il Davinotti

il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere

NON HO SONNO
location e aneddoti
ENTRA
337299 commenti | 63723 titoli | 25244 Location | 12509 Volti

In streaming

Location Zone

  • Film: Una gita scolastica (1983)
  • Luogo del film: La casa dove il professore Balla (Delle Piane) sfida un suo alunno a boxe
  • Luogo reale: Casamento di Medelana, Via Cuppio, Medelana, Marzabotto, Bologna
VEDI
  • Film: Ultimo incontro (1951)
  • Luogo del film: L'hotel di lusso dove Piero (Nazzari) cerca il contatto per un appuntamento con la prostituta "Emma"
  • Luogo reale: Via Manzoni 7, Milano, Milano
VEDI
  CINEPROSPETTIVE

ULTIMI VOLTI INSERITITUTTI I VOLTI

  • Andrea Arru

    Andrea Arru

  • Davide Ricci

    Davide Ricci

Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.

ULTIMI COMMENTI

Commento di: B. Legnani
Può un piano sequenza sposarsi in maniera indissolubile alla noia? Sì, se è pretestuoso, costituendo solo un'interminabile, sfiancante, egocentrica sfida realizzativa, per di più persa, visto l'alto numero di attori che, dall'ora di film in poi, guardano vistosamente in macchina, rovinando l'effetto generale. Ovviamente la noia viene anche dalla narrazione, dall'irrisolto dialogo fra narratore e protagonista, dalle non conquistanti parentesi storiche (l'ultimo Zar con la famiglia pare, più che una rappresentazione, una parodia). Molto sforzo, molto sfarzo, risultato molto scarso.
Commento di: Il ferrini
Oltre mezzo secolo portato (purtroppo) ancora bene. Certo la sceneggiatura non va per il sottile; tutto è palese e sfacciato fin dai primi istanti, ma del resto è proprio questa la tesi che intende dimostrare. Gian Maria Volonté, lombardo-piemontese, si inventa un accento meridionale tutto suo ma lo padroneggia talmente bene da renderlo perfettamente credibile. La regia si concede pochi virtuosismi, ma quelli per dipingere la Bolkan sono di rara efficacia. Ottimo il cast di contorno e anche lo score, fra i più noti del cinema italiano. Un classico.
Commento di: Pigro
L’incipit è folgorante, con i dettagli di corpi nudi maschili che introducono alla tradizionale lotta turca dei pehlivan unti di grasso. La fortissima presenza fisica, che brilla sotto il sole nel lucido b/n di questo corto, impregna il documentario di (omo) erotismo para-sportivo e para-pagano: non a caso la conclusione è sullo spogliarello di ragazze sotto una tenda per spettatori avidi di pelle femminile dopo tanto virilismo. Film affascinante per l’oggetto e per come è raccontato, sotto il segno dell’incanto per un esotismo così sensuale.
Commento di: Xamini
Siamo dalle parti di Miami, al solito i due si incontrano per caso e altrettanto per caso entrano in polizia, con Hill perfettino a fronte di uno Spencer spazientito ma pronto a scattare sull'attenti più spesso del consueto. Una commedia piena di gag, equivoci e, ovviamente, scazzottate, qui distribuite agli avversari più disparati. A essere puntigliosi, proprio queste ultime non raggiungono l'apogeo della carriera della coppia, ma è tutto l'insieme a funzionare bene, a portare la leggerezza dovuta e, tutto sommato, a invecchiare come si deve.
Commento di: Pigro
Il ragazzo è infantile nei desideri (la Porsche per partecipare a una gara), nelle relazioni pseudo-sentimentali e nelle reazioni vocianti. Le parti migliori sono quelle anarchiche jazzate (musica coprotagonista): puro astrattismo narrativo. Le peggiori sono quelle (de)costruite per épater les bourgeois, inutilmente "scandalose". In mezzo le venature da assurdo-grottesco polacco che giocano con la nouvelle vague. Gli ultimi 10 minuti danno senso e spessore a quello che fino ad allora pare un divertissement sperimentale del giovane regista.
Commento di: Rambo90
Una satira del festival di Sanremo in pieno stile Bagaglino, incredibilmente ancora attuale oggi dopo trent'anni per più di un aspetto. La sceneggiatura tiene abbastanza bene il ritmo tra battute salaci e personaggi assurdi, in parte inficiata da una regia troppo televisiva anche per l'epoca. Pippo Franco è in gran forma: ha il personaggio migliore e diverte anche solo con gli sguardi esasperati che lancia. Dopo di lui Mattioli nel classico ruolo del traffichino e un Gullotta dalle facce impagabili completano il quadro. Non male.

