Tutti gli episodi di Derrick commentati! - Stagione 02

26 Ottobre 2009

Altri capitoli di questo approfondimento:  Tutti gli episodi
1975 (STAGIONE 2):


4. PULLMAN DI MEZZANOTTE  (Mitternachtsbus)
***! Il primo episodio mai prodotto di Derrick (mandato in onda chissà perché all'interno della seconda stagione). Una ragazza viene trovata morta in riva a un lago. Viene chiamato Derrick che comincia le indagini. E' subito un ottimo inizio di stagione, perché i caratteri dei personaggi sono tutti ben delineati, Derrick si dimostra molto deciso e anche piuttosto duro (cosa che perderà abbastanza, in seguito) e la storia funziona in modo esemplare. Bel clima, che ritroveremo curiosamente in "La ragazza del lago", il film di Molaioli del 2007, che pare molto molto simile a questo primo episodio di Derrick (trovate le analogie nelle curiosità del film di Molaioli). Clamorosamente crucche (ma nel senso più amabile del termine) le scene in birreria. (Zender)

*** 
Primo episodio prodotto di una lunga saga che durerà fino al 1997. Si inizia bene con una puntata molto affascinante e dai toni cinematografici da giallo poliziesco tipico di quel periodo. Il delitto si compie su un laghetto di notte e le indagini del solerte Derrick e del fedele compagno Harry si svolgeranno sostanzialmente all’interno di una tipica birreria tedesca di campagna d’altri tempi. Buona la tensione. (Markus)

**! 
Esordio per il longevo ispettore Derrick. La storia è abbastanza intrigante anche se lo svolgimento risente un po' troppo della sua destinazione sul piccolo schermo, con una conclusione un po' affrettata. Il risultato finale però non è male e ben al di sopra di quello di certe fiction odierne. Curiose le analogie col ben posteriore "La ragazza del lago". (Caesars)

**! 
Episodio in cui si inaugurano luoghi comuni destinati a perdurare (il delitto privo di premeditazione, l'assassino protetto pateticamente dall'ambiente famigliare); tuttavia l'ispettore dovrà ancora perfezionare la sua tecnica di annientamento psicologico dell'indagato, e appena i suoi sospetti trovano conferma si abbandona a un insolito scatto di violenza. (Il Dandi)

*** 
L'episodio ci presenta una situazione (assassino quasi per caso protetto dall'ambiente familiare) che verrà riproposta innumerevoli volte, ma anche un Derrick molto più autoritario rispetto alla sua immagine tradizionale. Storia ben condotta, impreziosita da un'inconsueta ambientazione lacustre, personaggi ben definiti e musiche appropriate. Il finale è un po' sbrigativo (e non sarà certo l'unico, nella serie), ma vedere Derrick strapazzare così l'assassino di turno è uno spasso. (Nicola81)

***! 
Fulminante ingresso della celebre serie tv (non in televisione, dove verrà trasmesso solo nella seconda stagione), con un episodio molto bello e solo apparentemente di rodaggio. Colpisce per l'atmosfera sinistra, il disegno espressivo dei personaggi e l'ambientazione. L'ispettore si dimostra subito un sottile stratega psichico, ma se è necessario non esita ad alzare le mani. (Faggi) 

 **** 
Una giovane cameriera di ritorno dalla città dovrà fare i conti con un amaro destino. Primo episodio di una delle serie poliziesche che hanno fatto la storia della televisione. Bellissima e intrigante la vicenda, che si svolge all'interno di un locale dove forti bevitori trascorrono le loro giornate tra una partita di biliardo e l'altra. Si nota sin da subito la forte personalità del nostro amato Derrick.  (Pinhead80)

*** 
Con questo notturno bavarese inizia l'indimenticabile serie dell'ispettore Derrick. I temi sono quelli delle conseguenze dell'ira, del vincolo familiare al di sopra della legge e della ricerca del capro espiatorio, individuato nella persona socialmente e mentalmente più fragile. Derrick e Harry duettano bene fin dalle prime battute, poi però è Stephan a prendersi la scena, intuendo che le cose non sono come appaiono, chiedendo la collaborazione di una cameriera per smascherare il colpevole e, infine, ottenendo la prima di innumerevoli confessioni da parte dell'assassino di turno. Chi ben comincia, è a metà dell'opera! (Eresiarca)

***! La prima puntata della serie, in ordine di produzione e non di trasmissione, sperimenta quello che diventerà uno stilema tipico dei Derrick delle origini: la violenza sulle donne. Anche l'ambientazione rustica è caratteristica degli episodi d'antan, così come una certa ruvidezza del nostro ispettore. Peccato per alcune pecche della regia, che risulta un po' macchinosa, e per il comportamento eccessivamente forzato dell'oste depistatore. Nel complesso comunque si arriva gradevolmente alla conclusione. (Gordon)


5. L'ULTIMA CORSA DA MONACO (Tod am Bahngleis)
**! L'assassino sappiamo tutti chi è, stavolta. Lavora con altri braccianti alla ferrovia, e nei ritagli di tempo si diletta ad accoppare belle donzelle mentre ai colleghi dice di andare a Monaco a incontrar donne. il fatto è che l'uomo tanto normale non è: ha questo fare equivoco tra l'ingenuo e il demente che però nessuno riesce a collegare agli omicidi verificatisi in zona. Non Derrick, perlomeno, che non sa chi sia e non riesce a rintracciarlo. Una caccia all'uomo con identikit e interrogatori a esercenti vari, mentre la regia segue il nostro pazzerello mentre abborda sgraziatamente le sue vittime e s'innamora della figlia del suo datore di lavoro. Non manca la solita parentesi in disco con tette al vento (un vero must della serie). Un episodio discreto in cui si vede ancora la voglia di confezionare episodi studiati e professionalmente curati, con un'attenzione particolare (in questo caso) al disegno della psicologia del killer. (Zender)

**! Accanto ad una ferrovia per Monaco, in una zona rurale, la polizia trova il cadavere di una giovane donna morta ed è già il terzo caso in poco tempo. Derrick, dopo vari ragionamenti con Harry, sospetta che l’assassino lavori nei pressi della linea ferroviaria. Le indagini lo ricondurranno ad un cantiere di operai che da qualche tempo lavora all’assetto dei binari… Discreto episodio che si avvale (per la prima volta nella serie) del corpulento attore Peter Kuiper. La vicenda risulta interessante. Ho personalmente comprensione nei confronti dell’assassino, seppur prendendo le dovute distanze dai gesti commessi. (Markus)

