Tutti gli episodi di Derrick commentati! - Stagione 13

26 Ottobre 2009

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1986 (STAGIONE 13):


136. UNA MATTINA DI LUNEDI' (An einem Montagmorgen)
**! L'insolita voce off ci fa credere di avere a che fare con un episodio diverso dal solito: un narratore che ci introduce ai personaggi? Che roba è? Personaggi che sembran da favola perdipiù: il vecchietto meticoloso, l'ispettore (Derrick) in centrale a fare un confronto all'americana, la famigliola del paesino di campagna... poi arriva il turno dell'ex galeotto e si torna alla norma. Eccolo lì il protagonista, che entra in una banca coi due complici e stende il vecchietto meticoloso che gli aveva tolto il passamontagna davanti alle telecamere. Fuga nel paesino di campagna e tappa alla casa della famigliola, presa in ostaggio stile Ore disperate. Derrick arriva al paesino (si sapeva che i tre usciti di strada con l'auto dovevano esser lì) e grazie a Harry che va coraggiosamente in perlustrazione capisce in quale casa si son rifugiati. Scatta l'ingegnoso piano per liberare gli ostaggi. Episodio dotato di buona tensione, in parte scontato ma ben ambientato. Derrick conduce saggiamente le mosse (siamo nel poliziesco, non certo nel giallo) assistito da un Harry intraprendente e dal solito corpo speciale da tenere a bada (vorrebbero circondare la casa, sparare a tutti, fare una strage di innocenti tanto chissenefrega). Modesta la prova del killer a capo della banda di inetti, come in fondo quella dell'intero cast. Una volta tanto però ci si salva con la regia. Discreto. (Zender)
 
*** Dopo aver rapinato una banca ed essersi lasciati un morto alle spalle, tre fuorilegge tentano di eludere le ricerche della polizia installandosi in una casa di cui prendono in ostaggio gli occupanti. Per Derrick la difficoltà maggiore consisterà nel tenere a freno le squadre speciali, il cui comandante vorrebbe sbrogliare la situazione con un blitz degno di Monaco 1972... Piacevole episodio strettamente poliziesco, interpretato da un cast non particolarmente brillante ma sorretto da un buon ritmo e da una tensione accettabile. L'ambientazione quasi bucolica è molto insolita, l'utilizzo della voce narrante in apertura lo è ancora di più. (Nicola81)

* Tra gli episodi più noiosi di qualsiasi annata di Derrick perché non esiste praticamente l'ombra di una trama e perché attinge a piene mani a due dei filoni più vieti del cinema statunitense: a) Scena iniziale: un lunedì come tanti in una cittadina di provincia con tanto di personaggetti che si svegliano e voce fuori campo... fa tanto cinematografia anni Cinquanta; b) Dagli Anni Settanta a oggi con, epigoni più o meno truculenti: per quasi tutto il tempo va avanti una sorta di parodia di ostaggi brutalizzati da tre banditi finché non arrivano i nostri eroi a liberarli: e la trama dov'è? il miglior Derrick qui manca del tutto. (Viola)

*** Episodio anomalo, sia per l'ambientazione rustica sia per la scelta insolita di far introdurre i personaggi da una voce fuori campo, che ha il compito di facilitare la comprensione della vicenda e risulta un espediente tutto sommato gradevole. Il soggetto non è dei più originali, ma si possono apprezzare il consueto realismo degli ambienti e dei dialoghi e l'abilità strategica di Derrick, che prevale su chi vorrebbe adottare metodi più spicci. Un po' convenzionale la rappresentazione dei malviventi, con il leader dal piglio truce, ma la regia è dinamica e la tensione non manca. Buono. (Kozincev)

**! Dopo l'iniziale scovolgimento dovuto all'anomala e piuttosto snervante voce fuori campo, che introduce i personaggi tipici di una storiella per bambini più che di un racconto poliziesco, l'episodio si rivela tutto sommato discreto. La regia e la sceneggiatura tratteggiano bene infatti la vicenda del rapimento, scadendo però a volte nell'improbabile. Abbastanza convincenti le prove dei protagonisti. (Gordon)

