Discussioni su Il male nella carne - Film (2002)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/01/16 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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  • Mediocre, ma con un suo perché:
    Buiomega71
  • Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
    Lucius
  • Gravemente insufficiente!:
    Herrkinski, Markus, Cotola

DISCUSSIONE GENERALE

2 post
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  • Buiomega71 • 5/01/16 00:57
    Consigliere - 25998 interventi
    Insomma, bisogna ammetterlo, Roger Fratter e forse l'ultimo franchiano/rolliniano sulla terra

    Al di là dell'aspetto amatoriale che caratterizza le sue opere, ha comunque un talento particolare che affiora quà e là

    Una trama anche complessa a ben vedere (una specie di demone, che pare il tristo mietitore, uscito da un bosco, possiede alcuni ragazzi mentre si riuniscono per una seduta spiritica con una tavola oujia. Da quì in poi il contagio dilagherà tra gli abitanti del paesino bergamasco, con occhi bianchi e impulsi omicidi)

    Certo, i difetti non si contano (in primis la recitazione da filodrammatica, con attori al limite dell'inguardabile), con SFX alquanto risibili (gli occhi fluorescenti) e le solite scenette erotiche gratutite (con slancio anche nel lesbo). D'altronde con un comparto di gnocche così, come dar torto al buon Roger se le spoglia un pò?

    Le location sono azzeccate, la povertà dell'insieme amplifica l'atmosfera rolliniana autunnale, alcuni accenni splatter (seppur contenuti) come un'accettata in testa stile Venerdì 13 e il finale non manca di interessanti momenti horror (la ragazza dalle sembianze mostruose che si guarda allo specchio dopo aver visto il volto del "tristo mietitore"-omaggio ai nostri gotici pionieristici -che mi ha ricordato un episodio del Club dei mostri, la chiusa finale prima dei titoli di coda). Così come non male e l'attacco boschivo del demone alla ragazza che fà jogging, con omaggi al primo Raimi, anche se poi, l'artiglione che sfigura il volto della giovane ha un effetto davvero penoso

    Poi, vabbè, la ragazza posseduta dal demone, nuda su un tavolo, che si dimena in preda a febbrili smanie sessuali, avvolta da una luce multicolorata, fà ridere, così come il pre finale nella stalla simil-western

    Non si và oltre i confini dell'amatorialità, ma va premiata la passione viscerale di Fratter, così legato a un cinema che ormai non esiste più