**** Il sorriso dell’assassino vorrebbe essere gentile con le giovani donne con le quali cerca di instaurare un rapporto (non per nulla rifiuta la compagnia delle prostitute); ma quel ghigno demente suscita invece repulsione, scatenando la furia omicida del gigante bambacione che si sente rifiutato (addirittura da sua madre). Uno degli assassini meglio dipinti di sempre, è lui il vero protagonista dell’episodio, in grado perfino di rubare la scena a Derrick (che fino al finale non riesce nemmeno ad incontrarlo). Esempio perfetto della varietas delle prime sceneggiature di Reinecker, ma anche di come il format-Derrick fosse ancora “aperto” e non avesse forse ancora trovato una direzione decisa. (Il Dandi)

**** Lo spunto iniziale è analogo a quello de "Il sentiero", ma lo sviluppo è ancora più convincente, dando vita a una puntata che riesce a conferire il giusto spessore alla figura, ottimamente caratterizzata, di questo serial killer di giovani donne, che riesce persino a strappare un briciolo di compassione. Rilevante anche la componente investigativa, tra riunioni alla centrale, identikit, testimonianze, e un Derrick che deve fare i conti con le pressioni del suo diretto superiore, e che ricorre persino alla consulenza di uno psicanalista. Spazio anche per un paio di spogliarelli, in una puntata sostanzialmente priva di punti deboli. (Nicola81)

**! L'episodio parte maluccio e quello che fin da subito appare come il protagonista sembra non convincere - né lui né l'attore che lo interpreta: spaesato, poco espressivo, sottotono. Invece pian piano le cose cambiano e ci ritroviamo di fronte a una tipologia di criminale ben rara in Derrick, il serial-killer. La Monaco by night non delude mai, tra gli immancabili local notturni e una moderna, per l'epoca, sala giochi piena di divertimenti ai quali oggi guardiamo con nostalgia. La ferrovia e i treni, poi, hanno sempre quel qualcosa di magico che aggiunge atmosfera a quello che alla fine dei conti diviene un buon episodio. (Eresiarca)

***! Un episodio che ricorda tanto quelli degli albori della serie: boschi bavaresi, birra a fiumi e omicidi a sfondo sessuale, anche se già si intravedono le tette al vento nei night, altro cavallo di battaglia di Reinecker. A parte ciò, la puntata risulta molto gradevole, soprattutto per il parallelismo per le concitate indagini del duo Derrick & Harry, contrapposte alla spensieratezza dell'omicida, che si diletta tra sale da ballo e bowling. Peccato per un finale abbastanza debole. (Gordon) 


6. IL NOSTRO AMICO ROHN (Nur Aufregungen für Rohn)
***** Esemplare nella costruzione, perfetto negli interpreti, con un finale che non delude e un colpevole che non è il solito arrendista. Uno dei migliori espisodi di Derrick di sempre se non il migliore: la formula mostra tutti i suoi punti di forza, Derrick e Harry sono tenaci e irridenti, non mollano l'osso nemmeno quando una loro bella intuizione (il confronto all'americana) viene vanificata. Eccellente anche la figura dell'anziano portavalori derubato: il suo testa a testa con Rohn è commovente. Ingegnoso il piano di fuga per la rapina (con tappa allo studio medico). Non ha insomma veri punti deboli, l'episodio, considerato che si riescono pure a creare due o tre scene di autentica suspence. Derrick e Harry, ancora giovani, sono vispi e acuti. Ah, se tutti gli episodi fossero all'altezza di questo... (Zender)

***** La vicenda narra di un baldanzoso giovine che rapina il vicino di casa (un portavalori) con cui ha anche un rapporto di amicizia. Per farlo, si prepara un alibi di ferro davvero ben architettato, ignaro che il caso lo dovrà sbrogliare un certo Ispettore Derrick (assieme al fedele Harry con i suoi mitici capelli sempre alla moda teutonica settantiana). A mio giudizio, questa puntata  è il “capolavoro” della lunga saga: tensione palpabile, ritmo e situazione da giallo da manuale, fanno sì che l’episodio sia godibile in ogni singolo fotogramma. Fondamentale la visione. (Markus)

***! A ben guardare la storia non è affatto originale, ma il senso morale della vittima (che “se la va cercando”, come avrebbe detto Andreotti, andando da solo a casa del suo vicino ad accusarlo di rapina, trasformandolo da rapinatore in assassino) e la contrapposizione alla morale dell’assassino (che compie una progressiva escalation di colpevolezza, passando da traditore dell’amico, a ladro, al delitto vero e proprio) rappresentano proprio gli ingredienti meglio riusciti dell’atmosfera della serie. Buona la costruzione dell’indagine e, per una volta, anche la regìa non latita. (Il Dandi)

**** Forse non il capolavoro assoluto della serie, ma comunque uno degli episodi migliori di sempre. La vicenda è credibile e ben congegnata, adeguatamente valorizzata da una regia incisiva e da interpreti decisamente in parte. Derrick e Harry sono in gran spolvero e qui devono indagare sul serio, perché il colpevole di turno è assolutamente refrattario alla confessione. Forse perde leggermente di smalto nelle battute conclusive, ma lo si può considerare un peccato veniale. (Nicola81)

**** Bellissimo episodio, dove un evento casuale (lo smarrimento della penna verde) distrugge un piano ben congegnato, una rapina che altrimenti sarebbe stata perfetta e che sfocia nell'assassinio. Il fato, il pressing di Derrick, il personaggio criminale protagonista, la conduzione realistica di una vicenda ben scritta e un concorso di altri elementi svolti con gusto ne fanno una perla della serie. (Faggi)