ULTIMI PAPIRI DIGITALI

Tutto ambientato all'interno di uno sparuto gruppo di cheerleader, il film mette i maschi all'angolo e nemmeno li mostra giocare sui campi. Compaiono qua e là come accompagnatori delle ragazze e giusto nel finale, presenze comunque marginali. La protagonista è Cindy (Patterson), adolescente acqua e sapone col sogno di diventare una cheerleader come la madre (McAtee), che così aveva fatto innamorare di sé l'ormai da anni defunto marito. Su di giri per quella che dovrà essere l'iniziazione attraverso la quale dovrà essere promossa “regina”...Leggi tutto da semplice “ape” quale ancora è, Cindy scopre lentamente - assieme alle sue amiche - che l'iniziazione non è affatto cosa da nulla: le "regine" ci danno dentro, approfittano della situazione per umiliare le povere ragazze con prove assai "pesanti", irridendole e giustificandosi con un semplice "l'anno scorso era toccato a noi, funziona così".

Ciò che però cambia tutto è la morte - a quanto pare accidentale - di una delle giovani apette, trovata senza vita fuori dalle docce. Ci si aspetterebbe che questo qualcosa cambi, ma le più anziane non la pensano affatto così: l'iniziazione deve continuare come se nulla fosse accaduto e per questo Cindy, che accetta di sottostare alle regole, finisce con lo scontrarsi con sua madre, la quale non può accettare di buon grado tanto cinismo. Ma quando anche una seconda ragazza sparirà, Cindy capirà che forse sua madre non aveva tutti i torti... Cosa succede alle feste alle quali di volta in volta hanno acesso le vincitrici delle prove giornaliere? Qual è il lato oscuro di quelle "regine" per nulla complici o vicine alle cheerleader che istruiscono?

La storia, per quanto semplice nella sua costruzione, viene complicata da una sceneggiatura piuttosto fumosa, che mette molta carne al fuoco dimenticadosi di cuocerla a dovere. Se lo schema sembra in fondo sempre lo stesso (un quotidiano fatto di sfide ma turbato da drammatici accadimenti), se si accenna a qualche accenno giallo con la figura ambigua del classico sfigato di buon cuore che nessuno cerca, va detto che lo scorrimento lineare viene movimentato con alcune sorprese in grado di donare un minimo di vivacità al film, che come prodotto televisivo una sua dignità la mantiene. Le giovani recitano accettabilmente e riescono a rendere nell'insieme abbastanza verosimile l'intreccio, drammatizzando gli incontri tra loro in cui tuttavia è la sola Cindy (insieme alla sua amica del cuore Allison/Hampton) a rendersi conto che qualcosa non quadra.

Un finale concitato come d'abitudine per questi thriller “da divano” e un lato oscuro che viene celato fino all'ultimo con una certa furbizia, lasciando che in chi guarda cresca la curiosità di sapere cosa accade alle misteriose cene delle regine. La McAtee nel ruolo della madre preoccupata delle uscite notturne della figlia sa mostrare le difficoltà di chi deve mediare tra la comprensione verso la figlia e la necessità di controllarla per non perderla. Conduzione onesta in regia per il classico thriller tutto al femminile, condito di tanto in tanto da qualche capriola di gruppo o evoluzione notevole da parte delle ragazze... Sesso e sentimento sono banditi; nelle protagoniste qui dominano preoccupazione e paura...

Chiudi
Un titolo che si fa beffe d’una frase di uso comune, pronunciata nell'incipit da una lunga trafila di presidenti francesi (anche il film lo è) i quali presentano l'anno successivo come difficile mettendosi così al riparo da eventuali critiche sul loro operato. In realtà difficile è il momento storico, soprattutto a giudizio di un gruppo di ambientalisti (o eco-terroristi, come li chiamerebbe qualcuno) che il giorno del Black Friday si presenta di fronte alle serrande abbassate di un centro commerciale cercando di far ragionare l'orda che attende di...Leggi tutto entrare. E che lo farà ugualmente, travolgendo tutto e tutti come nel coevo THANKSGIVING, in cui l'assalto agli oggetti in offerta ancor di più si trasformava in una lotta all'ultimo sangue.

E' qui che conosciamo Albert (Marmaï), un giovane senza lavoro che acquista un grosso televisore con l'idea di rivenderlo su Ebay. Ma il compratore individuato, Bruno (Cohen), è assai strano e sembra più in bolletta dello stesso Albert. In breve le vite dei due proseguiranno in un cammino comune che li vedrà unirsi agli ambientalisti per mera convenienza (in un loro stand distribuivano birre gratis) in attesa - così sperano - che il Tribunale di Francia cancelli i loro tantissimi debiti attraverso l'intervento di un uomo (Amalric) specializzato nel'aiutare chi ha problemi di sovraindebitamento. Non sarà così facile, come si può immaginare, e intanto la seducente "Cactus" (Merlant) coinvolgerà entrambi nelle azioni e nel quotidiano degli ambientalisti d'attacco, facendo loro guadagnare pure qualcosa.

Da una situazione di indigenza vissuta tuttavia con una certa nonchalance dai due amici al centro della storia, Nakache e Toledano traggono un film che vola prevedibilmente sulle ali della satira, con una malcelata accusa di superficialità nei confronti di chi troppo facilmente si lancia anima e corpo in difesa di problematiche che non conosce come dovrebbe. D'accordo, Albert e Bruno - che costretti a cercarsi un nome "di battaglia" scelgono rispettivamente Pulcino e Lexotan - sono pure peggio (indimenticabile la risposta del primo, finto militante in tema, a Cactus che gli chiede cosa ne pensi del clima: "Un po' come tutti, mi piace il bel tempo, il sole, la spiaggia…"): costretti a condividere idee in cui con tutta evidenza non credono, incorreranno in una serie di gaffe che sono il sale di una prima parte vivace e ricca di gag azzeccate, condotta con bello spirito da commedia, sorretta da una regia impeccabile e da un cast che trova in Marmaï e Cohen una coppia complice ed espressiva, altamente versata per il comico.

