agghiaccianti nei mielosi dialoghi dei piccioncini). (Zender)


80. SULL'ABISSO (Am Abgrund)
** Un ubriacone è testimone in un retrobar dell'omicidio di una prostituta. Riesce a sfuggire agli assassini (che conosce) e Derrick se lo ritrova il giorno dopo come figura chiave nelle indagini sulla morte della ragazza. Naturalmente al beone non frega nulla di ricordare cos'ha visto il giorno prima. Vede Derrick (irremovibile nei suoi "no") unicamente come possibile fonte di drink da offrire. L'intero episodio è un lungo pressing sul poveruomo perché racconti cos'ha visto, ma lui sfugge, si lascia andare, barcolla, balbetta, s'interrompe mentre parla.... e alla fine anhe per lo spettatore diventa uno strazio aspettare le pause di quello che è il vero protagonista. Come figura è anche ben tratteggiata e realistica (e la puntata naturalmente si giova di questo), ma a lungo andare si comincia a sperare che quest'uomo sull'abisso, alcolizzato fino alla disperazione, si decida a dire cosa sa. Tanto sappiamo benissimo come andrà a finire. L'epilogo contiene comunque un tragico colpo di scena, spiazzante e in grado di togliere a Derrick le castagne dal fuoco (altrimenti hai voglia a chiudere l'indagine...). (Zender)


81. UN PADRE DI TROPPO (Kein Garten Eden)
** Un giovane va da Derrick: "Al mio patrigno scrivono lettere minatorie, ma lui non vuole dire nulla alla polizia. Vengo io a raccontarvelo perché altrimenti mi beccate subito come primo sospettato, se muore. Io lo odio mortalmente". Derrick chiama l'uomo a casa e quello non risponde. Perché? Perché l'han già fatto fuori. Ohibò! E adesso? Adesso si scopron gli altarini: il giovane lo odiava perché aveva portato la madre a divorziare dal suo vero padre (un trombettista sfigato) per sposare lui, ma nel contempo si faceva pure la vicina di casa che aveva sedotto mentre ascoltavano "Wish You Were Here" dei Pink Floyd (si sentono per un po' la title track e parti strumentali di "Shine On You Crazy Diamond", ma la copertina in mano all'uomo non è quella del disco, anche se ci somiglia). Il marito della vicina sapeva, la moglie sapeva... Come al solito in Derrick si tradisce alla luce del sole ma poi tutto finisce a schifìo, altro che libertà di vedute! Harry partecipa molto, Berger s'insedia a sorpresa nello studio di Derrick ma subito lo disturba mentre è al telefono, all'inizio ci viene finalmente mostrato il distretto di polizia anche in esterni! Molte novità, ma poi a ben vedere è sempre la solita minestra, con indizi zero e inevitabile confessione liberatutti. Se non altro il personaggio del figlio è ben delineato e la storia procede discretamente. Niente di memorabile comunque, se si esclude il povero trombettista a pezzi che stona in un bar e si dispera per non si sa ben cosa. (Zender)

** Il giovane Ingo, figlio di un jazzista fallito e abbandonato dalla moglie, va da Derrick profetizzando la morte del patrigno, che lui odia e che, effettivamente, pochi minuti dopo si scopre sia stato ucciso. La colonna sonora con brani jazz e un paio di capolavori dei Pink Floyd compensa un ritmo piuttosto blando, con l'azione che si svolge quasi interamente in una casa che il morto condivideva con la moglie, l'amante, il marito dell'amante e lo stesso Ingo. Famiglie tedesche come sempre presentate nel peggior modo possibile e confessione finale che, anche stavolta, permette a Derrick e Harry di risolvere il caso. Nota al merito per la recitazione degli attori che interpretano Ingo e il marito dell'amante del morto. (Eresiarca)


82. UNA VECCHIA STORIA (Eine ganz alte Geschichte)
*** Vecchia è dir poco... Da Derrick si presenta un ragazzotto che pretende di riaprire un caso chiuso ancora nel 1946! Suo zio venne trovato morto in quello che si catalogò come tipico incidente di guerra, ma il nipote dice che a ucciderlo fu l'amico che con lui stava allora attraversando il confine. Lo fece per appropriarsi dei brillanti che lo zio si portava dietro. L'amico è ancora vivo, e come spesso capita in Derrick viene massacrato di telefonate da parte del nipote della vittima, che lo seppellisce di accuse e illazioni di ogni tipo. L'ispettore avverte il ragazzotto di smetterla, ma quello continua e il perseguitato comincia a dare di matto, come si capisce in famiglia (la moglie lo opprime chiedendogli insistentemente cosa c'è che non va). L'episodio è costruito così: il giovane che estrae sempre nuove supposte prove della colpevolezza dell'uomo, l'uomo che rintuzza con difficoltà gli attacchi, Derrick che non sa bene come comportarsi e chiede aiuto al procuratore, Harry che vegeta in ufficio. Per fortuna i protagonisti interpretano molto bene la parte, c'è un ottimo realismo che permette di vivere al meglio la situazione che si va via via più drammatica e, pur mancando i classici meccanismi da giallo, ci si lascia volentieri coinvolgere. Finale un po' scontato, ma che chiude comunque degnamente un episodio congegnato con inteligenza e gusto. (Zender)


83. LA SORELLA (Die Schwester)
***! Rapina negli uffici di una grossa ditta: fanno fuori un metronotte. Accorrono anche Harry e Derrick e finiscono in pieno (goffo) inseguimento con tanto di scontro a fuoco, nel quale Harry (udite udite) fa secco uno della banda. Si scopre che la vittima è un diciottenne, e nemmeno così violento. Harry va in crisi e si consola con una ragazza che abita in un appartamento della casa dove ha fatto perdere le tracce uno dei due superstiti della banda. Di male in peggio: la donna si scoprirà presto essere la sorella del morto! Harry, già preso a calci in faccia a fine inseguimento, è uno straccio: non dorme, continua a invitare Derrick a casa sua per farsi psicanalizzare dal collega, sta dietro alla ragazza perché se n'è innamorato (non sa chi lei è in realtà), non sa che pesci pigliare... Una puntata diversa dal solito, che porta Harry al centro della scena e gli dà la possibilità di dimostrare che è un buon attore (non come quando deve sostituire un Derrick assente), tormentato al punto giusto. Derrick invece in un paio di occasioni sballa completamente ipotesi e pare un po' spaesato. Gli dispiace per il collega ma gli ricorda che sì, ci sarà un'inchiesta per la pistolettata killer (ah, Kiler è pure il cognome della vittima, ironia della sorte). Uno svolgimento interessante e una puntata a suo modo memorabile, nonostante una prima parte un po' troppo lenta. (Zender)

**! Puntata incentrata e scritta in funzione del giovane Harry, che in questa occasione si macchia - suo malgrado - di un crimine durante un inseguimento. Ovviamente, essendo legittima difesa, non lo aspetta la giustizia, ma solo il terribile rimorso (la sceneggiatura gli darà la possibilità di uscire dal ruolo di silente comparsa). Senza entrare nello specifico, Harry s’innamora di una donna con bambina già grandicella, passa le serate con Derrick e cammina ciondolante... è davvero un uomo distrutto! Non male lo sviluppo narrativo, ma in taluni punti di dimena su se stesso ripetendo il medesimo concetto. Un finale per certi versi inaspettato darà vigore (si fa per dire). (Markus)


84. UN RAGAZZO DI NOME MICHAEL (Eine Rose im Müll)
**! Un giovinotto alla guida d'un camion dà un passaggio a una coetanea che fa l'autostop. I due si fermano per un breve stop in una locanda, ma il camion del ragazzo (il Michael del titolo) riparte lasciando lei a terra e senza il suo zaino. Di lui si perde ogni traccia. Chi era? Che fine ha fatto? La ragazza trova Derrick in un locale e gli chiede di far luce sulla cosa. L'ispettore accetta e si avviano le indagini, che conducono a una discarica e al "guardiano" della stessa, nonché a una ditta che si occupa di smaltimento di rifiuti. Una trama ben articolata, una sceneggiatura discreta e un Derrick piuttosto in forma. Al contrario è Harry decisamente giù di corda: il collega lo sveglia, lo costringe a saltare un concerto (ma riparerà regalandogli il disco corrispondente coi soldi dei contribuenti), gli suggerisce di farsi la barba perché impresentabile... Qualche punta d'ironia insomma in una puntata che invece per il resto è molto fredda e ricca del realismo tipico della serie, immersa in scenografie grigie e molti più esterni del solito. Finale fitto di flashback rivelatori. (Zender)

**! Episodio dall'aria particolare, un po' perché Derrick viene coinvolto nell'indagine quasi per caso, un po' perché ci vuole buona parte dell'intera puntata per essere sicuri che si è davanti a un assassinio e non a una più semplice sparizione di un individuo. Difatti, Harry è poco coinvolto e partecipa svogliatamente, mentre l'intera puntata ruota intorno al legame che si costruisce tra Stephan e la ragazza che lo ha pregato di aiutarla. Cielo perennemente grigio, case in decadenza e un paesaggio quasi lunare fatto di strade bianche e discariche fanno da cornice all'azione. Il finale, pur prevedibile, ha una sua poesia e valenza estetica. (Eresiarca)
 
 
85. IDENTIKIT DI UN ASSASSINO (Tod eines Italieners)
*! Soliti ristoratori italiani alle prese col pizzo richiesto loro dai mafiosi locali. Il padrone è sull'orlo del lastrico, non ha soldi per pagare e decide di andare all'appuntamento portando gli estratti conto della banca ("tutti dare e niente avere, se son ragionevoli capiranno"). Niente da fare: lo riempiono di botte finché crepa. Derrick e Harry son proprio al ristorante quando vengono a sapere della triste situazione e daranno una mano cercando di avviare una difficile indagine. La moglie però è terrorizzata, mentre dei due camerieri uno vuol aiutare la polizia e partirà per la centrale portando alla realizzazione di un perfetto identikit (il tedesco), uno finge di non saper nulla (l'italiano, calabro di Castrovillari). Come di consueto povera Italia, pizza spaghetti (o fritto misto, come da ordinazione di Derrick) e mafia. Gli episodi così si svolgono quasi tutti nel medesimo modo, alla ricerca di un colpevole che è pur sempre il pesce piccolo, perché colpire l'organizzazione al vertice pare impossibile. E allora sorbiamoci pure le recriminazioni da immigrato nostalgico, il carattere deciso del tedesco che non vuole piegarsi e le ansie della vedova madre di due figli per i quali teme più che per se stessa. A completare il quadro la sorella della donna, una bella ragazzotta che a inizio episodio Harry confessa al collega di trovare irresistibile. Finale risibile e drammaticamente inconcludente. (Zender)

 
 86. IL SESTO FIAMMIFERO 
(Das sechste Streichholz)
**! Il proprietario di una delle mille discoteche presenti nel telefilm viene ucciso. L'assassino è un biondino non del tutto stabile, psicologicamente, ma Derrick capisce già da subito che dovrà far luce tra i giovani studenti che frequentano il locale, i quali sembrano condividere un segreto che non ci è dato di conoscere. Spassosissimo Derrick quando entra entra in scena, pronto subito a rimproverare chi parla troppo (il fratello della vittima) e chi invece pare non dire tutto (il disc-jokey). Ben delineati i personaggi, molto ben giocato il rapporto tra i due ispettori e i giovani che interrogano. Purtroppo quella che sembrava un'ottima puntata si perde via via per lasciar spazio a flashback chiarificatori ad opera dell'immancabile reo confesso. Sostanzialmente inutile la figura del testimone oculare. Smascheramento troppo facile, ma evidentemente si voleva lasciare più spazio a veloci analisi sociologiche collegate ai giovani e la droga. (Zender)

** Un DJ, un delitto in un’orribile discoteca di periferia (gestita dal solito arrogante padrone: giacca gialla, capello lungo e unto; insomma, lo squallore fatto persona) e Pierre Franckh, (l'immancabile "caschetto biondo" della serie Derrick). Un episodio dall'inizio promettente che mischia le carte del "fenomeno droga" a quelle vagamente sociologiche-discotecare del fattore "giovine frustrato nella vita / rivalsa a ritmo di disco-dance" (sai che novità), ma poi l'episodio verte su tediose sequenze investigative poco incisive in cui si segnala la spocchiosità di Derrick che continua a far battute ciniche. Gustosa e involontariamente divertente la presenza di un anziano testimone oculare assolutamente inutile al racconto e alle indagini, che tuttavia, nel corso della puntata, la butta sulla solitudine della vecchiaia (un po' di moraletta ci voleva). (Markus)


87. LA PERCENTUALE DI SCHLEDORN (Prozente)
**! Un uomo disperato, tale Schledorn, chiede un prestito a un finanziatore d'assalto (leggi "il solito strozzino"), che come interesse vuole il 27%. Per l'uomo è troppo, ma mentre i due discutono qualcuno entra nello studio, fa secco il contabile scambiandolo per il padrone e fugge per le scale. Il finanziatore, nonostante abbia un volto di pietra alla Charles Bronson, si spaventa: deve trovare il killer, e la moglie di Schledorn (che stava in strada ad aspettare il marito) forse l'ha visto uscire dal portone; la coppia alla polizia dà indicazioni vaghe così da poter ricattare il finanziatore, ma Derrick non lo capisce ed è tutto preso dalla sua ripugnanza per lo strozzino. Morirà anche qualcun altro. Il punto di forza dell'episodio sta nel rapporto tra il finanziatore e Schledorn, ben descritto, ed è un peccato che una volta di più si voglia strafare alla ricerca del poco interessante colpo di scena (si metterà di mezzo anche la figlia paralizzata dello strozzino). La prima parte è tesa, coinvolgente, ben recitata, la seconda perde in ritmo e sgonfia l'episodio. Bella la difesa del proprio mestiere da parte dello strozzino, anche se in Derrick, come personaggio, non è una novità. (Zender)

*** Delizioso episodio in cui un uomo dallo sguardo da topino indifeso e capello a mo' di cuffia di piscina, si affida a uno strozzino con "baffo da sparviero" dalla parlantina da politico che ha sempre ragione, ma un delitto sconvolgerà la solita giornata lavorativa. La prima parte è notevolmente ben costruita e il ritmo è incalzante; la seconda, invece, si orienta sul rapporto dello strozzino con la servitù di casa sua e la figlia in sedia a rotelle, provocando un brusco calo di tensione che tuttavia, complessivamente, non inficia particolarmente sul buon esito della puntata. (Markus)

**! Non è certo possibile provare compassione per uno strozzino, eppure quello che conosciamo in questo episodio riesce ad aprirci uno squarcio sulla sua storia di vita personale che ce lo rende, se non certamente simpatico, perlomeno umano. Un intreccio intrigante che parte da un omicidio sbagliato, assieme a validi comprimari - tranne, forse, l'attrice che recita la figlia paraplegica dello strozzino - costruiscono una trama gradevole, pur se il finale è un po' tirato via. (Eresiarca)


88. L'INTRUSO (Der Untermieter)
*** L'unica paura dei due coniugi è che l'ex galeotto possa svelare al piccolo Martin di essere il suo vero padre. Basta questo per cacciare la famiglia in una situazione da suicidio: l'uomo s'installa in casa e passa il tempo davanti alla tv colla birra in mano, trattando tutti (Derrick compreso: "era ispettore capo... dopo dieci anni non sarà mica ancora lì?". "Invece sì") come mezzi scemi al suo servizio. Puntata anomala, senza omicidi iniziali, costruita con un ottimo crescendo di tensione. Harry sta ad ammuffire in ufficio, Derrick dimostra saldezza e convinzione: bravo! Fondamentale l'apporto di colui che interpreta il perfido Bushmann: è perfetto, nella sua sottile perfidia! Certo che si è ritrovato in una famiglia di autentici mollaccioni... (Zender)
 
*** Un uomo dall’aspetto minaccioso, dopo dieci anni di prigione torna a casa dalla ex moglie che ora convive con un altro uomo. L’ex carcerato, forte del fatto che sulla carta è ancora suo marito, si trasferisce in casa con loro dettando legge e sconvolgendo i pacati ritmi della coppia. La sua crudezza farà sì che si crei ben presto un clima dittatoriale, tanto che la coppia, intimorita, avviserà la polizia. Una volta arrivato Derrick, riconoscerà l’ex criminale che lui stesso arrestò dieci anni prima e, percependo sin da subito che in quella condizione quell’uomo potrebbe commettere un omicidio, si impiegherà per farlo andar via. Bell’episodio che si avvale della presenza di un magnifico Peter Kuiper (presente anche in altri episodi della saga) che, con il suo viso e la sua corpulenta fisicità, riesce a rendere credibilissimo il suo ruolo. Un buon ritmo, ma soprattutto grande tensione che permane per tutta la durata. (Markus)

***! Dal titolo si comprende subito che l'episodio ha un unico protagonista, il grande Peter Kuiper, mattatore dall'inizio alla fine. Se è innegabile un'impostazione un po' manichea (la perfidia contro la bontà, la sicurezza più sfrontata contro l'esitazione assoluta) l'episodio è comunque godibilissimo per lo spessore del protagonista (magnificamente doppiato da Kalamera, storica voce di Clint Eastwood) e i suoi scontri con l'ispettore. Non mancano alcune chicche: una misteriosa ragazza che accompagna in macchina Derrick alla centrale e una bistecca al sangue che Harry prepara per consolare l'inquieto capo. Gustosissimo. (Kozincev)


89. POMERIGGIO SUL LAGO (Tod im See)
*** Potrebbe quasi considerarsi il prequel di “Prova a prendermi” della serie di Colombo, in cui si raccontava che all'origine dell'odio dell'assassina vi fosse lo stesso tipo di incidente che vediamo verificarsi qui. Al centro della storia troviamo infatti un giovane marito che uccide la moglie fingendo un naufragio dal quale solo lui esce vivo. Se immaginassimo la perfida vecchina Abigail Mitchell al posto dell'anziano padre inviperito che accusa dichiaratamente il genero ci saremmo quasi. Solo che qui il caso non si chiuderà con l’assoluzione dell’assassino... Il colpevole è comunque bello incazzoso e pare non perdersi d’animo, anche se Derrick gli tiene testa molto bene senza scomporsi. Anche tutta la parte finale è tipicamente colombica. Musiche incalzanti, una certa tensione: la puntata (per quanto non riservi troppe sorprese a dispetto di un flashback rivelatore nell'epilogo) è buona e ben condotta. Niente di eccezionale, ma mantiene alto lo standard. Più psicologicamente curati della media i dialoghi, con Derrick che pontifica sulle "visioni che materializzano la realtà". (Zender)

*** Un uomo, per liberarsi della moglie che non sopporta più e perché vorrebbe dunque spassarsela con l’amante, inscena una finta disgrazia uccidendola a casa sua e facendosi trovare su una barca, operando in modo da far credere che essa sia stata inghiottita nelle acque tempestose e lui invece si sia "miracolosamente" salvato. Si farà trovare fradicio ed in finto stato di agitazione da dei naviganti. Quando l’uomo avvertirà il suocero del fattaccio, questi non gli crederà e lo accuserà di omicidio. Derrick indagherà in questo senso e per lui saranno progressivamente guai… Episodio concettualmente simile al precedente “Johanna” e definibile come una delle puntate “colombiane” della serie, poiché a mio avviso ricorda gli alibi presentati in tanti episodi di “Colombo”. La differenza è che Derrick non ha la simpatia di Peter Falk (ma d’altronde il viso di Horst Tappert si staglia sul cielo grigio teutonico, mentre quello di Falk su quello perennemente azzurro della California… è un fatto anche climatico)! (Markus)

**** Derrick qui gioca al gatto col topo, in stile Colombo, ben supportato da Harry che è il primo a spingere verso la colpevolezza del marito, fin troppo esplicitata dal rimuovere istantaneamente tutto ciò che apparteneva alla moglie dalla villa. Personaggi ben delineati (il suocero che capisce subito che la figlia è stata fatta fuori, la bella amante che per quanto innamorata, capisce ben presto con chi ha a che fare) e, a mio parere, quasi commovente il flashback, nel momento in cui la moglie capisce di essere perduta. Moglie che, di fatto, con una sua "omissione" manderà all'aria tutta la macchinazione del marito per farla franca. Tra le altre cose che apprezzo di questo episodio: il tema musicale di Frank Duval e l'atmosfera grigia, cupa, che si respira in ogni location, dal lago alla villa. (Robykeys82)


1982 (STAGIONE 9):


90. L'ORA DEL KILLER (Die Stunde der Mörder)
** Si apre con un processo che sancisce il fallimento di un caso precedente: Derrick non è riuscito a trovare le prove necessarie a incastrare un direttore di un ospizio che s'è incassato l'eredità di tre vecchietti da lui deceduti in circostanze poco chiare e questi viene liberato. Uno strano tizio (a sua volta non certo giovane) si presenta per avere all'ospizio una camera, sembra lì per indagare e qualche giorno dopo l'ambiguo direttore viene ucciso. In seguito la stessa fine fa un altro assolto per mancanza di prove, e sempre mentre lo strano tizio ronza nei paraggi (anche se al momento dell'omicidio è sempre ad assistere a qualche concerto con la nipote). Derrick non riesce a capire come l'uomo possa essere legato ai delitti e comincia a farlo seguire dal solito pedinator-specialist Berger. Forse qualche spiraglio sulla verità si apre. In fondo è tutto abbastanza chiaro fin da subito o quasi, nell'episodio, che basa la sua relativa riuscita più che altro sull'interpretazione del protagonista e sul suo sottile duello a distanza con Derrick. Piuttosto ripetitiva nei suoi sviluppi, la storia raggiunge senza spiegare quasi nulla il finale, sbrigativo e inevitabilmente deludente. Peccato perché la prima parte, in cui ancora non si capiva la direzione che l'episodio volesse prendere, sembrava costruita molto bene e risultava avvincente. (Zender)

*** Grande episodio sul tema della giustizia fai da te. Abbiamo come protagonista il compianto Hans Caninenberg, che è quasi un anticipazione del signor Borgelt dell'episodio omonimo (vedi il modo in cui si costruisce l'alibi durante ogni delitto). Egli infatti decide di fare giustizia (a modo suo) nei casi in cui i criminali siano stati assolti per mancanza di prove (almeno secondo la sua valutazione, sul fatto che siano davvero colpevoli il dubbio nello spettatore rimane, almeno nell'ultimo caso). Molto interessante. (Ciavazzaro)

**! Un arzillo pensionato passa tutti i giorni in tribunale a meditare vendette contro efferati criminali impuniti. Il tema è quello classico per la serie della giustizia fai da te, che offre così la possibilità a Derrick di fare il suo solito sermone moraleggiante nel colloquio finale con l'omicida e la sua banda. Le prove dei protagonisti sono comunque valide e il ritmo è vivace. Manca invece un qualsiasi abbozzo di indagine. (Gordon)


91. UNA TRAPPOLA PER DERRICK (Eine Falle für Derrick)
**! Qualcuno sta cercando di fregare Derrick! Una sera gli telefonano mentre è a casa ai fornelli, lo fanno andare a un appuntamento, non si presentano e il giorno dopo, al lavoro, l'ispettore scopre la sorpresa: è accusato di aver investito e ucciso un ubriacone in bici. Evidentemente qualcuno, la sera prima, gli ha rubato l'auto e con quella ha commesso l'omicidio addossando a lui la colpa (fanalini, vernice ecc. sono quelli dell'auto di Derrick). Poca riconoscenza al distretto: a parte Harry (ci mancava solo quello...) tutti lo spingono a confessare, lo danno per spacciato e lo spediscono forzatamente in vacanza. Lui non ci sta (ma va...) e indaga privatamente con Harry, chiedendo aiuto alla figlia della vittima. L'episodio comincia molto bene, e la prima parte intriga davvero. Un'indagine diversa dal solito, in cui Derrick combatte per la propria innocenza. Purtroppo però, dalla metà in avanti, le deficienze di una regia troppo ingessata affossano il tutto e conducono a un finale deludente. Belle musiche al pub, intanto, a cominciare da "Girls on film" dei Duran Duran. (Zender)

*** Dopo decenni di onorato servizio, il nostro ispettore si ritrova per la prima volta nella parte dell'indiziato, nello specifico per l'investimento di un ciclista ubriaco. Derrick e Harry dovranno quindi cimentarsi in un'indagine più complicata del solito, anche per l'impossibilità di condurla in modo ufficiale, dato l'indiziato. Nel complesso la puntata è abbastanza avvincente, mentre deludono un po' le prove dei perfidi antagonisti e la risoluzione finale. (Gordon) 


92. DI NOTTE IN UNA CASA SCONOSCIUTA (Nachts in einem fremden Haus)
**** Una coppia in auto fora davanti a una casa, di notte. Entra per chiedere aiuto (la porta è aperta) ma non vi trova nessuno. Solo un cadavere nella biblioteca! Spaventati, i due corrono da Derrick per raccontare la loro storia, ma quando tornano sul posto con la polizia un'ora dopo, del cadavere non c'è più traccia e la governante dice che si devono essere sbagliati. Lunghe ispezioni nella casa e nella biblioteca non portano a nulla, mentre intanto rincasano il proprietario e il suo socio. Forse c'è qualcosa di strano in loro, ma è tutto da stabilire... Episodio tra i migliori di sempre, pervaso da un clima di profondo mistero che aleggia fin dalle prime scene, confortato da musiche arabeggianti che hanno talvolta qualcosa di mistico. La soluzione è complessa e l'indagine è condotta una volta tanto con criterio. S'impegnano tutti, la sceneggiatura è valida e se non fosse per una regia un po' troppo compassata si rasenterebbe la perfezione. Molto diverso dagli episodi classici, convince persino nel finale, tradizionale punto debole. C'è persino qualche esterno a Zurigo, a conferma della singolarità dell'operazione. Più che un episodio di Derrick ricorda altri telefilm del mistero, anche se poi la presenza dell'ispettore e di Harry è ovviamente centrale. Divertente Stephan quando ammette, dopo aver sorseggiato con competenza, di non capire assolutamente nulla di vini: lo fa con naturalezza e sincerità spiazzanti! Da ricordare. (Zender)

**! Non è la prima volta, né sarà l'ultima, che un ottimo spunto di partenza viene penalizzato da uno sviluppo incapace di mantenerne in pieno le promesse. In effetti, quel cadavere volatilizzato crea un bel clima di mistero, ma già intorno alla metà si comincia a intuire tutto, e il finale appare piuttosto sbrigativo. Comunque un episodio dignitoso, perché stavolta Derrick e Harry indagano sul serio, e c'è spazio persino per la solitamente superflua scientifica. (Nicola81)


93. VIAGGIO A LINDAU (Die Fahrt nach Lindau)
** Lindau, sul lago di Costanza, al confine Svizzero. Naturalmente, come in "Viaggio a Roma", il viaggio s'interrompe già a Monaco (evidentemente mancano i soldi in produzione per "evadere" dal capoluogo bavarese): l'imprenditore che ci doveva andare viene trovato carbonizzato nella sua auto, e qualcuno gli ha pure sparato. La famiglia (moglie, figlio e figlia, che si concede un bagno con tanto di nudo integrale in piscina) è in lutto, ma intanto in azienda quanlcosa non va: il contabile non ci capisce più niente. Mancano dei soldi, tanti soldi... Che dietro ci sia il papocchio? Episodio che poteva puntare meglio sull'idea di base e il colpo di scena, discreti, e che si lascia invece trascinare nel vortice della sonnolenza causa prove poco convincenti dei protagonisti e sceneggiatura fiacca. Derrick mediamente in forma, ma stavolta si fa soffiare l'intuizione vincente dal collega, una volta tanto attivo e in smagliante giacca di velluto con cravatta. Fuori nevica: è il rigido inverno germanico dal quale l'ispettore si protegge col suo cappottone delle migliori occasioni. Finale deludente... (Zender) 


94. UN CASO PER HARRY
(Ein Fall für Harry)
*! Harry saluta Derrick in stazione, in partenza per la montagna dove trascorrerà le vacanze. Un arrivederci da veri fidanzatini... Il tempo di uscire dalla stazione e zac, ecco la chiamata in auto per Harry: han fatto fuori il domestico di una villa durante una rapina. Arrivato sul posto, Harry conoscerà l'eccentrico e ciarliero proprietario, testimone del delitto, e la nuova governante, una bella giovinetta semicatatonica che non spiaccica una parola. Tra i due c'è un rapporto strano, e quando Derrick chiama dalla montagna è quasi invidioso: l'avrebbe voluto risolvere lui il caso! Ma Harry taglia corto e si arrangia. Salterà in breve fuori la numerosa famigliola della giovinetta, dal fare altrettanto enigmatico. Cosa si nasconde sotto? Esaurita nei primi venti minuti la curiosità di vedere Derrick in montagna e Harry costretto ad abbozzare da solo un'ipotesi investigativa, ci si accorge della povertà del soggetto, che si trascina senza guizzi verso un finale raffazzonato e nemmeno troppo chiaro. Ripetitivo, stanco, un episodio da dimenticare in fretta. Harry ci mostra quanto senza Derrick la serie funzioni poco. (Zender)

*! Episodio non particolarmente riuscito; infatti la mancanza dell’ispettore Derrick (in vacanza in montagna) pesa come un macigno. La sceneggiatura (seppur non da buttare) non regge molto, poiché è la regia che non c’è. Harry da solo non funziona, questo si sa, ma in quest’occasione sarebbe stato necessario aiutarlo con elementi addizionanti. Sornione. (Markus)


95. L'ALIBI (Das Alibi)
*! Una notte Harry soccorre per strada una bella giovane che pare a pezzi. La riporta a casa (vive in una pensioncina) e assicuratosi che stia bene se ne va. Il giorno dopo racconta la cosa a Derrick e quello lo prende allegramente in giro: "Dai che ti piaceva... dove l'hai portata..." e via di sorrisini. Tutto cambia quando si scopre che la sera stessa la ragazza s'è suicidata in stanza. Così ecco che s'indaga su che aveva fatto prima, perché era sconvolta... Si verrà in contatto con la classe di disegno che frequentava (modelli nudi sempre in scena...) e col suo boyfriend, il quale non la conta giusta.  No, niente droga per fortuna, solo accenni a violenza sessuale, giochini erotici tra giovani... Poi però morirà pure qualcun altro, e questa volta inatteso. Se la prima parte poteva essere gustosa e ben architettata, la seconda prende strade già viste affossandosi ben presto tra torme di sospetti buttati lì e false piste da seguire. Con un finale risibile e che prevede pure mascherature (in tutti i sensi) patetiche, ogni buon intento affoga nel solito ritmo catatonico che istiga alla pennichella. Harry voleva fare del bene, comunque, non aiutare la ragazza solo perché era "simpatica" (come dice Derrick) e incidentalmente pure una gran gnocca... (Zender)

***! Di alibi ce ne saranno più di uno, in questo piacevole episodio che inizia con il suicidio di una ragazza che, poche ore prima, Harry aveva incontrato fuori di sé lungo una scura strada. Diversi sono i temi, tuttora attuali, che vengono affrontati: la violenza sessuale e le sue conseguenze sulla vittima; la responsabilità individuale e collettiva; il difficile confine tra giustizia e vendetta; le relazioni di forza e rispetto tra giovani uomini e donne. Sullo sfondo, un istituto d'arte con le sue lezioni di disegno, un avvocato che rappresenta il peggio delle sua categoria - e finirà per pagarne le conseguenze - e una insegnante fin troppo umana. Derrick e Berger accompagnano una indagine che è, soprattutto, di Harry. (Eresiarca)
 

96. MUSICA DA CAMERA (Hausmusik)
** Un belloccio viene investito di notte appena uscito di casa, e qualcuno dall'alto ne è certo: l'hanno tirato sotto apposta! Derrick entra quindi subito in scena, con le rituali visite dai parenti per dare la ferale notizia. Il padre della vittima, un musicista in pensione che vive coi due figli rimasti, pare sconvolto: pretende di seguire Derrick nelle indagini e non lo molla. Si lascia trascinare dall'ira, di tanto in tanto, ma si divide tra interrogatori e visite alla moglie malata in casa di cura. In breve si viene a sapere che il morto non era esattamente uno stinco di santo; il solito spacciatore insomma, tanto che presto in scena entrerà un "collega" di questi per movimentare le acque. Un episodio mediocre, che se non fosse per l'inatteso colpo di scena finale (una lunga coda molto interessante) sarebbe semplicemente noioso e diretto senza un minimo di grinta. Poco vivace anche la sceneggiatura, che segue i binari classici impennandosi come detto solo nel finale. Il quadretto familiare con genitori e figli della vittima (lui compreso, visto che son flashback) a suonare in cameretta coi loro strumenti (sono tutti musicisti) aggiunge un tocco di squallore all'insieme, ribadito dagli insert calcistici chiaramente posticci quando si mostra un appuntamento allo stadio. Dimenticabile. (Zender)


97. L'UOMO DI KIEL (Der Mann aus Kiel)
** L'immancabile ex galeotto, appena fuori di prigione va dalla moglie e scopre che la donna si è risposata. Orrore: bigamia! Lui ci resta proprio male, ma le chiede una sola cosa: di andare a vivere in incognito con lei e il nuovo marito. Mica poco! Lei accetta e lo fa assumere come giardinere/autista, ma subito il nuovo marito viene accoppato nella notte. Chi mai sarà stato? Derrick e Harry, all'oscuro di tutto, cominciano le indagini e s'incuriosiscono: la famiglia ha qualcosa di strano. Non solo la moglie, che dopo la morte dell'uomo si trasforma per lunghi tratti in un mezzo vegetale, ma anche il figlio. E quel giardiniere, che tutti sembrano apprezzare per l'infinita gentilezza... cosa nasconde? Ci sarà un secondo cadavere. Episodio dalla trama non particolarmente originale ma accettabile, poco vitalizzato da un cast deludente. Impacciati gli incontri matrigna/figlio, finale squallido. Nella norma insomma, ma senza assolutamente nulla di memorabile che lo possa far ricordare. Uno di quegli episodi che fa mucchio.... (Zender)


98. UN FIGLIO DIVERSO (Ein unheimliches Erlebnis)
*! Uno strano tipo abbronzatissimo invita la moglie del capo (una babbiona) in macchina mentre quest'ultimo folleggia con le segretarie a una festa. La riempie di complimenti e ferma l'auto in un vicolo per concludere, ma lei gli chiede di andare un po' più avanti e i due finiscono in mezzo a due malavitosi che ne stanno soccorrendo un terzo in fin di vita. Glielo caricano in auto a pistole spianate e ciao, ma l'improvvisata coppia non avverte la polizia e scarica l'uomo (morto, nel frattempo) su una panchina. Era un noto scassinatore, orgoglioso di rubare, e la moglie una scorbutica non certo così onesta che sa molto e non dice nulla al povero Derrick. I figli tre fessacchiotti che non sanno come reagire e tacciono. Una trama intricata ma mal sviluppata, partita bene con l'approccio alla babbiona ma che si arena presto seguendo tutt'altre strade e finendo con l'unirle malamente. Odiosa la mamma dall'occhio sbieco (anche se quando compare Derrick che le chiede se sa chi lui sia risponde imperturbabile: "me lo dica, prima di farmi morire di curiosità"), ma peggio ancora i figli dall'aria stracca e le loro personali indagini. Meglio allora Harry con occhiale da sole tutto il tempo o quasi, che si fa seminare in un inseguimento come un pivello. (Zender) 


1983 (STAGIONE 10):


99. IMBARCO A GENOVA (Via Genua)
**! Ovviamente di Genova non si vede nemmeno la lanterna in cartolina, come d'abitudine. Siamo sempre a Monaco invece, alle prese con la morte di un trafficante d'armi che per l'appunto imbarcava la sua merce a Genova destinazione Africa (le solite rivolte). L'uomo viene ritrovato accartocciato nel carrello della biancheria di un albergo dove Derrick condurrà le sue indagini. Conoscerà uno scrittore, una band di colore che suona lì, due strani tizi di Tangeri e il socio della vittima, che naturalmente ci tiene ad apparire immacolato (lui e i suoi affari). In più da fuori arrivano il fratello del morto con il proprio figlio, pronti a intascare la lucrosissima eredità nonostante la dubbia provenienza del denaro. Un intrigo mica da poco svolto con buona sintesi, con Derrick piuttosto nel pallone e incapace persino di dare a Harry, dopo esser sceso dall'auto, le istruzioni corrette per uscire da un parcheggio (finirà con lo scrostare il paraurti del furgone davanti dopo un evitabilissimo impatto). Scritto con coerenza e diretto discretamente, recitato degnamente, un episodio che non lascia molto il segno ma abbastanza appassionante (anche se non da subito), con qualche richiamo all'episodio di Colombo "I cospiratori". Finale da onnipotenza derrickiana un po' risibile... (Zender)

**! Un episodio del soggetto intrigante, certamente debitore di un grandissimo episodio di Colombo (I cospiratori). Pur non raggiungendo quel livello mantiene una propria dignità. Peccato per un corpo centrale non sempre entuasiasmante, mentre il finale alza il livello complessivo mediante una riuscita gestione della tensione. Azzeccate le musiche della band africana. (Didda23)


100. IL CADAVERE NELL'ISAR (Die Tote in der Isar)
** Un giovane e un uomo di mezza età (Horst Frank) si mettono d'accordo per instradare alla prostituzione belle studentesse. Il primo le adesca a scuola, finge dopo un po' di essere pieno di debiti e fa loro capire che se si concedono al boss la vita può riprendere normalmente. L'ennesima preda ci casca, ma stavolta una prostituta dal cuore buono le racconta tutto e... muoiono entrambe! Derrick e Harry entrano in contatto coi familiari dell'una e dell'altra, ma sembrano sempre lontani dalla verità. Incontrano anche i due farabutti, ma non tutto è come sembra, in Derrick, e il colpo di scena questa volta è piuttosto ben architettato. Principio e fine quindi funzionano, è quel che sta in mezzo ad apparire inconcludente e vacuo. Horst Frank, la super guest star della puntata, si vede poco, e a prendersi la scena è soprattutto l'insipido ex marito della prostituta. Sceneggiatura carente, a dispetto di soggetto con dei numeri. (Zender)

** Episodio ottantiano non perfettamente riuscito ma vedibile, qua e là intrigante ma dall'identità ondivaga. Nessuno dei personaggi (interessanti solo sulla carta) riesce a bucare in modo definitivo lo schermo e la vicenda funziona a singhiozzo. Peccato perché si poteva ambire al memorabile o almeno al notevole, considerata la caratura morbosa e perversa della carne messa a cuocere (prostituzione, lenocinio, sentimenti traditi, una escort in vena di bontà, una brava ragazza traviata, un marito ossessionato dalla gelosia). Il finale regala una piccola sorpresa. (Faggi)


101. SEGRETI DI UNA NOTTE (Geheimnisse einer Nacht)
**! Galoppino viene mandato dal proprietario dell'azienda a consegnare personalmente un plico a Strasburgo. Motivo? C'ha la moglie bona e il capo se la vuol fare. E infatti... Ma il galoppino non è fesso: consegna il plico e invece di fermarsi a dormire a Strasburgo torna a Monaco, non trova la moglie a casa e va dritto alla villa del capo, dove ovviamente la trova spupazzata dal principale. Si era portato la pistola da casa, la sta per usare ma cede e fugge. Quando è fuori si ode uno sparo, torna su e trova l'uomo riverso sul letto. Chi l'ha ucciso? Raccoglie la pistola, si volta... lo guardano in 4, pronti a testimoniare che l'assassino è lui. Persino sua moglie, che potrebbe scagionarlo perché mentre s'è sentito sparare lui le stava vomitando quasi addosso, ritratta sedotta dai milioni promessigli da qualcuno: cornuto e mazziato insomma! Un classico whodunit in stile Derrick, forzato come sempre nel finale per poter in qualche modo spiazzare chi poco bazzica la serie. Buona l'interpretazione del guardiano, padre del tipico vegetale derrickiano (la figlia traumatizzata insomma), meno convincenti le altre, ma l'ispettore è in forma (stecca come sempre Harry pronto a gettare precipitosamente la croce addosso al colpevole apparente) e la sceneggiatura riesce a reggere discretamente. Classico. (Zender)

**! I segreti di una vicenda fatale si manifestano in un'altrettanto fatale notte. Tutto comincia con una meschina storia di corna, ci scappa il morto (uno sciupafemmine) e il cornuto viene arrestato. Ma i conti non tornano; lo spettatore sa bene perché ma Derrick, invece, può soltanto intuire che si è davanti a un altro andamento dei fatti... I suoi serrati interrogatori, centrati sullo psichico, lo porteranno a ottenere la confessione dell'omicida (confessione bramata, come sempre). L'episodio è scorrevole; il cornuto (palesemente cotto della moglie) appare come una via di mezzo tra l'ostinato a ottenere verità e il perdente incline al piagnisteo; la moglie fedifraga (definita "una donnaccia" dallo stesso amante - ovvero lo sciupafemmine morto) è conturbante e senza scrupoli; Harry strologa su un evidente abbaglio che ha preso; il resto dei personaggi (tra cui una classica larva derrickiana) è interessante e stimolante oltre che decisivo per sbrogliare la matassa e svelare quali sono i veri segreti di quella notte tragica. Il finale, in fase di accelerazione, decreta i codici cari al nostro ispettore. (Faggi)

**** Un episodio che potrebbe essere scelto come emblematico per descrivere la serie, i suoi personaggi, le tecniche di investigazione e le scelte scenografiche. Molti interni, tra cui spicca una bellissima e ricca casa di campagna al cui interno viene ucciso un industriale abituato a passare da una donna all'altra. Accanto al colpevole più scontato, almeno per Harry - il marito della donna di cui il morto era amante - altri personaggi entrano in scena, ben caratterizzati nelle loro diverse umanità: Il fratello invalido del morto e la cognata tradita, la bella e glaciale amante della vittima, il custode della villa e la figlia dallo sguardo perso. Alla fine, come previsto, l'assassino confesserà. Derrick umanamente lo capisce, lo accompagna all'auto e gli apre la portiera. Ma la legge è legge. (Eresiarca)

*** Classica storia di corna cui la serie ci ha abituato. In questo caso è il perfido sosia tedesco di Ugo Tognazzi a farne le spese, dopo essersi spupazzato la moglie di un suo sottoposto. La storia è comunque ben strutturata e si riesce a seguirne il filo logico, nonostante in alcuni momenti l'atmosfera ingessata della villa rallenti eccessivamente il ritmo. Convincenti le prove di Derrick e del solito precipitoso Harry. (Gordon)


102. L'ASSASSINO MANDA FIORI (Der Täter schickte Blumen)
**! Questa volta è una pistolettata in meno rispetto a "quattro colpi dietro porta", ma il risultato è lo stesso: dietro la porta c'è l'uomo sbagliato e a cadere non è la vittima designata (ma accertarsi prima di sparare a caso no?), e di nuovo chi si salva è colui che insidia una donna, qui molto più vecchia e da sposare per il grano. Chi ci sta per rimettere le penne (ma anche lui si salva, quindi la omicidi che ci fa?) è il tassista che aveva appena consegnato dei fiori all'uomo, ma l'obiettivo era chiaramente quest'ultimo, che viene dipinto come amabile, simpaticissimo, spiritoso ma a noi appare tutt'altro: una specie di salma... D'altra parte anche lei è un residuato di un'altra epoca e insieme starebbero bene; solo che i familiari di lei han capito con chi la poveretta sta per fidanzarsi per cui... tutti sospettati. Un episodio che sarebbe anche gustoso, se non fosse per i soliti ritmi (e musiche) da soap-opera che lo rendono terribilmente lento. Però ha un suo stile, non scade mai, offre un colpevole e una soluzione non scontati, con un bel colpo di scena (pure se un po' improbabile). Non memorabile ma nella serie sì è visto certamente di molto peggio. (Zender) 

*** È necessario sorvolare sulla dinamica del fattaccio iniziale, che ha i tratti dell'improbabile. Fatto ciò è possibile abbandonarsi a un episodio dalle sfumature intriganti, anche di pregio in certi passaggi. Gli interrogatori condotti nella prima parte, in una casa altoborghese, sono irresistibili - Derrick ed Harry, posati e cauti, ben centrati sul modo di condurre l'indagine, attingono informazioni importanti; poi si dirigeranno in ufficio e, con il classico metodo del controllo dei precedenti penali, sapranno dove posizionare la lente d'ingrandimento. L'andamento della trama ha il suo - flemmatico - perché. I personaggi sono restituiti da bravi attori. La regia ha fluidità visiva e precisione tecnica: un linguaggio eloquente, attento nel far risaltare le temperature emotive dei caratteri (presi singolarmente e nondimeno nelle loro interazioni). (Faggi)


103. UNA SOLUZIONE NON PREVISTA (Die kleine Ahrens)
** Ancora una volta siamo nel giro della droga: a lasciarci le penne questa volta sono nell'ordine l'ennesima eroinomane della serie e il relativo spacciatore, trovati entrambi impiccati anche se nel primo caso si parla di suicidio e nel secondo no. A girare intorno alla vicenda non poteva mancare poi il solito professore a capo della tipica classe di vendicativi amici della defunta. Derrick ormai, tra night club (dove si sentono i Toto di "Lovers in the night" e insistentemente i Dire Straits di "Water of love") e giri di droga ci sguazza alla grande e  la matassa pare sbrogliarla più facilmente lui di noi. Anche perché non capiamo cosa possa centrare in tutto questo un ente benefico di aiuti per l'India e la love story del professore con una baldracca del night. Al professore poi, apparentemente un solitario, c'è pur la domestica a complicargli la vita: ma dove va di notte, la vedo stanco, è cambiato... E la risposta dell'uomo non può che essere una: "Signora, si faccia i cavoli suoi!" Dall'intrigo ne esce una storia piuttosto ramificata ma con una sua logica. Almeno fino all'epilogo, quando la spiegazione imprevista del titolo ci fa concludere con una domanda simbolica quanto criptica per chi non ha visto l'episodio: ma Derrick mo che fa? Arresta il cane? (Zender)

***! Per almeno la prima metà dell'episodio lo spettatore pensa di trovarsi davanti a una prevedibile trama, ambientata fra un night e la casa di un anziano professore in cerca di una seconda giovinezza. Poi, a seguito di un improbabile "suicidio", la vicenda si complica e si fa interessante. Il comportamento del professore non sembra più così prevedibile, altri personaggi entrano in scena e Derrick si trova a dover sbrogliare una matassa piuttosto complicata, con un finale che, immaginiamo, in tribunale avrà dato di che dibattere ad accusa e difesa. (Eresiarca)

** Episodio a due o tre facce; con qualcosa di interessante (che funziona) e con momenti banali (che, ovviamente, funzionano poco e niente). Comincia bene (un anziano professore si tuffa nella vita notturna, si intrattiene con una escort, beve champagne, sembra proprio divertirsi...). Tutto poi, con una sorta di strambata, prenderà altre e meno accattivanti direzioni... La figura del professore, che Derrick scruta con curiosità, è strana e intrigante. Il finale, per ragioni organizzative, fa decisamente sorridere. (Faggi)
 

104. APPUNTAMENTO CON LA MORTE
(Tödliches Rendezvous)
**! Derrick è in banca col suo piumino oversize a procurarsi le sterline per un prossimo viaggio a Londra ed ecco il colpo di scena: entra un rapinatore con passamontagna e si fa dare 70.000 marchi. Un giovane tenta di reagire e si prende una tremenda mazzata in testa. Il rapinatore fugge e Derrick, tremendamente impacciato dal piumino, abbozza comunque l'inseguimento, fallendo ben presto: l'uomo sale su un taxi e addio. Il bello è che il tassista ci fa comunella e scopre di conoscerlo, il rapinatore. Un piccolo ricattino e via, bottino diviso. Incredibile! La famiglia del tassista, saputa la cosa, accetta la decisione del padre e comincia le spese pazze. Ma Derrick non è fesso e non crede al tassista che dice di non saper nulla del rapinatore. La tensione in famiglia cresce: dobbiamo davvero tenerceli quei soldi? Papà ha già deciso di sì ma... Sono proprio le scene in famiglia le migliori, quelle che danno un senso all'episodio. Ma c'è anche un Derrick molto risoluto e capace, spalleggiato dal solito Harry che si limita al classico "Che ne pensi, Stephan?" di nessuna utilità. Peccato per l'ultima parte, che scivola via a fatica per concludersi ingloriosamente. Ad ogni modo il tassista è un bel personaggio, anche se purtroppo non del tutto centrale. (Zender)