***** Puntata che definire magistrale è dir poco. Tutto qui è perfetto: i personaggi, nessuno escluso (spicca il protagonista, interpretato da un Thomas Fritsch eccezionale), la costruzione del piano criminale, l'atmosfera un po' claustrofobica data dal palazzo e dai suoi appartamenti e infine la coppia Derrick-Klein che non dà tregua al colpevole. Una lotta tesissima, nella quale si è quasi indecisi per chi parteggiare, tanto ammirevoli sono la tenacia dei poliziotti da un lato e la faccia tosta del colpevole dall'altro. Infine, ma non meno importante, bellissima la sequenza sulla sigla finale, con la carrellata su tutte le banconote del marco tedesco all'epoca in vigore, in ordine di valore crescente. Una di quelle chicche che fan venir voglia di rivedere e rivedere un episodio. (Robykeys82)

*! Andrò controcorrente, ma non è possibile soprassedere alla pochissima credibilità dell'intera indagine e, quindi, dell'episodio. Qui, più che in (diverse) altre occasioni, solo in Derrick il colpevole - uno sveglio studente rapinatore e quindi assassino, per il quale, alla fine, lo spettatore arriva quasi a parteggiare - poteva finire in galera. Derrick e Harry lo individuano come colpevole senza alcuna prova o motivazione apparente; lo perseguitano, lo sequestrano, lo sottopongono a interrogatori e riconoscimenti all'americana... Viene da pensare che nella Monaco anni Settante le parole "avvocato" e "presunzione di innocenza" non siano contemplate. Finale con prevedibile imprevisto che fa trionfare la giustizia entro i limiti di tempo. La cosa più bella sono gli ultimi due minuti dell'episodio, con alcune sequenze davvero notevoli. (Eresiarca)

**** Episodio esemplare, tesissimo e carico di suspense. I pregi sono numerosi: i personaggi sono disegnati con grande efficacia (il giovane studente e il temerario e integerrimo portavalori su tutti); Derrick e Harry sono attivissimi, instancabili e perfidamente ironici; la regia è vivace e incalzante. Tutto eccellente, ma per raggiungere la perfezione gli mancano quei tratti tipici di Derrick e sconosciuti ai telefilm americani: la sobrietà e il realismo nelle indagini. L'iperattivismo di Derrick e Harry sconfina sovente nell'onnipotenza. Ottimo il finale. (Kozincev)

***** Probabilmente la miglior puntata della serie. L'impianto ricalca infatti quello degli episodi di Colombo più riusciti, a partire dall'acribia con cui Derrick e Harry si avvinghiano al sospetto, che per una volta difende il proprio meticoloso piano delittuoso ribattendo colpo su colpo. Talvolta però si tradisce perdendo la lucidità, in attimi di tensione resi perfettamente dalla regia e dalla sceneggiatura, nonché dalle ottime prove dei vari protagonisti, particolarmente spigliati. (Gordon)


7. MADERA (Madeira)
**! Un uomo di mezz'età rimorchia zitellone ricche cui fa sognare un'ultima parte di vita con lui sull'isola spagnola di Madera. Naturalmente a Madera le poverette non arriveranno mai, derubate e accoppate ben prima di partire. Un'idea eccellente che fa partire molto bene l'episodio. Purtroppo però la ripetitività dello stesso non permette di poterlo premiare troppo. Peccato, perché il protagonista è delineato bene, cinico oltre ogni limite e impeccabile. Delude invece il finale, decisamente tirato via. (Zender)

*** Altro episodio fondamentale, almeno secondo i miei stravaganti gusti cinematografici. La vicenda è intrigante e dotata di una cattiveria teutonica rafforzata dallo sguardo freddo e pungente dell’anziano assassino. Priceless e totalmente fine a se stessa la pedata che dà a un cane per farlo entrare in una stanza: in quel momento si capisce tutta la fantastica infamità di quest’uomo! Per questo motivo trash lo adoro! (Markus)

***! Un novello Landru viene incastrato dal cagnolino di una sua vittima: puntata memorabile soprattutto grazie ad un villain spregevole come pochi (che, detto per inciso, somiglia sorprendentemente al Derrick impersonato da Max Tortora nella sua irrispettosa parodia). Stephan e Harry stanno sul pezzo. (Il Dandi)

**! Di Madeira e delle sue bellezze si parlerà tantissimo in questo episodio, ma nessuno (o meglio, nessuna) ci arriverà mai. Monaco, come sempre, è il palcoscenico nel quale si svolge l'azione e nel quale, questa volta, Derrick e Harry dovranno dare la caccia a un raffinato, cinico, calcolatore e crudele uccisore di anziane sole e benestanti. Stephan prende molto a cuore la storia, anche se poi buona parte dell'indagine verrà condotta da Harry, giustamente attirato dal fascino della bella nipote del serial killer. Fatto strano in Derrick, uno dei principali protagonisti della trama non è umano, ma piuttosto un bel cagnone nero e simpatico, deciso a ritrovare la sua padrona. (Eresiarca)

***! Un attempato viveur bavarese irretisce ingenue zitelle magnificando loro le bellezze di Madera, meta di una seconda giovinezza di coppia. Ovviamente le uccide prima della partenza, intascandone i risparmi. Sarà però il petulante cane di una di queste a indirizzare Derrick e Harry sulla pista giusta, dalla quale non devieranno più. Tuttavia, più che i due investigatori, nella puntata diventa centrale la dolce nipote dell'assassino, il cui rapporto con lo zio è ben delineato. Se così sono valorizzate le personalità dei personaggi, d'altro canto le indagini vengono un po' trascurate. Ottime le musiche, meno l'epilogo agrodolce. (Gordon)


8. IL SEGNO DELLA VIOLENZA (Zeichen der Gewalt)
Un avvocato è ricattato da rapitori che gli han sequestrato la moglie: o porta in carcere una pistola a un delinquente per farlo evadere o lei morirà. Che può fare il tapino? Esegue e il carcerato accoppa una guardia. Comincia la caccia all'evaso, di cui s'incarica Derrick. Una puntata all'americana, più vispa nella regia, più d'azione (a un certo punto Derrick salta pure dalla finestra con la pistola in mano), più spregiudicata (tette e culi in bella vista al night con tanto di striptease: shock!). Eppure, nonostante tutto, siamo di fronte a una sciapissima caccia all'uomo che si prolunga per tutta la durata con dovizia di musiche alla Lalo Schifrin dei poveri. Niente giallo, niente indagini vere (giusto i nostri che vanno casa per casa a registrare voci di delinquenti sperando di farle riconoscere alla moglie dell'avvocato, da essi salvatasi). Regia vivace, ma la sceneggiatura è tremenda e il finale, con tanto d'inseguimento sui tetti, improvviso quando squallido. Pare un noir malriuscito... (Zender)