*! Dispiace dover dare un voto basso a una serie che si ama da sempre, ma questo episodio è uno dei meno convincenti non solo del periodo anni 80, ma dell'intera storia di Derrick. Ambientazione semi-bucolica che poco ha anche a che vedere con Monaco di Baviera (ma la polizia locale non ha investigatori?), fotografia terribile che non aiuta gli attori - già di per sé poco a loro agio in personaggi dalla caratterizzazione minima e scontata - e trama di una banalità sconcertante, con punte di credibilità pari allo zero. Forse il mezzo punto in più rispetto al minimo è pure eccessivo, ma lo strappano un paio di buone musiche e uno splendido Duetto Alfa Romeo coinvolto in un inseguimento, che è l'unica scena decente dell'episodio. (Eresiarca) 


137. LA TRISTE FINE DI NAUJOCK (Naujocks trauriges Ende)
*** Oddio, triste fine... Najock era uno che se la spassava un po' con tutte e lo han fatto fuori fuori mentre se ne usciva dall'appartamento di un amico assieme alla figlia del suo autista, con la quale aveva da poco... consumato. Uno sparo nel buio e addio. Ma probabilmente il triste si riferisce a ciò che si scoprirà successivamente. Derrick va a casa dell'amico proprietario dell'appartamento, dove subito incontra una famiglia composta da padre, figliastro, figliastra e nonna malata. Si attaccherà a loro a lungo, anche dopo aver parlato con la povera moglie del defunto, cornificata senza pietà dal marito e di conseguenza non così scossa dall'accaduto (pur se inspiegabilmente fa aspettare 10 minuti Derrick e Harry prima di raggiungerli in salotto). L'episodio è intrigante, piuttosto ben architettato, complesso, persino morboso e con più di un colpo di scena. E' particolarmente teso il finale, con un Derrick risolutissimo ad andare per la sua strada nonostante manchino come al solito le prove e questa volta anche la confessione, che per lui è pur sempre l'arma definitiva. Anzi, questa volta una confessione c'è, ma non pare essere quella utile, ed è chiaro che qualcuno sa molto di più di quel che dice. Nonostante una prima parte dalla regia un po' troppo zoppicante, col pasare dei minuti ci si incuriosisce fino all'incalzante ultima parte. Senza eccellere particolarmente, comunque un buon episodio. (Zender)

***! Episodio notevole, sceneggiato in modo impeccabile, come sempre interpretato ottimamente. Derrick è in scena fin dall'inizio, e quando l'ispettore è onnipresente di solito tutto funziona alla perfezione. I rapporti torbidi tra i personaggi principali conferiscono alla storia un alone di mistero e di morbosità che tiene viva fino alla fine la curiosità dello spettatore. Peccato come sempre per la durata, che costringe ad un finale non troppo convincente. Ci sono episodi più profondi, ma qui siamo vicini alla perfezione. Visione consigliatissima. (Kozincev)

***! Puntata anni '80 davvero riuscita in cui a un buon intreccio giallo si somma una serie di personaggi ben tratteggiati. Qui in tanti sembrano nascondere qualcosa e il buon Derrick dovrà alla fine forzare un po' la mano per ottenere la solita confessione. Momenti cult: Derrick che tratta come un povero scemo il maggiordomo di Casa Naujock (il mitico Dirk Dautenzberg, qui ancora più pesce lesso del solito), e Derrick che va a "colazione" (io direi pranzo luculliano) con uno dei sospettati, a cui dice, dopo aver mangiato ai 4 palmenti, di ritenerlo coinvolto. (Robykeys82) 


