Tutti gli episodi di Derrick commentati! - Stagione 21

26 Ottobre 2009

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1994 (STAGIONE 21):


231. DIETRO L'IMMAGINE (Das Thema)
** Due giovani ladri d'auto vengono colti in flagrante da un povero padre di famiglia che li vede in faccia e giura che se lo lasciano andare non dirà niente. Accetteranno la proposta? Mah, uno dei due ragazzi lo vorrebbe, l'altro invece lo accompagna nel boschetto e lo stende. Nel frattempo la sorella del ladro "buono" deve dare l'esame di fotografia e pretende di seguire il fratello all'università e un po' ovunque. Derrick salta fuori solo a metà episodio con già in mano l'auto vista scappare dal luogo del delitto. Soluzione semplice, ma il nostro (a differenza di Harry, che spinge per l'arresto immediato e non pare proprio capire cos'ha in mente il collega) vuole andare più a fondo e beccare anche il complice (a un certo punto parla anche di "traffico internazionale"). Episodio tutto sommato discreto, senza guizzi ma scritto e recitato degnamente. Trama fin troppo lineare, ma in fondo è meglio così (anche perché Derrick non ha più l'età per seguire casi troppo strampalati: un bel colpevole servito sul piatto d'argento e si fa meno fatica!). (Zender)

** Una puntatina piuttosto semplice che si limita al compitino, onde evitare di complicarsi la vita con soluzioni più ardite. Il buon vecchio Reinecker evidentemente non ha trovato nulla di meglio del solito giovinetto immischiato in loschi affari e in preda ai sensi di colpa, fino alla salvifica confessione. Derrick tra l'altro non forza la situazione ed è più che attendista, placando i bollenti spiriti di Harry. Per fortuna i personaggi sono abbastanza convincenti, al pari della sceneggiatura. (Gordon)


232. DI NOTTE, MENTRE CORRE VERSO CASA (Nachts, als sie nach Hause lief)
*! Il marito-zerbino soffre per la moglie piacente e un po' mignotta (a voler esser gentili) che quasi ogni sera lo molla a casa sul divano con la copertina andandosene in un locale equivoco a rimorchiare. Ogni tanto va persino a prenderla, ma lei gli dice che fai qui, torna a casa e lui mogio obbedisce. E' uno straccio, vegeta anche in ufficio e quando chiede alla segretaria "ma mi ridono dietro?" lei risponde senza problemi "Sì, è così". Ama la moglie da impazzire, le permette tutto ma una notte qualcuno gliel'ammazza. Derrick e Harry si stupiscono subito dell'estremo zerbinaggio dell'uomo, ma capiscono che non può essere lui il colpevole e partono le indagini (ben fumose). Saltan fuori la sorella e il fratello del vegetale, il quale intanto, quando interrogato, spiaccica una parola al minuto tramortendo il ritmo già cloroformico dell'episodio. Per fortuna si ride, perché il personaggio è veramente uno spasso nella sua totale sottomissione a tutti. Purtroppo a livello d'intreccio c'è da mettersi le mani nei capelli, e il finale è altrettanto risibile. Peccato. (Zender)
 
**! Coniugi stravaganti quelli rappresentati in questa puntata: lei è senza mezzi termini una mignotta da antologia, lui un cornuto-zerbino e schiavo d’amore della consorte per così dire libertina. Tutte le sere la mogliettina esce per localacci danzerecci e rimorchia a più non posso cani e porci, mentre lui è a casa sul divano ad attenderla. Talune volte il cornutone va a portare il cappotto della “signora” fuori dal locale dove essa si dà ai bagordi, per far sì che non prenda freddo quando esce. Non so se avere pietà di quest’uomo... Una sera la moglie non torna perché viene uccisa, e qui scaturiscono delle indagini (come al solito abbozzate) del mitico duo di Monaco. Per confermare il sospetto che Derrick ha nei confronti di una persona, escogiterà un astuto tranello, nel quale (come da prassi) l’assassino cadrà. Abbastanza ridicola, la puntata si avvale però, a mio giudizio, di un discreto ritmo. (Markus)