105. LA RAGAZZA IN JEANS (Das Mädchen in Jeans)
**! Un bel tipino, la ragazza in jeans: torna dall'Oktoberfest e rimorchia un vecchiaccio che le regala un palloncino e le si affeziona. Lei ci sta e nasce una sordida relazione. Qualcuno però le avvelena coi cioccolatini il fratello (pare fossero destinati a lei) e arriva Derrick, a rompere le uova nel paniere ai due piccioncini. La moglie del vecchio come al solito sa ma accetta in silenzio la situazione, lui tenta di far capire all'ispettore come sia possibile perdere la testa per la carne giovane (e Derrick lo sa bene: quanti ne ha visti, finire così...). Con tutta la calma del mondo le indagini proseguono, con Derrick e Harry che si dividono compiti e interrogatori, ma è chiaro che l'interesse della sceneggiatura è scavare nella psiche soprattutto dell'uomo e della sua famiglia irreprensibile (che ovviamente di cattivo occhio vede la relazione con la ragazzetta dai facili costumi). Tra la moglie (che ha abbandonato il lavoro "per dedicarsi alla casa", dice, ma c'ha fior di domestici e giardinieri), la vecchia madre, la governante altezzosa e naturalmente il vecchio maiale c'è un bel po' di sospetti, sul banco. Si introdurrà nella storia persino il vicino di casa della ragazzetta, a completare il quadro. Episodio riflessivo ma ben scritto e soprattutto ottimamente interpretato. Non tra i più memorabili, ma il suo dovere lo fa. (Zender)

**! Memorabile ma non irresistibile episodio dalla struttura da giallo, anche se non proprio classico; a rimetterci le penne è il fratello della vittima designata, una ragazza che non sembra turbata dal fattaccio. Derrick scava nella mente dei protagonisti, aiutato da Henry; anche se intuisce non sembra avere certezze. Poi, grazie a un improbabile quanto provvidenziale fatto quasi casuale, viene a capo del delitto. (Faggi)


106. ATTENTATO A DERRICK (Attentat auf Derrick)
** Derrick, in auto, si accorge di essere inseguito. Il tempo di avvertire Harry in centrale e da una macchina che gli si affianca gli sparano. Shock! E' senza conoscenza, sanguinante sul sedile. Arriva l'ambulanza, ospedale, rianimazione. Harry è sconvolto e giura di usare ogni mezzo per scoprire i colpevoli. In realtà parte con la solita flemma e i suoi pensieri van subito a tale Korda, che prima di finire in carcere aveva giurato vendetta a Derrick. Tra una visita all'ispettore in coma e una richiesta d'aiuto a un noto informatore, la ricerca prosegue. Si punta alla famiglia di Korda per scoprire qualcosa, ma il caso è complesso e Harry, da solo, fa quel che può (tipo telefonare ogni 5 minuti in ospedale per sapere se Derrick sta meglio e chiedergli qualcosa sui mandanti). Lo spunto da cui si parte è buono, ma viene sviluppato male e troppo linearmente; l'assenza del titolare si fa sentire e anche il cast non sembra dare il meglio. Passata la sorpresa nel vedere Derrick all'ospedale ci si può pure assopire senza rimorsi, magari risvegliandosi nel finale per la solita sequenza "con poppe al vento" al night, qui più psichedelica e stonata del previsto. (Zender)


107. TERRORE NELLA NOTTE (Die Schrecken der Nacht)
** C’è in giro un serialkiller. Fate attenzione bavaresi, soprattutto perché questa volta le indagini non le può seguire Derrick (costretto a prendersi 4 settimane di vacanza dopo esser stato colpito da una pallottola). Del caso se ne occupa infatti un anziano e bolso collega che tutti in centrale vedrebbero già bene in pensione. Ad aiutarlo il buon Harry, che di fatto prende in mano la situazione (il collega tende a vagare senza meta per le strade degli omicidi senza sapere bene cosa fare) e accetta l’idea di spedire una poliziotta a fare da esca per il killer. Viste le qualità dei due titolari del caso si capisce che sarà bene che la poliziotta si dia da fare per smascherare lo strangolatore folle, e così la vedremo passeggiare di notte per le deserte strade di Monaco con la speranza di essere intercettata. Ma potrebbe il killer cascarci, visto che si vede benissimo che Harry è sempre lì in giro a ronzare? Vedremo. Intanto Derrick compare ogni tanto per salutare i colleghi e vedere come se la cavano. Curioso episodio con un’inedita coppia che non si sposa troppo bene (anzi, Harry e l’anziano collega poco si parlano e conducono le indagini quasi separatamente, anche perché il vecchio al massimo gironzola in cerca di indizi per le strade senza trovarne uno che sia uno). Curioso anche che quando la poliziotta pare aver trovato uno che finalmente potrebbe essere l’uomo giusto, questi venga scartato a priori dai sospetti non si capisce bene perché. Insomma, al di là della curiosità che si genera sempre le poche volte in cui Derrick è di fatto assente, l’interesse scema presto. Berger, nonostante l’emergenza, non aiuta più del solito, si limita a dare un caldo benvenuto nel ridicolo finale a Derrick quando questi torna definitivamente in ufficio. (Zender) 

** Un Derrick senza Derrick è un po' un controsenso. La prima parte dell'episodio (i primi venti minuti?) non è male, atmosfera e musiche sono indovinate (appropriate, si direbbe). Poi tutto decade e diventa un mezzo intruglio tra l'assurdo (l'assassino non capisce che Harry è lì a supervisionare la trappola?) e l'incongruente (per esempio: uno dei seriamente sospettati non viene né ammanettato né interrogato). Peccato perché qualcosa funziona pure (alcuni personaggi non sono scarabocchiati e anzi intrigano). Purtroppo l'insieme si impantana nella mediocrità. (Faggi)


108. IL DOTTOR RÖMER E l'UOMO DELL'ANNO (Dr. Römer und der Mann des Jahres)
*** Di notte ammazzano un tecnico d'un laboratorio, rubano un chip... e qualcuno, lì dentro, giura di aver visto entrare uno zombi. Già, pare proprio così, perché il dottor Romer è morto da tre mesi, non può essere davvero lui quello che il portiere e la donna delle pulizie hanno riconosciuto. Però, siccome Derrick crede a tutti, per principio, s'informa su chi fosse questo dottor Romer e scopre che l'avevano internato perché di punto in bianco, un giorno, aveva deciso che i computer non hanno moralità e quindi vanno combattuti. Puntata a sfondo filosofico, con lunghi dialoghi sull'idealismo e l'intelligenza delle macchine, in cui comunque non si perde meritoriamente di vista l'intreccio giallo. Le indagini sono piuttosto approfondite, e nonostante la follia generale che serpeggia un po' ovunque rendendo poco credibile la vicenda, va detto che il cast in palla sa rendere bene l'atmosfera ricca di mistero che aleggia intirgando e conducendoci bene fin verso il finale. Peccato per i ritmi a tratti eccessivamente fiacchi che minano la godibilità della puntata, ma nel complesso ci si può appassionare. (Zender)

**** Episodio molto intrigante, misterioso, avveniristico (per i tempi), che dimostra il grande sforzo dell'unico sceneggiatore della serie, Herbert Reinecker, nell'esplorare le più diverse tematiche. Il mondo dell'intelligenza artificiale e le riflessioni sui limiti in cui può spingersi la ricerca scientifica sono lo sfondo di una puntata ricca di colpi di scena. Eccellenti interpreti, Derrick in gran spolvero, anche Harry ha la sua parte. Bellissimo. (Kozincev)

***! Episodio bello e strano (la stranezza è piacevolmente di casa nella serie ma qui tocca uno dei picchi più notevoli). Comincia con raffinate pennellate misteriose (l'ispettore dovrà vedersela con un fantasma assassino?) e l'ambientazione fa pensare alla fantascienza mescolata allo spionaggio; poi, repentina, una sterzata ci conduce in una clinica psichiatrica da leccarsi i baffi. L'ispettore, coadiuvato da Harry, dovrà non solo trapanare le menti ma anche far riesumare un cadavere per venire a capo di una vicenda con implicazioni speculative sulla mente umana e sull'intelligenza artificiale (l'uomo dell'anno del titolo è il computer, iperborbolicamente così designato dalla stampa). In margine si notano un potenziale flirt - il fatto non è approfondito ma ne ha i tratti grafici - tra Harry e una giovane dottoressa dal volto ambiguo (personaggio che fornirà informazioni importanti) e il decisivo apporto di Berger nel finale (anche se, poverino, ridotto al ruolo di comparsa). (Faggi)


1984 (STAGIONE 11):
 

109. UNA FOLLE IDEA
 (Die Verführung)
** Sulle note di "Lovers in the night" dei Toto la scena si apre in sala giochi, dove un ragazzetto dall'aria fessa si fa avvicinare da un suo coetaneo più sveglio. Nasce un'amicizia che pare un tantinello "interessata", e infatti tempo un paio di giorni e il fessacchiotto si ritrova coinvolto in una rapina in casa d'altri da solo davanti a un cadavere. E chi lo becca sul fatto? Suo padre, un poliziotto collega di Derrick! Il giovane è distrutto, il padre ancor di più e invoca l'aiuto dell'amico ispettore (gli telefona mentre questi è a letto a legger un libro, quadretto indimenticabile), il quale si fa in quattro (si fa per dire, visto che la flemma è quella di sempre) per capire chi ci sia dietro alla trappola scattata per incastrare il giovane di buon famiglia. Ed ecco che salta fuori l'immancabile ex galeotto, maltrattato a suo tempo dal padre del fessacchiotto. Potrebbe trattarsi di vendetta a distanza? Poco da scoprire in realtà in un episodio che appare piuttosto particolare ma che non riesce a sviluppare degnamente l'idea alla base di tutto (anzi, la folle idea, perché di questo effettivamente si tratta). Personaggi superflui (il fratello), analisi psicologica deficitaria, tratti di implausibilità che sfiorano la ridicolaggine, flashback ricostrruttivi nel finale. Eppure, al di là di tutto, potabile e curioso. (Zender) 
 
*** Un timido ragazzo privo di amicizie viene invitato da un gruppo di motociclisti a uscire e a diventare loro amico. Lo faranno divertire e lui si affezionerà trovando finalmente la gioia dell’amicizia dopo anni trascorsi serrato in casa a studiare e a tormentarsi per la sua giovinezza infelice. Il fine dei motociclisti è però malvagio: far scoprire il ragazzo una sera (con l’inganno) dalla polizia in una villa con un cadavere per farlo risultare il colpevole. Tutto gli è contro, ma Derrick saprà sbrogliare la matassa… Buon episodio che, seppur con un fondo di tristezza che mi ha fatto “singhiozzare” per via del ragazzo sbeffeggiato con l’infamia dopo anni di inimicizie, mi ha particolarmente garbato. Le indagini non saranno facili… (Markus)

*** Il soggetto è geniale: l'idea su cui è incentrato l'episodio è davvero diabolica, come può esserlo la mente umana. Un tema molto caro allo sceneggiatore di Derrick. Ne viene fuori una storia dal consueto piglio realistico, con la solita cura nei dialoghi e un criminale di fascinosa perfidia. Peccato che il giovane protagonista e il suo rapporto col padre vengano un po' dimenticati nella seconda parte dell'episodio. In compenso risalta l'umanità di Derrick, tanto più apprezzabile quanto più priva di enfasi e parole inutili. Gradevole e malinconico il sottofondo musicale. (Kozincev)


110. LA PACE INTERIORE DI LOHMANN (Lohmanns innerer Frieden)
Ennesimo detenuto rilasciato prima del tempo: Lohmann si è appena fatto 15 anni di carcere per omicidio (non lo fece metter dentro Derrick, per una volta) e pare che oltretutto fosse innocente: il vero colpevole (i sospettati erano solo due) si era salvato grazie all'alibi fornitogli dalla moglie e Lohmann, ora che è fuori, un po' ce l'ha su, col suo ex socio che così subdolamente gli ha fatto scontare 15 anni di carcere. Perchè va bene la pace interiore e che Lohmann ha un gran self control, ma 15 anni son 15 anni! Così esce e, con l'aiuto di suo nipote (che conosce la storia) tampina la coppia di bastardoni che lo incastrò e che pare fin da subito sull'orlo di una crisi di nervi. Derrick lascia fare, se ne sta in ombra e pensa a un modo per far confessare la coppia. Nessun tipo di indagine, niente cadaveri... Evidentemente Derrick non aveva niente di meglio da fare stavolta (non parliamo di Harry ovviamente...). E intanto allo spettatore tocca sorbirsi uno tra gli episodi più insignificanti e riciclati (come idee) dell'intera serie, magari divertendosi a rivedere in sala giochi i vecchi videogames di un tempo (Mr. Do, Space Invaders, Scramble...). (Zender)

 
 111. L'INFERMIERA DI MANUEL 
(Manuels Pflegerin)
*! L'infermiera di Manuel ha qualcosa da nascondere, e questo lo capiamo subito. Manuel invece è un bel giovinotto che vive da tempo sulla carrozzella perché il fratello più anziano l'ha schiacciato per errore mentre parcheggiava in garage (e ce ne vuole...). Chi muore però è un amico di famiglia, che stava venendo da loro a trovarli. Nel passato della vittima uno strano caso di spionaggio industriale, che immediatamente ci fa capire in che ambito ci stiamo muovendo. E infatti tra pedinamenti, facce sospette, vicende dai contorni indefinibili, chiusura shock (Derrick accoppa un uomo) si consuma un episodio ben poco memorabile, terribilmente noioso (l'infermiera fa parte dei tipici vegetali derrickiani, spiaccica quattro parole in tutto), con goffi sprazzi sentimentali e personaggi scarsamente interessanti. Ritmi più lenti del solito e Berger più attivo di quanto ci si aspetti. L'impressione è  che per una buona mezz'ora non si cavi un ragno dal buco, con l'intero cast che gira a vuoto a inseguire una sceneggiatura troppo abbozzata. Si è visto anche di peggio nella serie, ma di certo siamo di fronte a un episodio altamente trscurabile. (Zender)

** Vanno riconosciuti alla fantasia dell'ideatore e sceneggiatore Herbert Reinecker l'amore per l'arzigogolo e la destrezza nel porre la lente sui personaggi femminili; amebici, ineffabili, contorti, minacciati, martirizzati, angelicati o pericolosi che siano. Non era necessario evidenziarlo nel titolo: l'episodio orbita intorno all'ambigua infermiera... Senza di lei - che è un incrocio tra una pianta decorativa e una gatta rintronata da imperscrutabili eventi - la vicenda (spionistica) intricata (ma solo la prima parte è enigmatica e ha tensione) si sfalderebbe o percorrerebbe binari ordinari se non banali. La scintilla è lei e l'episodio, a suo modo, si accende - ma il fuoco prodotto è mediocre... Derrick userà mortalmente la pistola nella scena conclusiva! (Faggi)


112. TRE GIORNI SENZA RESPIRO (Drei atemlose Tage)
**! Due amici buontemponi si cacciano nei guai: abbordano due ragazze in visita a Monaco e per far colpo rubano un'auto. Peccato che l'auto sia quella dei soliti spacciatori (che a quanto pare intasano la città), con dentro chili e chili di eroina. All'apertura della borsa col "carico" il più fesso dei due esclama: "farina!". Quello sano decide che è il caso di tentare la via del ricatto e ci resta secco. Il sopravvissuto verrà braccato da Derrick ma ovviamente non dirà nulla lasciando l'ispettore a brancolare nel buio (Harry non ne parliamo, è praticamente assente). L'indagine si arena e Derrick si occupa di consolare il giovane, ritrovatosi d'improvviso senza il suo migliore amico in attesa di sviluppi. Episodio che di giallo ha ben poco (come quasi sempre quando c'è di mezzo la droga), ma che se non altro si lascia vedere perché si è curiosi di capire come finirà. La sceneggiatura è buona, l'interpretazione del protagonista (Derrick entra in scena solo dopo venti minuti) piuttosto realistica e in definitiva, pur senza brillare, anche la regia non dispiace. Nulla di memorabile comunque... (Zender)
 
**! I due classici giovani sfaccendati compiono la classica bravata, e si ritrovano nella classica storia più grande di loro. La tradizione vuole che quando c'è di mezzo la droga, le puntate di Derrick non siano mai memorabili. Questa non è neppure delle peggiori perché, se non altro, garantisce una certa vivacità, mantenendo fede a quanto promesso dal titolo. Finale abbastanza scontato, ma meno sbrigativo di tanti altri. (Nicola81)
 
 ***! 
Il titolo promette bene e l'episodio non delude le attese: al simpatico e sfortunato protagonista e al suo temerario amico ne succedono davvero delle belle (si fa per dire, dato il tragico epilogo delle loro bravate). Derrick entra in scena a metà episodio e attende pazientemente che il protagonista si decida a vuotare il sacco e mettersi nelle sue mani. Una regia dinamica, interpretazioni convincenti e uno svolgimento non prevedibile rendono la visione molto piacevole.  (Kozincev)

**! Il furto dell'auto sbagliata, una bella Jaguar, da parte di due sfaccendati trasforma una giornata come tante in un altro caso di morte e droga su cui Derrick dovrà lavorare. La recitazione è buona, con diversi attori che sono ospiti regolari della serie; l'azione ricorda, in alcuni momenti, i Derrick anni 70, con tanto di colpo di pistola decisivo sparato proprio dal nostro ispettore. Harry rimane invece decisamente in ombra, dato che Stephan gli preferisce la compagnia del ragazzo cui hanno ucciso l'amico, con cui va a bere birra, gioca a biliardo, passeggia in macchina. Il titolo dell'episodio è accattivante, tanto che, forse, ci si aspettava qualcosa in più. (Eresiarca)
 

113. PASSAGGIO MORTALE (Tödlicher Ausweg)
*! Neanche si degnano di farci vedere come muore, questa povera (e bella) ragazza; manco nei flashback! Sappiamo solo che qualcuno le dà un passaggio all'uscita della lezione d'aerobica e la strangola. Chi più ci rimette è l'uomo che viveva con lei, un ricco anzianotto che per lei aveva piantato in asso la famiglia. Tanto che subito Derrick va nel villone di detta famiglia a capire come stian le cose. Ebbene: la moglie odiava la ragazza, che lavorava da loro come domestica prima di trombarsi il padrone di casa nel seminterrato e portarselo via, il padre di lui la riteneva poco meno che una zoccola e il figlio (un mezzo ritardato) anche peggio. L'indagine si svolge insomma quasi interamente nella villa, trascinandosi tra insistiti primi piani, petulanti interventi del figlio scemo e il padrone di casa che torna a vivere coi suoi. Con un finale che si lancia senza vergogna nel ridicolo/patetico e una soluzione raccontata senza un briciolo di verve, davvero poco da ricordare, eccetto forse una rispostaccia di Derrick a Harry che gli annuncia di aver sbagliato tutto. E che l'assassinio avvenga così completamente "fuori campo" è inaccettabile! (Zender)


114. UN BRUTTO VIAGGIO A ROMA (Keine schöne Fahrt nach Rom)
** Il viaggio a Roma non si farà (pareva strano che ci fosse la trasferta italiana...). Lui e lei, giovani, decidono di raggiungere Roma con l'autostop ("lì hanno dei problemi coi soldi, ma hanno il sole e cantano sempre", gli annuncia la padrona di casa per non farsi mancare i soliti luoghi comuni sul belpaese), ma alla prima stazione di servizio un camion tira su lei e calcia via lui: lei finirà violentata e uccisa, lui in auto con un coniglio che non accetta di inseguire il camion e lo fa bruscamente smontare. Si indaga nel giro degli spedizionieri, tra identikit e traffici misteriosi, ma al centro della vicenda c'è il giovane sopravvissuto, deciso a trovare i colpevoli e a fargliela pagare. Con lui Derrick dovrà alzare la voce: fa troppo il reticente e rischia di cacciarsi in un brutto guaio ("attento a fare indagini per conto tuo, quelli sono dei professionisti", lo ammonisce l'ispettore). Episodio di ricerca insomma, senza il whodunit classico, con una trama insolita, piuttosto vivace (per quanto non troppo interessante) e un basso tasso di credibilità. Ad ogni modo s'è visto di peggio, nella serie, e la figura ambigua dell'uomo in "Merzedes" (sic) è un bell'asso da giocare. (Zender)

*** Si comincia subito male, con una giovane coppia in partenza per Roma, che fornisce il pretesto per le solite battutine teutoniche sul nostro paese. Fortunatamente il viaggio non si farà (altrimenti chissà cosa avremmo dovuto sopportare...), perchè lei viene ammazzata quasi subito e lui, anzichè lasciar fare a Derrick e compagnia, si mette a giocare al detective... Ritmi meno compassati della media, più esterni del solito, indagini sviluppate in modo abbastanza soddisfacente. Una bella retata chiuderà il tutto, a conferma di un episodio dal taglio più poliziesco che giallo. (Nicola81)

**! "Delitto sull'autostrada" in versione bavarese con Derrick al posto di Nico Giraldi. Tra furti di autotreni, rapimenti e, ovviamente, omicidi, la puntata "on the road" - che non andrà mai oltre la periferia di Monaco, nonostante il titolo - scorre rapida e interessante. Buone alcune trovate, come quella dell'uomo della Mercedes, e le ambientazioni poco comuni fra camion, rimorchi e depositi. A Derrick e Klein si aggiunge un valido collega della sezione furti che li aiuterà a sbrogliare la matassa. Il finale è ben girato ma, oggettivamente, poco credibile. (Eresiarca)


115. GIOCO MORTALE
(Ein Spiel mit dem Tod)
** Furto notturno in villa. Un vecchio ladruncolo in pensione è lì per fare l'ultimo colpo, ma suona l'allarme e fugge. Il giorno dopo legge sul giornale che in villa il padrone è morto in seguito a un tentato furto. Ma come? Io la pistola nemmeno me la porto dietro! Qui mi vogliono incastrare! E difetti tempo un quarto d'ora ed è già steso secco sul pavimento di casa sua, pugnalato al cuore. Derrick, interrotto mentre guarda un concerto di musica da camera con una delle sue fiamme (questa è Ariane) indaga in villa e fa la conoscenza dei soliti bizzarri personaggi pseudonobiliari: lo sciancato, l'immancabile socio d'affari della vittima, la belloccia che è moglie di uno, amante dell'altro e possibile concubina d'un terzo. Ma il padrone chi l'ha ammazzato? Episodio mediocrissimo, per quanto non del tutto disdicevole in quanto segue la formula consolidata con un certo rigore. Derrick molla Ariane in piena cena un paio di volte e non contento le piazza pure in casa la figlia del ladruncolo morto che non sa dove andare. Grazie tante, Stephan! Curiose le scene al bar malfamato, dove Derrick scatena quasi una rissa e deve mostrare la forza... (Zender)
 
** Piacevole la scena iniziale nella quale la regia indugia sull'abilità dello scassinatore che si appresta a compiere un furto in una grande casa appena fuori Monaco. Appena compaiono i padroni di casa, rispettivamente fratello e moglie del morto accompagnati dal socio di quest'ultimo, si può già ragionevolmente sospettare che il colpevole andrà cercato in questa ristretta rosa di personaggi. Derrick indaga con zelo, tanto da piantare in asso in almeno un paio di occasioni una delle sue rarissime compagnie femminili, tale Ariane, alla quale appiopperà pure la figlia dello scassinatore, un buon diavolo nel frattempo ucciso anch'egli. Il finale si rivela meno prevedibile di quanto immaginato. L'episodio conta con buoni comprimari, un numero ampio di personaggi piuttosto ben caratterizzati e qualche location suggestiva, come la casa in cui si svolge il primo delitto e il grande salone in cui Derrick e Ariane ascoltano un concerto da camera. (Eresiarca)


116. UNA VINCITA AL LOTTO (Ein Mörder zu wenig)
** Due colleghi di fabbrica giocano al lotto ma il primo frega il secondo, che aveva scelto di puntare sui numeri della sua data di nascita (e della moglie defunta). La schedina vincente porta il nome del primo e questi, che era andato a giocarsela a nome proprio, decide che la legge è dalla sua e che all'amico non spetta nulla. Si beccherà un bello "sporco maiale!" e ci rimetterà le penne. Si direbbe che l'assassino sia il truffato ma non è detto, visto che l'omicidio avviene fuori campo. In ogni serie gialla che si rispetti, un bel morto per una vincita al gioco riscossa dalla persona sbagliata non manca mai. Derrick non fa eccezione e il meccanismo, risaputo quanto intrigante, per la prima parte funziona. Purtroppo ben presto ci si accorge che le idee per escogitarne una variante interessante latitano e ci si rifugia nella banalità e nelle solite soluzioni tirate per i capelli. Personaggi poco stimolanti, recitazione di maniera e sviluppi che procedono per inerzia. Il fascino dello spunto di partenza in pratica si stempera minuto dopo minuto e a noi non resta che osservare stancamente i cappottoni da grande freddo di Derrick e Harry o notare sulla testa di Berger i primi segni di incanutimento. (Zender)

 **! 
Due colleghi di lavoro giocano insieme al lotto, o meglio a una sorta di enalotto tedesco ante litteram. Dei due, il principiante usufruisce della proverbiale fortuna e piazza tutti e sei i numeri vincenti. Ingenuo, va a reclamare la vincita dal collega esperto che aveva giocato entrambe le schedine, il quale tutto ha meno che l'intenzione di dare (o quantomeno dividere) la vincita all'amico. Variazione non troppo originale sul tema del denaro come potenza distruttrice delle più solide relazioni. Il mezzo voto in più nella valutazione complessiva rende merito al fatto che, per una volta - o quasi - le cose non vanno esattamente come Derrick e Harry avrebbero sperato. (Eresiarca)
 

117. UNA DIFFICILE EREDITA' (Angriff aus dem Dunkel)
**! Una voce misteriosa telefona a una ragazza che è in casa con l'amica. Qualcuno suona e le chiede di scendere senza spiegar bene perché. Le furbe ci vanno e l'amica viene stesa da un'auto pirata, che la uccide. Arriva Derrick e lui presente qualcuno tenta di accoppare di nuovo la superstite (questa volta incredibilmente la salva l'ispettore, nonostante i noti riflessi da bradipo). Ma chi può odiare una giovane così dolce e gentile? Occhio al titolo... Derrick intanto, per tenerla al sicuro, la piazza da Ariane proprio come aveva fatto appena due puntate prima con un'altra ragazza in pericolo (sarà contenta, Ariane, di prendersi ogni volta in casa chi rischia la vita facendogliela rischiare a sua volta? Mah, lei dice di non aver paura, bontà sua...). C'è in ogni caso da far luce su un anziano in fin di vita ricoverato in ospedale e sui suoi poco raccomandabili parenti. Va ricostruita la vicenda poco alla volta. Lo farà Derrick, più che altro, perché Harry deve sorvegliare la ragazzetta e fatica a non provarci quando lei gli si avvicina con quel visino. Episodio nella norma, quando ancora l'ispettore (nonostante un montone verde rabbrividente causa rigido inverno tedesco) aveva brio e piglio deciso e riusciva a far dimenticare con la sua presenza la scarsa vena degli sceneggiatori. Prima parte quasi argentiana, tra ambientazioni notturne da autentico thriller e musiche in tema. Cult il breve dialogo Harry/Derrick quando i due devono fingersi buontemponi di passaggio agli occhi dell'assassino probabilmente in agguato. Riuscita la caratterizzazione del nipote. (Zender)


118. FINE DI UN DESIDERIO (Ende einer Sehnsucht)
***! Assassinio in una pensione a ore: la vittima è un tossico, e a ritrovarlo senza vita è un collega di Derrick (lavora alla tributaria). Si scopre che il collega è il padre della giovane che col tossico se la filava, e questo dà il via a tutta una serie di interrogatori in cui l'uomo, come padre, cerca di difendere la figlia in stato di shock rispondendo alle domande al suo posto (un classico). Un episodio molto ben scritto e intrecciato, con ottimi personaggi secondari (su tutti il chitarrista rock), bei traumi pregressi (al Pireo) e un Derrick particolarmente sornione, che spesso tace per far parlare gli altri e studiarne le reazioni. Non è facile capire come sia strutturata la storia, ma a trasformarsi nel vero protagonista è il collega della tributaria, che si comporta regolarmente in modo strambo, come se chiaramente sapesse qualcosa di più di quel che dice. Ma cosa si nasconde dietro a tutto questo? Derrick e Harry, in forma, si beccano una contravvenzione per sosta vietata e il secondo la rifila al primo ("Perché la dai a me?" chiede l'ispettore. "Guidavi tu..." risponde Harry). Funziona a suo modo anche come giallo, e l'intero cast sembra piuttosto ispirato. Tra i iù interessanti episodi degli Ottanta, con un buon ritmo e personaggi sfiziosi. (Zender)


119. METODI DA GANGSTER (Gangster haben andere Spielregeln)
** Un giovane impiegato viene avvicinato da un tale che lavorava nella sua stessa azienda e si è messo in proprio: "Vuoi guadagnare un po' di più, che vivi con una studentella e non hai il becco di un quattrino?" "Sì dai, dimmi che devo fare".  Così spediscono il pischello a rubare formule biochimiche nella casa del suo principale, ma la moglie del boss lo becca (doveva tornare più tardi, nei piani) e... mistero. La scena dopo il giovane è steso in terra morto da un'altra parte. Che è successo? Tipica puntata dove è tutto da ricostruire. Si capisce chi potrebbe essere l'assassino (colui che l'aveva ingaggiato) ma non c'è affatto la certezza che le cose siano andate come si pensa. Come aveva reagito la donna, ad esempio? Derrick indagherà nella famiglia del boss, di sua moglie che non lo sopporta, chiede alla convivente della vittima... Un intrigo complesso che si svelerà solo nelle ultime scene, con inevitabile flashback. Puntata canonica appartenente a quelle dedicate allo spionaggio industriale, con pedinamenti, personaggi misteriosi e colpi di scena. Niente di così interessante, ad ogni modo, benché la coppia boss/moglie convinca. (Zender)


120. LA DOPPIA VITA DEL SIGNOR RICHTER (Das seltsame Leben des Herrn Richter)
**! Apparentemente tranquillo padre di famiglia chiama il figlio per dirgli di essere in pericolo di vita. Questi, rintronato come pochi, va a incontrare il padre ma glielo accoppano proprio mentre i due stanno per congiungersi. Arriva Derrick e scopre che la vittima, il signor Richter appunto, diceva alla famiglia di lavorare alle assicurazioni mentre invece se la spassava in gran segreto tra yacht e riccastri vari (i quali credevano tutti che l'uomo non avesse famiglia). La cosa è spiazzante anche per Derrick (figurarsi per moglie e figlio), ma c'è da scavare e lo si fa con la consueta flemma. I primi venti minuti, con Richter braccato, sono molto tesi e avvincenti. Poi, dopo l'omicidio, tutto si sgonfia un po' ma resta la curiosità di capire che diavolo di doppia vita l'uomo conducesse. Nel frattempo un po' tutti cascano ripetutamente dalle nuvole. Episodio curioso, che si apre con Harry e Derrick al pub: "Siamo qui solo per bere". Risposta del barista, che ben li conosce: "Sì, e mia nonna ha le rotelle". Tempo due minuti e un brutto ceffo sfodera un coltello davanti a Harry (che saprà reagire). Finale con nottataccia al distretto in attesa della telefonata del solito teste recalcitrante (un classico). (Zender)

*** La prima parte dell'episodio è bellissima, avvincente, carica di mistero e suspense. La storia si mantiene interessante ma perde un po' di brio nella seconda parte. Buona l'indagine condotta per ricostruire la doppia vita del povero assicuratore. Il protagonista di puntata è ottimo, Derrick sornione e curioso, Harry abbastanza attivo. Un po' scialbo il personaggio del figlio. Bellissimo e atipico il finale spettacolare all'americana, una piacevole deroga alla sobrietà teutonica. (Kozincev)


121. CHI HA UCCISO L'AVVOCATO PRESTEL? (Stellen Sie sich vor, man hat Dr. Prestel erschossen)
L'avvocato Prestel si scontra in apertura con Derrick per gli strascichi di un processo. E' un uomo deciso, sicuro, ma c'ha l'amante che a momenti è un'ottantenne. La donna a sua volta è sposata con un paralitico e come da prassi derrickiana non fa misteri di tradirlo. Lui è distrutto, ma come da uguale tradizione non si fa sconvolgere dalla cosa (d'altra parte l'impressione è che non stia perdendo chissà che fiore...). Fatto sta che qualcuno l'avvocato lo fa fuori, e  i sospetti finiscono subito sul paralitico. Una lagna terrificante, una delle puntate più statiche e lente di tutta la storia del telefilm, un invito al placido dormire che difficilmente rifiuterete. Non si procede quasi, con il paralitico che è pure un discreto personaggio (anche perché interpretato da Armin Mueller-Stahl, mica uno qualunque!) ma è troppo prolisso, con l'anziana moglie che l'assiste nel rendere insopportabile il tutto tra faccette cupamente affrante. E che dire dell'inconcepibile finale, in cui Derrick non riesce manco a ottenere lo straccio di una confessione nonostante torturi la preda con un terzo grado degno della Gestapo? Ci vorrà il colpo di scena liberatutti, e nemmeno quello darà soddisfazione! Da dimenticare... (Zender)


122. IL PRIMO DELLA CLASSE (Der Klassenbeste)
***! Riunione tra vecchi compagni di classe: si beve alla grande e l'ex secchione più di tutti. Di ritorno in auto verso casa tira su due autostoppiste di dubbia moralità e con loro investe, travolgendolo, nientemeno che un collega di Derrick, a quanto pare pure noto barzellettaro della centrale. Derrick e Harry scossi (eran a cena con lui appena due giorni prima, e li aveva seppelliti di barzellette), la vedova chiede a Derrick di occuparsi del caso e lui lo fa. Ovviamente il fu secchione ora farmacista viene subito ricattato dalle due ragazze, che gli s'installano in casa e folleggiano tutte nude per gli ambienti tirandolo dentro in orge a cui l'uomo non rinuncia, pur scosso... Poi c'è da sistemare l'auto ammaccata e si chiama un amico delle due per fare la cosa di nascosto, ma questi ricatta il protagonista a sua volta. Una puntata ottimamente diretta, tesa, con il primo della classe che pare più un poveraccio in balia di eventi più grandi di lui e che non sa più come giustificarsi colla moglie che stava per sposare (anche se le balle inventate per non incontrarla sono di ottima fattura). Le due ragazzacce impazzano, mostrano il seno, ascoltano "Fotoromanza" della Nannini alla radio mentre l'uomo non sa più come comportarsi. Quando il colpevole è noto fin dall'inizio, insomma, le puntate sono meno inutilmente arzigogolate e la formula di Derrick funziona molto meglio. Anche il finale (che si chiude sulle note di "Lucifer" degli Alan Parsons Project) non delude. Notevole! (Zender)

***! Cosa succede quando un uomo posato e all'apparenza irreprensibile beve più di quanto non gli si addica e si caccia in un tremendo guaio? Da questa premessa scaturisce un episodio drammatico e appassionante, con spruzzi di sensualità e una squallida serie di ricatti. Ottimamente (e ambiguamente) caratterizzato il protagonista, solo in parte vittima passiva delle circostanze, ma capace per autodifesa di un cinismo sempre più spietato. Grande Derrick, prima commosso dalla morte del collega, poi teso con la consueta sagacia a logorare il colpevole. Notevole.  (Kozincev)


1985 (STAGIONE 12):


123. L'UOMO DI ANTIBES (Der Mann aus Antibes)
** Grande festa in villone fantozziano: un grido e una ragazza morta. Tempo di chiamare la polizia e, 15 secondi dopo, Derrick è già lì (ma che era, appostato?). Nessuno ha visto niente, tocca indagare da zero. Si va dal padre (che reagisce in modo abulico) il quale fa il nome dell' "amante" della figlia, il classico viveur che abita in un appartamento di lusso (quasi argentiano, considerata l'entrata e lo specchio ovale) e che malsopporta l'interrogatorio di Derrick. L'ispettore ricambia e abbonda con l'ironia: lo scontro tra i due è gustoso, condotto con garbo e intelligenza (Derrick quando c'è da rispondere a tono non si tira indietro). Poi arriva da Antibes (vicina a Monaco, ma quella francese) l'ex a cui il viveur aveva "rubato" la povera ragazza. I due si odiano e il primo accusa apertamente il secondo di omicidio. Sarà vero? Lo scopriremo mentre l'episodio si siede: ad una prima parte viva, interessante, fanno seguito una fase centrale in calando e un finale sempre più in tono minore. Fa tutto Derrick: Harry (svogliato) si limita a fare il passacarte in ufficio e a stimolare il capo di tanto in tanto con le sue abituali domande inutili: "Tu che ne pensi, Stephan?". (Zender)

** Un urlo squarcia la notte e una ragazza viene brutalmente uccisa in un piccolo padiglione in un parco. Tra i sospetti con cui Derrick deve confrontarsi ritroviamo una vecchia conoscenza della serie, l'attore Sky Dumont, qui nei panni di un decadente esteta ex-amante della vittima. La dicotomia Derrick-Dumont, esasperata da una fotografia attenta ai colori e ai contrasti cromatici, è il pezzo forte dell'episodio. La trama, invece, non è poi così avvincente e l'uomo di Antibes si rivela essere tanto bavarese quanto gli altri. (Eresiarca)


124. LA TROMBA DI GREG (Greg's Trompete)
*! Una cantante dance teutonica viene ritrovata semincosciente per strada. La ricoverano e lei lascia un pacco da portare nella casa di uno strano tizio, che quando riceve il "fattorino" (ovvero il protagonista) reagisce con le facce più stranite di questa terra! Il fattorino s'insospettisce, mentre la sua ragazza scopre di avere in casa un bel po' di dischi della vittima. Insieme i due torneranno in ospedale per ritrovare la cantante, ma beccano Derrick che dà loro la ferale notizia: l'hanno soffocata con un cuscino nella notte! Salteran fuori i componenti del gruppo rock drogati marci (trombettista Greg compreso), il narcoboss della città e la vicenda si farà piuttosto complicata e confusa, con goffissime scene d'azione in cui i killer professionisti non riescono ad accoppare un tizio pur sparandogli alla schiena da mezzo metro! L'azione non fa per Derrick e si vede, e dover sbrogliare una faccenda simile non sarà facile: il boss se la spassa sui campi da tennis, i musicisti sono praticamente dei vegetali, Harry si dilegua o svela la sua inadeguatezza rispondendo sempre con la faccia di quello che non sa mai cosa concludere. In mezzo a tutto questo sfacelo è davvero un miracolo che Derrick riesca a venire a capo di tutto! (Zender)


125. I FIGLI DI RASKO (Raskos Kinder)
**! Il signor Rasko è un buon impiegato, onesto e leale, portavalori fidato. Ma ha due figli furbacchioni e indolenti, che quando sanno che per una settimana il suo collega è ammalato e che il padre farà il trasporto valori da solo, decidono di ingaggiare un ex carcerato per rapinare l'uomo in tranquillità. Non andrà tutto per il verso giusto, però: il buon uomo si ribellerà e l'assalitore gli pianterà una coltellata nel cuore. I figli restano di sasso e meditano di far secco il carcerato per vendetta, mentre Derrick cerca di dipanare la complessa matassa. Episodio in stile "Una brutta domenica" (1974) ma con un'inutile coda che regge un colpo di scena evitabile. Peccato perché la storia era psicologicamente interessante (reggono tutti i personaggi) e se ci si fosse accontentati di non strafare poteva essere un ottimo episodio. Anche così, ad ogni modo, non è malaccio. Al bar echeggiano il Raf di "Self control" e la Nannini di "Fotoromanza". (Zender)


126. INSERZIONI PERICOLOSE (Toter Goldfisch)
**! Due gay tirano avanti con uno di loro che abborda vecchie e le spolpa: l'ultima si è pure impiccata dopo aver capito di essere stata biecamente sfruttata. La nuova preda è una cinquantacinquenne (sì, figurati, è ben oltre i sessanta... d'altra parte anche lui che si spaccia per studente ventisettenne è ben poco credibile), col figlio trentenne che ovviamente disapprova il rapporto di mammà con uno ancor più giovane di lui. Eppure le cose vanno bene: il furbacchione la porta persino in discoteca a ballare scatenata il rap (con gli altri in pista agghiacciati, scena indimenticabile!) e a mangiare hamburger. Poi in collina mano nella mano, mentre la dolce "It was love" di Frank Duval fa da colonna sonora ossessionante all'intero episodio. In chiesa (!) scatterà il bacio travolgente, ma intanto Lapper, un collega di Derrick, stimola l'ispettore a indagare su quello che lui ritiene il vero assassino dell'impiccata di cui all'inizio. Scapperà poi il solito morto fulminato da dietro la porta (ma possibile che in questi casi non becchino mai l'uomo giusto?) e tutto si complicherà. L'episodio vale soprattutto per il gay dongiovanni, che vedremo prima fare il tenero convinto con l'anziana (il livello trash qui è altissimo) e poi struggersi e ridursi a straccio. Ci si diverte anche a vedere Derrick che cerca di evitare l'invadente e petulante Lapper, Harry vestito di tutto punto e Berger che dimostra quanto stia lì a far niente: ogni volta che Derrick apre la porta dell'ufficio è lì in piedi che origlia o si gira i pollici... Peccato per l'ultima parte, che rallenta tragicamente. (Zender)

**! Episodio dai tratti comici (involontariamente): la relazione tra il giovane studente (abbondantemente fuori corso) e l'anziana signora (spacciata per cinquantacinquenne) ha spunti antologizzabili tra i picchi trash della serie (sia durante il corteggiamento sia quando la relazione viene stroncata). Le indagini cominciano solo nella seconda parte, Derrick ha l'aria di chi sembra sia perennemente occupato a collegare l'omicidio con un elemento che conosce ma che gli sfugge. Quando poi, spontaneamente, ricorderà il dettaglio che gli serve il gioco è fatto e infatti va spedito a stanare il colpevole. Con la frase conclusiva (detta dalla canuta ma arzilla signora) si tenta senza risultato di mettere una pezza concettuale. Ad ogni modo i derrickiani incalliti apprezzeranno l'insieme. (Faggi)


127. CHI HA SPARATO AD ASMY?
(Wer erschoß Asmy?)
**! Fa parte degli episodi costruiti in perfetto stile whodunit. Nel giardino di una splendida villa, il proprietario viene ucciso davanti agli occhi della sua giovane amante (che ci aveva appena mostrato il seno). Chi ha sparato da dietro il cespuglio? Ci viengono lentamente presentati gli indiziati: il fratello della ragazza (un simpatico nanetto per cui l'ispettore prova forte tenerezza), l'ex fidanzato di lei (di un rozzo terrificante), l'ex moglie della vittima (bella e gelida). A Derrick, che per l'intero episodio si aggira sul set in un orrido piumino bianco, svelare l'arcano. Una buona attenzione ai caratteri degli indiziati garantisce qualità, mentre la regia abbozza qualche virtuosismo (un dialogo con Derrick in cui vediamo l'interlocutore riflesso in uno specchietto retrovisore) e segue in modo accettabile la vicenda. Niente di eccezionale, ma un episodio in cui perlatro (colpo di scena) i tanti colloqui dell'ispettore saranno in fondo superflui: la soluzione arriverà grazie ad Harry, fin lì clamorosamente in ombra. Finale con tenerezze... (Zender)

***! Ottimo episodio, sapientemente costruito in modo da tenere lo spettatore sulle spine fino al sorprendente finale. La storia funziona su entrambi i versanti: quello del classico giallo (tutti i personaggi hanno un valido movente) e quello umano, in cui spicca un Derrick molto comprensivo, quasi paterno. Ottimamente caratterizzati i personaggi: la bella moglie del morto, la madre severa e moralista, la fragile ragazza e il devoto fratellino. Sarà il percorso della pistola a svelare il mistero. Molto buono. (Kozincev)


128. LA MORTE DI MARIA SIMKA (Das tödliche Schweigen)
*** Apertura con Harry che si prepara ad andare al cinema per vedere un film di fantascienza. Niente da fare: una ragazza spaventata telefona a casa Derrick (chi le ha dato il numero? Boh) e il duo deve correre in Dolomiten strasse a vedere. Falso allarme: la giovane sta bene e il suo ragazzo tranquillizza per lei l'ispettore (infastidendolo perché si sovrappone continuamente a quello che dovrebbe invece dire la sua compagna). Il giorno dopo però muore Maria Simka, un'anziana contabile di una ditta fallita, che per puro caso si scopre lavorava assieme alla ragazza del giorno prima. Strani legami tra le due vicende, con Derrick e Harry - qui inseparabili, amici veri - che vanno a perlustrare una vecchia fabbrica in disarmo e lì conoscono il capo officina. Un giallo dai tratti misterici molto accentuati, lento ma affascinante anche nella sua soluzione, che però purtroppo porta ad un epilogo troppo sbrigativo e deludente, che lascia con l'amaro in bocca. Peccato, perché i protagonisti sono tutti in buona forma, le ambientazioni invernali nel gelo bavarese rendono (soprattutto la grande fabbrica dismessa) e il soggetto è intricato al punto giusto, singolare fin dall'incipit. (Zender)

 
129. UNA MISTERIOSA SCOMPARSA (Ein unheimlicher Abgang)
** A scomparire è un cornutone che se la spassava a sua volta con la segretaria: lascia una lettera d'addio ed esplode con una barca al largo. Moglie, figlio, amante della moglie e due collaboratori nella ditta in cui lavorava vengono chiamati per riconoscere il cadavere e tutti concordano: la salma ustionata è proprio quella del presunto suicida. Poi però si scopre che tanto suicida non era, visto che nella nuca gli ritrovano i segni di una tremenda mazzata... insomma, il caso si complica, ma il tempo fin lì perso per il riconoscimento all'obitorio è tale che si capisce quanto le idee stavolta latitino. E infatti, per quanto misterioso, il caso è di rara semplicità e non ha previsto grandi sforzi nella costruzione da parte dello sceneggiatore. Si interrogano ripetutamente sempre le stesse persone, Derrick gioca a fare quello che ha la grande intuizione ma il tutto risulta un po' troppo forzato e poco credibile, mentre la soluzione arriva da un personaggio infilato nel tutto ancora una volta senza gran fantasia. Flashback necessario, finale concitato. A ben vedere niente di così interessante sotto il sole. Divertente il passaggio di consegne alla mensa: davanti a qualche wurstel (presumibilmente) l'addetto alle persone scomparse fa capire a Derrick e Harry che ora che il cadavere è stato trovato la competenza passa a loro. (Zender) 

***! Il soggetto è interessante e piuttosto originale, i personaggi ambigui e sfuggenti, alcuni di rara antipatia. Derrick li scruta con un misto di gentilezza e diffidenza fino a trovare il bandolo della matassa. Harry è più presente del solito, ma poco utile alla soluzione del mistero. A parte qualche lentezza, un ottimo episodio che apre una delle migliori annate degli Ottanta. Pregevole. (Kozincev)


130. SUOR HILDE (Schwester Hilde)
** L'episodio lo fanno Derrick e Hilde, la minuta suora venuta da Amburgo per proteggere una sua "creatura" salvata dal giro della prostituzione. Hilde è severa, non accetta che l'omicidio dell'ex magnaccia della giovane ricada su di lei. Eppure molti indizi portano proprio alla giovane rintronata (altro esempio di classico personaggio semicatatonico tanto comune nella serie), che subisce passivamente gli interrogatori dei due ispettori. Molta monotonia, nonostante la figura della suora dal fare irreprensibile non sia male. Episodio costruito su misura per il colpo di scena finale (che chi conosce la serie capirà prima senza troppe difficoltà) e sviluppato in funzione di questo. Indagini tuttavia fiacche, scarsità di indizi, sceneggiatura carente. (Zender)

**! Una giovane donna, grazie all’aiuto di una suora, riesce ad affrancarsi dal crudele mondo della prostituzione e, sempre grazie a Suor Hilde, entra nel mondo del lavoro per così dire “normale” come commessa in una profumeria. Un giorno le si presenta lì il suo ex “magnaccia” che, con la scusa dell’acquisto di un profumo, minaccia gravemente la donna. Lei, spaventata, avvisa per telefono la suora che in fretta e furia viene a Monaco per soccorrerla. Successivamente, in una stanza di un lussuoso albergo, viene trovato morto il ricattatore e iniziano le indagini di Derrick, che brancola apparentemente nel buio… Discreto episodio che tocca lo scottante argomento del racket della prostituzione, anche se il ruolo di prostituta non sembra convincere la timida protagonista e questo traspare in alcuni tratti, mentre appare a proprio agio l’eccentrica suora spigliata e quasi divertita. Lei è il vero punto di forza dell’episodio. (Markus)