138. UN SEGRETO NEL GRATTACIELO (Geheimnis im Hochhaus)
*! Un drogato va per rubare in un appartamento d'un grattacielo. Sale e ci trova dentro una ragazza stecchita sul letto. Oddio che è? Arriva qualcuno... Saranno gli assassini? Il tossico fugge, inseguito. Arriva a casa dove lo aspetta il padre invalido (il quale non si lava perché vuole responsabilizzare il figlio, che sa essere un drogato), infine decide di andare a raccontare tutto alla polizia. Harry gli dà subito del visionario, Derrick giustamente fa notare che un ladro non va a consegnarsi ammettendo di essere andato lì a rubare. Si cerca di far luce sul contorto caso, anche perché si fa vedere il proprietario dell'appartamento che pare più sospetto del drogato stesso. Derrick si affeziona intanto al povero ragazzo, che dipinge e aveva cominciato a farsi in cerca d'ispirazione. Gli compra persino un quadro, al culmine del suo slancio solidale, ma quello converte subito il guadagno in una pera. Derrick comunque è certo della sua innocenza e persevera nelle indagini. Alla fine qualcosa verrà fuori, anche se il finale resta in parte aperto. Il drogato al centro di una storia che per una volta non si occupa di spacciatori e grandi organizzazioni criminali come di solito càpita quando si parla di stupefacenti. Ciononostante la sceneggiatura è debole, l'intreccio giallo poco studiato e il coinvolgimento relativo. Se non altro Harry si becca un bel pugno in panza, anche se con scarse conseguenze visto che la scena dopo corre già come un ossesso e si attacca a un auto in corsa... (Zender)

*** Trama complessa ma non contorta, che ruota attorno alla sparizione di un cadavere da un appartamento dove un povero tossicomane con aspirazioni artistiche si era introdotto per rubare pochi spicci. Derrick prende davvero a cuore il caso del ragazzo, a cui acquista persino una tela, nonostante le resistenze di Harry che lo considera un inaffidabile visionario. La storia si segue bene, con tanti caratteristi di valore che aggiungono credibilità e umanità - anche in senso negativo - alla vicenda. Colonna sonora che si fa notare, grazie a pezzi di repertorio brasiliano e alla celebre "Je t'aime, moi non plus" della coppia Serge Gainsbourg e Jane Birkin. (Eresiarca)


139. IL TESTIMONE OCULARE (Der Augenzeuge)
**! Un tizio si fa dare le chiavi da un ex collega e va a far le fotocopie di notte nell'ufficio da dove è stato da poco licenziato. Quando entra nel palazzo però si accorge che alla gioielleria del piano di sotto ci sono dei ladri in azione con la fiammossidrica sulla cassaforte. Se ne frega, va a far le sue belle fotocopie (curricula da spedire in giro) ma arriva il guardiano notturno, suo vecchio amico. Occhio che ci sono i ladri, pim pum pam e il guardiano ci resta secco. L'uomo era già in strada in quel momento, ma forse ha visto i ladri in faccia mentre scappavano. Noi non lo sappiamo, ma di certo qualcosa nella vita dell'uomo cambia, e Derrick non fatica ad accorgersene. In più anche i figli della guardia morta si comportano in modo strano e spunta un pregiudicato che irride l'ispettore. La cosa migliore dell'episodio è che per una volta non è così facile capire come stan le cose: i personaggi in ballo sono tanti, Derrick brancola nel buio (Harry non ne parliamo) e tutti sembra abbiano qualcosa da nascondere. La storia si sviluppa bene e, per quanto le ambiguità alla fine in parte rischino di permanere, anche il finale non delude. Molte le cose non dette ma lasciate intuire abilmente. Buona l'interpretazione del protagonista, soprattutto per come riesce a nascondere i propri sentimenti. Senza uscire molto dai canoni della serie, un episodio che non delude. (Zender)

*** Cosa può succedere quando il classico vigliaccone derrickiano assiste a un furto, in cui tra l'altro ci scappa pure il morto? Si capisce subito che sarà una storia di ricatti e di verità taciute, ma l'episodio si sviluppa con originalità lasciando un certo alone di suspense e di mistero, ragion per cui i nostri segugi sono pure costretti a indagare seriamente (quale orrore!). I personaggi, pur numerosi, sono inoltre ben delineati e pagano però delle interpretazioni spesso non molto convinte. Buono invece il finale. (Gordon) 