* Una puntata dal sapore americano (specie sul finale) ma priva di ritmo ed elementi che possano renderla accettabile sotto il profilo televisivo. Ci si trascina stancamente al finale che un po’ risolleva tutto l’episodio, ma è poca cosa… (Markus)

*** Lo dico subito: a me questa “svolta americana” piace: musichette acid jazz, regìa più dinamica, inseguimenti, sparatorie, soprattutto uno Stephan più attivo, ma anche più brusco col povero Harry. La storia non è male, e l’ambientazione garantisce una continuità dalla quale il personaggio, per quanto diverso da come lo si era visto e lo si vedrà in seguito, non ne esce troppo snaturato. (Il Dandi)

*** L'annata 1975 è con la 1976 la più atipica nella saga di Derrick, e questo episodio ne compendia le caratteristiche salienti: trame dal sapore più poliziesco che giallo, regia più dinamica, ritmo più vivace, qualche scena d'azione. Qui la storia non è particolarmente memorabile, però non ci si annoia, e il finale con inseguimento e sparatoria sui tetti rappresenta un unicum, per la serie. Debutta ufficialmente il personaggio di Berger, ma lasciano molto di più il segno le partecipazioni di Raimund Harmstorf (è lui l'evaso da catturare) e della conturbante Sybil Danning, che si esibisce anche in uno striptease degno di nota. (Nicola81)

**** Lo striptease della sensualissima Sybil Danning - per di più in un episodio di oltre quarant'anni fa e destinato a un largo pubblico televisivo - vale da solo il prezzo del biglietto e un voto alto. C'è comunque dell'altro: innanzitutto tanta azione, incentrata sulla caccia all'uomo per catturare un evaso che ha ucciso una guardia carceraria e condotto al suicidio il suo avvocato, e che ora è disposto a tutto pur di non tornare dietro alle sbarre. Derrick corre sui tetti, salta dalle finestre e spara a più non posso. Harry prova a stargli dietro ma, oggi, Stephan è in gran forma. Berger, in questo suo quasi debutto come poliziotto, svolge un più etnografico lavoro di raccolta di voci di sospetti attraverso un registratore a nastro. Corrono tutti, e corre anche il tempo, così che i canonici sessanta minuti scorrono via più che piacevolmente. (Eresiarca)


9. FIORI DI CAMPO (Paddenberg)
**! Piacevole puntata che viene sviluppata con molta attenzione e tratteggia bene i personaggi, a cominciare naturalmente dal cinico colpevole (vagamente somigliante a Leslie Nielsen), pronto ad uccidere a bruciapelo chi lo saluta come amico ritrovato solo perché un giorno potrebbe "parlare". Lo uccide e si ritrova a fare i conti con la moglie di lui, molto meno ingenua e subdolissima ricattatrice, che si diverte pure a trattarlo come una pezza da piedi senza fargli capire cosa vuole veramente. Derrick, in questa occasione quasi privo di Harry, indaga nella giusta direzione. Peccato per il solito finale sbrigativo, che lascia con l'amaro in bocca. (Zender)

** Un signore incontra per puro caso un vecchio amico di guerra. Dopo aver riacceso il rapporto, verrà misteriosamente ucciso. Un caso strano con accenni storiografici sulla vicenda nazista tedesca. Derrick dovrà districare la faccenda senza non pochi problemi. Puntata non particolarmente vivace, tuttavia dotata d’un certo fascino per via della vicenda legata a fatti reali. (Markus)

** Puntata ben costruita ma non troppo entusiasmante: Derrick mostra bene la proverbiale umanità del suo metodo, il suo essere soprattutto un buon giudice di uomini (morti compresi). Difatti il quadro è chiaro fin da subito e c'è poco da indagare: anzi stavolta il metodo del crollo psicologico non è nemmeno diretto a far confessare il colpevole, bensì a convincere la vedova della vittima ad accusarlo. (Il Dandi)

*** Il titolo italiano, in questo caso, è più originale e in qualche modo più poetico di quello tedesco, scelto dal nome del principale personaggio (Paddenberg). A parte un inizio un po' lento, l'episodio è davvero ottimo: dialoghi curati e taglienti come di consueto, personaggi di spessore e attori perfetti. La sceneggiatura lascia ampio spazio ai protagonisti, ma le apparizioni di Derrick, che indaga con la solita paziente solerzia, sono tutte funzionali allo scioglimento dell'intrigo. Mezzo punto in meno per il finale non eccelso. Notevole. (Kozincev)

**! Un ricco uomo d'affari è riuscito per anni a nascondere la sua vera identità, ma non ha fatto i conti con l'eccellente memoria di un vecchio amico che un giorno lo incontra per caso. Puntata con poca azione ma con alcuni spunti interessanti, a partire dal costante riferimento ai campi di prigionia per soldarti tedeschi dopo la Seconda Guerra Mondiale (tema ancora oggi assai delicato) e al ritorno alla vita normale di coloro che avevano partecipato all'esperienza nazista. Derrick indaga secondo la modalità che diverrà il suo marchio di fabbrica: individua l'anello debole - in questo caso la moglie della vittima - e inizia a comparirle davanti ad ogni occasione, la porta nel classico bar e, infine, stringe la morsa fino a raggiungere l'obiettivo. (Eresiarca)

***! Classico caso di assassino pieno di scheletri nell'armadio. Questi, per non avere grane, fa fuori senza remore il suo mansueto amico a conoscenza di tutti gli altarini. Parte così un episodio che, pur senza un ritmo troppo vivace, si dimostra ben condotto sia da un punto di vista poliziesco sia psicologico. Molto interessante è infatti il personaggio della subdola moglie del morto, cui l'omicida si prostrerà come uno zerbino. Il finale, come di consueto, non è del tutto convincente, ma la puntata merita mezzo voto in più per il frugale pranzetto in ufficio, a suon di birra e miseri tramezzini, di Derrick e Harry. (Gordon) 