131. UNA LUNGA NOTTE PER DERRICK (Lange Nacht für Derrick)
** Sequestrano la figlia a un avvocato: la mattina dopo, se vuole riaverla viva, dovrà passare non visto una pistola al farabutto che difende per permettergli di minacciare gli astanti e scappare indisturba durante il processo. Che piano! L'avvocato, disperato, nonstante gli sia stato detto di non avvertire la polizia, chiama Derrick, il quale passerà una notte insonne con i colleghi (Berger viene richiamato in servizio mentre era al cinema e si rammarfica di  non aver potuto vedere il finale del giallo a cui stava assistendo) per cercare di risalire ai rapitori. Mentre l'orologio da muro scandisce il passare delle ore il distretto è in fermento, e l'intero episodio è costruito nel tentativo vano di creare la massima suspence. In realtà è risaputo che non è un punto di forza della serie, la suspence, e l'assenza dei classici dialoghi di Derrick con i sospetti avvilisce il tutto. Finale concitato. (Zender)

** Un avvocato, che Derrick conosce, è in difficoltà per via del suo pericoloso e minaccioso assistito, un imputato d'omicidio incastrato da testimoni oculari. Ma i veri guai cominceranno dopo e l'ispettore dovrà impegnarsi con ardore da poliziotto per evitare il peggio. Non ci sono morti, la vicenda è della tipologia "fanciulla in pericolo" (causa rapimento). L'episodio non è buono, resta appena accettabile, il movimento d'azione sospesa è malriuscito; non c'è spazio per elucubrazioni psichiche e Interrogatori fantachimerici; le indagini sono condotte con metodi razionalisti e la collaborazione di Harry e soci è indispensabile. Gli enigmi gialli lasciano qui totalmente campo libero alla struttura poliziesca, ma con risultati modesti. (Faggi)

**! Se fosse stata una puntata dell'anomala annata '75, gli elementi per determinare una buona riuscita ci sarebbero stati tutti. Peccato che Derrick e Harry, nonostante azzardino una certa spavalderia, abbiano oramai perso il piglio di un tempo, ragion per cui la tensione ricercata per tutto l'episodio, come spesso accade, latita. A ciò si aggiunge la mancanza della fine indagine psicologica e sociologica dei sospetti, così come l'assenza di un morto su cui investigare. Perlomeno le prove dei vari protagonisti sono convincenti, al pari del finale. (Gordon) 
 
 
132. UNA CORONA DI FIORI 
(Kranzniederlegung)
** Su una corona di fiori posta sulla tomba di una ragazza morta per eroina sta scritto: "I tuoi assassini saranno puniti". L'ha posta il suo ex boyfriend, che un vecchio giornalista avvicina perché sente puzza di articolo. Gli chiede se conosca chi ha ucciso la giovane ma lui tace e insulta (dimostrando una feroce incazzatura con gli spacciatori che ritiene causa della morte della sua ex partner). Così il giornalista tira dentro Derrick e gli racconta la storia. L'ispettore, che ha evidentemente poco da fare, accetta di indagare e intanto il primo spacciatore muore, esattamente come ci si aspettava. Subito si interroga il ragazzetto, che dice di esser stato sempre a casa mentre colle cuffie s'ascoltava a rotazione la canzone tormentone del'episodio (che sentiamo in tutte le salse) ovvero "Time for lovers" del solito Frank Duval (la prima volta la si sente in un locale mentre alcuni avventori si muovono roboticamente in una sorta di break dance). Rispetto agli abituali episodi con droga (una vera moltitudine) qui s'indaga poco nel mondo della droga e molto nella testa del principale sospetto e del giornalista, un "povero diavolo" (parole sue). Il risultato è una puntata accettabile ma decisamente mediocre, almeno fino al colpo di scena finale con epilogo a libera interpretazione. Abbiamo intanto l'ennesima riprova delle scarse capacità di Berger, chiamato in causa per un pedinamento e regolarmente seminato. (Zender)

**! Nel verde cimitero di Monaco un gruppo di persone piange la morte precoce di una giovane vittima della droga; tra loro, l'ex fidanzato che giura vendetta verso gli spacciatori e un giornalista sul viale del tramonto che vuole impedire al ragazzo di rovinarsi la vita commettendo un duplice omicidio. Herbert Stass caratterizza in maneira convincente il derelitto giornalista, aiutato in questo dalle scenografie piuttosto deprimenti che fanno da cornice a buona parte dell'episodio. Riflessione e azione si bilanciano bene fino ad un finale piuttosto sorprendente, non in linea con quelli tradizionali di Derrick. Insopportabile la colonna sonora incentrata su di una orribile canzone ripetuta allo sfinimento. (Eresiarca)


133. UN FATALE MALINTESO (Tod eines jungen Mädchens)
Una bella ragazza è stesa su di un letto, senza vita. Nei dintorni si affacendano misteriosamente in molti e per un po' si capirà poco. In appartamento arriveranno poi Derrick e Harry, che cominceranno a interrogare colleghi e padrone del negozio dove la giovane lavorava come commessa. Il figlio del padrone, presunto "stiilista", viene raggiunto via telefono dalla polizia ma non risponde. Perché? Perché era legato alla vittima, è scosso e si trasforma nel tipico, insopportabile vegetale che con i suoi balbettamenti e sguardi fissi demolisce un ritmo già catatonico di suo. Derrick fissa l'attenzione sulla famiglia (i due genitori, il figlio e lo zio, inseparabili) dei padroni del negozio perchè è evidente che stanno nascondendo qualcosa. Ma cosa? Intanto si fa strada la sensazione che la vittima fosse un tantinello di facili costumi o che comunque facesse credere a tutti di essere disponibile; infine compare il vicino di casa, un burbero che mal risponde a Derrick e dice che "non gli interessa niente di nessuno e a nessuno interessa di lui". Unica spassosa variante a un copione disgraziato, maldiretto e con troppe pause. Anche il finale non convince affatto dando l'impressione della classica puntata infilata nel mucchio per far numero. (Zender)


134. LA BALLERINA (Die Tänzerin)
*! Ancora un inizio stile Phenomena dopo "Il sentiero": in un collegio femminile un killer neroguantato è pronto a uccidere una deliziosa biondina, ma quando ha già aperto la stanza della vittima e sta per sparare... interviene maldestramente il guardiano, che si becca la pallottola e stramazza. Il killer fugge e arriva Derrick, il quale scoprirà che la biondina diciottenne è un vero peperino e se la spassa con un uomo ben più anziano di lei per il quale ha mollato il boyfriend. Derrick cerca l'uomo e si trova davanti il solito fedifrago che non solo tradisce la moglie (la ballerina del titolo) ma non si vergogna della scappatella e chiede all'ispettore di tacere. Derrick però, che qui è particolarmente sadico, si diverte a dire che spiattellerà tutto alla moglie e ci dà dentro con le domande piccanti (sempre con uno strano sorriso sul volto) rimestando nel torbido con l'assistenza del compiaciuto Harry (il quale, davanti alle foto della biondina, ammetterà tacitamente che ci farebbe pure lui un pensierino...). Purtroppo i ritmi sono catatonici e conducono inesorabili verso l'abbiocco; di memorabile, in questa puntata, c'è giusto Derrick che ricorda a un investigatore privato che "non siamo in un telefilm americano": i documenti alla polizia li devi far vedere e senza tante storie! (Zender)


135. UNA FAMIGLIA IN PERICOLO (Familie im Feuer)
Uno squallido malfattore, che se la prende con le ragazze in sedia a rotelle e tiranneggia una famiglia di poveracci tirando dentro il capofamiglia nell'organizzazione di un colpo, viene fatto fuori (ci voglion venti minuti ma alla fine qualcuno lo fa secco, in una piazzetta, di notte). Finalmente salta fuori Derrick, che deve capire suo malgrado chi ha accoppato l'uomo. S'informa di chi frequentasse e subito finisce in casa della ex famiglia in pericolo: il padre è scosso e semimuto, il figlio è un mezzo fesso che ascolta musica tutto il giorno e si è appena licenziato da un lavoro che deludeva le sue aspettative, la figlia è la graziosa paralitica che parla meno di tutti, la madre è ricomparsa dopo un po' che li aveva piantati in asso giusto per organizzare una bella spaghettata al pomodoro tra la felicità generale. L'indagine arranca, la puntata anche di più. Ritmi da sonno profondo, la madre della vittima che si lancia in noiosissimi monologhi, lunghi silenzi e un finale pietoso che chiude una puntata decisamente da dimenticare. (Zender)

*! Dirk Galuba, qui cattivo come non mai, muore ammazzato in un cortile. Nessuno sembra saperne nulla. In una puntata costruita male e tirata via di fretta, la nota lieta è la vera protagonista della storia, ovvero una ragazza finita in sedia a rotelle a causa di un incidente la quale, tuttavia, ha conservato grinta, vitalità e voglia di tornare a camminare. La resilienza della giovane e il fatto che una disabile costituisca il nodo focale della trama - non dimentichiamo che parliamo di trentacinque anni fa - danno all'episodio un valore sociale che va ben oltre i (pochissimi) spunti di interesse. Dopo una quarantina di minuti, Derrick tira fuori dal nulla la soluzione senza conoscere la storia. Harry lo guarda basito. (Eresiarca)


1986 (STAGIONE 13):


136. UNA MATTINA DI LUNEDI' (An einem Montagmorgen)
**! L'insolita voce off ci fa credere di avere a che fare con un episodio diverso dal solito: un narratore che ci introduce ai personaggi? Che roba è? Personaggi che sembran da favola perdipiù: il vecchietto meticoloso, l'ispettore (Derrick) in centrale a fare un confronto all'americana, la famigliola del paesino di campagna... poi arriva il turno dell'ex galeotto e si torna alla norma. Eccolo lì il protagonista, che entra in una banca coi due complici e stende il vecchietto meticoloso che gli aveva tolto il passamontagna davanti alle telecamere. Fuga nel paesino di campagna e tappa alla casa della famigliola, presa in ostaggio stile Ore disperate. Derrick arriva al paesino (si sapeva che i tre usciti di strada con l'auto dovevano esser lì) e grazie a Harry che va coraggiosamente in perlustrazione capisce in quale casa si son rifugiati. Scatta l'ingegnoso piano per liberare gli ostaggi. Episodio dotato di buona tensione, in parte scontato ma ben ambientato. Derrick conduce saggiamente le mosse (siamo nel poliziesco, non certo nel giallo) assistito da un Harry intraprendente e dal solito corpo speciale da tenere a bada (vorrebbero circondare la casa, sparare a tutti, fare una strage di innocenti tanto chissenefrega). Modesta la prova del killer a capo della banda di inetti, come in fondo quella dell'intero cast. Una volta tanto però ci si salva con la regia. Discreto. (Zender)
 
*** Dopo aver rapinato una banca ed essersi lasciati un morto alle spalle, tre fuorilegge tentano di eludere le ricerche della polizia installandosi in una casa di cui prendono in ostaggio gli occupanti. Per Derrick la difficoltà maggiore consisterà nel tenere a freno le squadre speciali, il cui comandante vorrebbe sbrogliare la situazione con un blitz degno di Monaco 1972... Piacevole episodio strettamente poliziesco, interpretato da un cast non particolarmente brillante ma sorretto da un buon ritmo e da una tensione accettabile. L'ambientazione quasi bucolica è molto insolita, l'utilizzo della voce narrante in apertura lo è ancora di più. (Nicola81)

* Tra gli episodi più noiosi di qualsiasi annata di Derrick perché non esiste praticamente l'ombra di una trama e perché attinge a piene mani a due dei filoni più vieti del cinema statunitense: a) Scena iniziale: un lunedì come tanti in una cittadina di provincia con tanto di personaggetti che si svegliano e voce fuori campo... fa tanto cinematografia anni Cinquanta; b) Dagli Anni Settanta a oggi con, epigoni più o meno truculenti: per quasi tutto il tempo va avanti una sorta di parodia di ostaggi brutalizzati da tre banditi finché non arrivano i nostri eroi a liberarli: e la trama dov'è? il miglior Derrick qui manca del tutto. (Viola)

*** Episodio anomalo, sia per l'ambientazione rustica sia per la scelta insolita di far introdurre i personaggi da una voce fuori campo, che ha il compito di facilitare la comprensione della vicenda e risulta un espediente tutto sommato gradevole. Il soggetto non è dei più originali, ma si possono apprezzare il consueto realismo degli ambienti e dei dialoghi e l'abilità strategica di Derrick, che prevale su chi vorrebbe adottare metodi più spicci. Un po' convenzionale la rappresentazione dei malviventi, con il leader dal piglio truce, ma la regia è dinamica e la tensione non manca. Buono. (Kozincev)

**! Dopo l'iniziale scovolgimento dovuto all'anomala e piuttosto snervante voce fuori campo, che introduce i personaggi tipici di una storiella per bambini più che di un racconto poliziesco, l'episodio si rivela tutto sommato discreto. La regia e la sceneggiatura tratteggiano bene infatti la vicenda del rapimento, scadendo però a volte nell'improbabile. Abbastanza convincenti le prove dei protagonisti. (Gordon)


137. LA TRISTE FINE DI NAUJOCK (Naujocks trauriges Ende)
*** Oddio, triste fine... Najock era uno che se la spassava un po' con tutte e lo han fatto fuori fuori mentre se ne usciva dall'appartamento di un amico assieme alla figlia del suo autista, con la quale aveva da poco... consumato. Uno sparo nel buio e addio. Ma probabilmente il triste si riferisce a ciò che si scoprirà successivamente. Derrick va a casa dell'amico proprietario dell'appartamento, dove subito incontra una famiglia composta da padre, figliastro, figliastra e nonna malata. Si attaccherà a loro a lungo, anche dopo aver parlato con la povera moglie del defunto, cornificata senza pietà dal marito e di conseguenza non così scossa dall'accaduto (pur se inspiegabilmente fa aspettare 10 minuti Derrick e Harry prima di raggiungerli in salotto). L'episodio è intrigante, piuttosto ben architettato, complesso, persino morboso e con più di un colpo di scena. E' particolarmente teso il finale, con un Derrick risolutissimo ad andare per la sua strada nonostante manchino come al solito le prove e questa volta anche la confessione, che per lui è pur sempre l'arma definitiva. Anzi, questa volta una confessione c'è, ma non pare essere quella utile, ed è chiaro che qualcuno sa molto di più di quel che dice. Nonostante una prima parte dalla regia un po' troppo zoppicante, col pasare dei minuti ci si incuriosisce fino all'incalzante ultima parte. Senza eccellere particolarmente, comunque un buon episodio. (Zender)

***! Episodio notevole, sceneggiato in modo impeccabile, come sempre interpretato ottimamente. Derrick è in scena fin dall'inizio, e quando l'ispettore è onnipresente di solito tutto funziona alla perfezione. I rapporti torbidi tra i personaggi principali conferiscono alla storia un alone di mistero e di morbosità che tiene viva fino alla fine la curiosità dello spettatore. Peccato come sempre per la durata, che costringe ad un finale non troppo convincente. Ci sono episodi più profondi, ma qui siamo vicini alla perfezione. Visione consigliatissima. (Kozincev)


138. UN SEGRETO NEL GRATTACIELO (Geheimnis im Hochhaus)
*! Un drogato va per rubare in un appartamento d'un grattacielo. Sale e ci trova dentro una ragazza stecchita sul letto. Oddio che è? Arriva qualcuno... Saranno gli assassini? Il tossico fugge, inseguito. Arriva a casa dove lo aspetta il padre invalido (il quale non si lava perché vuole responsabilizzare il figlio, che sa essere un drogato), infine decide di andare a raccontare tutto alla polizia. Harry gli dà subito del visionario, Derrick giustamente fa notare che un ladro non va a consegnarsi ammettendo di essere andato lì a rubare. Si cerca di far luce sul contorto caso, anche perché si fa vedere il proprietario dell'appartamento che pare più sospetto del drogato stesso. Derrick si affeziona intanto al povero ragazzo, che dipinge e aveva cominciato a farsi in cerca d'ispirazione. Gli compra persino un quadro, al culmine del suo slancio solidale, ma quello converte subito il guadagno in una pera. Derrick comunque è certo della sua innocenza e persevera nelle indagini. Alla fine qualcosa verrà fuori, anche se il finale resta in parte aperto. Il drogato al centro di una storia che per una volta non si occupa di spacciatori e grandi organizzazioni criminali come di solito càpita quando si parla di stupefacenti. Ciononostante la sceneggiatura è debole, l'intreccio giallo poco studiato e il coinvolgimento relativo. Se non altro Harry si becca un bel pugno in panza, anche se con scarse conseguenze visto che la scena dopo corre già come un ossesso e si attacca a un auto in corsa... (Zender)


139. IL TESTIMONE OCULARE (Der Augenzeuge)
**! Un tizio si fa dare le chiavi da un ex collega e va a far le fotocopie di notte nell'ufficio da dove è stato da poco licenziato. Quando entra nel palazzo però si accorge che alla gioielleria del piano di sotto ci sono dei ladri in azione con la fiammossidrica sulla cassaforte. Se ne frega, va a far le sue belle fotocopie (curricula da spedire in giro) ma arriva il guardiano notturno, suo vecchio amico. Occhio che ci sono i ladri, pim pum pam e il guardiano ci resta secco. L'uomo era già in strada in quel momento, ma forse ha visto i ladri in faccia mentre scappavano. Noi non lo sappiamo, ma di certo qualcosa nella vita dell'uomo cambia, e Derrick non fatica ad accorgersene. In più anche i figli della guardia morta si comportano in modo strano e spunta un pregiudicato che irride l'ispettore. La cosa migliore dell'episodio è che per una volta non è così facile capire come stan le cose: i personaggi in ballo sono tanti, Derrick brancola nel buio (Harry non ne parliamo) e tutti sembra abbiano qualcosa da nascondere. La storia si sviluppa bene e, per quanto le ambiguità alla fine in parte rischino di permanere, anche il finale non delude. Molte le cose non dette ma lasciate intuire abilmente. Buona l'interpretazione del protagonista, soprattutto per come riesce a nascondere i propri sentimenti. Senza uscire molto dai canoni della serie, un episodio che non delude. (Zender)

*** Cosa può succedere quando il classico vigliaccone derrickiano assiste a un furto, in cui tra l'altro ci scappa pure il morto? Si capisce subito che sarà una storia di ricatti e di verità taciute, ma l'episodio si sviluppa con originalità lasciando un certo alone di suspense e di mistero, ragion per cui i nostri segugi sono pure costretti a indagare seriamente (quale orrore!). I personaggi, pur numerosi, sono inoltre ben delineati e pagano però delle interpretazioni spesso non molto convinte. Buono invece il finale. (Gordon) 


140. LA FINE DI TUTTO (Das Absolute Ende)
Fine d'una lezione privata di musica: una bella (mah) ventiduenne (ri-mah) va a prendere l'auto e l'ammazzano. Arriva Derrick sul posto e deve avvisare i familiari: una tragedia perché son singhiozzi pesanti da parte di tutti. Si va avanti dieci minuti buoni a magnificare la vittima tra lacrime e imprecazioni. Certo la famiglia della poveretta tanto normale non è: il padre sembra fuori di senno, lo zio rincitrullito da tempo lo tengono segregato in stanza e il cugino, sulla buona strada pure lui, si è sposato l'infermiera dello zio... In questo quadretto sconfortante arrivano altri omicidi e di moventi accettabili non se ne vedono. Ne arriverà uno inaccettabile infatti, tanto che Harry, quando Derrick gli dice di aver scoperto il colpevole, quasi gli ride in faccia e gli dà del matto. Derrick prova a spiegare ma Harry niente (ma andiamo, Stephan...). E d'altra parte un movente tanto ridicolo finora non s'era ancora visto. Patetica pure la conclusione per una delle più scialbe indagini del caro ispettore. (Zender) 

*! Piatto forte dell'episodio, cucinato con confusa misura di mistero e nascondigli, è una famiglia dove troveremo, tra gli altri, un anziano e inquietante malato di mente e il figlio con evidenti problemi psichici, probabilmente avviato alla follia. Derrick si muove con molta cautela e spesso si consiglia con Harry. Ovviamente scruta e interroga, sonda le menti e i comportamenti: indaga, insomma, in perfetto suo stile sornione e attento. E infatti, seguendo una decisiva intuizione (figurativamente poco o nulla convincente), scioglierà il nodo di quello che sembrava essere un doppio delitto senza movente. L'episodio è discutibile; il clima oppressivo ed enigmatico è fuori fuoco; certi personaggi di contorno e le musiche malinconiche contribuiscono a disegnare con cupezza l'insieme ma l'assurdo movente, che davvero delude in quanto ridicolmente pretestuoso, fa cadere le braccia; infine si archivierà il tutto tra i peggiori episodi dell'annata. (Faggi)

*! Puntata a tratti imbarazzante. Derrick e Harry infatti si barcamenano stancamente tra aride disquisizioni filosofiche e incontri raccapriccianti con gli ambigui familiari della vittima, di cui tutti tessono le lodi in modo snervante. L'indagine è priva di particolari sviluppi e senza una "geniale" intuizione dell'ispettore non si caverebbe un ragno dal buco. Il problema è che verrebbe per una volta da solidarizzare con Harry, data l'insensatezza della conclusione, la quale peggiora ulteriormente l'episodio. (Gordon) 


141. IL FASCINO DELLE BAHAMAS (Der Charme der Bahamas)
*! Un uomo è sull'orlo della disperazione: chiama i figli al telefono, gli annuncia di aver perso tutti i soldi a causa della sua "dabbenaggine" per un investimento sballato in borsa consigliato da un promotore finanziario disgraziato. I figli fanno ora ad accorrere a casa che lo trovano in cantina impiccato. Il maschio decide di rintracciare il promoter e lo minaccia di morte, questi gli dà appuntamento per un incontro e... muore pure il promoter, accoppato con un lume da tavolo stavolta. Che sia stato il giovane, che è ancora lì davanti alla scena del delitto con l'aria da fesso? O magari la moglie, in combutta con l'avvocato? E soprattutto: che cavolo c'entrano le Bahamas? Ahinoi, le Bahamas sono solo una mezza metafora, giusto la meta ideale dove godersi la pensione nei sogni del promoter ucciso. Cominciano le indagini e Harry come sempre azzanna al collo il figlio del suicida, dando per scontato che l'assassino sia lui. Ma Derrick, benché sbatta senza problemi in prigione il giovane (che si proclama innocente), non ne è così convinto. E la figlia della vittima, con i suoi abiti terrificanti e gli occhi perennemente pallati, che cosa sa? Chi conosce la serie arriva facilmente a intuire come si son svolte le cose, e poco resta da scoprire. Anche perché per il resto l'episodio è piuttosto statico, interpretato con poca convinzione, privo di veri colpi di scena, piatto, vivacizzato giusto dagli sguardi affascinanti della moglie dell'ucciso. L'unica cosa che sveglia dal torpore sono i dialoghi tra Derrick e gli avvocati, ma è davvero poca cosa. Il personaggio più interessante era disgraziatamente il promoter, che crepa troppo presto. (Zender) 


142. OMICIDIO AL FITNESS CENTER (Die Nacht, in der Ronda starb)
*! Fino a casa arrivano a rompergli le scatole, al povero Derrick. Questa volta tocca al suo vicino di pianerottolo, ennesima figura di cornuto trattato a pesci in faccia dalla moglie "allegra" (così la definisce Derrick stesso). Addirittura la signora si porta l'amante in casa senza problemi, incurante della frustrazione del marito, ridotto come d'abitudine a un vegetale. Affranto, l'uomo parla della sua triste condizione nella classe dove insegna, e i ragazzi, a lui molto affezionati, lo spingono a ribellarsi ("si svegli, quella si fa sbattere dal primo che passa!"). Parla e riparla, una sera l'amante, istruttore in un fitness center, muore per davvero e a Derrick non resta altro che interrogare gli alunni (evasivi) e il prof (rintronato da mane a sera). Classico episodio da gruppo di giovani amici inseparabili e sospettati che si scambiano sguardi interrogativi ad ogni domanda di Derrick, appartiene a quella schiera di puntate in cui non esiste alcun genere di indizio, neanche vago, e tutto si basa sull'interrogatorio volto alla confessione. Nessun personaggio esterno di rilievo, dialoghi aleatoriamente filosofici, Harry che al solito si lancia in conclusioni precipitose. Da dimenticare in fretta tranne per gli amanti dello zerbinaggio coniugale, di cui qui viene fornito un bell'esempio. (Zender)


143. UN UOMO SENZA SCRUPOLI (Ein eiskalter Hund)
*! Classico esempio di matrimonio a rotoli: lui la tratta come un oggetto inutile con cui scambiare meno parole possibile e se la fa con una cameriera del ristorante di cui son proprietari; e quando lei chiede spiegazioni nemmeno risponde. Un giorno qualcuno la aggredisce nella casa di campagna proprio mentre lui si era accuratamente costruito un alibi (partita a carte con gli amici). Non pare ci sia niente da scoprire, se non chi sia il sicario di turno. Puntata fiacca, rischiarata solo dal meraviglioso carattere ultraburbero del protagonista, un'autentica macchietta che piazza le risposte più indisponenti possibili con estrema naturalezza. Per questo tutta la prima parte sembra preparare al meglio: l'uomo ad esempio, dopo aver trattato come un idiota il cognato mandato dalla moglie a chiedere di troncare la relazione con la cameriera, non si fa scrupoli (corretto il titolo quindi) a domandargli di venire la domenica a giocare a carte. Splendido anche come a cadavere ancora caldo ordini all'amante di fare armi e bagagli e di trasferirsi a casa sua, senza negare affatto la cosa a Derrick: una faccia di bronzo clamorosa, che purtroppo come detto rimane l'unico asso nella manica di una puntata altrimenti piatta come poche, finale compreso, in cui i sentimenti sembrano essere la cosa più distante dall'essere umano. (Zender)


144. LA FAMIGLIA WEIDAU (Der Fall Weidau)
Ammazzano un giovane componente della famiglia Weidau e Derrick si reca alla tenuta, una lussuosa villa nel verde. Conosce tutti i familiari e chi vive lì (una decina di persone): uno più integerrimo del'altro! Harry continua a rimarcare il fatto: tutti onesti, che persone, che gente! Come si può pensare che uno di loro possa avere commesso un omicidio? Parrebbe un whodunit in piena regola, ma Derrick non viene a capo di niente: non un indizio, nel magico mondo di marzapane dei Weidau. Tutti si stimano, si amano, fanno del bene...". Dobbiamo forse ammettere che si tratta di suicidio?". Non sia mai! Sì ma ragazzi, datevi una mossa anche voi perché non se ne esce vivi da tutta questa melassa! E infatti non salta fuori un indizio che sia uno! Fino all'immancabile confessione solo estenuanti parole di ammirazione per tutti e tra tutti. Ci si poteva arrivare alla soluzione? Ma per piacere... Momento cult: Derrick rifà il percorso dell'assassino nel corridoio e... non scopre assolutamente nulla! A che serviva una scena così? Mah. (Zender)

*! La puntata narra di un giovane trovato apparentemente suicida nella sua stanza da letto in una villa fuori Monaco. La morte è avvenuta a causa di un cioccolatino al cianuro. La famiglia, in preda allo sconforto, chiama la polizia, ma Derrick constaterà il suicidio in mancanza di altri indizi. Qualche giorno dopo ricapita il fattaccio, e a questo punto Derrick comincerà a parlare di omicidio, perciò orienterà le sue ricerche nell’ambito familiare… Puntata lenta e priva di mordente, tuttavia è un interessante spaccato della famiglia borghese della Germania di quel tempo. (Markus)

** La famiglia Weidau è stranissima: tutta zucchero, miele e... cianuro. Modello di perfezione o modello di psicopatia, ovvero caso clinico. L'ispettore dovrà vedersela con questo strano intruglio dolciastro, nondimeno velenoso; e intanto il suo fido Harry sembra attonito. L'episodio ha segmenti curiosi, che il derrickiano incallito troverà irresistibili; è probabile che l'insieme resterà impresso. Sulla qualità: aprire un dibattito? No, non è il caso. Tuttavia non è pessimo, la visione suscita curiosità psicogialla (si passi il neologismo). (Faggi)
 

145. PIETA' PER L'ASSASSINO
(Schonzeit für Mörder)
*! Muore il solito geniaccio perfettino di fatto odiato da tutti i familiari, designer di accessori per auto risposatosi con una svampitella venticinquenne dopo aver figliato nientemeno che la futura superstar Christoph Waltz (che però si fa la matrigna creando un bel caos). Il fratello della vittima è una nullità che di motivi per commettere l'omicidio ne aveva a bizzeffe, suo figlio è un pianista mediocrissimo che pure lui lo zio non l'amava di certo e così il quadro è completo: allo spettatore capire chi tra questi sia il colpevole (senza dimenticare l'odiosa governante), mentre Derrick molla Harry in ufficio quasi subito e si dà da fare con gli interrogatori. Anche perché il nostro è convinto che il morto (che gli è morto davanti in ospedale mentre lui era lì per un esame alla schiena) prima di spirare gli avesse voluto dire qualcosa, pur se il medico gli aveva ripetuto "ma no signor Derrick, quello era già andato all'altro mondo da un pezzo". Episodio di una lentezza esasperante, che nemmeno l'allora giovanissimo futuro premio Oscar Christoph Waltz può risollevare (e anzi, pure lui si perde nel grigiore). Musiche invadenti e fuori luogo, una ripetitività sfibrante e una confessione finale tediosa e inutilmente diluita quanto il resto. Molte le forzature, nella sceneggiatura come nella recitazione di alcuni elementi del cast. Il nipote gioca a fare il brillante con sorrisini e grandi considerazioni sulla vita, ma si vede che l'attore migliore non è lui. (Zender)


146. LA CARTA SU CUI PUNTARE (Die Rolle seines Lebens)
**! Un ex attore caduto in disgrazia causa alcolismo viene a conoscenza del fatto che agli studios si sta facendo un film la cui parte principale, disgraziata, sembra cucita su misura per lui. Quando arriva lì per proporsi però, gli dicono che il ruolo è già stato assegnato a un altro. L’uomo però vuole il ruolo ad ogni costo e, guardacaso, chi glielo aveva soffiato viene trovato morto. Gira e rigira il movente pare essere uno e chiarissimo, nonostante alibi vari. Ma come sarà andata veramente? L’idea è intrigante, l’ambiente degli studios stimolante, il protagonista indubbiamente centrato e tutto sembra andare in direzione di un ottimo episodio. Il problema è che la sceneggiatura non riesce a svilupparsi come sembrava promettere, incagliandosi presto e finendo col concludersi malamente, tra troppe scene sul set e nessun vero progresso nelle indagini. Dispiace perché la prima parte era ottima e l’ex alcolizzato sicuramente la vera carta vincente. L’ispettore ha modo di dimostrare la sua insipienza sia in campo cinematografico che letterario ("io leggo di rado romanzi”), mentre Harry pare un po' più preparato "conosco quel libro", e riassume la trama). Figure femminili poche e antipatiche. (Zender)


147. UNA COPPIA FUORI DAL COMUNE (Entlassen Sie diesen Mann nicht!)
**! Si comincia col solito ex detenuto (in clinica psichiatrica, in questo caso) rilasciato dopo appena cinque anni. Aveva tentato di uccidere la moglie e, appena fuori, ricomincia a telefonarle chiedendole un appuntamento chiarificatore. Lei ovviamente si nega e chiama Derrick (che non sa che pesci pigliare, visto che l'uomo non ha fatto finora nulla di male). Una situazione già vista molte volte nella serie, anche se qui il rilasciato, il dr. Kroll, è una gran testa (futuro premio Nobel, secondo alcuni). Derrick parla col medico che l'aveva in cura, che giura sul rinsavimento di Kroll, ma intanto quello continua a tampinare l'ex moglie (già risposata con una nullità che nulla capisce della situazione). Insomma, alla fine ci scappa il morto e tutto prende un'altra piega. Per quanto un po' troppo prevedibile, l'episodio è molto ben condotto e soprattutto l'attore che impersona Kroll sa essere convincente quanto serve per rendere intrigante la vicenda. Buona anche la sceneggiatura, che ricalca come detto spunti già ampiamente analizzati nella serie ma sa farlo con intelligenza. Il finale, per quanto telefonato e fastidiosamente, inutilmente rallentato, va a colpire una fenomenologia piuttosto nota della psicanalisi. Non a caso Harry fatica a seguire i ragionamenti di Derrick e resta in disparte (dopo aver esordito rimandando al mittente l'invito dell'ispettore a muoversi e fare qualcosa con la donna minacciata). (Zender)

*** Genio e follia - abbinamento carismatico, com'è noto. Derrick - sornione e prudente - dovrà andare al punto districandosi tra malattia mentale e psichiatria ambigua, genialità da Nobel e ossessioni del passato, idee allucinatorie e desideri distorti, paura e delirio - in un'atmosfera minacciosa, che dopo l'omicidio si tinge di giallo. E se il derrickiano incallito non nutrirà dubbi sull'identità dell'assassino poco importa; i valori plastici dell'episodio sono da ricercarsi altrove, ovvero nelle caratterizzazioni dei personaggi, che incensano l'aria di ansietà e risate tetre. (Faggi)


1987 (STAGIONE 14):


148. UNA RAGAZZA IN PERICOLO
(Mädchen in Angst)
** La ragazza è in pericolo già nelle prime scene: un tizio le dà addosso ma non s'avvede che lì nei pressi c'è quel galantuomo di Harry, il quale si avvicina e la salva dopo aver tirato un bel pugnone all'uomo. Lei non è uno stinco di santo (prostituzione, droga, le solite cose...) ma Harry prova tenerezza e l'aiuta: la porta anche nel suo lussuoso superattico (che coerentemente è quello che rivedremo in "Una morte prevista" e ci fa riflettere sui guadagni di questi funzionari bavaresi), la segue per capire chi frequenti finché (ahiahiahi) si ritrova in una fabbrica abbandonata prima picchiato a sangue e poi - fesso - in piedi davanti a un cadavere che sembra proprio aver accoppato lui! Derrick non crede possibile che proprio Harry possa essere un omicida, ma gli fa le domande di prassi facendo irritare l'amico. Sembra un episodio pimpante e originale, con Harry superstar (nella prima parte si vede praticamente solo lui), in realtà è condotto senza un briciolo di ritmo e ben presto si affloscia nonostante gli spunti inediti. Non basta cacciare Harry in ogni sorta di casino per confezionare un bel giallo, e infatti le figure che gravitano attorno all'omicidio (il padre di lei, l'amico della vittima...) sono davvero insignificanti. Così, a parte il divertimento di vedere Derrick che indaga sul collega (lo interroga, lo perquisisce) c'è poco da star allegri. Finale con confessione libera-tutti e flashback ripetuti quanto noiosi. (Zender)
 
**! Il protagonista dell'episodio è Harry, che per aiutare una ragazza si infila in un bel pasticcio... La sceneggiatura funziona, soprattutto nella prima parte, mostrandoci un Harry molto umano e insolitamente "sentimentale" e sviluppando una vicenda misteriosa e intrigante. Meno buona la seconda parte, e stranamente è Derrick qui ad essere meno convincente del solito: la situazione delicata del collega e amico non lo scompone più di tanto, sembra affrontare il caso con eccessiva leggerezza e un'ironia un po' stonata. Complessivamente, un episodio gradevole ma poco incisivo; peccato, considerando le buone premesse. (Kozincev)
 

149. LA DONNA DI AMSTERDAM (Die Dame aus Amsterdam)
*! Un vecchio amico chiama Derrick da una cabina: mi inseguono, vogliono.... RAT TAT TAT TAT TAT! Chiaro che l'han fatto secco, ma Derrick ci pensa e Harry (che sfoggia per l'intera puntata un'agghiacciante giacca a scacconi) gli suggerisce che forse è successo qualcosa. Nessuno si muove comunque per un po', finché la polizia giunta lì dà la ferale notizia e Derrick il quale, dal momento che qui non ha veramente voglia di far nulla, manderà Harry dalla vedova ad avvertirla (lui che era l'amico no eh?). Poco dopo lo spedirà pure a Francoforte da solo a indagare su un anziano chimico con amante che vediamo per tutta la puntata in intimità con un mignottone d'alto bordo. Si scoprirà che il morto, un investigatore privato, lo stava pedinando per riferire alla moglie. Dietro a ciò una poco originale storia di spionaggio che conferma la scarsa caratura dell'episodio (nonostante il colpo di scena finale). Cast svogliato, sceneggiatura scadente, indagine che langue. Un brutto Derrick (e dire che Harry nel finale spara!). (Zender)


150. UNA TELEFONATA NELLA NOTTE (Anruf in der Nacht)
** Un pastore luterano confessa in ospedale un uomo vittima di un incidente stradale, che un secondo dopo muore bisbigliando qualcosa sul fratello. Il pastore torna a casa, fa una telefonata misteriosa, parte per il fiume e lo fanno secco. Intrighi mica male per una puntata che avrebbe dalla sua un soggetto sfizioso e molto studiato nei suoi intrecci. Per quanto lenta e soporifera come sempre, la regia sa creare attesa e i morti ammazzati si moltiplicano a sorpresa. C'è da capire cosa stia succedendo. Lo si scoprirà, ovviamente, ma tanto per cambiare il finale è ridicolo e al limite del surreale. Ci si chiede quanti degli arrestati da Derrick passerebbero più di una notte in prigione per venire scarcerati l'indomani causa insufficienza di prove. O c'è qualcuno che confessa (capita nel 90% dei casi) o il nostro abbozza teorie millantando prove inconsistenti  che anche il più scalcinato degli avvocati gli distruggerebbe in un paio di minuti. Comico. Sarà un caso che il finale richiami qui quello di Fantozzi contro tutti? In un grande salone sta seduto proprio lui, il megadirettore Visconte Cobram (Paul Muller): venga avanti Derrick... su... venga qui... Non abbia paura... (Zender)

** Episodio lento e piuttosto fiacco, tuttavia si avvale di due attori cult: l’attore (Thomas Fritsch) che una decina di anni prima fu protagonista di un altro episodio che considero grandioso ("Il nostro amico Rohn”),  e il "megadirettore galattico Visconte Cobram" (Paul Muller) di Fantozzi contro tutti (1980), qui nei panni di un losco uomo avvezzo ai crimini. Queste particolarità parzialmente trash mi fan chiudere gli occhi su una sceneggiatura che zoppica nonché su di un’indagine decisamente sottotono e priva di mordente. (Markus)


151. PURA FOLLIA (Absoluter Wahnsinn)
** Una donna chiama al telefono il fratello: assediata in casa da un novello Jack Torrance (anche se noi non lo vediamo) che vuole chiaramente ucciderla, ci lascia effettivamente le penne. Il fratello accusa subito il marito, che avrebbe mille e un movente e si fa pure una collega, ma lui ovviamente nega. Derrick pensa pure lui che il colpevole sia il marito, ma non avendo prove e anzi potendo contare l'uomo su un alibi di ferro, viene ripetutamente preso a pesci in faccia. Da lui e dall'amante/alibi, una disegnatrice di moda che è un peperino... Tira rispostacce all'ispettore, esordisce in centrale con un "Ma che ufficio di merda!" eppure seduce quel fesso di Berger, chiamato per offrire alla donna una sigaretta (gran fumatore Berger, a quanto pare): maldestro e stolidamente rapito dalla donna, il numero tre della omicidi si ritaglierà un siparietto da puro avanspettacolo... Chi conosce la serie non faticherà ad arrivare alla soluzione (non una novità), ma la puntata è comunque piuttosto gustosa, a tratti. Più per il rapporto tesissimo tra Derrick e la coppia di principali sopspetti che per le indagini, sia chiaro. Il lato ironico dell'ispettore e del suo aiutante sono qui bene in evidenza. (Zender)

** Episodio in bilico tra l'accettabile e il dimenticabile. La vittima è una moglie, l'assassino è presumibilmente suo marito (figura sicura di sé, sbruffona, con limatura di ferro nel cervello), il cui alibi è nelle mani dell'amante (una stilista su di giri, con qualche pigna nel cervello; Berger ci proverà con lei... Scena da antologia). Derrick scava ma non trova, l'alibi non lo convince ma non riesce a smontarlo. Poi appare un reo confesso, e la vicenda prenderà una piega patetica; Derrick beve vino bianco con costui e la di lui moglie: nel giro di poco gli eventi precipitano e la soluzione del caso sarà evidente - tanto quanto correva su binari di prevedibilità. (Faggi)

**! Un episodio tutto sommato discreto, in cui Derrick stesso appare più volte confuso dall'intreccio della vicenda. Se infatti è evidente la colpevolezza dello spregevole marito della vittima, la sua amante prima e un finto reo confesso dopo complicano i piani dell'ispettore e del suo fido Harry, come al solito propenso ad abboccare alla trappola dell'omicida. Il ritmo non è, a dire il vero, molto incalzante, ma il modo in cui si dipanerà la questione desta attenzione. Mezzo voto in più per la scenetta da antologia di Berger intento a sedurre, senza particolare successo, l'amante dell'assassino. (Gordon)
 

152. IL MORTO SULLA PANCHINA DEL PARCO
 (Der Tote auf der Parkbank)
*! Lo trovano già in apertura: seduto sulla panchina, stecchito. "Non l'hanno ammazzato qui, è stato trasportato" sentenzia subito Harry. Chi avrà mai ucciso questo abile imprenditore che, si scopre, non aveva praticamente intorno amici ma solo nemici? Diciamolo, era il classico sparasentenze di successo pieno di sè odiato da tutti: dalla moglie (che naturalmente tradiva), dai sottoposti, dagli amici delle amanti... Derrick (in montone oversize) e Harry (in impermeabile verde a sacco, due pessimi modelli) cominciano a interrogare un po' tutti facendosi un quadro chiaro della vittima, ma le indagini faticano a ingranare e i ritmi sono come sempre blandi. Spuntano personaggi anche bizzarri (l'amico della modella, fanatico della corsa e amante della spiritualità in contrapposizione al materialismo della vittima), ma che non convincono e contribuiscono a dare all'episodio un'artificiosità che sta all'opposto del credibile (come si vede anche nella soluzione finale, risibile per come il colpevole non si cura minimamente di occultare le prove più elementari). Sceneggiatura modesta, attori pure nonostante l'insistito dibattito pseudofilosofico sul contrasto tra materialismo e spiritualità... Puntata routinaria e dimenticabile. (Zender)


153. LA NOTTE DEI GIAGUARI  (Die Nacht des Jaguar)
*! Una gran bella ragazza vien trovata morta in strada, e dopo cinque minuti Derrick è già dal marito di lei a investigare. Ma questi si rivela essere il tipico stoccafisso derrickiano, succube di una moglie ninfomane la quale se ne usciva ogni sera con uno diverso lasciandolo a marcire tra le sue statuette azteche (il titolo fa riferimento a quel popolo). Niente di strano, visto che il padre di lui è a sua volta totalmente succube di una moglie al contrario ultrabacchettona che decide per tutti. La situazione di continui balbettamenti dà vita a dialoghi estenuanti che una colonna sonora micidiale rende altamente soporiferi in un mix ai confini del misticismo. Lo sviluppo dell'episodio (per quanto banale) non sarebbe nemmeno così malvagio, ma l'ostinazione nel non fornirlo di una regia anche solo vagamente viva lo affossa ben presto, conducendoci a fatica verso un finale prevedibile e tutto sommato squallido (oltre che poco credibile). Una puntata che scivola via nell'anonimato più totale. (Zender)
 
*** Episodio molto intellettuale, un po' misticheggiante, forse troppo ambizioso nella scrittura, ma con un suo fascino particolare e insolito (a partire dal titolo, il cui significato sarà chiarito solo nella seconda parte dell'episodio) e con un Derrick in forma, dal piglio risoluto e meno affabile del consueto. La sgradevolezza e l'ambiguità dei personaggi principali rendono non semplice l'individuazione del colpevole. Sottovalutato. (Kozincev)

**! Un titolo affascinante per una vicenda piuttosto comune in Derrick: la morte di una bellissima ragazza, attorno alla quale ruota una famiglia - quella del marito di lei - capeggiata da una suocera fredda, bigotta e ben felice della morte della giovane, della quale non sopportava lo stile di vita libertino. Derrick concentra l'indagine sulla famiglia, mentre Harry va in cerca di amici della vittima. Una di loro - un'altra bella bionda, che sembra saperla lunga - non perde occasione per trattarlo da scemo del villaggio, insinuando che non capisca nulla della situazione; tuttavia Harry conserva un cavalleresco aplomb e continua la sua indagine. Ad ogni modo, per conoscere l'assassino bisogna arrivare al finale, non prima di aver preso atto dell'impressionante collezione di antichità pre-colombiane attorno a cui ruota la triste vita del vedovo. (Eresiarca)
 
 
154. UNA VIA VERSO LA LIBERTA'  (Ein Weg in die Freiheit)
** Si comincia con l'ispettore che sbatte con la sua Bmw e deve cambiare la gomma: lo scemo del villaggio lo osserva e ride. Ci si resta un po' così, ma un secondo dopo fiocca già il morto, brutalmente. E' il procuratore di un imprenditore, che pare essere stato ucciso al posto di quest'ultimo, per errore. Tanto che all'imprenditore sparano di nuovo, poco dopo. Un uomo con molti nemici, ma Derrick si fissa subito con un gruppo musicale fresco di licenziamento (dei simpaticoni...). Poi si andrà a conoscere la sorella della vittima, la moglie dell'imprenditore e si avrà un quadro un po' più completo (insospettabili intrighi amorosi compresi), ma intanto ci si è già stancati: personaggi insulsi, regia priva di ritmo, una fiacchezza complessiva che non invoglia proprio. Si arriverà al finale tra confessioni e flashback e senza fantasia alcuna. Il soggetto non è proprio sbagliato, comunque, e un minimo di interesse l'episodio lo suscita. (Zender)


155. IL CASO GOOS  (Mordfall Goos)
*** Il riccone s'è sposato la circense, e la famiglia di lui non è esattamente entusiasta della cosa. Mentre cavalca, qualcuno spara alla donna ferendola. Il marito preoccupatissimo va in polizia a chiedere aiuto, ma Harry e Derrick lo snobbano rifilandolo al sostituto di Berger, un giovincello che tanto aquila non è (già il titolare...). Tanto è vero che al secondo tentativo la donna viene ammazzata e comincian le indagini serie, con Derrick interrotto mentre guarda in divano una partita del Bayern (Hrubesh, Magath...) e che non si sente in colpa nemmeno un po' per aver sottovalutato il caso. Caso che è poi parecchio intricato, con un bel colpo di scena finale e personaggi ben caratterizzati (l'anziano patriarca in primis). S'indaga un po' nella famiglia di lui e un po' nel circo dove lavorava lei, dove si scopre un giovane pretendente della vittima. C'è di mezzo persino l'acquisto di un rivoluzionario ottovolante... Pur senza stupire in nulla, un episodio ben strutturato e scritto con intelligenza, dove le tessere del mosaico poco a poco andranno a comporsi ordinatamente. Si segue l'indagine con interesse, ed è quindi già qualcosa. Piacevole, recitato con convinzione e persino divertente a tratti (Harry che in ufficio nemmeno ascolta il povero Derrick che gli riassume il caso...). (Zender)

***! Una puntata vivace e ben condotta, nonostante la trama non sia poi così originale e non si segnalino dettagli particolari. Nel complesso infatti la vicenda è coinvolgente e la sceneggiatura tratteggia con destrezza i vari personaggi, tra cui spicca il vecchio patriarca. Derrick e Harry ci regalano anche alcune scenette divertenti, salvo poi giungere a un finale tragico ma un po' moraleggiante, secondo lo stile dell'ispettore. (Gordon) 