140. LA FINE DI TUTTO (Das Absolute Ende)
Fine d'una lezione privata di musica: una bella (mah) ventiduenne (ri-mah) va a prendere l'auto e l'ammazzano. Arriva Derrick sul posto e deve avvisare i familiari: una tragedia perché son singhiozzi pesanti da parte di tutti. Si va avanti dieci minuti buoni a magnificare la vittima tra lacrime e imprecazioni. Certo la famiglia della poveretta tanto normale non è: il padre sembra fuori di senno, lo zio rincitrullito da tempo lo tengono segregato in stanza e il cugino, sulla buona strada pure lui, si è sposato l'infermiera dello zio... In questo quadretto sconfortante arrivano altri omicidi e di moventi accettabili non se ne vedono. Ne arriverà uno inaccettabile infatti, tanto che Harry, quando Derrick gli dice di aver scoperto il colpevole, quasi gli ride in faccia e gli dà del matto. Derrick prova a spiegare ma Harry niente (ma andiamo, Stephan...). E d'altra parte un movente tanto ridicolo finora non s'era ancora visto. Patetica pure la conclusione per una delle più scialbe indagini del caro ispettore. (Zender) 

*! Piatto forte dell'episodio, cucinato con confusa misura di mistero e nascondigli, è una famiglia dove troveremo, tra gli altri, un anziano e inquietante malato di mente e il figlio con evidenti problemi psichici, probabilmente avviato alla follia. Derrick si muove con molta cautela e spesso si consiglia con Harry. Ovviamente scruta e interroga, sonda le menti e i comportamenti: indaga, insomma, in perfetto suo stile sornione e attento. E infatti, seguendo una decisiva intuizione (figurativamente poco o nulla convincente), scioglierà il nodo di quello che sembrava essere un doppio delitto senza movente. L'episodio è discutibile; il clima oppressivo ed enigmatico è fuori fuoco; certi personaggi di contorno e le musiche malinconiche contribuiscono a disegnare con cupezza l'insieme ma l'assurdo movente, che davvero delude in quanto ridicolmente pretestuoso, fa cadere le braccia; infine si archivierà il tutto tra i peggiori episodi dell'annata. (Faggi)

*! Puntata a tratti imbarazzante. Derrick e Harry infatti si barcamenano stancamente tra aride disquisizioni filosofiche e incontri raccapriccianti con gli ambigui familiari della vittima, di cui tutti tessono le lodi in modo snervante. L'indagine è priva di particolari sviluppi e senza una "geniale" intuizione dell'ispettore non si caverebbe un ragno dal buco. Il problema è che verrebbe per una volta da solidarizzare con Harry, data l'insensatezza della conclusione, la quale peggiora ulteriormente l'episodio. (Gordon) 


141. IL FASCINO DELLE BAHAMAS (Der Charme der Bahamas)
*! Un uomo è sull'orlo della disperazione: chiama i figli al telefono, gli annuncia di aver perso tutti i soldi a causa della sua "dabbenaggine" per un investimento sballato in borsa consigliato da un promotore finanziario disgraziato. I figli fanno ora ad accorrere a casa che lo trovano in cantina impiccato. Il maschio decide di rintracciare il promoter e lo minaccia di morte, questi gli dà appuntamento per un incontro e... muore pure il promoter, accoppato con un lume da tavolo stavolta. Che sia stato il giovane, che è ancora lì davanti alla scena del delitto con l'aria da fesso? O magari la moglie, in combutta con l'avvocato? E soprattutto: che cavolo c'entrano le Bahamas? Ahinoi, le Bahamas sono solo una mezza metafora, giusto la meta ideale dove godersi la pensione nei sogni del promoter ucciso. Cominciano le indagini e Harry come sempre azzanna al collo il figlio del suicida, dando per scontato che l'assassino sia lui. Ma Derrick, benché sbatta senza problemi in prigione il giovane (che si proclama innocente), non ne è così convinto. E la figlia della vittima, con i suoi abiti terrificanti e gli occhi perennemente pallati, che cosa sa? Chi conosce la serie arriva facilmente a intuire come si son svolte le cose, e poco resta da scoprire. Anche perché per il resto l'episodio è piuttosto statico, interpretato con poca convinzione, privo di veri colpi di scena, piatto, vivacizzato giusto dagli sguardi affascinanti della moglie dell'ucciso. L'unica cosa che sveglia dal torpore sono i dialoghi tra Derrick e gli avvocati, ma è davvero poca cosa. Il personaggio più interessante era disgraziatamente il promoter, che crepa troppo presto. (Zender) 