10. MI HA SEMPRE CHIAMATO ZIO HOFFMAN (Hoffmanns Höllenfahrt)
**** Maialone incontra di notte la giovane vicina di casa (che lo chiama zio Hoffman) mezza ubriaca in bici, finiscono in camporella e zac, l’amplesso proibito. Lei ci ripensa, dice di volerlo dire a papà e lui la uccide (incidentalmente). La puntata è una delle migliori per tensione: la tormentata interpretazione dello zio Hoffman, che crea da subito una situazione imbarazzante in casa dove in molti han capito com’è andata, è perfetta e egregiamente sostenuta dal resto del cast. Derrick e Klein, dalla loro, indagano finalmente per davvero (anche se poi, quando han capito com’è andata, non si chiedono come incastrare il colpevole ma come farlo confessare) e l’episodio dimostra quanto regia, montaggio e sceneggiatura siano eccellenti, sicuramente sopra la media. Finale concitato con sorpresa (wow, azione vera!) che chiude un po’ sbrigativamente ma senza deludere. (Zender)

**! Un uomo si macchia di un delitto infame: uccidendo di notte una bella e prosperosa ragazza in bicicletta nella Foresta Nera (e per depistare la polizia), abbandona il grazioso corpicino (ora inservibile) in una discarica. Derrick dovrà affrontare il caso brancolando nel buio… Questo episodio è concettualmente somigliante al “Il sentiero”, anche per via dell’ambientazione notturna nella Foresta Nera. La vicenda risulta piuttosto godibile grazie ai lunghi ragionamenti che il buon Derrick dovrà fare per arrivare a chiudere il caso. (Markus)

***! Prendiamo atto, con sollievo o con timore, che anche nella protestante e rigorosa Germania accadono delitti a sfondo sessuale familiare, che il luogo comune vuole tipici delle più arretrate realtà dei paesi cattolici e latini. A parte il viscido assassino l’episodio presenta due caratteristiche memorabili: l’esordio (nei panni del figlio) del biondo con l’aria inebetita destinato a diventare uno dei volti noti del cast di ritornanti, e un finale action che prelude al cambio di atmosfera della serie successiva. (Il Dandi)

***! Da uno spunto apparentemente banale (assassino per caso che deve districarsi tra i sospetti dell'ispettore e l'ostilità dei familiari), prende vita una delle puntate migliori per ritmo, tensione e spessore psicologico dei personaggi. Per certi versi ricorda "Pullman di mezzanotte", ma con un finale molto più adrenalinico, per quanto si possa parlare di adrenalina in un episodio di Derrick. L'attore Willy Schafer, che di lì a poco interpreterà a tempo pieno il personaggio di Berger, debutta nella saga nei panni di un testimone oculare. (Nicola81)

*** Tema scottante, quello del "ci sta o non ci sta", specialmente se da un lato abbiamo una ragazzina appena maggiorenne e un po' sbronza e, dall'altro, l'amico di famiglia maturo a cui non pare vero... Ad ogni modo la poverina finisce uccisa e scattano le indagini e le domande, tanto quelle della polizia quanto quelle, persino più logoranti per il colpevole, dei familiari che sospettano sempre più apertamente. Episodio che si sa già come andrà a finire, anche se il finale sarà più in stile A-Team che Derrick. Curioso ritrovare il futuro Willy Berger nei panni di uno zelante testimone. Di tutto rispetto il cast femminile, soprattutto da un punto di vista estetico, nel quale spicca Judy Winter, anche per qualità dell'interpretazione. (Eresiarca) 

***! Trattasi probabilmente di uno degli assassini più imbecilli della serie, il che impedisce allo spettatore una benché minima immedesimazione in lui, come nel coevo "amico Rohn". Per il resto la sceneggiatura sceglie una tematica già battuta (il solito omicidio a sfondo sessuale) ma lo fa comunque in modo convincente, con Derrick e Harry coinvolti in un'indagine più complessa della media e spinti dalla necessità di far crollare il colpevole. Curioso anche il cammeo di un Willy Schäfer non ancora nei panni del buon Berger. (Gordon) 


11. QUATTRO COLPI DIETRO LA PORTA
(Pfandhaus)
***! I quattro colpi del titolo sono quelli sparati da un uomo tradito che, convinto di uccidere l'amante della propria giovane convivente, uccide da dietro la porta la persona sbagliata. L'amante, salvo e presente al fatto, non denuncia il ricco strozzino in modo da poterlo ricattatare. Infatti gli si installerà in casa, gli tromberà la convivente senza più sotterfugi e lo tratterà come un povero deficiente. L'uomo abbasserà la testa e Derrick faticherà a risalire al colpevole, visto che apparentemente niente lega la vittima al suo assassino. Bella lotta tra persone infide, con il giovane scampato all'omicidio che arriva a livelli altissimi di cinica ferocia sentimentale, con la donna attonita ad assistere indecisa con chi schierarsi. Derrick, intanto, indaga e nei break si sbaciucchia la psicologa ma, arrivati al dunque, quando lui è già in canotta... suona il telefono. Dannazione, maledetto Harry! (Zender)

*** Un anziano signore che gestisce un banco dei pegni sospetta di essere tradito dalla giovane e graziosa mogliettina che sta con lui per via del sua ricchezza. Dopo un controllo, le “corna” vengono confermate e compie un delitto; sbadatamente, al posto di uccidere l’amante della moglie, uccide un altro uomo. Le cose si complicano ed inizia uno strano rapporto a tre molto frustrante per l’omicida. Derrick dovrà intervenire per sbrogliare la matassa… (Markus)
 
*** Si ricorda negli annali della serie soprattutto per essere uno dei pochissimi episodi che ci mostra squarci della vita privata di Derrick, ripreso in casa sua addirittura in compagnia di una donna. Patetica la figura di questo ennesimo assassino impreparato a trasformarsi in tale (sbaglia pure vittima), ma ancor più odiosi gli altri personaggi (la sua mantenuta e il ganzo che gliela tromba) che lo manovrano. Tipico. (Il Dandi)
 
***! Episodio rimasto negli annali per essere uno dei pochissimi a occuparsi, sia pure marginalmente, anche della vita privata di Derrick. Personalmente mi ha colpito di più la storia, dove un omicidio con sbaglio di persona origina una bel clima di guerriglia psicologica, ma anche una strana forma di complicità, fra i tre personaggi principali, a loro modo tutti negativi. Avrei preferito un finale più chiarificatore, ma resta comunque una di quelle puntate in grado di elevarsi dalla media. (Nicola81)