Nella seconda parte invece, con il crescere di un sentimentalismo più scontato e con uno spazio fin troppo ampio lasciato alle azioni degli ambientalisti, vengono a mancare i dialoghi, le spiritosaggini, lo spirito iconoclasta e il clima si fa più pesante, senza recuperare più fino alla chiusura. Cionostante le trovate intelligenti e divertenti non mancano e la cura nella confezione nemmeno. Si pretende un po' troppo però, mentre per far funzionare il tutto al meglio sarebbe stato utile proseguire nel solco del primo tempo, senza sovraccaricare la storia con complicazioni o “doppi giochi” come quello attuato alla Banca di Francia. Ruffiano lo strascicato finale con ballo e bacio, ma si può perdonare...

Chiudi
Ispirano comunque simpatia, i film di Nichetti; anche quando sono palesemente imperfetti come in questo caso, penalizzati da una regia indecisa e un po' zoppicante, e quando l'idea di ritrovare il protagonista muto esattamente come in RATATAPLAN sa di pretestuoso e suona poco originale. "Ho fatto splash", oltre ad essere l’unica frase pronunciata da Maurizio (Nichetti), diventa il claim della campagna...Leggi tutto pubblicitaria girata all'Idroscalo di una gassosa (Lurisia, si legge sull'etichetta, marca ben nota in Lombardia) alla quale il nostro partecipa in qualità di figurante. E' giunto a Milano dopo aver dormito oltre vent'anni (precisamente dalla serata di una "Canzonissima" del 1956) alla ricerca della cugina Carlina (Torta), che dovrebbe gentilmente ospitarlo e in qualche modo reintrodurlo nel mondo dopo il lungo letargo.

Carlina, maestra in una classe di bimbi incontrollabili, vive insieme ad Angela (Finocchiaro), disegnatrice poco impegnata, e Luisa (Morandini), che sogna di recitare in teatro con Strehler ma viene molestata da un fotografo (Bonacci) mentre è truccata da Liza Minnelli. La quarta coinquilina se n'è partita per il Brasile lasciando alle altre il compito di accudire in sua assenza il figlio (Bongiovanni) ancora in età prescolare e causa del fatto che in casa si ascolti sempre e costantemente la sigla di Gundam, uno dei tanti robot giapponesi importati in Italia sulla scia di Goldrake.

Il fatto che Maurizio non parli non sembra troppo preoccupare le tre amiche, alle prese con problemi maggiori e a cercare di tirare avanti campando di niente (a parte Carlina, che infatti mette i soldi per tutti). Così, mentre Angela si aggiudica una parte da comparsa per Strehler soffiando il posto a Luisa trattenuta dalle sessioni fotografiche dell'erotomane, Carlina sorprende tutti e annuncia il proprio matrimonio. Seguiranno grandi preparativi, con Maurizio ingaggiato per fotografare la cerimonia in chiesa durante la quale combinerà prevedibili pasticci come in un lungo sketch. Si prosegue infatti per macroepisodi (lo spot all'Idroscalo, matrimonio e rinfresco, la rappresentazione della "Tempesta" di Shakespeare con il protagonista in versione "distruttore involontario") in cui l'estro di Nichetti si concretizza nel caratteristico ricorso allo slapstick e a gag più buffe che divertenti.

Si apprezza come sempre la singolarità della proposta, che in Italia al tempo incontrava un certo favore da parte del pubblico, si osservano curiosamente certe trovate strampalate più efficaci sulla carta che all'atto pratico (lo split screen "in movimento" con la Finocchiaro che attende fuori della porta l'amica alle prese col fotografo), si sorride nello scoprire la discreta quantità di personaggi lunari che percorrono il film (si pensi al regista inglese dello spot o al ladro che lascia in mutande la Torta in apertura) o nel vedere le simpatiche facce del tenerissimo bimbetto chiuso in armadio la notte per evitargli di stare costantemente davanti al televisore.

Purtroppo la storia fatica a girare, arranca, e a lungo andare l'ostinato mutismo di Maurizio un po' indispone. Anche perché servirebbe qualcuno che permettesse di farci evadere dai discorsi di rado interessanti delle tre ragazze, che peraltro a sorpresa si mostrano in più di un'occasione a seno scoperto. Milano resta poco visibile sullo sfondo, luogo ideale per ospitare le scorribande surreali di uno dei suoi figli talentuosi non sempre capace di incanalare al meglio l'indubbia creatività. Un film strampalato, recitato con spontaneità ma che non ha molto per farsi ricordare.

Chiudi

Il tenente Colombo

Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA

L'ISPETTORE DERRICK

L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA

SFOGLIA PER GENERE