142. OMICIDIO AL FITNESS CENTER (Die Nacht, in der Ronda starb)
*! Fino a casa arrivano a rompergli le scatole, al povero Derrick. Questa volta tocca al suo vicino di pianerottolo, ennesima figura di cornuto trattato a pesci in faccia dalla moglie "allegra" (così la definisce Derrick stesso). Addirittura la signora si porta l'amante in casa senza problemi, incurante della frustrazione del marito, ridotto come d'abitudine a un vegetale. Affranto, l'uomo parla della sua triste condizione nella classe dove insegna, e i ragazzi, a lui molto affezionati, lo spingono a ribellarsi ("si svegli, quella si fa sbattere dal primo che passa!"). Parla e riparla, una sera l'amante, istruttore in un fitness center, muore per davvero e a Derrick non resta altro che interrogare gli alunni (evasivi) e il prof (rintronato da mane a sera). Classico episodio da gruppo di giovani amici inseparabili e sospettati che si scambiano sguardi interrogativi ad ogni domanda di Derrick, appartiene a quella schiera di puntate in cui non esiste alcun genere di indizio, neanche vago, e tutto si basa sull'interrogatorio volto alla confessione. Nessun personaggio esterno di rilievo, dialoghi aleatoriamente filosofici, Harry che al solito si lancia in conclusioni precipitose. Da dimenticare in fretta tranne per gli amanti dello zerbinaggio coniugale, di cui qui viene fornito un bell'esempio. (Zender)


143. UN UOMO SENZA SCRUPOLI (Ein eiskalter Hund)
*! Classico esempio di matrimonio a rotoli: lui la tratta come un oggetto inutile con cui scambiare meno parole possibile e se la fa con una cameriera del ristorante di cui son proprietari; e quando lei chiede spiegazioni nemmeno risponde. Un giorno qualcuno la aggredisce nella casa di campagna proprio mentre lui si era accuratamente costruito un alibi (partita a carte con gli amici). Non pare ci sia niente da scoprire, se non chi sia il sicario di turno. Puntata fiacca, rischiarata solo dal meraviglioso carattere ultraburbero del protagonista, un'autentica macchietta che piazza le risposte più indisponenti possibili con estrema naturalezza. Per questo tutta la prima parte sembra preparare al meglio: l'uomo ad esempio, dopo aver trattato come un idiota il cognato mandato dalla moglie a chiedere di troncare la relazione con la cameriera, non si fa scrupoli (corretto il titolo quindi) a domandargli di venire la domenica a giocare a carte. Splendido anche come a cadavere ancora caldo ordini all'amante di fare armi e bagagli e di trasferirsi a casa sua, senza negare affatto la cosa a Derrick: una faccia di bronzo clamorosa, che purtroppo come detto rimane l'unico asso nella manica di una puntata altrimenti piatta come poche, finale compreso, in cui i sentimenti sembrano essere la cosa più distante dall'essere umano. (Zender)


144. LA FAMIGLIA WEIDAU (Der Fall Weidau)
Ammazzano un giovane componente della famiglia Weidau e Derrick si reca alla tenuta, una lussuosa villa nel verde. Conosce tutti i familiari e chi vive lì (una decina di persone): uno più integerrimo del'altro! Harry continua a rimarcare il fatto: tutti onesti, che persone, che gente! Come si può pensare che uno di loro possa avere commesso un omicidio? Parrebbe un whodunit in piena regola, ma Derrick non viene a capo di niente: non un indizio, nel magico mondo di marzapane dei Weidau. Tutti si stimano, si amano, fanno del bene...". Dobbiamo forse ammettere che si tratta di suicidio?". Non sia mai! Sì ma ragazzi, datevi una mossa anche voi perché non se ne esce vivi da tutta questa melassa! E infatti non salta fuori un indizio che sia uno! Fino all'immancabile confessione solo estenuanti parole di ammirazione per tutti e tra tutti. Ci si poteva arrivare alla soluzione? Ma per piacere... Momento cult: Derrick rifà il percorso dell'assassino nel corridoio e... non scopre assolutamente nulla! A che serviva una scena così? Mah. (Zender)