***! Il protagonista dell'episodio è il primo di una lunga serie di cornuti inetti: il tentativo di interrompere la tresca provoca dei guai molto peggiori e il rapporto clandestino diventa praticamente ufficiale... A rendere l'episodio pruriginoso concorrono la bellissima convivente del protagonista, indolente e molto sexy, l'atteggiamento infido e strafottente del giovane "rivale" (uno strepitoso Brandauer), le avances interessate di una giovane impiegata (altra bellezza mozzafiato) e i siparietti tra Stephan e l'aristocratica Renate. Molto intrigante. (Kozincev)
 
***! Doris Kunstmann e Doris Arden, entrambe bellissime, provocanti e feline, valgono da sole "il prezzo del biglietto"; se poi ci aggiungiamo che questo episodio ha anche altri elementi d'interesse, ecco che ci troviamo davanti a una bella puntata di Derrick! Intanto, a proposito del nostro ispettore, forse mai come in questa occasione ne cogliamo il lato personale: lo vediamo in casa, ascoltando musica, alle prese con la fidanzata Renate e, soprattutto, con Harry che gli telefona ogni qual volta i due iniziano a sbottonarsi la camicia. Quanto al caso da risolvere, la storia è avvincente, originale, articolata e ben rappresentata dagli attori. Il finale lascia un po' di amaro in bocca anche se, a dirla tutta, i principali personaggi coinvolti non sono certo esempi di etica e morale. (Eresiarca)

**** 
Un'ottima puntata d'antan, che però gioca su una trama, ahinoi, ancora attuale. Il personaggio del ricco geloso è però tratteggiato con maestria, così come quello della mancata vittima, che diventa un infido ricattatore. Il duello psicologico tra i due mantiene quindi viva una puntata di per sé non troppo focalizzata sulla parte "gialla", con Derrick e Harry comunque sempre sul pezzo. Mezzo voto in più per uno dei rarissimi, e qui ben riusciti, ritratti della vita privata di Derrick, distubato sul più bello dalle chiamate di lavoro. (Gordon) 


12. UNA VALIGIA DA SALISBURGO (Ein Koffer aus Salzburg)
In uno scalo ferroviario un uomo con valigia uccide una povera donna. Qualcuno chiama la polizia e Derrick, giunto prontamente, incontra subito un testimone che ha visto l'uomo e gli indica il bar. Subito una sparatoria, a chiarire che siamo nel "nuovo Derrick" del 75, più americano del solito. Poca psicologia infatti nella puntata, scarsissimi interrogatori in favore di un'azione di bassa lega, manovre combinate con la narcotici, inseguimenti, pedinamenti, collaborazione da parte del pool di "invisibili" del distretto (Berger, quella gente lì, di solito abituata a fare fotocopie). Un unico vero colpo di scena (annunciato proprio come tale da uno dei sedicenti collaboratori) e un unico personaggio singolare: il figlio della vittima, deciso a sorvegliare Derrick e Harry per capire perché pur avendo in mano l'assassino e non lo arrestano. La solita politica del pesce piccolo che porta al pesce grande. Finale scialbissimo. (Zender)

*! Sciapissimo. Stavolta il modello di riferimento sembra Kojak, con Derrick non più accompagnato dal solo Harry ma circondato da molti colleghi, con più spazio al lavoro di squadra della polizia, tutti impegnati contro il narcotraffico di alto livello. Resta apprezzabile l’attenzione alla verosimiglianza della messa in scena, il senso della misura… ma in una stagione improntata alla deriva action, ciò che altrove era “correttezza” rischia di ridursi a povertà. (Il Dandi)

*** Ci sono diversi elementi interessanti in questo episodio che parte dall'omicidio di una sfortunata dipendente delle ferrovie, imbattutasi in un uomo che stava trasportando una valigia più che sospetta. Innanzitutto la polizia di Monaco lavora in equipe, con Derrick - coadiuvato dai tre moschettieri (Harry, Schroeder e Berger) - che organizza un intero pool di ricerca dell'assassino e dei suoi complici. Inoltre, caso rarissimo in Derrick, una (piccolissima) parte dell'azione si svolge fuori città e fuori paese, nella bella Salisburgo dove Berger e Schroeder pedineranno un sospetto per settimane. Ben caratterizzato il giovane figlio della vittima che stenta a condividere il metodo attendista della polizia che vuole l'intera banda e non solo l'assassino della madre. (Eresiarca)

*! Episodio del tutto dimenticabile. Reinecker e soci dimostrano infatti che il poliziesco non è il loro pane, specie se allargato al mondo del contrabbando, dei pedinamenti... Insomma, l'ispettore - Harry infatti è praticamente nullo - prova a destreggiarsi in questo ambiente, ma non regala nemmeno quei momenti di simpatica arrabbiatura visti in altre puntate coeve. Il finale, fugace e opaco, è in linea col piattume precedente. (Gordon) 


13. IL GIOVANE AMICO DI CAMILLA (Kamillas junger Freund)
*** Rapina in villa: il padrone di casa consegna un assegno di 50.000 marchi a chi gli sta puntando contro la pistola e che aspetta che un complice vada a ritirarlo. Ma in stanza entra a sorpresa quella matta della governante (che aveva visto tutto dalla serratura) e si becca due colpi in pancia. Morta. Derrick (qui ben assistito da Harry, e pure dai solitamente superflui Berger e Schröder) comincerà indagini a tuttocampo, interrogando un loro vecchio informatore e portando alla luce un piano piuttosto complesso, al quale partecipa marginalmente persino uno gigolo di professione. Di nuovo una puntata dai ritmi altissimi (per la media dell'ispettore), con dialoghi svelti, regia brillante, qualche inquadratura azzardata e molti stereotipi desunti dai polizieschi americani (c'è persino una tesissima sparatoria sui tetti, nel finale). Derrick si lancia in battute e battutine, alterna ironia e forte decisionismo, scopre gli altarini dei miserandi individui che interroga e prova davvero a fare l'americano. Per fortuna la formula del telefilm riprenderà l'anno dopo su binari più consoni, perchè, per quanto ben costruite, queste puntate "americane" ci fanno rimpiangere il Derrick più riflessivo e caratteristico. Comunque piacevole. (Zender)