** L'episodio (il cui titolo provvisorio poteva essere "Il cornuto e la ninfomane") è rovinato da un movente al quale si crede poco e dal finale mediocre (una trappola sbrigativa, organizzata da Derrick per incastrare l'assassino). Ma la parte iniziale, prima che comincino le approssimative e quasi inesistenti indagini, non è male; si disegnano con oggettività tipicamente tedesca l'amore folle del cornuto e il libertinaggio tragico e triste della ninfomane. Da quando entra in scena l'ispettore si almanaccherà sui vortici del piacere insoddisfatto, sulla paura e su altre e sparse amenità (con un approccio superficiale ma accattivante - in linea con lo stile della serie). Alla fine l'insieme verrà recepito come un curioso intruglio figurativo di comico involontario e umori malinconici. (Faggi)


233. LA REQUISITORIA (Das Plädoyer)
*! Uscito di prigione dopo aver passato un po' d'anni in gabbia per un ergastolo (aveva ucciso la moglie con 40 coltellate), un uomo va da chi sostenne al processo l'accusa e lo minaccia: "Tu mi hai definito gelido, spietato e feroce" (ragazzi, 40 coltellate... almeno due degli aggettivi ci stavan tutti!). L'avvocato, oggi procuratore, cade dal pero: "Beh? Che vuoi da me?". "Adesso tocca a te soffrire", e se ne va. Il giorno dopo al procuratore quasi gli accoppano per strada la moglie, che aveva preteso di andare a dipingere nonostante il marito, impaurito dalla minaccia dell'ex ergastolano, gliel'avesse proibito ("un corso per donne che hanno tempo da perdere", l'aveva oltretutto gentilmente definito). Derrick, chiamato in causa perché amico del procuratore, accetta di capire che sta accadendo. Andrà a parlare con l'ex galeotto e poco altro, mentre Harry dimostra tutto il suo impegno sfogliando giornali in ufficio. Più che un episodio di Derrick sembra una puntata d'una soap: non c'è nemmeno il morto... Storie di corna e tensioni familiari con un Derrick molto svogliato (ma impeccabile nella sua cravatta fuxia in tinta con l'immancabile fazzoletto da taschino). Episodio piuttosto curioso, d'accordo, ma nemmeno troppo, di quelli in cui la omicidi non c'entra nulla e Derrick non fa altro che qualche incontro chiarificatore coi sospetti. Trash il ritorno della donna a casa con disegnetto di uccellini disprezzato dal marito, che lo appallottola accorgendosi tropo tardi di essersi comportato da bestia. (Zender)

**! Puntata che punta più sui temi della complicata (ma nemmeno troppo) psicologia umana, che al classico giallo poliziesco da sbrogliare. La vicenda della rivalsa della vittima nei confronti del carnefice è vecchia come il mondo, ma è qui raccontata con discreta accortezza registica (pur nei canoni trashistici cui la serie ci ha felicemente abituati). Molto convincente l’interpretazione degli attori che strappano spesso la scena ad un Derrick imbolsito. Harry quasi assente. Finale toccante.  (Markus)

*** Tipico personaggio derrickiano è l'uomo debole o maldestro, che subisce il tradimento come un destino ineluttabile. Qui i cornuti sono addirittura due: come una malattia virale, uno riesce a contagiare l'altro... Potrebbe sembrare un episodio banale e pruriginoso, ma non è così: la trama è intrigante, la tensione palpabile, la conclusione beffarda. Eccellenti le interpretazioni dei due protagonisti, distanti ma in fondo simili: il procuratore irascibile e l'assassino calmo e serafico. Ottimo anche Derrick, che segue la vicenda con iniziale distacco, sparge un po' di sana filosofia e infine districa la matassa. Da vedere. (Kozincev) 


234. UN SIGNORE MOLTO RISPETTABILE (Ein sehr ehrenwerter Herr)
*! Una prostituta si fa consolare in strada da uno stanco trombettista dell'esercito della salvezza, ma tempo cinque minuti e si ritrova a sanguinare perché malmenata dal suo pappone assieme a una bella collega. Nel bar che farà da centro di recupero nella puntata si appresta un pronto soccorso improvvisato, poi la prostituta giovane si fa accompagnare da uno psichiatra fin da un medico e questo farà imbestialire il pappone, il quale però finirà accoppato a rivoltellate. Insomma, una puntata dalla parte delle donne di strada, vendicate da un misterioso killer al quale Derrick deve dare la caccia. Frattanto si aggira per la puntata l'esercito della salvezza, che suonicchia qua e là, e la figura dello psichiatra si avvia lentamente a guadagnare spazio. Episodio stanco, assonnato come gli occhi del trombettista, dai ritmi lenti e decisamente noioso. Attori mediocri e sceneggiatura che proprio non li aiuta, nonostante un finale vagamente a sorpresa. Si tenta di disegnare degnamente il personaggio della prostituta "anziana", ma anche in questo gli sforzi paiono vani. Eccessivo squallore pure nelle ambientazioni. Da tralasciare. (Zender)

