Curiosità su La dolce vita - Film (1960)

CURIOSITÀ

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  • Undying • 10/07/09 13:41
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    Alla faccia della censura: arriva Fellini

    Grazie ai precedenti lavori Fellini, ai tempi de La dolce vita, era regista benaccetto dai cattolici e -nondimeno- dal partito di maggioranza relativa (la ex DC), motivo per cui, al di là dei contenuti poco graditi dalla censura, il suo film riuscì a filtrare, indenne, tra le maglie dei divieti.

    Si ricorda un solo caso, in quel di Genova, precisamente ad Arenano, dove il film venne sottoposto a sequestro dietro volere del sindaco, l'avvocato Filippo Gramatica, che operò tentando (inutilmente) di instaurare un nuovo tipo di censura, quella comunale.

    Oggi può far sorridere l'idea che un film come questo potesse, nel 1960, suscitare clamore: eppure la scena dei due (Marcello e Maddalena) che amoreggiano dopo avere caricato in auto una peripatetica o talune espressioni (ad es.: "Ciao mignottona") era cosa inimmaginabile in quel contesto storico.

    Tutto questo per sottolineare che La dolce vita ha aperto un nuovo corso nel contesto della cinematografia italiana, dal 1960 in poi meno ingenua, più dissacrante e più libertina (anche a livello di usi e costumi sessuali).
  • Undying • 10/07/09 13:59
    Risorse umane - 7574 interventi
    La dolce vita di Fellini stravolge i benpensanti

    Nel maggio del 1960, cade il secondo governo Segni, succeduto da Tambroni, figura appoggiata, esternamente, dai missini (ex fascisti).
    La nuova figura politica, retorica ed ancorata ad estremismi censori, di concerto con il Ministro dello Spettacolo Tupini, inviò una lettera di tal tenore al presidente dell' A.N.I.C.A. (associazione degli industriali cinematografici):

    "Questo sistema della ricerca di soggetti malsani e scandalosi deve cessare... da questo momento sarò severissimo in materia di censura, rivedendo in pieno i criteri per me di eccessiva larghezza usata fino a questo momento dalle Commissioni di revisione".

    Fonte: La scalata al sesso - Callisto Cosulich
  • Capannelle • 16/04/10 12:17
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    CAOS SUI DIRITTI CINEMATOGRAFICI

    Nel 2006 è stata girata la "Dolce vita XXX" versione erotica e omosessuale del celebre film (trailer http://www.youtube.com/watch?v=khSLqQySbwQ).

    La società americana International Media Film fa causa per violazione del copyright contro i produttori del porno ma il giudice alla fine archivia tutto dicendo che secondo lui non è chiaro chi detenga i diritti su La dolce vita e possa quindi aver titolo per muovere causa.

    Qui l'articolo di Franco Montini per "la Repubblica" postato da Gugly:

    Un mistero kafkiano, un vero giallo avvolge a sorpresa "La dolce vita" di Federico Fellini: fermo restando la paternità artistica del regista, non si sa più chi sia, invece, il titolare da un punto di vista produttivo e legale. "La dolce vita" è un film di tutti e di nessuno: non appartiene più alla Cineriz, che lo produsse nel 1959: la società da tempo scomparsa ha ceduto i diritti di tutti i suoi film, ma in compenso sono diventati numerosi i soggetti che rivendicano la titolarità del capolavoro felliniano.

    Il caso è esploso durante la causa per violazione del copyright che la IMF (International Media Film), società americana che sostiene di detenere i diritti del film a livello planetario (Italia e Francia escluse), ha intentato tempo fa contro la Lucas Entertainment, che ha realizzato per la regia di Michael Lucas una versione erotica ed omosessuale del celeberrimo capolavoro felliniano, intitolata come l´originale e vincitore di 14 statuette dei porno Oscar americani. John G. Koetl, giudice della corte distrettuale di New York, ha però archiviato la causa ritenendo che la IMF non abbia esibito prove sufficienti per dimostrare di essere titolare dei diritti di "La dolce vita".

    A chi appartiene dunque il film? Cercare di capirlo vuol dire addentrasi in una serie di vendite, fallimenti, sparizioni, passaggi di proprietà, veri o presunti, partendo da un´unica certezza: a produrre il film fu nel 1959 la Cineriz. Secondo la IMF, già nel 1962 i diritti passarono alla Cinemat SA, che nel 1980 li trasferì alla Hor AG, che l´anno seguente li passò alla Oriental Films, per essere assegnati nel 1998 alla Cinestampa, da cui la IMF li rilevò nel 2001.

    Una versione contestata dagli avvocati della Lucas, secondo i quali la catena dei diritti non corrisponderebbe a verità e la titolarità per il territorio Usa spetterebbe invece ad una società del gruppo Paramount.

    La situazione è intrigata anche per ciò che riguarda l´Italia, tanto che Mediaset, che pure vanta la titolarità dei diritti per il territorio nazionale, in occasione del cinquantenario dell´uscita del film, celebrata ai primi di febbraio, non è riuscita, come riferisce Claudio Trionfera, capo ufficio stampa di Medusa, a realizzare un restauro digitale per riproporre in sala "La dolce vita".

    Il fatto è - spiega l´avvocato Mario Gallavotti, che difende i diritti di Mediaset - che per film molto antichi, come appunto il capolavoro di Fellini, accade che esistano contrasti circa la titolarità nei vari territori, ma anche sulle modalità di sfruttamento. Per ciò che riguarda l´Italia non ci sono dubbi che i diritti di "La dolce vita" appartengano a Mediaset, mentre la sentenza americana, mi pare che, fra le righe, sottintenda l´esistenza di imbrogli».

    «Senza contare - commenta Vittorio Boarini, direttore della Fondazione Fellini - che oltre ai diritti commerciali di sfruttamento, esiste un diritto d´autore di tipo morale, il cui ambito prevede anche di impedire che venga fatto scempio di un´opera, come nel caso specifico di un remake pornografico. Ma in questo senso, titolari dei diritti non possono che essere gli eredi di Fellini».

    Insomma sono loro che potrebbero avviare un nuovo procedimento per bloccare "La dolce vita" porno, il cui trailer, privo di parole, ma ricco di chiari ed espliciti rimandi all´originale, compresa una scena dentro una fontana, è intanto scaricabile in rete.
  • Fedemelis • 31/05/16 11:53
    Fotocopista - 2137 interventi
    Nella sala Fellini all'interno di Cinecittà è presente il vestito originale utilizzato da Anita Ekberg durante il film:

  • Roger • 1/06/17 07:57
    Fotocopista - 2919 interventi
    L'auto che Marcello (Mastroianni) guida nel film è una Triumph Tr3 del 1958 e oggi, dopo essere stata restaurata, appartiene a un collezionista d'auto d'epoca. Quando l'acquistò non sapeva del passato "cinematografico" di questa auto, finché nei documenti non notò che era stata originariamente acquistata dalla casa di produzione Riama Film di Angelo Rizzoli che ha prodotto la Dolce Vita. Dall'estratto cronologico emerge che la prima targa è "Roma 324229" e che è stata immatricolata il 15 luglio del 1958: è quindi la Triumph usata nel celebre film



    Ecco qui sotto l targa comprovante e in questa foto la macchina oggi.