Rebis • 4/12/15 19:27
Compilatore d’emergenza - 4419 interventi Grazie caro. Diciamo un passo avanti rispetto a
Io sono l'amore, quanto a tecnica, regia e uso del montaggio, ma ancora una volta aborro la presunzione, la spocchia d'autore, la deriva di certo cinema che ragiona solo - e ancora - per classi sociali, che si autoassolve sfoggiando autoconsapevolezza, allusivo mentre sfoglia il manuale di psicologia (lui parla troppo, lei non parla abbastanza, lui sopravvive al suicidio, lei all’adolescenza, mentre il solito Edipo ordisce...) ma incapace di elaborare una riflessione che sia attuale, sincera, calata nel presente. E' indegno il modo in cui ha usato il tema dei migranti, tanto valeva ambientare il film dieci anni prima, quando il problema ancora non sussisteva. Il compiacimento dell'estetica televisiva (con Guazzanti, pur bravo, nel ruolo di un commissario beone) ammicca colpevole allo spettatore cercadone il consenso. Ne esce la solita Sicilia delle delizie (e ridaglie con i cibi, il pesce, la ricotta, i capperi, le grotte, i corpi nudi sugli scogli...), che fa la parte per il tutto di un'Italia delle impunità in mano a commissariati di polizia incompetenti: per carità, tutto vero, ma il clamore è demagogico, roba da talk show televisivo - appunto - l'analisi superficiale, la verità che (non) affiora meno interessante dei lustrini che ci stanno attorno. Fosse rimasto nei ranghi del cinema di genere, si sarebbe risparmiato l’autogol. Va detto che gli interpreti sono eccellenti, e il gioco della seduzione funziona (belle le ellissi di montaggio sugli atti sessuali che restano "mancati" allo sguardo), ma nulla che non fosse già nel film di Deray, che in qualche modo, assai pretestuosamente, campiona. L'idea che Guadagnino stia lavorando al remake di
Suspiria mi deprime...
Ultima modifica: 24/12/15 22:48 da
Rebis
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 8/08/17
Lucius
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Hackett, Capannelle