*** Un uomo subisce in casa sua una rapina nella quale ci scappa il morto. Camilla è la moglie insoddisfatta del rapinato; il suo “giovane amico” è invece un impettito gigolo (figura destinata a ricorrere ancora nella serie) affittato presso un’agenzia, ma il suo ruolo risulterà essere solo quello di ingranaggio in un meccanismo più grande. Puntata gradevole, con discreto livello di tensione fin dall’inizio, ravvivata da una regìa spigliata. (Il Dandi)

**** Si comincia con una rapina in villa in cui ci scappa il morto, si chiude con una concitata sparatoria. In mezzo c'è una puntata costruita davvero bene e senza tempi morti, popolata da una fauna umana non troppo simpatica, in mezzo alla quale Derrick e Harry (qui particolarmente affiatati) sguazzano a meraviglia. Buona l'interpretazione del personaggio del titolo (che comunque entra in scena piuttosto tardi) e dell'intero cast, ma è la regia particolarmente ispirata a imprimere una marcia in più. (Nicola81)

*** L'episodio è buono e ha vere indagini poliziesche, condotte con piglio nervoso e risoluto da un Derrick vivace e sicuro, non solo intuitivo ma anche particolarmente attivo. Harry collabora con determinazione e giuste mosse. Nel finale avremo una sparatoria in stile d'oltreoceano, dove il nostro ispettore spara con la precisione necessaria per evitare il peggio; poi, nella scena conclusiva, metterà personalmente le manette all'assassino. L'interesse è non solo per lo svolgimento dei crimini e per l'azione di polizia ma anche per le tessiture che riguardano lo stile di vita dei personaggi (le due mogli una delle quali è la Camilla del titolo, il gigolo, l'anziano delinquente che vive tranquillamente in un ospizio). La regia è precisa e dettagliata, spigliata nel tessere la figurazione. (Faggi)

*** Una delle ragioni del successo di Derrick è, probabilmente, il fatto che conducendoci dentro case di gente comune, appartenente ai più svariati ceti sociali, stimola il più o meno latente guardonismo di ciascuno di noi. L'episodio in questione è emblematico, in tal senso: vi sono coppie scoppiate e tradimenti, gigolo e ristoranti francesi, ma anche ospizi e bassifondi, da cui cercano di emergere - nel modo sbagliato - i criminali che, anche questa volta, Derrick non si farà scappare. Più efficace del solito il lavoro di squadra alla sezione omicidi. Menzione d'onore per il parco macchine di prim' ordine e, come di consueto, made in Germany. (Eresiarca)

***! Buona puntata in stile americano, pimpante fin dalle prime battute. La tecnica dei rapinatori è senza dubbio intrigante e il nostro duo si lancia in indagini serrate, che alla fine danno i loro frutti. Il ritmo quindi c'è, così come i vari protagonisti si dimostrano sul pezzo (anche i solitamente abulici Berger e Schroeder), ma convince meno l'atteggiamento dei criminali, che nonostante il loro socio sia stato beccato restano belli tranquilli, pronti alla retata. (Gordon)
 

14. DUE TESTIMONI PER HORST (Der Tag nach dem Mord)
*** Horst, assassino teenager (e rintronato, le vittime preferite di Derrick): la morosetta lo tradisce con Mario e Horst perde la testa piantando un cacciavite in pancia al suo ormai ex migliore amico (italiano). Arriva a casa e lo dice a suo padre, che decide di fornirgli l'alibi assieme alla moglie e abbandona Mario in auto davanti a un locale italiano (il Pinocchio, tanto per non farci mancare qualche buon luogo comune). Derrick arriva lì e il locale gli fa schifo, entra e protesta per il caffè... ma ce l'ha con noi? Intanto in sottofondo, incessantemente, musiche di Drupi et similia che fan tanto Italia per immigrati. Si capisce subito che il giovane Horst farà la fine del topo (è in catalessi costante), ma il padre prova comunque a tener su la baracca. Alla fine Derrick s'incazza, perché non puoi sempre metterti in mezzo e berciare mentre ti torturo sottilmente il figlio già a un passo dalla confessione! Episodio interessante, psicologicamente molto ben studiato. Buona la recitazione, salda la regia. Piacevole e stuzzicante. (Zender)

*** Interessante episodio che unisce il poliziesco di stampo classico “derrickiano” alla presentazione - seppur sommaria -  della condizione degli italiani emigranti in Germania di quel tempo, relegati in ghetti e locali appositi. Il fatto positivo è che almeno l’assassino è tedesco ed era amico dell’italiano. La soluzione del caso è per Derrick piuttosto facilitata dall’ansia che traspare sul volto drammatico del giovane assassino. La puntata a mio avviso si giova di un buona prova degli attori che appaiono convincenti nei ruoli a loro affibbiati. (Markus)

*** "Il giorno dopo l'omicidio"... è la traduzione del titolo originale dell'episodio, tra i migliori dell'ottima annata. L'omicidio in questione è provocato da folle gelosia, la vittima è un italiano (e l'Italia è presente anche nelle musiche, con Drupi e Marcella Bella, e nella scelta del locale ambiguo, che si chiama "Pinocchio" ed è frequentato solo da italiani che non parlano tedesco e sono dipinti a tinte ghettizzanti e dal coltello facile). Determinanti e manipolati con finezza psicologica nella soluzione del caso i dettagli, tra cui l'arma del delitto, un fatale cacciavite. L'omicida è un personaggio-larva, in balia dell'amore folle e del padre autoritario, Derrick si muove con piglio nervoso e da quando otterrà un'informazione decisiva il suo pressing sarà continuo, le sue sottili intuizioni saranno adoperate con la giusta misura. E infatti la pressione psichica sui sospettati gli farà ottenere quel marchio di fabbrica della serie che è la determinante confessione. Harry presente/assente. (Faggi)

***! Pur essendo un tipico episodio psicologico sullo sfondo di conflitti familiari, già si anticipa la svolta “all’americana” dell’annata successiva: notevole l’occultamento dell’omicidio del giovane italiano e l’abbozzo dell’ambiente degli immigrati (e daje di baffoni e Drupi in autoradio), ma resta ancor più impresso l’ingresso (con musichetta da poliziesco americano) di Derrick sulla scena del crimine, che saluta Harry informandolo sulla soluzione di un caso precedente, lasciando chiaramente ad intendere che il sospettato è stato portato a confessare con metodi poco ortodossi. Poi però ritorna il Derrick umano che conosciamo e l’assassino, come dice lui stesso nel finale, “fa più pena a me che a voi”. (Il Dandi)