** La morte di un protettore dà il via a una delle tante indagini di Derrick nel mondo della prostituzione. Progressivamente, facciamo la conoscenza di una stanca prostituta un po'avanti con gli anni, di un brav'uomo che suona come trombettista nell'esercito della salvezza e, soprattutto, di uno psicologo dall'aria triste e dall'ossessivo spirito missionario. L'indagine offre uno spaccato piuttosto chiaro dello squallido e violento mondo della prostituzione, mostrando come molte delle ragazze coinvolte nemmeno sappiano parlare o capire il tedesco. Derrick, usando il suo consueto metodo volto a portare il sospetto allo sfinimento, ottiene più di quanto non pensasse. Harry, piuttosto, è qui meno perspicace e più impacciato che mai. (Eresiarca)

*! Classica puntata per fare mucchio, cui la serie ci ha abituato nei suoi ultimi anni. In ossequioso rispetto al principio di alternanza di temi, questa volta la scelta di Reinecker ricade sulla prostituzione anziché sulla droga. Basterebbe questo a descrivere il resto, in quanto i lenoni, i piazzali desolati nel gelo bavarese, i vendicatori misteriosi per ristabilire la giustizia e la morale eccetera sono tutte cose conosciute ai seguaci minimamente attenti. Sarà per questo che né l'ispettore né il resto del cast ci mettono la benché minima verve, sia nella recitazione sia nell'indagine, che si conclude con la solita confessione (si era fatto tardi...). (Gordon) 


235. IL CAPOLINEA (Eine Endstation)
*! Un vegliardo si riprende a sorpresa da un grave incidente per il quale tutti lo davano per spacciato. I suoi figli però gli si son già stabiliti in casa, si son spartiti i suoi soldi e quando capiscono che l'ospedale lo dimetterà vanno a prenderlo e pretendono di piazzarlo in ospizio chiudendo la faccenda. Lui giustamente ci resta malissimo e cova vendetta. Così, quando fanno fuori il custode alla ditta del figlio sotto la pioggia, si pensa a un errore di persona: la vittima doveva essere il figlio e l'assassino il padre. Ma sarà veramente così? Derrick, da anziano ad anziano, vorrebbe quasi solidarizzare con il pensionato, ma fatica a comprenderlo: l'uomo è enigmatico, così scattano presto la richiesta di alibi e il conseguente accerchiamento da parte dell'ispettore. L'episodio era cominciato piuttosto bene, la situazione prometteva buoni sviluppi, ma tutto si perde troppo in fretta tra tediosi dialoghi e personaggi fiacchi. Il finale poi rasenta il demenziale nella sua illogicità e affossa definitivamente un episodio che lascia solo qualche rimpianto per la tensione che sembrava sprigionarsi nella prima parte. (Zender)
 
**! La trama è molto interessante, l'inizio ottimo, la figura del padre, tra orgoglio e dissimulato rancore, ben resa dal protagonista. Purtroppo però la seconda parte è meno convincente: alcuni personaggi scompaiono, il ritmo fiacco è in contrasto con la crescente tensione dell'episodio. La durata nuoce non poco: con mezz'ora in più la tanta carne al fuoco sarebbe venuta cotta a puntino. Pur con i limiti sopra esposti, resta un episodio interessante e "crudelmente" psicologico. Da vedere. (Kozincev)

**! Episodio che tocca molti temi sempre e comunque d'attualità, ad ogni latitudine: le relazioni familiari e quelle tra generazioni; l'invecchiamento come preludio all'esclusione dalla vita sociale e domestica; la manipolazione dell'altrui emotività come elemento chiave delle relazioni umane. In tutto questo emerge il confronto tra due anziani, uno ancora in sella e in una posizione di rilievo (Derrick), un altro costretto dai figli a lasciare la direzione dell'azienda di famiglia e finire i suoi giorni in una casa di riposo. Ci rimetterà un povero custode, che prenderà una pallottola destinata a qualcun altro. E non sarà l'unica vittima. Attori validi e ritmo buono all'inizio, poi si va in calando. Evidentemente, con la vecchiaia, dopo un po' è normale che cali l'intensità... (Eresiarca) 
 