156. PATTUGLIA NOTTURNA
(Nachtstreife)
**! Ronda serale (ore 22 circa): un poliziotto col suo aiutante novellino appena uscito dalla scuola di formazione si aggirano tra le mignotte. Il poliziotto molla per un attimo il giovane e questi tenta maldestramente di fermare due tizi che aveva il compito di tenere sotto controllo: riceve una pallottola in pancia e stramazza. Il collega va fuori di testa: si sente responsabile della morte del ragazzo, straparla, tormenta l'amico Derrick di notte (lo sveglia mentre è a letto in pigiamino) e di giorno... 
Poi improvvisamente dice di aver visto quella sera in faccia uno dei due killer e riconosciutolo in una foto segnaletica esige che lo si metta dentro! Sarà vero, visto che la testimonianza non pare delle più attendibili? Episodio molto vivace, col protagonista che si agita tutto il tempo, cambia idea, ritratta, mette in crisi la sua famiglia che non capisce cos'abbia... Ma anche in centrale c'è da ridere: Harry come prima azione convoca lì tutte le decine di prostitute presenti sul luogo del delitto per interrogarle e di fatto trasforma la centrale in un vero e proprio casino (Derrick gli fa notare che forse non era il caso), Berger si mette a giocare colla figlia del sospetto zompettando a quattro zampe per l'ufficio e gridando, il presunto colpevole esce di prigione e festeggia da demente con padre e fratello brindando a champagne, saltellando e scattando foto... Una gabbia di matti, alla quale lo stesso ispettore si aggiunge facendo volare in aria la bambina ospite in centrale. Eppure c'è poco da scherzare, perché qui si spara e il dubbio che i sospetti siano davvero colpevoli esiste. Buoni ritmi e puntata singolare, che si chiude grottescamente coi nostri a passarsi un'automobilina a carica della polizia sul tavolo di un bar. (Zender)


157. L'ULTIMA VOLTA DI KOLDAU (Koldaus letzte Reise)
**! Koldau s'è fatto 20 anni di prigione ma è appena uscito per buona condotta. Appena fuori va alla ricerca di una sua vecchia fiamma, un'entreneuse nel frattempo sposatasi con un mezzo scemo che gira tutto il giorno per casa in ciabatte e canottiera. Ritrovatala, e infischiandosene del marito di lei che tanto per cambiare parla a vanvera, decide di riprendersela (ma lei ci sta) e di rinunciare al suo lavoro (una bella posizione di sicario, a quanto pare). Va per comunicare a chi gli aveva appena commissionato un delitto i suoi nuovi propositi e naturalmente ci resta secco, con l'ormai anziana entreneuse che ci resta di sasso e deve tornarsene dal marito in ciabatte. Lei vuole una cosa sola: trovare "l'assassino dell'assassino" (come lo definirà argutamente Harry, che scopre presto l'ex mestiere di Koldau) e per farlo non esita a esporsi sui giornali, con Derrick che predica invano un minimo di attenzione. Un episodio più action del previsto, con tanto di sparatoria finale. Funziona il rapporto con l'audace donnone, anche se certo a livello d'indagine ci si limita a una sterile caccia all'uomo. Belli i battibecchi di lei col marito, trattato come una pezza da piedi di rara inutilità, un po' stiracchiata la prima parte con eccessivo spazio lasciato a Koldau e alla sua "ultima volta". Non molto credibile il finale, ma l'episodio sa farsi apprezzare per una certa originalità, per il vigore della protagonista e per la consueta attenzione ai dialoghi. (Zender) 


158. SOLO GUAI CON L'UOMO DI ROMA (Nur Ärger mit dem Mann aus Rom)
*! L'uomo di Roma è un porcellone, questa è la prima cosa che capiamo (e che lo fregherà, ahilui): arriva in areroporto e aprendogli la valigia gli trovano una sporta di riviste porno. Però è anche uno specialista in furti nonché un ricercato dalla polizia di Monaco. Quando infatti Harry e Derrick sono al ristorante (la cena si conclude con un cappuccino!) per far dimenticare a Harry che è stato appena mollato dalla ragazza (ma allora ce l'aveva!), i due riconoscono in lui un killer che era scomparso nel nulla due anni prima. Lo seguiranno e lo sbatteranno in carcere, ma chi lo ha richiamato da Roma per un furto industriale lo farà evadere con la complicità di un secondino cui hanno sequestrato la bella moglie! Il colpo può essere rimesso in carreggiata... Un episodio d'azione ma deludente: tra estenuanti pedinamenti, ricatti, evasioni e quant'altro la storia si sviluppa come in un telefilm americano poco riuscito. Colpisce in positivo solo il carattere maialone del killer, che si guarda a ripetizione la vhs del sequestro della ragazza moviolando avanti e indietro per vedersi le tette della giovane con la maglietta strappata... (Zender)


1988 (STAGIONE 15):


159. UN UCCELLO IN VOLO (Fliegender Vogel)
*! Bettina esce di prigione dove ha scontato la pena per aver coperto (pare) il suo uomo, che Derrick ritiene responsabile di un omicidio. Una volta fuori va a vivere sotto tutela dalla psicologa, ma il suo ex si fa subito vivo e la invita a tornare a casa con lui. Lei, che è di fatto un vegetale incapace di spiaccicare una parola, finisce che col villanzone torna a vivere davvero: il figlio della psicologa, che ci si era affezionato dopo le prime diffidenze, ci resta malissimo; Derrick ancora di più, ma nessuno ci può fare niente. La scelta è sua, e il suo uomo gongola e si propone come il personaggio più divertente della puntata: irride tutti e approfitta dello stordimento della sua donna. Derrick si sente impotente e sbotta con Harry, che gli era partito con una triste metafora sul gioco d'azzardo. Ma i due sono vicini, Harry capisce che il collega vuole risolvere il vecchio omicidio rimasto senza colpevole e abbozza. Episodio basato tutto sui comportamenti dell'ennesimo vegetale e del suo partner guascone, con un Derrick che per l'intera durata non fa altro che seguire le mosse dei due appoggiandosi alla famiglia della psicologa. Il titolo fa riferimento a uno dei poster che Bettina appende in camera sua, la classica foto con gabbiano al tramonto (che la psicologa interpreta dozzinalmente, sbagliando). Finale sbrigativo, giusto per chiudere senza lasciare il passato in sospeso. Tristi break con concertini dell'esercito della salvezza, tanto per riempire... (Zender)


160. UN POTENZIALE OMICIDA
(Mordträume)
** Quanto miele, in apertura: "Mi ami?... Sì, ma quanto mi ami?" Lei chiama lui da una cabina solo per sentire la sua voce, lui ricambia, ma quando lei esce... bram, la tirano sotto con volo sul parabrezza e ricaduta splatter. L'omicida, una bionda, si accorge di averla combinata grossa e scappa via, ma un uomo la vede. Il marito (Mathieu Carriere) intanto, appena viene a sapere della disgrazia, comincia a sognare ogni notte di uccidere qualcuno e con la fissazione di beccare l'assassina si fa il giro dei bar la sera col testimone oculare sperando che questi la riconosca, e così il suo psicanalista sensibilizza Derrick sul tema durante una partita di biliardo. L'ispettore s'interessa molto al caso, al punto che si becca i rimbrotti del collega ("Se adesso cominciamo a preoccuparci anche dei potenziali omicidi...") ai quali risponde sgarbatamente ("ma che ne vuoi capire tu"...). Comincia a seguire il marito mezzo matto e il testimone nei night e addirittura nei bordelli assistendo senza molto reagire alle risse che questi regolarmente scatena, e tutto l'episodio va avanti così, tra una caccia notturna e continui botta e risposta col marito nel difficile tentativo di farlo rinsavire. Nessun tipo di indagine, nemmeno un omicidio vero visto che l'incidente fu... accidentale. Più che altro un lungo studio della psicologia del protagonista, della follia che lo conduce a un'ossessione. Curiosa la figura del testimone, un biciclettaio che asseconda il marito non si sa bene ricevendone cosa in cambio. (Zender)


161. LA CASA DI FRONTE (Eine Reihe von schönen Tagen)
** Due vecchini vedono dalla finestra di casa un omicidio: nel palazzo di fronte viene ucciso il procuratore di una ditta di import/export. Derrick comincia le indagini interrogando i soci della ditta, mentre i due vecchini vengono pagati con buste piene di denaro per tacere. Con Derrick negano, ma intanto spendono e... Episodio diviso in due: da una parte le indagini, dall'altra la vita e i dilemmi dei due anziani, la cui stanchezza fisica si riflette sull'episodio, privo di indizi interessanti, aggrappato alla vecchia idea di Hitchcock e povero di spunti. Un accenno di critica sociale col venditore d'armi, ma è solo un abbozzo... (Zender)

*** Episodio indubbiamente hitchcockiano della lunga saga del buon Derrick; infatti lo spunto è concettualmente estrapolato da La finestra sul cortile. I due vecchini protagonisti, o meglio testimoni  involontari del fattaccio, godranno di un periodo in cui riceveranno del denaro da parte dell’assassino (che si gioverà così del loro necessario silenzio). Per costoro inizia una nuova vita, fatta di piccoli lussi materiali e sperpero di danaro che fino ad allora non avevano certo potuto sperimentare (per il semplice fatto che non lo possedevano). Ho avuto compassione per i due anziani, quasi li ho adorati nella loro ingenuità… Un bell’episodio, valorizzato dalla divertente idea, oltre che da un impianto giallesco piuttosto efficace (seppur scontato). A parer mio uno degli episodi migliori dell’annata ’87. (Markus)

** Un episodio non del tutto convincente, perlopiù a causa di un ritmo fin troppo compassato e di un intreccio scontato, che dopo un avvio interessante si evolve senza suscitare particolare interesse. Certo, i vecchini che se la spassano col denaro dell'assassino che crede che lo abbiano visto per un po' divertono, ma ciò non basta a sostenere la puntata, che si risolverà con un trappolone teso dal nostro ispettore approffitando dei due finti testimoni. Buone nel complesso le prove dei comprimari, specie dell'omicida. (Gordon)

 
162. SENZA ALCUN RISCHIO
 (Kein Risiko)
***! Si inizia col classico giovane disperato pronto ad accettare cinquantamila marchi per fare fuori un uomo che non conosce. Gli arriva in casa la sorella che lo fa desistere e insieme i due van da Derrick a denunciare l'accaduto. Il committente però, uno psicoterapeuta, è un furbacchione e interpellato da Derrick dice che ha fatto la cupa proposta per un esperimento sociologico, per un libro che sta scrivendo, per vedere fin dove si può spingere un uomo per soldi e via dicendo. Intanto però un uomo muore davvero, sul lago, e Derrick si dice "sta a vedere che...". Stiamo infatti tutti a vedere, perché la puntata è ingegnosa, con una bella soluzione piuttosto contorta che l'ispettore è bravo a risolvere (persino con un aiuto inatteso di Harry, che sfodera un imprevedibile colpo di genio). Una bella sfida intellettuale e la dimostrazione che esiste nella serie la volontà di rompere gli schemi allontanandosi dalla banalità (l'omicidio da parte del giovane disperato appariva scontato, all'inizio). Giallisticamente intrigante, bella la figura dello psicoterapeuta (sopracciglia improbabili a parte). (Zender)
 
**** Episodio di eccellente fattura, dal soggetto molto originale e ben sviluppato alle prove impeccabili di tutti gli interpreti. Assai efficace e suggestivo anche il motivo musicale. Ambiguo il personaggio dello psicologo: più interessato ai suoi esperimenti sulla natura patologicamente omicida degli esseri umani o al vile denaro? (Kozincev)

***! Quasi due trame in una, in un episodio dai tanti (troppi?) co-protagonisti che dopo un inizio all'apparenza banale si trasforma in una delle inchieste più articolate dell'intera serie. Un'ora che passa rapidamente, mentre seguiamo Derrick e un particolarmente sveglio Klein alla ricerca tanto di un misterioso assassino quanto di un altrettanto misterioso mandante. Episodio curato, con locations affascinanti tanto negli esterni quanto negli interni e un parco macchine che sfodera il meglio dell'eleganza (soprattutto made in Germany) del tempo. Perla di saggezza di Harry: "Di quasi assassini ce ne sono tanti quanti onde nel mare". (Eresiarca) 

***! Un notevole episodio che si diverte a confondere lo spettatore. Inizialmente infatti sembrerebbe la classica storia di un alcolista assoldato da un individuo ambiguo e misterioso; poi l'alcolista scompare di scena e il morto non ha nessun legame con il presunto mandante. Da queste basi si svilupperà un'interessante indagine che impegnerà parecchio i nostri segugi, con Harry che arriverà financo a uno scenografico placcaggio. La regia inoltre, sebbene il ritmo non sia molto elevato, conferisce una certa scorrevolezza. Peccato solo per un eccessivo accumulo di personaggi e vicende diverse. (Gordon) 
 
 
163. SOPRALLUOGO MORTALE
(Auf Motivsuche)
*! Uno scenografo in cerca di location scompare per un giorno dopo essere stato in una fabbrica abbandonata a cercar location per il prossimo film. Il suo assistente, che ci torna per capire cosa è accaduto, ci lascia le penne, senza che peraltro nessuno, appreso della sua morte, lo degni più di un pensiero: serve solo per far arrivare in loco Derrick, che indaga su un traffico di banconote false guidato da un chimico "artistoide" mezzo pazzo (roba che il barone Frankenstein al confronto ci fa la figura dell'equilibrato). La prima parte funziona discretamente, ma quando si arriva al dunque la puntata crolla nel solito vano tentativo di pompare azione in un telefilm che per sua natura ci fa regolarmente a pugni (basti vedere la goffaggine di Derrick imbottito nel suo solito impermeabile clamorosamente oversize)! Finale con ostaggi e braccaggio da barzelletta, girata con spregio per il buon senso. Ma è un po' tutta la puntata ad allontanarsi parecchio della credibilità. E che dire dell'impoprovviso magic moment tra lo scenografo e la sua bella con musichetta da porno d'epoca e primo piano sulle mani che s'incontrano su sfondo rosa flou? Roba da fiction di quarta categoria... (Zender)
**! Parte bene, con una fabbrica dismessa che viene visitata da un tizio che cerca la giusta location per un regista un po' alternativo: "L'atmosfera deve ricordare aria di povertà metropolitana". E proprio l'atmosfera che si respira nel luogo prescelto, tetro e insidioso, sembra quasi argentiana, accentuata da una veloce discesa da una scala, in un altro posto, ripresa dal basso, con musica incalzante. Poi, quando si scopre l'inghippo, tutto si sgonfia un po' e l'indagine non è certo serrata e piena di colpi di scena, anche se la spiegazione dell'omicidio e del perchè il sospettato sembri aver avuto un coccolone dopo essere stato nella fabbrica regge piuttosto bene. 
Il buon Harry non serve praticamente a nulla e viene interpellato solo all'inizio da Derrick, per avere due notizie del cavolo. Il poveretto si rianimerà alla fine, quando, risvegliatosi dal letargo, farà notare a Derrick che non hanno avvertito chi di dovere dei soldi falsi messi in giro; e si sentirà rispondere: "Tanto quelli ci sono sempre". P.S. Qui Derrick fa anche l'esperto di soldi falsi: li fa frusciare vicino all'orecchio, poi tira due schicchere alla banconota e sentenzia: "Discreta fattura, ma falsa". Poco più tardi sarà sbugiardato da un esperto che dirà che la banconota è una schifezza.  (Puppigallo)


164. UNA GROSSA EREDITA'
 (Da läuft eine Riesensache)
*** Bella truffa architettata da paramafiosi e astiosi ex dipendenti: si uccide il padrone riccastro e si fa andare la grossa eredità del titolo a un attorucolo chiamato per l'occasione a interpretare il già defunto (ma nessuno lo sa) nipote della vittima, da 25 anni lontano da Monaco e residente a Roma. L'attore (un biondo palestrato dalla mascella volitiva) accetta e impara a memoria la parte per ingannare soprattutto la nipote sopravvissuta cui spetta l'altra metà dell'eredità. Il fascino della puntata sta proprio qui: nel vedere quanto il finto nipote riesca a reggere il gioco senza che nessuno lo scopra. Nel frattempo Derrick indaga sulla morte dell'imprenditore e piano piano comincerà a schiarirsi le idee. Una vera pista investigativa, finalmente, e anche se il finale è la solita parodia dell'action all'americana girato in replay (la polizia procede a trenta all'ora), l'episodio è interessante e ben congegnato, recitato al meglio e sceneggiato con attenzione anche nei suoi piccoli colpi di scena. Fino agli ultimi dieci minuti, con tanto di epilogo che ti fa prorompere in un "questo qui è più furbo che bello", ci si riesce ad appassionare alla vicenda e ai personaggi, e pur senza troppo esaltarci non possiamo che apprezzare. L'affiatamento Derrick/Harry funziona anche nella risoluzione del caso. (Zender)


165. AVVENTURA AL PIREO (Das Piräus-Abenteuer)
**! Una bella e paffuta hostess di ritorno dal Pireo (Pireo ovviamente assente, l'avventura del titolo è precedente a ciò che si vede, come sempre) telefona a Harry, suo vecchio amico: ha combinato una fesseria e non sa come uscirne. Ad Atene aveva conosciuto un biologo che le aveva chiesto di consegnare una misteriosa borsa a Monaco per conto suo. Aperta la borsa, la hostess aveva scoperto esserci un milione e mezzo di eroina e l'aveva buttata nel gabinetto! Da qui il giustificato panico, con Harry e Derrick quasi più preoccupati di lei. Harry poi la vive proprio male, visto quanto è chiaro che la ragazza lo attrae parecchio. Lei prende appuntamento col contatto di Monaco e Derrick le dice di riempire la borsa di farina, che poi seguiranno il narcotrafficante e lo beccheranno. Ma la narcotici si fa seminare e il panico aumenta ancor di più. Nessuna indagine per un episodio che punta sulla tensione e nel finale regala pure scazzottate, pistole spianate, lacrime e sangue sulle note della bella "San Francisco waitress" di Schoener cantata da Sting (ripresa anche per una scena in un pub gay). La sorella della hostess fa la smorfiosa con Harry e pure con Derrick, la narcotici cui l'ispettore chiede aiuto sembra una banda di straccioni e Berger fa il caffè (come al solito). Colpo di scena finale, ma insomma non è che l'episodio sia dei migliori, per quanto non demeriti. Si ricordano gli occhi della protagonista e qualche personaggio buffo (alla radio dove lavora la sorella, ad esempio)... (Zender)

**** Uno degli episodi migliori degli anni '80. La storia procede in modo serrato e il mistero si scioglie solo alla fine, quando Derrick capisce l'imbroglio architettato dalla furba protagonista e uno sconcertato Harry non vuole ammettere di essere stato raggirato. Tensione, inseguimenti, arresti; perfino una scazzottata conclusiva con una ginocchiata buffa di Harry. Bell'episodio, finale drammatico e splendide musiche. (Kozincev)


166. LA VOCE (Die Stimme)
** La voce è quella di una ragazza, che telefona a un ricco solitario dicendogli di non andare alla scuderia perché c'è il rischio che gli sparino. Che fa lui? Prende l'auto e ci va lo stesso! E che gli capita? Gli sparano. Si salva per miracolo e una nuova telefonata della voce misteriosa gli suggerisce di non uscire nel giardino della sua villa di notte. Lui, furbo come una volpe, replica e... bang, stavolta lo beccano di striscio. Capisce che forse non è il caso di insistere e di chiamare Derrick, il quale comincia a indagare sui parenti dell'uomo per capire chi potrebbe avere interesse ad ammazzarlo. L'inizio della puntata non è male, l'idea della voce che non vuol rivelare il nome e i motivi per cui chiama è sfiziosa e a suo modo originale, solo che da metà episodio in avanti tutto si affloscia e si comincia a sperare che finisca presto. Non molto da segnalare quindi, se non il fratello grasso e ubriaco dell'uomo a rischio e la di lui figlia, che - attenzione - ci prova con Harry ("perché non resta qui a dormire?"... Ohibò, Harry approfittane, quando ti ricapita... E invece...). Non mancano il solito eroinomane di complemento e la puntatina al locale equivoco. (Zender)

*** Episodio pregevole, incentrato sul rapporto che si instaura tra il bravo protagonista e il suo angelo custode, oscillante tra curiosità e gratitudine. Buone le prove di tutti gli attori. Peccato per il ritmo che nella seconda parte diventa un po' fiacco; lo riscatta il bel finale, toccante e inedito. Nel complesso un bell'episodio, con un Harry più presente del solito che alza anche la voce con il flemmatico protagonista per il suo atteggiamento scarsamente collaborativo. Piacevole. (Kozincev)

**! L'inizio è originale e si avvale di alcune belle sequenze tra i verdi boschi della Baviera. Poi l'episodio perde un po' di verve, vuoi perché il protagonista è un brav'uomo dalla vita grigia, monotona e solitaria, vuoi perché nessuno dei tanti comprimari riesce a ritagliarsi un ruolo (e un minutaggio) consistente. Persino il mitico Sky Dumont può fare ben poco, comparendo per non più di un paio di sequenze e tre minuti in tutto. Finale tenero e certamente non prevedibile, prima del quale Harry perde l'occasione della vita rifiutando di passare una notte di torbida passione con la giovane e bella nipote del protagonista. (Eresiarca)

** L'episodio è ammantato di stranezza - si potrà obbiettare che la maggior parte degli episodi sono in grado di fregiarsi di questo vago aggettivo. Comincia bene - la voce al telefono (di giovane donna), distante e misteriosa, colora il clima con tinta enigmatica. Ma il comportamento della potenziale vittima (allertato dalla voce: vogliono ucciderti) non è spiegabile se non secondo i codici ardimentosi della serie. Poi appariranno Derrick ed Harry, con al seguito un alcolizzato e i due figli (un eroinomane e una bionda in odore di prostituzione - udite: lei ci prova con Harry; e la scena è deliziosa). Completa il quadro l'indomito e canonico locale ambiguo, con le immancabili facce da galera. Quale la qualità dell'insieme? Mediocre? Non male? Una via di mezzo (...il rischio del comico involontario è in agguato). (Faggi)
 

167. FINE DI UN'ILLUSIONE (Das Ende einer Illusion)
** Una prostituta viene spedita a scoprire i segreti di un ricco giocatore incallito per capire quanti soldi la casa da gioco può ancora fare alle sue spalle. L'uomo però pare rintronato e in perenne depressione: ha appena perso la moglie, è semicatatonico, gli muore pure il fratello... Una serie di disgrazie in cui la donna finisce suo malgrado in mezzo. Dopo oltre venti minuti salta finalmente fuori anche Derrick (che annaspa non poco, inizialmente). Chi ha ucciso il fratello? Soggetto piuttosto complesso. Indizi zero, come sempre, ma tra un paio di colloqui e qualche botta di fortuna non indifferente la verità viene a galla (con finale drammatico). Il rapporto tra la prostituta e il giocatore rallenta i ritmi, la sceneggiatura pare troppo abbozzata, l'omicidio del fratello è appiccicato malamente al resto. Noioso. (Zender)


168. UNA MORTE PREVISTA
(Mord inklusive)
*** Un tizio chiama Derrick nella notte: “Vogliono ammazzarmi, forse, non so, ho bevuto... Se muoio indagate sul signor Kranz” e sbatte giù. Il giorno dopo lo ripescano in fiume dentro una Golf e naturalmente che fa Derrick? Indaga su Kranz, un ragazzetto che era il socio del morto e appare sconvolto. E siccome questi ha una sorella che è una gran gnocca (fa la fotomodella) l'ispettore dice ad Harry di frequentarla per capirne di più di Kranz. Però anche Harry è di carne e la cosa gli sfugge di mano: confonde il dovere col piacere e impuccia il biscotto (pur senza mai perdere l'aplombe serioso di sempre). Intanto Kranz, tra una partita di squash e l'altra, si scopre che assieme alla sua ragazza e due amici (uno dei quali è Christoph Waltz, anche nudo sotto la doccia, 22 anni dopo premio Oscar con Tarantino) frequenta una vecchierella ricchissima, con cui pontifica sui massimi sistemi. Per un bel pezzo non si capisce dove voglia andare a parare l'episodio, ma i personaggi riescono ad essere interessanti e indubbiamente Harry in versione latin lover non si dimentica (e che bacio appassionato!), anche perché ci viene mostrato bene in che razza di appartamento extralusso vive il nostro (altro che la topaia di Derrick). In una scena alla centrale, di notte, forse per la prima volta un segno di vita nel palazzo di fronte all'ufficio di Derrick: in finestra passa un'ombra femminile, avanti e indietro, come fosse a carica. Un episodio quindi curioso per più motivi che si chiude però malamente, lasciando aperte troppe porte. Sceneggiatura non molto complessa, ma l'insieme resta piacevole e criptico fino all'ultimo. (Zender) 


169. IL CASO DRUSE (Die Mordsache Druse)
*! Eroinomane con boyfriend sano che prova a dissuaderla dal drogarsi: lei non pare convinta, lui (il Druse del titolo, di nome fa Bert) cerca lo spacciatore e, poco furbescamente, lo segue minacciandolo di svelare alla polizia i nomi dei suoi contatti dopo averlo pedinato. Tempo un'ora è già stecchito, prevedibilmente, agonizzante in cabina telefonica previo accoltellamento di loschi scagnozzi. L'eroinomane capisce che le hanno ammazzato il povero e stolto amico e cerca di aggrapparsi alla famiglia; ma il padre con cui vive è alcolizzato, la madre non si vede da tre anni (e quando torna combina un casino dietro l'altro). Derrick cerca di aiutare la disgraziatissima famiglia, mentre seguiamo contemporaneamente il tesissimo spacciatore, il quale ha come l'impressione che anche le sue ore siano contate. L'episodio, già soporifero di per sè, è ulteriormente rallentato dalla scarsa velocità di reazione della madre, che risponde ogni volta dopo cinque minuti, guardando nel vuoto. Per fortuna che Derrick appare risoluto e con qualche guizzo dell'antica ironia ("mi offra da bere... quando trovo l'assassino mi viene voglia di bere", dice guardando negli occhi l'uomo che sta cercando). Poco convinto il resto del cast per un episodio superfluo che rimesta nel torbido delle cattive abitudini riagganciandosi a un topos della serie (la droga, per l'appunto). (Zender)

*! Dispiace sempre quando capita di dover dare un punteggio basso a un episodio del buon Derrick. Tuttavia questa volta proprio non ci siamo e non bastano un paio di comprimari di lusso come Dirk Galuba e Sky DuMont - tra l'altro poco e male utilizzati - per salvare una puntata piuttosto scontata e soporifera. Il tema della tossicodipendenza è stato trattato altre volte in Derrick con maggiore efficacia e originalità. La protagonista è carina e nulla più, il padre beone è un topos della serie di cui questa volta avremmo fatto a meno, mentre la donna matura in versione risolutrice è davvero poco convincente: niente a che vedere, per esempio, con la protagonista femminile di un altro episodio dell'anno prima, "L'ultima volta di Koldau". Mettiamoci pure uno Stephan appesantito e un Harry in versione "fantasma" e la frittata è fatta. (Eresiarca)


170. DICIOTTO ANNI DOPO (Eine Art Mord)
***! Dopo diciott'anni di prigione (rapina e omicidio l'accusa) un uomo torna in libertà, e come prima cosa torna dal figlio, diventato insegnante e preside d'una scuola. Un giovane irreprensibile, che però a papà sputa metaforicamente in faccia. Non vuole proprio vederlo, e l'uomo ci resta male. Come seconda cosa andrà allora a vedere che fine ha fatto il milione di marchi che aveva nascosto dopo aver scassinato la cassaforte e col quale era scappato. Ahiahiahi... Lì dove c'era l'erba ora c'è... una villetta con giardino. Il bosco dove aveva seppellito la valigetta coi contanti è stato inglobato in un giardino privato, e in più suo figlio dice di non aver mai visto la lettera in cui lui spiegava alla moglie (ora defunta) come raggiungere il bottino della rapina. Ce n'è abbastanza per cedere le armi e chiamare (dopo venti minuti e più) Derrick. Si andrà insieme nel giardino, si scaverà nel punto esatto ma niente, la valigia non salterà fuori. Come mai? Un episodio molto ben congegnato, che si avvale nel ruolo del protagonista dell'ottimo Siegfried Lowitz (già visto in Derrick nella seconda puntata della serie, 15 anni prima), che da non molto aveva smesso i panni dell'indimenticato commissario Koster e appare davvero sfatto e stanco. Eppure la sua è una caratterizzazione perfetta per il ruolo, e l'originale soggetto permette di valorizzare il personaggio, che ottimamente duetta con Derrick (Harry decisamente nell'ombra). Notevoli i ripetuti colpi di scena, ben strutturata pur nella sua semplicità la sceneggiatura. Senza voler esagerare, uno dei più crudi e intensi episodi del periodo, molto interessante anche dal punto di vista psicologico. (Zender)


1989 (STAGIONE 16):


171. L'AGENTE SEGRETO BODETZKI (Wie kriegen wir Bodetzki?)
** Un medico ferma due tizi che in un garage stanno trascinando un uomo disteso dentro a un auto: "Sono un medico, lo soccorro io!". Ops, l'uomo è morto. Il medico chiama l'ospedale ma intanto i due tizi si dileguano. L'avran mica ucciso loro? Al medico il sospetto gli prende (che genio...), mentre a Derrick tocca d'indagare sulla vittima, che si scopre esser stata avvelenata col cianuro. L'anziano padre del morto è intanto contattato alla casa di riposo da qualcuno che gli dà un appuntamento in un albergo, ma prima di andare crepa d'infarto e Derrick che fa? Chiama un collega in pensione semialcolizzato e gli fa recitare la parte del padre defunto in modo da andare all'appuntamento per capire cosa c'è dietro. Fin qui tutto bene, ma poi la trama si fa minuto dopo minuto più soporifera e confusa, con l'ispettore che abbocca a qualsiasi cosa gli dicano (non si capisce perché) e finirà per risolvere il caso "sulla fiducia". O forse è semplicemente l'ultima parte che è spiegata male, chissà. La verità è che quando ci son dietro i servizi segreti finisce quasi sempre tutto a schifio e anche in questo caso a una prima fase intrigante e ben condotta ne corrisponde una seconda altamente deludente. Il finale poi... (Zender)

*** Questo episodio, che appartiene a un'annata fertile e variegata, è un curioso e riuscito ibrido tra il giallo classico e il poliziesco. La storia è molto intricata (con richiami alla guerra fredda) ma si riesce a seguire con interesse e senza perdere il filo. Sebbene non tutto appaia verosimile, l'episodio nel complesso è buono, grazie a un Derrick convincente (e molto presente) e a un bel personaggio, quello dell'ex poliziotto ormai dedito all'alcool. La regia di Tappert è vivace e spigliata. Da vedere nella versione integrale, non in quella amputata trasmessa dalla Rai. (Kozincev)


172. UN CIRCOLO ESCLUSIVO (Kisslers Mörder)
**! Più che un circolo un bordello di lusso, come si ha più volte a ripetere nel corso dell'episodio. La madre di un ragazzetto dall'aria tonta ci lavora (un'orgia di tette e culi che non lascia spazio all'immaginazione) e lui capisce che la donna fa un mestiere non così per bene. E' il proprietario del locale che non gli va giù, un tipo viscido che farà presto una brutta fine. Chi gli ha sparato? Derrick arriva e capisce subito in che razza di "circolo esclusivo" è finito. Si affaccerà anche il vecchio nonno del ragazzo tra i sospetti, mentre la madre (che bella donna!) è il personaggio più tormentato dell'episodio, che procede con bello studio psicologico non lesinando musiche doc (si saccheggiano i Pink Floyd di "Ummagumma", con parti strumentali di "Astronomy Domine" e "Careful With That Axe, Eugene" a commento di scene ad alta tensione emotiva). Finale un po' sbrigativo ma non disprezzabile. Si noti il grande Swatch appeso nel locale, uno dei primi esemplari... Stranamente gli italiani han cambiato il titolo, che in originale è "L'omicidio di Keisler". (Zender)


173. SOTTO UNA CATTIVA STELLA (Der zweite Mord)
*** Appena uscita dal riformatorio, una giovane che fa l'autostop viene raccattata da una Porsche e presto condotta ad assistere ad un incontro tra spacciatori, dove diverrà la testimone dell'uccisione proprio del suo uomo in Porsche (col quale aveva da poco fatto sesso). Il killer è un ragazzetto tossico, figlio di buona famiglia, il cui fratello decide di sedurre la testimone per non farla parlare. E allora lei felice, lei in barchetta sul lago, lei al ristorante e quel povero diavolo di Derrick che prova a capire cosa diavolo vuole sto giovinotto da una ragazza tanto scontrosa e dal passato burrascoso. Un ottimo personaggio, quello di lei, e interessante seguire le trame del padre per lisciarla sperando che il figlio prima o poi le dica che si fa questo per il fratello. A pensarci bene, ma chi avrebbe mai preso il colpevole se la di lui famiglia non avesse avvicinato la testimone, che aveva abbozzato giusto un identikit di cui non era affatto convinta? Comunque così va e tragicamente finisce, con un Derrick incazzatissimo e un finale aperto che potrebbe scontentare i puristi del giallo. Pur tuttavia c'è un buon ritmo (e non è poco) e le scene sono ben costruite. Appassiona, in definitiva, e quindi va valutato positivamente. (Zender)

**! Cupissimo episodio (anche troppo) dove un testimone scomodo di un omicidio (una ragazza) viene sedotta dal fratello dell'assassino e inserita nella famiglia, ma il finale sarà molto tragico. Come già detto molto cupo fino ad arrivare ad uno straziante finale, che però poteva essere evitato. (Ciavazzaro)


174. LA ROSA BLU
(Blaue Rose)
* Gli ammazzano la nonna e lui non ci vede più dalla rabbia: prima di morire randellata dal solito drogato di passaggio, l'anziana aveva telefonato al nipote dicendo che l'aggressore aveva una rosa blu tatuata sul polso. Lui decide che vuol trovare l'assassino per conto suo, nonostante Derrick glielo sconsigli vivamente. Comincerà a frequentare gli ambienti della droga (immancabile la discoteca), mignotte comprese. Anzi, con una ci finisce pure a letto, mentre Derrick, più assopito che mai, si lascia condurre nel vortice della droga e finisce prima travestito da pappone in discoteca e poi al centro di una selvaggia sparatoria in un garage (azione, wow!). 
Sarà da cercare il narcotrafficante e magari approfittarne per mettere in gabbia il piccolo spacciatore che aveva ammazzato la vecchia col flic a inizio puntata. Harry se ne sta in disparte, ha capito anche lui che l'episodio è tra i più scialbi di sempre e lascia l'ispettore a sbrigarsela da solo tra drogati e mignotte. Finale drammatico che chiude mestamente il tutto, tra sudori per astinenza e confessioni. Sempre bello vedere chi crede di essere al sicuro perché la polizia non ha le prove: Derrick non si fa problemi e arresta tutti senza dare uno straccio di spiegazione. Poi, semmai, rilascia. Senza smai scusarsi, ovvio. (Zender)


175. LA VOCE DELL'ASSASSINO (Die Stimme des Mörders)
** Rapina in corso: incappucciato, il malvivente esce da una banca, parte in auto ma dopo un metro fa un incidente; esce nell'indifferenza generale, entra in un'auto che furbescamente si era appena fermata di fianco al crash, dirige le due occupanti (madre e figlia) verso la periferia. Stacco: le due sono nella neve esanimi. Che è accaduto? La più giovane si è salvata e racconta: mia madre durante il tragitto ha detto che aveva riconosciuto la voce dell'uomo (che volpe!), quello ci ha fatte fermare e ha sparato all'impazzata. Mia madre prima di morire mi ha detto che sapeva di chi era quella voce: di uno che aveva conosciuto in un ristorante. Derrick si tuffa nelle indagini interrogando il proprietario, parla col pianista e un cameriere mentre Harry fa di più: in incognito affitta una stanza e parla con chi sta lì, beccando subito un giovialone che pare aver fatto un bel po' di soldi all'improvviso. Non è la prima volta che un testimone diventa protagonista in Derrick, ma la ragazzotta di turno pare non ritrovare la voce che cerca... L'episodio era partito anche in modo interessante, ma fin da subito ci si accorge che quanto a credibilità stiamo sottozero: l'assassino che spara e fallisce il bersaglio da un metro, il fidanzato della ragazza che appena sente che lei potrebbe forse restare temporaneamente inferma se ne parte a far pitture in giro per il mondo e la molla lì senza un ciao, Harry che avverte Derrick che il pianista s'è fatto 8 anni di galera per omicidio e Derrick che dice sicuro non può essere lui... Anche soprassedendo sul surreale incidente iniziale ce n'è abbastanza per scadere nel ridicolo. Se consideriamo che anche il finale segue la linea ci si può consolare solo con una costruzione interessante nella prima parte. Piuttosto anonimo, nel complesso. (Zender) 


176. UN MESTIERE PERICOLOSO (Rachefeldzug)
*! Derrick esce di casa e gli sparano. Si salva e gli mettono una bomba nell'auto. Si salva ancora e prendono a pistolettate lui e Harry. Chi vuole uccidere il solerte ispettore? Forse il padre di un giovane spacciatore che si è appena impiccato in carcere, forse qualcuno che lo chiama al distretto e gli mette su il Morricone di C'era una volta il west (che Derrick scambia per una marcia funebre) senza parlare. La situazione insomma non è allegra, e Derrick si mette in testa che a volerlo morto dev'essere proprio il padre dello spacciatore, il quale non fa mistero di ritenerlo responsabile del suicidio del figlio. L'ispettore accetta di essere scortato (con Harry che non lo molla un secondo), interroga parenti e amici dell'indiziato ma non viene a capo di molto. Uno di quegli episodi in cui si cerca a forza la suspence e un poco d'azione (ma i due, imbacuccati coi soliti cappotti e impermeabili oversize, ne sono l'esatta antitesi) trascurando decisamente il plot, stanco e privo di alcuno slancio. Si vede un po' la casa di Derrick e si scopre che l'unica cosa che Harry sa cucinare è la pastasciutta ("un italiano mi ha detto che mi daranno la cittadinanza onoraria di Milano" mah). Finale tragico... (Zender)

*! Derrick subisce un paio di attentati (pistolettate e bomba), uscendone illeso. I sospetti cadono su un finanziere, il cui figlio, arrestato da Derrick, si è impiccato in carcere. Qui la vera vittima è l'indagine, che muove i primi passi solo a metà dell'episodio (e inoltre, c'è ben poco da indagare, perchè tutto è molto chiaro). La cena col padre figlioleso, la famiglia, Derrick e Harry è un esempio di comico involontario (tutti ovviamente musoni, col padre in versione Hitler dopo una giornata no). Per ravvivare l'episodio tenteranno anche di far correre i nostri eroi (peccato che Derrick sia agile come un sofà e Harry si muova come se se la fosse appena fatta addosso). Nota di "merito" per la telefonata a singhiozzo con mega pause in perfetto stile Celentano. Poco da salvare. (Puppigallo)

*! Derrick, come già accaduto nella serie, è nel mirino di alcuni malviventi che gli tendono degli agguati. Fin qui nulla di strano, anzi, potrebbe essere lo spunto per una puntata avvincente. Peccato che entri subito in scena il mefistofelico antagonista, il quale si comporta in modo incomprensibile e lascia tuttavia intendere tutto lo svolgimento della storia, che prosegue piuttosto lentamente tra improvvisate sparatorie e vicende solo abbozzate. Si salvano solo le clamorose topiche musicali e culinarie, speriamo volute, dei nostri segugi. (Gordon)


177. UN GRIDO NELLA NOTTE (Schrei in der Nacht)
** Tutti dietro al cane poliziotto, che sul luogo dell'omicidio di una prostituta (che ha gridato abbondantemente prima di morire, per giustificare il titolo) ha trovato un cappello. Glielo fanno annusare e quello, dopo un bel viaggetto, arriva alla porta di uno stabile: l'assassino dev'essere lì dentro. Avvisa il custode (un pornomane da competizione), blocca la porta e dagli agli inquilini (ben pochi ma per forza, mica si poteva fare una puntata con venti sospetti). Un giallo classico insomma, dove Derrick e Harry (in questa puntata inseparabili, e pure in armonia con Berger) si trovano davanti a una cinquina di presunti colpevoli e a colpi d'interrogatorio devono individuare quello giusto. Peccatio che gli indizi scarseggino (siano proprio assenti, diciamo) e tutta la vicenda punti a depistare lo spettatore facendogli scegliere il sospetto prediletto in attesa della spiegazione finale. Che pare non arrivare mai tra l'altro, persi come si è tra dialoghi interminabili e l'introduzione di una bella poliziotta in borghese che ha il compito di entrare in confidenza con tutti i sospetti. Insomma, uno spunto discreto sviluppato pedestremente senza la giusta inventiva, con un colpo di scena conclusivo come soesso avviene tirato per i capelli. Resta il buon mestiere del cast, che ci fa se non altro digerire l'episodio. Bonnie Bianco e la sua "A cry in the night" si sentono nell'immancabile scena al pub e sui titoli di coda. (Zender)
 
*** Episodio non del tutto riuscito per via di una seconda parte che non si mantiene al livello della prima, eccellente mezz'ora. Lo spunto è molto interessante e sarà ripreso in altri episodi in cui i nostri si troveranno a indagare tra gli inquilini di un palazzo. Per i tanti appassionati della serie, un'autentica chicca è la citazione per bocca di uno dei personaggi (lo scrittore ubriacone) di un futuro, bellissimo episodio: "Siamo tutti potenziali assassini", che ha evidenti analogie con questo e un migliore sviluppo. Interessante. (Kozincev)


178. TERRITORIO PROIBITO (Die Kälte des Lebens)
** Una bella prostituta ventiduenne ritrova nei bagni degli uomini di un night il cadavere del suo pappone, accoltellato probabilmente perché era entrato con le sue donne nel territorio (proibito, per l'appunto) di un suo collega. A questo punto entra in scena Derrick, che tenta di rassicurare la protagonista, scioccata. Lei sgrana i begli occhioni verdi e tace, quasi sempre (un semivegetale, purtroppo), affascinata da Derrick. Arriva addirittura a sognare il faccione dell'ispettore di notte, a scriverne il nome sugli specchi... La sua amica gli chiede cos'ha e finalmente lei si confessa: "Credo di essermi innamorata". Nooooo! Derrick potrebbe essere suo nonno! Eppure è così. Quindi lo chiama costantemente, lo cerca, s'inventa d'aver visto i due killer e impegna Harry (molto assente) cogli identikit... Un episodio tutto centrato sulla giovane mignottella, timida e poco tagliata per il mestiere. Zero indagini, solo lavoro di protezione, per Derrick. E con quello si arriverà anche ai colpevoli, "casualmente", in un finale teso tra sparatorie impreviste... Scarsa inventiva nel copione e dimostrazione comunque della varietà degli spunti del telefilm. Ben poco da ricordare, comunqueUna puntata insignificante quanto la bella e insipida protagonista. Ci fa la sua discreta figura la più volte ripresa "Mysterious girl" del solito Frank Duval, compositore ufficiale della serie. (Zender)

** Episodio incentrato su una faccenda di prostitute e relativo protettore sconsiderato; costui, infatti, disloca due delle sue signorine a battere in un locale "chic" anziché al consueto mercato ortofrutticolo, senza però tener conto che il territorio - da cui il titolo - è proibito con tanto di… pericolo di morte. La vicenda è di quelle che a Roma sintetizzerebbero con nonchalance come "robba de' mignotte", ma siccome siamo nella gelida e professionale Monaco di Baviera tutto assume un tono più rigoroso. Dopo l’omicidio del pappone al night, entra in azione l’ispettore Derrick e, udite-udite, una delle due prostituite se ne innamora! La storia è quantomeno bizzarra e lo sviluppo, nel corso della puntata, è tutto incentrato sull'improbabilità delle situazioni in quanto la ragazza - molto carina - sotto la maschera del trucco tentatore, le classicissime calze velate e i tacchi vertiginosi è poco più che una “bambina” di soli ventidue anni. La banalità del soggetto è comunque ampiamente ingentilita dalla scorrevolezza. (Markus)

**! Due prostitute e il loro protettore si metteranno nei guai per aver osato sfidare un boss locale. L'ambientazione è quella della strada e dei luoghi di piacere per uomini in cerca di facili emozioni, ed è proprio li che Derrick andrà a sondare il terreno per venire a capo della situazione. L'atmosfera squallida e deprimente, così come i personaggi rozzi e discretamente unti, sono il valore aggiunto di un episodio che scorre via piacevolmente. (Pinhead80)
 
** Vicenda di lenocinio con il morto e con giovane e bella, nonché sprovveduta, prostituta infatuata del nostro beneamato ispettore. Ancora più sprovveduto sembra il suo protettore, che invade con rara ingenuità mascherata da protervia un territorio a lui interdetto: ci resterà secco. Il titolo è ambiguo, sembra alludere, anche, a un'altra interdizione, ovvero l'eventuale relazione pericolosa tra Derrick e la lucciola (a un certo punto la ragazza sembra proprio cotta): prevarranno l'istinto paterno e la guerra al crimine. L'episodio ha il suo perché torbido-teutonico e alcuni passaggi sono interessanti ma resta confinato nella mediocrità di uno svolgimento prevedibilissimo. (Faggi)
 
*** Episodio interessante, realistico nella rappresentazione del mondo delle prostitute e dei loro protettori; non sempre efficace, ma la resa degli attori è buona e la colonna sonora si intona felicemente con lo sguardo smarrito della giovane protagonista. Ben tratteggiate le due "ragazze di vita": una cinica e disincantata, l'altra fragile e "bambina". Piacevole. (Kozincev)


179. IL LANGUORE DELLA PAURA  (Mozart und der Tod)
*! Si comincia subito: una graziosa violinista esce dalla lezione col maestro e tre disgraziati mezzi ubriachi la stuprano. Non suonerà per un bel pezzo. E nemmeno si degnerà di riconoscere i tre colpevoli durante il confronto all'americana (anche perché Derrick la sbatte di fronte al gruppo di sospetti senza un minimo di privacy...), terrorizzata dalle minacce dei tre che poco prima avevano preso a pugni il maestro di violino. Perché? Beh, perché aveva assistito alla scena e avrebbe potuto parlare. Peccato che il ragazzotto si rivela essere un autentico coniglio (col suo baschetto da artista e gli occhialini alla Trevor Horn), dispiaciuto per lo stupro ma molto più attento a non rischiare la pelle! D'altra parte anche il padre di lei le consiglia di tacere... Harry (in elegantissimo doppio petto per tutta la puntata) fa il tenerone e prova a consolare la donna, mentre per riempire un po' si caccia dentro il solito night club con donnine nude, una prostituta e luci rosse. Interessante la figura dell'informatore invece, un ex detenuto senza il quale Derrick non avrebbe fatto un passo avanti. A proposito: l'ispettore per una volta potrebbe concludere il caso semplicemente prendendo le impronte digitali lasciate su un coltello killer e confrontandole con quelle dei sospetti, ma non ci pensa nemmeno per sbaglio: avrà mai frequentato un corso di polizia? Mah... Finale con Harry e Derrick seduti ad ascoltare la violinista e il maestro fesso mentre suonano Mozart. Clap clap... (Zender)

*! Come idee e originalità siamo vicini allo zero (a meno che non sia da considerare originale che una violinista, dopo uno stupro, non riesca più a suonare). Il buon Harry simpatizza con la poveretta e schianterà contro il muro un pregiudicato che gli domanda dove abita la ragazza. L'indagine non ha guizzi, i cattivi sono caricaturali e l'unico ex galeotto che tenta di redimersi, indovinate un po' come finisce? Da ricordare Derrick che dice alla ragazza: "Lei fa l'imballatrice, ma preferisce suonare il violino". Bravo, che intuizione... (Puppigallo)


180. UN PESCE PICCOLO PICCOLO
  (Ein kleiner Gauner)
**! Davvero un pesce piccolo piccolo, il povero ladruncolo protagonista: dovunque vada, qualsiasi cosa cerchi di fare, lo trattano a pesci in faccia. Non gliene va bene una. Quando però cerca di rubare in una villa ecco che scatta la sorpresa: entra qualcuno e lui, dopo essersi nascosto, capisce che si parla di ammazzare un uomo. Tempo un giorno e l'uomo viene strozzato davvero in un albergo, con conseguente arrivo di Derrick e Harry (che subito vanno a beccare lo sfigatello il quale ovviamente nega tutto come l'ultimo dei polli). La puntata è piuttosto insolita e persino ben costruita nell'evolvere della vicenda e attorno alla riuscita caratterizzazione del giovane borseggiatore, anche se il finale è troppo affrettato (ma almeno ci vengono risparmiate le confessioni a cascata con pianti e rimorsi). C'è da scoprire chi siano i killer, che rapporti avevano coi padroni di casa, e Harry fa in tempo a fare l'ennesima castroneria fornendo tutti i dati per la perfetta rintracciabilità del testimone ai presunti killer (Harry, ma chi t'ha messo lì?). Colpa sua gli straordinari nel camping! Berger iperattivo, sottoposto tuttofare. (Zender)
 