**** 
Il titolo tedesco, tradotto alla lettera, sarebbe: il giorno dopo l'omicidio. Tutta l'azione infatti si condensa nello spazio di un mattino e di un pomeriggio, in cui Derrick fa la parte del leone lanciandosi in dialoghi tesissimi col solito padre depistatore fino a far crollare tutto il castello di carte. La sceneggiatura è più che convincente, così come la recitazione dei vari attori. Nel pieno stile arrembante delle prime stagioni, però, l'episodio sprizza ostilità nei confronti degli immigrati italiani, il che porta a forzature eccessive (dove si è mai visto un nostro connazionale mettere certi giubbotti o farsi rimproverare da un tedesco per il caffè?). (Gordon) 

**** L'ultimo episodio girato nel 1974 è la chiusura perfetta di un'annata memorabile. Un'ora tesissima, senza divagazioni o inutili digressioni, che inizia con un delitto accidentale e si chiude con la confessione del colpevole. La sceneggiatura è eccellente e ruota intorno al vero protagonista dell'episodio, il padre del giovane Horst: determinato, autoritario, collerico ma capace di autocontrollo, riesce a tenere testa a un Derrick in forma smagliante, fino al convulso finale... Formidabili i dialoghi tra i due coniugi, che restituiscono il quadro familiare dell'epoca, negli anni in cui le donne cominciavano a diventare indipendenti ma ancora erano economicamente e psicologicamente subalterne agli uomini. (Kozincev)
 

15. ALLARME AL 12° DISTRETTO
(Alarm auf Revier 12)
** Il laido panzone che esce dal carcere dopo otto anni è davvero un brutto ceffo: appena fuori insulta la moglie che è venuta a prenderlo e s'infuria col povero fidanzato della figlia, un tipografo dall'aria dimessa che viene trattato come l'ultimo degli smidollati. L'omino, effettivamente senza spina dorsale, viene pure massacrato dalle pallottole quando lo vediamo telefonare alla polizia per denunciare un prossimo furto. Il capoccia della sezione furti è disperato: sono mesi che dei professionisti azzerano gli allarmi e si dedicano a ruberie clamorose, e appena ci scappa il morto corre subito da Derrick per chiedergli di unire le forze. E fa bene, visto che al solito Stephan e Harry sbroglieran da soli la matassa togliendolo dagli impacci. Uno Stephan che fa poi il brillante e il sarcastico ad ogni costo, come spesso gli capita in questa strana stagione in cui ha quasi sempre uno strano ghigno dipinto in volto. Spassosa la figura del panzone che maltratta moglie e figlia (anche se con Derrick deve abbassare la cresta), ma l'episodio è molto superficiale nell'impostazione e banale negli sviluppi. Regia e montaggio più svelti della media, ma non basta. Da ricordare il gruppo di topi d'appartamento che si tuffano ubriachi nelle piscine delle ville che derubano nudi, vestiti da donna o coi manicotti. (Zender)

***** A mio avviso uno degli episodi più memorabili dell’intera serie, senza dubbio il più riuscito della sua stagione: ottima la scansione della vicenda, ricostruita da una serie di flashback non didascalici, perfetti gli interpreti. Derrick è adorabilmente sardonico nei confronti di un assassino detestabile, rozzo e violento, che comunque raccoglie la sua sfida: riuscite le concessioni al versante action-criminale della stagione in corso, ma contemporaneamente ci si riavvicina (lontano dai contesti borghesi visti nelle stagioni precedenti) anche all’approccio più umano e psicologico per il quale l’ispettore è famoso. Notevole anche il contrasto generato dall’uso ossessivo della canzoncina del juke-box (entra subito in testa quel dannato motivetto!). (Il Dandi)

** Una banda di rapinatori di lussuose ville e appartamenti capitanati da un tipo sinistro appena uscito dal carcere e dotato di rara aggressività (oltre che di una ripugnante corporatura trasudante birraccia da osteria) semina il terrore nella bella Capitale bavarese. Appena vi è un omicidio (in pieno giorno) entra in scena il nostro deus ex machina Derrick a trovare il bandolo della matassa (pur senza scontrarsi con l’arrogante spocchia dell’assassino). Il ritmo c’è, ma la vicenda è un po’ raffazzonata e alcuni passaggi sbrigativi. Per tutta la durata dell’episodio è trasmessa una terrificante canzoncina germanica dalla facile presa (deduco sia stata un successo nella “terra dei wurstel”). (Markus)

*** Episodio non perfetto dal punto di vista strettamente narrativo, ma reso godibile dal ritmo elevato e da quella sterzata poliziesca che contraddistingue quasi tutta l'annata 1975. Piuttosto centrata la figura dello spregevole e repulsivo capo della banda, costretto a chinare la testa davanti a un Derrick risoluto e sarcastico come raramente capita di vedere. La canzone che fa capolino a più riprese è molto orecchiabile. (Nicola81)

**! Uno dei cattivi più detestabili della serie e uno Stephan in gran forma per un episodio che vede Derrick, Klein e Schroeder collaborare attivamente con la sezione furti della polizia di Monaco. I caratteri sono ben delineati, a partire dal già citato protagonista (in negativo) dell'episodio e dalla sua famiglia, composta dalla moglie sottomessa, dalla figlia ribelle ma non troppo e dal fidanzato di quest'ultima piuttosto misero. Buone le ambientazioni, soprattutto all'interno di una sordida birreria di bassa lega. Surreale la scena dei ladri che sguazzano in piscina durante un furto. Tutto sommato, un episodio godibile. (Eresiarca) 

*** Un episodio molto ruspante, come consueto nell'anno di grazia 1975. Derrick e Harry, ma soprattutto il primo, sono infatti alle prese con un osso duro - non a caso appena uscito di galera - che aggiunge pepe alla puntata, aiutato anche da una regia abbastanza vivace. Peccato per una trama gialla abbastanza scarna, così come per alcune scene poco convincenti, specie quelle che includono la banda di rapinatori. Interessante, ma non immediato, il racconto delle vicende della futura vittima. (Gordon) 
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