**! L'episodio avrebbe tutte le carte in regola per convincere lo spettatore: un padre anziano chiuso in casa di riposo dai figli senza scrupoli, il desiderio di vendetta dell'anziano ferito e il duello psicologico innescato col figlio, mancata vittima di un attentato in cui a farci le spese è il custode. Tutti questi elementi emergono, ma purtroppo lo fanno in una cornice troppo statica, alla quale Derrick e Harry concorrono coi loro soliti sermoni moralistici. Il finale, tanto sorprendente quanto irrealistico, ha il sapore agrodolce di tutta la puntata. (Gordon) 


236. POSSO PRESENTARLE IL MIO ASSASSINO? (Darf ich Ihnen meinen Mörder vorstellen?)
*! Al solito ingessatissimo concerto l'ispettore (piantato stavolta anche da Renate, che per pietà talvolta l'accompagnava a queste serate tremende) viene avvicinato da un uomo che gli dice di volergli presentare il suo assassino. Qualche giorno dopo lo stesso uomo lo invita a casa e gli presenta per l'appunto il suo socio in affari dicendogli che diventerà il suo assassino. Quando l'omicidio si verificherà davvero sembrerebbe di avere già in mano il colpevole (e il solito sempliciotto di Harry lo ripeterà infinite volte al suo più arguto capo), ma mica sarà tutto così facile no? Episodio tutto costruito attorno alla bizzarra idea suggerita dal titolo, che però per reggere vagamente è costretta a proporre una soluzione che tirata per i capelli è dir poco. Anche il finale fa ridere i polli e chiunque possa aver lavorato in polizia. Pare proprio che molto spesso in Derrick conti solo l'idea di partenza (che qui è effettivamente spiazzante), visto che a renderla poi credibile si fa una fatica dell'anima. Trattandosi poi dell'ultimo Derrick la regia è più inchiodata dei protagonisti, gente che fissa il vuoto per minuti interi nemmeno fossimo in chissà che film d'autore. (Zender)
 
*** Una delle mie puntate preferite degli anni '90. Il protagonista di puntata è di un cinismo quasi affascinante, l'assunto di partenza originale e spiazzante e conduce a un finale magari non eccessivamente credibile ma paradossale e beffardo, in cui la legge esce sconfitta ma (forse) non la giustizia morale. Peccato per la brutta musichettadi chiusura  e per un Derrick un po' sottotono, ma d'altronde ci si stava avvicinando al commiato... Uno degli ultimi fuochi della saga, secondo me. (Nicola81)

*** Episodio singolare e assai spiazzante. Per una volta non è la giustizia a trionfare, ma uno dei pregi della serie è proprio nel fatto che non si ripete sempre lo stesso schema. Disturbante il cinismo del protagonista ucciso, acuto Derrick, impulsivamente pragmatico Harry. Soggetto e sceneggiatura notevoli, soprattutto nella prima parte. Un po' sbrigativa la parte finale, soprattutto nell'incontro di Derrick con il padre della ragazza. (Kozincev)


237. NON DARE LA MANO ALL'ASSASSINO (Gib dem Mörder nicht die Hand)
**! Un imprenditore torna da Hong Kong dopo anni e anni di assenza in cui non aveva dato sue notizie. In famiglia lo riaccolgono come il figliol prodigo e lui subito li ricambia coinvolgendoli in un omicidio: se voglion diventar ricchi non devon dire che, dopo un ritrovo di famiglia (tutti loro presenti) coi vicini di casa, ha seguito un amico giornalista passato a trovarli e l'ha brutalmente accoppato perché questi aveva scoperto che ci faceva a Hong Kong. I poveracci (in tutti i sensi, nessuno se la passa bene) accettano ma Derrick capisce che il gruppo sta coprendo l'uomo di Hong Kong. L'episodio fino a dieci minuti dalla fine è costruito molto bene, coinvolge. In parte l'intero cast e subdolo al punto giusto il protagonista, con Derrick e Harry che capiscono quanto non sia possibile asspettarsi da lui la confessione chiave. La situazione evolve insomma nel migliore dei modi finché, ahinoi, gli autori si accorgono che più di un'ora Derrick non può durare e che c'è da chiudere. Disastro assoluto, perché d'improvviso tutto si velocizza tristemente e si chiude in modo pessimo (con tanto di Derrick che finge di non sentire al telefono gli ordini dei suoi superiori simulando un disturbo della linea), rovinando completamente la buona atmosfera fin lì ricreata. Con un'altra mezz'ora a disposizione poteva essere un'ottima puntata. Il titolo deriva dall'anello killer (con narcotico) con cui l'assassino stringe la mano alla povera vittima. (Zender)