*! Qui, più di un pesce piccolo, si tratta di un colossale somaro, che fa il ladruncolo senza mai riuscirci e viene trattato male, sia quando tenta i piccoli furti, che quando domanda a un passante se gli accende la sigaretta "Si compri un accendino!". Il poveretto assisterà a una riunione "particolare" e da lì inizieranno i veri problemi. L'unico, minimo motivo d'interesse è dato dal protagonista, ai limiti del fantozziano, ultrasfigato e regolarmente al momento sbagliato nel posto sbagliato. Per il resto l'indagine è quasi inesistente e Derrick, col minimo sforzo, ottiene il massimo risultato. Il finale è da non credere. Si ha infatti la sensazione che il telefilm possa durare ancora almeno venti minuti, ma mentre lo realizzavano, devono essersi accorti che stavano sforando; e così, tutto finisce in 30 secondi, con mitica frase del protagonista. Nota di merito per Derrick, che invita a pranzo il ladruncolo e, mentre questi si appresta a mangiare, gli tuona: "Adesso lascia stare i wurstel e ascoltami con attenzione!". (Puppigallo)

*** Anni fa, quando vidi per la prima volta l'episodio, il giovane protagonista mi ispirò un'immediata antipatia. Alla seconda e recente visione mi è apparso invece perfino simpatico, oltre che ben caratterizzato. Ma è soprattutto la sceneggiatura a funzionare: intriganti le scene e i dialoghi carpiti nella misteriosa villa, credibile lo sviluppo. Derrick e Harry qui agiscono in perfetta antitesi: il primo è al solito riflessivo e solidale con l'innocuo e sfigato ragazzaccio; il secondo impulsivo e maldestro come non mai. Gradevole. (Kozincev)


181. LA MOGLIE DI DIEBACH (Diebachs Frau)
*! La moglie di Diebach tradisce il marito col solito riccastro. L'uomo non si dà pace e insieme a un pastore protestante (e al di lui figlio!) arriva nella villa del rubamogli per dirgliene quattro. Ma non ne dice nemmeno due, perché né lui né gli altri sembrano uscire da uno stato di imbambolamento globale che pare coinvolgere un po' tutti, in quest'episodio (Derrick compreso). L'unico un po' sveglio è il riccastro, che crepa presto lasciando spazio alla sagra degli impagliati: dalla moglie stessa (sorta di sosia di Michael Jackson) al pastore, allo straccio umano rappresentato dal marito tradito, si fa a gara a chi parla più a fatica. Dimezzando i tempi delle risposte nei dialoghi si sarebbe difficilmente raggiunta la mezz'ora! E dire che il soggetto non sarebbe nemmeno così brutto, con i suoi colpi di scena un po' bizzarri (finale compreso), i suoi personaggi dall'atteggiamento insolito, i risvolti umani... Purtroppo è una continua sfida all'insonnia, e resistere per l'intera durata al cloroformio Derrick qui pare più difficile del solito. L'ultima scena ci mostra Harry chiedere al capo, assorto a guardare dalla finestra, il da farsi. Stephan non gli risponde, continua a guardar fuori: è la sintesi dell'episodio. (Zender)


182. UNA STRANA GIORNATA IN CAMPAGNA (Ein merkwürdiger Tag auf dem Lande)
**! Un uomo progetta e realizza in quattro e quattr'otto una rapina in banca e fugge con la moto fino a raggiungere la foresta nera. A quel punto trova un pub, ci entra, beve un birra, offre da bere a un gruppo di villici e... scompare! La moglie, allarmata dalla sua assenza, venuta a sapere della rapina confessa tutto alla polizia e chiede a Derrick di capire che fine abbia fatto il marito. Così l'ispettore se ne va in campagna e comincia a indagare (una volta tanto sul serio) sulla scomparsa del rapinatore. Entrerà in contatto col proprietario del pub e coi villici che lì avevano bevuto con l'uomo, i quali decisamente sembra che nascondano qualcosa. Con una colonna sonora che infila dentro almeno cinque o sei pezzi di "The Wall" dei Pink Floyd (le parti strumentali di "Another Brick in the wall part 1", "Outside the wall", "Run like hell" e in chiusura la splendida "Hey You", sulla quale scorrono i titoli di coda), un episodio curioso e insolito; per l'ambientazione bucolica ma anche per la vena ironica di Derrick, che si diverte a inscenare con Harry intere ricostruzioni di ciò che doveva essere avvenuto assieme ai villici. Finalmente qualche spunto da vero giallo esiste, anche se è un peccato che il finale sia l'ennesima dimostrazione di come l'ispettore si accontenti delle solite confessioni per capire come siano andate le cose quando niente ci sia che confermi davvero che le cose siano andate come ci viene raccontato attraverso i lunghi flashback. (Zender)
 
**** Rapina apparentemente andata a buon fine, ma la voglia di rilassarsi risulterà fatale. Puntata di ambientazione bucolica in cui si intuisce facilmente cosa sia successo. La bellezza di questo episodio, che è uno di quelli che più mi è rimasto impresso negli anni, è secondo me data dal contrasto città/campagna, dalla sgradevolezza che la quasi totalità dei personaggi emana nonché dall'umanità mostrata da Derrick e Harry. Certo, come in tanti episodi della serie l'indagine è scarsina ed è più un lasciar che le cose seguano il loro corso naturale fino all'inevitabile ammissione di colpevolezza. Memorabile, alla fine, la frase di Derrick che rivolto ad Harry lo invita a prendere le generalità di quei... "signori". Menzione d'onore per la colonna sonora, costituita all'80% da brani di "The Wall" dei Pink Floyd. (Robykeys82)

**** Episodio splendido, molto avvincente, con un'ambientazione agreste che ne fa un unicum, nella serie. Derrick qui è spigliato, sarcastico come non mai, sobriamente duro nel finale. A parte i nostri, nessun personaggio ha un rilievo particolare: è il "coro" dei campagnoli che trovano un'occasione per uscire dal grigiore della quotidianità a dominare la scena. Puntata davvero ben scritta, senza punti deboli, con una bellissima cornice musicale. (Kozincev)


1990 (STAGIONE 17):


183. NESSUN LIETO FINE (Kein Ende in Wohlgefallen)
*! Derrick sulle tracce dei Vanzina: un giovane se ne viene da Augusta fino a Monaco per scoprire che la sorella (una modella) si è tolta la vita dopo essere stata violentata ad un party "allegro" da due grossi affaristi. Con l'aiuto di una collega della sorella che presenziò alla festa comincerà a indagare nell'ambiente. Un'autentica rivisitazione di Sotto il vestito niente con Derrick nel ruolo che quattro anni prima fu di Donald Pleasence (e infatti Harry è praticamente assente). Certo, la patinatura vanziniana è un miraggio così come costumi, musiche e ambienti (qui le solite quattro mura domestiche) sono imparagonabili, ma il punto di riferimento sembra proprio essere il celebre giallo vanziniano (con tanto di flashaback del party galeotto). Qui tuttavia a morire non saran più le modelle quanto i due affaristi responsabili della violenza, e Derrick ce la mette tutta non indagando ma ripetendo ad ogni incontro al giovane di confessare, che sarà una liberazione. Ma sarà davvero lui il colpevole? Esaurite le parentele col modello vanziniano l'episodio ritorna nel grigiore abituale, col ragazzo protagonista che gioca a fare il filosofo e Derrick dietro perché l'argomento come sempre l'appassiona (quando c'è da pontificare sui massimi sistemi non si tira mai indietro). Peccato per la resa così triste della quotidianità del fashion, ma i difetti stanno anche in uno script povero di spunti che sotto il profilo dell'intrigo ha davvero poco da dire. (Zender)


184. BREVETTO MORTALE (Tödliches Patent)
Il titolare di un brevetto, che lavora in azienda, viene corteggiato dalla concorrenza e, dopo che abbiamo visto sfilare una serie di strani personaggi che entrano in scena comportandosi in modo che non riusciamo bene a decifrare, finisce steso in un archivio, con la testa fracassata (scopriremo che in una colluttazione è scivolato su uno skateboard, oggetto che notoriamente nei polverosi archivi si trova con estrema facilità). Il colpevole è un omino in apparenza inoffensivo e che avrà ben poca parte nell'episodio. Come Derrick, tra l'altro, visto che lui e Harry si presentano tardissimo e si affacceranno nella storia solo di tanto in tanto. Quando si parla di spionaggio industriale e brevetti segreti stiamo pur certi che con Derrick si capisce poco e ci si annoia terribilmente. Regola confermata: episodio sfibrante, per lunghi tratti incomprensibile e dal finale irritante. Da cancellare. (Zender)


185. LA FINE DI TOSSNER (Tossners Ende)
*** Tossner è uno speculatore terribile e spietato (almeno così ce lo presentano): un bimbetto la cui famiglia deve sloggiare di casa perché l'immobiliarista ha comprato tutto, disperato si tuffa dalla finestra e il suo insegnante se lo vede dall'alto spiaccicato in cortile. Naturale che pensi di ammazzare il responsabile, ovvero Tossner: lo sogna di notte e confessa i suoi pensieri omicidi a una vicina di casa che fa la psicologa, la quale poco professionalmente racconta tutto al fratello; questi, disoccupato, pensa di andare da Tossner e chiedere un impiego per dirgli che sa che qualcuno lo vuole ammazzare. La verità è che Tossner qualcuno lo ammazza davvero, ma non si sa chi. L'insegnante? Derrick non ne è troppo convinto e fa partire l'indagine (Harry lo rimprovera di voler salvare il prof solo per simpatia e si becca la lassica ramanzina derrickiana), mentre capiamo che anche la moglie della vittima uno stinco di santo non è: trascurata sessualmente, comincia a spassarsela col fratello della psicologa e l'affare si ingrossa (ehm...). Puntata intrigante e piuttosto ben studiata, con indiziati subdoli e un finale per una volta credibile quanto in qualche modo "aperto". Ben scelti gli interpreti, scrittura intelligente. Niente di particolare, lo schema è abbastanza tradizionale, ma pur con i suoi limiti l'episodio si lascia piacevolmente guardare. (Zender)


186. JUDITH (Judith)
*** Muore nei bagni d'una birreria l'ennesima tossicomane. L'incipit insomma è dei più classici, con la figlia che prima di morire chiama la madre e quest'ultima che, tornata di corsa a Monaco dalla sua tournee americana (incredibile, l'apertura è sui grattacieli di New York!), decide di indagare personalmente e punire i colpevoli di quello che lei chiama omicidio e che la polizia ha invece già catalogato come morte per overdose. La prima mossa della bella e affascinante signora è parlare con Derrick, che casca dal pero e non sa dire perché non sia arrivato nel suo ufficio il caso (appunto, overdose...). Si capisce presto che al centro della puntata sta la donna, con Derrick in disparte, ma va detto che rispetto al solito la recitazione complessiva è decisamente superiore e ci si riesce spesso addirittura a commuovere. Soprattutto quando in scena c'è anche il cameriere della birreria, un poveraccio che non sa dove sbattere la testa combattuto tra l'amore per la donna e il terrore che parlando troppo arrivino a fargli la pelle. Poca azione e poco giallo, ma personaggi ben delineati e un ottimo finale, a conferma di una puntata semplice, lineare ma avvincente, profondamente umana e credibile. Spesso in sottofondo si sente la misconosciuta, struggente "Codeword Elvis" di Sting, che già avevamo sentito in "Chi ha sparato ad Asmy". Berger ripreso nella sua importante mansione di procacciatore di brioche per l'ufficio... (Zender)

186. JUDITH
*** Inizia la puntata. Stop, rewind, controllo del titolo: siamo a New York, nella notte illuminata dalla Statua della Libertà e dalle luci delle torri gemelle: non può essere Derrick! E infatti a New York non c'è l'ispettore, ma la protagonista della storia che, peraltro, tornerà a Monaco nel giro di cinque minuti. La trama non è banale perchè molto più che sul delitto - la "solita" morte di una eroinomane - punta quasi esclusivamente sui confronti psicologici e verbali tra i vari personaggi, convincenti e spesso inquadrati da lunghi primi piani. Nota di merito per la protagonista, l'affascinante Evelyn Opela che - essendo moglie del produttore della serie Helmut Ringelmann - ritroveremo anche in altre stagioni della serie. Harry in penombra. (Eresiarca) 


187. CADUTA AGLI INFERI (Höllensturz)
** Prima scena: Derrick e Harry in auto chiamati per un omicidio. Sirena e si arriva subito sul posto, dove i due trovano un uomo stecchito in poltrona col telefono in mano. Derrick clicca il tasto "redo" sull'apparecchio (nessuno gli ha detto che se la telefonata la stava ricevendo lo scherzetto non funziona?): l'uomo stava telefonando alla polizia, scopre con sagacia Derrick, ma della sua morte sembra che nessuno se ne voglia occupare. Si passa infatti a seguire tutt'altro, ovvero la storia di un falsario che arriva a Monaco e sbologna la valigia colle matrici a un ragazzetto appena conosciuto in treno, così da passare indenne i controlli dell polizia in stazione. Recupererà la valigia in un secondo tempo, invitando il ragazzetto a fare la bella vita con lui, presentandogli subito una svampitella disponibile. Notevole la figura del falsario, uomo di ghiaccio e dalla risposta sempre pronta. Già si pregusta il momento dell'arresto perché non si capisce come lo si incastrerà, ma il metodo... ahinoi, sarà il solito, con le indagini che si arenano in fretta per passare alla tortura psicologica delle menti deboli. E la caduta agli inferi? Il quadro di una pinacoteca il cui significato il nostro falsario illustrerà pedantemente a Derrick. Peccato per la poca fantasia sottesa al tutto, perché i personaggi erano ottimi, gli scambi/sfida coll'ispettore sarcastici al punto giusto. Però il finale è davvero inaccettabile, così come la sbrigativa risoluzione dell'omicidio iniziale... (Zender)

**! Il fulcro dell'episodio è nella figura del criminale (un geniale falsario), che rifiuta ogni empatia, pratica il plagio delle menti e considera la realtà come banco di prova delle sue teorie ciniche ed eversive nei confronti della morale. Il resto è puro contorno, compreso l'omicidio iniziale e la sparatoria finale. Le parti migliori sono nei duetti tra l'ispettore e il falsario e lì dove quest'ultimo tenta la sua opera di persuasione sul giovane che gli è capitato a tiro (servendosi anche di una provocante ragazza). Nell'insieme prevale un'atmosfera improbabile (ma non è una novità in Derrick), giustificabile in parte dal tono fatalista del finale. (Faggi)


188. IL SOLITARIO (Der Einzelgänger)
** Gran brutta vita quella degll'infiltrato: sempre a contatto con gente equivoca... e poi magari finisce pure che ci lasci pure le penne. Come càpita all'amico del protagonista, ammazzato e abbandonato in una cava dopo una serata in sala biliardi. Rimasto da solo, il nostro Ingo decide di trovare chi gli ha ammazzato l'amico e comincia a frequentare la sala biliardi, approfittandone intanto per farsi una mignottella del posto (tanto per gradire). Derrick, che intanto comincia a fare i suoi primi esperimenti con occhiali dalle montature vistosissime, cerca di far capire a Ingo che è bene si trattenga e si controlli, che avverta sempre il dinamico duo prima di fare qualcosa... ma non è facile. Ingo vuol far di testa sua, prende a incontrare un giocatore di poker del locale e intensifica i rapporti con la mignottella (e lo dice spudoratamente alla sua fidanzata, che tanto bene non la prende). Uno di quegli episodi tutti centrati sul personaggio principale, con Derrick defilato e Harry non ne parliamo. Finale fiacco, ma l'insieme non è così disprezzabile; anche perché la colonna sonora infila una canzone dietro l'altra, da Sting agli Alan Parsons Project fino a raggiungere il classico pezzo cardine più volte ripetuto e che in questo caso è "Living my way" del solito Frank Duval. Indagini scarsissime, ma qualche buon dialogo e una recitazione complessiva superiore alla media. (Zender)


189. STUDIO DAL VERO (Des Menschen Feind)
***! Barbona strangolata nella sala d'aspetto della stazione. Perché? La prima cosa strana che Derrick viene a sapere da un "collega" della donna è che un'anziana attrice un tempo di grido passava ogni tanto le giornate con lei per studiare la parte (uno Stanislavskij alla tedesca). A quanto pare è vero, lo conferma anche il regista del film, mentre il marito dell'attrice si dimostra subito insofferente con la polizia porconando a ogni nuovo interrogatorio. Intanto i personaggi della storia aumentando, si abbozzano alibi e spuntano misteriose fotografie che ritraggono altri barboni "di passaggio". Insomma, un quadro indagatorio complesso assai, che riserverà anche un ottimo colpo di scena conclusivo. La sceneggiatura è architettata bene e sa incastrare bene le tessere del mosaico col risultato di dare a Derrick una delle migliori puntate degli ultimi anni nonché una delle prime in cui l'ispettore comincia a indossare occhiali (ancora di foggia bizzarra, bisognerà aspettare ancora un po' per la montatura definitiva). Harry fa il simpaticono in più d'un'occasione e l'episodio non manca di sprint (si fa per dire...). (Zender)

*** Bell'episodio incentrato sul rapporto tra povertà reale e povertà spirituale che, nello specifico, si articola nel confronto e nella relazione che si costruisce tra una matura attrice snob e benestante da un lato, e una povera barbona dall'altro. L'intreccio nasce proprio dall'omicidio della barbona, che Derrick, Klein e Berger risolveranno attraverso un buon lavoro d'equipe e un'indagine piuttosto accurata, che li porterà a conoscere sia i deliri narcisisti del jet set che lo squallore delle notti nelle stazioni bavaresi. Scopriamo, di passaggio, che Harry ha un nipote chiamato Markus, appassionato di cinema. Finale con colpo di scena forse prevedibile, ma non scontato. Efficaci le ultime sequenze. (Eresiarca)


190. MORTE AL LIMITE DEL BOSCO (Tod am Waldrand)
*** Bella ciclista notturna fatta secca nel bosco. Non è la prima volta, in Derrick, e il colpevole sembra proprio essere il suo ex, appena mollato e attaccatosi alla bottiglia per la disperazione. Ha chiamato alla scuola di ballo, è andato a prenderla e poi... puf... stacco. Lo si rivede che confessa a babbo e mamma di averla uccisa in piena crisi di panico. La patata bollente arriva direttamente all'inedita coppia Harry/Berger, visto che Derrick ha problemi di pressione ed è seduto sgonfiatissimo sul seggiolino del medico colla pompetta al braccio (unico consiglio via telefono? "Non saltare subito alle conclusioni Harry", conoscendo la sciagurata specialità del collega). Notevole la figura, centrale, del padre del giovane assassino (ridotto nel frattempo a vegetale semimuto, che fa il paio con l'altro sospetto, il fessacchiotto che ha rinvenuto il cadavere e primo sospetto), uomo viscido che pensa di poter coprire il delitto del figlio comprando tutti i possibili testimoni. Grazie a lui la puntata viaggia bene, ed Harry promosso a protagonista è meno spocchioso del suo capo: indaga a testa bassa e si presenta pronto per l'inatteso solpo di scena finale, prima che la puntata si chiuda sull'esplosione meravigliosa di "Shine On You Crazy Diamond" (in una scena notturna si era sentita anche "Careful With That Axe, Eugene", sempre dei Pink Floyd). Certo Berger come spalla non è esattamente il massimo per riflettere, e infatti Harry fa tutto da solo e bene. Piacevole, senza esagerare. (Zender)

**** Secondo, e presumo ultimo, episodio nel quale troviamo Harry assoluto protagonista. Puntata piuttosto avvincente in quanto di ambientazione agreste e notturna. Interessante, oltre a quanto già citato, in quanto si conclude sulle note del riff di "Shine On You Crazy Diamond part II". (Shangai Joe)


191. ABISSO DEI SENTIMENTI (Abgrund der Gefühle)
*! Un giovane viene strozzato per strada, all'uscita di un bar. Lo soccorre un medico, che diventerà il prezzemolo della puntata: nelle indagini Derrick se lo trova costantementre tra le palle. Si sente coinvolto, vuol capire chi è la vittima. E lo vorrebbe capire anche Derrick, visto che pure un amico del giovane ucciso viene a sua volta accoppato. La seconda vittima era un promettente chimico... Cosa c'è dietro? E chi è la ragazza drogata ridotta a vegetale causa droga (altro topos derrickiano)? Puntata poco interessante, se non per il fatto che mostra come il povero Berger venga utilizzato dai suoi superiori (specialmente Harry) per i lavori più infelici (qui viene mandato allo sbaraglio nella casa di un probabile assassino) e per un omicidio risolto a mo' di Jack Torrance in Shining. L'idea del medico ficcanaso era anche simpatica (arriva persino ad autoinvitarsi a casa Derrick), ma lo svolgimento è puerile e la sceneggiatura fiacchissima. Finale sbrigativo, intreccio riciclato e deludente. (Zender)

** Scialba puntata che ricicla in modo consueto i classici stilemi derrickiani. Non mancano infatti il giustiziere fai da te, il mondo della droga e i vegetali da essa causati. Se a ciò ci aggiunge lo spiccato protagonismo del colpevole, il che rende evidente ben presto ai nostri segugi e allo spettatore come si sia svolta la vicenda, i motivi di interesse latitano. Gli unici punti a favore sono un ritmo discreto e le scenette derivanti dalle umili mansioni cui i perfidi Derrick e Harry costringono Berger. (Gordon) 


192. IL MOMENTO DELLA VERITA' (Der Augenblick der Wahrheit)
*! Due pregiudicati rimasti senza una lira (ops, un marco) organizzano una rapina a una banca che prevede il sequestro dei due possessori delle chiavi della cassaforte. Tutto liscio col primo, ma quando arrivano sotto la casa del secondo qualcosa comincia ad andar storto: la ragazza del più giovane dei malfattori (che li aveva accompagnati) prende e se ne va senza un motivo mentre un tizio che per caso passa di lì e scopre che i due hanno una pistola gioca a fare l'eroe e viene fatto fuori. Tutto a monte. Nel frattempo Derrick riceve una telefonata da un vecchio amico che gli chiede di passare a trovare la figlia che s'è messa con un pregiudicato per capire se può essere l'uomo giusto per lei. Indovinate chi è la figlia? A volte si resta stupefatti dalla spudoratezza con cui certi episodi piazzano nelle storie coincidenze tali da rendere ridicola la vicenda. Questo è uno dei casi più eclatanti: Derrick finisce per pura casualità nell'appartamento dei colpevoli del caso sul quale ha appena iniziato ad indagare! E non ha alcun dubbio che la figlia dell'amico sia proprio la ragazza sfuggita durante la rapina finita male! Pazzesco! Qualche filosofeggiamento col criminale davanti a una birra conferma la tendenza tipica della serie a piazzare psicologia spicciola un po' ovunque, mentre l'immancabile confessione sgorga spontanea senza alcuna azione maieutica da parte dell'ispettore. Eh no, davvero troppo facile Derrick, questo caso lo risolvevo anch'io! Particolarmente inespressiva e insignificante la ragazza. E dire che non era nemmeno cominciato così male, l'episodio... Continuano i test dell'ispettore con le più improbabili montature di occhiali in attesa di trovare quelle definitive dalla stagione successiva. (Zender)

**! Partendo da un pretesto assai improbabile, la puntata si dipana in modo classico, con Derrick che si attacca come una cozza ai fidanzatini per farli cedere, ricorrendo anche ai soliti quesiti filosofici spicci. Il ritmo però è abbastanza sostenuto e le prove dei protagonisti convincenti. Memorabili le montature a dir poco ingombranti dell'ispettore. (Gordon)


193. UN TIPO GLACIALE (Eine eiskalte Nummer)
** Il tipo glaciale è quello che a inizio episodio torna a casa e ritrova lì due ladri che gliela stan mettendo a soqquadro in cerca di oggetti di valore. Neanche quando quelli gli puntano la pistola contro smuove un sopracciglio. Anzi, per tutta risposta offre da bere ai due uomini sbigottiti (padre e figlio, oltretutto) e gli offre 20.000 marchi per lasciarlo in pace e andarsene. Quelli accettano, arriva il galoppino dalla banca e presi i soldi i due se ne vanno. Usciti i ladri, arriva lì il socio del derubato che dice al tipo glaciale di volerlo denunciare per truffe assortite. Peggio per lui, visto che i ladri han distrattamente lasciato lì la pistola: accoppato il socio, l'uomo addossa ai ladri pure l'omicidio e pensa di aver risolto tutto. E sinceramente meriterebbe che gli andasse anche tutto bene, perché di prove Derrick e Harry (il quale peraltro segue supinamente il suo capo appena quello gli dice che è di opinione diversa dalla sua) non ne raccolgono manco mezza. Addirittura l'unico colpo di genio tocca a Berger con l'idea del pezzo trasmesso in radio. Il glaciale protagonista è comunque un bel personaggio e la puntata prosegue discretamente. Almeno fino all'ultima parte, quando entrano in scena gli attori di un teatrino amatoriale che trasformano il set in una pagliacciata (la definisce così, a ragione, pure l'accusato) e si avviano a una conclusione del tutto risibile e al di là di ogni credibilità. L'arresto è un'offesa al buon senso di chi guarda! (Zender)
 
** Uno di quei finali che ti lasciano l'amaro in bocca e anche la convinzione che, a volte, sarebbe meglio che il colpevole restasse impunito, se il prezzo da pagare per incastrarlo è ricorrere ad un trucco che, al massimo, potrebbe andare bene in un albo di Dylan Dog (e lo dico con il massimo rispetto per Dylan Dog...). Un vero peccato, perché il personaggio del titolo è interessante e, più in generale, l'episodio prometteva molto di più. (Nicola81)

*** Episodio molto interessante e ben interpretato, soprattutto dal glaciale protagonista. Notevole soprattutto la prima parte, dalla rapina trasformatasi in omicidio ai primi sospetti di Derrick. Poi entra in scena una serie fin troppo scoperta di spunti teatrali: di evidente derivazione shakespeariana sia la telefonata con la voce del morto imitata dal vecchio attore (il fantasma del padre che appare in sogno ad Amleto svelandogli l'assassinio di cui è stato vittima) sia la rappresentazione finale degli attori (la morte del padre messa in scena da Amleto con la compagnia di Elsinore). Episodio raffinato e godibile. (Kozincev)

*** Come da copione, il solito disonesto uccide il socio in affari ingenuo, sfruttando alcune coincidenze fortunate. La puntata si sviluppa quindi con i nostri due segugi, coadiuvati pure del povero Berger, che cercano di trovare un modo per far tradire il colpevole, che ovviamente non ha lasciato appigli alla polizia e ostenta un'impassibilità impressionante. Si ricorrerà a una tecnica metateatrale (copiata spudoratamente dall'Amleto), che rende più irrealistico un episodio accattivante ma già di per sé piuttosto fantasioso. Le prove dei protagonisti sono comunque convincenti (specialmente quella del fido Peter Fricke), così come il ritmo impresso alla storia. (Gordon)
 

194. ASSOLO PER QUATTRO (Solo für Vier)
**! Quattro vecchietti terrore del loro ospizio organizzano una rapina nella ditta dove lavorava uno di loro (che conservava ancora le chiavi): assoldano due scassinatori e li mandano a rapinare la cassaforte, ma tanto per cambiare salta fuori la guardia notturna e i due spietati malviventi l'accoppano. Derrick, grazie all'indicazione del principale della ditta che racconta di aver avuto un colloquio col suo ex dipendente poche ore prima (era lì per vedere se le chiavi funzionavano ancora), raggiunge i quattro vecchietti in ospizio e comincia a braccarli. Il più tosto di loro (gli altri sono un ex attore rincitrullito e una donna) è un ex ispettore di polizia, che comincia una sfida a due con l'ex collega, condita da un paio di partite a scacchi. Episodio che la butta quasi sulla tenerezza, con questi quattro disgraziati alle prese con un gioco più grande di loro, subito sgamati a bere Veuve Clicquot al bar da Berger in versione pedinatore (sua funzione abituale). A Derrick le cose son chiare fin da subito, ma al solito mancano le prove. Senza stupire granché un episodio piacevole, che mette in buona evidenza i pregi della serie, in cui i personaggi sono tutti ben caratterizzati e anche i dialoghi non sono quasi mai banali. Certo non c'è gran ritmo, ma seguire le piccole gioie dei quattro anziani e le tattiche di Derrick per smascherarli può risultare interessante. Finale improvvisamente concitato e drammatico. (Zender)


1991 (STAGIONE 18):


195. RELAZIONI INTERROTTE (Beziehung abgebrochen)
*! Ennesima storia di mogli e amanti: la libertina di turno è la moglie stagionatella ma ancora piacente di un prof di filosofia con non tutte le rotelle a posto. L'episodio si apre con lei che si struscia tra le coperte col suo amante giovane. Chiama lì il marito, dice due scemenze e butta giù. Quando però l'amante giovincello in mutande è solo, suonano alla porta: apre e lo fanno secco. Chi? Non ci viene detto, ma di sicuro tutti gli indizi portano al marito cornuto. Perché si sa bene come va in Derrick: a parole chi è tradito sa tutto e perdona, poi però di solito spara, per gelosia. Intanto c'è la richiesta di un alibi di comodo a chi non può rifiutare, preso per la gola (moglie e figli a carico, soldi pochi), e l'episodio procede coi faccia a faccia tra il prof e Derrick, che a cena al ristorante filosofeggiano a vanvera (il conto lo paga l'ispettore che evidentemente scarica, viste le volte che offre). La donna continua ad accusare il marito di fronte alla polizia, mostra persino una lista degli amanti che l'uomo s'è fatto per poterci "riflettere sopra" (ahahah). Certo, il finale è piuttosto inatteso, ma la sceneggiatura è scadente e i ritmi molto molto blandi. In poche parole ci si annoia parecchio... (Zender)


196. EMILIO CAPRESE E' IN CITTA'
(Caprese in der Stadt)
*! Dopo i primi cinque minuti Derrick si è già preso dell'idiota e del saccente. Colpa sua: va in tv e spara tristi banalità che fanno imbestialire un poveruomo che lo segue da casa e la cui figlioletta (nella realtà è la figlia di Harry, Sophie Wepper!!!) è minacciata da un boss mafioso palermitano (Emilio Caprese, per l'appunto), giunto a Monaco per prendersi la sua nipotina infischiandosene dei genitori che ovviamente non hanno alcuna intenzione di lasciargliela. La famiglia della piccola si rivolge a Derrick, che per tutta risposta gli ammolla Berger in casa a fare da cane da guardia. Ma ovviamente il boss intimorisce tutti, con l'onorata società non si scherza. Ad un certo punto Derrick entra in contatto con la band protetta da Caprese, il cui frontman è... udite udite... Scialpi (che vediamo anche esibirsi in "Brucia, brucia")! E vedere Scialpi in un episodio di Derrick inseguito dalla polizei, sequestratore di bambine, killer... è l'unico vero motivo per sorbirsi una puntata insipida e con uno dei finali certamente più shock e inattesi (ma anche deludenti) di sempre. Perché non c'è giallo, non c'è indagine, giusto un paio di interrogatori al tirapiedi di Caprese, un Derrick che giura vendetta tremenda vendetta e... il crudelissimo Scialpi, per l'appunto! (Zender)


197. DENARO SPORCO (Gefährlicher Weg durch die Nacht)
*! Un giovane cameriere d'un bar soccorre in metropolitana un uomo che scopre essere vittima di uno scontro tra corrieri della droga. Questi ha con sè una valigetta con un milione di marchi che prima di morire lascia al giovane, il quale non lo confessa alla polizia tenendola senza sapere bene che farci. Poi d'improvviso l'illuminazione: chiamerà il boss di cui aveva il numero (datogli dalla vittima) dicendogli la verità, e cioè che la valigetta è in mano sua, ma farà credere a Derrick che è una bugia detta per far uscire allo scoperto il narcotrafficante (il ragazzo ha un conto aperto con la droga, visto che la sorella diciannovenne è morta di eroina). Derrick a questo punto insulta il ragazzo dandogli apertamente dell'idiota incosciente, Harry aggiunge che adesso alla polizia toccherà sorvergliarlo vita natural durante. Ed è quello che i due (più Berger, immancabile quando c'è da fare del lavoro dove non sia richiesta intelligenza) faranno per gran parte della puntata, trascorsa a pedinare nell'ombra il giovane cameriere per vedere chi lo contatta. Episodio poco interessante, con un finale zuccheroso che conferma quanto di giallo qui non ci sia quasi nulla. Sì, c'è da capire quali intenzioni abbia il ragazzo, in combutta con la madre, ma è troppo poco per reggere un'ora, e anche quando scatta l'azione non si migliora granchè. (Zender)


198. POTENZIALI ASSASSINI (Penthaus)
**! Una giovane viene uccisa nell'ascensore del classico casermone bavarese: gli indiziati (che ci vengono presentati con primi piani sui volti in puro stile Agatha Christie) sono conoscenti o comunque persone che gravitano attorno al protagonista della puntata, uno strano vecchino che teorizza (anche su larga scala, visto che tiene conferenze e scrive libri sul tema) le potenzialità omicide dell'individuo arrivando ad affermare che chiunque è a un passo dal delitto. Lì allo stabile lo conoscono un po' tutti (anche perché ne è il proprietario), e in molti sembrano essere affascinati dalle sue ipotesi; in particolare operai, parrucchieri e giardinieri di quando in quando si lanciano in improbabili filosofeggiamenti sui massimi sistemi minando "leggermente" la credibilità dell'insieme. Ma la puntata tutto sommato procede discretamente, anche se la ricerca dell'assassino sembra dover essere lasciata un po' al caso. Derrick, accompagnato da un Harry che fatica sempre più a contenere la pancia sotto giacche palesemente troppo strette che si ostina a chiudere, sviluppa un certo odio nei confronti del vecchino eccentrico (il quale lo tratta invece sempre con gran rispetto) ma continua a brancolare nel buio fino alla solita fulminea soluzione che cade dal cielo, ridicola come nella maggior parte dei casi. Berger per una volta in ufficio non porta il caffè ma la birra, all'indiziato di turno interrogato in centrale, mentre si sorvola sul sospetto lesbismo della vittima. (Zender)
 
**** Altro episodio cupissimo, dove la società umana viene rappresentata in tutta la sua malvagità e banalità (si potrebbe citare la banalità del male), dove dopo che un professore (il bravissimo Ernst Schröder) offre una somma di denaro a chi per primo in un condominio ucciderà un qualsiasi essere umano, ci scappa il morto. Da citare le musiche molto inquietanti e il senso di degradazione morale che l'episodio offre. (Ciavazzaro)
 
***! Episodio di innegabile fascino, seppure non originale nella trama, che riprende un tema molto caro a Reinecker: la propensione di ogni uomo al crimine. Raramente però lo sceneggiatore aveva raggiunto un livello così profondo nei dialoghi. Il personaggio del dr. Schönfelder, magnificamente impersonato da Ernst Schröder, ha uno spessore inconsueto. Efficacissima la scelta registica di intervallare le scene con riprese dal basso del sinistro palazzone, avvolto da una musica funebre. Notevole. (Kozincev)


199. LA FIGLIA DEL POLIZIOTTO
(Wer bist Du, Vater?)
** Il poliziotto lo fan secco quasi subito, la figlia si presenta con un agghiacciante abito a pallini che si trascinerà dietro per gran parte dell'episodio dando un bell'esempio di quale possa essere la visualizzazione dell'esatto contrario del concetto di eleganza. Il poliziotto era un collega di Derrick (l'ennesimo che accoppano, sarà il caso che chi gli passa vicino cominci a toccarsi), e presto si capisce che se la faceva con una thailandese tradendo la moglie, la quale come la figlia pare provare per lui solo indifferenza. L'indagine si sposta in un locale di ballerine esotiche gestito da gente equivoca e nella pensione a ore dove il poliziotto è stato ucciso. Qui la proprietaria e suo figlio fanno come le tre scimmiette, e Derrick pur di capirci qualcosa si mette a interrogare una bambina che staziona sulle scale in attesa che la madre "finisca" coi clienti. Ci si domanda perché la scientifica s'impegni tanto a rilevare impronte e indizi nella camera dell'omicidio quando poi sappiamo tutti benissimo come Derrick arriverà alla soluzione (confessioni a destra e a manca). Senza infamia ma (di sicuro) senza alcuna lode, un episodio facilmente dimenticabile. L'ispettore comincia a indossare saltuariamente gli occhiali (che dalla stagione successiva non abbandonerà più). (Zender)


200. UN CASO APERTO (Offener Fall)
*! Alcolizzato in scena. Come d'abitudine passano un paio di minuti ed ecco pronto chi lo circuisce e gli propone un mucchio di soldi per far fuori un uomo nella sua tenuta di caccia. L’alcolizzato pare accettare, si prende i soldi ma poi dice tutto alla figlia giornalista e a morire è colui che l’aveva pagato. Arriva Derrick e si ritrova dentro un complesso caso di spionaggio, con quasi tutti che sanno molto più di quanto dicano. Il regista tuttavia pare più interessato a mostrare il volto della splendida giornalista, che si guadagna mazzi di primissimi piani (e li merita, sia chiaro). Il resto è invece un caso molto fumoso che dà l’impressione di essere costruito in funzione del colpo di scena finale, notevole sulla carta ma deludente all’atto pratico. Sceneggiatura scadente, indagini routinarie. Per quanto il caso appaia inizialmente interessato, intricato e misterioso, lo svolgimento non soddisfa e non si rivela all'altezza delle premesse… (Zender)

201. DIGNITA' PERDUTA (Verlorene Würde)
**! Qualcuno, nei primi minuti, accoltella un giovincello che lavora in polizia e Derrick aveva appena visto passare nei corridoi (è figlio di un collega). Il poveretto seguiva uno spacciatore, ma appena entrato in un bar succede qualcosa (che non vediamo) e il risultato è che questi stramazza esanime. Il principale sospettato è naturalmente lo spacciatore, ma al bar nessuno tra la folla degli eroinomani presenti lo accusa, e Derrick sa che avrà davanti il solito muro di omertà. Ci si focalizza soprattutto su una coppia di scoppiatissimi alla frutta, convocati inutilmente al commissariato, e sulla bella figura del padre della vittima, un uomo affranto e deciso a tutto pur di trovare il colpevole. Puntata in cui la psicologia è tutto, con Derrick concentrato soprattutto nell'estorcere la confessione di rito (indagini? Nemmeno ci prova per sbaglio). Nonostante il tema abusato, la sceneggiatura è ben costruita e non ci si pente troppo d'aver intrapreso l'ennesimo viaggio nel mondo l'eroina bavarese. Inutile dire che la dignità perduta è quella di chi per un buco venderebbe sua madre. (Zender)


202. IL MORTO NON HA QUASI IMPORTANZA (Der Tote spielt fast keine Rolle)
** La solita donnina allegra molla il marito a casa a fissare il vuoto e se ne va a una festa godereccia accompagnata da riccastri da poco conosciuti. Una volta lì accetta pure di andare nella camera dell'albergo ad aspettare che l'organizzatore della festa vada da lei per fare ciò che vuole, ma una volta lì scopre che nella stanza c'è un cadavere. Chi è? Chi l'ha ucciso? Alla prima domanda il riccone, che tratta gioielli, ha una risposta, alla seconda non ce l'ha né lui né Derrick, che prova a cercare di capire chi sia la donna, come mai non se ne stava col marito e come mai il riccone non se ne stava colla moglie (ma di cornuti è piena la serie, quindi niente di strano). Qualche punta ironica nel tratteggio della figura dell'indiziato, donne affascinanti o dal fisico mozzafiato, scemenze assortite e un finale con trappola piuttosto ridicolo. La puntata non è certo tra le più memorabili, e per quanto all'inizio sembri anche interessante, ben presto il ritmo scende e la sceneggiatura non assiste il cast. Derrick piuttosto svogliato, a conferma di un episodio debole che scorre via senza lasciare traccia. (Zender)


203. VOGLIA DI VIVERE (Störungen in der Lust zu leben)
** Di voglia di vivere non ne ha tanta, il vecchierello che risponde al telefono per l'ennesima volta picche al cattivone che gli chiede di vendergli il locale. E infatti quello gli manda due sgherri i quali (come da tradizione Derrick) non appena lo toccano lo stendono ammazzandolo (questa volta con una leggera bottigliata in testa). Uscendo, il killer si scontra con una donna che, vuole il caso, era una sua vecchia fiamma: dovrà intortarsela per bene per impedirle di raccontare d'averlo visto. Ma lei è disillusa dalla vita, e per un po' di svago in più se la fa col reo confesso (lui ammette subito di aver ucciso, seppur per errore), nonostante i figli le dicano che sta facendo una colossale idiozia. Derrick stavolta non sbaglia una mossa: interroga subito le persone giuste, arriva ai colpevoli in un batter d'occhio. Ora tocca incastrarli, in qualche modo. Episodio che partiva bene, sia per la figura equivoca della donna che per quella del boss freddo e distaccato, immobiliarista che sembra poter essere il classico osso duro. Ma in fondo lui che c'entra? Mica aveva detto di uccidere, tutt'altro (e infatti purtroppo scompare presto dalla scena). La colpa è solo dello sgherro finto innamorato, che svelerà quanto prima la sua vera natura. Purtroppo già da metà episodio si capisce che lo sprint iniziale è andato a farsi benedire e si arriva al finale senza ulteriori idee, salvo per una bella battuta dell'ispettore al bar malfamato (il tirapiedi: "Ci conosciamo?" Derrick, mostrandogli in faccia il tesserino: "Gliene offro la possibilità"). Ancra senza occhiali, saltuariamente Derrick prende ad indossarli. (Zender)


204. SCENEGGIATURA PER UN OMICIDIO (Ein Tod auf dem Hinterhof)
*! Assassinio di una bella coniglietta allegra nel solito locale equivoco. L’inizio è dei più tipici, ma a cambiare le carte in tavola ci pensa l’entrata in scena di una scrittrice di gialli, che vive con un omaccione di bella presenza più giovane di lei e che sta con lei chiaramente per soldi. La scrittrice (il cui nome Derrick dimostra subito di non conoscere affatto beccandosi di fatto dell’ignorante, visto il mestiere che fa) ficca il naso dappertutto, pretende di aiutare l’ispettore col solo risultato di irritarlo e le indagini rallentano. In ogni serie poliziesca che si rispetti prima o poi il confronto con lo scrittore di gialli salta fuori. Qui diventa centrale, vista la costante presenza in scena di questa signora Fletcher dei poveri. Si capisce presto dove si andrà a parare, e la sceneggiatura si fa ripetitiva con l’aumentare dell’odiosa invadenza del personaggio. A parte lei quindi ben poco resta dell’episodio, in cui la banalità delle ambientazioni si sposa agli scialbi sviluppi. Evidente come alla base mancassero le idee. (Zender)


205. IL GRIDO (Der Schrei)
**! Dopo 10 anni di prigione scontati per omicidio (e 5 evitati grazie alla buona condotta), un uomo torna in libertà. Era stato Harry ad averlo cacciato lì dentro, ma fu un mezzo fallimento: quello aveva confessato, ma il nome del complice della tragica rapina non era saltato fuori e Harry non s'è mai dato pace. Ora che 10 anni dopo ha l'occasione di riprendere in qualche modo in mano il caso eccolo che tampina l'ex galeotto per fargli sputare il rospo. Niente da fare (come prevedibile), e d'altra parte a Derrick frega poco o niente delle smanie del collega: si limita a fare da comsulente esterno, tanto che Harry per disperazione si riduce a farsi aiutare da Berger (che come al solito può dare una mano a livello psicologico, ma quanto a intuito zero proprio)... Il galeotto intanto si mette in contatto col complice misterioso e pure con la famiglia della vittima di allora: è ossessionato dal grido della moglie dell'uomo che ha ucciso. Episodio piuttosto ben riuscito grazie alla convincente performance del protagonista, che riesce a rendere il carattere combattuto di chi non ha saputo dimenticare. Harry ossessionato da un caso mai chiuso è cosa insolita, visto che normalmente è Derrick, a trovarsi nella sua situazione. Finale un po' telefonato ma coerente per una vicenda articolata con buona varietà e scritta decentemente. Certo, trovare Harry al posto del titolare al centro dell'indagine fa perdere un po' di smalto al tutto, ma s'è decisamente visto di peggio, nella serie. (Zender)


206. IL SORRISO DEL DOTTOR BLOCH (Das Lächeln des Dr. Bloch)
***! Derrick va dal medico e questi, salutandolo, gli confessa di essere un cornuto. Derrick la prende un po' così, ma quando scopre che la moglie dell'uomo si è suicidata dopo esser stata rifiutata dall'amante e aver lasciato il marito, capisce di aver per le mani una patata bollente. Anche perché il dottor Bloch ossessiona Derrick, gli dice di ritenere l'amante di lei il vero assassino (in senso "traslato", come ama ricordare) e continua a ripetere che gliela deve far pagare. Comincerà l'assedio di Bloch al giovane amante brutale, in puro stile Promontorio della paura, con raffinatezza e stile, e il giovane accusa il colpo. Episodio originale e gustoso, molto ben recitato dal protagonista e ricco di ingegnose trovate, in cui il finale con colpo di scena colpisce nel segno. Divertente anche per come l'uomo stuzzica Derrick annunciandogli le future mosse solo per metà, facendo impazzire lui e il buon Harry. Derrick finisce quasi per essere un pupazzo nelle mani del diabolico dottore, il cui sorriso ha un significato particolare... (Zender)

***** Uno dei miei episodi favoriti, con il dottore del titolo che annuncia a Derrick che ucciderà l'amante della moglie che ha provocato la morte (sucidio) della consorte dopo un rifiuto. Altro episodio davvero notevole, con un ottimo cast: la bellissima Evelyn Opela, Rehberg nei panni del dottore. Il colpo di scena è eccellente. Cito il sorriso appunto del dottore (guardate e capirete). (Ciavazzaro)

*** Storie di mogli gaudenti e mariti penitenti. Così si intitolerebbe questo episodio se fossimo nell’Italia decamerotica dei primi Anni ’70, ma qui siamo nella fredda Germania degli Anni ’90. Uno stimato dottore e marito d’una bella donna di mezza età, apparentemente acconsente al fatto che la moglie ha una relazione con un’altro uomo: un “bello e maledetto”; talmente maledetto che, quando la signora si presenta con la valigia in mano a casa sua per poter convivere (con tanto di “permesso” del marito cornuto-accondiscendente), il belloccio gli dà il benservito. Un classico. Successivamente la donna muore in un incidente stradale, e il marito sospetta sia stato l’amante e tenta di portare all’esasperazione l’uomo per poterlo punire. Derrick cosa c’entra in tutto questo? C'entra! Lui viene coinvolto (con il solete Harry qui in versione quasi comparsa) e tenta una sorta d’indagine pensando all’accusa (da parte del tradito) che l’amante abbia ucciso la moglie; indagini per prassi, quinid, senza cavare un ragno dal buco (sai che novità!). Derrick interroga svogliatamente e senza captare gli eventi futuri e le strategie. Ottimi attori nel complesso ed efficace la storia, poiché sostenuta da una buona dinamica degli eventi nella freddezza (voluta) di ambienti lussuosi e borghesi germanici. Finale toccante. (Markus)

***! Ecco un episodio dove il protagonista la fa da padrone; e non solo perchè monopolizza la scena e coinvolge lo spettatore nella sua ossessione, ma perchè riesce anche a trasformare Derrick in un burattino quasi totalmente asservito ai suoi voleri. Non c'è neanche bisogno di uno straccio d'indagine, visto che il cocciuto, fissato, quasi allucinato dottore si attaccherà come una piattola a colui che ritiene responsabile della dipartita della moglie (il necrologio le dava ottimisticamente 39 anni), iniziando una guerra psicologica che porterà a un risultato soddisfacente, sia per lui che per noi spettatori. P.S. Continua la saga dei mariti cornuti e moderatamente rassegnati alla situazione. (Puppigallo)

*** Episodio tra i più cinici e beffardi, in cui Derrick finisce con l'essere una specie di marionetta nelle mani del suo medico curante (il dottor Bloch, appunto) disposto a tutto pur di punire colui che ritiene responsabile della morte della moglie. Sul piano investigativo siamo allo zero assoluto, ma la sceneggiatura stavolta non richiedeva nulla di diverso. Buona la prova del cast. Da confrontare con il successivo "Posso presentarle il mio assassino?" (Nicola81)