*! La puntata narra di un giovane trovato apparentemente suicida nella sua stanza da letto in una villa fuori Monaco. La morte è avvenuta a causa di un cioccolatino al cianuro. La famiglia, in preda allo sconforto, chiama la polizia, ma Derrick constaterà il suicidio in mancanza di altri indizi. Qualche giorno dopo ricapita il fattaccio, e a questo punto Derrick comincerà a parlare di omicidio, perciò orienterà le sue ricerche nell’ambito familiare… Puntata lenta e priva di mordente, tuttavia è un interessante spaccato della famiglia borghese della Germania di quel tempo. (Markus)

** La famiglia Weidau è stranissima: tutta zucchero, miele e... cianuro. Modello di perfezione o modello di psicopatia, ovvero caso clinico. L'ispettore dovrà vedersela con questo strano intruglio dolciastro, nondimeno velenoso; e intanto il suo fido Harry sembra attonito. L'episodio ha segmenti curiosi, che il derrickiano incallito troverà irresistibili; è probabile che l'insieme resterà impresso. Sulla qualità: aprire un dibattito? No, non è il caso. Tuttavia non è pessimo, la visione suscita curiosità psicogialla (si passi il neologismo). (Faggi)

*! "Delitto nella famiglia del Mulino Bianco": così si sarebbe potuta chiamare questa puntata fanciullesca. Infatti per un'ora lo spettatore assiste a complimenti mielosi, gentilezze e rassicurazioni sulla bontà d'animo dei protagonisti, senza che Derrick (Harry tanto vale non considerarlo nemmeno) riesca a cavare un ragno dal buco, anche quando si dà arie da segugio con i suoi interrogatori profondi e le passeggiate sul luogo del delitto. Con un finale verosimile sarebbe stato anche un prodotto convincente, ma così non è. (Gordon) 

**! Un bel mattino, l'omicidio si presenta in una grande casa di campagna fuori Monaco; non ha nemmeno bisogno di entrare, dato che l'assassino era ed è ancora dentro casa. Il problema è capire chi sia, soprattutto quando gli indizi scarseggiano e gli interrogatori non portano a nulla. La famiglia (allargata) Weidau, costellata di figure placidamente e pateticamente borghesi, sembra non avere crepe. Il capofamiglia spento, la moglie assente, il figlio spaesato, il fattore sibillino, la nonna di chiara origine venezuelana... tutti parlano bene di tutti. Però intanto ci è scappato il morto, dopo appena 4 minuti; per cui ne restano oltre cinquanta per arrivare alla conclusione, che non stupirà chi conosce la serie. Nota di colore sull'arma del delitto: veleno, non così comune in Derrick. (Eresiarca) 

** Uno di quegli episodi che a fronte di un'ambientazione bellissima e affascinante difettano tremendamente quanto a investigazione vera e propria. Nel mondo fatato dei Weidau, infatti, non sembra esserci alcun appiglio a cui aggrapparsi, anche se, col senno di poi, il Derrickiano più smaliziato non mancherà di cogliere certi segnali inquietanti già a metà episodio. Mezzo voto in più per il tema musicale, particolarmente malinconico e che ben si adatta alla tragedia. (Robykeys82).
 

145. PIETA' PER L'ASSASSINO
(Schonzeit für Mörder)
*! Muore il solito geniaccio perfettino di fatto odiato da tutti i familiari, designer di accessori per auto risposatosi con una svampitella venticinquenne dopo aver figliato nientemeno che la futura superstar Christoph Waltz (che però si fa la matrigna creando un bel caos). Il fratello della vittima è una nullità che di motivi per commettere l'omicidio ne aveva a bizzeffe, suo figlio è un pianista mediocrissimo che pure lui lo zio non l'amava di certo e così il quadro è completo: allo spettatore capire chi tra questi sia il colpevole (senza dimenticare l'odiosa governante), mentre Derrick molla Harry in ufficio quasi subito e si dà da fare con gli interrogatori. Anche perché il nostro è convinto che il morto (che gli è morto davanti in ospedale mentre lui era lì per un esame alla schiena) prima di spirare gli avesse voluto dire qualcosa, pur se il medico gli aveva ripetuto "ma no signor Derrick, quello era già andato all'altro mondo da un pezzo". Episodio di una lentezza esasperante, che nemmeno l'allora giovanissimo futuro premio Oscar Christoph Waltz può risollevare (e anzi, pure lui si perde nel grigiore). Musiche invadenti e fuori luogo, una ripetitività sfibrante e una confessione finale tediosa e inutilmente diluita quanto il resto. Molte le forzature, nella sceneggiatura come nella recitazione di alcuni elementi del cast. Il nipote gioca a fare il brillante con sorrisini e grandi considerazioni sulla vita, ma si vede che l'attore migliore non è lui. (Zender)