*** Wolf Roth è una garanzia: i personaggi affidatigli hanno sempre spessore, carisma, e garantiscono una tensione notevole agli episodi. L'aria sprezzante e il cinismo del suo personaggio sono contrapposti all'imprudenza e ingenuità del suo vecchio amico. Ben tratteggiati anche gli altri personaggi, a cominciare dalla vicina di casa della vittima. Derrick entra in scena a metà dell'episodio e appare in buona forma. Geniali le modalità dell'omicidio. Tutto ottimo; peccato per il finale, non illogico ma sbrigativo. Da vedere. (Kozincev) 

** 
Per carità, Wolf Roth è un cattivo sublime in quanto a perfidia, così come il tema della famiglia omertosa a protezione dell'assassino è un cavallo di battaglia della serie. Gli ingredienti per un'ottima puntata ci sarebbero quindi tutti, ma fin dall'inizio si intravedono le prime pecche, come le modalità, assai fortuite e vaghe, con cui la vittima scopre i loschi affari cinesi del protagonista. Si aggiunga poi un ritmo che, per quanto i dialoghi siano belli serrati, non è travolgente e un finale fin troppo sbrigativo per avere un certo amaro in bocca alla fine. (Gordon) 

*** Quando c’è di mezzo Wolf Roth, siamo sicuri di essere alle prese con un episodio che non si dimentica facilmente. Perfido come non mai, il nostro si sbarazza in maniera originale e poco standard di un possibile ricattatore, mettendo al corrente della cosa l’intera famiglia, composta da poveracci a cui conviene tenere la bocca chiusa. L’idea è bella e saremmo potuti essere di fronte a un capolavoro della serie, con un po’ di minutaggio aggiuntivo. Infatti, la storia e l’indagine prendono un’accelerata assurda negli ultimi 5 minuti, per stare nei tempi. Per quest più di tre pallini non si possono dare. (Robykeys82) 


238. UN VOLTO DIETRO LA VETRINA (Gesicht hinter der Scheibe)
** La polizia avvisa un uomo che qualcuno ha detto di cercare la di lui figlia nella fabbrica di famiglia. Difatti quello va (assieme al fidanzato di lei) e la trova morta sulla sedia dell'ufficio. Chi era la giovane vittima? Una bella ragazza, che stava girando un cortometraggio con un amico e i cui genitori non parevano troppo occuparsene. Anche il fidanzato pare dispiaciuto ma insomma, poi nemmeno troppo. Una situazione strana che Derrick fatica un po' a inquadrare, anche per le risposte evasive dei due uomini più vicini alla giovane. L'idea su cui si regge l'episodio non è affatto male; il problema sono i personaggi, stranamente disegnati malissimo e interpretati alla meno peggio. Lo sviluppo della sceneggiatura è farraginoso, caotico, e si fatica a comprenderne bene i contorni, cosicché il finale (con sorpresa) giunge senza riuscire a colpire come potrebbe. Noiosetto il corto con la ragazza protagonista (vabbèé che dovevano ancora montarlo, ma...). (Zender) 


239. LA CHIAVE
 (Der Schlüssel)
*** Un marito si spupazza la segretaria e qualcuno telefona a Derrick per dirgli che quel tizio rischia la vita. Difatti il marpione torna a casa e davanti al garage lo stendono. Con un fucile, proprio come era capitato ad altri disgraziati di Monaco prima di lui. Un vero serial killer, Derrick! E infatti Derrick si mette a centro stanza alla centrale e discute con tutti: il caso è scottante! Per risolverlo, l'ispettore si attacca come una cozza alla moglie della vittima, che secondo lui qualcosa in più di ciò che dice certamente sa. Lei appare mentalmente instabile, ma il caso lo risolve più che altro un informatore, con l'anonima omicidi che prima o fuori inevitabilmente salta fuori (il titolo fa riferimento a una parola d'ordine). Così come a sorpresa salta fuori persino Frank Duval, il compositore principe delle musiche della serie, seduto a un piano; si prende pure una parte quasi importante, il nostro, oltre a eseguire un suo pezzo in tedesco. Derrick intanto regala qualche break incazzoso (non ditegli che l'omicidio è una cosa quasi normale o lo farete imbestialire) e, dopo le splendide intuizioni iniziali, l'episodio,punta tutto sul rapporto moglie/ispettore, con un finale shock che comprende un volo nel fango del nostro nel vano tentativo di bloccare un'auto. (Zender)