***** Forse il mio episodio preferito in assoluto, ancor più de "Il nostro amico Rohn". Qui ci si chiede per tutta la puntata dove si andrà a parare; ci si aspetta un certo omicidio e si finisce con... la vera vendetta, che trovo commovente e veramente azzeccata. Certo, anche qui qualche topos della serie è presente (il marito cornuto e consenziente, il riccastro che cambia donna come cambia le mutande), ma il tutto è così ben confezionato che ci si passa sopra. Tante le componenti dell'episodio che amo: la splendida Evelyn Opela e il suo passaggio dall'estasi alla disperazione più nera, la tenacia (di fatto lo stalkeraggio) del dottore, i suoi scambi con Derrick nel tentativo di trovare comprensione e una spalla per definire "omicidio" quello che è un suicidio, e l'escalation finale. Una gemma di episodio, sicuramente il mio preferito degli anni '90, che se la gioca con altre 2-3 puntate dell'intera serie. (Robykeys82)


1999 (STAGIONE 19):


207. GLI AMICI MORTI DI ISOLDE (Isoldes tote Freunde)
** Isolde è una pianista. Molto brava e molto gnocca. Il fatto che faccia parte della galleria dei rintronati della serie la aiuta a concedersi senza pensarci troppo e spinge chi la conosce ad approfittarne. Solo che poi questi amici vengono ammazzati brutalmente. Difatti Derrick fa presto a capire che ciò che lega le vittime è appunto la graziosa, apatica e silenziosa Isolde. "Era un tuo amico?" "No" "Hai avuto rapoporti intimi con lui?" "Sì, quattro volte" "Ha abusato di te?" "No". Strana ragazza, Isolde. Quando suona al piano incanta tutti, quando ti guarda pure, tanto che quando Harry deve salire a chiamarla per interrogarla e la trova seduta a suonare ne resta clamorosamente stregato. Ma il punto è un altro: chi ammazza coloro i quali s'approfittano del rimbambimento della giovane? La famiglia (piuttosto apatici e rintronati un po' tutti i componenti, da qualcuno avrà preso) sembra saperne qualcosa, forse, e di mezzo c'è pure un suo professore dalle idee balzane. Molti indiziati insomma. Una di quelle puntate dove non è così semplice beccare il colpevole, tra i tanti sospetti. La soluzione tuttavia delude alquanto e dell'episodio resta nella memoria solo la diafana figura di Isolde, con i suoi splendidi occhi e il corpo da silfide. (Zender)
 
*** Non è uno degli episodi più memorabili, ma la bellezza della protagonista e la galleria di personaggi bizzarri (su tutti il padre tonto e l'esaltato professore) rendono gradevole la visione. Memorabile un dialogo tra Stephan e Harry insolitamente scurrili (per Derrick credo sia l'unico caso in tutta la serie). (Kozincev)


208. VIAGGIO A MONACO (Die Reise nach München)
***! La disperazione: un cinquantenne che ne dimostra settanta parte per Monaco in cerca di lavoro (è disoccupato da un anno): la moglie spera che trovi qualcosa o è la fine. Arriva lì col giornale dove s'è segnato degli indirizzi, ma tutti gli rispondono picche. Prende alloggio in una pensione dove c'è un largo giro di mignotte e una l'ammazza il suo vicino di camera, un ricco rampollo che l'uomo aiuterà a salvarsi in cambio di un lavoro offertogli da un amico della madre. Un gioco di ricatti insomma, orchestrato da un uomo più fesso che ingenuo (appena torna in pensione dice ad Harry "non l'ho uccisa io" prima ancora che nessuno gli avesse detto che era morto qualcuno). Un episodio in cui l'importante non è l'intreccio giallo o la complessità organizzativa del raggiro della polizia ma la profondità che si riesce a dare ai personaggi. Il cinquantenne sa interpretare il ruolo con grande intensità, la madre dell'assassino pure, e la sceneggiatura è scritta in questo caso davvero bene. Derrick entra in scena tardissimo, a dimostrazione di quanto si sia puntato molto di più al disegno psicologico del protagonista e al suo modo di reagire di fronte a una situazione drammatica. Finale semplice quanto inevitabile, che però a sorpresa raggiunge il risultato attraverso l'indagine e non la confessione (per una volta si usano persino i risultati della solitamente inutile "scientifica"). Pregevole. (Zender)

**** L'affetto materno, la difficoltà di reinserimento nel lavoro di un uomo non più giovane, la paura del carcere: tre temi drammatici fusi in un episodio eccellente, con interpreti perfetti e una sceneggiatura ingegnosa e senza punti deboli. Neppure il finale delude, è anzi da annoverare tra i più incisivi e asciutti dell'intera serie. Derrick al suo meglio: paziente, riflessivo, psicologo finissimo. Da segnalare un dialogo con la madre del sospettato, in cui l'ispettore descrive in maniera esemplare il suo metodo per risolvere un caso di omicidio. Chapeau. (Kozincev)


209. UN INSOLITO UOMO D'ONORE (Ein seltsamer Ehrenmann)
** Un uomo finito viene avvicinato dal solito avvoltoio che gli propone il più classico degli omicidi dietro compenso: l'uomo quasi subito accetta, ma quando si ritrova faccia a faccia con lo studente che deve stendere non solo abbassa la pistola, ma ci beve un caffè insieme e se ne torna con la coda tra le gambe, con l'impressione di aver dato una svolta morale alla sua vita. Niente diecimila marchi? Ma no, tienteli pure, basta che non parli. E invece manco quello: l'uomo avverte Derrick e fa pure l'identikit di chi l'ha pagato (peggio di così non poteva scegliere, quest'ultimo); l'ispettore apprezza e lo fa proteggere, anche perché c'è chi vuol farlo fuori (beh, come minimo...). Episodio centrato su questo strano omicida mancato dall'aria da cane bastonato, stressato da una sorella che lo vorrebbe fuori di casa e che reagisce spesso in modo inatteso. Anche con Derrick ha un rapporto strano: pare malsopportarlo ma insieme lo apprezza, e l'ispettore finisce con l'affezionarcisi. Purtroppo, al di là della simpatia che può ispirare il personaggio, come giallo funziona poco e si capiscono presto moventi (deboli) e colpevoli. Finale inevitabilmente sbrigativo e delusione generale. (Zender)


210. ASSASSINIO SULLE SCALE (Mord im Treppenhaus)
**! Una bella donna viene trovata morta sulle scale condominiali. Derrick, in scena subito, comincia a interrogare quel bislacco del marito (fa un lavoro per cui non si capisce bene perché non guadagna nulla), il figlio che pare schifato dal mondo (anche perché viene a sapere che sua madre non era esattamente un angelo del focolare...), i vari amanti occasionali della donna che insomma, prima pare facesse l'accompagnatrice, poi l'amica e poi sappiamo tutti bene cosa faceva... Per una volta bravo lo sceneggiatore ad architettare l'episodio in modo da tenere nascosta a lungo l'identità dell'assassino (anche se per farlo cade in più scorrettezze nei confronti dello spettatore), peccato che il finale sia al solito sbrigativo e raffazzonato quando invece sarebbe stato più interessante arrivarci con uno straccio di indizio. Comunque la vicenda è intrigante e di non facile soluzione. Sul versante attori siamo nel discreto, con menzione d'onore per l'amante ufficiale, davvero bravo. Harry, con tutta la serietà che gli è propria, nel finale imbrocca clamorosamente una battuta azzeccata! (Zender)

** Dopo una bella serata dei giovinastri rientrano a casa e trovano sulle scale del condominio una donna assassinata; pochi istanti dopo ci troviamo Derrick già in azione che interroga marito e figlio della donna. Si viene a scoprire che la signora è un’accompagnatrice, quindi alquanto propensa alle attività extraconiugali; insomma, moralmente infangata (soprattutto per il figlio che non ne sapeva nulla). La puntata è assai sorniona, ma ha il merito di tenere sulle spine lo spettatore fino all'ultimo per sapere chi ha commesso l'omicidio attraverso le solite e spesso sbrigative indagini del commissario, tra amanti e amici di letto della donna. (Markus)


211. MENU' DI FESTA PER IL SIGNOR BORGELT (Die Festmenüs des Herrn Borgelt)
**! Puntata completamente centrata sulla figura dell’anziano padre che vuole vendicarsi di chi ha portato la figlia al suicidio, il quale tuttavia pare essere non responsabile degli omicidi: l’alibi è sempre di ferro, visto che al momento degli stessi lui è immancabilmente nel ristorante dell’albergo in cui alloggia a consumare cenette prelibate e discorrere amabilmente col cameriere. Harry e Derrick non riescono a capire come sia possibile, visto che ogni volta che l’uomo va a trovare chi era coinvolto nella vita disgraziata della figlia quello, poche ore dopo, viene preso a pistolettate. Addirittura una vittima viene accoppata proprio mentre Derrick è a cena con l’uomo, il che fa letteralmente imbestialire l’ispettore capo (che si accorge di esser preso palesemente per i fondelli). Puntata decisamente ripetitiva ma valorizzata dalla buona sceneggiatura e dall’interpretazione del protagonista (pur se certi pistolotti interminabili sulla vita e la morte poteva anche risparmiarceli), che riesce a far dimenticare un finale squallido e tirato via. (Zender)

***** Uno dei migliori episodi della serie, a mio avviso. Il bravissimo Ernst Schroeder interpreta un padre che si vendica delle persone che hanno portato la figlia al suicidio .Episodio cupissimo, ben recitato, con numerose trovate (le cene tra Derrick e il padre al ristorante, il colpo di scena finale). Nel cast cito la brava Irene Clarin. Consigliato. (Ciavazzaro)
 
** Episodio spesso soporifero, che si trascina in linea retta, senza un guizzo e con un protagonista disperato per la morte della figlia, che definire ingenua e suggestionabile è un eufemismo (ne fa di cotte e di crude solo perchè glielo dicono gli altri. Per fortuna, nessuno le ha detto: "Ma lo sai che qui a Monaco è di moda mangiare i bambini?" o non si sarebbe lasciata sfuggire neanche questa esperienza). Tornando all'episodio, nel complesso si può anche vedere; basta solo non avere troppe pretese (chi fosse l'omicida l'avevo già intuito tempo addietro, andando per esclusione). Derrick non serve quasi a nulla, mentre Harry ha il suo solito ruolo di tappezzeria. (Puppigallo)

*** L'ottimo Ernst Schröder, già interprete di personaggi estremi, nobilita con una grande prova un episodio interessante ma imperfetto: i dialoghi sono molto raffinati ma l'asciuttezza e l'icasticità che di solito li caratterizzano, vengono un po' meno. Sono gli attori il vero punto di forza: oltre al protagonista una menzione speciale per la bellissima Svenja Pages, che impersona la sfortunata figlia. Derrick in buona forma, Harry si esprime con un linguaggio colorito e cinico ("Ha preferito chiudere", "una specie di comunità"...). Azzeccatissimo il tema musicale, che scandisce le visite e i banchetti dell'uomo in un curioso miscuglio di tensione e straniamento. (Kozincev)


212. UNA SPECIE DI MORTE
(Der stille Mord)
** Ragazza stuprata e uccisa ritrovata nell'Isar. Era appena stata ad una festa aziendale e pare che gli ultimi tre che se ne sono andati dopo orge e bagordi possano sapere molto (i nomi dei tre li dà a Derrick il custode del locale). Il dinamico duo non perde tempo questa volta e alle tre della stessa notte piomba in casa dei tre sospetti a far saper che la polizia sa. Sa cosa? Nulla, in verità, ma intanto che non si sentan tranquilli! Già le facce dei tre fan capire che non ci son troppi dubbi sui colpevoli, ma intanto mancan le prove e in più arriva una madre con le sue due figlie (i classici vegetali derrickiani: non parlano, fissano il vuoto...) a perseguitarli. Perché? Che vuole la donna? Chi è? Qualcuno lo immaginerà facilmente, ma lo si saprà con certezza solo verso la fine. Intanto dobbiamo rassegnarci a vederla spuntar fuori ovunque, a tormentare i tre sospetti e le loro famiglie. Scarso come intreccio, povero come colpi di scena è se non altro recitato discretamente e si lascia seguire senza troppi problemi. Derrick ha un sussulto di vita e di orgoglio poliziesco quando rivive in flashback un caso di stupro mai risolto e decide che bisogna fargliela passare brutta, agli stupratori. (Zender)

** Una bella villa, una festa tra colleghi di lavoro e l'omicidio d'una donna. Nessuno sa niente e tutti sanno tutto: insomma un guazzabuglio dal quale difficilmente si può arrivare ad una rapida conclusione investigativa. Casualità, proprio questa volta, dove davvero il nostro Derrick avrebbe avuto tutte le buone ragioni per non capire chi è l'assassino (a dispetto di tutti gli altri episodi in cui la confessione è "regalata" dal carnefice), punta sin da subito il sospetto verso tre dipendenti dell'ufficio, e sembrerebbe azzeccarci. Anche Harry sostiene per una volta il suo "padrone" senza prendere il solito granchio. Ci sono anche tre graziose donne (vestite sempre di nero) che francamente non ho ancora capito cosa c'entrassero, ma queste "tre Marie" si vedono per tutta la puntata vicino a Derrick e ad Harry, forse ammaliate dall'irresistibile fascino del duo. Puntata un po’ troppo teatrale, senza molto piglio narrativo e orientata sul sornione. Solo le "tre Marie" risvegliano un certo lato pruriginoso... (Markus)


213. UN'INSOLITA GIORNALISTA (Beatrice und der Tod)
Questa volta a Derrick appioppano una giornalista che deve fare un pezzo sulla polizia. Derrick accetta (non troppo convinto) di scarrozzarsela dietro e si comincia dal luogo del delitto: hanno ucciso una donna, e il colpevole pare già esserci. Tanto è vero che un omicidio non basta e nel giro di cinque minuti ne salta fuori un altro: un noto imprenditore dongiovanni ucciso nel suo studio. La giornalista pare quanto di più distante da quanto ci aspetteremmo di vedere da una del mestiere: è una palla al piede, che ammorba il povero Derrick con continue considerazioni filosfofiche, metafore, ragionamenti sulle azioni di un omicida e via discorrendo. L'ispettore sta al gioco (coi discorsi filosofici ci va a nozze, come noto) ma intanto non pare tirare fuori un ragno dal buco. Per tutto l'episodio infatti  sarà solo un gran parlare tra lui e la giornalista, che legnosa e pesante com'è (qualcuno le dia una svegliata, per carità!) trasforma anche il già non leggerissimo Derrick in un automa che va avanti per inerzia fino alla conclusione, a sorpresa per modo di dire. Il rapporto tra i due va avanti tra una cena e un invito a casa,  tra un discorso in salotto e uno in ufficio. Di una noia incommensurabile... (Zender)


214. LA CASA DEI SOGNI (Billies schone, neue Welt)
*! Ennesima eroinomane accoppata a colpi di overdose in discoteca: sapeva troppo e ricattava i proprietari, finirà cadavere nelle toilette e abbandonata come uno stoccafisso nel bosco. La portano lì i due bellocci (lei davvero conturbante) figli dei proprietari della disco, che subito dopo vanno nella loro casa dei sogni, uno chalet nel quale cercano di isolarsi dal mondo. Ma salta fuori l'amica della morta, un'eroinomane all'ultimo stadio che pensa di poter ricattare tutti ereditando il ruolo della vittima. Derrick e Harry, che tra i drogati ci sguazzano da un pezzo, sanno come trattare gli sprezzanti proprietari della discoteca e pure i poveri tossicodipendenti, ma la soluzione non arriverà certo per merito della polizia. L'episodio analizza soprattutto i personaggi della drogata e della bella figlia dei proprietari, presto destinata a trasformarsi nel classico vegetale derrickiano: sguardo fisso nel vuoto e una parola al minuto! Che sappia qualcosa ce l'ha scritto in fronte. Zero indizi, solo il solito lavoro psicologico di Derrick e Harry (che in realtà vorrebbe torchiare la povera drogata fino alla morte o quasi per risolvere prima la questione, mentre Derrick cerca... la chiave). In discoteca suona dall'inizio alla fine una versione dance di "O' sole mio" agghiacciante, ripresa anche "a cappella" dalla tossica in auto. Ancora una volta veniamo associati a locali molto ben frequentati... (Zender) 
 
*! Episodio patetico (nel senso non elogiativo) dove, a sorpresa, si trovano delle brevi sequenze suggestive a inizio puntata; ovvero quando il cadavere della tossica viene portato nel bosco. Per il resto l'ho trovato stentato, approssimativo e assurdo, con musica da spazzatura e molti luoghi comuni fastidiosi. Ha, comunque, una bella protagonista femminile che lo salva dal monopallino. (Faggi)

*! La droga come fenomeno rivelatrice della pochezza spirituale della gioventù tedesca anni 80 e 90 è un tema caro a Reinecker e ricorrente in Derrick. Per cui, qui come in altri episodi, ritroviamo la discoteca decadente, clienti zombi, proprietari senza scrupoli e, nello specifico, una giovane morta di overdose. Se l'inizio è promettente, con i primi quindici minuti che possono ricordare alcune sequenze del primo Dario Argento, l'episodio non decolla, Derrick compare poco e riesce a fare ancora meno e il finale lascia una spiacevole sensazione di raffazzonato. Alcune scene girate in un bel paesaggio campestre e le buone performance delle due attrici protagoniste non riescono a salvare l'insieme. (Eresiarca)
 

215. IL PIACERE DELLA VENDETTA (Tage des Zorns)
** Begli amici ha Derrick... Si fan sentire solo nel momento del bisogno! Anche questo suo collega, un commissario di Augsburg, lo interpella perché sua moglie se la fa nientemeno che con un ex-galeotto da lui sbattuto in prigione anni prima ora trasferitosi con lei lì a Monaco. Per il commissario è solo una vendetta, per noi anche una sconfitta, visto che la moglie ha un gran fisico e l'ex galeotto la faccia da fesso, vive in un night (dove gira spesso "A groovy kind of love" di Phil Collins) e non pare avere alcuna qualità. Derrick gi dice di mollarla lì, se sua moglie è così demente da scappare con uno simile, ma il commissario si strugge e si trasforma nella classica larva umana (la moglie lo è già da tempo, lo sguardo fisso nel vuoto). Non c'è alcun omicidio, solo le rogne dell'amico da risolvere, e non si esce dai binari di psicologie standard tipicamente derrickiane. Diverte al massimo Harry, il quale al night si fa imbarcare da un mignottone che si rivelerà utile a risolvere il caso. Ci andrà pure a casa, e la speranza di tutti era di assistere a una copula tra i due. Invece niente, tutto si risolve in una bolla di sapone. Come il caso, d'altra parte. Speriamo che si ritorni presto ad ammazzare... (Zender)

*** Un ex collega di Derrick scopre che la moglie lo tradisce con un poco di buono che la plagia. Lui cerca di indagare e scopre che l'amante della moglie è proprietario di un volgare localaccio di spogliarelli. Il marito chiede aiuto all'ex collega Derrick per far sì che lo aiuti e Derrick, per paura che lui faccia sciocchezze, lo aiuterà, ma il compito non gli sarà facile... Bell'episodio, più incentrato sulle psicologie umane che sul giallo (qui peraltro assente). La tensione permane per tutta la durata della puntata, complice anche il viso degli attori così glaciale ed inquietante, come deve essere per tradizione quello d'un tedesco. Divertente notare come il solerte Harry ci tenti con una ragazza del locale... altro "due di picche"! (Markus)

**! Non ci sono omicidi; è una torbida, anche meschina, storia di corna e di plagio, nobilitata (diciamo così) da sentimenti di vendetta, ambiguità psicologiche, atmosfere equivoche ed ellissi su un'avventura piccante di Harry. Derrick si comporta come al solito, più o meno, ovvero come se fosse morto qualcuno; ma sta solo aiutando un suo amico commissario a uscire da un labirinto di gelosia e conseguente rischio di alcolismo e follia. C'è da dire che all'ispettore non è esattamente simpatico il personaggio del cornificatore (un criminale da poco a piede libero): se potesse lo arresterebbe anche senza specificarne il motivo. L'episodio è curioso ma non eccezionale; la patina di morbosità è discretamente distribuita, il clima da decadenza novantiana c'è, gli occhi svuotati della moglie fedigrafa funzionano e il segmento con Harry e la prostituta è quasi imperdibile. (Faggi)

**! Un episodio anomalo, che combina però alcuni dei luoghi comuni della serie. Infatti assistiamo alla classica storia di corna perpetrata ai danni di un succube collega di Derrick da parte di un ex-galeotto in cerca di rivalsa su chi l'aveva arrestato, come da copione. Ciò che manca è però l'omicidio, il che comunque allevia un po' la tensione e lo sconforto dovuto alle atmosfere plumbee. Il ritmo non è sempre incalzante, ma in compenso Harry ci regala chicche deliziose con una "lavoratrice" del night-club. (Gordon)


216. LA MOGLIE DELL'ASSASSINO (Die Frau des Mörders)
***! Ma quale assassino? Il fratello di un avanzo di galera (con lui proprietario dell'immancabile night dove si sente sempre "Another one bites the dust" dei Queen, tormentone della puntata) vorrebbe appioppare il delitto del fratello a un povero cameriere in fin di vita. Questi, ormai al limite delle forze, su un letto d'ospedale, accetta di accollarsi l'omicidio in cambio di 300.000 marchi, che verranno passati sottobanco a sua moglie e a suo figlio. Gli "eredi", poveri in canna, accettano senza troppi problemi, e quando il poveruomo schiatta dopo aver confessato il crimine che non ha commesso tutti felici a comprar vestitini nuovi. Ma a Derrick non la si fa: nonostante la solita (e stolta) insistenza di Harry per chiudere la faccenda in fretta e furia, l'ispettore tampina la moglie del (non)assassino definendola continuamente "la moglie dell'assassino". Nel frattempo l'omicida vero, che stava scontando il carcere, viene liberato grazie ai soldi pagati alla donna da suo fratello. Fuori il vero assassino e infangato il nome di un povero cameriere che per aiutare i suoi prima di morire s'inventa di essere un killer? Non può finire così! L'episodio è molto ben studiato, Derrick è in forma, dialoghi  e personaggi convincono e la situazione si fa spesso interessante. Notevoli i risvolti psicologici e la tattica derrickiana, molte le trovate escogitate per venire a capo di una faccenda spinosa. Notevole e tutto da gustare! (Zender) 

*** La storia non è niente di eccezionale, ma il tutto viene ravvivato dai personaggi, che riescono a rivitalizzarla con le loro interpretazioni; specialmente la moglie dell'"assassino", la iena (proprietario, assieme al socio in carcere, di un localaccio) e il povero moribondo, che Derrick accarezzerà, dandogli praticamente il colpo di grazia. Persino Harry è piuttosto attivo e partecipe. Nel complesso è un episodio riuscito, che si segue senza sforzo fino all'epilogo. P.S. Nota di merito per Derrick, che nel locale esordisce così, rivolgendosi al proprietario, che disprezza: "Perchè si muove in continuazione? Mi dà ai nervi", mettendogli le mani sulle guance per bloccarlo. (Puppigallo)


217. UNO STRANO DETECTIVE (Ein merkwürdiger Privatdetektiv)
**! Il marito pensa a ragione di essere cornuto e ha chiesto a un detective di indagare sulla moglie, ma quest'ultimo ha il cuore d'oro e si è intenerito a vedere la donna con l'amante piccioneggiare in giro tubando. In più il committente è un uomo odioso (e glaciale, come recita il titolo di un episodio in cui lo stesso attore era protagonista) quindi il detective finge di non vedere. Peccato che un amico del cornuto gli faccia notare di aver visto la moglie in giro con un "accompagnatore". La reazione dell'uomo è violenta: prende a calci e pugni la moglie (fuoricampo, beninteso, dopo il primo schiaffo si sfuma) riducendola a una maschera di sangue. Poco dopo va ad aprire la porta e gli sparano. Chi è stato: l'amante o il detective dal cuore tenero? Non sarà così semplice, anche perchè l'episodio riserverà un quasi-comico colpo di scena nel finale. La buona riuscita dell'episodio sta proprio nel nascondere allo spettatore il nome dell'assassino, insinuando dubbi su dubbi nei quali anche Derrick sembra naufragare. Accusa a destra e a sinistra, ma gli mancano le prove, e certo Harry non gli dà una mano visto che interviene solo per dire ovvietà. Un episodio a suo modo divertente, già da quando il cornuto dice alla moglie, guardandola con due occhi di vetro spalancati, immobili e fuori dalle orbite: "Te ne stai lì con gli occhi sbarrati...". (Zender)

** Episodio di genere fantasy-fantascienza, visti i contenuti (un investigatore privato con rimorsi di coscienza e provvisto di cuore e sensibilità; e come se non bastasse, un epilogo quasi comico, con la scoperta dell'assassino, che suscita più che altro ilarità). Per il resto, il protagonista se la cava (anche se il suo personaggio è quasi paradossale), mentre la moglie cornificante sarebbe da riempire di mazzate dalla mattina alla sera, solo per aver sposato un simile farloccone con occhi pallati. Nel complesso è vedibile, ma alla fine si ha l'impressione di aver assistito a un qualcosa di assai poco realistico. P.S. La madre del detective, dopo aver visto Derrick e Harry, fa loro la domanda più intelligente della serie: "Ma voi siete dei veri poliziotti?". (Puppigallo)

**** Johann Rande è il classico riccone maschilista, un gretto geloso che picchia la moglie di cui sospetta, non a torto, l'infedeltà. Quando il tizio viene ucciso, Derrick e Harry entrano in azione e il perno delle indagini non può essere che Lipper, il detective privato che spiava la donna. Si tratta di un episodio metafisico dove i comportamenti irrazionali la fanno da padrone, l'atmosfera è eterea e surreale (i due colombi sembrano fidanzatini di Peynet); alcune variazioni di impatto, come la scena in cui Rande prende la moglie a sganassoni (e, ovviamente, gli omicidi), sono purtroppo necessarie per alimentare la trama. Sceneggiatura tutto sommato ben costruita, alcune chicche nei dialoghi e nei particolari. E' uno dei miei episodi favoriti. (Mardukas)

**! Strano lo è davvero questo detective che, ingaggiato da un marito cornuto, non si schiera con il proprio cliente (in effetti abbastanza odioso), ma con la moglie fedifraga e il di lei amante. Quando il marito viene ucciso, i tre fanno ancora di più comunella per sottrarsi ai sospetti di Derrick... Episodio per certi versi surreale, ma a suo modo sorprendente e che si avvale di un discreto cast, eccezion fatta per l'insipida moglie. Soluzione finale che oscilla tra il colpo di genio e la comicità involontaria. (Nicola81)


218. UN MORTO POCO AMATO (Kein teurer Toter)
** L'avvocato di uno scorbutico prioprietario d'una segheria chiama Derrick perché il suo cliente continua a ricevere minacce di morte via telefono e non se ne cura! Derrick accetta di parlare con l'uomo e viene trattato male come tutti: la futura vittima odia chiunque abbia a che fare con lui e quando lo ritrovano fatto a pezzettini la reazione più comprensiva è "muoiono in tanti ogni giorno, è toccato anche a lui". Ci manca poco che si organizzino feste e celebrazioni... Persino in famiglia moglie e figlia, dopo un giorno di lutto, vanno a vivere dall'avvocato e le rivedi con un sorriso a trentadue denti. Insomma, si esagera: nemmeno fosse morto Satana in persona! Episodio che suona in definitiva artificioso, per quanto sia comunque scritto e interpretato bene. Deficitario nel finale, al solito, anche perché il colpevole s'è intuito ormai da un pezzo. Derrick compassato, Harry suggeritore inutile. (Zender)

*! Episodio debole. Il personaggio più interessante muore quasi subito; il suo cane, che sembra poter diventare una componente importante della trama, viene presto dimenticato; i comprimari si riducono presto a tre o quattro e in breve si intuisce anche chi sarà il colpevole. Poca roba, insomma, nonostante Harry sia piuttosto attivo e Stephan, come al solito, disponibile, umano e cortese. Interessanti alcune location poco usuali, come un'aula di tribunale, una bella chiesa barocca e, soprattutto, la segheria con tanto di dettagli sul processo di lavorazione e taglio del legno. (Eresiarca) 


1993 (STAGIONE 20):


219. UNO STRANO AFFETTO (Ein sehr trauriger Vorgang )
Allegra festa d'iniziazione in Bavaria: un gruppo di amiconi accompagna in un bordello il meno sveglio di loro, che per quanto stordito capisce di aver fatto 13. Ha insomma rotto il ghiaccio, anche se a pagamento. Tutti festeggiano per un bel po' e chiamano un'amica del giovane per dargli il notizione. Lei, che evidentemente non ha visto Porky's e pensa che non sia affatto quello il modo migliore per risolvere i problemi "sessuali", non si diverte affatto, e ancor meno di lei si diverte una professoressa che insegna a tutti loro e che oltretutto ospita a casa sua il giovane problematico. Fatto sta che il maggior responsabile della bravata viene ammazzato a colpi di pistola sull'uscio di casa. Derrick capisce subito che il colpevole va cercato lì alla scuola e fa il solito inutile interrogatorio in aula, ma nel frattempo conosce meglio l'amica e la professoressa, con la quale s'imbarca in tediosissime considerazioni sull'amore (che va da zero a infinito...). Considerato che gli amici stavan tutti con la vittima, quella sera, non c'è molto da cercare. E difatti Derrick non cerca, aspetta che il responsabile confessi e pretende addirittura che sia quest'ultimo ad andare in distretto! La frase finale ("Hanno ucciso l'amore") la dice tutta sullo squallore che pervade l'intera puntata, poverissima a livello investigativo e ben poco credibile dal punto di vista di occasione e movente... (Zender)

*** Un ottimo episodio, assai triste e pessimista, che può contare sulla bella e tragica interpretazione di Christiane Hörbiger nel ruolo della maestra del protagonista. Un episodio in cui se è vero che la parte investigativa è più debole, quella psicologica compensa, facendo appassionare lo spettatore alle vicende del personaggio protagonista fino al tragico epilogo. Sottovalutato. (Ciavazzaro)


220. L'UOMO SOTTO LA PIOGGIA
(Mann im Regen)
*! Fratelli porcelli: una giovane di dubbi costumi viene uccisa nella casa dove si divideva tra i due figli di un uomo che parrebbe integerrimo. Le indagini portano alla consocenza del fratello di lei (legatissimo alla sorella), ritrovato sotto la pioggia ed ennesimo caso di vegetale derrickiano: risponde a fatica, guarda per aria, rallenta drasticamente i ritmi, dà il via a flashback imbarazzanti in cui con la sorella sorride mentre lei muove i capelli al ralenti come nella pubblicità d'uno shampoo. Chiaramente i colpevoli sembrano i due fratellini equivoci, ma il padre giura e spergiura che la notte dell'omicidio i due erano a casa sua, non nella villa del delitto. Derrick non sa bene dove sbattere la testa e perdipiù si decide ad aiutare il vegetale portandoselo nel suo appartamento (dove questi gli preparerà dei pranzetti niente male). L'idea di base dell'episodio non era forse malaccio, ma la sceneggiatura delude ampiamente e ci conduce a un finale tirato via che non può che lasciare l'amaro in bocca. Recitato svogliatamente (tranne dal vecchio padre, assai risoluto, avrebbe meritato un ruolo da protagonista), non lascia proprio il segno. Se non altro comunque possiamo dare uno sguardo a casa Derrick... (Zender) 

 
 221. VALZER LENTO 
(Langsamer Walzer)
** Se al posto del supposto colpevole avessero messo una fotografia dell'attore che per tutto il tempo porta in volto la medesima espressione, poco sarebbe cambiato: abbiamo infatti a che fare col solito amorfo derrickiano semimuto che si strugge per non far capire allo spettatore se il colpevole è lui o non è lui. E' il proprietario di una tintoria la cui commessa è stata ammazzata di notte nel parco. Vicino a lei un walkman con un unico pezzo in cassetta: un valzer lento, che risentiremo un bel po' di volte nel corso della puntata. Testimone dell'omicidio un bel cagnone di proprietà di due corniciai che lavorano di fronte alla tintoria che vanno subito ad aggiungersi alla lista dei sospetti. Aggiungiamoci anche la moglie del tintore, cioè una vegliarda impigrita a letto che il marito evidentemente non sopporta, e il quadro è (quasi) completo. La giovane collega della commessa, evidentemente poco fiduciosa nelle indagini dell'ispettore, cerca di fare da sè col cane modello Rex... Episodio lentissimo che nel finale quasi collassa in una ripresa in ospedale degna di Tarkovsky (senza averne la classe, ben s'intende). Trappole per lo spettatore sprovveduto sparse a piene mani, ma l'episodio non funziona proprio. La colonna sonora clona spudoratamente "Set the controls for the heart of the sun" dei Pink Floyd... (Zender)

*** Un altro serial-killer per il nostro caro ispettore, che deve indagare sui delitti di un pazzo in un parco. L'inquietante tema musicale che dà il titolo all'episodio, molla scatenante dell'omicida, regna per tutta la durata. Ottime anche le scene notturne nel parco che, assieme a un buon cast, rendono l'episodio meritevole della visione. (Ciavazzaro)


222. UNA VITA BRUCIATA (Geschlossene Wände)
La diva esce dalla clinica psichiatrica dopo un tentativo di suicidio e ad attenderla fuori trova i giornalisti squali che la fotografano avvizzita e la sparano in prima pagina, con accanto la foto fiera del suo ex compagno (causa delle sue crisi) che le ha appena ri-sbattuto la porta in faccia. Con un invito pure: chiamate al telefono l'uomo per dirgli cosa ne pensate del suo atteggiamento. i lettori si scatenano e lo ricoprono d'insulti, qualcuno pure lo uccide in garage. E' stato davvero un lettore incazzato? Derrick indagherà sull'omicidio faticando non poco a strappare qualche frase alla povera donna, ridotta a uno straccio catatonico già dalla sua uscita. Il giornalista (per nulla credibile) spara qualche scempiaggine, la nuova compagna della vittima dice poco. Ed infatti l'indagine non procede. Si concluderà da sola in modo penoso, senza che nessuno scopra nulla fino all'evidenza e al tragico epilogo. Episodio scialbissimo, di una noia micidiale, da dimenticare in fretta così come la sua lagnosissima protagonista. (Zender)

Un’ex indossatrice, appena uscita da una clinica psichiatrica, assiste all’assassinio del suo ex compagno. Al momento l’ex modella non dichiara il delitto poiché spera grazie al suo silenzio di poter rientrare nel mondo della moda. Purtroppo, durante le indagini del solerte Derrick, la donna compie l’errore di tornare nell’appartamento dove avvenne il delitto… Altra puntata da far rientrare tra gli episodi da me definiti “sornioni”, e cioè quelle puntate che, malgrado le vicende siano sulla carta stuzzicanti, mancano effettivamente di mordente. In “Una vita bruciata” tutto è abbozzato, e la mancanza di dialoghi brillanti fa il resto… (Markus)


223. DOPO OTTO LUNGHI ANNI (Nach acht langen Jahren)
**! Incipit al ristorante italiano: mentre si odono le musiche di Gianna Nannini ed Eros Ramazzotti in alternanza (alternanza che proseguirà anche per il resto della puntata, con qualche minuto in più per la Nannini) la proprietaria decide di non pagare più il pizzo alla mafia. Il marito, tale Carlo Scarlini (!), la scongiura di pagare e tacere, ma lei niente, addirittura caccia l'esattore della mafia a calci dal locale. Risultato: le accoppano il povero marito, che era il più conciliante. E per una soluzione così furba la mafia fa arrivare da Roma un presunto geniaccio del crimine che però, mentre segue le operazioni in modo disinteressato, ne approfitta per riprendere contatti con la famiglia abbandonata cinicamente otto anni prima: la moglie giustamente tende a non perdonarlo, i figli sì (ma son ragazzi...). Ed è qui che l'episodio si segnala per la sua particolarità: seguiamo la doppia vita di questo padre sciagurato e mafioso che da una parte fa il fascinoso uomo di mondo coi suoi figli e dall'altra dà ordini per accoppare a destra e a manca. Derrick sa che è venuto dall'Italia per fare qualcosa di losco, ma non riesce a incastrarlo (d'altra parte l'uomo mica si sporca le mani personalmente, ha alibi di ferro). Buona sceneggiatura almeno fino alla conclusione, che come spesso capita è sbrigativa, non risolve nulla e delude gravemente le attese. Peccato, perché comunque la storia era buona. (Zender)

** Riecco gli italiani, mafiosi e proprietari di ristoranti (hanno però dimenticato il suonatore di mandolino e non hanno messo i baffi neri al protagonista). Detto questo, l'episodio non ha particolari guizzi, pur lasciandosi vedere, grazie all'imperturbabile mafioso tornato da Roma con furore (arriva lui e muoiono tutti i proprietari di ristoranti italiani concorrenti) e alla moglie che, al contrario dei due rincofigli, lo disprezza dal profondo del cuore. Derrick non deve fare molto, a parte tampinare il protagonista, che se ne frega, mentre Harry viene ricordato solo per un ammanettamento. Mediocre. P.S. Nel ristorante, dove si ascolta solo musica italiana, si riconosono la Nannini e Ramazzotti. Anche la sigla finale, quasi subito troncata, è in italiano. Segnalo anche un botta e risposta via radio tra poliziotti con questa conclusione: "Bravi, siete in gamba... ma vi è mai capitato di leggere il regolamento?". (Puppigallo)


224. LA CONVIVENTE (Die Lebensgefährtin)
** La giovane convivente torna a casa e trova l'anziano compagno stecchito nel letto. Ci resta male, ma ci resterà ancora peggio quando il medico le dice che non è morto per infarto o cose simili ma perché l'hanno soffocato col cuscino. Dannazione! Chi? Naturalmente alla parola omicidio salta fuori Derrick, che subito va a far la conoscenza con la convivente prima (che non essendoci testamento rischia di rimanere a bocca asciutta e si rifugia dall'amica) e con gli eredi poi (il fratello mezzo scemo e il nipote tassista dall'aria furbetta). Intanto la convivente e l'amica (inseparabili) ritrovano delle pietre preziosene nella cassaforte del morto, il quale a quanto pare aveva investito tutto facendo impazzire gli eredi a cui Derrick nulla dice delle pietre. Episodio che comincia discretamente, mette in scena una situazione piuttosto complessa e lascia più di un dubbio in chi guarda. Poi, col passare dei minuti, la sceneggiatura regge ancora ma la tensione inesorabilmente cala accompagnandoci verso un finale sbrigativo per nulla convincente (e che manco spiega bene le modalità dell'omicidio). Ben tratteggiata nel suo realismo la figura della convivente, mentre gli eredi sono personaggi derrickiani tipici (anche gli attori) meno interessanti. Qualche spiritosaggine dell'ispetttore, Harry fa tappezzeria. (Zender)
 

225. DOVE ARRIVA L'AMORE (Die seltsame Sache Liebe)
** Omicidio in apertura sui binari e Derrick subito sul pezzo. Hanno ucciso una bella ragazza, e il suo fidanzato è sconvolto (si tramuta in pochi secondi nel tipico vegetale derrickiano, rallentando ogni dialogo in cui è presente). Lei lavorava in un locale, e come al solito non pare fosse una santarellina. Nel frattempo a dare una mano all'ispettore s'impone un suo collega allontanato dalla polizia perché alcolizzato. Derrick lo schifa, ma poi ne ha pietà e gli dice d'accordo, aiutaci. D'altra parte il fidanzato affranto pare proprio nella stessa situazione del poveruomo, lasciato dalla moglie. Il fatto è che aiuti l'alcolizzato non ne dà, e anzi contribuisce a far confusione. Così l'ispettore si aggancia al fido Harry e comincia a far luce sul caso, a fatica. Nonostante tutto una storia c'è e l'episodio procede con un certo vago interesse, per quanto non sia il massimo. Il finale lascerebbe molti dubbi a un investigatore serio, ma pare che il nostro si beva tutto e non si periti a verificare se davvero certe confessioni corrispondano a verità. Se non altro nell'ultima parte salta fuori una tetta a sorpresa... (Zender)


226. SONATA DI MORTE (Melodie des Todes)
** Un  gentleman arriva in un albergo e chiede subito al portiere un paio di mignotte. Questi gli fornisce il suo album personale e, dopo averne scelta una, il gentleman ci passa una strana serata senza nemmeno arrivare al dunque. Il giorno dopo la "hostess" e l'amica trovano un vecchiaccio che si comporta in ben altro modo ma l'episodio nulla c'entra con la puntata e rimanda solo l'arrivo di Derrick, che ben poco si vedrà nel corso della stessa (non parliamo di Harry, che proprio non incide). Le indagini cominceranno dal castello dove vive il gentleman con la famiglia, dal cui piano di sopra provengono incessantemente le sonate al pianoforte di un fratello malato che nessuno vede. Verrà anche da lì la chiave per trovare una soluzione scarsamente credibile ma che tira in ballo persino l'Aids! Nonostante tutto la puntata non è così inguardabile, anche se ci vuole un bel pezzo prima di capire dove voglia andare a parare e il finale non sia esattamente travolgente... Un po' troppo compassata la famiglia del castello e insistite le sonate del fratello "fantasma" (che Derrick definisce "formidabili"), ma c'è una certa qual atmosfera di mistero non disprezzabile che aleggia. Niente di memorabile, ad ogni modo. (Zender)


227. LA POLTRONA ACCANTO (Nachtvorstellung)
Un uomo viene ucciso, durante un film, nel cinema dove lavora come cassiere. Gli sparano dalla poltrona accanto (o almeno così conclude Derrick in una delle tante ipotesi buttate là senza un vero perché nel corso della puntata), e tre ragazzotti presenti in sala sembrano saperne più degli altri. Difatti Derrick li prende subito di mira e li seguirà in classe, dove scoprirà che una loro compagna è ricoverata per droga (eroina). Uno dei tanti episodi sul tema, costruito secondo idee ampiamente riciclate nella serie (persino quella del cerino più corto s'era vista in "Il sesto fiammifero"). Interpretato da tutti (ispettori compresi) senza alcuna verve, si trascina faticosamente tra personaggi improbabili, interrogatori blandi, soluzioni poco credibili e una sconfortante mancanza di indizi. Flashback e confessione nel finale giusto per ricostruire una vicenda che se aspettavamo Derrick non avremmo capito mai. Da dimenticare. (Zender)

 
228. DUE GIORNI, DUE NOTTI
(Zwei Tage, zwei Nächte)
**! Un padre di famiglia, stimato per la sua clamorosa intelligenza, si presenta facendo subito un'immane idiozia: va nella casa del figlio in assenza di lui, scopre con orrore che è uno spacciatore e butta nel cesso pacchi e pacchi di eroina. Il figlio torna, gli annuncia di aver gettato via centomila marchi di droga e gli chiede di ridarglieli. Il padre dice no, tu andrai dagli spacciatori e gli dirai che con loro hai chiuso e che in cambio della partita non resa non li denuncerai alla polizia. Risultato della genialata: figlio accoppato e conseguente suicidio del padre. Resta la figlia, che giustamente aiuta nelle indagini Derrick e qualche matassa la sbroglierà, facendosi aiutare dall'immancabile tossica burbera. L'episodio sarebbe anche condotto con una certa passione. Passata la prima parte con le follie assortite di un babbo che non si capisce bene chi potrebbe considerare intelligente visti i suggerimenti imbecilli che mette in fila e che quindi risulta piuttosto divertente, l'episodio ancora tiene. Almeno fino all'ultima parte, che non sapendo bene come chiudere butta lì un rendez-vous con gli spacciatori e un complice costretto a restare in contatto con Derrick tramite un walkie talkie più grande di lui (molto astuto, era più facile nascondere una cabina telefonica, sotto la giacca). Epilogo con tutti che sorridono e il solito Frank Duval che spara la sua (bella) "At the end of every street". (Zender)

*** Per l'ennesima volta la serie ci insegna come i fessi facciano sempre la "meritata" brutta fine, che qui tocca al figlio inetto e all'integerrimo, quanto ingenuo, padre. Per fortuna c'è la figlia, unica superstite, che mangerà presto la foglia e indirizzerà Derrick e Harry sulla strada giusta. L'episodio viene condotto con un certo piglio, pur con elementi che suscitano perplessità e una totale mancanza di focalizzazione sui colpevoli, e sono introdotti alcuni personaggi interessanti, come quello della tossicodipendente. Simpatiche anche le musiche, pienamente anni '90. (Gordon)


229. LA NOTTE CON ARIANE (Die Nacht mit Ariane)
*! Forse qualcuno già sognava un Derrick erotico finalmente a letto con Ariane, ma l'Ariane in questione non ha niente a che vedere con l'Ariane con cui il nostro ha flirtato bonariamente in qualche episodio. Questa Ariane è una ex-prostituta e fa fuori il poco di buono con cui viveva che si era dichiarato stanco di lei perché vecchia (vecchia sì, ma con un corpo mica da ridere, che esibisce in docce degne di Vitali & C., tette e culo in evidenza). Il fratello della vittima e un amico vogliono accopparla a loro volta, ma lei sfugge montando in auto con un ragazzetto un po' tonto, da cui si rifugerà (concedendosi, of course). Derrick indagherà (si fa per dire) sulla scomparsa della donna, giustamente accusata di omicidio, e quindi a cercarla sono in tanti. Un po' di azione a basso voltaggio (l'età è quello che è), qualche nudo inatteso... Pare un B-movie americano, è una puntata tra le meno esaltanti del povero ispettore. Il ritmo non è dei peggiori, ma certo la sceneggiatura è scadente e l'entrata in scena di Derrick avviene dopo oltre 20 minuti. Assenteismo dei nostri anche in seguito... (Zender)


230. LA LUNA VOLA LONTANO (Ein Objekt der Begierde)
*! La vittima è una ragazzetta pimpante e ingenua, che va a studiare inglese in un palazzo i cui inquilini maschi paiono tutti attratti dalla sua accondiscendenza (regala sorrisi a chiunque dimostrando ampia disponibilità, invita a ballare con lei nel cortile...). Quando viene trovata morta i sospetti cadono sui vari arrapati condominiali (e ce n'è un bel po'). Derrick e Harry condurrano l'inchiesta in loco mentre viene approfondita la personalità di alcuni: chi vive con la moglie malata e carognetta, chi passa da una bottiglia all'altra ricordando i trascorsi d'attore (il titolo è una citazione teatrale), chi s'era occupato di fotografare la giovane, chi infine le impartiva lezioni d'inglese raccomandandole di scendere le scale senza dare troppe confidenze ai condòmini maialoni. Whodunit classico, condotto con poco ritmo e zero idee, confidando nella formula derrickiana tipica con confessione liberatutti (altrimenti col cavolo che il colpevole saltava fuori). Derrick e Harry, qui inseparabili, si alternano nelle domande ma di certo la cosa non basta per vivacizzare un episodio psicologicamente accettabile ma pessimo per quanto riguarda il resto. (Zender) 


1994 (STAGIONE 21):


231. DIETRO L'IMMAGINE (Das Thema)
** Due giovani ladri d'auto vengono colti in flagrante da un povero padre di famiglia che li vede in faccia e giura che se lo lasciano andare non dirà niente. Accetteranno la proposta? Mah, uno dei due ragazzi lo vorrebbe, l'altro invece lo accompagna nel boschetto e lo stende. Nel frattempo la sorella del ladro "buono" deve dare l'esame di fotografia e pretende di seguire il fratello all'università e un po' ovunque. Derrick salta fuori solo a metà episodio con già in mano l'auto vista scappare dal luogo del delitto. Soluzione semplice, ma il nostro (a differenza di Harry, che spinge per l'arresto immediato e non pare proprio capire cos'ha in mente il collega) vuole andare più a fondo e beccare anche il complice (a un certo punto parla anche di "traffico internazionale"). Episodio tutto sommato discreto, senza guizzi ma scritto e recitato degnamente. Trama fin troppo lineare, ma in fondo è meglio così (anche perché Derrick non ha più l'età per seguire casi troppo strampalati: un bel colpevole servito sul piatto d'argento e si fa meno fatica!). (Zender)