146. LA CARTA SU CUI PUNTARE (Die Rolle seines Lebens)
**! Un ex attore caduto in disgrazia causa alcolismo viene a conoscenza del fatto che agli studios si sta facendo un film la cui parte principale, disgraziata, sembra cucita su misura per lui. Quando arriva lì per proporsi però, gli dicono che il ruolo è già stato assegnato a un altro. L’uomo però vuole il ruolo ad ogni costo e, guardacaso, chi glielo aveva soffiato viene trovato morto. Gira e rigira il movente pare essere uno e chiarissimo, nonostante alibi vari. Ma come sarà andata veramente? L’idea è intrigante, l’ambiente degli studios stimolante, il protagonista indubbiamente centrato e tutto sembra andare in direzione di un ottimo episodio. Il problema è che la sceneggiatura non riesce a svilupparsi come sembrava promettere, incagliandosi presto e finendo col concludersi malamente, tra troppe scene sul set e nessun vero progresso nelle indagini. Dispiace perché la prima parte era ottima e l’ex alcolizzato sicuramente la vera carta vincente. L’ispettore ha modo di dimostrare la sua insipienza sia in campo cinematografico che letterario ("io leggo di rado romanzi”), mentre Harry pare un po' più preparato "conosco quel libro", e riassume la trama). Figure femminili poche e antipatiche. (Zender)


147. UNA COPPIA FUORI DAL COMUNE (Entlassen Sie diesen Mann nicht!)
**! Si comincia col solito ex detenuto (in clinica psichiatrica, in questo caso) rilasciato dopo appena cinque anni. Aveva tentato di uccidere la moglie e, appena fuori, ricomincia a telefonarle chiedendole un appuntamento chiarificatore. Lei ovviamente si nega e chiama Derrick (che non sa che pesci pigliare, visto che l'uomo non ha fatto finora nulla di male). Una situazione già vista molte volte nella serie, anche se qui il rilasciato, il dr. Kroll, è una gran testa (futuro premio Nobel, secondo alcuni). Derrick parla col medico che l'aveva in cura, che giura sul rinsavimento di Kroll, ma intanto quello continua a tampinare l'ex moglie (già risposata con una nullità che nulla capisce della situazione). Insomma, alla fine ci scappa il morto e tutto prende un'altra piega. Per quanto un po' troppo prevedibile, l'episodio è molto ben condotto e soprattutto l'attore che impersona Kroll sa essere convincente quanto serve per rendere intrigante la vicenda. Buona anche la sceneggiatura, che ricalca come detto spunti già ampiamente analizzati nella serie ma sa farlo con intelligenza. Il finale, per quanto telefonato e fastidiosamente, inutilmente rallentato, va a colpire una fenomenologia piuttosto nota della psicanalisi. Non a caso Harry fatica a seguire i ragionamenti di Derrick e resta in disparte (dopo aver esordito rimandando al mittente l'invito dell'ispettore a muoversi e fare qualcosa con la donna minacciata). (Zender)

*** Genio e follia - abbinamento carismatico, com'è noto. Derrick - sornione e prudente - dovrà andare al punto districandosi tra malattia mentale e psichiatria ambigua, genialità da Nobel e ossessioni del passato, idee allucinatorie e desideri distorti, paura e delirio - in un'atmosfera minacciosa, che dopo l'omicidio si tinge di giallo. E se il derrickiano incallito non nutrirà dubbi sull'identità dell'assassino poco importa; i valori plastici dell'episodio sono da ricercarsi altrove, ovvero nelle caratterizzazioni dei personaggi, che incensano l'aria di ansietà e risate tetre. (Faggi)
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