    Curiosità : Appare pure Davide Pulici (con moglie strabona), che prima mena la consorte, poi si becca una coltellata da quest'ultima (che lo rimprovera con voce alterata che non si può sentire). Alle spalle di Pulici c'è una videoteca ben fornita, e nella stanza da letto vari manifesti del nostro cinema bis, dove, sopra il lettone, si riconosce il flano di Buona parte di Paolina (al metraggio 1h, 01 e 42s)
    Ultima modifica: 5/01/16 00:58 da Buiomega71
  • Callahan • 2/02/16 14:47
    Disoccupato - 10 interventi
    Flesh Evil – Il male nella carne quarto titolo del ben noto e caparbio cineasta indie Roger A. Fratter, che con molto coinvolgimento ho visionato.
    Anzi, sarebbe più esatto dire “rivisionato”, dato che una prima visione del film risale a tempo fa, e che grazie a questo prodotto, son diventato cultore e fan del già citato regista, riguardarlo si è rilevato un piacere necessario mirato a rinfrescarmi la memoria e immettere questa mia sorta di recensione.
    Amo Fratter per cui ad uno ad uno vedrò di visionare e commentare cronologicamente (sempre in maniera imparziale) tutti i suoi film.
    Noto con rammarico che molti cultori del cinema ingiustamente lo sottovalutano, a mio avviso non ne capiscono le sue reali capacità…. ha il pregio di inserire tante di quelle cose che molti registi indie se le sognano…e non parlo solo di belle donne.
    Allora, cominciamo subito a dire, che questo regista bergamasco è un pò come il vino, più invecchia e più migliora, questa sua opera a livello artistico, tecnico e logistico, rispetto ai suoi tre precedenti lungometraggi risulta più curato su ogni aspetto, e finalmente il concetto “amatorialità” diminuisce in maniera determinante.
    Resta comunque un film low budget e che circola solo ed esclusivamente per il mercato Home Video, ma ciò non toglie che si avvicina e non ha nulla da invidiare con quei film che magari vengono distribuiti al cinema e che hanno cospicui budget.
    “Flesh Evil - Il male nella Carne” già il titolo colpisce e stuzzica la curiosità dello spettatore (ha un so che di biblico), un film che si inspira in maniera aderente e compatta ad “Ombra” uno dei racconti più intriganti del sempre attuale Edgar Allan Poe e che riesce a catturarne l’accattivante essenza dell’opera originale e allo stesso con un suo stile personale e unico.
    Da annoverarsi un Thriller/Horror? Principalmente sì, ma presenta e mostra anche molto di più e non esagero a dire che forse questa risulta l’ opera più visionaria e onirica dell’universo “fratteriano”
    Ogni film di Fratter non è mai uguale all’altro, al massimo può avere dei rimandi, degli elementi o dei collegamenti con le precedenti produzioni e anche qui è cosi .
    Ad esempio anche in questo film (come già accaduto in Sete da vampira, e Abraxas – Riti segreti dall’oltretomba), per la terza volta appaiono sedute spiritiche e di cui a quanto vedo il regista sembra esserne ghiotto e attratto di questa interessante tematica, credo che per la prima volta a differenza dei precedenti film lo spettatore sperimenta in qualche modo “paura e tensione”,
    A me è capitato, la seduta spiritica mostrata fa una certa impressione e colpisce non poco.
    Analizzando la trama generica (senza entrare troppo nei dettagli) e restando sempre in tema di rimandi o di collegamenti, anche qui abbiamo un gruppo di giovani che come in Abraxas li vediamo intenti a contrastare le forze del male e che grazie a dei “particolari” poteri individuali riescono dopo mille peripezie a contrastarlo e a sconfiggerlo…ma solo in minimissima parte. Il male è pur sempre un qualcosa che si rigenera all’infinito e come giusto che sia non esiste una soluzione definitiva.
    Difatti parlando proprio del loro nemico principale, una demone oscuro e incappucciata di nome Nergal, il regista secondo una mia modesta interpretazione ha inserito questa figura per simboleggiare il male che alberga in ognuno di noi, un male che riesce a soggiogare anche il più mite essere umano e trasformarlo in un essere diabolico e portarlo ad ogni genere di azione nefasta, tra cui uccidere.
    Alcune scene lo mostrano chiaramente (basti vedere la scena delle due studentesse oppure quella dei due allevatori), rendono perfettamente l’idea.
    Il film è pieno di belle e originali trovate, il contatto telepatico tra Carlos e Tancredi, davvero geniale e sfruttato molto bene, specie nel finale che grazie a questo loro modo di comunicare riescono a non rimetterci le penne e a neutralizzare il loro “amico” ormai da tempo fuori controllo e schiavo dell’oscuro potere di Nergal. Un finale che mi è strapiaciuto anche per via delle ambientazioni di cui ne parlerò fra poco..
    Analizzando il comparto audio e scenografico, tanto di cappello, anche qui il buon Fratter non lascia nulla a caso e in maniera molto doviziosa riesce con estrema cura a rappresentare musiche, effetti e ambientazioni. Molto suggestive e molto intriganti e alcune scene ricordato un po’ il suo primo film “Sete da Vampira”
    Del cast invece anche qui il solito nugolo di attori bravi e in parti, già visti precedentemente e che piacciono sempre, e con qualche lodevole new entry, una esordiente Roxy Osbourne alla sua prima prova di attrice, davvero eccelsa la sua recitazione nell’interpretare il suo (non) facile personaggio, e degna di nota anche anche Vera Wright, specie nella parte sogno di cui Fratter ne gira una delle mie parti preferite.
    Degli attori maschili qui più che puntare su new entry, il regista bergamasco ha preferito lanciare attori che nei precedenti film hanno recitato in parti minime o comunque secondarie, tra cui il capellone Omar Shanay e Steve Brooks che devo ammettere mi hanno stupito, specie il primo che l’ho trovato molto espressivo nelle parti in cui comunica telepaticamente con Tancredi.
    Ovviamente anche in questo film come giustamente Fratter ci ha abituato sin dal suo primo film, abbiamo del soft core (ma molto meno rispetto ad Anabolyzer) e la scena tra Giorgio e Sharon l’ho trovata sublime, poiché oltre a sprigionare eros è girata con del rallenty e accompagnata da una musica perfettamente combaciante e con una sempre gnocca e brava attrice feticcio Irene Giordano.
    Mentre riguardo gli effetti gore dato il genere di film ( e ci mancherebbe!!!) non mancano di certo, anche qui lo spettatore non viene deluso, il solito e abile effettista Maurizio Quarta (anche qui presente in una piccola parte) riesce a regalarci effetti trucolenti e sanguinari.
    Non manca niente in questo film, sangue, eros, mistero….davvero tanta “carne” sul fuoco e cucinata non “male” :-)
    In conclusione il film essendo cupo e pessimista, dopo la visione, potrebbe insidiarsi nell’animo dello spettatore una pesante “negatività”… se dovesse accadere (come è successo al sottoscritto) allora significa solo una cosa:
    Che lo spettatore ha colto nel segno ed ha assimilato ciò che il regista ha cercato di rappresentare, e che ha saputo degnamente omaggiare non solo Edgar Allan Poe ma anche quel tipo di cinema di genere che veniva prodotto decenni fa e che Fratter cerca di rivitalizzare da anni.