232. DI NOTTE, MENTRE CORRE VERSO CASA (Nachts, als sie nach Hause lief)
*! Il marito-zerbino soffre per la moglie piacente e un po' mignotta (a voler esser gentili) che quasi ogni sera lo molla a casa sul divano con la copertina andandosene in un locale equivoco a rimorchiare. Ogni tanto va persino a prenderla, ma lei gli dice che fai qui, torna a casa e lui mogio obbedisce. E' uno straccio, vegeta anche in ufficio e quando chiede alla segretaria "ma mi ridono dietro?" lei risponde senza problemi "Sì, è così". Ama la moglie da impazzire, le permette tutto ma una notte qualcuno gliel'ammazza. Derrick e Harry si stupiscono subito dell'estremo zerbinaggio dell'uomo, ma capiscono che non può essere lui il colpevole e partono le indagini (ben fumose). Saltan fuori la sorella e il fratello del vegetale, il quale intanto, quando interrogato, spiaccica una parola al minuto tramortendo il ritmo già cloroformico dell'episodio. Per fortuna si ride, perché il personaggio è veramente uno spasso nella sua totale sottomissione a tutti. Purtroppo a livello d'intreccio c'è da mettersi le mani nei capelli, e il finale è altrettanto risibile. Peccato. (Zender)
 
**! Coniugi stravaganti quelli rappresentati in questa puntata: lei è senza mezzi termini una mignotta da antologia, lui un cornuto-zerbino e schiavo d’amore della consorte per così dire libertina. Tutte le sere la mogliettina esce per localacci danzerecci e rimorchia a più non posso cani e porci, mentre lui è a casa sul divano ad attenderla. Talune volte il cornutone va a portare il cappotto della “signora” fuori dal locale dove essa si dà ai bagordi, per far sì che non prenda freddo quando esce. Non so se avere pietà di quest’uomo... Una sera la moglie non torna perché viene uccisa, e qui scaturiscono delle indagini (come al solito abbozzate) del mitico duo di Monaco. Per confermare il sospetto che Derrick ha nei confronti di una persona, escogiterà un astuto tranello, nel quale (come da prassi) l’assassino cadrà. Abbastanza ridicola, la puntata si avvale però, a mio giudizio, di un discreto ritmo. (Markus)

** L'episodio (il cui titolo provvisorio poteva essere "Il cornuto e la ninfomane") è rovinato da un movente al quale si crede poco e dal finale mediocre (una trappola sbrigativa, organizzata da Derrick per incastrare l'assassino). Ma la parte iniziale, prima che comincino le approssimative e quasi inesistenti indagini, non è male; si disegnano con oggettività tipicamente tedesca l'amore folle del cornuto e il libertinaggio tragico e triste della ninfomane. Da quando entra in scena l'ispettore si almanaccherà sui vortici del piacere insoddisfatto, sulla paura e su altre e sparse amenità (con un approccio superficiale ma accattivante - in linea con lo stile della serie). Alla fine l'insieme verrà recepito come un curioso intruglio figurativo di comico involontario e umori malinconici. (Faggi)


233. LA REQUISITORIA (Das Plädoyer)
*! Uscito di prigione dopo aver passato un po' d'anni in gabbia per un ergastolo (aveva ucciso la moglie con 40 coltellate), un uomo va da chi sostenne al processo l'accusa e lo minaccia: "Tu mi hai definito gelido, spietato e feroce" (ragazzi, 40 coltellate... almeno due degli aggettivi ci stavan tutti!). L'avvocato, oggi procuratore, cade dal pero: "Beh? Che vuoi da me?". "Adesso tocca a te soffrire", e se ne va. Il giorno dopo al procuratore quasi gli accoppano per strada la moglie, che aveva preteso di andare a dipingere nonostante il marito, impaurito dalla minaccia dell'ex ergastolano, gliel'avesse proibito ("un corso per donne che hanno tempo da perdere", l'aveva oltretutto gentilmente definito). Derrick, chiamato in causa perché amico del procuratore, accetta di capire che sta accadendo. Andrà a parlare con l'ex galeotto e poco altro, mentre Harry dimostra tutto il suo impegno sfogliando giornali in ufficio. Più che un episodio di Derrick sembra una puntata d'una soap: non c'è nemmeno il morto... Storie di corna e tensioni familiari con un Derrick molto svogliato (ma impeccabile nella sua cravatta fuxia in tinta con l'immancabile fazzoletto da taschino). Episodio piuttosto curioso, d'accordo, ma nemmeno troppo, di quelli in cui la omicidi non c'entra nulla e Derrick non fa altro che qualche incontro chiarificatore coi sospetti. Trash il ritorno della donna a casa con disegnetto di uccellini disprezzato dal marito, che lo appallottola accorgendosi tropo tardi di essersi comportato da bestia. (Zender)

**! Puntata che punta più sui temi della complicata (ma nemmeno troppo) psicologia umana, che al classico giallo poliziesco da sbrogliare. La vicenda della rivalsa della vittima nei confronti del carnefice è vecchia come il mondo, ma è qui raccontata con discreta accortezza registica (pur nei canoni trashistici cui la serie ci ha felicemente abituati). Molto convincente l’interpretazione degli attori che strappano spesso la scena ad un Derrick imbolsito. Harry quasi assente. Finale toccante.  (Markus)


234. UN SIGNORE MOLTO RISPETTABILE (Ein sehr ehrenwerter Herr)
*! Una prostituta si fa consolare in strada da uno stanco trombettista dell'esercito della salvezza, ma tempo cinque minuti e si ritrova a sanguinare perché malmenata dal suo pappone assieme a una bella collega. Nel bar che farà da centro di recupero nella puntata si appresta un pronto soccorso improvvisato, poi la prostituta giovane si fa accompagnare da uno psichiatra fin da un medico e questo farà imbestialire il pappone, il quale però finirà accoppato a rivoltellate. Insomma, una puntata dalla parte delle donne di strada, vendicate da un misterioso killer al quale Derrick deve dare la caccia. Frattanto si aggira per la puntata l'esercito della salvezza, che suonicchia qua e là, e la figura dello psichiatra si avvia lentamente a guadagnare spazio. Episodio stanco, assonnato come gli occhi del trombettista, dai ritmi lenti e decisamente noioso. Attori mediocri e sceneggiatura che proprio non li aiuta, nonostante un finale vagamente a sorpresa. Si tenta di disegnare degnamente il personaggio della prostituta "anziana", ma anche in questo gli sforzi paiono vani. Eccessivo squallore pure nelle ambientazioni. Da tralasciare. (Zender)

** La morte di un protettore dà il via a una delle tante indagini di Derrick nel mondo della prostituzione. Progressivamente, facciamo la conoscenza di una stanca prostituta un po'avanti con gli anni, di un brav'uomo che suona come trombettista nell'esercito della salvezza e, soprattutto, di uno psicologo dall'aria triste e dall'ossessivo spirito missionario. L'indagine offre uno spaccato piuttosto chiaro dello squallido e violento mondo della prostituzione, mostrando come molte delle ragazze coinvolte nemmeno sappiano parlare o capire il tedesco. Derrick, usando il suo consueto metodo volto a portare il sospetto allo sfinimento, ottiene più di quanto non pensasse. Harry, piuttosto, è qui meno perspicace e più impacciato che mai. (Eresiarca)


235. IL CAPOLINEA (Eine Endstation)
*! Un vegliardo si riprende a sorpresa da un grave incidente per il quale tutti lo davano per spacciato. I suoi figli però gli si son già stabiliti in casa, si son spartiti i suoi soldi e quando capiscono che l'ospedale lo dimetterà vanno a prenderlo e pretendono di piazzarlo in ospizio chiudendo la faccenda. Lui giustamente ci resta malissimo e cova vendetta. Così, quando fanno fuori il custode alla ditta del figlio sotto la pioggia, si pensa a un errore di persona: la vittima doveva essere il figlio e l'assassino il padre. Ma sarà veramente così? Derrick, da anziano ad anziano, vorrebbe quasi solidarizzare con il pensionato, ma fatica a comprenderlo: l'uomo è enigmatico, così scattano presto la richiesta di alibi e il conseguente accerchiamento da parte dell'ispettore. L'episodio era cominciato piuttosto bene, la situazione prometteva buoni sviluppi, ma tutto si perde troppo in fretta tra tediosi dialoghi e personaggi fiacchi. Il finale poi rasenta il demenziale nella sua illogicità e affossa definitivamente un episodio che lascia solo qualche rimpianto per la tensione che sembrava sprigionarsi nella prima parte. (Zender)
 
**! La trama è molto interessante, l'inizio ottimo, la figura del padre, tra orgoglio e dissimulato rancore, ben resa dal protagonista. Purtroppo però la seconda parte è meno convincente: alcuni personaggi scompaiono, il ritmo fiacco è in contrasto con la crescente tensione dell'episodio. La durata nuoce non poco: con mezz'ora in più la tanta carne al fuoco sarebbe venuta cotta a puntino. Pur con i limiti sopra esposti, resta un episodio interessante e "crudelmente" psicologico. Da vedere. (Kozincev)
 

236. POSSO PRESENTARLE IL MIO ASSASSINO? (Darf ich Ihnen meinen Mörder vorstellen?)
*! Al solito ingessatissimo concerto l'ispettore (piantato stavolta anche da Renate, che per pietà talvolta l'accompagnava a queste serate tremende) viene avvicinato da un uomo che gli dice di volergli presentare il suo assassino. Qualche giorno dopo lo stesso uomo lo invita a casa e gli presenta per l'appunto il suo socio in affari dicendogli che diventerà il suo assassino. Quando l'omicidio si verificherà davvero sembrerebbe di avere già in mano il colpevole (e il solito sempliciotto di Harry lo ripeterà infinite volte al suo più arguto capo), ma mica sarà tutto così facile no? Episodio tutto costruito attorno alla bizzarra idea suggerita dal titolo, che però per reggere vagamente è costretta a proporre una soluzione che tirata per i capelli è dir poco. Anche il finale fa ridere i polli e chiunque possa aver lavorato in polizia. Pare proprio che molto spesso in Derrick conti solo l'idea di partenza (che qui è effettivamente spiazzante), visto che a renderla poi credibile si fa una fatica dell'anima. Trattandosi poi dell'ultimo Derrick la regia è più inchiodata dei protagonisti, gente che fissa il vuoto per minuti interi nemmeno fossimo in chissà che film d'autore. (Zender)
 
*** Una delle mie puntate preferite degli anni '90. Il protagonista di puntata è di un cinismo quasi affascinante, l'assunto di partenza originale e spiazzante e conduce a un finale magari non eccessivamente credibile ma paradossale e beffardo, in cui la legge esce sconfitta ma (forse) non la giustizia morale. Peccato per la brutta musichettadi chiusura  e per un Derrick un po' sottotono, ma d'altronde ci si stava avvicinando al commiato... Uno degli ultimi fuochi della saga, secondo me. (Nicola81)

*** Episodio singolare e assai spiazzante. Per una volta non è la giustizia a trionfare, ma uno dei pregi della serie è proprio nel fatto che non si ripete sempre lo stesso schema. Disturbante il cinismo del protagonista ucciso, acuto Derrick, impulsivamente pragmatico Harry. Soggetto e sceneggiatura notevoli, soprattutto nella prima parte. Un po' sbrigativa la parte finale, soprattutto nell'incontro di Derrick con il padre della ragazza. (Kozincev)


 237. NON DARE LA MANO ALL'ASSASSINO (Gib dem Mörder nicht die Hand)
**! Un imprenditore torna da Hong Kong dopo anni e anni di assenza in cui non aveva dato sue notizie. In famiglia lo riaccolgono come il figliol prodigo e lui subito li ricambia coinvolgendoli in un omicidio: se voglion diventar ricchi non devon dire che, dopo un ritrovo di famiglia (tutti loro presenti) coi vicini di casa, ha seguito un amico giornalista passato a trovarli e l'ha brutalmente accoppato perché questi aveva scoperto che ci faceva a Hong Kong. I poveracci (in tutti i sensi, nessuno se la passa bene) accettano ma Derrick capisce che il gruppo sta coprendo l'uomo di Hong Kong. L'episodio fino a dieci minuti dalla fine è costruito molto bene, coinvolge. In parte l'intero cast e subdolo al punto giusto il protagonista, con Derrick e Harry che capiscono quanto non sia possibile asspettarsi da lui la confessione chiave. La situazione evolve insomma nel migliore dei modi finché, ahinoi, gli autori si accorgono che più di un'ora Derrick non può durare e che c'è da chiudere. Disastro assoluto, perché d'improvviso tutto si velocizza tristemente e si chiude in modo pessimo (con tanto di Derrick che finge di non sentire al telefono gli ordini dei suoi superiori simulando un disturbo della linea), rovinando completamente la buona atmosfera fin lì ricreata. Con un'altra mezz'ora a disposizione poteva essere un'ottima puntata. Il titolo deriva dall'anello killer (con narcotico) con cui l'assassino stringe la mano alla povera vittima. (Zender)


238. UN VOLTO DIETRO LA VETRINA (Gesicht hinter der Scheibe)
** La polizia avvisa un uomo che qualcuno ha detto di cercare la di lui figlia nella fabbrica di famiglia. Difatti quello va (assieme al fidanzato di lei) e la trova morta sulla sedia dell'ufficio. Chi era la giovane vittima? Una bella ragazza, che stava girando un cortometraggio con un amico e i cui genitori non parevano troppo occuparsene. Anche il fidanzato pare dispiaciuto ma insomma, poi nemmeno troppo. Una situazione strana che Derrick fatica un po' a inquadrare, anche per le risposte evasive dei due uomini più vicini alla giovane. L'idea su cui si regge l'episodio non è affatto male; il problema sono i personaggi, stranamente disegnati malissimo e interpretati alla meno peggio. Lo sviluppo della sceneggiatura è farraginoso, caotico, e si fatica a comprenderne bene i contorni, cosicché il finale (con sorpresa) giunge senza riuscire a colpire come potrebbe. Noiosetto il corto con la ragazza protagonista (vabbèé che dovevano ancora montarlo, ma...). (Zender) 


239. LA CHIAVE
 (Der Schlüssel)
*** Un marito si spupazza la segretaria e qualcuno telefona a Derrick per dirgli che quel tizio rischia la vita. Difatti il marpione torna a casa e davanti al garage lo stendono. Con un fucile, proprio come era capitato ad altri disgraziati di Monaco prima di lui. Un vero serial killer, Derrick! E infatti Derrick si mette a centro stanza alla centrale e discute con tutti: il caso è scottante! Per risolverlo, l'ispettore si attacca come una cozza alla moglie della vittima, che secondo lui qualcosa in più di ciò che dice certamente sa. Lei appare mentalmente instabile, ma il caso lo risolve più che altro un informatore, con l'anonima omicidi che prima o fuori inevitabilmente salta fuori (il titolo fa riferimento a una parola d'ordine). Così come a sorpresa salta fuori persino Frank Duval, il compositore principe delle musiche della serie, seduto a un piano; si prende pure una parte quasi importante, il nostro, oltre a eseguire un suo pezzo in tedesco. Derrick intanto regala qualche break incazzoso (non ditegli che l'omicidio è una cosa quasi normale o lo farete imbestialire) e, dopo le splendide intuizioni iniziali, l'episodio,punta tutto sul rapporto moglie/ispettore, con un finale shock che comprende un volo nel fango del nostro nel vano tentativo di bloccare un'auto. (Zender)

***! Ottimo episodio che sa combinare una buona trama thriller scavando in profondità nella psicologia dei personaggi, senza risultare pesante anche a chi non ama gli episodi "psicologici" della serie. Merito della bravissima protagonista Sunnyi Melles. Sky Dumont fa la vittima e come non citare il cameo di uno dei più grandi compositori della serie: Frank Duval (che fa appunto il pianista, con sorpresa!). Il tutto ruota intorno a un'inquietante organizzazione di killer che uccide su commisione (e a pagamento naturalmente) alcune persone. Episodio movimentato per il nostro Derrick, che arriverà pure a lanciarsi contro un'auto in corsa. (Ciavazzaro)

** Qui Derrick è un po' diverso dal solito: si inalbera, urla addirittura, organizza riunioni-fiume con i colleghi, tenta di lanciarsi su di un'auto in corsa. Insomma, uno Stephan sopra le righe per un episodio nel quale dovrà vedersela con una fragile e misteriosa vedova (luogo piuttosto comune della serie), ma anche con un assassino a pagamento che miete vittime a Monaco (tema, questo, certamente meno usuale). L'ispettore e la vedova occupano, da soli, tre quarti dell'episodio che procede in maniera un po' ripetitiva fino ad un finale imprevisto ma, in fin dei conti, prevedibile. (Eresiarca) 


240. LA ZATTERA (Das Floss)
** Che squallore: il padre operaio costringe la figlia (dopo aver allegramente abusato di lei in gioventù, peraltro!) a concedersi ripetutamente al padrone della ditta per evitare di essere licenziato (ne deve aver combinata una grossa...). Quello chiama il collega e fa le orge in casa propria mentre la moglie - un tipino dalla lingua tagliente - se ne esce per non vedere. Stranamente a morire è il laido padrone, quindi sospettati sono praticamente tutti: mogli, madri, padri, colleghi e pure l'amichetto ingenuo della ragazza, un disadattato seguito come lei dall'assistente sociale (che per descrivere le loro vite sfortunate conia la metafora della zattera colpendo l'immaginazione di Derrick). Si va a nozze insomma, con tanti sospetti, e infatti come sempre in questi casi si fa di tutto per rendere ognuno di loro un papabile killer. La storia quindi in qualche modo regge. E' l'interpretazione del cast ad essere mediocre, nonostante un Derrick bello cattivo quando si tratta di dare addosso al collega porcellone rimasto in vita il quale vorrebbe in ogni modo tenere fuori la moglie dalla losca vicenda. Harry in versione fantasma. (Zender)


241. LA PREGHIERA DELLA SERA (Nachtgebete)
*! Un bamboccione ormai cresciuto, egittologo di professione, viene a sapere che una diciassettenne (la cui madre è appena stata uccisa) dice di essere sua figlia. Lui conosceva sì la madre, ma la frequentava appena un anno prima e di certo non ci faceva le cose sporche. Ma allora chi è questa giovane? La mamma del bamboccione lo spinge a informarsi bene, e lo stesso Derrick preme perché lui e la ragazza si frequentino. L'uomo capisce che la poveretta è sola, che il padre presunto è una specie di pagliaccio che ogni sera in discoteca "mette all'asta" ragazze appetitose e che la madre era l'entreneuse del locale stesso. Si intenerisce e ne nasce un bel rapporto. Discreta la resa psicologioca del protagonista, ma l'episodio è lento e non riesce mai a coinvolgere (la ragazza, peraltro molto in carne, è spenta come poche). Derrick resta quasi nell'ombra e pare fare quasi più il tutore che l'ispettore; il finale con preghierina a giustificare l'infelice titolo chiude male (ma è tutto l'epilogo ad essere diretto in modo scadente) uno dei tipici episodi da dimenticare in fretta. (Zender)


242. A CENA CON BRUNO (Abendessen mit Bruno)
* Bruno esce dopo un certo periodo da una clinica privata e capiamo che non sta molto bene: non spiaccica una parola o quasi (3 o 4 in tutta la puntata), e suo fratello se lo porta a casa proprio in un brutto momento, mentre cioè l'azienda di famiglia è minacciata da un ricattatore. Questi si presenta in casa per discutere i termini del ricatto e si becca una candelabrata in testa durante un alterco stramazzando esanime. Panico in casa: come uscirne? Idea: si scaricano tutte le colpe al povero Bruno, tanto in prigione non ci può finire essendo un'ameba incapace di intendere e di volere. Così, quando arriva Derrick, eccogli servito il colpevole suil piatto d'argento: è stato lui, veda lei cosa ci vuol fare. E Derrick lo lascia in mano all'amica psicologa, che non ci cava un ragno dal buco. L'intero episodio è basato sui tentativi inutili di far parlare Portobello. Derrick nemmeno accenna un'indagine sulla vittima; lascia che le cose vadano avanti in attesa della confessione, mentre nella famiglia di Bruno si discute sul nulla fino a che affiorano i sensi di colpa. Uno tra i più soporiferi episodi della serie in assoluto, con Bruno ripreso nel suo mutismo e i familiari che monologano raccontandogli inutilmente del suo passato cercando vanamente di risvegliarlo dal suo coma cosciente. Di giallo o di poliziesco qui non c'è davvero nulla... (Zender)

*! Siamo al cospetto di un Derrick praticamente in vacanza (si avvale di una psicologa per sapere se l'assassino è Bruno oppure no. Lei lo guarda per 3 secondi e sentenzia), che non alza un dito o proferisce quasi parola per risolvere un caso che si autorisolve grazie al potente alleato del poliziotto (l'assassino che confessa). Si limita solo a usare la "famosa" tecnica della "bugia in casa". Per il resto, a parte la figura di Bruno (apparentemente ritardato, quasi muto e con orsacchiotto), l'episodio è lento, piuttosto noioso e senza un guizzo, eccezion fatta per il medico che parla della paura di vivere del ragazzo e per la faccia che fa il capo quando apre l'auto della vittima e ci trova... Davvero troppo poco. Nota di demerito per il padre che, guardando il morto, gli dice: "La smetta di fare la commedia, si alzi!". Invece, nota di merito per come Derrick tratta i parenti serpenti di Bruno. (Puppigallo)


1995 (STAGIONE 22):


243. IL GATTO SENZA ORECCHI (Katze ohne Ohren)
La ragazza di uno spacciatore è alle prese con un "cliente" del suo uomo quando viene rapita dal discorso che un fisico ta facendo alla televisione: metafore da quattro soldi relative appunto a un gatto senza orecchi, mescolato al buco nell'ozono, all'indifferenza delle nuove generazioni e quant'altro. Ma lei ci casca in pieno e, quando il suo partner torna a casa annunciandole felice che il boss lo ha "promosso" allo spaccio nelle scuole, lei lo molla, decisa a cambiar vita (e la si può anche capire, diciamo). Dapprima raggiunge il fisico/sociologo, gli parla, cerca di aiutare un tossico e nl frattempo qualcuno accoppa lo spacciatore. Son pasati 25 minuti e di Derrick nemmeno l'ombra. Quando finalmente entra in scena si capisce che ben poco avrà da fare, preferendo da subito la ricerca della persona deputata a confessare. S'introduce anche qualche personaggio nuovo e ci sarà un colpo di scena finale non del tutto chiaro... Ma poco importa, dopo minuti e minuti trascorsi ad ascoltare sproloqui sul gatto senza orecchie, incontri con i drogati... Quando c'è l'eroina di mezzo si può star quasi certi che la puntata non riserverà nulla di buono. Qui la conferma: poco giallo, filosofia spicciola, il solito tossico che manda in crisi amici e familiari per procurarsi la dose. Consoliamoci con un Harry piuttosto incazzoso... (Zender)


244. CHIAMATA DA VIENNA
(Anruf aus Wien)
*** Rapiscono la figlia di un banchiere e il fesso, quando gli passa in casa il manigoldo con passamontagna a ritirare il riscatto, lo accoppa con un maldestro colpo di pistola. Disastro: come minimo mi fan fuori la figlia, pensa l'uomo; no, per sua fortuna entra in scena Derrick che con un un colpo di genio idea una soluzione fantastica per salvare capra e cavoli: fa credere ai complici del rapitore ucciso che questi sia passato a ritirare i soldi del riscatto e se ne sia fuggito a Vienna con il bottino! Per far stare in piedi la clamorosa panzana Derrick decide allora di passare dalla moglie della vittima in modo che la donna regga il gioco e dica di aver accompagnato il marito in aeroporto con destinazione Vienna. E' lei il personaggio chiave: incredula di fronte alla notizia che il marito sia morto, accetta le macchiavelliche elucubrazioni di Derrick restando a metà tra il servizievole e il fuori della realtà, arrivando ancora a credere che il marito sia davvero vivo! Episodio diverso dal consueto, architettato meglio del previsto ed effettivamente coinvolgente (nonostante un finale tirato via), con buone scene di suspence e una tensione crescente. La donna allunga la nutrita schiera di personaggi rintronati presenti nella serie, ma ha anche reazioni inattese che piacciono. (Zender)

***! Gustoso episodio che funziona bene grazie all'incredibile messinscena attuata da Derrick, che qui spreme le meningi a tutto spiano (sembra quasi di vedere le sue rotelline che girano a mille all'ora, con fumo che gli esce dalle orecchie). In più, ad aggiungere ancora qualcosa ci pensa la moglie schizzata, ma utilissima, del defunto, che svolgerà un ruolo fondamentale grazie alla sua estrema naturalezza (Derrick, a un commento di Harry che non la ritiene in grado di recitare, ruggisce: "Ma chi volevi, la Duse!?". Nota di merito per il capo di Derrick che, accortosi dell'incapacità di distinguere tra realtà e finzione della poveretta, sbotta: "Vienna? Il viaggio? Ma Vienna non è mai esistita!". Poi, silenzio e risbotta al telefono: "Ma lo so che è in Austria!". Notevole e da vedere. (Puppigallo)
 
***** Forse non l'episodio migliore in assoluto (probabilmente nelle prime stagioni si trova qualcosa di ancora più avvincente), ma personalmente è quello che amo di più. Per la suspense straordinaria, scandita nella prima parte da una colonna sonora angosciante; la bravura degli interpreti; la caparbietà di Derrick ("E' un modo per guadagnare tempo") e la sua saggezza filosofica; i siparietti con il capo. Un must. (Kozincev)

*** Un buon episodio novantiano, rigoroso nello sviluppo, risolto grazie a una trovata non da poco di Derrick e alla collaborazione sonnambolica di un personaggio (la moglie di uno dei criminali, defunto e fantasmatico). Il climax ascendente è congegnato con senso geometrico sia nell'azione che nel pathos. L'ispettore si muove tra saggezza, esperienza e improvvisazione emotiva, risolvendo da fermo una vicenda dove si rischia il peggio (ovvero la morte di una ragazza rapita). Harry defilato; comunque indispensabile (o quasi). (Faggi)
 

245. UN OMICIDIO: SECONDO TEMPO (Ein Mord, zweiter Teil)
** Omicida arrestato a suo tempo da Derrick viene rimesso in libertà: il solito ex detenuto in cerca di vendetta insomma, che torna immediatamente dalla moglie a cui aveva accoppato l'amante e le si piazza in casa esattamente come nella puntata L'intruso, una delle tante con la quale questa ha in comune il tema portante. Il titolo oltretutto  in qualche modo giustifica il fatto che qui di omicidi non si parla, perché la puntata è quasi un ideale sequel di quella (in realtà mai trasmessa) in cui il delitto invece si verificò. Tutto si basa comunque sull'ottima interpretazione del protagonista, che esce dal carcere dopo aver letto e studiato (storia, filosofia, viaggi... il tempo non gli mancava) e s'installa lentamente e subdolamente in casa della moglie, che nel frattempo s'è risposata con un fessacchiotto (il quale ben poco capisce delle intenzioni dell'ex marito e anzi tende a trattarlo con gentilezza cadendo nella trappola del sadico). La situazione evolve (con una certa lentezza) e la tensione sale fino a concludersi con una sorpresa che rappresenta il vero punto di forza dell'episodio. Piccola parte per uno psichiatra che, dopo aver parlato coll'ex detenuto quando ancora questi stava in carcere, dice di aver ravvisato in lui quasi l'anticristo! (Zender)

** Lui ha ammazzato l'amante della moglie, poi è finito in galera, poi è uscito e dove è andato ad abitare? Proprio nella casa (ancora metà sua) con l'ex moglie e il nuovo marito. Detto ciò, non esiste indagine, perchè tutto l'episodio è incentrato sulla figura dell'assassino che ha pagato il debito con la giustizia, ma che sembra essere tornato a casa solo per finire il lavoro. Derrick si limita a tenerlo d'occhio, consigliandolo e sentendo lo psicologo che l'aveva in cura. Se non fosse per il protagonista (decisamente in parte), che vivacizza il tutto, instaurando un clima di terrore nella casa senza fare praticamente nulla, la puntata sarebbe inutile e parecchio noiosa. Così, invece, almeno un suo perchè ce l'ha, soprattutto nel finale, diverso dal solito. Segnalo il marito imbecille che, pur sapendo che la moglie è terrorizzata dal suo ex, pensa bene, dopo che lui se n'è finalmente andato, di invitarlo a cena. Segnalo anche Derrick che, dopo aver fatto un lungo ragionamento, esclama: "Ma quello che ho detto non ha senso!". Vedibile. (Puppigallo)


246. UN THE CON L'ASSASSINO
 (Teestunde mit einer Mörderin?)
**! Un giovane fighetto sposato ad una vecchia babbiona per soldi, trova la sua amante (l'infermiera della vecchia, tra l'altro) uccisa. Non c'è da cercare il colpevole, chiaro da subito, perché l'intera puntata è volta ad analizzare le turbe psicologiche dell'anziana, colpevole di aver lei stessa presentato la ragazza al giovane marito spingendoli ad accoppiarsi. Credeva di apparire magnanima agli occhi del marito, ma come dar torto al giolvane se lui ha poi approfittato finendo col trattare la moglie come un'ingombrante presenza? La poveretta ci resta male e trova in Derrick un confidente. Va persino a rompergli in casa mentre l'ispettore armeggia in jeans con le pentole, gli chiede delle sue precedenti relazioni imbarazzandolo. Più una mezza soap che un giallo, una puntata lentissima ma curiosa, psicologicamente ricercata e che ben identifica la particolarità della serie. Cult Derrick in jeans e grembiule ai fornelli che fa compagnia alla donna (scena da accostare ovviamente alla stessa appena vista in "Chiamata da Vienna", a conferma di un improvviso amore per la cucina. (Zender)


247. PERSONE PER BENE
 (Ein Mord und lauter nette Leute)
Persone per bene... diciamo i soliti ricconi promiscui: il prezzemolo brizzolato (ma quante puntate s'è fatto?), sua moglie che si presenta in tuta leopardata a mezzogiorno, un giovanotto coi capelli sparati e la faccia da tonno... Uno di loro rinviene morta la mignottona di cui si serviva il gruppo e i sospetti si diffondono. Chi l'avrà uccisa? Arriva intanto la sorella della vittima dal collegio, che ignara frequentava coi soldi degli amanti della sua unica parente rimasta al mondo. Tutti l'accolgono festanti, ma lei è il tipico caso di personaggio derrickiano catatonico: ore ad ascoltare la musica che sentiva la sorella, nella sua camera, ore a guardare il soffitto... e quando ha di fronte qualcuno, ore a guardarlo cogli occhi sbarrati e la bocca semiaperta con espressione ottusa. Una delle puntate più cloroformizzanti della serie, in cui lo stesso Derrick sembra reggersi in piedi a fatica, impegnato più che altro a scroccare ricchi pranzi ai sospettati presso i quali si autoinvita. Harry fa due fugaci comparse in ufficio sparando un paio di fesserie di nessuna utilità, un centinaio di interrogativi restano irrisolti e il finale... Beh, il finale è un capolavoro: richiesta d'arresto in base a una vaga intuizione, che se il colpevole avesse voluto risparmiarsi la galera avrebbe solo dovuto evitare di lanciarsi sparato nell'immancabile confessione. Invece no: ti accusano senza uno straccio di prova e tu che fai? Decidi di vuotare il sacco? A sto punto dillo prima, che magari ci risparmia un'ora di strazianti indagini fatte di nulla. Trash assoluto. (Zender)


248. IL PALCOSCENICO DELLA MORTE (Kostloffs Thema)
*** Un giovane viene trovato bucherellato dalle coltellate (un vero groviera!) in una cava. Era un aspirante attore, e a dare notizia della sua scomparsa era stato il direttore di un teatrino sperimentale minore per il quale l'attore lavorava. Tipo strano, il direttore: enfatico, esagerato nella gestualità, capace di eludere ogni domanda partendo per la tangente e perdendosi tra migliaia di citazioni colte verbosissime. Derrick ne è quasi nauseato, ma capisce che la chiave di tutto è lui. Ed è proprio su questo bizzarro personaggio che viene centrato l'intero episodio (nel quale si affronta di petto anche il tema dell'omosessualità). L'uomo vive con la madre e un maggiordomo praticamente muto che si esprime con smorfie contrite; ospita nella sua casa (poco meno che una reggia) giovani senz'arte né parte che raccatta in stazione o posti simili e fa letteralmente impazzire Derrick e Harry (il quale come al solito preme per la soluzione immediata senza farsi gli scrupoli del collega). Si abbonda con gli stereotipi collegati al teatro, ma l'episodio è insolito e si giova della buona presenza fisica del protagonista assoluto, eccentrico come ci si aspetterebbe. (Zender)


249. L'AMICO PERDUTO  (Derricks toter Freund)
**! L'ennesimo morto sparato da dietro la porta di casa: "Chi è?" PUM PUM. Una di quelle puntate in cui si recuperano un po' tutti i luoghi comuni derrickiani: la vittima ad esempio è un ex galeotto (primo classico) che diventa "l'amico" delle donne anziane sole (secondo classico).  Chi l'ha ucciso? Forse i mariti cornuti (e contenti, come vuole la tradizione derrickiana), che lo definiscono... "un niente". L'uomo senza qualità insomma. Eppure lo stesso Derrick, attraverso i tanti flashback in cui vediamo il poveruomo fare un po' di tutto (compreso esibirsi in esilaranti pattinate fantozziane stile scemo del villaggio e indossare improbabili tutine) finirà coll'apprezzarlo. Fatto è che tutte gli cascavano ai piedi e la schiera di cornuti aumenta di minuto in minuto: "Mi ha regalato il suo sorriso"... "Mi ha fatto capire la sua vicinanza".... basta poco e zac, la donna sola è intrappolata! L'episodio è comunque piuttosto riuscito per l'umanità sprigionata dal protagonista dei tanti flashback, quest'uomo dall'aria dimessa e buona. Inoltre il finale (in cui l'ispettore come spesso gli capita tende ad accusare a casaccio in attesa della confessione immancabile) è un bel crescendo di nervi tesi, con insulti a viso aperto che ci fanno apprezzare un Derrick più vivo del solito, nonostante in un paio di occasioni i suoi interlocutori lo debbano svegliare dall'assopimento. Harry piazza due/tre battute in ufficio sempre del tutto inutili, fa tutto Stephan. (Zender)

** Una nullità per i mariti (paragonato anche a un ratto) e un uomo fantastico per le loro mogli. Chi l'avrà mai ucciso? L'episodio non ha nulla di particolarmente originale, sia nella costruzione della storia che nel finale. Ma bisogna dire che l'uomo fantastico in questione (guardate come pattina sul ghiaccio!) tiene più o meno a galla la baracca telefilmica, che almeno vede un Derrick piuttosto vigile e parecchio incarognito (tratta volutamente male i sospettati, nella speranza che...). Nel complesso, vedibile. (Puppigallo)


250. IL CUORE DI UN UOMO (Eines Mannes Herz)
**! Un uomo si interessa alla scomparsa di una ragazza che da due anni tutti ritengono ormai morta. Dice di essersi informato dalla polizia di tutto ciò che è legato alla scomparsa, e per ultimo arriva dai genitori della giovane, che inizialmente lo scambiano per un giornalista sciacallo. La cosa è invece molto più complessa: all'uomo è stato trapiantato (senza che lui inizialmente lo sapesse) il cuore della ragazza scomparsa, e ora vuole capire chi questa fosse. Evidentemente se ne fa una buona impressione, visto che il giorno dopo decide di buttarsi sotto un treno per evidenti rimorsi di coscienza. Derrick (con Harry a rimorchio giusto in un paio di scene per il gettone di presenza) inizialmente non sa bene a chi attaccarsi per scoprire cos'è accaduto, ma alla fine trova la sua preda e capisce su chi puntare. Solite lungaggini e pause esagerate, ma la storia è piuttosto lontana dagli schemi abituali della serie e tutto funziona come deve. Non si può dire che l'idea anticipi il celebre Hostel di Eli Roth, ma in fondo, dovendo cercare un paragone azzardatissimo, è divertente pensare che gli autori di quel film abbiano avuto l'illuminazione guardando questo singolare episodio. (Zender)
 
**La tragedia di un uomo di mezza età che, a seguito di un operazione di trapianto di cuore, scopre (in una beffarda circostanza) che l'organo che pulsa dentro di lui è d’una giovane ragazza della cui famiglia ha acquisito l’indirizzo di casa. Andrà a trovare i genitori e il fratello della ragazza scomparsa e, in preda a rimorsi, si suiciderà. La vicenda poi si sposta sulle indagini del solerte Derrick che si troverà a che fare con il collega dell’uomo suicidato e un'organizzazione italiana (ma a parte gli spaghetti, dobbiamo sempre fare i cattivi?) che traffica in organi umani. Puntata sorniona, che gioca sulla psicologie della mente e dei sentimenti che, seppur banali, fanno parte della nostra morale comune. Le indagini sono lente, quasi insignificanti, poiché non è un omicidio di stampo classico, ma è solo la constatazione di eventi legati ad un traffico internazionale che di certo i buoni Derrick e Harry non potranno sventare… (Markus)
 
*** Episodio che riassume in sé le peculiarità dell'ultima fase del telefilm: il ritmo e la tensione sono praticamente ignorati, a vantaggio dell'approfondimento psicologico e di una scrittura molto ambiziosa, che non disdegna temi di particolare drammaticità. Soggetto notevole, interpreti impeccabili. Derrick è nella sua terza fase: da poliziotto intransigente a fine psicologo, è ormai approdato alla saggezza filosofica. Da vedere. (Kozincev)


251. IL FRATELLO ASSASSINO (Dein Bruder, der Mörder)
Un ragazzo albino (genio della musica, dirà Harry dopo qualche ricerca, ma da quanto vediamo non pare proprio) fa fuori una prostituta in casa. Chiama la mamma e il fratello che decidono di aiutarlo e di portare la giovane davanti a casa dei genitori di lei dove l'abbandonano. L'albino in sè se la passerebbe liscia e ben pochi rimorsi pare avere; è invece il fratello buono a informarsi sulla famiglia della vittima attirando stolidamente le attenzioni di Derrick. E infatti tutta la puntata sarà un lungo inseguire e parlare con la sorella della poveretta, con Derrick che si aggiunge agli incontri per curiosare. Poca fantasia da parte degli autori: la puntata non offre personaggi interessanti e la storia di Caino e Abele proprio non regge. Derrick appare annoiato, Harry un po' meno ma non fa granché nemmeno lui. Finale fiacco, in linea con l'episodio, decisamente da dimenticare... (Zender)


252. COLLOQUIO CON UN OMICIDA (Die Ungerührtheit der Mörder)
Tema in classe: intervista con l'assassino. L'omicida in questione è appena uscito di prigione e già c'è chi lo chiama in classe a raccontare delle sue gesta. Colpa di un professore non troppo per la quale, che pensa di spiegare meglio la psicologia di un omicida chiamandolo direttamente a rispondere alle domande dei suoi alunni. L'omicida è un po' evasivo, riconduce tutto alla normalità, e descrive il passato con indifferenza. Pure Derrick (che l'aveva incarcerato a suo tempo), Harry e una psicologa della polizia assistono, e, quando l'omicida se ne va, ci si domanda a cosa sia servito il suo piatto racconto. Fatto sta che poche ore dopo è già morto e tocca investigare su chi l'ha ucciso. Puntata di rara insulsaggine, in cui i "buoni" sono tutti odiosissimi e l'unico a risultare "simpatico" è il povero killer (e stupratore). Interi minuti persi tra ciance di nessuna utilità e un personaggio, la psicologa, buttato lì e al quale hanno pure affibbiato improbabili trascorsi scioccanti (ma che, non lo aveva mai visto un assassino, lì in polizia?). Lo squallore regna sovrano, tra interni scialbi, attori poco convincenti (e convinti, anche Derrick è ormai al capolinea). (Zender)

*! Sto ancora sbadigliando, perchè questa puntata soporifera, se vista verso sera, potrebbe far andare chiunque in letargo. Sembra addirittura che tutti parlino al rallentatore, quasi dovessero far passare il tempo, perchè il succo dell'episodio è ben poca cosa e il trauma della psicologa non lo raddrizza di certo. Ci sono troppe banalità e pochissimi momenti di un certo interesse, anche perchè, quando la si butta sulla psicologia, ne escono discorsi poco più che ordinari. Per non parlare poi dell'assassino: una sorta di robot inespressivo e monocorde. Episodiaccio con un unico, vero momento che quasi giustifica 'sta mattonata: quando Derrick dice alla psicologa: "Sofie, vorrei tanto stringerti tra le mie braccia". E lei: "Non farlo". Ho riso per 5 minuti. (Puppigallo)


253. I SOGNI PROIBITI DEL SIGNOR WIDANJE (Herr Widanje träumt schlecht)
** Eh sì, il buon Widanye era il classico porcellone, e i suoi sogni in tema. Ce lo conferma la psicanalista della moglie, che l'aveva avuto in studio per un paio di sedute. Se vedeva una donna la immaginava subito nuda, e non a caso infatti aveva finito per violentare una bella ragazzina, assumendone in società il padre per fare alla giovane ritrattare la denuncia. Se poi è finito ammazzato non c'è da stupirsi, insomma, e a volerlo morto a ben vedere erano in tanti. Tanto che Derrick va subito in confusione, tra tanti sospetti (e Harry lo pressa, lui che del caso pare disinteressarsi: "Allora, a che punto siamo? Hai scoperto qualcosa o no?"). Puntata a sfondo psicanalitico architettata in modo complesso, con snodi e colpi di scena inattesi destinati però a condurci verso un finale piuttosto vago e che non chiarisce del tutto i tanti punti interrogativi. E' questo, oltre all'andamento lento tipico dell'ultimo Derrick, a non convincere. Non erano male i personaggi invece, compresa la psicanalista (amica dell'ispettore da lunga data), che pare invischiata nel caso con tutte le scarpe! (Zender)

** Episodio interessante ma non del tutto riuscito. Il punto debole non è la flemma che lo pervade e che anzi potrebbe essere un valore formale; a non convincere è la chiusura, ovvero gli ultimi quindici minuti - ci si aspettava che fosse dato fuoco alle polveri psichiche disseminate tra personaggi e vicenda ma ciò non accade e il fumo è solo in aspetto di fumosità. Il morto è un tossico del sesso, sua moglie è tormentata ma non si direbbe che lo volesse ammazzare. Altre figure sono sospettabili, tra cui un'enigmatica psicologa - e Derrick, dunque, procede tentando di trapanare le menti di tutti (vedremo vari personaggi coinvolti nel caso, tra cui una bella e giovane ragazza stuprata dal signor Widanje, il tossico). La regia ha movimenti teatrali impepati da qualche zoom strategico. (Faggi)

*** La psicologia la fa da padrona in questa storia ambigua e ricca di sfumature. Nella prima parte c'è una certa lentezza, ma quando entrano in scena la ragazza e il suo tormentato genitore l'episodio finalmente decolla e procede spedito. Il finale è aperto ma irrisolto solo in parte, a conti fatti solo il ruolo svolto dalla psicologa è avvolto nel mistero: ha fornito un alibi per solidarietà femminile o ha istigato all'omicidio? La tensione è buona, i personaggi disegnati con spessore (in particolare la bella psicologa e il padre disposto a tutto pur di riconquistare la stima perduta della figlia); vedere Derrick che anatomizza gli attori della vicenda con il suo inimitabile stile, poi, è sempre un piacere. (Kozincev)


254. ASSOLO DI MEZZANOTTE (Mitternachtssolo)
**! Apertura al night: "Back for good" dei Take That e subito dopo "74-75" dei Connells. Il problema sono i libri contabili: il direttore da anni sottrae soldi e il proprietario se n'è accorto. Finirà male. Ma quando c'è da sgombrare il cadavere del proprietario ecco che salta fuori la guardia notturna che vede la vittima trascinata. "Il proprietario s'è suicidato"... Sì, vabbè. La guardia è rintronatella alquanto, ma scema no, e il direttore capisce che dovrà corromperla. Ma l'uomo è strano, un solitario suo malgrado, ed esprime il desiderio di farsi servire il caffè a letto dalla moglie dell'assassino. Questi spinge la moglie ad accettare col risultato che tra i due nasce una strana complicità. L'intero episodio si basa sull'ambigua figura della guardia: di poche parole, parla quasi solo con la donna (con Derrick proprio perché deve). Lo sguardo fisso nel vuoto, sogna solo di far colazione assieme a una donna: per lui già quello è molto di più di quanto potesse sperare dalla vita! Derrick al primo incontro col direttore ha già capito tutto (anche se questi si frega le mani convinto d'averlo fatto fesso) e anzi, ci arriva subito persino Harry. Quando poi beccano la donna nella casa della guardia, andiamo... più facile di così... Eppure l'episodio ha una sua grazia, non si capisce come possa concludersi e godrà di un epilogo piuttosto inatteso. Senza gridare al miracolo, un episodio con un suo perché (e per le ultime serie non è qualità facile da trovare). (Zender)


1996 (STAGIONE 23):


255. LA SECONDA PALLOTTOLA (Die zweite Kugel)
**! Un italiano proprietario d'una birreria rifiuta di pagare il pizzo ai mafiosi locali e qulli s'arrabbiano: gli mandano un loro giovane tirapiedi che però viene accompagnato dal figlio del boss intenzionato a capire come funzionano queste cose. Il rampollo si lascia prender la mano e fa secco l'uomo. Si becca anche una pallottola nel braccio, però, e decide di chiedere aiuto a un medico facendolo chiamare da un prete al quale confessa di aver ucciso. Il prete lo aiuta, telefona a un medico e quando Derrick comincia le indagini non apre bocca (c'è il segreto confessionale). Questione spinosa. Puntata esemplare per come estremizza pregi e difetti della serie: la costruzione è intelligente e ben articolata, la prima parte scivola via e gli attori sono convincenti. Quando però c'è da tirare le fila ed arrivare a una conclusione soddisfacente, si resta inevitabilmente delusi: non si può sempre sperare in confessioni estirpate peraltro con metodi che nella vita di ogni giorno non funzionerebbero praticamente mai! Così si resta a metà del guado e non si sa mai come giudicarli, questi episodi. (Zender)

** Parte parecchio male, soprattutto con la tediosa e interminabile scena col prete e il ferito. Poi però la situazione migliora, grazie anche a un Derrick piuttosto attivo, nonostante l'indagine sia ridotta al minimo. Evidentemente non ama molto gli italiani, visto che, mentre interroga il mafioso Valentino, finisce quasi per menarlo in casa sua. L'ispettore, per far parlare almeno il prete, gli sparerà anche la frasona: "Padre, l'uomo di stanotte non amava il prossimo suo come se stesso". Ma il top lo raggiunge quando, nel cimitero, si appoggia a una lapide e discorre amabilmente del mondo e dei criminali. Purtroppo, il teatrino che l'ispettore ci propone alla fine è ai limiti del ridicolo, pesando non poco sul giudizio complessivo. Vedibile e nulla più. (Puppigallo)


256. FELICE GIORNATA, ASSASSINO  (Einen schönen Tag noch, Mörder)
**! Imprenditore cattivissimo getta giù da una recinzione del cantiere il suo povero ragioniere che aveva osato dirgli quanto i conti della ditta non tornassero e che presto sarebbe saltato fuori tutto. Spinto giù, l'uomo precipita rovinosamente come neanche il prete del Paperino. Sorpresa: lì al cantiere l'han visto tutti. Arriva Derrick e subito il figlio del gruista, una specie di Harry Potter bavarese, dice che ragazzi, è stato spinto giù, il ragioniere: ha fatto un volo in avanti che sarebbe impossibile sostenere (come dice il colpevole) che è scivolato e lui ha tentato di aiutarlo. Però il cattivone tiene tutti per le palle, e la versione dell'incidente passa, col povero Harry Potter accusato pure dal padre gruista (invischiato nella cosa come tanti) di non vederci bene. Il ragazzo dice allora d'essersi sbagliato, ma diventa catatonico per il resto della puntata e farà coppia colla figlia della vittima, rintronata allo stesso modo per altri motivi. Derrick ha capito tutto fin dall'inizio, ma l'assassino è un duro e non molla. Meglio appendersi ai testimoni, più malleabili. Finale come chi conosce la serie si aspetta, ma l'episodio funziona, ha buon ritmo e personaggi discretamente disegnati. Derrick è in forma e Harry è appena più presente del consueto. Divertente che a omicidio avvenuto Derrick scopra che tre quarti della ditta è stata promossa, compresa l'insignificante segretaria (tale signora Collande...). (Zender)
 