***! Ottimo episodio che sa combinare una buona trama thriller scavando in profondità nella psicologia dei personaggi, senza risultare pesante anche a chi non ama gli episodi "psicologici" della serie. Merito della bravissima protagonista Sunnyi Melles. Sky Dumont fa la vittima e come non citare il cameo di uno dei più grandi compositori della serie: Frank Duval (che fa appunto il pianista, con sorpresa!). Il tutto ruota intorno a un'inquietante organizzazione di killer che uccide su commisione (e a pagamento naturalmente) alcune persone. Episodio movimentato per il nostro Derrick, che arriverà pure a lanciarsi contro un'auto in corsa. (Ciavazzaro)

** Qui Derrick è un po' diverso dal solito: si inalbera, urla addirittura, organizza riunioni-fiume con i colleghi, tenta di lanciarsi su di un'auto in corsa. Insomma, uno Stephan sopra le righe per un episodio nel quale dovrà vedersela con una fragile e misteriosa vedova (luogo piuttosto comune della serie), ma anche con un assassino a pagamento che miete vittime a Monaco (tema, questo, certamente meno usuale). L'ispettore e la vedova occupano, da soli, tre quarti dell'episodio che procede in maniera un po' ripetitiva fino ad un finale imprevisto ma, in fin dei conti, prevedibile. (Eresiarca) 

*** Una buona puntata in controtendenza col torpore tipico degli ultimi anni della serie. Derrick è infatti attivo quanto non mai, sia da un punto di vista lavorativo, anche se il caso in pratica glielo risolve un informatore, sia da quello sentimentale; così come i dialoghi e le scene (vedasi Frank Duval dal vivo) sono spesso brillanti. Peccato però per una certa fumosità nella trama, in particolare per quanto riguarda le modalità dell'omicidio, e per un finale di difficile decifrazione. (Gordon)


240. LA ZATTERA (Das Floss)
** Che squallore: il padre operaio costringe la figlia (dopo aver allegramente abusato di lei in gioventù, peraltro!) a concedersi ripetutamente al padrone della ditta per evitare di essere licenziato (ne deve aver combinata una grossa...). Quello chiama il collega e fa le orge in casa propria mentre la moglie - un tipino dalla lingua tagliente - se ne esce per non vedere. Stranamente a morire è il laido padrone, quindi sospettati sono praticamente tutti: mogli, madri, padri, colleghi e pure l'amichetto ingenuo della ragazza, un disadattato seguito come lei dall'assistente sociale (che per descrivere le loro vite sfortunate conia la metafora della zattera colpendo l'immaginazione di Derrick). Si va a nozze insomma, con tanti sospetti, e infatti come sempre in questi casi si fa di tutto per rendere ognuno di loro un papabile killer. La storia quindi in qualche modo regge. E' l'interpretazione del cast ad essere mediocre, nonostante un Derrick bello cattivo quando si tratta di dare addosso al collega porcellone rimasto in vita il quale vorrebbe in ogni modo tenere fuori la moglie dalla losca vicenda. Harry in versione fantasma. (Zender)

**! Una puntata che, per restare nel campo semantico del titolo, naviga proprio sul pelo dell'acqua, più precisamente quella di uno stagno, considerando il ritmo molto compassato. D'altro canto i vari personaggi, seppur non sempre interpretati con convinzione, risultano interessanti e tutti potenziali assassini, così da mantenere una certa suspence fino all'ultimo. Passabile Derrick, fantomatico invece Harry. (Gordon) 