** Indagine lineare, che più lineare non si può. Non ci sono guizzi, ma solo l'attesa Derrickiana, come uno squalo che gira intorno alla preda, del crollo dell'assassino, qui però coperto da un testimone con interessi (quindi i crolli devono essere due). Lo si può sicuramente vedere, ma è poca cosa e, a parte l'imprenditore senza scrupoli, il resto dei personaggi, compreso il figlio talpa, non ha grande presa. Mediocre. Nota di "merito" per la ricostruzione della caduta, quasi con bis e per la Derrick teoria dei polsini difficili: "I gemelli sono sempre grandi e le asole sempre piccole". Curiosità. Il doppiatore dice: "Non guardo, non vedo e non sento", ripetendo due volte la stessa cosa (guardo e vedo) e non "Non vedo, non sento e non parlo". Omette quindi "non parlo". (Puppigallo)

*** Incipit di rara efficacia, tra i migliori della serie. Il protagonista ricorda quelli di Colombo, per la cinica determinazione e la certezza d'impunità. Tipicamente derrickiana è la pazienza con cui l'ispettore logora i testimoni e mette sotto pressione il colpevole. Storia molto lineare, senza spunti inediti; tutto funziona però: gli attori sono in parte, l'aspetto umano non è trascurato. Molto efficace la resa ambientale, dagli uffici della ditta alla cava dove avviene il misfatto. Da vedere. (Kozincev)


257. RUTH E IL MONDO DEGLI ASSASSINI (Ruth und die Mörderwelt)
*! Un rapinatore entra nella casa di un'anziana coppia per rubare una collezione di monete e lascia il complice (un ragazzotto spaurito) a fare da palo. Ma il vecchierello sente i rumori, si alza, va a vedere e viene fulminato senza troppi complimenti. Un vicino sente gli spari, prende il "palo" e con lui va a vedere. Il ragazzotto viene scambiato insomma per uno che passava di lì con l'auto, ma non ci casca nessuno; la novella vedova (un'ebrea sveglissima) lo dice subito a Derrick: questo è il complice, l'ho capito da come tremava. Insomma, tutti han capito (non parliamo di Harry, che vorrebbe procedere per direttissima) ma tacciono per capire dove li porterà il giovane. La vecchierella comincia a chiedere al giovane con insistenza di accompagnarla a destra e a manca: vuole capire "cosa porta l'uomo a fare quello che fa", e lui annuisce sempre inebetito senza capire che è l'unico fesso che non sa che gli altri sanno. I suoi genitori non ne parliamo: vedon passare in casa la polizia, il figlio che si chiude in camera e nessuno che gli dica niente. Buono il piglio della vedova, ma per tutto il tempo al ragazzo fan ben poche domande se non questioni filosofiche di nessuna utilità (alle quali lui peraltro risponde con il tipico sguardo assente) tipo cosa ne pensa del disegno in gesso che si fa per segnare le sagome dei cadaveri (?) e il finale è quasi un non-finale, come se a un certo punto si fosse deciso di piazzare la parola fine perché non si sapeva più dove andare a parare. Noiosetto... (Zender)
 
*! Un ragazzotto fa da palo a un ladro, che entra in una casa alla ricerca di monete preziose. Naturalmente fa rumore, svegliando l'anziana proprietaria, che dice al marito di andare a controllare. Sarà l'ultima cosa che farà il pover'uomo. Episodio piuttosto noioso e, soprattutto, incentrato sulla figura dell'anziana, dal doloroso passato, che prende sotto la sua ala il ragazzo che da palo si è trasformato in occasionale testimone (anche se tutti, Derrick compreso, sanno che lui è implicato). Il problema è che non esiste indagine, Derrick finisce per subappaltare il caso alla vedova e, a parte alla fine, non muove un dito. Apre solo bocca per manifestare la sua perplessità sull'atteggiamento della donna, che vuole entrare nella testa del cretinotto. Veramente poca cosa. (Puppigallo)

*! Derrick - e, forse, Horst - a confronto con una ricca e anziana signora ebrea che, a distanza di quarant'anni, affronta l'omicidio appena avvenuto del marito come fosse l'ennesima dimostrazione di un mondo irrimediabilmente violento e corrotto. Accanto a lei, protagonista dell'episodio, un giovane con poco cervello e meno spina dorsale, lasciatosi coinvolgere nel tentativo di rapina che ha lasciato vedova l'anziana. Harry vorrebbe arrestare il giovane in un baleno, ma Derrick e la signora la pensano diversamente, lavorandoselo un po' per uno per tutta la puntata. Poi, come a volte succede in Derrick, accade che il tempo è tiranno, per cui il finale è in parte prevedibile e in parte tirato via. (Eresiarca)


258. COLAZIONE CON L'ASSASSINO (Frühstückt Babette mit einem Mörder?)
**! Tempo un paio di minuti e abbiamo già il cadavere caldo (fulminato sul pontile di una villa al lago da un fucile da caccia) e Derrick sul luogo del delitto. La vittima era l'amante della solita signora belloccia il cui marito è il primo indiziato (cornuto e consapevole, come sempre in Derrick). E' completamente attorno a lui che ruota l'episodio: personalità contorta, alterna momenti in cui è il classico stoccafisso derrickiano con lo sguardo perso nel vuoto ad altri in cui spara risposte del tutto illogiche o non consequenziali. E' un bel personaggio però, capace di far andare in pappa anche il cervello metodico dell'ispettore. Pare chiaro che il colpevole sia lui (anche se all'inizio non si vede chi ha sparato, Harry spinge subito per la soluzione più semplice), ma mancano le prove e Derrick nemmeno ci pensa a cercarle. E' completamente impegnato a capire l'uomo, e quando una bella domestica squinzietta va a sostituire la vecchia governante scappata di casa comincia un bel duello dialettico tra l'uomo e la giovane (due caratteri opposti). Insomma, un episodio che punta tutto sulla psicologia dei protagonisti e a suo modo riuscito (perfetto per il ruolo l'attore che interpreta il presunto killer), anche se il finale con rivelazione appare posticcio e raffazzonato, a testimoniare che di giallo qui c'è ben poco... (Zender)
** Stendiamo un velo pietoso sull'indagine (praticamente inesistente) e aggrappiamoci ai personaggi, che almeno danno un perchè all'episodio (lui, con sguardo allucinato, spesso perso nel nulla, quasi più morto dell'amante della moglie; una sorta di Norman Bates, ma più letargico. Lei: giovane domestica, carina, piena di vita, anche troppo, quasi logorroica, che forse un proiettile lo meriterebbe, se non altro per farla tacere). Tolti loro due, ci resta un Derrick al minimo sindacale e una sceneggiatura troppo risicata. Comunque, vedibile. Nota di merito per l'ex domestica, terrorizzata, che quasi vola dalle scale per andarsene il più in fretta possibile. (Puppigallo)

*** Il classicissimo trio malefico: lui, lei e l’altro. Quest’ultimo morirà sin dai primi istanti dell’episodio con un colpo di fucile. La vicenda si sposta in una bella villa antica (più volte usata nei Derrick) e sul sospettato più ovvio, cioè il marito tradito. Un uomo di ghiaccio, di una calma inquietante… persino Derrick si domanda (conversando con Harry del sospettato): “Dov’è la sua mente? Nel nulla? Vaga nel buio? Senza alcuna direzione?”; il solerte Harry (imbolsito all’interno di un giubbotto di renna) lo incalza dicendo: “Allora come procediamo?” (solito ruolo passivo), Derrick: “Procediamo con le indagini sul luogo del delitto: voglio occuparmi personalmente di lui”. Così vedremo Stephan Derrick che ciondola nella vita del glaciale uomo, fino a quando nell’episodio compare un raggio di luce: una seducente biondina (Babette) assunta come servetta di casa… Risoluzione del caso abbastanza intrigante seppur (come al solito) basata su ovvietà. Non male.  (Markus)


259. RAGAZZA AL CHIARO DI LUNA (Mädchen im Mondlicht)
** L’incipit è dei più classici: night club, musica, tette al vento. Una tipica serata bavarese di quelle che tante volte abbiam visto in Derrick. E non è nemmeno strano che poi, d’improvviso, ci scappi il morto, il quale naturalmente è il losco padrone del locale, odiato da tutti. La particolarità sta nel fatto che la moglie di questo pessimo elemento è una donna raffinata e delicata, amante dell’arte e pittrice a tempo perso. Il quadro a cui sta lavorando è la ragazza al chiaro di luna del titolo, che subito cattura l’attenzione di Derrick. Harry non ne capisce il motivo, e non a caso viene di fatto emarginato, lasciato a sbrigare le soliti inutili pratiche d’ufficio dal collega (molto più addentro al caso). Derrick comincia a conoscere bene anche la figlia della guardarobiera del locale, una graziosissima bionda dal cuore tenero che lavora in un centro sociale assieme a Ingo, amico di vecchia data dell’ispettore, e si farà un’idea delle persone che gravitavano attorno al proprietario del night. Episodio non troppo interessante, rivitalizzato da qualche pregevole nudo femminile ma che soffre di una sceneggiatura attendista e di una regia debolissima. E poi basta con questo manicheismo da quattro soldi: il morto è il male impersonificato, cui tutti guardano con disprezzo nessuno escluso, mentre la ragazzetta sexy pare il simbolo stesso dell’amore universale. Non parliamo poi del finale con confessione, che più che mai toglie le castagne dal fuoco a un Derrick che a chiudere il caso proprio non ci pensava (e come avrebbe mai potuto?). (Zender)

**! In un night club, un cliente abituale italiano scopre il corpo senza vita del padrone del locale, un brutale individuo che tutti temono ma che nessuno - moglie compresa - sembra amare. Domina la componente femminile, grazie soprattutto a tre attrici di livello del cinema tedesco (le due Körner, madre e figlia, e Christine Buchegger) intorno alle quali si svolge l'azione, con un Derrick molto umano e, a tratti, apparentemente poco interessato a risolvere il caso. Efficace e piuttosto rara la descrizione della routine notturna di un centro di assistenza sociale in cui si svolge parte dell'azione. A conti fatti, un buon cast di comprimari arricchisce un episodio altrimenti piuttosto prevedibile. (Eresiarca)

** Nei primi quindici minuti: locale notturno - in odore di bordello - con spogliarelli (vedremo fulminei nudi integrali); un anziano pianista decadente, con al seguito una bella spogliarellista; clima torbido; avventori italiani probabilmente mafiosi e, dulcis in fundo, l'accoltellamento mortale del temuto proprietario del suddetto luogo ameno. Saremo poi in un centro sociale per derelitti e nello studio di una pittrice (la moglie del morto); è qui che Derrick, davanti a un quadro, sarà preso da una strana fantasia - quasi una visione, che lo accompagnerà nell'indagine; Harry non lo segue - e sarebbe stato difficile, l'ispettore è rapito nell'incomunicabile. L'episodio è goloso, pur se la qualità non raggiunge la sufficienza piena (soffre di artificiosità in sceneggiatura, alcuni snodi non convincono); in ogni modo gode di una sfilza di momenti memorabili che delizieranno senz'altro il derrickiano impenitente. (Faggi)


 
260. ECO DI UN OMICIDIO
 (Mordecho)
Detenuto (un caso di cui si occupò Derrick a suo tempo) esce di prigione dopo 15 anni e una voglia inestinguibile di estenuare Derrick e lo spettatore con i suoi rimorsi e i suoi silenzi. L'ispettore, che accetta i continui inviti a cena o in albergo dell'uomo, dà vita con lui a dialoghi di una noia indescrivibile. Persino Harry, che li ascolta in seconda battuta dai racconti di Derrick, pare distrutto. Quando Stephan parte colla teoria dell'eco dei morti (suggeritagli dall'ex pisichiatra dell'ex detenuto) il collega, lo si capisce dall'espressione, è sfinito e tace demoralizzato, come a dire "perché ho scelto questo lavoro?". La cosa particolare è che il protagonista, appena uscito di galera, viene mantenuto da ricchi signori di cui lui inizialmente non vuol parlare. Perché lo pagano? Lo vedremo. Ma per capire dove l'episodio vuole andare a parare toccherà sorbirci incontri di rara inutilità con detti signori, flashback sempre uguali e un finale che, a ben vedere, è una vera liberazione. Derrick decisamente pronto per la pensione. Su che manca poco... (Zender)

*! Ci risiamo con l'assassino che ha scontato la pena e esce, rifinendo tra le grinfie di Derrick, che lo tiene d'occhio visto che nell'indagine che aveva portato al suo arresto c'erano dei punti oscuri (poteva essere coinvolto qualcun altro; e il fatto che l'ex detenuto venga coperto di soldi appena fuori dalla prigione, contribuirà a far insospettire ancora di più un Derrick quasi pensionato). Non c'è praticamente nulla di nuovo, a eccezione dell' "eco dei morti" (concetto che viene ripetuto più volte e che appassiona lo stesso Derrick), elaborato da una sorta di scienziato che si occupa di assassini e della loro psiche. Comunque evitabile, pur con un Derrick piuttosto riflessivo e quasi comico involontario: “Se potessimo sentire l’eco di tutti i morti, il mondo dovrebbe tapparsi le orecchie”. Ah, segnalo anche un valigicidio a sangue freddo. (Puppigallo)


261. LA STANZA VUOTA (Das leere Zimmer)
** Un uomo torna nella sua auto (che aveva lasciata aperta) sotto la pioggia e ci ritrova dentro una mignotta di passaggio, che gli chiede di potersi riparare. Se la porterà a casa, le farà fare una doccia ma poi la manderà via. Il giorno dopo la donna viene trovata morta e l'uomo, di sua spontanea volontà, decide di andare da Derrick a raccontargli tutto, dimostrandosi di una servizievolezza esemplare con la polizia. Il fatto è che spunta fuori che la moglie di questo cittadino modello, prima di scomparire misteriosamente, era a sua volta ben poco seria e si ripassava tutti i colleghi d'ufficio di lui. Buona l'interpretazione del sospettato, che inizialmente sembra non avere alcun segreto e invece...  La stanza del titolo è quella dove abitava la moglie scomparsa e che è stata svuotata di ogni mobile, mentre è divertente seguire come i colleghi del poveruomo, porcelloni incalliti, gli chiedevano tranquillamente di potergli trombare la moglie poiché pareva assai disponibile. Se non fosse per un finale davvero tirato via e deludente come pochi non sarebbe un brutto episodio; per qualche particolarità ( e per l'atteggiamento del protagonista, in alcuni casi) si aggancia pedrsino al Poe del "cuore rivelatore". Buona la prima parte, in calando la seconda. Peccato... (Zender)

*** La trama è originale e intrigante, sebbene utilizzi il solito leitmotiv del cornuto inetto e passivo. L'interpretazione del protagonista è ottima, il duello psicologico che ingaggia con l'ispettore è godibile fino al cedimento finale. Spettacolare la battuta beffarda rivolta da Derrick al protagonista dopo che un esercito di poliziotti gli ha rivoltato la casa da cima a fondo: "Detto tra noi, lei non era neanche obbligato a farci entrare". (Kozincev)


262. LA DOLCE RIEKE (Riekes trauriger Nachbar)
*! Una bella giovine viene trovata morta sulla panchina del parco. Chi era? Derrick entra in scena bello incartapecorito e sbaglia subito strada (deve reindirizzarlo Harry, che peraltro sparirà nel nulla poco dopo senza fare più ritorno). Qualche domanda a un vicino paraplegico della vittima e partono i flashback, che saranno una costante dell'episodio e che ci mostreranno in alternanza la giovane quand'era viva e la di lei sorella che accompagna Derrick nelle indagini. La prima rivive nei ricordi di chi la conosceva e la descrive come una ragazza solare, piena di vita, la seconda comincia a conoscere la sorella esattamente come Derrick (si erano separate da piccole) e a chiedersi chi possa averla uccisa. Finale davvero spiazzante ma che ci fa riflettere su quanto tempo da perdere abbia Derrick...  Il soggetto era quindi piuttosto interessante, ma la realizzazione è pedestre e rende il tutto ampiamente dimenticabile. (Zender)


263. IL DIFENSORE (Der Verteidiger)
*** Un imprenditore che sfratta inquilini a destra e a manca, quasi per hobby, e che per due volte ha subito un tentativo di omicidio è accusato di aver ucciso un uomo di fronte a casa. C'è proprio una testimone (era ferma in auto lì davanti) che dice di averlo visto sparare. Peccato si scopra che la donna è una delle tante vittime, già con le valigie in mano, del cinico sfrattatore. Un giovane avvocato rampante si occupa di difendere l'accusato e per prima cosa comincia a tampinare l'unica testimone facendo perdere le staffe a Derrick, che vorrebbe invece proteggerla. Gran parte dell'episodio si regge sui dialoghi tra Derrick e l'avvocato, una sfida malcelata che però avrà un esito imprevisto, con un colpo di scena piuttosto ingegnoso (per quanto magari non così facilmente realizzabile) che dà all'episodio una marcia in più. Ottima performance del cast (in particolar modo dell'avvocato), sceneggiatura ben scritta, personaggi azzeccati. Niente di trascendentale, ma se non altro ci vengono risparmiate certe soluzioni tortuose in cui a volte il telefilm scade. (Zender)

**! Forse il titolo più giusto sarebbe stato "Un caso umano", viste le condizioni psichiche della testimone, oppure "Un caso di coscienza", osservando l'avvocato. Si tratta comunque di un episodio particolare, dove Derrick ci prende poco, Harry esordisce con un dialogo fiume (non è da lui) e, soprattutto, le cose non vanno certo come dovrebbero, nonostante l'avvocato (fantascientificamente colpito da rimorso... ah ah ah) cerchi persino di metterci una toppa malcucita, ma sufficiente a far abdicare un Derrick investigativamente in barca. Non male, dopotutto. (Puppigallo)


264. L'ULTIMA LUCE (Das dunkle Licht)
*! Ci si riaggancia ad un caso insoluto di dieci anni prima: rapina a un furgone portavalori con tre colpevoli. L'unico a finire in carcere si becca l'ergastolo ma lo liberano ora per semicecità (vede qualcosa solo con la coda dell'occhio) e Derrick gli piazza subito in casa una finta (e bonissima) domestica, riconosciuta subito dall'ex ergastolano come poliziotta. Lo sa lui, lo sa Derrick, lo sa lei e il simpatico trio pare andare quasi d'amore e d'accordo: lei riferisce cosa fa lui, lui le chiede cosa ha detto a Derrick, Derrick dice a lui cosa le ha detto lei, esilarante! Però ci sono il bottino scomparso di dieci anni prima da ritrovare (un topos poliziesco abusatissimo), i vecchi soci da scovare e c'è da analizzare lo strano comportamento del cieco (che guarda sempre di traverso): che vuol fare? L'ispettore e Klein cercano di capirlo, ma non è facile. Un gioco a incastri piuttosto stuzzicante, sulla carta. Ma l'ultima parte delude ogni aspettativa e fa ripensare amaramente alla regia stanca che penalizza molto l'episodio. Ben poco accade e la sceneggiatura segue senza guizzi un soggetto che male sfrutta lo spunto curioso. Da dimenticare senza remore... (Zender)


265. IL TESTIMONE KARUHN (Zeuge Karuhn)
*! Un caso semplice semplice: un uomo uccide il suo socio in affari che si fa troppi scrupoli, ma non si accorge che qualcuno ha visto il delitto da nemmeno troppo lontano. Fortuna vuole che il testimone sia un barbone che di fatto non parla e si esprime al massimo facendo cenni col capo (sì... no....). Persino quando questi dice di riconoscere l'omicida Derrick sa che portarlo in tribunale sarebbe quasi un autogol. L'intera puntata è volta quindi a descrivere i tentativi di "risvegliare" il poveraccio dal suo stato di semicoma, con l'ispettore che ripetutamente allarga le braccia in segno di resa: irrecuperabile. Pure lo psicologo della polizia fallisce: il testimone (di cognome fa Karuhn) è un caso limite. La figlia della vittima lo accoglie in casa, cerca di reinserirlo, lo fa dormire nella depandance. E' come una puntata di Portobello: si riuscirà a fargli aprir bocca per testimoniare? Ritmi lentissimi. Non basta la buona interpretazione del personaggio cardine (molto simile a Bruce Willis, peraltro) per salvare l'episodio, che si avvia verso un finale scontato. Niente indizi, nessun mistero: poco a che vedere col giallo. (Zender)


266. BLEICHRODER E' MORTO (Bleichröder ist tot)
*! Bleichroder muore subito: rientra a casa e gli sparano da un auto. La madre non fa una grinza, la fidanzata ammutolisce, un collega di lavoro pure. Di fatto, nessuno pare dispiaciuto della cosa: la madre gli dà dello spietato senza cuore, la fidanzata si scopre essere stata da lui seviziata... Insomma, Bleichroder è morto ed è un bene per tutti. Ma Derrick deve pur farlo il suo dovere, per cui comincia le indagini assieme a una collega psicologa che lo aveva accompagnato in una di quelle seratine dove va ad ascoltare musica da camera e Harry lo interompe sempre causa cadavere fresco. Stavolta però la psicologa non molla l'osso e l'ispettore se la deve tirar dietro anche negli interrogatori. Primo effetto? Ogni dialogo, già tirato per le lunghe, si appesantisce con nozioni di psicologia spicciola e tediose sfide verbali con l'interlocutore. Uno di quegli episodi che mettono a dura prova la resistenza dello spettatore, in cui un sedicente regista teatrale dalle clamorose orecchie a sventola s'impegna ad essere persino più pesante di chi gli sta attorno. Si salverebbe il finale a sorpresa, a suo modo geniale, ma è tutto talmente rallentato che ci si accorge che non era male solo dopo 10 minuti che è tutto finito... Da ricordare il bonario rimprovero al solito infingardo di Berger, che l'ispettore cerca una volta di più di risvegliare dal torpore. (Zender)


1997 (STAGIONE 24):


267. UN PICCOLO CONTO IN ROSSO (Eine kleine rote Zahl)
*** Resa dei conti in in un bar malfamato: il killer, uno spacciatore di colore, scappa inseguito dalla polizia (che non l'ha visto in faccia) e monta sull'auto di uno che passa. Sorpresa: l'uomo è mezzo ubriaco e comincia subito un bel dialogo coll'assassino, che arriva a proporgli di fargli da testimone per crearsi un alibi. L'uomo, un figlio di papà alcolizzato, accetta in cambio di 10.000 marchi di dire che il killer era con lui al momento del delitto. Derrick non gli crede, ma il testimone comprato regge bene il gioco. Colpi di scena a ripetizione per un episodio costruito attentamente, molto ben recitato dal figlio di papà e ricco di personaggi secondari stuzzicanti. Davvero in più punti si rischia di restare a bocca aperta (ben tratteggiata anche la figura del padre ricco) e il finale, per quanto sbrigativo, chiude bene una puntata all'insegna dell'imprevisto (l'argomento droga resta sullo sfondo). Derrick pare poter fare poco (Harry non ne parliamo), perché il gioco è tutto nelle mani del testimone inatteso. Uno dei più rimarchevoli episodi dell'ultimo stanco periodo. (Zender)


268. IL CONFRONTO (Gegenüberstellung)
** Una donna sequestrata viene uccisa, ma un poliziotto riesce a vedere bene in faccia l'assassino. Ne fa un identikit e Derrick grazie a quello riesce quasi subito a trovare l'uomo. Si organizza un confronto all'americana, ma il poliziotto riceve a casa una foto che gli fa capire come se parlerà gli uccideranno la figlia. Al confronto, quindi, il poliziotto tace e Derrick non ci capirà più niente. Si sviluppa così una puntata dominata dalla tensione e dalle indecisioni del giovane poliziotto, il cui amore per la propria figlia impedisce di fare ciò che dovrebbe. Niente a che vedere col giallo insomma, semplicemente la storia comune di un uomo ricattato che non sa come agire. Bella invece la figura del suo collega in polizia, che capisce la situazione ma a sua volta non sa come comportarsi. Un Derrick meno sveglio del previsto (che di ricatto si trattava lo doveva capire immediatamente dopo il confronto a cui fa riferimento anche il titolo), un Harry presente e "sul pezzo" ma un protagonista poco convincente, che non riesce a far trasparire come dovrebbe l'umanità del personaggio. Si è visto comunque di peggio, nella serie, e il finale aperto non è male. (Zender)

** Due poliziotti non riescono a sventare l'omicidio di una giovane donna, tuttavia uno dei due vede in faccia l'assassino. Sembrerebbe scontato il fatto che il giovane pubblico ufficiale lo faccia arrestare, e invece... I due colleghi sono i veri protagonisti dell'episodio e la loro relazione fatta di cameratismo, sostegno e protezione - anche contravvenendo al dovere - è certamente il tratto più interessante della storia. Per il resto, Derrick e Harry sembrano muoversi più per senso del dovere che per interesse nel caso mentre gli altri comprimari non vengono caratterizzati in maniera particolarmente rilevante (Eresiarca).


269. IL LUOGO PERDUTO (Verlorener Platz)
*! Grande amore in apertura: lui anziano ama lei splendida giovane. Baci e bacini, ciao vengo a prenderti al lavoro sì va bene a dopo. Ma il dopo non c'è: qualcuno ammazza la bellona e lui cade in uno stadio vegetativo tipicamente derrickiano. E' a questo punto che salta fuori l'ex moglie, anziana come previsto e precedentemente mollata in favore della carne giovane, lei e tutti i tre figli, bamboccioni dallo sguardo perduto nel nulla. Approfittando dell'inerzia dell'ex marito sconvolto, la donna gli si ripiazza in casa con l'allegra famigliola e ci fa capire che se serviva un movente... Derrick difatti non ci mette molto a fare 2+2 e comincia a far ciò che ama: perde tempo con vacui interrogatori, si fa invitare a cena sperando evidentemente in ricchi pranzi luculliani (la famiglia è agiata), accompagna la donna in giro e al negozio di cui il marito è proprietario, abbozza quattro stuchevoli considerazioni con Harry in ufficio (da lì ormai il collega non si schioda). La donna, giusto per aiutare ancor di più l'ispettore, parla della casa come di un luogo da idealizzare, ma come sempre a dare la necessaria svolta è il reo confesso, a chiudere tristemente un episodio non proprio inguardabile ma certo tutt'altro che esaltante. (Zender)


270. IL CANTO DEGLI UCCELLI NOTTURNI (Gesang der Nachtvögel)
** Hanno trovato il pollo: una setta simil-new age fanatica dell'intelletto (e capace di pensieri di rara inconsistenza, fumosi come pochi) fa la conoscenza del classico figlio di papà, il cui padre è il ricchissimo proprietario di una grossa ditta di elettronica e lo opprime ritenendolo non senza ragione un idiota ("detesto gli stupidi e ne ho uno in casa..."); loro glielo ammazzano (il padre) e subito si fa avanti un avvocato per gestire al fessacchiotto la cospicua eredità. Il pollo ci casca in pieno, ovviamente, ma ci pensa Derrick ad aprirgli un po' alla volta gli occhi, mentre la ragazza vaneggia di utopie guidate dalla mente e scrive musica (tra cui l'inenarrabile canzone che dà il titolo alla puntata, il cui testo meriterebbe di essere trascritto in qualche toilette). La puntata in realtà non sarebbe nemmeno così male, mescolando un'indagine piuttosto interessante (non si capisce subito a cosa punta la misteriosa setta) a momenti di comicità involontaria da non sottovalutare (in questo senso la preghiera finale di Derrick al bar, che si rivolge direttamente a nostro Signore chiedendo che protegga i due piccioncini, è esemplificativa). Tuttavia la solita lentezza, la fissità negli sguardi della ragazza e la "coppia d'azione" ormai invecchiatissima (quando vediamo i due in ufficio stravaccati sulle sedie con Harry che si lascia andar a brontolii e sbuffi immaginiamo che manchi davvero poco alla pensione) non la rendono poi certo indimenticabile... Ad ogni modo la voglia di costruire ancora quanlche buona storia c'è, da parte dello sceneggiatore. (Zender)


271. FINE DI UN INCUBO  (Fundsache ANJA)
** Padre ubiacone e maialone molesta la bella figlia adolescente, che giustamente quando quello beve non ha il coraggio di rincasare. In una notte in cui papà ha proprio voglia e fuori fa freddo, la giovane non può tornare e trova rifugio in una baracchetta d'un giardino il cui proprietario, uno scrittore, la farà entrare in casa al calduccio, finendo con l'interessarsi al suo caso (con conseguenti ovvi intenerimenti). Quando 4 settimane dopo viene trovato morto accoltellato il maialone Derrick sospetta subito del buonuomo, il quale perderà ore a raccontare cosa è successo e cosa non è successo ammazzando la dinamicità della puntata. Ad ogni modo la storia è se non altro scritta decentemente e i personaggi che intervengono sono interpretati con umanità e realismo. Poi certo, la ragazza traumatizzata spiaccica come previsto quattro parole in tutto, la madre poche di più, la sorellina minore fa giusto un paio di comparsate. S'è visto di peggio, anche se nel finale l'abbiocco è comunque garantito. (Zender)

*** L'elemento narrativo che caratterizza l'episodio è la scansione in due parti, con un racconto lineare nella prima e a flashback nella seconda. Il realismo tipico della serie qui raggiunge una delle vette drammatiche, cui fa da contrappeso una tenera e struggente storia d'amore. Le lacrimevoli vicende sono rese credibili dall'ottima prova del cast: dalla tormentata protagonista al padre selvaggio e ferino (che fa pensare al "mostro" Pacciani). Derrick ascolta e attende con pazienza che la matassa si sbrogli da sé, Harry si vede poco. Non intriga come giallo, ma la storia turba ed emoziona. Da vedere. (Kozincev)


272. L'INFERNO IN TESTA  (Hölle im Kopf)
** L'omicidio è già avvenuto, quando l'episodio comincia. E' morta una bambina, e il nonno della piccola è arrivato dalla Spagna a Monaco per trovare gli assassini: un uomo tutto d'un pezzo, duro e dallo sguardo torvo. Subito capisce che se lascia le indagini a Derrick non ne verranno a capo (il nostro brancola nel buio, come suo solito), così comincia a darsi da fare. L'ispettore e Harry lo assecondano, in più gli appioppano una psicologa che lo tenga sotto controllo perché capiscono che tanto tranquillo non è ("Ho l'inferno in testa" dirà alla donna, che intanto se ne va a cena con Derrick a filosofeggiare). Salta fuori una signora che lavora nel porno e finalmente le indagini cominciano a dare i primi frutti... Finale soddisfacente, una volta tanto, anche se l'episodio non si fa granché ricordare. E' comunque molto bravo il nonno (giovanile) protagonista: è sulla sua figura che si regge la storia. Magari poteva essere meno pedante coi suoi filmatini della nipotina col pony, ecco... Al pub risuona la "Run to you" di Bryan Adams). (Zender)

*** Episodio fortemente drammatico, che ruota intorno al tema della vendetta, epilogo (quasi) scontato quando la crudeltà e l'ingiustizia sono intollerabili. Il vecchio Terza è il vero protagonista: Derrick gli lascia quasi totalmente campo libero limitandosi a mettergli alle costole la bella Sophie e a tentare di rabbonirlo con sagge quanto vane parole. Come spesso accade in Derrick, dopo un inizio in sordina la tensione cresce fino a raggiungere l'acme nel bel finale. Il buon Stephan stempera le preoccupazioni di Sophie con impagabile galanteria: "Il tuo inferno non è una condanna, ci sarebbe la fila per entrare". (Kozincev)


273. LE NOTTI DEL CAPPELLANO (Die Nächte des Kaplans)
*** Il giovane cappellano del titolo ha messo un'inserzione sul giornale in cui si chiede di telefonargli se si ha intenzione di suicidarsi. E infatti appena lo chiamano (sempre di notte pare) lui comincia l'operazione di dissuasione mentre si veste immediatamente tipo pompiere di turno e parte per tentare di salvare il chiamante. Una notte gli telefona un uomo ricco che annuncia di volersi suicidare: lo farà, ma a quanto pare non si tratta affatto di suicidio e al povero cappellano Derrick svela di essere stato usato quasi come alibi "umano". Un delitto ben architettato insomma. L'ispettore e Harry (che pare non apprezzare troppo la pur lodevole idea del cappellano, a differenza del più comprensivo Stephan) indagano. Nonostante il poco invitante titolo (che pare più un sequel di Uccelli di rovo e che pure i rovi vengono citati nella puntata), si tratta di un episodio ottimamente congegnato, in cui Derrick capisce subito che lo si vuole menare per il naso (un mancino non si spara con la destra) e assieme al cappellano (sempre con lui durante le indagini) stupisce per un paio di inutizioni da poliziotto vero! Anche il finale è piuttosto imprevedibile ed è buona la descrizione psicologica dei personaggi. I colpevoli non fanno nulla per apparire intristiti dalla morte del congiunto e quando Derrick li va a trovare si comportano come se fosse Carnevale. Mah... Vista la presenza di un ecclesiasta, la puntata all'immancabile night con donnine allegre poi non poteva mancare, per dare un po' di pepe in più... (Zender)

**** La miglior puntata dell'ultima stagione, per distacco. Trama avvincente, notevoli intuizioni. Ben tratteggiati i personaggi, a cominciare dall'ingenuo cappellano. Immancabile, come in ogni episodio che si rispetti (specialmente negli anni '90), la presenza di spunti o inserti teatrali (qui il vecchio e istrionico attore). Da vedere. (Kozincev)


274. LA FINE DI OGNI SPERANZA (Der Mord, der ein Irrtum war)
Dopo aver azzoppato una bella gnocca in piena ubriachezza molesta al volante ed essersi per questo beccato 5 anni, un uomo esce di prigione e lo accoppano nel giro di qualche ora. I sospetti indicano subito la ragazza paralitica, che gliel'aveva giurata da tempo, ma quando Derrick va lì per annunciarle la notizia, questa scoppia in pianti. Ma come? La mamma non capisce la reazione, l'ispettore figurarsi... C'è sotto qualcosa. E infatti... Le indagini portano a poco. Derrick lascia spesso Harry alle pratiche d'ufficio (adesso quello non risponde nemmeno più al telefono: anche quando chiedono di uno dei due lui passa subito la cornetta all'ispettore, in perfetto stile da statale indolente) e prova a capire lo strano stato d'animo della ragazza. Il top del trash lo si raggiunge in una inattesa, lunga scena d'amore al ralenti che riecheggia la più squallida delle telenovele. E quando nessuno si ricorda più che ci sarebbe da cercare il colpevole naturalmente quello casca come un pero tra le braccia di Derrick, che nemmeno a parole lo perdona. Ach, teteschen cuore di pietra! (Zender)


275. LA LEGGENDA DI KOKOPELLI (Das erste aller Lieder)
*! Ben poco c’entra Kokopelli, un suonatore di flauto che bazzica un bar dove i proprietari vengono avvicinati da due spacciatori che pretendono di usare il locale come copertura. Il flautista prende il suo nome da un semidio americano, ma a noi cosa interessa? Nulla, perché la storia la fa un ragazzotto che ha perso il fratello, morto per overdose nella toilette del suddetto bar. L’episodio segue soprattutto lui, che decide di occuparsi di una eroinomane per “riparare” al fatto di aver lasciato morire il fratello (ma la colpa è del padre, che lo cacciò di casa senza dire nulla ai figli, all’epoca lontani). Le crisi di astinenza, i pianti… Nel frattempo qualcuno uccide i due spacciatori che diedero l’eroina alla vittima, ma Derrick e Harry non muovono un dito: sanno bene che il colpevole come sempre gli cadrà tra le braccia e lo dicono chiaro. E infatti… l’unico prezzo sarà il sopportare la storia della noiosissima leggenda del titolo da parte dell’assassino, poi subito i titoli di coda. Insomma, il solito episodio a base di droga, rimpianti e conflitti familiari (il padre è un bel personaggio comico). Divertenti Derrick e Harry che si abboffano di wurstel mangiando con le mani e parlando con la bocca piena. Domanda: com’è che quando trova i due morti Berger chiama al telefono Harry e non Derrick? (Zender)


276. IL VIOLINO SPEZZATO (Pornocchio)
*! Un pornodivo (il Pornocchio del titolo originale, chiamato così perché ce l’ha lungo come il burattino di Collodi) viene ammazzato per strada. Derrick va subito a interrogare il produttore per il quale lavorava e viene in contatto con la partner della vittima (gran fisico, naturalmente), con la quale legherà molto. Sarà lei a raccontargli come Pornocchio (lo chiamano proprio tutti così) si era innamorato di una ragazzetta tra lo scherno di tutti, abituati a vederlo come un semplice animale da monta (non aveva sto gran cervello, a detta dei conoscenti...). E allora ecco che la puntata si trasforma, col dilagare della storia d’amore impossibile, in un melò patetico che comprende gite in barca sul fiume, passeggiate al parco... Il simpatico ambiente del porno, col quale sembrava che Derrick s’integrasse bene senza condanne morali di alcun genere, diventa marginale e la noia prende facilmente il sopravvento. Anche perché Derrick è anziano, stanco e si vede... (Zender)


1998 (STAGIONE 25):


277. VERA (Die Tochter des Mörders)
** Ennesimo ricatto mafioso a un ristoratore che decide di reagire e si becca la pallottola di rito: il killer se ne scappa via, ma passa di casa giusto per ricevere gli insulti dell'incazzosa moglie e salutare la figlia, Vera, un'adolescente ovviamente turbata dalla situazione e pericolosamente vicina ai vegetali derrickiani tipici. Derrick s'impietosisce e si dedica a lei piazzandola dall'amica di turno (tale Lara), ma i mafiosi lo braccano. Il killer rivuole la figlia indietro e Lara non aiuta lasciando scorrazzare in bici Vera neò circondario senza problemi (giustamente Derrick la rimprovera). Indagini nulle, qui si tratta di aspettare che il babbo torni a riprendersi Vera e di pizzicarlo. Ma quello minaccia via telefono, spara alle finestre di Derrick e insomma, l'ispettore ormai c'ha un'età... Di certo al distretto non lo aiutano granché, visto che il solito Berger non ne combina una giusta (nemmeno è capace di scrivere a computer correttamente i nomi che gli dettano) e Harry gli fa capire di darsi una calmata che non è il tutore della ragazzina. Rendez vous sbrigativo in garage e finale da volemose bene che chiude un episodio modesto, stanco ma non del tutto disprezzabile. Certo con il giallo con c'entra poco... (Zender)

** A seguito dell’omicidio di un proprietario di un ristorante italiano da parte di un estorsore mafioso, l’assassino fugge e abbandona la figlia di nome Vera nel suo appartamento. Derrick si attiva per dare a Vera una casa e una persona che la possa accudire e rintraccia una sua amica (Lara) che la dà un valido aiuto ospitandola in casa.  Dopo un po’ di tempo, il padre inizia ricercare la figlia e lìi inizieranno i guai… Episodio piuttosto incredibile, pur con momenti diciamo efficaci, specie sul finale. Un po’ bolso il tutto: forse  Derrick ha più voglia di curar bambini che investigare; d’altronde la sua età era ormai più da carrozzella con nipotino al parco che da ispettore… (Markus)

**! Il proprietario del ristorante italiano "Cremona" non vuole pagare il pizzo e viene ucciso. L'assassino dapprima fugge poi vuole riprendersi la figlia che aveva abbandonato. Episodio che si suddivide in tre parti: i primi venti minuti, forse i migliori, raccontano bene le dinamiche di violenza, psicologica e reale, tra mafiosi "protettori" e vittime spesso impotenti. Quindi un lungo intermezzo incentrato sull'umanità di Derrick che prende a cuore il caso della figlia dell'assassino, nonostante i costanti borbottii di un poco empatico Harry. Infine il finale, persino movimentato per gli standard delle ultime stagioni. Tutto sommato un buon episodio, in cui il buon ispettore deve affrontare un avversario piuttosto scomodo: la distanza generazionale con Vera, le complicazioni e i fraintendimenti che ne derivano. (Eresiarca)


278. UNA DONNA SOLA (Anna Lakowski)
** Rapina in appartamento, col proprietario che tenta inutilmente di ribellarsi e lo spanciano. La domestica assiste e vede in faccia uno dei due ladri. Portata in distretto prova a ricostruire l'identikit e fallisce, ma Derrick capisce che comunque è meglio proteggerla e la fornisce di cellulare per chiamarlo. Lei ne abusa perché è la donna sola del titolo, e per l'ispettore ha un debole (quando Harry gli vuole spiegare come funziona il telefonino lei chiede che a spiegarglielo sia Derrick). Harry conclude presto che la signora è pazza, e lo ripeterà a tutti durante la puntata. Intanto un informatore individua dei sospetti in un night ricolmo di donnine nude (tra cui pure la sua fidanzata): tette al vento (e non solo) al ritmo di "Every Breath You Take" dei Police. Derrick ci conduce pure la triste domestica innamorata, che si domanda dove questi l'abbia portato... L'interesse della sceneggiatura sta tutta nella descrizione della donna sola e del suo rapporto con l'ispettore, con lunghe tirate sulla figlia della donna che studia al collegio. Derrick così la piazza dall'amica psicologa per tranquillizzarla, ma lei scappa. Ritmi lenti, una tenera love story abbozzata tra i due con cenetta al ristorante. Ci si risolleva però nel teso finale al parco con laghetto e pagoda, obiettivamente il massimo della tensione possibile, considerato che siamo alla fine della serie. Ci scappa pure il morto... (Zender)

** La triste solitudine di una domestica viene interrotta dall'omicidio del padrone. Mentre del morto ce ne scordiamo quasi subito, la donna in questione emerge sempre più come la protagonista dell'episodio, con la sua grande fragilità, anche mentale (si vedano i costanti riferimenti a una figlia probabilmente mai esistita) e il suo desiderio di attenzione che trova nel buon Derrick un bersaglio ideale. Uno degli ultimi episodi della serie, attori appesantiti e tanti capelli bianchi - o color mogano, nel caso di Harry - che mal si sposano con le numerose scene che si svolgono in un decadente night club, in cui si salvano solo la musica e, forse, un paio di ballerine. (Eresiarca)


279. IL RAPIMENTO  (Herr Kordes braucht eine Million)
**! Uno sformato padre di famiglia è sull'orlo del lastrico: deve pagare un milione di dollari se non vuole che la villa in cui vive con la madre e i due figli finisca all'asta. Decide di rapire così la giovane figlia di un riccastro, ma per ritirare i soldi del riscatto (niente polizia, mi raccomando, o la ragazza morirà)  sceglie un luogo insolito: la stazione di Monaco, dove ritirerà personalmente la valigia fingendo di averla trovata e di volerla consegnare agli oggetti smarriti. Un piano talmente assurdo che un ispettore capace avrebbe sbaragliato in un secondo. Ma Derrick è evidentemente alla frutta e con lui il buon Harry, che insieme progettano, per far confessare l'uomo, un piano ancor più idiota di quello del colpevole. Tra le due parti è difficile stabilire chi sia il più fesso, e la quantità di assurdità che permettono all'episodio di procedere non si contano. Alla squadra di folli si associano poi i genitori della rapita, che anche loro quanto a realismo e amore per la poveretta... Volendo accettare la sequela di ingenuità, comunque, se non altro non ci si annoia e lo spaesamento del rapitore lascia a suo modo il segno. Certo il finale ha veramente dell'incredibile... Scopriamo comunque che il caffè che fa Harry è, a detta del collega, "il peggiore di tutta Monaco". (Zender)

**! Un imprenditore è sull'orlo del fallimento. Per salvarsi dalla bancarotta organizza il rapimento della figlia di un miliardario e chiede a questi il riscatto di un milione di marchi. L’imprenditore dice al miliardario di lasciare la valigia con il denaro alla stazione ferroviaria di Monaco, ma quando ritira la valigia viene sorpreso da Derrick. L'uomo inventa che stava portando la valigia all’ufficio oggetti smarriti. Da lì inizieranno le indagini, che porteranno l’uomo incriminato a compiere degli errori… Episodio piuttosto angosciante e con un certo senso del ritmo. Debbo dire che lo stato d’animo ansioso del rapinatore è palpabile, pur con i limiti di una sceneggiatura piuttosto "stiracchiata" e adeguata all'evolversi degli eventi. (Markus)


280. LA VOCE DI ELISABETH  (Mama Kaputtke)
Un ornitologo, un po' come era capitato a John Travolta in Blow out, registra la lontana voce di una donna che viene uccisa "in diretta" nel bosco. E' Elisabeth, per l'appunto, che si scoprirà essere una prostituta. La vecchia madre della vittima arriva a Monaco dal paese e va dai due figli superstiti per scoprire che i tre, insieme, si davano allegramente a mignottaggio e ricatto. Una delusione che Derrick comprende, tanto che si scarrozzerà la donna in giro per le indagini lasciando Harry ad ammuffire in ufficio, alle prese coi soliti ritagli di giornale. Indagini stanche come lo è ormai Derrick, svogliato e pronto per la pensione. Il colpevole, al solito, gli cadrà dal cielo a due minuti dalla fine, in una confessione non richiesta che lascia di stucco pure l'ispettore: ma chi t'aveva accusato? Ragazzi, ve le andate proprio a cercare... (Zender)

* Episodio del crepuscolo della serie; non proprio riuscito, tratteggia morbosità (prostituzione, ricatti) ma senza incidere. Blando sia nelle indagini che nel disegno psichico dei personaggi, figurativamente insipido e narrativamente fastidioso nel finale (che è il momento peggiore: l'identità dell'assassino è disvelata maldestramente). L'ispettore sembra stanco e provato, Harry vegeta. C'è un riferimento a Cosa Nostra (che passa inosservato ed è comunque reso con superficialità). (Faggi)
 
*** Penultimo episodio, si colloca perfettamente nella stagione conclusiva per la prevalenza dei risvolti umani su quelli del classico giallo. Il ritmo è un po' compassato e lo sviluppo abbastanza prevedibile: a riscattare l'episodio sono la grande umanità di Derrick - che sceglie di defilarsi e lasciare la scena alla madre della ragazza -, la prova misurata e dolente della bravissima Sonja Sutter ma soprattutto il miracolo di tratteggiare con delicatezza storie e personaggi, senza scadere nel patetismo, che fa di questa serie un prodotto davvero unico nel suo genere. Considerando che il tutto avviene in una cinquantina di minuti, non è poco. (Kozincev)
 

281. ADDIO, ISPETTORE DERRICK
 (Das Abschiedsgeschenk)
*** Fondamentale. La serie si chiude con Derrick che viene promosso ad alti incarichi europei e lascia l'ufficio di Monaco. C'è un imprevisto però: qualcuno minaccia di rovinargli la cerimonia d'addio che dovrà presiedere annunciandogli che qualcuno proprio in quell'occasione lo farà fuori! La minaccia avviene da uno dei loschi tipi che Derrick ha messo al fresco e che, per una volta, sta ancora a marcire in prigione. Deve aver attivato le sue tante conoscenze, pensano in centrale, e incaricato qualcuno di uccidere l'odiato responsabile della sua condanna. Ecco così che anche l'addio al mestiere si tinge di giallo: Derrick non accetta di esser mandato in ferie anticipate dai suoi capi, non vuole una scorta e comincia le indagini di rito assistito dal fido Harry, interrogando i familiari del carcerato. Trova in questi grande ostilità, ovviamente, e nessuno pare voglia aiutarlo. Come uscire da quest'ultimo pericolo? Lo vedremo, ma l'interesse per una volta è tutto rivolto all'addio finale, che avviene tuttavia senza enfasi (giusto una lacrimuccia di Harry, un buffetto a Berger) e anzi un po' in sordina. La normalità innanzitutto, com'era giusto che fosse, nel pieno spirito della serie. Puntata ben sceneggiata e dialogata, correttamente interpretata ma che se non fosse per la sua importanza storica non si eleverebbe certo dalla media. Piacevole e niente più. Inutile dire che si aspettava un finale più scoppiettante.... (Zender)
 
*** Derrick è stato destinato a un importante incarico europeo (vista l'età sarebbe stata più logica la pensione, ma lasciamo perdere), ma un detenuto da lui spedito al fresco vorrebbe mandarlo al cimitero prima del tempo... Nemmeno al suo ultimo appuntamento la serie si concede uno strappo alla regola del basso profilo. Parlare di chiusura in tono minore sarebbe ingeneroso, dal momento che la puntata è senz'altro una delle più convincenti (o delle meno incolori) degli ultimi anni, però dopo venticinque stagioni e 281 episodi era lecito attendersi un epilogo più scoppiettante. Molto realismo, poca enfasi. Come sempre, insomma... (Nicola81)
 
***! Episodio pregevole, che chiude degnamente una serie di stupefacente e ammirevole longevità. L'epilogo è perfettamente in linea con le caratteristiche della serie: sobrio, sottilmente psicologico, con una vena filosofica mai pedante. Alzi la mano chi non si è un po' commosso insieme ad Harry nella sequenza finale. Addio Stephan. (Kozincev)

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