241. LA PREGHIERA DELLA SERA (Nachtgebete)
*! Un bamboccione ormai cresciuto, egittologo di professione, viene a sapere che una diciassettenne (la cui madre è appena stata uccisa) dice di essere sua figlia. Lui conosceva sì la madre, ma la frequentava appena un anno prima e di certo non ci faceva le cose sporche. Ma allora chi è questa giovane? La mamma del bamboccione lo spinge a informarsi bene, e lo stesso Derrick preme perché lui e la ragazza si frequentino. L'uomo capisce che la poveretta è sola, che il padre presunto è una specie di pagliaccio che ogni sera in discoteca "mette all'asta" ragazze appetitose e che la madre era l'entreneuse del locale stesso. Si intenerisce e ne nasce un bel rapporto. Discreta la resa psicologioca del protagonista, ma l'episodio è lento e non riesce mai a coinvolgere (la ragazza, peraltro molto in carne, è spenta come poche). Derrick resta quasi nell'ombra e pare fare quasi più il tutore che l'ispettore; il finale con preghierina a giustificare l'infelice titolo chiude male (ma è tutto l'epilogo ad essere diretto in modo scadente) uno dei tipici episodi da dimenticare in fretta. (Zender)

** Se la scelta degli attori è valida, a partire dal protagonista - un egittologo scapolone che vive con mamma - fino ad arrivare a coloro che vorrebbero farlo fuori, l'episodio non riesce mai a decollare veramente. Certo, la scelta di puntare più sull'aspetto psicologico della vicenda che sull'azione è legittima e tutt'altro che rara in Derrick; tuttavia in questo caso l'ispettore si comporta più da osservatore interessato, quasi un consigliere, che non da poliziotto. Quanto ad Harry, giustifica la sua presenza, quasi nulla, nell'episodio coniando l'indimenticabile slogan: "Show e criminalità, criminalità e show". Finale prevedibile e tutti a letto con (o senza) la preghiera della sera. (Eresiarca) 

*** Un buon episodio. Vero, i ritmi sono abbastanza compassati (ma non stupisce, essendo la norma della serie dalla metà degli anni Ottanta in poi) e il duo Derrick-Harry è piuttosto in ombra. Non a caso però, in quanto lasciano lo spazio di rilievo all'egittologo "bamboccione", molto ben caratterizzato. Il resto del cast è piuttosto spento, ma comunque la regia riesce a dare una certa linearità, fino a un finale debole ma non stiracchiato. (Gordon) 


242. A CENA CON BRUNO (Abendessen mit Bruno)
* Bruno esce dopo un certo periodo da una clinica privata e capiamo che non sta molto bene: non spiaccica una parola o quasi (3 o 4 in tutta la puntata), e suo fratello se lo porta a casa proprio in un brutto momento, mentre cioè l'azienda di famiglia è minacciata da un ricattatore. Questi si presenta in casa per discutere i termini del ricatto e si becca una candelabrata in testa durante un alterco stramazzando esanime. Panico in casa: come uscirne? Idea: si scaricano tutte le colpe al povero Bruno, tanto in prigione non ci può finire essendo un'ameba incapace di intendere e di volere. Così, quando arriva Derrick, eccogli servito il colpevole suil piatto d'argento: è stato lui, veda lei cosa ci vuol fare. E Derrick lo lascia in mano all'amica psicologa, che non ci cava un ragno dal buco. L'intero episodio è basato sui tentativi inutili di far parlare Portobello. Derrick nemmeno accenna un'indagine sulla vittima; lascia che le cose vadano avanti in attesa della confessione, mentre nella famiglia di Bruno si discute sul nulla fino a che affiorano i sensi di colpa. Uno tra i più soporiferi episodi della serie in assoluto, con Bruno ripreso nel suo mutismo e i familiari che monologano raccontandogli inutilmente del suo passato cercando vanamente di risvegliarlo dal suo coma cosciente. Di giallo o di poliziesco qui non c'è davvero nulla... (Zender)

*! Siamo al cospetto di un Derrick praticamente in vacanza (si avvale di una psicologa per sapere se l'assassino è Bruno oppure no. Lei lo guarda per 3 secondi e sentenzia), che non alza un dito o proferisce quasi parola per risolvere un caso che si autorisolve grazie al potente alleato del poliziotto (l'assassino che confessa). Si limita solo a usare la "famosa" tecnica della "bugia in casa". Per il resto, a parte la figura di Bruno (apparentemente ritardato, quasi muto e con orsacchiotto), l'episodio è lento, piuttosto noioso e senza un guizzo, eccezion fatta per il medico che parla della paura di vivere del ragazzo e per la faccia che fa il capo quando apre l'auto della vittima e ci trova... Davvero troppo poco. Nota di demerito per il padre che, guardando il morto, gli dice: "La smetta di fare la commedia, si alzi!". Invece, nota di merito per come Derrick tratta i parenti serpenti di Bruno. (Puppigallo)
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